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Lista Racconti ammessi e vostre Classifiche MC VI Edizione Terza Era

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Il Carnefice
view post Posted on 26/6/2014, 09:51




Questi i racconti ammessi:

Almeno questa è carina, di "Marco Migliori" 3245 car 23:59 (7 punti malus)
E fu la voce, simolimo 2981 car 23:56
Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino 2982 car 23:55
Abuso, di Sallow 2659 car 23:54
Polvere, di Alessandra Lusso 2354 car 23:52
La gabbia, di Ducoli Diego 2732 car 23:49
Bianco Noir, di Raffaele Marra 2982 car 23:48
L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni 2929 car 23:43
poveri voi, di Francesco Nucera, 2975 car 23:36
Omicida "seriale", di Angelo Frascella 2975 car 23:33
Una merce rara, di Alberto Della Rossa 2996 car 23:13
Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu 2855 car 23:09
Agorafobia, di Marco Actis Dato 2826 car 22:20
Libera! (Gli dèi mortali), di Beppe Roncari 2999 car 22:20

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 3 luglio, ma vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00.

Avverrà in un secondo tempo la comunicazione dei racconti selezionati per la pubblicazione nell'Antologia (i primi 3 della classifica generale + X altri dove X è un numero compreso tra 0 e N).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 15 punti bonus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti bonus per chi commenta la metà dei racconti +1


Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

Detto questo, BUONA EDIZIONE A TUTTI!

Edited by Il Carnefice - 2/7/2014, 07:50
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/6/2014, 23:30




Ciao a tutti

Apro le danze con la mia classifica.

1. E la voce fu
Un racconto molto narrato, che non ha protagonisti, ma viene riportato dal narratore, in linea generale mi farebbe storcere il naso. Qui non siamo nelle linee generali, però, e questo racconto in particolare mi è piaciuto molto, per due ragioni che lo fanno funzionare bene. La prima e stilistica: il racconto è coinvolgente e si legge con piacere. La seconda è intrinseca: la storia si conclude con l’umanità che riscopre l’arte del racconto. E questa voce che narra questo racconto cos’altro è se non la risposta a quel “hai una storia da raccontarmi?”. Insomma e la voce fu e ci raccontò questa storia: e, quando i racconti riescono a riportare in modo efficace la sensazione di stare fra due specchi che riflettono un’immagine all’infinito, la testa un po’ mi gira e non posso che riconoscere il colpo da maestro!

2. Polvere di Alessandra Lusso
Racconto di ambientazione post-apocalittica che mi ha ricordato un po’ le atmosfere di Mad Max. Lo stile evoca in maniera molto efficace le durezze di un simile mondo e l’idea del rabdomante che, accortosi che l’acqua è finita, decide di usare il petrolio per liberare se stesso e gli altri da una morte lenta, mi è piaciuta davvero tanto… anche se, e questo è l’unico neo del racconto, dubito che ormai (e dunque tantomeno in futuro) si possa trovare petrolio semplicemente scavando con la forza delle braccia)

3. poveri voi, di Francesco Nucera
Efficace ritratto di un anti-conformista conformista, convinto di essere l’unico capace di pensiero indipendente in un mondo di ipocriti ma completamente assuefatto allo società. Mi è piaciuto il modo in cui arrivi alla verità di Giovanni senza mai doverla dire esplicitamente, anzi sposando il suo punto di vista e lasciando che atteggiamenti e simboli parlassero da soli. Solo qualche annotazione secondaria. La prima: non è chiaro dove si svolga la scena iniziale (Se è nella sala professori, non si capisce che ci facciano gli alunni… dove sono quindi?). La seconda: un docente di scuola, seppure privata, non credo si possa permettere un orologio d’ora. L’ultima è puramente formale: il trattino che andrebbe usato per il dialogo è quello lungo e non il meno (e dopo serve lo spazio). Ovviamente si tratta di dettagli che non inficiano il giudizio generale.

4. L’App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni
Gustosa questa visione distopico-satirica del futuro. Ci sono delle frasi da incorniciare, come “Mediapork, della tecnologia non si butta via niente” e quella sulla mobilità orizzontale e verticale. Il tutto riesce a mettere in evidenza l’idiozia della direzione in cui stiamo andando estremizzandola. Il difetto principale è che non c’è una trama vera e propria, ma si tratta di una specie di lungo infodump. D’altra parte, è l’unico modo per raccontare un mondo complesso in poche battute (come era successo a me il mese scorso). Quindi, va bene così.

5. Agorafobia, di Marco Actis Dato
Piccoli elementi di quotidianità, un uomo che va in pensione, senza clamori e senza grosse emozioni, almeno apparentemente. Ma poi una nota stonata, una notte insonne e quell’incapacità di adattarsi alla vita da pensionato viene fuori, sempre senza clamori, ma in maniera efficace. Complimenti: non è facile raccontare una storia con dei toni così sobri eppure facendo passare il dolore esistenziale del protagonista.

6. Una merce rara, di Alberto Della Rossa
Racconto piacevole e ben scritto, sul tema classico della vendita dell’anima al diavolo. Solo un dubbio: perché il diavolo vuole anche il sangue del condannato? Mi ha lasciato un po’ perplesso la scelta del nome di Satana: non dico che avresti dovuto chiamarlo Azazziello, ma Luigi suona troppo prosaico. Si tratta però di un difetto minimale, in un racconto che funziona bene e ha un finale fulminante.

