Nero Cafè Forum

Che è successo a mamma e papà?, di Maurizio Bertino

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Peter7413
view post Posted on 20/9/2011, 13:06




CITAZIONE
Attenzione: questo scritto ha contenuti destinati a un pubblico adulto. Leggendo di seguito dichiari sotto tua totale responsabilità di avere più di 18 anni. Se terminologia o situazioni esplicite possono offenderti o andare in contrasto con la tua morale, sei pregato di chiudere questo post.

Che è successo a mamma e papà?

Il nonno sta facendo le telefonate, io sono seduto al tavolo, me ne sto zitto e buono.
Di solito non manco mai di andare a scuola: i voti sono a posto e le ragazze stupide il giusto. Stamattina però mi sono alzato e la casa era vuota, me l’aspettavo. Ho riempito lo zaino e sono venuto dal nonno.
- Che ci fai qui Bruslì? La scuola è venuta giù?
Il regalo migliore di mio padre: il nome. Non gli è mai fregato un cazzo di nulla, se non del lavoro. C’aveva però questo rapporto con Bruslì, un tipo con la testa, quella che a lui manca, e che era anche capace di far volare le sberle giuste, tanto da meritarsi il soprannome più agognato qui nella Chinatown, Bruslì appunto. Non me ne ha mai parlato, non m’ha mai parlato di un cazzo se non di fagioli e birra, però m’è capitato di fare le domande giuste allo zio e ho capito che ‘sto Bruslì fu mandato all’inferno da una puttana che pensava di vendicare un tizio che invece era stato mio padre a sistemare. Insomma, senso di colpa e rispetto lo portarono a decidere di darmi un soprannome come nome: un’opportunità da sfruttare.
- Ciao nonno! Mi sono svegliato che in casa non c’era nessuno e ho trovato questo, è dello zio e mi dice di venire qua.
Gli porgo il biglietto, lui corruga la fronte.
Lo zio non è mio zio. Lo chiamano Lucky, un vietnamita professionista del poker. Vive da sempre con noi ed è un bene. È lui che cucina e che lava i panni, l’uomo di casa insomma. Mio padre dice che c’ha problemi a campare, che era bravo con il poker di una volta e che questo nuovo Texas qualcosa a due carte non l’ha mai digerito. In ogni caso mia madre non ha problemi a che ci sia qualcuno che sbriga le faccende: una convivenza perfetta.
Il nonno non è mio nonno, ma so che gli piace se lo chiamo così. I suoi figli sono morti giovani e lui è solo lavoro e basta. Lo chiamano Huangdi, l’Imperatore Giallo, e pare che sia stato un pezzo grosso, ora si limita a gestire il suo ristorante, almeno all’apparenza. Nel dubbio l’ho sempre chiamato nonno e lui mi ha sempre voluto bene. L’ho anche aiutato con il sistema di telecamere che ha voluto piazzare qualche tempo fa. Di tecnologia non ci capisce un cazzo, così mi sono proposto e l’ho montato io. Ho solo dodici anni, ma non sono scemo.
Il nonno legge il biglietto e pensa, poi mi manda a sedere al tavolo, mi serve una coca e mi dice di starmene buono per un po’. Tiro fuori il mio smartphone e faccio finta di giocare mentre lo guardo fare le telefonate.
Mia madre è stata la prima a sparire, lo immaginavo. La sera prima arrivo a casa e trovo lo zio tutto preoccupato che discute con mio padre.
- Barbero, cazzo, se tarda avverte e non ha avvertito!
Mio padre sta ripulendo un barattolo di fagioli in posa Big Lebowsky sulla poltrona davanti alla tv. Si limita a ruttare.
- È successo qualcosa cazzo, lo sento! - continua lo zio.
Mi vede arrivare e si zittisce. Mio padre mi saluta con un secondo rutto e continua a guardare la tv.
Il nonno è alla sesta telefonata che nel bar piomba Lanternerosse, la titolare dell’omonimo Centro Massaggi Cinese, un’ex puttana già bella passata che ora gestisce un piccolo giro. Beninteso, puttana per tutti o almeno per chi non vede e non sente. Non mi sfugge che è arrivata presto, il nonno l’avrà chiamata fra i primi, se non per prima assoluta: sono cose a cui badare… Dicevo del mio nome, una fortuna. ‘Sto Bruslì doveva essere un tipo bello giusto se mio padre lo rispettava e Lanternerosse se n’era presa una mezza sbandata. Morale, a me che portavo il suo nome Lanternerosse m’ha sempre trattato come un pupillo, c’è da dire che c’ho messo del mio chiamandola zia, o almeno così ho cominciato a fare da quando ho capito che era più di una ex puttana.
- Che è successo? - chiede Lanternerosse al nonno.
Lui alza le spalle e le fa cenno di seguirlo nel retro. Lei annuisce, ma prima mi viene a salutare.
- Bruslì, caro - e mi dà un bacio sulla fronte - Stai qui buono che io e il nonno dobbiamo parlare.
