Et voilà!È difficile stilare questa classifica, soprattutto perché agli ultimi posti ci sono racconti che per me sono sullo stesso livello, quindi mi affido al gusto personale…
Magari commentare tutti ma indicare ciascuno solo i primi 3 posti? Sarebbe un’idea? Ciao!
CLASSIFICA1. Però, di Tina Caramanico – Nella vita c’è sempre un però
2. Ci sono pericolo e pericoli, di "Marco Migliori" - Le paranoie degli altri
3. Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella – Il fato e la befana
4. Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga – Extraterresti al forno
5. Addio palanoie, di Simolimo – E si sgonfiò come un foruncolo al batuffolo di cotone
6. Amici fino alla fine, di Francesco Nucera – Il tumore temuto
7. Tradimento, di Diego Ducoli – Tradì? Mentì.
8. L'Uomo Nero, di Marco Fronzoni – I fratelli maggiori sanno essere str***i
9. Il bianco, di Raffaele Marra – fuori l’aldilà, aldiqua il reality
10. Paránoia, di Chiara Paci – la momentanea follia di Aiace
COMMENTI (IN ORDINE SPARSO, DI LETTURA) Il bianco, di Raffaele MarraCiao Raffaele, la prosa del tuo racconto è buona e anche la tensione e l’ambientazione. Tuttavia temo che tu sia andato fuori tema. Il racconto mi pare che parli di un caso di momentanea follia e non di paranoia. Il concorrente del reality che si crede chiamato dall’aldilà (inferno o cielo, non importa) invece che dalle voci negli studios non convince appieno, a meno che non si postuli la sua pazzia.
Peccato, perché all’inizio pensavo di essere in un’ambientazione alla Ubik, e il racconto mi stava piacendo molto di più che nella sua conclusione, che invece è il punto cruciale e il fulcro in un racconto breve.
Alla prossima!
Paránoia, di Chiara PaciCiao Chiara, non posso che apprezzare il richiamo mitologico del tuo racconto, per di più su uno dei personaggi che più apprezzo dell’Iliade, Aiace Telamonio, portato dagli dèi alla pazzia affinché non si vendichi di Odisseo che gli ha soffiato le armi di Achille.
Tuttavia, per l’appunto, nel caso del tuo racconto, come in quello di Raffaele Marra, si tratta a mio modo di vedere di un episodio di raptus di follia momentaneo, e non di paranoia, che è invece frequente, duratura e pervasiva. Tanto più che Aiace ne è ormai consapevole e per nulla paranoico, ma a conoscenza dei fatti:
CITAZIONE
— Mi hanno condotto alla pazzia, capisci? […] — Hanno voluto che io impazzissi, hanno pregato gli dei perché succedesse. È la loro invidia che mi costringe.
Non è paranoia di Aiace, è la pura verità.
Sul resto, lo stile è buono.
Ero poi semiserio sulla battuta: “magari ha scambiato per Tecmessa anche una pecora!”
Questa sarebbe stata una riscrittura originale, in cui Aiace non è momentaneamente pazzo per volere di Atena ma davvero paranoico e vittima di persistenti allucinazioni. Mi aspettavo, speravo, che facesse il suo ingresso in campo la “vera” Tecmessa e gli dicesse: - Aiace! Che stai facendo con quella pecora?!?
Ma è solo un’idea, spero che non ti offenda.
Però, di Tina CaramanicoCiao Tina, che dire ancora del tuo racconto se non che mi è piaciuto molto? Ma andiamo sullo stile e sul contenuto, al di là delle considerazioni personali: sono ottimi, pressoché perfetti, adeguate declinazioni del tema della paranoia anche nella materie extradiegetica, complimenti.
In più il racconto fa ridere ma fa anche riflettere. Insomma, cosa chiedere di più da un racconto breve? Brava!
Lo sbarco alieno, di Viviana TengaUhm, incrocio di due paranoie, entrambe vere? Ma quella del marito – molto più grave – non era affatto una paranoia, non più almeno, ma la verità.
Non so, ho l’impressione che tu abbia messo troppa carne al fuoco senza scegliere un focus e una direzione chiari per il racconto, Viviana.
Avrebbe avuto perfezione e coerenza interna se la sola paranoica fosse stata la moglie e la distruzione della casa fosse stata causata non dagli alieni ma da una banale esplosione del forno…
Dal punto di vista logico inoltre quest’ultima frase:
CITAZIONE
“Oh, cielo...” mormorò. “Gaia, ti ricordi di quando tuo fratello ci ha detto che a furia di criticare Marta per la sua cucina l'avevi resa un po' paranoica?”
non ha senso se la casa è stata distrutta dagli alieni, sembra invece sottintendere la direzione che ti suggerivo sopra.