7. Bianco Noir, di Raffaele Marra
Il duello fra Dio e Satana è uno spunto classico, ma qui Raffaele lo gestisce molto bene, evitando di cadere i stereotipi abusati e concedendosi un Dio umano (che beve whiskey e prova pietà per l’avversario) e suggerendo un Satana animalesco e rabbioso. Molto efficace l’espediente del doppio flash per suggerire l’intervento divino nel mondo (per quando limiti un po’ l’ubiquità della visione tradizionale di Dio ;). Ottimo lo stile

8. Libera! (Gli dèi mortali) di Beppe Roncari
A parte la frase di apertura, un po’ troppo avvolta su se stessa un buon racconto che si legge con gusto fino alla fine. Rimane però il dubbio su cosa siano questi Obi. Robot? Cloni? O magari piante che hanno assunto sembianze umane come in un vecchio numero di Rat-Man? E perché non ci sono più giovani in questo mondo? (almeno così mi sembra di capire dallo stupore della vecchia nel vedere una ragazza).
Insomma rimangono molte domande aperte e (sarà forse per la mia formazione da ingegnere) questo mi lascia parzialmente insoddisfatto.

9. Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino
Idea del racconto molto interessante. Il racconto in sé però mi ha lasciato un po’ freddino. Credo che manchi un po’ di emotività nella seconda parte. Capisco la necessità di rendere il distacco con cui lo schermo televisivo filtra la realtà e la violenza e il modo in cui stempera la drammaticità della situazione per piegare la verità, ma il rischio è che lo si legga più con la testa senza sentirsi troppo coinvolti (almeno così è successo a me).

10. La gabbia, di Ducoli Diego
Il racconto è scritto molto bene e trasmette bene la disperazione del protagonista e poi la paura. Però, quando arrivo alla fine di un racconto e scopro che il protagonista era un cane (o magari un gatto…) e tutto il racconto è giocato sull’equivoco del fatto che all’inizio questo non fosse stato detto un po’ mi irrito (e mi torna in mente il suggerimento di Carver: “niente trucchi da quattro soldi”). Tra l’altro di racconti strutturati così ce n’è almeno uno a edizione di MC. Se non altro, non hai scelto di seguire i pensieri del cane come se fossero quelli di una persona. Attenzione, non è che abbia qualcosa contro i cani o i gatti ma è, come ho detto altre volte, la sottile linea rossa che passa fra il sentirsi sorpresi e il sentirsi ingannati che è difficile da gestore.

11. Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu
Il racconto trasmette tutto il senso di disperazione e squallore di un futuro senza futuro, e da questo punto di vista è efficace (da questo punto di vista è davvero efficace la scena iniziale col quadretto famigliare fuori uso), ma non sono sicuro di averlo capito. Cosa gli fa il dottore? Gli prende il sangue e in cambio gli dà cibo? Perché ha delle appendici sulle scapole? E perché tengono il cartone sulla finestra per non far passare la luce? E che c’entra quello sproloquio in corsivo nel penultimo paragrafo? Insomma, manca qualcosa che chiarisca il senso della trama che, al momento, pare un po’ criptico.

12. Almeno questa è carina, di "Marco Migliori"
Non sono sicuro di aver capito il racconto: i tre ragazzi, mi pare di capire, erano in una setta religiosa e quando questa è stata chiusa, il loro bisogno di avere qualcuno che pensasse al posto loro li ha spinti ad attaccarsi al primo personaggio, ma non ci metterei la mano sul fuoco (soprattutto sulla prima parte). Insomma il racconto avrebbe bisogno di qualche dettaglio in più per facilitarne la comprensione.

13. Abuso di Swallow
Ho riletto più di una volta il racconto, ma non sono riuscito a capire quale sia la storia. Chi è il protagonista? Un politico onesto ricoperto di fango? Un hacker che combatte per la libertà dell’informazione? Un ex-giornalista? E cosa sta succedendo? Tutto si riduce a una specie di flusso di coscienza, dallo stile ridondante, che sembra più un monologo contro il mondo di oggi che un racconto
 
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Ceranu
view post Posted on 27/6/2014, 23:46




Commenti di Ceranu in ordine sparso:

E fu la voce, di simolimo

Ciao simolimo, felice di ritrovarti in gara.
Ho apprezzato molto l'idea, ma non altrettanto lo stile scelto. Fa risultare tutto troppo “biblico”, anche se mi rendo conto che era proprio quella l'intenzione. Per il resto c'è poco da dire, sei brava e si vede. Crei l'atmosfera e la storia fila, ma la totale mancanza di dialoghi penalizza non poco il racconto.
Se me lo permetti ti darei un'idea: io ricostruirei la storia dal punto di vista di uno di quei bambini, magari dieci anni dopo, con un nonno che racconta i fatti accaduti. È solo un consiglio, e magari nemmeno tanto innovativo, ma probabilmente sarebbe stato meno “genesi” e più “minuti contati”.
Resta comunque un ottimo lavoro. Alla prossima.

Omicida “seriale”, di Angelo Frascella

Ciao Angelo, ben ritrovato.
Ora mi concentro e demolisco questo racconto. No, non posso, vorrebbe dire suicidarsi. Con le dovute proporzioni devo ammettere di ritrovarmi parecchio nell'atteggiamento del protagonista. Certo, io non ho mai cercato di uccidere nessuno, ma ho passato parecchie notti a guardare certe serie senza potermi staccare dalla tv. Ma è proprio questo l'unico difetto, io non ho avuto problemi, e credo sia stato così anche per gli altri, ma forse hai dato troppo per scontato che tutti avessero visto The Walking Dead. Non ho idea di come possa reagire chi non l'ha visto.
Il finale è strepitoso, e ti ringrazio perché mi fai ridere spesso.
Comunque complimenti, mi è piaciuto molto.

