| Questa umana che ho conosciuto al Night è giù di morale. Pare che il ragazzo, anche lui un umano, o uno hobbit (non ci ho mai capito un cazzo) l’abbia mollata. Io ho litigato con Ester e volevo vendicarmi. Un’ottima occasione per cominciare. Ho proposto all’umana una gita in moto e lei ha accettato. Arriviamo all’altezza del Lago di Farok, un posto sperduto ma ideale per farsi una pelle. Posteggio in uno slargo, sgommando, mi tolgo il casco e le faccio segno di scendere. Ha già capito le mie intenzioni. È una puttana, in fondo. Si toglie il casco anche lei e mi fa un sorriso lascivio, sciogliendo i capelli al vento. Si fa subito toccare. Sul più bello, quando le infilo la lingua in bocca, qualcosa esce dal bosco e ci piomba addosso. Cado faccia avanti. Faccio appena in tempo a vederla urlare e agitarsi su due spalle muscolose e nere, appartenenti a una figura puzzolente alta due metri. Uno stronzo di Troll! M’infilo il casco, salgo sulla moto e parto a razzo all’inseguimento. Nella foga, trancio il ramo di un coglione di Barbalbero che urla dietro e mi dà della stronza. Il tanfo che emette il troll potrebbe senz’altro servirmi per rintracciarlo ma poiché sono un’elfa rincoglionita oltre che lesbica, a un certo punto mi perdo. Sono costretta e fermarmi. Quando, a un tratto, sento dei gemiti. Li vedo. Uno sull’altra. Se la spassano, altro che. Mi accendo una sigaretta, scuoto la testa. Risalgo in modo e li lascio fare. Guido la moto senza casco, sulla via del ritorno. Due lune in cielo, le mie uniche vere amiche. Le lacrime mi annebbiano la vista. Ester, stronza, perché non mi ami?
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