Ombre, di Roberto Bommarito

Grazie a te che ci fai sempre leggere storie non solo scritte bene, ma meritevoli e riflessive.
Mi sto rammollendo, dici??
Ahah!

Edited by simolimo - 4/12/2012, 09:43

thanks

Accidenti, sei riuscito a infilare un'ambientazione apocalittica in così poche righe? Beh, complimenti, davvero. Nonostante la complessità, la storia fila liscia e si legge con piacere. Mi sono piantato un attimo sulla immedesimazione del personaggio quando scrivi: "Così come spesso mi accusava della depressione in cui era scivolata, contro cui il Daparox non faceva nulla". Scivolata? Ma non era un uomo? Ok, credo che sia un refuso. Ce ne sono altri due o tre, ma il più bello è "Mi riempii l'aria di polmoni". Ahaha. Complimenti comunque.

Grazie Gian de Steja

sì, ci sono diversi refusi che avevo aggiustato ma poi, come ho scritto nel commento, devo aver pasticciato qualcosa con il copia incolla e le correzioni non sono apparse!

grazie di nuovo per i complimenti!

Ombre che si staccano dai corpi ingoiando tutto e l'umanità che cerca di difendersi puntando su avveniristici utilizzi della luce. Mi pare una situazione letteraria bellissima e avvincente, talmente drammatica e densa da uccidere la vicenda di coppia che ci cali nel mezzo.
Apprezzo sempre i tuoi racconti su coppie che scoppiano, ma di solito queste ultime vengono opportunamente calate in un contesto asettico, fatto di atmosfere circoscritte e sfumate, che comunque non rubano la scena ai percorsi interiori dei protagonisti
Qui invece mi appare inverosimile, addirittura una distorsione nella credibilità del personaggio, la considerazione che fa mettendo in relazione i propri sentimenti e l'urgenza di salvare il mondo:


Mi pare che siano state create due belle sezioni in questo racconto, ma che s'invalidino vicendevolmente.

ciao Olorin,


credo che invalidarsi vicedevolmente sia un po' troppo, dato che la motivazione del protagonista è più che legittima. basta leggere i diari di molti di coloro che combatterono durante la seconda guerra mondiale. non parlavano di proteggere lo stato, ma di proteggere le persone che amavano. è a quello che mi sono ispirato. quindi davvero non riesco a capire come si invalidino a vicenda, dato che si tratta paradossalmente di una cosa - mi riferisco alla motivazione ovviamente - che accade - ed è accaduta - davvero anche storicamente? è una motivazione realissima. come ti ho detto, basta leggere le parole di chi ha vissuto le guerre.

Roberto, se vogliamo parlare di vita e di esperienze reali, allora parliamone in questi termini. Se invece vogliamo parlare di trame interessanti, realizzate in modo avvincente, allora stiamo affrontando un altro problema.

Ci sono vicende reali così incasinate che a raccontarle verrebbe fuori solo un intrico disorientante. Si chiama cronaca e non tutta la cronaca è adatta a diventare un romanzo.

Per questo certe vicende pur reali vengono 'romanzate'...


dicevano anche che se non avessero più amato la loro fidanzata, Hitler poteva prendersi tutto il mondo, tanto non valeva la pena difenderlo?

Io ho scritto che i due elementi strutturali del racconto, così diversi per natura e tipologia, si rubano la scena vicendevolmente senza amalgamarsi.
Della questione delle 'ombre' dici poco: perché è cominciata? è frutto di un esperimento? come funziona? pensano, si organizzano, o sono solo parassiti che si nutrono?
Se il contesto fosse la Guerra Mondiale, allora non avrei bisogno che tu mi connotassi il contesto bellico, ma tu crei un nemico fatto dalle ombre della Terra...

quello che dico è che le guerre non si combattono per impedire a hitler di conquistare una fetta di territorio, ma perché in quella fetta di territorio c'è casa tua con la tua famiglia. tant'è vero che se non fosse stato per pearl harbor gli usa non sarebbero probabimente entrati in guerra, dato il numero di isolazionisti che prevaleva a dispetto di roosevelt. sono sempre le ragioni personali a spingere una persona ad agire. le motivazioni politiche da sole non bastano. il soldato che si arruola perché vuole cambiare il mondo esiste solo a hollywood. è quello che sto dicendo.

nel racconto non viene spiegato il perché e il per come delle ombre, ma è anche un racconto brevissimo. di più non ci poteva stare. viene detto solo che le leggi della logica non hanno più senso, quindi è inutile cercare una logica nella non logica



entrambi gli aspetti sono forti - quello delle ombre e quello dei personaggi - ma mi sa che se non fosse stato così mi si sarebbe mossa di sicuro la critica da qualcun altro che uno dei due aspetti non è forte abbastanza... quindi alla fine...

anche se non sono d'accordo, grazie comunque per il commento e la risposta

il processo alle intenzioni non è il mio forte.

Alla prossima.