Nero Cafè Forum

Lista racconti ammessi e vostre classifiche MC IV Edizione Terza Era

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L'Inquisitore
view post Posted on 23/4/2014, 15:17




I racconti in gara questo mese:

Il bianco, di Raffaele Marra, ore 21.52, 3166 car. 6 punti bonus
Ogni promessa è debito, di Beppe Roncari, ore 22.41, 3332 car.
Però, di Tina Caramanico, ore 22.28, 3253 car.
Ci sono pericoli e pericoli, di Marco Migliori, ore 23.14, 3298 car.
Parànoia, di Chiara Paci, ore 23.21, 2972 car.
Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga, ore 23.35, 3248 car.
Tradimento, di Diego Ducoli, ore 23.38, 3318 car.
Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella, ore 23.42, 3227 car.
Addio palanoie, di Simolimo, ore 23.47, 3226 car.
L’uomo nero, di Marco Fronzoni, ore 23.49, 2985 car.
Amici fino alla fine, di Francesco Nucera, ore 23.59, 3296 car.


Avete tempo fino alle 23.59 di martedì 29 aprile, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 10 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi).

La mia classifica verrà postata il 30 aprile mentre la classifica finale con annessa proclamazione del vincitore verrà resa pubblica il 2 maggio.

Contestualmente alla classifica generale, inoltre, avverrà la comunicazione dei racconti selezionati per la pubblicazione nell'Antologia (i primi 3 della classifica generale + X altri dove X è un numero compreso tra 0 e N).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 15 punti bonus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti bonus per chi commenta la metà dei racconti +1

Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!
 
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simolimo
view post Posted on 24/4/2014, 11:38




Inqui! non volermi male, ma il post è per specificare che io la classifica già l'avrei, ma ho deciso di lasciare due giorni ai colleghi per farmi avere eventualmente qualche replica.
sai, ancora oggi ricordo che qualche tempo fa un signorino di questi lidi mi fece notare che la posizione in classifica può cambiare se il brano viene spiegato... non credo sia questo il caso, ma due giorni non credo cambino a nessuno!
MA... nel caso non fosse possibile, posterò immediatamente la classifica, come da tuoi ordini!

@carnefice: dove cavolo eri, eh????! yeahright hmmsmiley02 sneaky2 :cry:
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 24/4/2014, 14:41




Vai tranquilla, hai fatto bene ad avvertire tutti e ancora meglio a lasciare depositare la lettura prima di stilare la classifica :)
 
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Ceranu
view post Posted on 25/4/2014, 22:28




Commenti di Ceranu

Piccola Premessa: che fatica. Chiedo scusa a tutti per la loro posizione in classifica. Potevo mettere tutti ovunque, non c'è un racconto che non mi sia piaciuto, ne tanto meno uno che mi sia piaciuto di più. Quindi è stato veramente faticoso. Ma la classifica va data. La posto subito almeno non sarò influenzato dalle vostre.

Però, di Tina Caramanico

Ciao Tina, ben rivista.
Racconto veramente divertente che strappa parecchi sorrisi. Mi piace lo stile sgrammaticato ma corretto. Apprezzo la mancanza di dialetti difficili da tradurre. Però, l'unica pecca (che è tale solo per la stanchezza che mi accompagna ultimamente) è la difficoltà a seguire alcuni passaggi troppo articolati, ma ribadisco, è solo colpa mia. Complimenti.

Ogni promessa è debito, di Beppe Roncari

Ciao Beppe, devo dire che ormai sono un tuo ammiratore. Apprezzo il tuo modo di scrivere, anche se delle volte può risultare fin troppo ricercato. Quindi conoscendoti devo ammettere che un po' ci sono rimasto male leggendo di Re Mida, ma è solo perché mi avevi abituato troppo bene, stavolta ti sei mosso in un mondo che non proveniva dalla tua fantasia. Non credo che questa si possa definire una vera critica, ma semplicemente un rimpianto: ora mi toccherà aspettare un mese per vedere cosa ti inventerai. Resta il fatto che è un'ottima lettura. Alla prossima.

Ci sono pericoli e pericoli, di Marco Migliori

Ciao Marco, sono felice di averti letto.
Trovo il racconto assolutamente adeguato e ben scritto, ma credo manchi un po' di ritmo. Forse è per via della mancanza di interazione tra i personaggi, ma probabilmente non poteva essere altrimenti. Comunque arrivo tranquillamente alla fine del racconto e fino all'ultima frase credo di aver capito tutto, poi però mi blocco.
“Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.”
Non riesco a farmene una ragione, ero straconvinto che la vera paranoia fosse quella dello stato che fa diventare tutti paranoici, ma così non è, devo cercare la paranoia del protagonista che non riesco a trovare. Lui mi sembra troppo calmo e razionale per poterlo essere. Quindi rimango con i miei dubbi, ciò nonostante ho apprezzato il racconto.

L'uomo nero, di Marco Fronzoni

Ciao Marco.
Il racconto è piacevole e con il giusto ritmo, ma non ho capito come abbia fatto la madre a rispondere alle richieste del figlio se in casa non c'era. Forse il tablet dei ragazzi serviva a quello, ma da dove arrivava quel gruppo? Com'è possibile che Andrea sia andato a letto senza sapere chi ci fosse in casa. La parte finale mi piace, lì non succede nulla o forse tutto, lasci la completa libertà al lettore.

Addio palanoie, di Simolimo

Eccomi qui, partirei dicendoti che mi è piaciuta la leggerezza del racconto. Tratta il magnifico mondo delle ragazze e mi aiuta a capirlo un po' di più, anche se rimane l'universo sconosciuto. Dal mio punto di vista la vera tragedia sarebbe stata quella di svegliarsi alle sette nell'unico giorno in cui potevo dormire, ma cerca di immedesimarti nella mia brutale mentalità.
Veniamo al brano. Mi è piaciuto e a tratti mi sono anche divertito, simpatico, ma come direbbe Tina: però. Non mi è piaciuto l'eccessivo utilizzo delle “L”. Capisco che era fondamentale e che voleva risultare simpatico, ma dal mio punto di vista ha appesantito la lettura. Il simpatico è diventato grottesco. Ma quello è solo un mio punto di vista, avrei preferito se la ragazza cinese si fosse limitata a storpiare la sola parola paranoia. É solo un dettaglio e comunque nel complesso ci sta. Bello.


Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella

Ciao Angelo.
Ho dovuto leggere più volte il racconto perché in un primo momento l'ho trovato piatto. Ho tenuto un'espressione ebete durante tutto il tempo, ero pronto a ridere senza riuscirci. Poi ho capito, era quello lo scopo, il totale surrealismo, una storia sospesa tra la schiettezza di Berto e la follia di Livia e Attilio. Alla fine il sorriso è rimasto, e ad esso si è aggiunto uno stato di appagamento. Veramente bello, complimenti.

Tradimento di Diego Ducoli

Ciao Diego, felice di leggerti ancora una volta, e questa volta meglio dell'ultima. Non hai cercato di stupirmi, sei rimasto abbottonato, hai seguito una storia e l'hai portata in porto tranquilla. Non c'è il colpo di scena finale, non hai ucciso nessuno e devo ammettere che questa cosa un po' mi è dispiaciuta. Quando guarda dallo specchietto posteriore fremo aspettando l'impatto dell'altra auto che però esiste solo nella mia mente. Quindi alla fine mi hai stupito comunque, io mi aspettavo una cosa e ne arriva un'altra. Descritta benissimo la paranoia di Eva e adoro il suo cinismo (o forse il tuo) quando insulta la vecchia. Ottima prova.

Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga

Ciao Viviana, difficile da commentare il tuo lavoro. Per farlo ho dovuto guardarlo sotto due aspetti differenti. Ottimo il modo in cui camuffi il vero paranoico, incredibilmente quello che credeva negli alieni era normale, e la moglie impegnata ai fornelli era la malata. E fin qui tutto bene. Poi c'è la storia, completamente surreale. Teo, che pure potrebbe essere paranoico, rimane in cucina ad aspettare gli alieni. Marta continua a cucinare tranquilla, cosa che una paranoica non dovrebbe riuscire a fare, probabilmente avrebbe insultato il suo compagno, allontanandolo dalla cucina. Senza parlare dell'invasione lampo e indolore. Gaia e Marta arrivano tranquillamente. Quindi sommando le due parti direi che viene fuori un buon risultato.


Paránoia, di Chiara Paci

Ciao Chiara, piacere di leggere ancora una tua opera. Oggi siamo in Grecia e partecipiamo da vicino ad un mito. Racconto scritto scontatamente bene (ormai per me sei una certezza), non trovo nessuna sbavatura, tutto scorre liscio. Ma questa volta ho un problema in più, ho da poco letto “il mio nome è nessuno” di Valerio Massimo Manfredi, quindi una storia già famosa di per se viene riproposta ancora. Questo nulla toglie allo sforzo che hai fatto, e all'ottimo lavoro, ma lo farà sulla classifica. Mi dispiace molto, perché ho apprezzato veramente. Alla prossima.

Il bianco, di Raffaele Marra

Eccomi qui a cercare di commentare il tuo racconto, impresa non semplice. Scorre e stupisce, ha anche il finale con il botto, quindi sembrerebbe tutto in ordine. Ma qualcosa non mi convince, non riesco a capire come possa ricordare alla perfezione tutti i suoi ex coinquilini ed essersi dimenticato cosa fosse lì a fare. Se non ho capito male è all'interno di un reality, quindi c'è andato di sua spontanea volontà. Oppure potrebbe essere lì in maniera involontaria, ma a quel punto non si spiegherebbe la voce fuori campo della presentatrice. Questo dilemma non mi fa godere a pieno il racconto, ed è un vero peccato.
Nel complesso bello. Alla prossima.


