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lista RACCONTI AMMESSE E VOSTRE CLASSIFICHE (MC IX EDIZIONE)

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Peter7413
view post Posted on 7/1/2013, 21:09 by: Peter7413




Eccomi! Diversi bei racconti, bella edizione! :)

1) “Due Dei” di Stefano Riccesi
Il tuo è un racconto davvero difficile da giudicare. Da una parte c'è quella che credo sia la forma migliore di tutta l'edizione: è scritto davvero bene, con i giusti equilibri. Dall'altra c'è questa apparente assenza di informazioni... Ecco, errata corrige in diretta, scrivendo il commento credo di aver capito meglio il tuo racconto. Lo faccio notare perché in effetti mi sembra cosa alquanto singolare... Stavo continuando dicendo che in 1800 caratteri era impossibile puntare tutto sulle sue riflessioni alle soglie della morte e che un minimo di informazioni sul contesto andavano fornite e bla bla bla... Ma tu l'informazione base l'hai data ed è il nome del secondo Dio: IL SEGRETO! Quest'uomo attende la morte in una società che può disporre come vuole degli individui. Il fine è l'alienazione, quando qualcuno scopre troppo va eliminato. Hai messo in scena la metafora di una società alienata e alienante retta su logiche massoniche in cui lo sforzo del singolo è annullato e non incentivato. I due Dei di ogni persona sono l'amore e la voglia di scoperta, di miglioramento, di andare avanti, di trovare la risposta alla DOMANDA (che poi non è così importante quale sia questa domanda e come D.A. ci ha insegnato non è importante neppure la risposta, 42). Quello che conta è che sono il motore della vita che ci permettono di guardare avanti, ma che allo stesso tempo possono portarci alla morte.
Niente da dire o da aggiungere, bravo.
2) “La superstite” di Viola Lodato
Piccola premessa: per apprezzare al max questo racconto si deve un minimo conoscere la sala ologrammi della Entreprise, solo così si capisce quanto gli ologrammi possano essere reali.
Mi è piaciuto molto: ricco di spunti, delicato, decadente. Un capodanno da fine del mondo in tutti i sensi, anche se soggettivo, in effetti è il mondo della protagonista prima ancora di quello dell'umanità. Attenta a certe espressioni, come "crepare", che abbassano un po' il livello quasi lirico del tutto. Complimenti, un bel lavoro.
3) “La Torta” di Alessandra Corrà
Un racconto scritto davvero bene con alcune espressioni che restano nella memoria (i minuti che si disperdono come guerrieri erranti sono fantastici). Nulla da dire circa l'attinenza al tema e la struttura che hai scelto. Manca qualcosa a livello di caratterizzazione della protagonista. Mi rendo conto che è quasi assurdo che ti rilevi un problema del genere, essendo il racconto tutto incentrato su di lei, ma l'impressione è che si rimanga un po' ai margini delle sue paranoie e che il tutto avrebbe giovato di una maggiore immersione nel suo disagio. Ecco, manca forse di un po' di empatia. In ogni caso, una buona prova che si legge con piacere.
4) “Stasi” di Roberto Bommarito
Un racconto formalmente ineccepibile. Bella l'idea della stasi. Mi è però mancata l'empatia con il protagonista e il finale mi ha lasciato freddo e poco convinto circa la logicità del suo comportamento. Ho riletto è ho visto che hai introdotto il suo cambiamento di prospettiva nella frase "Oggi capisco", ma non mi sembra sufficiente. Il racconto si giocava sulla dialettica interna fra l'odio verso il padre e la presa di coscienza, ovviamente errata, circa la giustezza del suo comportamento, ma non mi sembra ben gestita e si arriva al finale senza il corretto travaglio interiore che avrebbe dovuto portare il protagonista alla reiterazione del torto subito facendo risultare il tutto troppo freddo e ancorato sull'idea iniziale. Un buon lavoro, potenzialmente ottimo, ma, a mio avviso, in una forma ancora abbozzata, come l'opera di uno scultore che ha dato la forma alla pietra, ma che ancora deve smussare e darle le giuste curve per fornirla di un'anima libera dalla mera immagine.
5) “Ti perdono…” di Marco Fronzoni