Alla prossima!
Tradimento, di Diego DucoliCiao Diego, ben ritrovato. Il pezzo è solido dal punto di vista della trama e come interpretazione del tema della paranoia. Peccato che manchi di verve nel finale e di un vero e proprio colpo di scena: è tutto coerente ma non succede niente che ci stupisca, tipo che la moglie o il figlio vengono trovati morti investiti da Manlio al ritorno a casa per la fretta che lei aveva di andarsene via. La lettera dell’avvocato, poi, ci ha messo davvero poco tempo ad arrivare: ah! se le poste funzionassero davvero così!
Altro appunto: ci sono parecchi errori di punteggiatura, ma pazienza, bada almeno agli errori di grammatica gravi: “le” per “a lei” femminile, non “gli” (che è maschile):
CITAZIONE
La vecchia stronza,che si chiamava Adele, gli porse una mano tremante
Manca anche il punto finale e lo spazio dopo la virgola, la frase corretta sarebbe così:
CITAZIONE
La vecchia stronza, che si chiamava Adele, le porse una mano tremante.
E anche “a dormendo” non esiste in italiano, probabilmente però è solo un refuso. Ciao! Alla prossima!
Lo sguardo del bagnino, di Angelo FrascellaCiao Angelo, decisamente carino il racconto. Mi è piaciuto come hai fatto salire nel lettore il dubbio che le attenzioni del bagnino fossero rivolte al professore, in senso omosessuale, per poi virare bruscamente sulla reincarnazione e sul destino astrale. Divertente.
Che appunti farti? Forse il racconto pecca un filo di maschilismo, data la sensazione di liberazione provata da Berto quanto il suo ex allievo gli soffia una donna bella quanto la befana.
Addio palanoie, di SimolimoCiao Simo!
Temo che bisogni essere proprio ragazze per immedesimarsi e capire la portata tragica di questa particolare paranoia estetica, come hanno sottolineato altri lettori maschili.
Però temo che il problema del racconto stia nel fatto che non decolla. A mio modo di vedere non avevi abbastanza spazio, c’è l’escalation di preparazione, il setup della storia, le paranoie della protagonista… e poi niente, non c’è svolgimento e conclusione e tutto si sgonfia abbastanza presto con l’espediente che era sabato e non un giorno lavorativo. Sarebbe stato bello vedere la protagonista messa davvero alle strette dalla sua paranoia, così invece mi sembra che la conclusione tradisca le premesse e le aspettative del lettore. A rileggerci!
L'Uomo Nero, di Marco FronzoniCiao Marco, il racconto non mi ha convinto fino in fondo. L’ho trovato un po’ altalenante. Mi spiego: all’inizio mi è piaciuto con l’atmosfera che crei fra i due fratelli, molto credibili. Poi mi sono cadute le braccia alla scena dell’armadio e dell’uomo nero che mi sembrava molto il tipico prologo di un episodio di
Supernatural… Poi hai ribaltato ancora la frittata e messo quello che sembra un po’ uno spiegone sullo scherzo cattivo organizzato dal fratello maggiore e dagli amici e poi… ribalti ancora con la paranoia che prende il maggiore? Insomma, troppi alti e bassi e ribaltamenti, almeno per i miei gusti, è come se ci fossero quattro piccoli finali, invece che uno solo, e questo non moltiplica la tensione, ma la dimezza ogni volta. Alla prossima!
Ci sono pericolo e pericoli, di "Marco Migliori"Ciao Marco. Peccato per lo spiegone finale! Che temo ti sia anche uscito un po’ male…
CITAZIONE
Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.
In che senso fare lo spione come ne
Le vite degli altri è un lavoro che dà nutrimento alla paranoia del protagonista? Per lui, appunto, è un lavoro, e non una paranoia.
Invece molto molto carina l’idea che i paranoici non siano affatto paranoici: sono davvero spiati! È il cane che si morde la coda, il dire una cosa la fa essere. Davvero un’idea carina.
Amici fino alla fine, di Francesco NuceraCiao Francesco, la prova è buona, la paranoia ben descritta e in salita. Come hanno notato altri non si capisce bene il finale: io personalmente avevo creduto una delle due: a) che fosse diventato pazzo e lo avessero messo in manicomio, b) che fosse sempre stato pazzo e legato con le cinghie fin dall’inizio e che la sua era tutta una paranoia in manicomio!
Comunque buona prova. Stai migliorando, ciao!
Ocio che con le parole femminili ci vuole l’apostrofo dopo l’articolo: “un
’emergenza”. Per fare la “È” maiuscola accentata puoi usare il codice ALT + 0200. Attento anche alla punteggiatura (o era un trucco il togliere spazi e punti fermi per diminuire il numero di caratteri?).