Classifica di Ceranu

1. Però, di Tina Caramanico
2. Ogni promessa è debito, di Beppe Roncari
3. Lo sguardo del Bagnino, di Angelo Frascella
4. Tradimento, di Diego Ducoli
5. Paranoia, di Chiara Paci
6. Ci sono pericoli e pericoli, di Marco Migliori
7. Addio palanoie, di Simolimo
8. Il bianco, di Raffaele Marra
9. L'uomo nero, di Marco Fronzoni
10. lo sbarco alieno, di Viviana Tenga
 
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simolimo
view post Posted on 26/4/2014, 12:17




QUOTE (L'Inquisitore @ 24/4/2014, 15:41) 
Vai tranquilla, hai fatto bene ad avvertire tutti e ancora meglio a lasciare depositare la lettura prima di stilare la classifica :)

:wub: molto bene, domani o in serata posto la classifica... ormai chiara in mente e nei polpastrelli :D :B):
 
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Selene B.
view post Posted on 27/4/2014, 10:57




Visto che più rifletto e più mi incasino, e cambio l'ordine per poi ritornare ai primissimi giudizi... Ecco la classifica, bando alle ciance. Ho fatto del mio meglio, abbiate pazienza.

1) “Parànoia” di Chiara Paci (=swetty=)
Tra gli scherzi e gli eccessi che il tema della paranoia permetteva, hai fatto una scelta particolare: non l’hai buttata sul comico, ma sul tragico. È un bel racconto, ben scritto. Rende la malinconia della donna che vede la follia dell’uomo che ama ma non smette per questo di amarlo; rende la disperazione di chi non tollera di non essere più se stesso, a causa della follia. Non mi pare che tu abbia introdotto grosse novità nella storia, però è stato bello leggerla.

2) “Lo sbarco alieno” di Viviana Tenga (ilma197)
Racconto piacevole, che tiene sia dal punto di vista della scrittura sia da quello della (relativa) sorpresa che può riservare il finale. Ovviamente se lei crede che lui sia paranoico, gli alieni arriveranno sul serio; però sei stata brava a non finire così, ma a svoltare sulla paranoia della cognata.

3) “Addio palanoie” di Simolimo
Simpatico questo racconto, anche se credo solo una donna possa veramente capirlo :D
Con le paranoie ci siamo, non ho molto capito invece la necessità di inserire i soliti cinesi che parlano con la solita “l”: velo che alleggeliscono il tono, ma sono un pochetto scontati, come spunto comico (a questo punto ci potevi mettere anche un carabiniere scemo). Detto questo, ho però trovato bellissimo il passaggio dal colletto al correttore, che quasi basta da solo a giustificare i cinesi nel racconto.

4) “Ci sono pericolo e pericoli” di Marco Migliori (sgerwk)
Il racconto è ben scritto, anche se non è riuscito a sorprendermi davvero. Mi sa che il tema questa volta era proprio difficile, spingeva verso un paio di strade obbligate. Tuttavia la lettura è piacevole, per l’ambientazione e la “struttura” che riesci a creare: un paranoico in ogni cella e, sopra a tutti, il re delle paranoie che spia e controlla.

5) “Ogni promessa è debito” di Beppe Roncari
Il racconto è divertente, scritto discretamente bene, anche se non sfugge alla prevedibilità del finale “a sorpresa”, che sorprendente non può essere. Ho qualche perplessità sulle battute
«Tu sei l’unico che non attribuisca alle stelle o agli dèi la “condizione” del malato.»
«Oh! Ma sono gli dèi! E chi siete, invece, voi?», non ho capito bene cosa vuole dire Sileno dicendo che “sono gli dei”. Non ho neppure capito bene se la discussione iniziale si svolge già al palazzo del re Mida, oppure stanno discutendo per strada di un altro malato. Inoltre non so bene come giudicare l’inserto in milanese (lombardo?): ridere fa ridere, ma forse è eccessivamente fuori contesto? :unsure:

6) “Lo sguardo del bagnino” di Angelo Frascella
L’idea di fondo è carina, e hai fatto tutto il possibile per evitare il decorso più prevedibile della storia, anche se comunque potevi depistare il lettore solo fino a un certo punto. Restano alcune domande: come ha fatto il bagnino a riconoscere nella moglie del professore la donna del suo destino? È un punto abbastanza fondamentale, qualcosa avresti dovuto dire; l’accenno a un qualche interesse per l’esoterismo fin dai tempi della scuola è veramente troppo poco, secondo me. Anche perché non mi risulta (non è che io sia un’esperta, però) che esistano metodi così certi per identificare a colpi di binocolo persone che abbiamo incontrato nelle nostre vite precedenti.
L’ultimo appunto: l’ultimissima frase è superflua, a mio parere persino dannosa. Avresti chiuso più efficacemente con una riga in meno.

7) “Amici fino alla fine” di Francesco Nucera (Ceranu)
Parte abbastanza bene, caratterizza in modo piuttosto credibile la patologia del protagonista (che però definirei più ipocondria che paranoia), ma poi piano piano si perde, dal pronto soccorso in poi, e finisce per concludersi in modo insoddisfacente. La scena al pronto soccorso non mi sembra molto riuscita: non credo (anche se posso sbagliarmi) che di fronte a un paziente che sbraita un po’ la soluzione sia subito quello di un ricovero coatto e di un letto di contenzione. ll tema dell’amicizia mi pare forzato, sembra entrarci poco con la storia principale.

8) “L’Uomo Nero” di Marco Fronzoni (Olorin)
L’inizio mi era sembrato incoraggiante, anche se la situazione non era proprio delle più originali e aveva una sola via di uscita narrativa, abbastanza “forzata”: sembra vero, ma è uno scherzo, ma in realtà è vero, invece. Infatti hai preso proprio questa strada, e così la storia mi pare davvero troppo prevedibile. Poi: quando dici che “Era Fabio riverso a terra, con gli occhi spalancati e lo sguardo vitreo.” sono al buio, no? Come fa Andrea a vedere addirittura lo sguardo vitreo del fratello? Tutt’al più può vedere un’ombra, se il buio non è proprio assoluto. Oppure non sono veramente al buio, come fino a quel momento hai fatto credere al lettore.

9) “Il bianco” di Raffaele Marra
Hai svolto in modo originale il tema, ma devo dire che non ho capito parecchie cose, nel tuo racconto. Allora, si tratta di un reality in cui i concorrenti muoiono? Ma la paranoia che c’entra? Le voci che il vincitore sente sono nella sua mente o è la produzione che gliele fa sentire per spingerlo al suicidio o alla follia? E come sono morti gli altri concorrenti? La sera prima erano ancora nella casa? Qual è lo scopo del gioco? Insomma, mi mancano troppi elementi per poter apprezzare la storia.

10) “Tradimento” di Diego Ducoli (Geppetto)
La storia è purtroppo abbastanza prevedibile, penalizzata per di più dal fatto che qui il lettore conosce il tema a cui dovevi ispirarti: se lei crede che il marito la tradisca, e il tema è la paranoia, vedi che non c’è scampo, i suoi sospetti saranno infondati. Ci sono alcuni refusi e, in generale, la forma andrebbe sistemata un po’, quando avrai più tempo per farlo.
 
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simolimo
view post Posted on 27/4/2014, 13:29




ragazzi ^_^ : il cielo rilascia la vescica, io i commenti... avrei ribaltato alcune posizioni all'infinito ma, nel bene e nel male, a voi la decisione finale :)

1. Angelo Frascella_Lo sguardo del bagnino
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ciao Angelooo! ^_^ eccoti ancora una volta tra gli autori di MC =) evvai!!! orsù, andiamo al pezzo!
ahahahah! esilarante! una chicca dietro l'altra! hai orchestrato il susseguirsi di dialoghi e comportamenti in modo maestrale. non è arrivato nulla per scontato e fino all'ultimo ero qui a chiedermi cosa sarebbe successo. ho azzardato un paio di finali in anticipo e... gli ho bucati entrambi XD! complimenti per davvero Angelo, mi piace sempre moltissimo la tua penna, delicata e scorrevole, ma mai banale. mi complimento e ti lascio alcune osservazioni sul pezzo che, come avrai capito, mi è garbato abbestia! ahah!

Le studiò il viso: il naso adunco e il mento proteso in avanti: l’incarnazione della befana. > Angelo... non credo sia possibile usare in un'unica frase due volte di fila i ":", ma nel caso mi sbagliassi, raccontami che così imparo anch'io :)

No, non se la sentiva di essere severo, se voleva illudersi che il bagnino la bramasse, al punto da spiarla mentre si cambiava nella cabina. > la frase un pelo zoppica rispetto a tutto il resto del tuo periodare... toglierei una virgola o dividerei le frasi, se non la rivedrei in toto :P

In effetti, stava guardando verso di loro, ma appena incrociò gli occhi di Berto si voltò per scrutare l’orizzonte. > in questa scena io mi immaginavo il bagnino fisso alla sua postazione e loro sui lettini o le salviette, ma... non credo si possa parlare di incrocio di occhi, quanto di sguardi... o è colpa della mia miopia o.O? ahahah! ;P

bom, con questo è tutto:) spero ti possano tornare utili gli spunti dati. Grazie per le belle letture che sempre offri e alla prossima, sperando di esserci!
ciao ciao Angelo ^_^

2. Raffaele Marra_Il bianco
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ciao Raffa ^_^!! feliceME di leggerti con costanza (e non è maiuscola XD) vuol dire che sei ormai un habitué di MC! beh, c'è chi si diletta in caffè letterari e chi in Nero Cafè! ahah! che battute becere che faccio alle volte... cià! veniamo al pezzo "che l'è mej!" (che è meglio)
e che pezzooooooooo! ci ho messo un pelo a capire bene bene di cosa si trattasse, infatti, non ti nego che ho dovuto rileggere il racconto due volte, ma alla fine ne è valsa la pena. credo sia un problema prettamente mio perché non guardando la TV ci ho messo un po' a collegare il tutto, e ricollegarlo al Grande Fratello. oltretutto mi sono dovuta guardare un paio di filmati su UTube per capire a fondo il motivo delle voci e del candore e dell'high-tech e di un po’ tutto l’ambientazione, ecco ^_^
credo tu abbia fatto un bellissimo lavoro! uno schiaffo morale azzeccato e violento che fa riflettere sulla deficienza odierna e la poca importanza di apprezzare quotidianamente quello a cui ormai sempre in meno si dà valore: la libertà nel suo senso più ampio. la prosa è d'impatto e scorrevole, si arriva alla fine in un batter di ciglia e nel mezzo non mancano parti un po' più suggestive. non ho nulla da suggerirti in merito, mi spiace. forse, che la potenza del racconto sta nel suo essere capito? infatti, se non avessi collegato... non so se ne sarei rimasta così colpita, in tutta onestà. tant'è che alla prima letta, pur rimasta contenta del narrato, alla fine mi sono detta: chè? ihih! magari, questo ti può, in effetti, tornare utile XD
gran bella prova Raffaele! complimenti e alla prossima!
ciao ciao ^_^

