Nero Cafè Forum

lista RACCONTI AMMESSE E VOSTRE CLASSIFICHE (MC IX EDIZIONE)

« Older   Newer »
  Share  
TETRACTYS
view post Posted on 28/12/2012, 15:21 by: TETRACTYS
Avatar

Magister Abaci

Group:
Member
Posts:
1,994
Location:
Alpha Ceti

Status:


Classifica del TETRA

1 - "Stasi" di Roberto Bommarito
2 - "Giù al fiume" di Marco Migliori
3 - "Dolcetto o scherzetto?" di Peter7413
4 - "Ti perdono..." di Marco Fronzoni
5 - "La superstite" di Viola Lodato
6 - "La torta" di Alessandra Corrà
7 - "Due dei" di Stefano Riccesi
8 - "Nascondino di Capodanno" di Nicola Rocca


Commenti

* "Ti perdono..." di Marco Fronzoni
Il racconto scorre via lieve e senza intoppi. Quel minimo di ambientazione permesso dai 1800 caratteri c'è ed è sufficientemente evocativo (il freddo, lo scricchiolio della neve ecc.). Si capisce dopo poche righe dove tutto andrà a parare (d'altra parte era difficile tenerlo nascosto a lungo): una vendetta covata; infatti, come è noto, si tratta di un piatto che va gustato freddo ;)
Il tema è centrato, perché c'è il capodanno e c'è l'urlo, prima soffocato dal protagonista maschile e poi, s'immagina acuto, di quello femminile.
Purtroppo il tutto suona arbitrario e forzato dalle richieste del tema, ma in un paio d'ore era obbiettivamente difficile fare di meglio.

* "Giù al fiume" di Marco Migliori
Uno scambio di persona, causato da una festa in maschera, fa incontrare un malcapitato vestito da barbone con un branco di "ragazzi bene" in cerca di emozioni violente. In pratica se la prendono con un povero disgraziato che potrebbe benissimo essere uno di loro, e il tutto avviene sotto gli occhi di un vero barbone ubriaco ed esterrefatto.
L'idea non è male, ma la realizzazione denota una certa fretta (in effetti in due ore che si poteva fare?), tanto che inizialmente non mi era chiaro se l'autista della mercedes che caccia gli amici dall'auto fosse lo stesso che viene picchiato alla fine. Mi era venuto il dubbio perché pensavo che il tizio fosse già in maschera all'inizio e perciò lo scambio di persona mi è sembrato inverosimile. Tuttavia, a una seconda lettura, ho capito di essermi fatto un'idea sbagliata che ha reso più difficile la comprensione del testo.

* "Due dei" di Stefano Riccesi
Un racconto che mette molta carne al fuoco e per questo non riesce a cuocerla a puntino. Ben delineato l'amore carnale: con pochi tratti riesci a evocare la passione tra l'io narrante e Sara. Purtroppo il "Segreto", che è anche la causa della condanna a morte del protagonista, resta indistinto: pochi elementi per individuare le caratteristiche della minaccia, tanto che non è chiaro perché l'io che racconta sappia tutto, ma non riesca a sottrarsi al suo destino. Certo, 1800 caratteri sono pochi, tuttavia è opportuno scegliere bene cosa trattare: condensare la materia per un romanzo non è mai una buona idea.
Comunque è molto efficace l'inizio, che ben descrive lo stato d'animo del protagonista.

* "La torta" di Alessandra Corrà
Una frustrazione esasperata per un malessere esistenziale che raggiunge l'apice proprio nel periodo delle feste. La narrazione coglie bene questo aspetto dell'io narrante. Tuttavia non è molto ben reso il crescendo che porta alla tragedia finale: frustrazione, malessere esistenziale, "qualsiasi cosa invece del vuoto", ma un'azione che coinvolge tutta la comitiva, invece della sola Elena, sembra esagerata.
L'altra cosa che non mi ha convinto è un flusso di coscienza ben articolato che in un racconto sta bene, ma è meno credibile se all'inizio si scrive: "Un giorno ho raccontato tutto al mio avvocato" seguito da un due punti con virgolette. Meglio un punto fermo per poi proseguire come se si raccontasse al lettore: a me suona più convincente.
Comunque... panna per una vegana? Uhm...