Sorrido e annuisco. Loro due spariscono nel retro, non prima che il nonno abbia fatto un cenno al Renna, il cameriere. Quello era impegnato al cellulare, ma subito smette e mi si viene a sedere vicino, mi guarda e mi sorride, rassicurante: la mia guardia del corpo.
Il Renna è un bravo ragazzo, un sanguemisto come me con una decina d’anni in più del sottoscritto: un energumeno di quasi due metri con una moglie altrettanto giovane la cui propensione allo zoccolaggio va di pari passo con la bellezza da schianto. Il Renna sa tutto, ma accetta e rimane buono, ben sapendo che un’altra così uno come lui deve ringraziare anche solo di poterla accarezzare. Nel giro se la sono fatta tutti e già sto pregustando il mio turno, da qualche parte dovrò pur cominciare. In ogni caso mai soprannome fu più meritato.
Il Renna mi guarda, vuole fare due chiacchiere, io no. Poso lo smartphone e tiro fuori dallo zaino il Nintendo. Accendo Pokemon e mi metto a giocare.
- Che giochi Bruslì? - la domanda arriva puntuale.
- Ai Pokemon, sai quello dell’allenatore e dei mostriciattoli che combattono…
- Minchia, davvero? Mi ci sono sfondato alla tua età! Fai provare?
Tutto previsto. Glielo passo e si mette a giocare bello concentrato. Io riprendo lo smartphone e, tenendolo comunque d’occhio che non si sa mai, avvio l’applicazione che mi connette alle telecamere interne del bar. Che figata la tecnologia quando la sai usare.
Passo alla telecamera piazzata nel retro e vedo Lanternerosse tutta seria che sembra impartire istruzioni al nonno che se ne sta zitto. Non ho l’audio, mentalmente mi appunto che dovrò piazzare qualche microfono davvero micro o al più imparare il labiale, meglio entrambi, non si sa mai.
A quest’ora avranno già chiara la situazione. Chunlì, mia madre, è stata pizzicata in una cazzata bella grossa dal Dalai, uno dei due Signori della città. Non che le torture per sistemare i lavori a lui non vadano bene, ma gli dà fastidio se vengono girati dei video. Ancora peggio se i dvd non vengono distrutti. Ira di Dio quando vengono distribuiti su youtube. Ma a quello ci ho pensato io e nessuno lo verrà mai a sapere.
Sorrido fra me. Sono anni che mia madre e mio padre mi portano con loro per i lavoretti più veloci. Ogni tanto veniva anche lo zio, ma di rado. Mi lasciavano in macchina, montavano il silenziatore, mi mettevano in mano una lattina di coca e delle patatine e mi dicevano di fare la guardia per qualche minuto. Andavano e tornavano che neanche me n’accorgevo e si finiva sempre la giornata al MacDonald più vicino, uno spasso. Poi c’erano i lavori più complessi, mia madre li definiva quelli artistici e allora si assentavano per giorni. A volte con me rimaneva lo zio, altre andavo dal nonno o dalla zia, ho sempre cercato di dividermi in modo equo. Fatto sta che tutte le volte che tornavano la mamma era sempre su di giri e tutte le volte aveva un dvd nuovo che nascondeva nei suoi cassetti. A mio padre raccontava che l’aveva distrutto, ma io sapevo… Non mi è mai sfuggito nulla di ciò che entrava e usciva da casa.
Quei dvd li avrò visti mille volte: me li copiavo sul notebook quando rimanevo solo e poi via allo spettacolo. E non c’è che dire, mia madre non sarà quella gran bellezza e passerà tutto il suo cazzo di tempo davanti ai videogiochi tanto da meritarsi di essere chiamata come una protagonista di uno dei suoi preferiti, ma nel suo piccolo è una vera artista. A un tizio lo avevano messo appeso a testa in giù nudo come mamma l’aveva fatto e gli avevano montato addosso tutto un armamentario. Praticamente, se il tizio lasciava andare troppo delle corde che teneva con le mani la fune che lo teneva appeso mollava e lo faceva avvicinare con la testa al pavimento dove mia madre aveva messo una bacinella piena d’acido. Ha resistito ore, poi ha cominciato a cedere ed è stato un lento bruciarsi prima i capelli, poi il cuoio capelluto. Quando ha ceduto del tutto è finito con la testa intera dentro l’acido che ha cominciato a corrodergliela. Mia madre l’ha slegato in tutta fretta e, prima che morisse, è riuscita ancora a squartargli le gambe e le braccia, uno spettacolo.
La zia ha finito di parlare, il nonno sta prendendo il telefono, probabilmente stanno chiamando la Volpe. Prima della decisione finale tocca consultare anche l’altro Signore della città. Due Signori, la Volpe e il Dalai, un solo Kahn di cui non si conosce l’identità, questo è quello che ho capito in questi anni di attenzioni a sguardi fugaci e messaggi nascosti tra le righe.