3. Selene B._Però
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ciao Tina e ben ritrovata a questa edizione di MC :)
sono sempre molto curiosa di leggere la tua interpretazione del tema, vari sempre così tanto! quindi, bom! vado a leggere ;P

ahahahah! che pezzo! la prima letta è stata molto positiva e divertita, la seconda ragionata. ma vado con ordine. mi è piaciuto molto il continuo ribaltamento di punto di vista e pazzia, il degenerare incontrastato e incontrastabile della madre che da ignara di qualcosa diventa lei stessa causa di malessere e pessimo esempio. è una storia davvero tragicomica: tragica nella sua essenza, comica nella sua realizzazione. ma qui... c'è il mio "però, però"
la storia è un lungo monologo rivolto allo psichiatra, mi immagino (o comunque a un dottore) e qui mi casca l'occhio X-/
qualsiasi persona che ho ascoltato in vita mia nel raccontare qualcosa che le accaduto e capitato non utilizza questa forma narrativa diretta, ma indiretta. nel senso, prendo una parte significativa del racconto e la uso a spiegazione, sennò ho paura di non sapermi spiegare ^_^"

È sera, io e mio marito ci siamo appena alzati da tavola e le creature le ho messe a letto presto, perché non ce la facciamo più e vogliamo starcene un po’ in pace, a guardare la tv e pisolare sul divano. (questa prima parte è fantastica, precisa e anche volutamente scorretta nei tempi: perfetta per qualcuno che racconta!) All’improvviso però suona il telefono. Rispondo io: è mia suocera. “Vengo su, vi devo parlare” Signore, a quest’ora? “Ma che è? È una cosa grave?” chiedo io. “Vengo su, che ve lo dico” fa lei, e riattacca. (questa parte, come ti anticipavo, invece non è così azzeccata. se una persona racconta, non avrà la lucidità mentale di improvvisare il dialogo diretto, ma racconterà sempre dal suo punto di vista l'accaduto e in modo indiretto, tipo: "All’improvviso però suona il telefono. Rispondo io: è mia suocera. Mi dice che mi ci deve parlare, io non rimango tranquilla, dotto', a quell'ora di notte? E che doveva dirci mai?! Quindi, io le chiedo s'è 'na cosa grave, ma quella ribadisce che viene su e ce lo dice e riattacca." ovvio Tina, è un esempio ma per farti capire :) ) Dopo due minuti è su da noi, seduta in cucina, con la faccia truce: “È una cosa brutta” dice. E parte con una storia di quelle da real crime su… mia madre. Che è pazza, dice. E picchia i miei figli quando glieli lascio. (ecco, qui (parti sottolineate) hai espresso esattamente quello che ti ho detto poco sopra :) )

“Mo’ ve l’ho detto, so’ fatti vostri di genitori” dice mia suocera, e se ne esce impettita dalla porta.
> in questa frase non credo sia utile specificare come se ne esce la suocera, credo possa essere nella narrazione un dettaglio insignificante, sempre per il discorso di cui sopra :)

un'ultima curiosità:
il "Ma che stai a dì?"... "dì" in questo caso non è una tronca di dire? il "dì" accentato non si usa come sostantivo per dire "giorno"? scusa magari per la domanda idiota, ma so che tu difficilmente sbagli, quindi... mi sa che sto per imparare qualcosa XD

beh, di più non ho da dire. il pezzo mi è piaciuto molto, ma trovo che la forma utilizzata lo penalizzi. e, a onor del vero, questa cosa l'ho potuta notare solo in fase di riletta per il commento.
ciao ciao Tina e alla prossima:)

4. Beppe Roncari_Ogni promessa è debito
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ahahah! Beppe! bella rivisitazione del mito di Sileno! povero il nostro dio è?! non più solo catturato per le sue doti di divinazione, ma addirittura beffato della sua stessa acuta intelligenza! ahahah! grande! mi è piaciuto! ne sono rimasta particolarmente colpita :D in questo modo, poi, anche lo stesso Re Mida, non potendo più far ricongiungere Sileno a Dionisio, ritengo rimarrà costernato dal suo dono! sei spietato Beppe! Bello, ci sta!
ma veniamo alle note più interessanti :), quelle che possono far migliorare ulteriormente questo bel pezzo (secondo il mio MERO punto di vista :) )
per quanto mi abbia fatto sorridere, non credo che il detto in dialetto lombardo stia bene all'interno di una prosa elegante e un po' ellenica che hai dato all'intero pezzo ;P, poi la punteggiatura è un po' troppo disordinata e le parti di dialogo non sono corrette, esempi:
«Che assurdità!» Disse uno.
«La mente è pura e libera da ogni male.» Ribatté un altro.
> in entrambi i casi, e ce ne sono altri nel testo, hai dato la maiuscola al verbo che rappresenta il normale proseguo del parlato. mi hanno detto che dopo una battuta di dialogo, se si continua con verbi tipo: "dire", "precisare", "rispondere", "domandare", "replicare", ecc... la maiuscola non serve. serve solo nel caso in cui la parte che segue la battuta di dialogo non è conseguente all'azione stessa. tipo:
"Ma che diavolo stai facendo Ciccio?" gli urlò l'amico.
"Ma che diavolo stai facendo Ciccio?" L'amico nemmeno lo ascoltò che si era già buttato.

hai anche fatto un po' di caos:
«Tu sei l’unico che non attribuisca alle stelle o agli dèi la “condizione” del malato
«Oh! Ma sono gli dèi! E chi siete, invece, voi?»
«Demodice».
> se usi la punteggiatura dentro, non la usar fuori... o viceversa :)

«Chi potrebbe scambiare per una comune popolana la regina Ermodice?». > se metti l'interpunzione dentro non serve il punto fermo fuori

«Vostro marito fu gentile con me in passato. E io ho promesso di ricambiare. Portatemi da lui» > in qualche caso ti sei scordato di mettere il punto fermo di chiusura, invece.

passando al resto:
- ti consiglio di specificare in apertura il soggetto di questa battuta di dialogo («Afefoché?»), sennò sembra sempre che la dica il "pizzo di capra" ;P

- "zecchina" non esiste. l'oro è zecchino, nel senso che è puro come l'oro usato per coniare la moneta del Ducato di Venezia. non so se esista o meno un aggettivo... ma "zecchina" non è corretto :)

bene Beppe, arrivata anche oggi alla fine. Tra tutti i tuoi pezzi letti, questo è quello che mi è piaciuto di più in assoluto! bravo e a rileggerci!
è stato un piacere
ciao ciao e alla prossima :)

5. Ilma_Lo sbarco alieno
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Vivì ^_^ ciao compagna! sempre un piacerone incontrarti, e leggerti! oggi che ci avrai tenuto in serbo? già dal titolo... immagino cose dell'altro mondo! ihih!
andiamo nella letta, si aprano le danze :D
ebbene, come immaginavo... ahahah! che gran beffa e ribaltamento! non sei la prima in questo MC che suggerisce un cambio di prospettiva della paranoia, e che, anzi, ce la fa vivere come fosse una cosa normale invece che esagerata solo perché non plateale o chiassosa, proprio come accade per la maniacale ossessione di Marta per la cognata! in questo caso la paranoia del marito è giustificata dal reale sbarco degli alieni, ma quella di Marta, invece, rimane celata e sarà la causa della loro morte.
hai caratterizzato benissimo i personaggi e hai reso alla perfezione sentimenti e paure di entrambi. anche Gaia, pur essendo solo una presenza è delineata molto bene! brava!
la soluzione di dividere il pezzo in due e dare così il ribaltamento è funzionale alla scelta narrativa e segue bene anche la parte stilistica del racconto.
l'unico appunto che mi sento di farti è che la situazione è davvero improbabile... nel senso che se è il telegiornale a dare un annuncio del genere, beh, credo che difficilmente qualcuno per quanto paranoico o meno sia in grado, anche volendo, di non entrare a conoscenza della notizia! si solleverebbe un polverone davvero troppo grande per rimanere in sordina. in più, la forte notizia, avrebbe amplificato a dismisura la paranoia del marito che avrebbe dovuto fare ogni cosa in suo possesso per sfuggire all'attacco (almeno, chi è maniaco e paranoico amplifica le sue paure, non le tergiversa...)
non ho nulla da suggerirti dal punto di vista tecnico/formale, il pezzo scorre bene e anche la punteggiatura non ingolfa la lettura.
l'unico appunto quindi rimane l'inverosimiglianza della situazione che hai portato troppo all'estremo. Ottima invece la parte narrativa di alternanza del punto di vista dei due coniugi, ognuno non è in grado di vedere la propria paranoia, ma riconosce benissimo quella dell'altro! ahah! grande!
beh, credo di averti detto tutto quel che penso, spero possano essere spunti interessanti :) di più non so che dirti se non alla prossima :D
ciao ciao Vivì! :)

6. Sgerwk_Ci sono pericolo e pericoli
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ciao Marco e, una volta ancora, ben ritrovato :)
vediamo che ci proponi e sotto coi commenti!
Ok, letto, due volte e, ora, posso provare a commentare: pezzo come sempre originale, che non ho del tutto compreso nella sua battuta finale, ma che ho apprezzato molto nella sua duplice provocazione. da un lato hai aperto un varco in sordina che dietro la presa in giro dei paranoici dimostra come la violazione della privacy sia essa stessa un'enorme paranoia schermata dalla ancora paranoica paura di avere sicurezza sempre e comunque, a tutti i costi. dall'altro lato hai invece mostrato con maestria come ognuno abbia le proprie di paranoie e per tutti ugualmente imprescindibili e importanti, non solo, ci mostri come l'ego delle persone a volte sia così inspiegabilmente smisurato nel ritenere, e credere, che la stessa presenza abbia un occhio di bue puntato su di loro in ogni istante della propria vita. insomma, come tuo solito hai messo non una bistecca ai ferri, ma un'intera vacca!
sulla forma non ho granché da segnalarti se non che ti serve una letta tranquilla che sistemi a tratti la punteggiatura (roba da niente davvero).
mi ha stupita vedere un tuo pezzo più a flusso di pensiero che di dialogo, sei stato ugualmente bravo e capace.
l'unico neo, ottusità mia, è non aver capito l'ultimissima frase: perché vittima? per me non lo è assolutamente. o volevi forse dare l'ultimo tocco di ironia?? lui sa di aver fatto della sua paranoia il proprio mestiere, ma non perché realmente sia così, ma perché è vittima della società in cui lavora e dei maniaci paranoici che lo circondano? help me please ^_^"
ciao ciao Marco, e alla prossima! :)

ps. il titolo l’avrei visto più come: “ci sono pericoli e pericolo” nel senso che il plurale è generale, e il singolare è specifico e, di suo, più importante… sì, ok, è una stronzata, ma mi è venuto in mente e te lo dico ;P

