Ciao Alessandra,
La prima cosa che m'è venuta in mente leggendo il tuo racconto è stata una sera in cui un'amica vegetariana mi ha portato in un ristorante anche lui vegetariano, ho speso un'eresia per tre porzioni da gerbilli, l'istinto assassino m'era venuto pure a me
Sciocchezze a parte. Hai uno stile originale, alcune frasi mi sono piaciute moltissimo.
I minuti che passano "come guerrieri erranti" rende bene l'idea del loro svanire, dopo una lotta breve e aspra. Mi piace molto anche "Inconsapevoli dei nostri atteggiamenti permettiamo al tempo di annoiarsi con noi": un concetto notevole. (Metterei una virgola dopo "atteggiamenti").
Mi piace anche il cinismo di "I miei amici non provarono molto dolore".
Forse quello che manca è un po' di realismo: la protagonista è chiusa nel proprio mondo, separata dal resto come da un vetro, e questo aspetto si percepisce forte. Però a fare da contrappunto ci vorrebbero delle voci, qualche risata, qualche scena colta per strada. Inoltre credo che avvelenare una torta, soprattutto una già confezionata, non sia per niente semplice all'atto pratico: il racconto avrebbe più forza se mi descrivessi almeno in parte questo procedimento, perché è pur vero che la protagonista pensa ai fatti propri e non al mondo reale, ma questa operazione deve averla distratta almeno un po' dal suo monologo interiore.
A rileggerti!