Libera! (Gli dèi mortali), di Beppe Roncari

Ciao Beppe, finalmente. Dopo un paio di edizioni un po' anonime ti ritrovo in ottima forma. Mi intriga molto la storia degli OBI (che io ho tradotto in “organismi biologici intelligenti”) e anche la doppia schiavitù, molto simile a quella che abbiamo già oggi con la tecnologia. Per il resto il racconto è gradevole, e ricco di spunti e di rimandi. Niente da dire se non che è un gran bel racconto. Bravo.

La gabbia, di Diego Ducoli

Ciao Diego, ben trovato.
Idea originale, bello il punto di vista del cane che perde la libertà appena ritrovata. Colgo anche la denuncia nei confronti di chi maltratta gli animali. C'è qualche imprecisione, ma dal mio punto di vista nulla di eclatante. Probabilmente in questo contesto avrei dato al cane una sua voce, ma va benissimo così. Bene

Almeno questa è carina, di Marco Migliori

Ciao Marco, ben ritrovato.
Sto faticando parecchio, qualcosa non mi torna. Direi che i tre ragazzi sono da poco usciti da una comunità di recupero per Vip-dipendenti. Dico bene? Ma non capisco se la pizzeria abbia un altro fine o sia solo un posto in cui si sono ritrovati.
Parli di una retata della polizia (almeno così credo), ma non capisco perché l'abbiano fatta. Dal comportamento dei ragazzi che arrivano dopo non sembra sia illegale seguire le stelle della tv.
Non so, continuerò a leggerlo finché non verrò a capo dei miei dubbi.
Vigilanti d'Ordine Pubblico di Maurizio Bertino

Ciao Maurizio, ben trovato.
Il racconto è piacevole, l'atmosfera mi ricorda vagamente quella di “l'uomo in fuga”, che mi era piaciuto parecchio. L'idea dello sfruttamento dei pensionati mi è piaciuta molto, cinica al punto giusto.
Invece non mi è piaciuto molto questo passaggio: «E a me che cazzo me ne frega? Lo blocchi o libero la tossina che le abbiamo innestato insieme alla videocamera in quella sua testa di minchia quando l’abbiamo accettata nel Corpo».
Sembra più un infodump che una frase realistica, soprattutto per il carattere risoluto del maresciallo.
Nonostante alcune sfumature ho apprezzato.

Polvere, di Alessandra Lusso

Ciao Alessandra, piacere di incontrarti.
Atmosfera decisa e ben descritta, si intuisce subito il contesto, bene. Il periodo storico un po' meno. Non riesco a focalizzare se si tratta di un post apocalittico, quindi con contorni ambientalisti. O se semplicemente racconti una storia di beduini. Nel primo caso sarebbe stato più efficace dare dei nomi italiani, mettendo in contrasto quello che fai vedere con quello che conosciamo.
Alla prossima.

Bianco Noir, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele, ben ritrovato.
Stile elegante e ritmo blando, che dal mio punto di vista ne accresce lo spessore. La storia è lineare. Mi piace la totale assenza di ambientazione, non sappiamo dove accolga gli ospiti Dio. Sono un po' dispiaciuto dal fatto che giochi subito le tue carte, entro la settima riga hai già detto dove vuoi andare a parare. Ciò nonostante si arriva in fondo al racconto tranquillamente.
I flash sono abbastanza chiari, tutti tranne il primo, su cui mi sono interrogato parecchio: Un doppio flash illumina a giorno la stanza vuota. Una coppia di sposi in Congo. Cosa succede qui?
Buon racconto.

L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Franzoni

Ciao Marco, piacere di incontrarti ancora.
L'idea delle App è veramente carina, una di quelle che più mi ha colpito. Anche lo sviluppo della storia non ha grossi problemi. Però nella lettura non trovo la frenesia che descrivi, manca un po' di ritmo. È sicuramente un buono spunto per qualcosa di più lungo, ma lascia tante cose sospese. Il nome delle due App è stupendo.
Alla prossima

Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu

Ciao Filippo.
Con questo racconto mi hai messo in crisi, perché più volte ho cercato di dargli un senso. Poi ho unito tutti gli indizi sparsi qua e là e sono arrivato a una conclusione, probabilmente sbagliata. Il mondo in cui si trovano è invaso da Vampiri? Se lo fosse capirei molte cose, ma resterebbero oscure altre. Per esempio non capisco perché la moglie lo insulta, . Tirando le somme credo che sia tutto troppo criptico. Dal punto di vista tecnico non ho nulla da dire, sei decisamente bravo.


Agorafobia, di Marco Actis Dato

Ciao Marco, è stato veramente un piacere leggere il racconto.
In un primo momento l'assenza di punteggiatura nei dialoghi mi ha spiazzato, ma superato il primo impatto ho potuto apprezzare la semplicità di lettura. Scorre tutto benissimo. La storia non mi ha impressionato particolarmente, anche se è vero che molti sono schiavi del proprio lavoro, ma sono talmente tanto lontano dal poterla provare che non mi coinvolge. “bello” il rapporto con la moglie, molto veritiero.
Alla prossima.