7. Olorin_L'uomo nero
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ciao Marco e ben ritrovato :) contenta assai che il martedì non ti sia stato d'impiccio! ma bando le ciance, veniamo al pezzo :)
mi hai fatto piegare dalle risate! come spesso accade! hai saputo calare alla perfezione il lettore nella gag e poi nella reale inversione di visione. lì, però, mi sono un po' incazzata... non fosse che mi sarei aspettata che il fratello continuasse a mantenere la sua posizione di impavido e sbruffone che, cmq, fa la parte del fratello maggiore. oltretutto un'altra cosa che mi ha stonato moltissimo è stata sapere che i genitori fossero al cinema e il figlio non lo ricordasse, soprattutto se fifone. non credo lo scherzo avrebbe potuto sussistere, a meno che tutti i ragazzini non fossero nella stessa stanza. non so, la scena mi è piaciuta moltissimo per davvero, ma questi due particolari me l'hanno un po' guastata perché me l'hanno resa non troppo reale... non so se mi capisci, nel caso cercherò di spiegarti meglio.
nel complesso il tuo stile è inappuntabile, leggero e caratterizzante come sempre e le idee che fanno da perno ai tuoi racconti sono sempre originali e divertenti. ribadisco, l'unico suggerimento sarebbe quello o di fermare la narrazione al prima dell'inversione di paura del fratello o di farlo finire davvero con l'uomo nero che fa la sua entrata in scena :)
ovvio, tutto è frutto del mio mero gusto personale.
complimenti a prescindere e alla prossima!
ciao ciao Marco ^_^

8. Ceranu_Amici fino alla fine
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ciao Francesco e ben ritrovato :) sono contenta di vederti ancora tra i partecipanti, non potresti prendere vizio migliore che partecipare a MC :D ma veniamo al pezzo.
mi è piaciuto. realistico e crudo. tranquillamente immaginabile e veritiero. ho avuto un attacco di panico in seguito a una grossa crisi asmatica e... succede proprio così :cry: , poi... va beh, io che sono un po'... mmm... dolce di mio non ho reagito a prepotenza, ma ho pianto come una bambina spaventata ^_^"
l'intensità delle scene è vivida e catapulta subito il lettore nel delirio immaginario e ipocondriaco che attanaglia il protagonista, le azioni si seguono senza affanno e la storia fila liscia. il finale mi ha lasciato qualche perplessità, ma...forse, solo perché mi ero fatta un'idea diversa a partire dal titolo ;P
insomma, non succede nulla di quello che non ci si aspetti, ma non infastidisce per nulla la lettura e l'interesse della narrazione che prosegue bene "fino alla fine". e, riparlando di titolo, io ti suggerirei un "la fine di un nuovo inizio" :P …così, perché mi pare sia un loop!
qualche nota tecnica:

nei dialoghi, se scegli il trattino, devi usare quello lungo e non il meno e non va mai chiuso se la frase è tronca e quindi non seguita da un ulteriore pezzo di dialogo:
-Stia tranquillo, alla sua età può capitare di perdere qualche diottria.- > non devi mettere il trattino, ma finire col punto.
-Ho perso tre diottrie dall'occhio sinistro.- Il silenzio che seguì lo fece preoccupare. > qui è ok, ma va questo trattino "–" e non questo "-"

-Allora prenota una visita dall'oculista, o alla peggio ti faccio fare una tac- > qui toglierei la virgola prima della congiunzione e metterei "alla peggio" come inciso.

sapeva cosa intendeva con il “fare una tac”, > toglierei il determinativo prima di "fare una tac"

si guardò allo specchietto retrovisore, > credo sia meglio la preposizione articolata "nello" specchietto...

è un emergenza. > manca l'apostrofo dopo l'indeterminativo, mannaggietta!

-E' un emergenza- O_O allora perseveri Francesco! ;P e poi la E accentata maiuscola di scrive così: "È"

-So cosa? Questo è il tuo solito attacco di panico- Pietro lo guardò sorpreso
-Ora capisco, quindi quelli che mi davi erano degli antidolorifici
-Stai sparlando, ora ti porto dal medico.-
Guardò Pietro con occhi supplicanti
> qui ti sei scordato tutti i punti di chiusura XD

Guardò l'infermiere e sorrise: -vedi, avevo ragione io > qui serve la maiuscola a "vedi" e il punto finale

ah, un'ultimissima cosa Francesco: perché lo hanno stretto con cinghie?
beh, sono arrivata alla fine del racconto e del commento. spero le segnalazioni possano tornarti utili :) alla prossima e bella prova!
ciao ciao :)

9. Geppetto_Tradimento
SPOILER (click to view)
ciao Diego e ben ritrovato ^_^ ancora una volta il tuo pezzo ha un risvolto finale che lascia l'amaro in bocca, come nel caso del vecchio e la bella infermiera... beh, questa volta però, la parte finale (proprio solo l'ultima riga) non mi convince. non credo che in un'unica giornata la moglie possa portarsi via il figlio senza né beh né ma, andare dall'avvocato e tornare a casa per lasciare la lettera e sparire nel nulla. è quanto mai vero che una paranoia è una paranoia, e su questo non discuto (visto che la realtà supera davvero di gran lunga la fantasia), ma l'ultima frase mi ha infastidita nella validissima messa insieme del racconto. per il resto, infatti, la storia scorre bene e riesci a far emergere in modo infallibile le paturnie della moglie e la sua maniacale ossessione nel vedere ovunque complotti meschini contro di lei, dal marito al figlio alla vecchina tremolante. bravo.
dal punto di vista della forma, invece, c'è qualcosa da sistemare: innanzitutto i segni d'interpunzione del dialogo sono scorretti, bisognerebbe usare i trattini lunghi e non i meno, oltretutto se si opta per il trattino non si deve mettere il segno in chiusura di una battuta di dialogo se non in presenza di incisi all'interno della stessa battuta, semplicemente, si chiude la battuta con il punto fermo o un punto interrogativo o esclamativo. Poi scordi spesso il punto fermo a fine frase. molto spesso scordi gli spazi dopo la virgola o ne metti uno di troppo, a volte anche prima delle virgolette. Lo so che sono cose da nulla, ma ce ne sono così tante da rendere a tratti la lettura difficile, come in apertura quando dopo "pensò" non metti il punto e sembra vada a collegarsi a Manlio e non al pensiero di Eva :)

Dallo specchietto osservo la piccola striscia di inchiostro blu sul lato del labbro, aveva rosicchiato quella biro da averla disintegrata, come il giorno prima, ma almeno stavolta non aveva macchiato la camicia per pulirsi e neanche i pantaloni di Gatorade. Che scherzi idioti che si facevano tra maschietti pensò con un sorriso. > manca l'accento su "osservò" e la frase sottolineata non credo si inserisca bene. la frase precedente parla di come lo stesso Manlio si sia sporcato la camicia di inchiostro e i pantaloni di Gatorade... cosa c'entrano gli scherzi dei maschietti? e poi, perché maschietti? e non uomini? ^_^" se volevi alludere al fatto che le mutande fossero appiccicose per il Gatorade, così come immagino, visto che sono le cose che hai tirato fuori prima con la moglie, allora cambierei periodo e lo aggiusterei :)

bene, tutto quello che potevo e volevo dirti te l'ho segnato. spero possano tornarti utili come consigli da ascoltare o lasciare scorrere come se nulla fosse stato :) a te la scelta ovvio.
nel complesso bella prova, migliorabile, ma ben fatta, sa intrattenere a dovere.
ciao ciao Diego e alla prossima :)

10. Swetty_Parànoia
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ciao Chiara, sempre piacevole leggerti e "incontrarti". questa volta la tua penna ci ha portato oltre confine, fino alla mitologia greca e all'ennesimo brutto gioco degli Dei verso i poveri umani. Aiace e la sua pazzia voluta da Atena a cui la schiava Tecmessa non riesce a imporsi. la tragedia è obbligata. e qui un po' ci rimango male. come spesso accade, ma è un mio mero gusto personalissimo e opinabile, quando si scrive di eventi e storie già note io ritengo che sia essenziale dare una riscrittura delle stesse, una nuova interpretazione, o uno spin off. Non voglio sapere quel che già so, ma vorrei vedere come una mente brillante possa rivisitare e cambiare e plasmare quella storia conosciuta e condivisa per renderla attuale e diversa...
diciamo che dal punto di vista formale non ho alcun suggerimento da lasciarti, beh, sei già così brava e dosata di tuo, ma per quanto riguarda il commento personale, ecco, la tua storia non mi ha dato nulla in più di prima che iniziassi a leggerla... e quando leggo ho voglia di scoprire una storia nuova, una storia che mi porti a viaggiare ovunque l'autore voglia spingermi.
perdonami quindi Chiara, ma non ho apprezzato il tuo pezzo. non come avrei dovuto, immagino.
spero di rileggerti alla prossima :)
ciao ciao ^_^


come sempre, complimenti a tutti! è sempre più complicato dare un ordine al gradimento XD
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 27/4/2014, 17:47




Et voilà!
È difficile stilare questa classifica, soprattutto perché agli ultimi posti ci sono racconti che per me sono sullo stesso livello, quindi mi affido al gusto personale…
Magari commentare tutti ma indicare ciascuno solo i primi 3 posti? Sarebbe un’idea? Ciao! :)


CLASSIFICA

1. Però, di Tina Caramanico – Nella vita c’è sempre un però

2. Ci sono pericolo e pericoli, di "Marco Migliori" - Le paranoie degli altri

3. Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella – Il fato e la befana

4. Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga – Extraterresti al forno

5. Addio palanoie, di Simolimo – E si sgonfiò come un foruncolo al batuffolo di cotone

6. Amici fino alla fine, di Francesco Nucera – Il tumore temuto

7. Tradimento, di Diego Ducoli – Tradì? Mentì.

8. L'Uomo Nero, di Marco Fronzoni – I fratelli maggiori sanno essere str***i

9. Il bianco, di Raffaele Marra – fuori l’aldilà, aldiqua il reality

10. Paránoia, di Chiara Paci – la momentanea follia di Aiace



COMMENTI (IN ORDINE SPARSO, DI LETTURA)

Il bianco, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, la prosa del tuo racconto è buona e anche la tensione e l’ambientazione. Tuttavia temo che tu sia andato fuori tema. Il racconto mi pare che parli di un caso di momentanea follia e non di paranoia. Il concorrente del reality che si crede chiamato dall’aldilà (inferno o cielo, non importa) invece che dalle voci negli studios non convince appieno, a meno che non si postuli la sua pazzia.
Peccato, perché all’inizio pensavo di essere in un’ambientazione alla Ubik, e il racconto mi stava piacendo molto di più che nella sua conclusione, che invece è il punto cruciale e il fulcro in un racconto breve.
Alla prossima!


