Nero Cafè Forum

Jamina lava i piatti, 2480 battute

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Selene B.
view post Posted on 24/11/2011, 22:36




Racconto rimosso per restauri.

Edited by Selene B. - 22/1/2012, 23:49
 
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lauralafenice
view post Posted on 27/11/2011, 14:43




In effetti le mani di plastica qui sono un senso molto lato... vabbè facciamo che il lattice è un surrogato...
Non male, scritto bene, forse un po' troppo descrittivo in alcune parti ma nel complesso fila via senza problemi. Si sente appena la mancanza assoluta di dialoghi e si capisce subito che lo stronzo che beve birra farà una brutta fine. Però l'insieme in sé funziona ed è gradevole alla lettura. E poi dopo orsetti assassini, cyborg, e scienziati pazzi un po' di insano menage domestico non guasta affatto, se poi c'è una spolveratina di noir ancora meglio!
 
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giudappeso
view post Posted on 27/11/2011, 18:22




Mi piace, semplice e diretto, scivola come una lama nel burro, o in uno stronzo. In qualche modo arrivi ad aspettarti quello che verrà, ma la rivelazione finale dei guanti che sono la sua misura di sicurezza e “alibi” dal principio è semplice ma efficace. Buona la caratterizzazione del personaggio e della scena, le fasi di preparazione prima di uscire, la perfetta esecuzione di un piano meditato da tempo, tutto sembra il meccanismo di un orologio. Mi viene da citare Hannibal Smith, dicendo: «Adoro i piani bel riusciti».
 
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patriktroll
view post Posted on 28/11/2011, 01:30




Il racconto è scritto senz'altro bene e ha atmosfera. Tuttavia, anche qui come altrove si tratta di guanti e non di mani, perciò lo trovo poco attinente. Inoltre, i guanti ricorrono diverse volte e questo anziché rafforzare per me forse indebolisce il loro ruolo nel racconto. L'aspetto etico della storia invece mi piace, così come trovo particolarmente funzionali alla narrazione e alla densità psicologica del testo i molti dettagli curati. In particolare l'elemento della frutta su cui l'occhio è caduto troppe volte funziona perché il ritornare dello sguardo su cose che incarnano la ripetitività della vita è qualcosa che quotidianamente possiamo sperimentare o aver sperimentato.
 
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Peter7413
view post Posted on 28/11/2011, 14:19




Ok, guanti in lattice. Un po' ai limiti, ma lo considero in tema. Un buon racconto, mi è piaciuto. Jamina è caratterizzata molto bene, anche se penso che avresti potuto fare anche di più lasciando trasparire maggiormente il fuoco che cominciava a bruciarle dentro. Al più, potevi farle prendere il coltello, preparare il tutto e, all'ultimo, farle cambiare idea, che tanto la vita è una merda e per quelli come lei non ci sono speranze, farla ricoricare e addormentare nella tristezza di un altro giorno che si avvicinava. Un finale del genere, secondo me, era più in linea con gli elementi che hai disseminato. Un buon lavoro senz'altro a cui manca solo un pizzico di cattiveria in più. In ogni caso i miei complimenti.
 
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silver moon
view post Posted on 28/11/2011, 19:01




Bel racconto, davvero. Mi ha colpita e non ho trovato refusi. E se ci dovessero essere vuol dire che ero così presa dalla storia che non li ho visti. Complimenti. In poche righe sei stata capace di trasmettere tanto: dolore, frustrazione, un’iniziale rassegnazione che infine si trasforma in voglia di libertà e voglia di scappare. Anche tu, come me e qualcun altro, credo, hai pensato alle “mani di plastica” come mani inguantate.
 
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Olorin
view post Posted on 29/11/2011, 16:34




L’interpretazione del tema attraverso l’immagine delle mani inguantate con materiali artificiali vari, secondo me è molto al limite, soprattutto se non viene corredata da una visione pur distorta da parte di qualche personaggio, ma orientante per il lettore. Detto questo, il racconto è molto ben strutturato, la trama è avvincente e il suo incedere, oltre ad avere un buon ritmo, ha anche quel giusto mix di evoluzione della situazione e relativi risvolti interiori della protagonista che invoglia alla lettura. Finale a mio parere troppo spiegato, troppo conclusivo quando invece la storia si prestava a lasciare in una positiva indeterminatezza, in una sorta di apertura alle ipotesi del lettore stesso, il destino di Jamina.
 
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Fini Tocchi Alati
view post Posted on 1/12/2011, 10:43




Mi è piaciuto fino a quando Jamina decide di farla pagare allo stronzo di turno. Da una parte perché non mi ha sorpreso, calndosi piuttosto in un cliché di vari generi (la clandestina, la prostituzione, la rivalsa, eccetera), dall'altra perché mi è parso che il carattere e la personalità di Jamina cambino in modo troppo repentino. Prima appare totalmente sottomessa e indifesa, poi furba, decisa, e pronta addirittura a diventare ladra e assassina.
Peccato, perché fino a quel momento, mi era piaciuto molto. Peraltro, lo considero in tema. Anzi, all'inizio credevo che Jamina passasse tutto il racconto a cambiarsi guanti (per lavare, per tingersi i capelli, da giardinaggio, eccetera) e la stavo trovando un'idea molto, molto bella.
A rileggerti.
 
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KillerQueen
view post Posted on 1/12/2011, 16:37




Così come per altri racconti, trovo forzato il collegamento tra i guanti e le mani di plastica. Il delitto arriva inoltre un po' troppo improvviso, forse l'avrei preferito se si fosse trattato di un piano che voleva mettere in pratica da tempo. Avrei anche indugiato un po' meno sulla sua descrizione fisica, la trovo un po' superflua, secondo me bastava accennare alla sua bellezza. Il racconto resta comunque uno di quelli che mi sono piaciuti di più.
 
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MichelaZ
view post Posted on 2/12/2011, 00:14




L’uso del presente rende bene l’idea dei pensieri di Jamina, permette di seguirli uno alla volta come si presentano alla mente di lei. La forma è buona, non ci sono errori e il linguaggio è scorrevole, ci si immedesima facilmente nelle riflessioni di lei. Mi piace come fin da subito presenti Jamina come una persona, chiamandola col suo nome, e “lui” che un nome non ce l’ha né ha bisogno di averlo, uno dei tanti sfruttatori nella vita di lei: bello anche come indichi la distanza che lei ha sempre messo fra sé e la propria vita, guanti di gomma, guanti di lattice, preservativi, tutti artifici per ritirarsi in se stessa ignorando la realtà in cui vive. Notevole anche la frutta lucida e falsa che, forse, le fa prendere consapevolezza di tutto questo.
Unico neo, comunque non molto importante, le ultime due frasi, un po’ una caduta mentre mi sarei aspettata un apice di rabbia e paura: comunque un racconto solido e valido.
 
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9 replies since 24/11/2011, 22:36   116 views
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