* "Nascondino di Capodanno" di Nicola Rocca
Il racconto è davvero poco coinvolgente e il "capodanno" è ridotto a un semplice pretesto. Ciò che avviene è soltanto raccontato e non mostrato, riducendo in modo notevole l'impatto sul lettore. Per giunta il protagonista non dimostra lui stesso alcun coinvolgimento emotivo. Non è scrivendo "ho paura" che si fa capire al lettore qual è il terrore che attanaglia un personaggio.
Ma il limite del racconto è soprattutto un altro. Si fa credere in ogni modo che il Lupo sia qualcun altro, per poi scoprire che, invece, è l'io narrante: il lettore non si può che sentire tradito da un'azione del genere. Almeno qualche indizio concedilo!

* "Dolcetto o scherzetto?" di Peter7413
Un racconto di Halloween fuori stagione. In questo caso il Capodanno è solo un pretesto: poteva andare bene qualsiasi altra festività, ma in effetti c'era bisogno di molto rumore per la chiusura. Purtroppo è mancata la tua solita ispirazione con incursioni nel surreale. In questo racconto c'è di positivo la reazione tranquilla della bimba che interagisce col figuro in modo del tutto naturale, però rimane tanto non detto e un senso di incompiutezza, di racconto fine a se stesso che lo rende l'esatto opposto, in quanto a efficacia, del tuo "Elfo dei boschi", tanto per fare un esempio.

* "La superstite" di Viola Lodato
Molti capovolgimenti di chiavi di lettura per un racconto così breve, ma è una tua caratteristica condensare tanti diversi argomenti in pochi caratteri (beh, mi riferisco ai soli tre corti che ho letto di te, un po' poco per emettere una sentenza del genere ;) ). Comunque ci sono davvero tante storie che meriterebbero più spazio: la malattia, l'essere immuni da essa, la solitudine, gli ologrammi, il suicidio pirotecnico con cariche esplosive.
Di bello c'è sicuramente l'attaccamento per quella realtà fittizia, che è diventata la realtà della protagonista, e l'affetto che prova per gli ologrammi, tanto che è dispiaciuta di non poterli ritrovare in un possibile aldilà.
L'inizio poteva far sembrare il racconto simile, nelle tematiche, a "La torta", ma dalla metà in poi parte per la tangente in modo inaspettato. Questo sarebbe un bene per il racconto se non fosse così corto: si aprono tante strade che, però, subito si interrompono.

* "Stasi" di Roberto Bommarito
Il migliore di questa edizione, almeno per me. Finalmente un Capodanno metaforico, un'introspezione completa (per lo spazio a disposizione) del personaggio e delle ragioni che lo fanno agire, una psicologia mostrata e non raccontata, una sola idea che non ne apre cento come vuoti a perdere, e un colpo di scena finale, forse un po' telefonato, ma che chiude il cerchio della storia. Insomma, un Bommarito in forma con un racconto che dimostra, ancora una volta, cosa significa scrivere un corto: metterci dentro tutto quello che ci può stare (e solo quello), per lasciare al lettore un'immagine indelebile, con l'impressione di aver assistito a uno sprazzo di vita, un'esistenza estrema, ma credibile nella sua eccezionalità.

Fuori gara

* "Nero 24" di Luigi Bonaro
È un peccato che sia fuori gara, perché ci sono molti elementi apprezzabili in questo piccolo scorcio di storia. All'inizio ho avuto l'impressione che non sapessi dove andare a parare. Forse è vero, ma nonostante ciò, alla fine si aprono prospettive interessanti.
Prima di tutto l'ambientazione: il romanesco, lo stornello, la caratterizzazione delle comparse anche solo con un nomignolo evocativo, come sanno fare a Roma, rendono le immagini stereotipate, certo, ma allo stesso tempo vivide. E poi il secondo elemento interessante: da questi primi 1800 caratteri si è profilato un hard-boiled de noantri, in cui sarebbe bello rivedere Tomàs Milian, nei panni di un disilluso Philip Marlowe de noantri, appunto. Forse un filone anni '70 assai sfruttato, ma che sarebbe bello far rivivere dopo trent'anni.

Edited by TETRACTYS - 28/12/2012, 15:45
 
Web  Top
14 replies since 28/12/2012, 11:53   235 views
  Share