Paránoia, di Chiara Paci
Ciao Chiara, non posso che apprezzare il richiamo mitologico del tuo racconto, per di più su uno dei personaggi che più apprezzo dell’Iliade, Aiace Telamonio, portato dagli dèi alla pazzia affinché non si vendichi di Odisseo che gli ha soffiato le armi di Achille.
Tuttavia, per l’appunto, nel caso del tuo racconto, come in quello di Raffaele Marra, si tratta a mio modo di vedere di un episodio di raptus di follia momentaneo, e non di paranoia, che è invece frequente, duratura e pervasiva. Tanto più che Aiace ne è ormai consapevole e per nulla paranoico, ma a conoscenza dei fatti:
CITAZIONE
— Mi hanno condotto alla pazzia, capisci? […] — Hanno voluto che io impazzissi, hanno pregato gli dei perché succedesse. È la loro invidia che mi costringe.

Non è paranoia di Aiace, è la pura verità.
Sul resto, lo stile è buono.
Ero poi semiserio sulla battuta: “magari ha scambiato per Tecmessa anche una pecora!”
Questa sarebbe stata una riscrittura originale, in cui Aiace non è momentaneamente pazzo per volere di Atena ma davvero paranoico e vittima di persistenti allucinazioni. Mi aspettavo, speravo, che facesse il suo ingresso in campo la “vera” Tecmessa e gli dicesse: - Aiace! Che stai facendo con quella pecora?!?
Ma è solo un’idea, spero che non ti offenda. 


Però, di Tina Caramanico
Ciao Tina, che dire ancora del tuo racconto se non che mi è piaciuto molto? Ma andiamo sullo stile e sul contenuto, al di là delle considerazioni personali: sono ottimi, pressoché perfetti, adeguate declinazioni del tema della paranoia anche nella materie extradiegetica, complimenti.
In più il racconto fa ridere ma fa anche riflettere. Insomma, cosa chiedere di più da un racconto breve? Brava! ^_^


Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga
Uhm, incrocio di due paranoie, entrambe vere? Ma quella del marito – molto più grave – non era affatto una paranoia, non più almeno, ma la verità.
Non so, ho l’impressione che tu abbia messo troppa carne al fuoco senza scegliere un focus e una direzione chiari per il racconto, Viviana.
Avrebbe avuto perfezione e coerenza interna se la sola paranoica fosse stata la moglie e la distruzione della casa fosse stata causata non dagli alieni ma da una banale esplosione del forno…
Dal punto di vista logico inoltre quest’ultima frase:
CITAZIONE
“Oh, cielo...” mormorò. “Gaia, ti ricordi di quando tuo fratello ci ha detto che a furia di criticare Marta per la sua cucina l'avevi resa un po' paranoica?”

non ha senso se la casa è stata distrutta dagli alieni, sembra invece sottintendere la direzione che ti suggerivo sopra.
Alla prossima!


Tradimento, di Diego Ducoli
Ciao Diego, ben ritrovato. Il pezzo è solido dal punto di vista della trama e come interpretazione del tema della paranoia. Peccato che manchi di verve nel finale e di un vero e proprio colpo di scena: è tutto coerente ma non succede niente che ci stupisca, tipo che la moglie o il figlio vengono trovati morti investiti da Manlio al ritorno a casa per la fretta che lei aveva di andarsene via. La lettera dell’avvocato, poi, ci ha messo davvero poco tempo ad arrivare: ah! se le poste funzionassero davvero così!
Altro appunto: ci sono parecchi errori di punteggiatura, ma pazienza, bada almeno agli errori di grammatica gravi: “le” per “a lei” femminile, non “gli” (che è maschile):
CITAZIONE
La vecchia stronza,che si chiamava Adele, gli porse una mano tremante

Manca anche il punto finale e lo spazio dopo la virgola, la frase corretta sarebbe così:
CITAZIONE
La vecchia stronza, che si chiamava Adele, le porse una mano tremante.

E anche “a dormendo” non esiste in italiano, probabilmente però è solo un refuso. Ciao! Alla prossima! :)



Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella
Ciao Angelo, decisamente carino il racconto. Mi è piaciuto come hai fatto salire nel lettore il dubbio che le attenzioni del bagnino fossero rivolte al professore, in senso omosessuale, per poi virare bruscamente sulla reincarnazione e sul destino astrale. Divertente.
Che appunti farti? Forse il racconto pecca un filo di maschilismo, data la sensazione di liberazione provata da Berto quanto il suo ex allievo gli soffia una donna bella quanto la befana.


Addio palanoie, di Simolimo
Ciao Simo! :) Temo che bisogni essere proprio ragazze per immedesimarsi e capire la portata tragica di questa particolare paranoia estetica, come hanno sottolineato altri lettori maschili.
Però temo che il problema del racconto stia nel fatto che non decolla. A mio modo di vedere non avevi abbastanza spazio, c’è l’escalation di preparazione, il setup della storia, le paranoie della protagonista… e poi niente, non c’è svolgimento e conclusione e tutto si sgonfia abbastanza presto con l’espediente che era sabato e non un giorno lavorativo. Sarebbe stato bello vedere la protagonista messa davvero alle strette dalla sua paranoia, così invece mi sembra che la conclusione tradisca le premesse e le aspettative del lettore. A rileggerci! ^_^


L'Uomo Nero, di Marco Fronzoni
Ciao Marco, il racconto non mi ha convinto fino in fondo. L’ho trovato un po’ altalenante. Mi spiego: all’inizio mi è piaciuto con l’atmosfera che crei fra i due fratelli, molto credibili. Poi mi sono cadute le braccia alla scena dell’armadio e dell’uomo nero che mi sembrava molto il tipico prologo di un episodio di Supernatural… Poi hai ribaltato ancora la frittata e messo quello che sembra un po’ uno spiegone sullo scherzo cattivo organizzato dal fratello maggiore e dagli amici e poi… ribalti ancora con la paranoia che prende il maggiore? Insomma, troppi alti e bassi e ribaltamenti, almeno per i miei gusti, è come se ci fossero quattro piccoli finali, invece che uno solo, e questo non moltiplica la tensione, ma la dimezza ogni volta. Alla prossima!


Ci sono pericolo e pericoli, di "Marco Migliori"
Ciao Marco. Peccato per lo spiegone finale! Che temo ti sia anche uscito un po’ male…
CITAZIONE
Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.

In che senso fare lo spione come ne Le vite degli altri è un lavoro che dà nutrimento alla paranoia del protagonista? Per lui, appunto, è un lavoro, e non una paranoia.
Invece molto molto carina l’idea che i paranoici non siano affatto paranoici: sono davvero spiati! È il cane che si morde la coda, il dire una cosa la fa essere. Davvero un’idea carina.


Amici fino alla fine, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, la prova è buona, la paranoia ben descritta e in salita. Come hanno notato altri non si capisce bene il finale: io personalmente avevo creduto una delle due: a) che fosse diventato pazzo e lo avessero messo in manicomio, b) che fosse sempre stato pazzo e legato con le cinghie fin dall’inizio e che la sua era tutta una paranoia in manicomio!
Comunque buona prova. Stai migliorando, ciao! :)
Ocio che con le parole femminili ci vuole l’apostrofo dopo l’articolo: “unemergenza”. Per fare la “È” maiuscola accentata puoi usare il codice ALT + 0200. Attento anche alla punteggiatura (o era un trucco il togliere spazi e punti fermi per diminuire il numero di caratteri?).
 
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ilma197
view post Posted on 27/4/2014, 18:11




Eccomi qui con le classifiche! :) Devo dire che sulla prima metà sono abbastanza convinta, sulla seconda molto meno, ho cambiato mille volte le ultime posizioni perché mi sembrava che nessuno meritasse di essere ultimo. Comunque, il sofferto risultato finale è questo:

1)PERO', di Tina Caramanico
Inizialmente, sembra quasi un racconto comico, poi però i toni diventano abbastanza inquietanti. Bella l'idea e reso ottimamente il degenerare dei rapporti familiari e la psicologia della protagonista. Lo stile è funzionale a caratterizzare il personaggio della protagonista, anche se alla prima lettura l'ho trovato un filino pesante da seguire.

2)IL BIANCO, di Raffaele Marra
Bel racconto. L'ho trovato ben gestito, ci ho messo un po' a capire cosa succedeva, ma comunque alla fine è stato chiaro. Ben resa anche la follia del protagonista, anche se forse tutto il racconto è un po' troppo surreale. Devo dire che non ho mai guardato reality, ma mi sembra che qualcuno avrebbe dovuto accorgersi che c'era qualcosa che non andava e intervenire prima.