Il racconto scorre via liscio e risulta godibile, ma inciampa su un doppio ostacolo. Il primo risulta essere la prevedibilità del finale dal momento in cui Amanda informa il lettore del suo tradimento. Il secondo si manifesta nel momento stesso in cui non poni ostacoli o barriere al piano dell'uomo: viene da chiedersi, leggendo, perché Amanda si faccia portare su un'isoletta da un compagno che ha appena tradito (dalla lettura si desume che il tradimento sia recente) e perché non ci siano barriere a delimitare un luogo che da lì a poco sarebbe stato dato alle fiamme. Invero, sono problemi facilmente risolvibili: allontanando nel tempo il tradimento di lei, facendo così venire meno una lecita attesa di vendetta, e accennando di qualche barriera superata (e magari ambientando il tutto in una città che i due hanno raggiunto proprio per festeggiare il capodanno, dovendo supporre che se il tutto è ambientato nella città in cui abitano diventa difficile pensare che lei non sappia che proprio quell'isola sarebbe stata data alle fiamme per i festeggiamenti programmati). In fase di giudizio è evidente che i problemi riscontrati sono conseguenza di una mancanza di tempo in fase di correzione, quindi non vanno a incidere più di tanto in negativo. Resta una lettura piacevole, pur senza grosse sorprese, e narrata con capacità.
6) “Giù al fiume” di Marco Migliori
Un'ottima intro, bella, chiara, originale. Segue la presentazione del branco, ma il limite dei caratteri si fa sentire obbligandoti a una sintesi che, complice il numero elevato dei personaggi, può portare il lettore alla confusione e a una certa difficoltà di lettura. Prosegui con la svolta soffermandoti a descrivere quello che i ragazzi avrebbero voluto fare. Chiudi con un "deus ex machina" con il guidatore della mercedes che capita proprio nel luogo che avrebbe dovuto essere del misfatto e che, di nuovo, proprio in quel momento deve fermarsi per vomitare. Ecco, questo finale è davvero troppo casuale ed eccessivo. Inoltre, perdi di vista quello che risulta essere il personaggio meglio delineato, Luigi.
Tirando le somme, un racconto dalla costruzione problematica che riesci a mantenere entro certi binari grazie alla tua capacità, ma che si chiude in malo modo facendomi pensare che con una struttura diversa avresti potuto raggiungere il risultato voluto in modo meno forzato.
7) “L’ultima notte” di Leonardo Boselli
Un racconto spezzato. Ben narrata tutta l'introduzione, ma sul più bello stoppi e chiudi con quel finale che racchiude tutte le informazioni del racconto stesso scadendo quasi, ma qui esagero, nell'infodump. Cerco di spiegare il senso della mia critica... I tuoi personaggi sostanzialmente non agiscono, non fanno nulla, subiscono. Porti l'attenzione sul ragazzo, accenni a un'attesa di bacio, poi il tutto scema in un nulla di fatto con spiegone. Diverso sarebbe stato arrivare allo stesso finale, ma attraverso un'azione, un incidente casuale magari originato dallo stesso spasimante. Certo, visto il numero esiguo di caratteri richiesti, questo ti avrebbe costretto a ridurre o addirittura eliminare l'intro e il personaggio dell'amica spostando da subito l'azione nel gruppo riunito e facendo emergere i sentimenti e le attese della ragazza in altro modo, più intimo, che a mio avviso avrebbero sortito una maggiore empatia per il lettore amplificando la tragicità del finale.
8) “Nascondino di Capodanno” di Nicola Rocca
Come già ti è stato fatto notare, il racconto appare troppo narrato, manca completamente un qualunque accenno di dialogo che, sempre, aiuta ad alleggerire la lettura e che si dovrebbe usare il più possibile anche per fare passare informazioni "on air", nel vivo dell'azione. Ho apprezzato l'idea, ma i caratteri e il tempo erano davvero troppo risicati per riuscire a piegarla al tuo volere e infatti si nota una certa passività, nel senso che è evidente che tu l'avessi ben chiara in testa, ma non sei riuscito a manipolarla per darle una forma concreta limitandoti, appunto, a un narrato povero di soluzioni che, come aggravante, non riesce a dare giustizia al protagonista e al suo doppio interiore.
 
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14 replies since 28/12/2012, 11:53   235 views
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