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La superstite, di Viola Killerqueen Lodato

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KillerQueen
view post Posted on 27/12/2012, 21:28




Julia osservò i suoi amici mentre festeggiavano l'inizio di un nuovo anno, noncuranti di tutto ciò che c'era fuori da lì. Le dispiaceva porre fine alle loro vite, ma aveva deciso. Era rimasta troppo a lungo.
«Vieni a ballare!» la incitò Gabriel.
Julia scosse la testa e sorrise. «Non sono proprio in vena. Mi dispiace.»
Lui sorrise e le diede una pacca sulla spalla. Sembrò capire che era inutile insistere.
Guardò Gabriel mentre trascinava Valerie in mezzo alla stanza, facendola piroettare in maniera goffa e sgraziata. Altri battevano le mani a tempo di musica. Julia guardò ogni singolo volto. Voleva portare il ricordo di ognuno di loro dall'altra parte.
«Ehi, manca un minuto!» urlò Victoria indicando l'orologio a muro. «Sessanta... cinquantanove...»
Gli altri si unirono al conto alla rovescia, tutti tranne Julia.
Una lacrima le scivolò sulla guancia, mentre ripensava agli eventi che l'avevano portata lì, con quelle persone.
Si era sentita persa quando aveva scoperto di essere l'unica superstite nella zona, ormai troppo vecchia per girare il mondo in cerca di altri sopravvissuti. Era immune al morbo, avrebbe preferito crepare insieme agli altri.
Poi aveva trovato quel posto. Aveva conosciuto quelle persone, vivendo con loro per tre anni.
Era stata felice. Loro avevano continuato a vivere ignari di tutto, come un giradischi che continua a suonare all'infinito anche dopo la fine del mondo.
Stava per porre fine alla loro esistenza, morendo con loro. Gli ordigni esplosivi erano programmati per la mezzanotte in punto. Le restavano – guardò l'orologio – venticinque secondi di vita.
Ciò che le dispiaceva non era morire. Il problema era che, se davvero ci fosse stato un aldilà, ci sarebbe andata solo lei.
Non esisteva alcun paradiso per le creature create dalla sala ologrammi.
 
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view post Posted on 28/12/2012, 15:01
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Magister Abaci

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Molti capovolgimenti di chiavi di lettura per un racconto così breve, ma è una tua caratteristica condensare tanti diversi argomenti in pochi caratteri (beh, mi riferisco ai soli tre corti che ho letto di te, un po' poco per emettere una sentenza del genere ;) ). Comunque ci sono davvero tante storie che meriterebbero più spazio: la malattia, l'essere immuni da essa, la solitudine, gli ologrammi, il suicidio pirotecnico con cariche esplosive.
Di bello c'è sicuramente l'attaccamento per quella realtà fittizia, che è diventata la realtà della protagonista, e l'affetto che prova per gli ologrammi, tanto che è dispiaciuta di non poterli ritrovare in un possibile aldilà.
L'inizio poteva far sembrare il racconto simile, nelle tematiche, a "La torta", ma dalla metà in poi parte per la tangente in modo inaspettato. Questo sarebbe un bene per il racconto se non fosse così corto: si aprono tante strade che, però, subito si interrompono.
 
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Olorin
view post Posted on 2/1/2013, 10:13




Ciao Viola.
Racconto a mio parere rimboccato nei 1800 caratteri. Le premesse tecniche (quelle fantascientifiche, intendo) sono date per scontate, fatto non sconcertante a priori, ma in questo caso l'inusualità dei dettagli e la loro incidenza sull'intensità della vicenda, fanno sì che questa indeterminatezza rimanga un po' indigesta.

Per esempio:

CITAZIONE
Lui sorrise e le diede una pacca sulla spalla

un ologramma che dà una più che mai consistente pacca sulla spalla della corporea protagonista? :blink:
Questo passaggio è un flash che innesca un sacco di domande su 'sti ologrammi e la loro capacità di rapportarsi con Julia.
E poi, perché li distrugge se nemmeno la speranza di portarli con sé nell'aldilà sostiene questa decisione?
Tra l'altro:
CITAZIONE
Ciò che le dispiaceva non era morire. Il problema era che, se davvero ci fosse stato un aldilà, ci sarebbe andata solo lei.
Non esisteva alcun paradiso per le creature create dalla sala ologrammi.

In questo passaggio molto nostalgico, non viene eccessivamente omesso il possibile desiderio da parte Julia di rivedere gli affetti della vita che conduceva prima di quella che viene definita 'la fine del mondo' , tutte le persone care che probabilmente erano state spazzate via da quel tragico evento? Loro in un eventuale paradiso ci sarebbero state...
 
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patriktroll
view post Posted on 4/1/2013, 00:41




ciao Viola e ben ritrovata. a me il racconto è piaciuto molto, e trovo che l'atmosfera finale e malinconica che lo caratterizza sia resa bene e arrivi. in più, ho immaginato la protagonista vagare e poi scoprire un tendone, o non so cosa, con dentro quella realtà illusoria... tocca archetipi forti dal punto di vista psicologico. forse è il morbo l'elemento che ho trovato meno integrato. di certo serviva una spiegazione, una fattore mortale rispetto al quale Julia doveva essere, appunto, la superstite. resta il fatto che l'accenno al morbo è veramente estemporaneo, rapidissimo e resta lì senza altre informazioni. comunque avevamo pochi caratteri, quindi era molto difficile non sacrificare qualcosa, e l'allusione è una strategia che piace anche a me. a rileggerti!
 
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sgerwk
view post Posted on 4/1/2013, 14:48




Originale l'idea di base, anche se la mancanza di spazio e tempo hanno penalizzato il racconto in termini di alcuni punti dello sviluppo ma soprattutto per quello che riguarda certi aspetti della sua logica interna.

"Sembrò capire che era inutile insistere" a me sembra implicito nel gesto, e peraltro la protagonista sembra capirlo proprio da questo.

"Julia guardò ogni singolo volto", solo per la cronaca, prima di dire questo sarebbe stato meglio mostrare qualche altro personaggio come Gabriel e Valerie; qui i limiti di spazio sono molto stretti, quindi penso che in questo caso possa anche andare bene così.

"... mentre ripensava agli eventi che l'avevano portata lì..." non è proprio il modo ideale di introdurre lo spiegone; non è che vada male, solo che di norma la gente non si mette a ricapitolare mentalmente cosa è successo prima. Sempre tengo in considerazione che qui c'erano limiti molto stretti di tempo e spazio, ma nel caso volessi usare l'idea per un concorso dove ti puoi più dilungare, questo sarebbe il punto ideale dove mostrare invece di riassumere.

Poi ho qualche piccolo problema con la motivazione del finale: perché la bomba? L'idea doveva essere che così sarebbero morti tutti insieme, ma come riflette lei stessa in effetti nell'aldilà ci sarebbe andata da sola.

Edited by sgerwk - 4/1/2013, 15:11
 
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Peter7413
view post Posted on 7/1/2013, 19:26




Ciao Viola!
Piccola premessa: per apprezzare al max questo racconto si deve un minimo conoscere la sala ologrammi della Entreprise, solo così si capisce quanto gli ologrammi possano essere reali.
Mi è piaciuto molto: ricco di spunti, delicato, decadente. Un capodanno da fine del mondo in tutti i sensi, anche se soggettivo, in effetti è il mondo della protagonista prima ancora di quello dell'umanità. Attenta a certe espressioni, come "crepare", che abbassano un po' il livello quasi lirico del tutto. Complimenti, un bel lavoro.
A rileggerti!
 
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5 replies since 27/12/2012, 21:28   118 views
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