Nero Cafè Forum

Una carriera da tutelare, Di Gianluca Morena

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Gian de Steja
view post Posted on 28/11/2012, 23:55




Quest’anno John Beans era stato eletto miglior quarterback del suo college. Era arrivato alla prima squadra con un’incredibile scalata al successo e si era costruito un probabile futuro da giocatore professionista nella NFL.
John guardò negli occhi Christine, l’unica femmina che abbia mai veramente amato. Le lacrime, tracimando dalle palpebre, rigavano le guance glabre del giovane disegnando rivoli disordinati di disperazione.
“Io e te, non possiamo più stare insieme. Mi spiace dirti questo, mi spiace per quel che è successo, ma la mia vita, la mia carriera, deve avere la precedenza su tutto.”
Lei, immobile e come inebetita da quelle parole lo osservava con distacco. Lui, un attimo di pausa per deglutire la saliva, poi riprese: “Tu non puoi rovinarmi la vita in questo modo. Non puoi…”
In quel momento l’espressione di Christine si fece cupa e disperata. La faccia, diventata di colpo paonazza, si deformò in una maschera di disperazione e sfiducia. Lo sgomento si tramutò in un pianto a squarciagola che provocò definitivamente le ire di John.
“Devi smetterla di piangere. Devi smetterla, capito?”
Il quarterback scrollò violentemente il piccolo fardello che teneva fra le braccia, poi lo prese con la mano destra e fece un lancio dei suoi, un lancio di quelli che lo avevano reso famoso. Il piccolo fagotto volò per quasi 20 yard sopra le acque del fiume Clancy. Niente male, considerato il peso di Christine. La bimba emise un ultimo, piccolissimo vagito poco prima di sprofondare per sempre in quelle torbide acque.

La carriera di John Beans era salva.
 
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marcoad82
view post Posted on 30/11/2012, 11:28




Ciao Gianluca, certo che John era proprio un bel pezzo di cacca! Devo dire che a parte la violenza e l'egoismo del protagonista il tuo racconto non mi ha trasmesso molto. Per essere basato principalmente sul dialogo, esso non è particolarmente brillante, ma neanche malvagio, intendiamoci. Nel complesso il racconto è scritto bene e si affida del tutto al colpo di scena finale, e questo lo considero un espediente valido solo se particolarmente ben giocato. Perciò la mia opinione complessiva del tuo lavoro non è positiva, ma nemmeno del tutto negativa.
 
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view post Posted on 30/11/2012, 13:54
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Arrotolatrice di boa

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Eccolo il mio micio preferito, quanto tempo!
Ma che fine hai fatto? ;)
Parto con la lettura del tuo racconto, ok scorre. Bello stile, come sempre. Poi...
Dico ma sei matto?! :)
Per tutto il racconto ho creduto che Christine fosse sua madre, e cavolo, sarebbe stato meglio! Oddio che ansia!
Alla fine però ho capito perché hai usato la parola "femmina", che io da brava bacchettona, avevo già pensato di correggerti. Riguarda la punteggiatura, secondo me mancano un paio di virgole. E cambierei "che abbia mai amato" con "cui sia mai stato legato" così non cozza con la sua drastica decisione.
Che dirti?
Sicuramente mi hai spiazzato! E in effetti non mi viene in mente altro. Mi hai lasciato davvero con un palmo di naso. Ogni parola che leggevo, pensavo, va bè adesso si ferma, ok, ora qualcuno lo blocca... Invece no!
Immagino che il tuo scopo fosse proprio questo, quindi, bravo!
Cl senno di poi mi chiedo, ma la madre dell'infante?
 