La merce rara, di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto, ben rivisto.
Stilisticamente ineccepibile, si legge molto bene. Ma, il patto con il diavolo che imbroglia l'uomo bramoso non è molto originale. Ho apprezzato il taglio umano/decadente, ma per il resto anche la speranza e la felicità mi sembrano motivi molto classici. Forse se Adam avesse avuto una storia, delle motivazioni, probabilmente mi sarei appassionato di più. Non so, il protagonista viene fuori così piatto da lasciarmi indifferente al destino nefasto che lo attende.
Alla prossima.

Abuso, di Sallow

Ciao Sallow.
Ho letto e riletto prima di commentare. Ero decisamente combattuto, cercavo di capire cosa stesse succedendo in quell'universo, convinto che qualcosa mi sfuggisse. Ho trovato diversi passaggi che mi hanno confuso, uno su tutti il dialogo al bar. L'uomo con il giornale è importante ai fini del racconto?
Nella mia ricostruzione ci troviamo in un regime mediatico e il protagonista è un ex giornalista che cerca di ribellarsi, ma non ci giurerei.
L'assenza di dinamismo rende tutto simile a un manifesto, comprese le due frasi virgolettate.

Classifica di ceranu:

1. Omicida “seriale”, di Angelo Frascella
2. Bianco Noir, di Raffaele Marra
3. Libera! (Gli dèi mortali), di Beppe Roncari
4. Vigilanti d'Ordine Pubblico di Maurizio Bertino
5. E fu la voce, di simolimo
6. La gabbia, di Diego Ducoli
7. L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Franzoni
8. La merce rara, di Alberto Della Rossa
9. Agorafobia, di Marco Actis Dato
10. Polvere, di Alessandra Lusso
11. Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu
12. Almeno questa è carina, di Marco Migliori
13. Abuso, di Sallow
 
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marcoad82
view post Posted on 28/6/2014, 08:33




1) Omicida seriale, di Angelo Frascella
Non ho visto le serie che citi, ma ho sofferto da dipendenza acuta da Breaking Bad, così non ho potuto non riconoscermi nel "ancora due minuti" del protagonista. Racconto ironico e originale che ha il pregio di catturare il lettore e di instillare la consapevolezza (e la speranza a pugni stretti) che tutto finisca in malora. E l'aspettativa non viene disattesa. Molto bello il finale.

2) Polvere, di Alessandra Lusso
Scritto con stile evocativo che pare far sentire il gusto della polvere in bocca, il racconto mi ha colpito in particolare per l'atmosfera e il senso di rassegnazione che riesci a creare. Jaffar è uno schiavo che ne se più dei padroni che da lui dipendono. È il solo a essere consapevole della fine di ogni speranza e da solo decide la sorte finale della sua comunità. Un racconto distopico, un ammonimento, che prevede un'improbabile quanto simbolica rimonta dei rabdomanti in un'era in cui il riscaldamento globale è giunto al punto di non ritorno.

3) Bianco Noir, di Raffaele Marra
Sei stato bravo a cerare un clima di stordimento iniziale, dal quale ci si raccapezza poco alla volta, e presto il quadro della situazione si fa limpido, ben prima del finale. Il dialogo tra le due entità supreme non è esattamente originale, però è ben gestito, contrastato e acuto. Bello anche il titolo. Non è una vera e propria storia, i protagonisti non attuano decisioni, confermano solo la loro posizione nei reciproci confronti, ma da lettore ho apprezzato il punto di vista privilegiato.

4) Una merce rara, di Alberto della Rossa
Il tema del patto con il diavolo non è certo originale, ma il racconto nel suo complesso risulta godibile. Ho poche osservazioni da fare, se non relative a questo paragrafo:
CITAZIONE
"Luigi sorrideva, con quel ghigno maliardo sotto la barba di due giorni. Aveva l’aspetto di chi dal letto non si è mai alzato, vestito con un anacronistico impermeabile alla Bogart e un’improbabile camicia di viscosa color amaranto.
Scese dalla macchina, vacillando per lo sforzo di non dare di stomaco."

La mia opinione è che il terzo periodo necessiterebbe di un soggetto esplicito, altrimenti si è tentati di associare l'azione a Luigi.
Poi un'osservazione sul finale: La battuta conclusiva è molto d'effetto e mi piace, però ho anche la sensazione che l'utilizzo della parola "schiavitù" sia un po' forzato.

5) Libera (gli dei mortali), di Beppe Roncari
Bella visione di una dignità artefatta nella schiavitù. Il racconto è spiritoso e offre spunti di riflessione, mostrando una realtà alternativa non poi distante dalla nostra. Mi sono scervellato sull'etimologia di Obi, ma non sono arrivato a nulla se non a una resa formale. Quindo lo accetto per quello che è, e non ho bisogno di sospendere i miei dubbi a proposito di questi Obi, che hanno terrore della libertà, un po' come noi.

6) Vigilanti d'ordine pubblico, di Maurizio Bertino
Spiritoso racconto che mostra una possibile distopia in cui tutto fa spettacolo (e non è già così?) e il sistema di sicurezza è efficientissimo, tanto che verrebbe da chiedersi: ma il ladro ci ha pensato bene? Diverte e dà da pensare, anche se difetta un poco nell'essere didascalico, cosa che tende a ingolfare la narrazione.

7) E fu la voce, simolimo
Buona idea di base, realizzata con stile scorrevole e impeccabile ma distante dal lettore. Pare una fiaba in cui si è immersi e di cui non si vedono i confini perché non ne si può trovare il centro. Mi è piaciuta l'idea del ritorno ai trovatori, una dimensione più a misura d'uomo, però ci si sente poco coinvolti, probabilmente per via della mancanza di personaggi in cui riconoscersi.

