Nero Cafè Forum

lista RACCONTI AMMESSE E VOSTRE CLASSIFICHE (MC IX EDIZIONE)

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RobertoBommarito
view post Posted on 28/12/2012, 12:39 by: RobertoBommarito




Ecco la mia classifica e commenti! Alcuni racconti sono scritti molto bene! In bocca al lupo a tutti/e! :)

1. Giù al fiume, di "Marco Migliori"

Bel racconto, scritto altrettanto bene. Leggendolo ho avuto però la sensazione che mancasse qualcosa di importante. La storia è lineare. Si giunge alla fine senza fatica. Non è quindi un problema di forma o stile, tutt'altro. Il problema, a mio parere, credo sia che più che un racconto sembra una vignette, una scena. Non ci sono particolari cambi di ritmo nel racconto. Si arriva al finale così come si è iniziati, senza particolari coinvolgimenti emotivi. Comunque un bel racconto.

2. L'ultima notte, di Leonardo Boselli

Scritto molto bene, a parte un refuso “qualcuno di aspetta” che comunque, ovviamente, non ha influito sul mio giudizio. Ciò che non mi convince è che non sembra esserci un elemento particolare che renda la storia particolare. Mi spiego meglio: giunti alla fine del racconto ci si rende conto che è una storia come mille. Non c'è nulla di male in ciò, ma rimane comunque la sensazione che un racconto per essere appunto raccontato debba avere qualcosa di “diverso”.

3. Ti perdono..., di Marco Fronzoni

“La domanda di Luca si dissolse nella gelida brezza notturna.” Frase davvero molto bella. Il racconto è scritto molto bene. Quello che non va, a mio parere, è che si capisce dove andrà a parare fin dalle primissime battute. Ogni riga letta è un'ulteriore conferma dell'intuizione che ha il lettore all'inizio del racconto, e il finale invece di sorprendere lo conferma.

4. Dolcetto o scherzetto?, di Maurizio Bertino

Racconto scritto bene, lo stile ottimo come sempre. Il problema con questo racconto, a mio parere, è che manca una motivazione vera e propria. Dell'uomo sappiamo solo che preferisce Halloween, e gli piacciono le caramelle, ma di certo nessuna delle due è una ragione valida per commettere una strage. Arrivati alla fine del racconto, uno non può fare a meno di domandarsi: perché l'ha fatto? Non è nemmeno chiarissima la simbologia dei dolcetti, dato che non possono essere di sicuro quelli il movente. Forse una forma di follia. Ma non si può usare una giustificazione così abusata come la follia per motivare tutto. Manca una motivazione concreta.

5. La torta, di Alessandra Corrà

Buono il finale, e anche il ritmo serrato. Bella la frase: “inconsapevoli dei nostri atteggiamenti permettiamo al tempo di annoiarsi con noi.” Ci sono delle cose però che non mi convincono del tutto. Alcune sono cose piccole, come l'uso (abuso) del punto esclamativo, non molto bello a vedersi perché l'emotività dovrebbe essere comunicata dai contenuti della frase stessa, non dalla punteggiatura, soluzione troppo facile. Altre cose un po' più importati, come ad esempio la mancanza di una motivazione solida. O meglio, la motivazione c'è, ma non è abbastanza forte. Sappiamo che la protagonista ha accumulato tanta amarezza, ma lo fanno molte persone. Perché lei ha deciso di reagire uccidendo tutti? Dice che preferisce qualsiasi cosa al vuoto. In che modo uccidere i suoi amici l'avrebbe “riempita”? Giunto alla fine del racconto non ho potuto far a meno di pormi queste domande.

6. La superstite, di Viola Killerqueen Lodato

Bello il finale, azzeccato e scritto bene, riesce a sorprendere. Il resto del racconto, però, fa venire qualche domanda. Ad esempio: come facevano gli ologrammi, senza manutenzione, a resistere per tre anni? E specialmente: perché gli ologrammi inscenano proprio il capodanno? Da dove ha preso gli esplosivi? Non sono cose che una persona normalmente ha con se. Sono delle falle logiche che danneggiano il racconto. A parte questo, a mio parere, il racconto arriva abbastanza lento, tanto che a metà ho dovuto rileggere una riga per riprendere il punto. L'attenzione durante la lettura rischia di vagare altrove, perché c'è qualcosa, a livello di ritmo forse, che ne rende la lettura lenta appunto.

7. Nascondino di capodanno, di Nicola Rocca

Bello il finale. Ciò che non va molto bene, a mio parere, è che tutto ci viene raccontato. Non ci vengono offerte delle scene da vivere insieme al narratore. Ci viene detto che è successo questo e quell'altro, ma la storia non la viviamo emotivamente. Un altro problema è che non si capice perché il lupo (il protagonista) agisce in questo modo. Follia? Non basta a giustificare tutto, come detto anche in relazione a un altro racconto di questo Minuti Contati. È una soluzione troppo facile, e purtroppo abusata. Forse bisognerebbe dare una vera motivazione, invece di limitarsi a usare la pazzia come ragione di uno o più omicidi.

8. Due dei, di Stefano Riccesi

Molto bello l'incipit, cattura subito l'attenzione. Il problema, a mio avviso, sta nel fatto che mancano troppe informazioni. Qual è il nesso fra il sesso e le sparizioni, se c'è? Se non c'è, perché gli viene in mente proprio il sesso nel momento più terribile della sua vita? A parte questo, è tutto raccontato e per nulla mostrato. Difficile agganciarsi emotivamente a qualcosa che non si vive, come accadrebbe mostrando invece di raccontare.

Commento racconto escluso:

Nero 24 di Luigi Bonaro

Credo che il problema principale per quanto riguarda appunto il racconto sia che tutto viene visto dalla distanza. Si dice più volte “per farla breve” o “in breve” e alla fine la sensazione che si ha è proprio quella di stare leggendo un riassunto, non solo per le parole sopra evidenziate ovviamente, ma perché nulla ci viene mostrato. Tutto è raccontato. Non viviamo ciò che accade. Ci viene detto e basta. Offrire alcune scene vivide, non raccontate ma mostrate, secondo me risolverebbe il problema.

Edited by RobertoBommarito - 30/12/2012, 11:41
 
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14 replies since 28/12/2012, 11:53   235 views
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