3)CI SONO PERICOLO E PERICOLI, di Marco Migliori
Bella l'idea, il modo in cui descrivi le piccole paranoie della gente e poi crei un capovolgimento che mostra come la voce narrante sia il più paranoico di tutti. Forse avresti potuto gestire un po' meglio i tempi, nel senso che ho trovato il finale un po' affrettato, avrei preferito che ci fosse un accenno all'idea paranoici=potenziale pericolo già prima (magari molto sottile, in modo che non si capisse a pieno la follia del protagonista). Anche la frase finale non mi ha convinta del tutto, poco incisiva e in quanto tale forse anche superflua. In ogni caso, un'ottima prova.

4)ADDIO PALANOIE, di Simolimo
Un bel racconto comico. Il nome Mo Lesta mi ha fatto molto ridere, così come il modo in cui, dopo aver pensato a tante soluzioni, la protagonista opti per quella più assurda. Inoltre, mi è piaciuto il pathos con cui sei riuscita ad accompagnare l'uscita del pus.
Quello che non mi convince tantissimo è il linguaggio della cinese... vista la buona padronanza dell'italiano che dimostra, mi sembra che qualche erre ogni tanto dovrebbe azzeccarla. Immagino che l'idea fosse quella di enfatizzare l'aspetto comico, ma io ho trovato che esasperare così l'accento appesantisca solo la lettura.

5)LO SGUARDO DEL BAGNINO, di Angelo Frascella
Un racconto in cui succedono decisamente molte cose rispetto alla brevità del testo: Livia convinta che il bagnino la fissi, il marito che prima la considera pazza, poi diventa paranoico al riguardo, poi il bagnino che si rivela un ex alunno, la fissazione della moglie che sembra infondata e infine il bagnino che si porta via la moglie... Una mole di avvenimenti e capovolgimenti che hai gestito tutto sommato bene, ma il racconto risulta comunque un po' affrettato, soprattutto nella parte finale.
Altro piccolo appunto: mi sembra poco verosimile che un ragazzino delle medie discuta con un professore di scienze occulte, mi sembra che sarebbe decisamente meglio se il professore insegnasse in una scuola superiore. (ok, nulla vieta di pensare che insegni alle medie adesso ma all'epoca in cui il bagnino era suo alunno si trovasse alle superiori... ma, visto che non costa nulla, io cambierei comunque). A parte questo, racconto simpatico e ben scritto.

6)TRADIMENTO, di Diego Ducoli
Chiara da subito e ben resa la follia della protagonista, anche se la trama è piuttosto banale e prevedibile. Inoltre, un po' inverosimile la velocità dell'escalation finale che la porta ad andarsene di casa, sarebbe stato meglio un accenno al fatto che era già mezza pronta a farlo. Piccolo appunto:
CITAZIONE
Un bambino di circa dieci anni

Perché circa? La madre dovrebbe saperla l'età esatta del bambino...

7)OGNI PROMESSA E' DEBITO, di Beppe Roncari
L'idea è buona e il racconto scritto bene, ma a mio avviso avresti dovuto lasciare più spazio a Mida e alla sua supposta follia e meno alla discussione tra i medici. Lo scambio di battute in cui la regina cerca di celare la sua identità mi sembra inutile ai fini della trama e anche un po' inverosimile (perché avrebbe dovuto?). In generale, ho trovato il finale un po' affrettato. Altra cosa, la frase in dialetto all'inizio mi è risultata ostica da capire, e soprattutto, stona con l'ambientazione e il tono del resto del racconto.

8)L'UOMO NERO, di Marco Fronzoni
Racconto ben scritto, anche se l'ho trovato un po' prevedibile (la scena dell'ombra che esce dall'armadio arriva troppo presto per essere definitiva e anche il capovolgimento finale me lo aspettavo). Bruttina l'espressione "buia come il buio stesso". Un po' fumosa la dinamica con cui gli amici sono riusciti a organizzare lo scherzo (ho letto nei commenti che la voce della madre era stata riprodotta col tablet, ma alla prima lettura non l'avevo capito. E poi, a ben pensarci, mi sembra poco verosimile che il ragazzo si sia dimenticato che i genitori erano al cinema).

9)PARANOIA, di Chiara Paci.
Scritto molto bene, ma l'ho trovato un po' insipido. Di fatto, è una riscrittura di un mito, senza nessun elemento che dia originalità. L'uso del punto di vista di Tecmessa è interessante, ma neanche quello riesce ad aggiungere molto. Inoltre, mostri molto bene l'amore tra lei e Aiace, ma la pazzia, che avrebbe dovuto essere l'elemento centrale, rimane quasi sullo sfondo.

10)AMICI FINO ALLA FINE, di Francesco Nucera
Forse l'hai scritto troppo in fretta, perché ho notato certo numero di imprecisioni e refusi (un emergenza senza apostrofo due volte, mancano una serie di punti alla fine delle frasi, "emisfero mancino" non sono sicura che non si possa dire ma non l'ho mai sentito, alcune frasi con la punteggiatura da rivedere). A livello di contenuti, ho trovato molto ben resa la follia del protagonista, ma non ho capito il finale. Perché le cinghie? Ha davvero qualcosa?
In conclusione, secondo me il racconto ha delle ottime potenzialità, ma è migliorabile.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/4/2014, 21:52




Risulta sempre più difficile compilare una classifica in MC e mi piange sempre il cuore a mettere in basso dei racconti che, in valore assoluto, risultano piacevoli e ben costruiti.
In ogni caso, ecco la mia classifica:

1) Lo sbarco alieno di Viviana Tenga
Ho trovato molto divertente il “paradosso” nascosto in questo racconto: un uomo è ossessionato dall’assurda idea di un’invasione aliena, mentre la moglie prepara tranquillamente il pasto. Questa è la situazione iniziale e logica che ci troviamo di fronte all’inizio. La verità ribalta il tutto: l’uomo era nel giusto e l’unica “ossessionata” era la moglie nei confronti dei giudizi culinari della cognata. Perfetta la battuta finale.

2) Amici fino alla fine di Francesco Nucera
Ho trovato questo racconto davvero gradevole ed efficace: Francesco ha reso molto bene l’incalzare del panico nella mente del protagonista, a partire da un evento insignificante e a una serie di connessioni internamente logiche ma esternamente folli. Ho potuto percepire la paura di Enea e farla mia. Il difetto principale (a parte qualche svista qua e là, che in MC sono perdonabili) è il finale. Non ho davvero capito cosa intendesse dire Enea con l’ultima frase.

3) Ogni promessa è debito di Beppe Roncari
Questo racconto rappresenta una delle due rielaborazioni di miti già noti. In questo caso il mito scelto è noto “universalmente” e per tale ragione il racconto “arriva” facilmente a tutti i lettori. Mi viene un dubbio sull’uso che hai fatto di Sileno: secondo la mitologia è lui che ha donato il “potere” a Re Mida, se non sbaglio. Qui invece sembra un medico scettico: finge, per dare una lezione a Mida, o hai modificato il mito?
In ogni caso mi è piaciuto.

4) Addio palanoie di simolimo
Il racconto è divertente e prende in giro quelle “palanoie” tipicamente femminili legate ai piccoli problemi estetici (certo, forse se noi uomini non vi facessimo pesare certe inezie, forse vivreste meglio questi piccoli eventi). Il racconto umoristico, però, è, forse, il genere più difficile e si basa su equilibri minimi. Qui, forse hai esagerato un po’ con l’inquilina cinese: l’uso della “l” se all’inizio è simpatico poi stanca. Magari avresti potuto usare un nipotino per inserire la parola “palanoie” nei suoi pensieri e mettere una coinquilina molesta caratterizzata in modo più graffiante e vario. A proposito: una cosa che proprio non mi è piaciuta è il gioco di parole “Mo Lesta”. Se, in sé è carino, è “costruito” in modo troppo evidente e rompe il patto con il lettore. In ogni caso, credo che rivedendolo un po’ potrebbe venire fuori un ottimo racconto.

5) Però di Tina Caramanico
Questo racconto mi è piaciuto molto dal punto di vista della trama Pirandelliana, leggermente meno dal punto di vista stilistico. Apprezzo il tentativo di rendere il linguaggio “popolare” e parlato della narratrice, ma a mio parere il risultato è riuscito diciamo “per tre quarti”. Mi spiego meglio: il parlato risulta fin troppo reale e, secondo me, finisce per essere un pochetto confuso. Basterebbe una leggere ripulitura per passare da un parlato “reale” a uno “realistico” e coniugare l’efficacia letteraria con la resa del parlato.

6) Paranoia di Chiare Paci
Questo racconto è la riproposizione di un mito già esistente ed è, da un lato, scritta molto bene, ma dall’altro, per la sua natura di remake, un po’ carente dal punto di vista dell’originalità. Questo è insito nel racconto. La cosa che non mi ha convinto del tutto è ce, per godere appieno del racconto, occorre conoscere la storia di Aiace (o andarsela a cercare) perché la situazione non completamente chiara (per questo il racconto risulta non del tutto autoconsistente).
A parte queste piccole annotazioni, una buona prova.

7) Il Bianco
L’idea del racconto (il concorrente del Grande Fratello rimasto da solo in casa e impazzito) mi è piaciuta molto (seppure, proprio essendo lui tutto il tempo sotto le telecamere, mi rimane il dubbio di come ma nessuno si sia accorto in tempo della sua pazzia). Due annotazioni stilistiche: 1) nel testo c’è un eccessivo (almeno per i miei gusti) uso delle ripetizioni o meglio di parole simili o frasi che esprimono più o meno lo stesso concetto (“incapace di pensare, di ricordare, di prendere una decisione”, “non lo avranno, non passerà il confine, resterà lì per sempre”, “Forse dovrebbe andare via, accettare il trapasso con dignità, rassegnarsi all’idea di…” e così via). Questa costruzione non è negativa di per sé, ma usata così tante volte in uno spazio così breve rende monotona la lettura. 2) il secondo appunto è più lieve: ti riferisci spesso al protagonista come “il giovane”. Il punto di vista però è quello dello stesso Alex che non penserebbe mai a se stesso come “il giovane”. (Su questo punto non tutti saranno d’accordo, ma io, dopo lunga riflessione mi sono convinto che questo approccio paghi, in termini di identificazione col personaggio).