8) L'app soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni
Bella idea, e nemmeno lontana dall'essere probabile come svolta per il nostro futuro. Forse è un soggetto che avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio, magari un racconto lungo o addirittura un romanzo, perché così com'è dà l'idea di essere sbrigativo. Avendo a disposizione solo tremila caratteri, un'idea avrebbe potuto essere tagliare sulla parte iniziale del risveglio e offrire un incipit in medias res. Comunque la lettura risulta godibile, soprattutto per lo stile spiritoso e acuto.

9) La gabbia, di Ducoli Diego
Mi è piaciuto lo stile veloce ed evocativo, anche se un poco troppo fitto di aggettivi. L'idea del protagonista che si rivela essere un animale non è proprio nuova e credo che mi sia risultata ulteriormente penalizzata dal fatto che il tema fosse "schiavitù". Un tema di questo tipo appare molto più incisivo quando il protagonista è un essere umano; trattandosi nel tuo caso di un cane il lettore è portato, una volta fatta la scoperta, ad abbassare la soglia della tensione, perché "in fondo è solo un cane".

10) Poveri voi, di Francesco Nucera
Interessante quadro del professore brontolone che disprezza la categoria dei Social Media dipendenti di cui egli stesso fa parte. L'idea è buona in quanto il protagonista è l'archetipo di una personalità attuale e vera. Però rischia di essere soltanto un'opinione incorniciata, piuttosto che una storia compiuta. Seguiamo il protagonista nella sua breve odissea fino a casa per vederlo confermare la nostra antipatia nei suoi riguardi, ma in fin dei conti ci è stato raccontato poco e si ha l'impressione che Giovanni sia poco più che una bocca attraverso la quale un'opinione viene espressa.

11) Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu
La prima cosa che si nota è un'ottima capacità di rendere l'atmosfera. I personaggi intrigano, in particolare la loro situazione disastrata, si crea aspettativa in crescendo... però questa viene smorzata nella seconda parte, che si fa sempre più confusa e distante dall'aspettativa del lettore. Molti particolari poi risultano difficilmente comprensibili. Pare che l'uomo si sottoponga come cavia umana a qualche esperimento in cambio di denaro e viveri, ma il tutto è sospeso in periodi dal significato ambiguo che poco si collegano (almeno apparentemente) con la prima parte del racconto. Anche il paragrafo in corsivo sembra galleggiare a quell'altezza del racconto con scopo vago. Ho avuto l'impressione che la moglie fosse risentita con il marito per qualche sua mancanza, poi quando ho letto delle iniezioni ho pensato che l'uomo annebbiasse la propria coscienza con oppiacei o quant'altro - cosa che avrebbe potuto giustificare la rabbia della donna -, invece pare che a suo modo il tizio stesse comunque provvedendo alla sua famiglia. Credo che il difetto principale sia questo strano incastro di eventi che paiono stridere l'uno con l'altro, come se si trattasse di due o più storie separate e cucite insieme rapidamente. Un peccato, perché l'inizio mi era parso molto buono.

12) Almeno questa è carina, di Marco Migliori
Alla fine ho dovuto arrendermi. Dico davvero, l'ho letto e riletto, ma non ho capito di cosa stessi parlando, e nemmeno i nessi tra la pizza e la donna nel taxi. Ho avuto la strana sensazione di stare leggendo un testo estrapolato da un contesto più ampio e che fossi impossibilitato a comprendere elementi che mi sarebbero stati chiari se lo avessi letto nell'interezza. Polizia? Vita da monaci? Però mi piacerebbe sapere cosa intendevi comunicare!

13) Abuso, di Sallow
Sotto una prosa agile c'è una storia vorticosa, e questa ne è vittima: potrei racchiudere l'essenza del mio giudizio in questa frase. Mi è difficile esprimere un giudizio su "Abuso" in quanto non sono nemmeno sicuro di avere capito da che parte stesse il protagonista, pur avendolo letto diverse volte. Temo che "Abuso" sia afflitto da un grave caso di "mancanza di storia". Forse avresti potuto soffermarti più a lungo su questa, in modo da fare chiarezza.
 
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Callagan
view post Posted on 29/6/2014, 17:25




Commenti



Marco Migliori - Almeno questa è carina

Ciao Marco, bravo! Questo racconto è perfetto. Calza perfettamente nel numero di caratteri limitato che ci hanno imposto. E' bello leggerlo alla prima lettura, e bello alle successive. Ma se ti dico che sarebbe piaciuto scriverlo a me? Condivido il messaggio di base, in più l'hai espresso come meglio non si poteva. Tra le "nuove schiavitù" si aveva l'imbarazzo della scelta nell'andare a prendere un tema, la chiave stava tutta nell'interpretazione: la tua è originale ed efficace.
La cosa che mi fa sorridere è una: chi è davvero schiavo "del pensiero altrui", secondo me, non riuscirà a riflettersi nei protagonisti di questo racconto. <_<