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view post Posted on 30/11/2012, 14:45
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Procuratore spietato

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Ciao Gianluca,
ci hai regalato un "bel" personaggio negativo, di quelli che ti vien voglia di prendere a sprangate sui tessuti molli corporei non appena capisci cosa stanno facendo. Devo ammettere che l'istinto materno mi ha reso il finale del tuo racconto quasi insopportabile, ma questo, alla fine, è un pregio perché significa che, come lettrice, mi hai trasmesso una forte impressione.
Alcuni "non detto" mi lasciano dubbi sulla trama. Dov'è la madre? Le va bene così? Se John non vuole responsabilità, non sarebbe stato più facile e meno pericoloso abbandonare madre e figlia al loro destino (come in genere avviene in questi casi)?
Fuori luogo l'espressione "L'unica femmina che abbia mai veramente amato", vista la piega che prendono le cose.
 
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simolimo
view post Posted on 4/12/2012, 08:57




Ciao Gian. Bellissimo l'avatar! Allora... cazzolina che pezzo. Mi ha lasciata spiazzata, certo. Allora, il tuo è un dialogo non dialogo, nel senso che è più una cosa a senso unico, però...la piccolina non sa certo parlare, quindi. Ci sta! ihih! In più... ho trovato la cosa un po' portata all'esagerazione, ma...anche qui, ci può stare. L'intento è chiaro, la cosa che risulta agghiacciante è infatti la naturalezza gentile con cui scorre tutto il pezzo, e la spontaneità non sofferta di come la "faccia finita". Quindi, preso nella sua esagerazione il pezzo va che è una meraviglia, invece, preso nella mentalità comune umana, mi viene da dirti: perché fare un atto così spregevole quando, da uomo soprattutto, avrebbe potuto semplicemente lavarsene le mani non riconoscendo il figlio?! E poi: John guardò negli occhi Christine, l’unica femmina che abbia mai veramente amato..mmm...ti pare che questo sia amore?! naaaaaaaa! Non ci sta! Ma nell’esagerazione del pezzo, invece ci sta eccome: lui la ama, e nonostante quel suo amore, non può non lanciarla per fare la sua meta. Ottimo. Certo che… che durezza… pianto.
Le lacrime, tracimando dalle palpebre, rigavano le guance glabre del giovane disegnando rivoli disordinati di disperazione. > leverei l'inciso...appesantisce un pelo e poi..da dove altro possono tracimare delle lacrime? ..mmm..dici che non so qualcosa che potrebbe farmi spaventare? :D
Insomma, non so come ti piazzerò: devo capire che direzione dare al tuo scritto.
A rileggerci.
Miaooooooo!
 
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Olorin
view post Posted on 5/12/2012, 15:48




Variante macabra di 'Cambio di gioco', questa...
In contropiede mi ci hai preso, non c'è che dire, però più come quello che ti mette di nascosto un raudo sotto la sedia, piuttosto che come quello chi ti fa aprire la porta dello sgabuzzino per farti travolgere da una cascata di Lindor! Racconto dalla struttura minimale, costituito dalle dovute premesse, un brevissimo sviluppo e una conclusione paradossalmente in contrasto col pensiero comune.
Il finale, che regge tutto sulle proprie spalle, è però da metabolizzare perché l'elemento portante del paradosso è proprio il trattamento riservato a ciò cui invece per istinto si riserverebbe ogni cura, per cui la valutazione del brano non può prescindere dall'elaborazione di tale aberrazione.
 
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Gian de Steja
view post Posted on 6/12/2012, 00:04




Grazie a tutti per i commenti, davvero molto apprezzati. E' incredibile come un racconto venga recepito in maniera differente a seconda di chi lo legge. Il mio intento effettivamente era quello di stupirvi e impressionarvi. Beh, direi che l'esperimento è riuscito alla perfezione. Alcuni sono rimasti sorpresi in maniera positiva (addirittura mettendomi ai primi posti della classifica), altri in maniera negativa (ultimissimi posti). Poi, vabbè, c'è sgerwk che ha letto il racconto in chiave comica, come una barzelletta e ha sorriso sul finale :blink: (ciò significa che sei più folle di me, lo sai? ^_^ ).

Per chi mi ha chiesto che fine avevo fatto, ho avuto un sacco da fare da quando è nata la mia splendida secondogenita, ma state tranquilli: Non si chiama Christine e io non gioco a Football! :P
 
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6 replies since 28/11/2012, 23:55   58 views
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