Sorrido e osservo l’espressione di Lanternerosse aka zietta, infastidita e determinata, imperiale. Ho puntato su di lei, se ancora non s’è capito.
L’idea di youtube m’è venuta quando m’è stato chiaro che era venuto il momento di fare il salto. A modo mio voglio bene a mio padre e a mia madre, sono degli stronzi figli di puttana che si sono conosciuti quando lei lavorava da Lanternerosse e mio padre ne era un cliente, ma hanno un limite quando si tratta di figli, questa è stata una sorpresa per molti. Sono anche talentuosi, non dico il contrario, ma mancano completamente di spirito d’iniziativa per prospettive che vadano oltre il più immediato presente. Con loro ero nello stagno accanto al fiume in piena. E io quel fiume l’ho da sempre bramato. Comunque, un giorno davo una mano al nonno a riordinare quando mi è capitato di sentire nominare, da un tizio a un tavolo, il casino del Calabrese. Il nonno l’ha subito zittito con uno sguardo, ma ormai la pulce m’era salita in testa e prudeva. Ci ho messo un po’, ma alla fine ho scoperto che era proprio a causa del lavoro sul Calabrese che il Dalai ci aveva rimesso il suo miglior uomo, il Berserk, reo di troppo zelo nei suoi metodi. Pare che il Kahn non avesse apprezzato che un suo vecchio socio d’affari come il Calabrese, anche se traditore, fosse stato fatto fuori dopo un paio di settimane di torture solo per il godimento del Berserk e così avesse deciso che era venuto il tempo per il Dalai di sbarazzarsene. Ovvio che il Dalai non ne era stato contento, ma tant’è: gli ordini del Kahn non ammettono repliche. Era chiaro come l’acqua delle spiagge di Sardegna che però il Dalai l’affare del Calabrese non se lo sarebbe scordato per lungo tempo.
Fatto sta, e qui sta il colpo di culo, che il tizio acidato e aperto a fettine da mia madre altri non era che il figlio del Calabrese. Quella cretina s’era tenuta il dvd per tutto questo tempo, una bomba a orologeria pronta a scoppiare non appena fosse giunta nelle mani sbagliate. Io ho sorriso e l’ho messo su internet, non dal mio computer, ovvio, ho sfruttato l’internet point dalla parte opposta della città.
I risultati non hanno tardato: mia madre è sparita il giorno dopo e mio padre e lo zio l’hanno seguita a ruota come deficienti. A mio padre non frega un cazzo di niente, ma quella era pur sempre la sua donna. M’immagino che abbiano raggiunto la fortezza del Dalai pensando di fare i Rambo, ma figurati se quello non li aspettava. E poi che cazzo pensava di fare mio padre con quella mezza checca piagnosa dello zio? Scuoto la testa critico per il suo pessimo senso strategico, che vergogna.
Telefonata finita, la zia e il nonno scuotono la testa: figurarsi se la Volpe si sarebbe schierata contro l’eliminazione del Barbero, di Chunlì e di Lucky il vietnamita, cazzo gliene fregava a lui? Il fato s’è compiuto e ora non resta che vedere se la mia mossa da all in andrà a segno o mi butterà fuori dallo stagno, dal fiume, fuori da tutto in un cazzo di orfanotrofio.
Il cuore comincia a battermi, la zia e il nonno stanno parlottando. Il Renna sta continuando a giocare ai Pokemon. Mi prendo l’appunto mentale che se mai salirò dove voglio arrivare a questo cornuto gli farò fare al massimo le pulizie al ristorante.
Ecco che stanno uscendo. Spengo l’applicazione della telecamera e riattacco un gioco. Cazzo, devo lavorare su questa emotività, non va bene, andrò da qualche minchia di psicologo, già l’ha fatto il boss dei Soprano ed è andato avanti per sei stagioni. Storco la bocca, sei stagioni per una cazzo di serie americana non sono poi così tante… Niente psicologo, faccio da me.
Ecco che arriva il nonno, il Renna si eclissa. Lui si siede accanto a me e sorride. Infine eccola, la zia, per tutti Lanternerosse l’ex puttana diventata pappona. Si siede vicino a me, mi accarezza.
- Zia, cos’è successo? - dissimulo un tono vagamente preoccupato.
- Bruslì, tesoro mio, ti va di trasferirti per un po’ da me che poi vedremo che fare?
All in e mi hanno pagato il piatto per bene, sono nel grande fiume in piena e m’è andata meglio del previsto: Lanternerosse l’imperatrice puttana mi apre le porte di casa.
Faccio passare qualche istante e poi, mixando nel tono le giuste dosi di tristezza e disperazione, roba che De Niro, Al Pacino e Marlon Brando ne andrebbero fieri, chiedo:
- Che è successo a mamma e papà?