Simolimo - E fu la voce

Ciao, Simo! Si è espresso bene Angelo quando ha detto: "E questa voce che narra questo racconto cos’altro è se non la risposta a quel “hai una storia da raccontarmi?"". Il punto forte del tuo scritto è proprio quello di essere un *racconto* in ogni suo aspetto. E' come se tu l'avessi narrato a voce, a una platea di giovani e meno giovani raccolta intorno a un fuoco. L'efficacia, dunque, è data dallo stile narrativo, dal momento che rende palese fin dal primo momento che quanto narrato non pretende di essere *realistico* in tutti i suoi aspetti; l'obbiettivo è un altro, è quello di raccontare una storia, ma una storia che, come i suoi più antichi antenati, porta con sé un insegnamento... un monito.
Se l'avessi scritta in modo "standard", ti avrei rotto le scatole sull'improbabilità di questa invasione aliena, ti avrei chiesto perché, dopo l'invasione, semplicemente non avessero ripreso a costruirli... i computer. Beh... da questo punto di vista mi hai anestetizzato. ;)

Alessandra Lusso - Polvere

Alla faccia di chi a suo tempo mi aveva detto che MC non era fatto per i racconti fantasy. Certo, onestamente, io avevo scritto una porcheria, tu sei stata molto brava invece. Il tuo maggiore pregio, secondo me, è stato quello di riallacciare il tuo scenario a temi tanto vicini al nostro mondo: l'acqua e il petrolio. Senza acqua non si vive, il petrolio invece è sinonimo della vita dell'odierno occidente. Al di là di un racconto nel complesso ben gestito, con scene vivide e con un finale d'effetto, è proprio la domanda che porta con sé il pezzo forte. O almeno... la riflessione che hai ispirato alla mia persona: e se domani non avessimo più acqua e ci restasse solo il petrolio? Nelle "nostre" menti malate tendiamo a dar per scontata la presenza dell'acqua, mentre ci preoccupa più il petrolio: tutore del nostro "standard di vita". Uff, che viaggio! :D Cioè, non so se tu avessi in mente tutto questo. Ma una volta che il lettore prende in mano un racconto... lo fa suo! :P

Maurizio Bertino - Vigilanti d'ordine pubblico

Ciao, Maurizio. Sulla tua abilità da scrittore non metto bocca: infatti hai dato vita a un racconto molto godibile. E' evidente che hai dato frutto a una commistione tra disparate citazioni... Per esempio, nella mia mente hai richiamato l'idea di una fusione tra Arancia Meccanica e Hunger Games. Due libri con i controBIIIP! (A mio parere).
Comunque, tornando al racconto mi è piaciuto molto: in pochi caratteri sei riuscito a creare un incipit che immerge subito nella storia. Poi, in un secondo momento, hai dato vita a uno spettacolo tv che senza scadere nell'infodump genera stupore nel lettore che si rende conto del mondo in cui si è immerso. Inoltre, un punto in più perché il racconto non è un "fantastico a caso", ma rimanda a una riflessione sulla nostra realtà, sulla nostra vita.
A proposito dell'infodump, l'unica frase che per il suddetto motivo non mi convince è questa:
CITAZIONE
Lo blocchi o libero la tossina che le abbiamo innestato insieme alla videocamera in quella sua testa di minchia quando l’abbiamo accettata nel Corpo

Magari lo potevi lasciar intuire dopo cosa fosse successo. La frase, nel discorso diretto, pare molto innaturale.
Alla prossima! ^_^

Marco Fronzoni - L'app soluzione a tutti i mali

:blink: Wow.
Hai riprodotto in chiave contemporanea la schiavitù degli operai delle fabbriche durante la seconda rivoluzione industriale. E il tuo merito sta nel fatto che il tipo di schiavitù che racconti è quello più maledettamente prossimo a noi; mi fai pensare che sia il futuro più logico, naturale, quello che inesorabile ci aspetta dietro l'angolo. Marco, mi hai messo una paura matta in corpo. E' tutto così reale. Cioè la vita frenetica pare propria già delle grandi città, ma le "app" capillarizzano il fenomeno, lo rendono un fenomeno globale.
La schiavitù che hai descritto sembra già aver messo le radici nel nostro mondo... in Italia! Non mi stupirei più di tanto se i futuri interventi sul "tema lavoro" portassero in questa direzione... Cavolo, mi sa che sono già schiavo.

Angelo Frascella - Omicida "seriale"

Ciao, Angelo! Come sempre, dal punto di vista formale nulla da eccepire. Rispetto alla costruzione, invece, ti consiglio di eliminare l'ultimo paragrafo e di concludere il racconto nella scena del negozio. Certo, questo consiglio è valido solo se hai intenzione di rimettere mano al racconto e di concluderlo nei limiti di carattere prefissati.
Per il resto mi son sentito schiavo quanto il protagonista nel primo paragrafo. Continuando, invece, il racconto va a banalizzarsi. Speravo non continuasse e finisse così in realtà. Ok, partendo da questo tema non so se sarei riuscito a far di meglio, ma lo sviluppo credo sia troppo scontato.
Puoi far di meglio, tu, suvvia. :)
Alla prossima!