8) L'Uomo Nero di Marco Fronzoni
Il racconto è scritto bene e non ha difetti né di ritmo, né stilistici. Non mi hanno convinto due cose: l’idea dell’uomo nero che esiste davvero sa un po’ di già visto. Il colpo di scena centrale sembrava riportare le cose fuori da questo binario, ma poi il turning point finale è un piuttosto prevedibile, per quanto forse inevitabile. La seconda cosa è l’organizzazione dello scherzo: mi sembra un po’ difficile che il bambino, oltretutto pauroso com’è, si sia scordato che i genitori non fossero in casa. In ogni caso, un racconto gradevole, con qualche debolezza.

9) Tradimento di Diego Duccioli
Un racconto scorrevole e godibile in cui l’ossessione della protagonista è molto ben resa. Il difetto principale è nella tematica un po’ scontata e, soprattutto, nell’esito finale prevedibile.
C’è qualche piccolo difetto di forma (per esempio da rivedere l’uso dei trattini nei dialoghi). C’è anche un alla fine del primo, lungo, paragrafo, quando, il punto di vista passa bruscamente da Eva ad Adele senza soluzione di continuità. Aggiungo un riferimento a una macchia sul pantalone dovuta al Gatorade che però non ha riscontro nella prima parte del racconto (immagino, in una versione precedente, lei vedesse la macchia e pensasse ad altro e che il dettaglio si sia perso nell’inseguimento del numero dei caratteri). Come altri hanno già detto, la lettera dell’avvocato arriva troppo presto. Sarebbe stato meglio fargli trovare una lettera della moglie.
Insomma piccole imperfezioni che in MC sono spesso inevitabili, ma facilmente risolvibili con una revisione, nel caso tu voglia continuare a lavorare sul racconto.

10) Ci sono pericolo e pericoli
L’idea dell’uomo che sorveglia gli altri condomini dalle telecamere mi ricorda un vecchio film con Sharon Stone. Nonostante questo il racconto è abbastanza originale. Risulta forse un po’ troppo costruito come elenco di paranoie altrui, una serie di quadretti che alla fine risulta un po’ stancante. Non mi è chiarissimo il senso del “diventare vittima delle paranoie altrui” visto che, in realtà, lui mi sembra più il controllore di quelle paranoie.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 29/4/2014, 14:39




Ricordo che stasera scade il termine per l'invio delle classifiche.
 
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Olorin
view post Posted on 29/4/2014, 18:06




1. Però, di Tina Caramanico
È una forma di racconto che apprezzo, questa: una rappresentazione realistica del declinarsi della ‘malattia’, che prenda per mano il lettore e lo trascini in un percorso attraverso il crescendo delle sue apparenti contraddizioni, delle evidenti aberrazioni, rendendo queste ultime tentativamente verosimili, potenzialmente condivisibili e per questo meglio interpretabili.
Un gorgo risucchiante che per tutto il brano si cerca di fermare col buonsenso, dal buonsenso stesso però rischiando di farsi mettere sotto scacco; un estenuante tira-e-molla che fa da motore alla lettura e che la incalza fino all’ironica conclusione, cui sono arrivato confuso quanto la protagonista!

2. Il bianco, di Raffaele Marra
L’idea è avvincente. Peccato per la scelta e la gestione del punto di vista che a mio parere fanno perdere mordente alla vicenda, rendendo meno credibili e coinvolgenti le sensazioni deliranti del protagonista e costringendo a rivelare troppo e troppo presto il contesto reale. Inoltre nel corso del brano sorge spontanea la domanda circa il perché non vi siano incursioni da parte di addetti alla sicurezza, guardie, psicologi e quant’altro esista di praticabile per impedire proprio gli incidenti correlati a esperienze pur simulate, ma potenzialmente alienanti. Si passa quindi a un’interpretazione estremizzata, cinico-futurista del noto show, a un nonsense che potrebbe essere giustificato solo se il regolamento del gioco contemplasse anche l’eliminazione fisica dei concorrenti…

3. Lo sguardo del bagnino, di Angelo Frascella
Racconto godibile che non si arena su un finale scontato, anche se in realtà la logica si intorcina un po’ su sé stessa: insomma, ‘sto Fanelli guardava la coppia perché non era sicuro dell’identità dell’ex- professore (come spiega Berto alla moglie), oppure perché aveva riconosciuto l’anima gemella di altre vite? Perché nella seconda ipotesi, poco sarebbe importato di chi fosse l’uomo, no? Lo scopo sarebbe stato semplicemente quello di prendersi la donna – tra l’altro compiacente – a prescindere dall’identità del marito, dettaglio totalmente secondario, ma che qui viene messo in primo piano appositamente per giustificare un equivoco che poi tale non è. Annodato.

4. Lo sbarco alieno, di Viviana Tenga
Finale un po’ ingenuo che di fatto, a mio parere, risulta come una brusca frenata in un racconto che tutto sommato fino a quel momento restava abbastanza in quota. È anche vero che la vicenda a tratti sa di minestra allungata, con questo batti e ribatti dei due coniugi che sembra tergiversare poco verosimilmente senza arrivare a un esito veramente drammatico, però c’è questo confronto tra paranoie vere o abilmente millantate come tali, che avvince e conforta ad andare avanti nella lettura.

5. Ogni promessa è debito, di Beppe Roncari
Una reinterpretazione della vicenda che incuriosisce e avvince. Il finale però appare incoerente e getta un’ombra su tutto il brano: Sileno non guarisce Mida, allora perché quest’ultimo rivendica la tragica trasformazione come il materializzarsi della promessa poco prima enunciata? Dobbiamo forse recepire che immolandosi il satiro abbia guarito il re dal suo tocco metallizzante? Tale esito non sarebbe però in linea con tutta l’introduzione e lo svolgimento del racconto, in cui Sileno rappresenta l’approccio scientifico al problema, la negazione del tocco del re come qualcosa che sia al di fuori della paranoia che affligge il re stesso, e non la soluzione ‘magica’ ad esso.

6. Parànoia, di Chiara Paci
Il racconto è tecnicamente ben scritto, anche se Aiace, pur nella comprensibile spossatezza che segue la presa d’atto del folle gesto, rimane una figura troppo compassata, quasi fosse sotto l’effetto di una dose di valium. L’inciso in cui viene rivelato nei dettagli l’antefatto, a mio parere è troppo ponderoso per la collocazione strutturale che occupa, col risultato di sospendere eccessivamente a lungo l’immedesimazione del lettore nel drammatico tentativo di Tecmessa di distogliere Aiace dai suoi sordidi propositi e diventando un oggetto avulso dal contesto narrativo.
Nel finale secondo me sarebbe più chiaro dire che Aiace ‘volge la lama verso il proprio ventre’ piuttosto che ‘appoggia la spada al ventre’.

7. Ci sono pericoli e pericoli
Lettura faticosa, perché la forma del brano mi è risultata un po’ ostica. So che è un esordio pesante, per cui te lo circostanzio meglio:

CITAZIONE
L'occhiata gelida che mi ha lanciato, una mano che sulla cassetta della posta e l'altra che stringeva le lettere, diceva una cosa sola

Quel ‘che’ di troppo in un periodo così articolato mi ha costretto a tornare indietro più di una volta a controllare di non essermi perso qualche inciso.
CITAZIONE
Tutti intorno a loro, il centro di una fitta rete spionistica che li controlla

SONO tutti INTORNO a loro, ma È il CENTRO… disorienta.
CITAZIONE
Quella ragazza che guardava il cellulare infilato fra la borsa e la fiancata dell'autobus…

Io non l’ho mica capito dove sta ‘sto cellulare ‘infilato tra la borsa e la fiancata dell’autobus’…
CITAZIONE
Tutta gente convinta di minacce che li potrebbero schiacciare in mezzo secondo

Quel ‘CONVINTA DI minacce’ è davvero poco… convincente.
CITAZIONE
Il sorriso sparì che salivo le scale

CITAZIONE
dove guardo, comunque scelgo una telecamera da cui osservare trovo gente spaventata dal nulla

‘Comunque scelga’, sicuramente. E anche la virgola prima di ‘trovo’, secondo me.
Insomma, una buona idea, ma con troppi dubbi dal punto di vista della realizzazione.

8. Addio palanoie, di Simolimo
Una serie di passaggi iperbolici e parossistici che non mi hanno convinto del tutto. Un’interpretazione dell’assurdo affidata non al contesto, bensì ai commenti e alle dinamiche mentali altamente inverosimili dei personaggi, in stile manga giapponese - Heppoko jikken manga Ekuseru Sāga – piuttosto che cinese…
Diciamo che viene bene la metafora affidata alle ultime tre righe, in cui l’enormità narrativa si ridimensiona in maniera oltremodo realistica.

9. Amici fino alla fine, di Francesco Nucera
Resta il grande punto di domanda circa la ‘ragione’ che si attribuisce Enea nel finale… Si capisce già da metà racconto che trattasi di paranoico schizzoide, però insomma, il crescendo della crisi – pur se un po’ allungata e brodosa -, nonché l’affannosa ricerca dell’amico infermiere come panacea di tutti i mali, incuriosisce. Poi però la curiosità rimane.. e basta.
Manca qualcosa nella punteggiature e poi il parlare nel delirio non mi pare sia ‘sparlare’, bensì ‘straparlare’

10. Tradimento, di Diego Ducoli
Idea godibile, ma forma ampiamente da rivedere. A parte l’interpunzione che scricchiola, ci sono anche diverse ripetizioni, un cambio di PdV troppo evidente per non saltare all’occhio, il difficile collegamento tra sbaffo rosso e biro blu, l’esito funesto ma poco spettacolare della storia – forse se avesse trovato la casa in fiamme e la vecchia impiccata alla cassetta della posta, sarebbe stato meno realistico, ma certamente di maggiore effetto -, senza poi contare il fatto che mancano qua e là degli spazi, virgole e punti che probabilmente ti avrebbero portato oltre i caratteri concessi!
 
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sgerwk
view post Posted on 29/4/2014, 18:52




1. Però
Ottima prova, sia a livello di linguaggio che di costruzione. Usare forme dialettali non è facile, specie renderle nel parlato facendo al tempo stesso capire l'evoluzione della storia e dei personaggi, e soprattutto senza cadere nella macchietta. Anche perfettamente gestita la paranoia che cresce, con il dubbio che si instilla e poi cresce fino a diventare enorme, l'unica preoccupazione della protagonista che arriva alla follia.