FINE
 
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William Munny
view post Posted on 20/9/2011, 15:13




Consulto Nerocafe e vedo che hanno aggiunto un nuovo racconto. Ottimo, un nuovo concorrente al lab...Vedo il titolo: intrigante! Che fine avranno fatto? Ok, inizio la lettura...ma...l'avvertenza! No, non posso leggerlo! Terminologie e situazioni esplicite mi offendono sempre e comunque! Peccato, non lo leggo!
Scherzi a parte, ottima l'idea della citazione...Peter7413 hai scritto un buon racconto, come recensore non sono il massimo, mi limito ad esprimere le mie opinioni...direi come prima cosa che si vede la capacità di costruire trame (di sicuro non sei alle prime armi), il linguaggio adottato rende più concreta l'ambientazione nella "mala", il taglio veloce dello stesso ci immerge in quel mondo "orizzontale" fatto di opportunità più che di valori. Il protagonista è costruito bene, un paio di caratteristiche (tecnologia, interessi ed egoismo) lo rendono particolarmente credibile! Scegliere di rappresentare i personaggi con i soprannomi è azzeccata, da una direzione al personaggio, che completi spiegando la causa/motivo di tale scelta! Non sono molto capace a fare le pulci, tendo sempre a credere all'autore e mi lascio sempre trasportare della storia...direi che sei riuscito bene ad "ingannarmi".
Complimenti, scritto bene!
 
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Libero Neri
view post Posted on 20/9/2011, 15:15




Ciao Peter
arrivato alla fine del racconto mi resta ancora un dubbio: non è niente di importante ma volevo capire se il racconto è ambientato nella storica Chinatown americana oppure in una delle tante e nuove chinatown presenti in tante città italiane.
Da segnalarti che ho avuto solo qualche intoppo nella lettura, a mio semplice parere dovuto a qualche virgola omessa, come in questo caso, tanto per farti un esempio:
"Praticamente, se il tizio lasciava andare troppo delle corde che teneva con le mani la fune che lo teneva appeso mollava e lo faceva avvicinare con la testa al pavimento dove mia madre aveva messo una bacinella piena d’acido."
Buenaventura!
 
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Peter7413
view post Posted on 20/9/2011, 15:20




Grazie per le letture ragazzi!
La città, nella mia testa, è Torino, ma ho deciso volutamente di matenermi sul vago. Come linea generale, comunque, le mie ambientazioni sono (quasi) sempre italiane.
William, grazie per il bel commento!
 