Poveri Voi - Francesco Nucera

Ancora una volta cito Angelo: "Hai costruito in poche righe un efficace ritratto di un anti-conformista conformista." Effettivamente questo è il pregio del tuo racconto, sicuramente anche il tuo obbiettivo. Da questo punto di vista: missione compiuta. La gestione del narrato invece non mi convince. Evidentemente la tua scelta è stata quella di narrare dal punto di vista di Giovanni, perché è lui che seguiamo passo passo. Allora, secondo me, questa frase:
"Rimasta sola Irma cercò conforto negli occhi del professore di matematica."
va tolta. Dal momento che rappresenta un cambio repentino di punto di vista... doppio perché subito dopo torniamo su Giovanni. Poi, proprio il personaggio di Irma, l'avvenente collega, mi sembra stereotipato e vuoto...
All'inizio poi non si coglie bene dove si stia svolgendo l'azione. Quando alla fine citi il prof di matematica, ho pensato a una riunione dei professori, tuttavia non ne son convinto.
Non amo molto poi espressioni come "Parlarono per qualche ora appoggiati al bancone." Mi pare che in questi casi si venga meno alla regola "show don't tell", che non è una regola a caso che si può infrangere a piacimento. Voglio dire, dal momento che la infrangi crolla il coinvolgimento del lettore. In questa edizione, un'eccezione alla regola è il racconto di Simolimo. Ma in quel caso è stata una scelta a priori, un racconto con volontà di racconto. Non so se mi spiego.

Magari potevi gestirtela meglio con tre micro-scene, più che con un unico blocco continuato. Poi, ovviamente, non per forza la scelta che avrei fatto io è quella corretta. ;)

Beppe Roncari - Libera! (Gli dèi mortali)

Ciao di nuovo, Beppe! Ho letto più volte la storia, e la mia opinione generale è rimasta la stessa: nonostante la buona idea, mi pare manchi un po' di mordente. Non so se è solo una mia impressione.
Come ti dicevano, nell'incipit hai zoppicato un poco. Come può essere "La veranda" il soggetto della prima parte... la veranda ha la dentiera? :blink:
E "braccio candito" è un refuso e sta per "candido?"... perché la mia mente malata mi ha messo davanti un pezzo di panettone! :wacko:
CITAZIONE
La fanciulla, il vecchio, la donna. Rimasero di stucco.

Fondamentalmente, non mi convince la costruzione di questa frase. Tra soggetto e verbo c'è un punto, cosa scorretta.
In generale io ti dico che è una buona idea di fondo, sulla quale ti consiglio di tornarci. Il tema "dell'abitudine alla schiavitù" sul "difendere la propria schiavitù" è bello tosto. Un bravo a te per esserti inoltrato in queste lande. ;)

Sallow - Abuso

Ciao Sallow. Ho compreso e goduto in toto il racconto solo a una seconda lettura. Questo perché l'ho letto con maggiore attenzione; non lo considero comunque un difetto del racconto. Anzi, mi è piaciuto! E' come se tu avessi aperto la finestra su di una storia ben più grande... mi hai incuriosito molto! Certo, il pericolo di presentare una storia del genere su MC è quello di non essere capiti. Ma fa niente! Mi è piaciuto come hai presentato il tema della schiavitù, come di fatto hai presentato un tema attuale (cavolo, molto calzante il riferimento alla "gogna mediatica") andando a dire a tutti: ehi, tutti voi, siete schiavi!
Adesso son curioso di sapere se hai intenzione di scrivere altro su questo tema... e sulla falsa riga della trama che, per causa di forza maggiore, è solo accennata in questo caso. Hai aperto una finestra e a me è piaciuto quello che ho visto.

Diego Ducoli - La Gabbia

In questo caso ho letto i commenti precedenti il mio (è stato un caso, a esser onesto) e devo dire di trovarmi in disaccordo su un punto: io non trovo la trama originale. Quanti racconti, film, corti, sopratutto per bambini, ci sono con trame simili di cui i protagonisti sono cani che rivendicano la propria libertà?
Questa volta sono in leggero disaccordo anche con Angelo. Non credo che tu ci abbia voluto tenere nascosto il fatto che il protagonista fosse un animale (cioè, lo spero... in caso contrario sottoscrivo il commento di Angelo). Per il semplice fatto che ho capito che fosse un animale dal momento che si avventa sulla pattumiera. Certo, son rimasto in dubbio su che tipo di animale fosse... e in questo caso potevi darci qualche indizio in più.
Per il resto mi accodo sul fatto che la resa è buona, ovvero: scrivi bene! E mi è piaciuto il fatto che hai portato avanti il punto di vista del cane *senza* mettergli addosso pensieri umani, ma sensazioni. (Piccolo OT: nel rendere molto bene il punto di vista di un cane è stato magistrevole Dan Koontz in "L'ultima porta del cielo". Giusto un piccolo consiglio di lettura ;) ).
Ripeto, l'unico ma (per me) importante difetto è la banalità della trama.
Alla prossima!

Alberto Della Rossa - Una merce rara

Ciao, Alberto. Inizio subito col dirti che il racconto mi ha divertito. Le ultime ore di vita di Adam rientrano perfettamente nei caratteri che avevamo a disposizione. Purtroppo, devo giudicare lo scritto anche alla luce della specifica e dell'originalità. Effettivamente "felicità" e "speranza" rientrano a fatica nel computo delle "nuove schiavitù", e il tema del vendere l'anima al demonio è stato stra-abusato. Dalla tua sta la capacità di non scadere nel banale, nonostante ti mantenga sulla carreggiata della "tradizione". Voglio dire, Luigi che prende il libretto e legge i passi in vernacolo mi ha fatto morire dal ridere, mentre l'espediente del prelevare sangue rende ancora più *terribile* il destino di Adam. Sono combattuto, accidenti a te! :P