2. Lo sbarco alieno
Carino il rovesciamento finale: l'esagitazione di Teo lascia proprio pensare che sia lui a essere paranoico, al punto da aver raggiunto le allucinazioni, ma alla fine tutto quadra, anche il modo in cui Marta pensa in modo monomaniacale all'arroso. Manca forse un po' di descrizione d'ambiente, ma il botta e risposta rende comunque abbastanza bene lo stato d'animo dei due personaggi.

3. Lo sguardo del bagnino
Storia carina, non particolarmente coinvolvente o originale ma una prova di buon mestiere. Non ho trovato nessun difetto di scrittura, i personaggi appaiono ben caratterizzati così come la situazione generale. Il finale ha un doppio capovolgimento: prima si pensa che in realtà il bagnino guardasse il suo vecchio professore, poi c'è la sorpresa che in realtà la cosa era come annunciato all'inizio, e oltretutto che al marito non importa affatto.

4. Addio palanoie
Di certo questa del brufolo è una paranoia vera e propria... nel senso comune del termine, ossia fissazione ingiustificata, paura eccessiva di qualcosa che in effetti non è così preoccupante come sembra alla persona che ne è soggetta. Devo ammettere che alla prima lettura un paio di punti mi sono stati poco chiari, per esempio non avevo colto colletto — correttore (pensavo che volesse mettere un colletto molto alto, ma di certo non sarebbe arrivato al mento). La cosa della "l" al posto di "r" non è molto divertente, è un po' una battuta da commedia all'italiana di livello Z. Però il resto della storia fila, ed è divertente.

5. Paranoia
Una interessante rivisitazione di un mito greco, una versione modificata che ha il suo fascino. Non sono tanto sicuro che il tema sia centrato: vedo la pazzia, ma non tanto la paranoia. Ammetto di aver dovuto riguardare la storia originale, in effetti credo che il racconto abbia più mordente se uno la ricorda. Nella prima frase "Ti prego non lo fare" credo che manchi la virgola.

6. Ogni promessa è debito
Non sono sicuro che la fobia del re sia caratterizzabile come paranoia, nemmeno accettando la versione del satiro che si tratti solo di un delirio. Mi pare infatti che manchi l'elemento persecutorio (tutti ce l'hanno con me, mi spiano, ecc.) Comunque, in linea di massima il tema c'è, anche se poi la credenza del re si rivela del tutto reale nell'ultima scena. La massima in dialetto confonde, lasciando pensare a una storia al massimo medievale quando invece l'ambientazione è più antica. Per il resto, il racconto mi è parso scritto bene: c'è una domanda iniziale (di che malattia si tratta? riuscirà l'uomo dalla barba caprina a curarla), e una evoluzione che porta allo scioglimento. La frase finale è un po' contraddittoria, nel senso che se Sileno fosse riuscito a guarirlo non avrebbe avuto tanto oro quanto pesava... :)

7. L'uomo nero
L'idea in sé, e anche la costruzione dello scherzo mi sembrano un po' troppo improbabili per risultare credibile. Il fratello avrebbe dovuto registrare la voce della madre, e il bambino non ricordare che i genitori non c'erano, e non sentire gli amici del fratello entrare in casa. Non so, la paura dell'uomo nero o in generale del mostro nell'armadio mi sembrano un po' troppo paure infantili per essere classificabili come paranoie.

8. Bianco
Il finale non me lo aspettavo: la voce che si pensa essere nella sua testa, o un ricordo di cose che erano state dette, è quella della regia di un reality. Il racconto però secondo me manca un po' di concretezza, o forse non c'è abbastanza bilanciamento fra le descrizioni dell'ambiente e quelle delle sensazioni del protagonista, per cui la scena appare sempre un po' vaga. Poi qui più che di paranoia mi sembra che si tratti di allucinazioni, e almeno in senso tecnico non è la stessa cosa.

9. Amici fino alla morte
L'idea ci poteva anche stare: Enea è così convinto di stare male da finire a pensare di essere morto. O almeno questa à stata la mia versione dell'ultima frase, collegandola al titolo. Secondo me però il racconto non riesce a trasmettere bene il tipo di sensazioni del protagonista; forse la narrazione è troppo veloce, e non si sofferma mai abbastanza per fare capire cosa stia provando. C'è qualche problema di scrittura, come i trattini alle fine dei dialoghi e qualche virgola dove sarebbe stato meglio un punto.

10. Tradimento
La descrizione di come la donna mantenga una facciata di normalità quando dentro cova un delirio paranoico è ben fatta, ma purtroppo nel complesso il racconto manca di un finale adeguato, e ha vari problemi di scrittura. Per prima cosa: la moglie pensa che il marito la tradisca, quindi uno si aspetta come finale o che è vero o che non lo è; il fatto che non lo sia lascia insoddisfatti, è comunque una delle due cose che ci si poteva aspettare. Come scrittura, segno le cose che hanno di più attirato la mia attenzione: "Un bambino di circa dieci anni scese" se il punto di vista è della madre, non penso che questo sia il modo in cui pensa a lui; c'erano altri modi per far capire che è un bambino, come per esempio fare a un certo punto riferimento a una maestra o alle scuole elementari. Stessa cosa per "osservò la vicina accendere il veicolo". Ci sono poi vari errori minori: trattini alla fine dei dialoghi; occhio agli spazi intorno a virgole e virgolette; mancano un paio di accenti. Possibile che la sera stessa già ci sia la lettera dell'avvocato?
 
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=swetty=
view post Posted on 29/4/2014, 19:07




Chiedo scusa a tutti, ma questo è un periodo di lavoro forsennato e non riesco a commentare. Forse riesco a lasciare qualche nota nei prossimi giorni, ma non garantisco.

1. Ci sono pericolo e pericoli
2. Però
3. Lo sbarco alieno
4. Il bianco
5. Amici fino alla fine
6. L'uomo nero
7. Tradimento
8. Ogni promessa è debito
9. Addio paranoia
10. Lo sguardo del bagnino
 
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Geppetto
view post Posted on 29/4/2014, 21:08




L'uomo nero di Marco Fronzoni

Un bel racconto ha ritmo, ed è ben scritto. Purtroppo per far funzionare lo scherzo hai usato un sistema un po' complicato e non molto plausibile che fa stridere il tutto.
Il racconto dovrebbe parlare di paranoia ma sembra che il tema sia la paura.
Una bella prova sopratutto il finale “aperto” l'ho trovato molto gradevole.

Addio palanoie di Simolino

Ciao Simo. Racconto simpatico anche se non riuscirò mai a capire l'enorme problema che può dare un brufolo. Non ho particolari appunti da farti,il brano scorre bene senza particolari intoppi.
L'esplosione del brufolo è una descrizione eccezionale. Nonostante tutto il pezzo non mi ha lasciato molto, ma è solo gusto personale,resta una bella prova.

Lo sguardo del bagnino di Angelo Frascella

Ciao Angelo. Che dire del brano. Veramente bello, uno dei miei preferiti, la storia risulta a tratti assurda, ma in ogni modo giustificata. Il brano è divertente e scivola veloce, lasciando un piacevole ricordo. Ottima prova.

Lo sbarco alieno di Viviana Tenga

Ciao Viviana è un piacere rileggerti.
Un ottima prima parte. Le paranoie sono ben caratterizzate creando un brano molto piacevole.
Il finale mi ha lasciato perplesso. Pochi minuti o ore questi vanno sul luogo dell'esplosione?
Mi sembra un po' forzato, ma la trovata del forno con l'arrosto è geniale.

Parànoia di Chiara Paci

Ciao Chiara è un piacere rileggerti.
Nulla da dire sullo stile, uno dei migliori che ho avuto il piacere di leggere. La storia mi ha lasciato un po' perplesso. Oltre al sapore del già sentito, ho trovato che il tema sia più la follia che la paranoia. Nonostante l'amore di Tecmessa sia reso molto bene, il brano non mi ha entusiasmato molto Mi aspettavo qualcosa di più.

Ci sono pericoli e pericoli di Marco Migliori

Ciao Marco e ben ritrovato.
Ottima prova. Il paranoico che spia altri paranoici che hanno ragione di esserlo, bell'idea.
Il racconto scorre senza particolari sbavature. Un unico appunto sulla frase finale,l'avrei tolta, non aggiunge nulla ad un racconto già bello di suo. Complimenti.

Però di Tina Caramanico.

Ciao Tina è un piacere rileggerti. In questa sessione di MC hai creato un brano eccezionale.
Terribilmente reale nell'assurdità della situazione e nella sua evoluzione. Scrittura efficace e adatta al contesto. Nessun appunto da farti se non: brava.

Ogni promessa è debito di Beppe Roncari

Ciao Beppe. Questa volta ci hai portato in Grecia. Devo ammettere nel brano non ho l'ho apprezzato particolarmente, la paranoia non emerge, il tono molto aulico appesantisce un po' il tutto.
Forse ci sono delle sfumature del brano che non sono in grado di cogliere,ma gli ultimi ricordi sulla mitologia greca risalgono alle superiori.

Il bianco di Raffaele Marra

Ciao Raffaele e ben ritrovato.
Un bel racconto, l'idea della follia dentro la “casa” il finale crudo li ho trovati originali.
Non ho trovato particolari problemi, ne di scrittura ne di punteggiatura.
Un brano che fa riflettere su alcune assurdità della società, anche se logicamente nel tuo brano tutto risulta amplificato. Ottima prova.

Amici fino alla fine di Francesco Nucera

Ciao Francesco e ben ritrovato.
La paranoia del protagonista è ben rappresentata, il brano scorre bene e senza incongruenze.
Il finale mi sembra in linea col resto del racconto e coerente con la realtà.
L'unico appunto che mi sento di farti è che non ho trovato la solita verve che ti caratterizza, mantenendo il racconto un po' al di sotto dei tuoi standard.

1) Però
2)Lo sguardo del bagnino
3)Ci sono pericoli e pericoli
4)Il bianco
5)Amici fino alla fine
6)Lo sbarco alieno
7)L'uomo nero
8)Ogni promessa è debito
9)Addio palanoia
10)parànoia
 
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