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B. Bacardi
view post Posted on 20/9/2011, 19:43




Olà Peter, avevo già letto questo simpatico racconto e ti dissi cosa ne pensavo allora, se ricordi, dopo un 2, dissi che così era da 3, per il 4 manca giusto un paio d'anni in più al furore della cina e quella scena dell'acido e bacinella che per me resta evitabile con le mani libere anche se impegnate. scusami ma ho letto in fretta e ho cercato solo quei punti che discutevo e torno a farli presente: il ragazzo un po' più maturo e la bacinella avrebbe dovuto essere perlomeno una tinozza, allora sì che il risultato sarebbe quello, ma a quel punto la madre non potrebbe più tirarlo fuori facilmente per aprigli braccia e cosce.
d ogni modo, ribadisco è un buon racconto con un bel ritmo.
bella descrizione di Gon Li
 
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Libero Neri
view post Posted on 23/9/2011, 09:43




Ciao Peter
condivido la scelta di mantenerti sul vago... nel limite del possibile cerco di praticarla anch'io, anzi spesso l'ho vista proprio come un obiettivo oltre che un modo per coivolgere maggiormente il lettore a identificarsi con l'io narrante soprattutto se l'io narrante è alla prima persona singolare - a me piace anche, per raggiungere questo obiettivo, narrare al presente.
Torino Torino Magica e Misteriosa!!! Mi piace la nostra città;) e a te?
Bella la scelta di prendere come protagonisti la comunità cinese...la cina è vicina ma battute a parte siamo sempre più una societàmultietnica e questo, gli scrittori, dovrebbero tenerlo a mente, anzi sfruttarla il più possibile.
Buenaventura! Cisti... arriva la madama, scappo :)
 
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Krysstal
view post Posted on 26/9/2011, 18:44




Ciao Peter,
il racconto è strutturato bene e anche la trama.
Vorrei però farti notare qualche piccola pecca:
CITAZIONE
Il Renna è un bravo ragazzo, un sanguemisto come me con una decina d’anni in più del sottoscritto: un energumeno di quasi due metri con una moglie altrettanto giovane la cui propensione allo zoccolaggio va di pari passo con la bellezza da schianto.

Il protagonista è un ragazzino di 12 anni, vero? Quindi il suo linguaggio è quello caratteristico dei ragazzini. Ma in alcuni passi, come per esempio questo che ti ho citato, si vede che si usa un registro piuttosto alto per la sua età, parole tipo "sottoscritto, energumeno, altrettanto, zoccolaggio". Dato che la storia è narrata in prima persona, sarebbe meglio immedesimarsi nel personaggio e evitare termini troppo letterari.
Altri appunti riguardano non tanto il testo ma quanto il contenuto. Mi spiego meglio: i tuoi personaggi appartengono alla chinatown torinese, anche se magari molti di loro vivono in Italia da tanti anni, la loro cultura madre rimane sempre quella cinese, e ci sono aspetti che non quadrano con la mentalità della Cina.
Io stessa sono nata da genitori cinesi, quindi so se qualcosa nel tuo racconto va contro la nostra morale.
Non è per difendere l'onore della mia madrepatria, anzi, sono nata in Italia, quindi in teoria dovrei rimanere imparziale.
Ma è giusto per precisione, spero che non te la prendi troppo sul personale.
Lanternerosse, quando saluta Bruslì, gli dà un bacio sulla fronte. Questo è per esempio qualcosa che non va, perché anche se un tempo la donna è stata una prostituta, adesso che non svolge più quel lavoro non dovrebbe avere contatti fisici così "intimi" con un ragazzino. Non è che se io incontro un amico per strada non lo saluto con i tre baci secondo il comportamento italiano, ma Lanternerosse penso che sia della generazione più vecchia di me, e non essendo entrata in contatto con la cultura occidentale sin dalla nascita sarebbe stato più appropriato una mano sulla spalla di un bacio sulla fronte. In cinese, inoltre, non vi è distinzione tra singolare e plurale, quindi Lanternerosse sarebbe meglio volgerlo al singolare come Lanternarossa.
Per quanto riguarda il nome del nonno, hai usato il pinying Huangdi, tradotto in italiano come l'Imperatore Giallo. Ti vorrei chiedere se intendessi proprio l'Imperatore Giallo, colui che secondo la leggenda dovrebbe essere l'antenato di tutti i cinesi oppure un imperatore qualsiasi.
Non so se conosci la lingua cinese o se hai trovato questo termine su internet, ma la parola "imperatore" intesa come carica politica e il nome dell'Imperatore Giallo hanno lo stesso pinying, cioè si leggono tutti e due Huangdi mentre si scrivono in modi differenti.
Passiamo al nome del protagonista, Bruslì. Penso che ti riferisci al famoso Bruce Lee, ma non so dire se hai sbagliato a scrivere o se hai scelto volontariamente di usare una parola che si pronuncia nella stessa maniera. E, per l'appunto, il nome originario di Bruce Lee era Li Xiaolong, essendo il nonno e la zia cinesi, forse sarebbe stato meglio chiamare il ragazzo con il nome cinese. Ma questa correzione è trascurabile e forse anche inadatta, perché pochi conoscono il nome cinese(scusa la ripetizione, ma non riesco a trovare altri modi per spiegarmi!) di Bruce.
Ripeto: non sto cercando i peli nell'uovo. Ti sto segnalando queste osservazioni solo per precisione. Se ti ho offeso in qualche modo, allora ti chiedo scusa in anticipo.
 
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Peter7413
view post Posted on 9/10/2011, 22:03




Eccomi!
Scusate il ritardo, ma volevo mettere i voti all'ultimissimo per permettere a chi ancora volesse leggere e commentare di farlo.

krysstal 5
Bacardi 5
Liberi Neri 5
William Munny 5

Questo mese ho potuto dedicare davvero poco tempo al Nero Lab, ma il prossimo già so ne avrò di più e se anche non avrò accumulato punti sufficienti per partecipare con un mio racconto, contate pure sul mio commento!
 
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luigi bonaro
view post Posted on 9/10/2011, 22:54




Non ci sono problemi Peter. Temevamo ti fossi dimenticato e abbiamo provato ad avvisarvi per evitare di farvi incorrere nelle maglie del regolamento. Nel frattempo anche Stefano ha votato. Vado ad aggiornare la tabella punti.
a più tardi,
Luigi
 
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michele schirinzi
view post Posted on 18/10/2011, 16:07




Mi sono fermato al titolo, cacaofonico: "Che è..."
Quando bastava scrivere "Cos'è..."
Record negativo di lettura.
Ma da uno che scrive così male c'era da aspettarselo.
Ciao

P.S. Comunque bel record scrivere 13 parole che cominciano per "cazz" in un solo racconto. Ma non t'illudere, non l'ho letto: ho solo usato la funzionalità "trova" sulla prima cosa che mi è venuta in mente.
Altro P.S. Ah, mi è venuto in mente di fare il "trova" sulle parole che cominciano per "putt". Complimenti, ce ne sono solo 7.
 
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Peter7413
view post Posted on 18/10/2011, 16:17




CITAZIONE (michele schirinzi @ 18/10/2011, 17:07) 
Mi sono fermato al titolo, cacaofonico: "Che è..."
Quando bastava scrivere "Cos'è..."
Record negativo di lettura.
Ma da uno che scrive così male c'era da aspettarselo.
Ciao

P.S. Comunque bel record scrivere 13 parole che cominciano per "cazz" in un solo racconto. Ma non t'illudere, non l'ho letto: ho solo usato la funzionalità "trova" sulla prima cosa che mi è venuta in mente.
Altro P.S. Ah, mi è venuto in mente di fare il "trova" sulle parole che cominciano per "putt". Complimenti, ce ne sono solo 7.

Michele, mi inchino di fronte alla tua perseveranza.
 
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Redazione Nero Cafè
view post Posted on 18/10/2011, 17:17




CITAZIONE (michele schirinzi @ 18/10/2011, 17:07) 
Mi sono fermato al titolo, cacaofonico: "Che è..."
Quando bastava scrivere "Cos'è..."
Record negativo di lettura.
Ma da uno che scrive così male c'era da aspettarselo.
Ciao

P.S. Comunque bel record scrivere 13 parole che cominciano per "cazz" in un solo racconto. Ma non t'illudere, non l'ho letto: ho solo usato la funzionalità "trova" sulla prima cosa che mi è venuta in mente.
Altro P.S. Ah, mi è venuto in mente di fare il "trova" sulle parole che cominciano per "putt". Complimenti, ce ne sono solo 7.

[MOD ON]
Ravvisando l'infrazione degli articoli 1, 8, 12 e 15 del presente Regolamento, infrazione oltretutto appesantita da evidente astio dell'utente "michele schirinzi" nei confronti di "Peter7413" e derivante da discussioni già avviate e verificate in un forum diverso da questo - e per la precisione http://xii.forumfree.net - la Redazione di Nero Cafè, per la pacifica convivenza della community, in ottemperanza all'articolo 17 del Regolamento, conferisce il BAN a "michele schirinzi".

Cordialmente
La Redazione


[MOD OFF]
 
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11 replies since 20/9/2011, 13:06   248 views
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