Marco Actis Dato - Agorafobia

In questo caso ho letto i commenti precedenti il mio (è stato un caso, a esser onesto) e devo dire di trovarmi in disaccordo su un punto: io non trovo la trama originale. Quanti racconti, film, corti, sopratutto per bambini, ci sono con trame simili di cui i protagonisti sono cani che rivendicano la propria libertà?
Questa volta sono in leggero disaccordo anche con Angelo. Non credo che tu ci abbia voluto tenere nascosto il fatto che il protagonista fosse un animale (cioè, lo spero... in caso contrario sottoscrivo il commento di Angelo). Per il semplice fatto che ho capito che fosse un animale dal momento che si avventa sulla pattumiera. Certo, son rimasto in dubbio su che tipo di animale fosse... e in questo caso potevi darci qualche indizio in più.
Per il resto mi accodo sul fatto che la resa è buona, ovvero: scrivi bene! E mi è piaciuto il fatto che hai portato avanti il punto di vista del cane *senza* mettergli addosso pensieri umani, ma sensazioni. (Piccolo OT: nel rendere molto bene il punto di vista di un cane è stato magistrevole Dan Koontz in "L'ultima porta del cielo". Giusto un piccolo consiglio di lettura ;) ).
Ripeto, l'unico ma (per me) importante difetto è la banalità della trama.
Alla prossima!

Raffaele Marra - Bianco Noir

Bentrovato, Raffaele!
Ho letto il tuo racconto una prima volta e non son riuscito a capire. L'ho riletto dopo aver visto i commenti e capito che il personaggio principale era Dio... e allora tutto ha preso senso... Però boh... non mi convince il fatto che solo alla fine venga "rivelato" chi sono gli interlocutori, per un motivo molto semplice: ho passato tutto il racconto a cercare di capire chi fossero i protagonisti, cosa fossero quei flash, che relazione intercorresse tra loro, dove fossero... e alla fine non ho seguito il discorso che stavano facendo. Per me il problema sta qui.
Da lettore, quindi parere soggettivo, non mi ritrovo in questa semplificazione tra bene e male, tra Dio e Diavolo e il loro peso su quanto avviene nel mondo. Ma qui c'è il rischio di innescare discussioni teologiche e mi tappo la bocca per evitare lunghi OT. :P
Al prossimo mese! ;)

Classifica

  1. Marco Migliori - Almeno questa è carina


  2. Simolimo - E fu la voce


  3. Marco Fronzoni - L'app soluzione a tutti i mali


  4. Maurizio Bertino - Vigilanti d'ordine pubblico


  5. Marco Actis Dato - Agorafobia


  6. Alberto Della Rossa - Una merce rara


  7. Alessandra Lusso - Polvere


  8. Sallow - Abuso


  9. Beppe Roncari - Libera! (Gli dèi mortali)


  10. Raffaele Marra - Bianco Noir


  11. Angelo Frascella - Omicida "seriale"


  12. Diego Ducoli - La gabbia


  13. Francesco Nucera - Poveri voi

 
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Sallow
view post Posted on 29/6/2014, 22:23




Ecco i miei commenti, a seguire la classifica

Vigilanti di ordine pubblico, di Maurizio Bertino
Ciao Peter, piacere di leggerti.
Un bel racconto, mi è piaciuto molto, ho poco da suggerirti. La trama è abbastanza originale, così come lo sviluppo, tutto incentrato su dialoghi efficaci che rendono bene il contesto e gli sviluppi. Con la conferenza stampa hai anche evitato di finire nello scivolone dell’infodump che i dialoghi così “spiegati” si portano dietro, bravo anche per questo quindi, una bella mossa.
Personalmente, nulla da segnalare.
Alla prossima.


Libera! (Gli dei mortali), di Beppe Roncari
Ciao Beppe, piacere di leggerti.
Credo che questa sia la seconda volta che ti leggo, ed anche la seconda volta che partecipo a MC, e a questo giro mi hai colpito positivamente. Il racconto, eccetto l’incipit, si legge molto bene. Il susseguirsi dei dialoghi caratterizza bene i due signori anziani, così come le azioni della bambina nascosta dietro il cespuglio rendono la scena viva e reale. Bravo sotto questo punto di vista.
Il contesto, nonostante usi gli OBI senza spiegare cosa siano ma lasciandolo sottintendere, è bello, e ricorda, seppur in piccolo, la fantascienza di Philip Dick. Bella prova, complimenti, cambierei solo il titolo, eliminando la parte tra paretesi, o chiamandolo semplicemente: OBI.
Alla prossima.


Agorafobia, di Marco Actis Dato
Ciao Marco, piacere di leggerti.
Sul racconto ho poco da suggerirti, una bella narrazione, nostalgica, ma senza risultare pesante. Mi è piaciuta. Avrei forse usato qualche “a capo” in più, per farla risultare più scorrevole, dato che un muro di parole che esprime un flusso di coscienza può risultare scoraggiante a tratti. Ma son gusti personali, così come non mi ha convinto troppo la scelta di integrare dialoghi e narrato, l’ho trovata un po’ azzardata, ma, ripeto, è un gusto personale, per il resto, bella prova.
Una cosa, non ho capito il nesso col titolo, l’agorafobia non è la paura degli spazi aperti?
Alla prossima.


L’App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni
Ciao Olorin, piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto, abbastanza originale e, soprattutto, scritto molto bene. C’è una bella padronanza di linguaggio e di struttura narrativa. L’unico neo, visto il livello di quanto appena detto, può essere quel piccolo infodump sul finale. Di per se non stona troppo, ma, mi ripeto, visto il livello di tutto il resto del racconto, risalta troppo, quasi una piccola sbavatura, ma che nell’insieme non influisce negativamente. Forse potresti ovviarla facendo passare Lionel per un novizio al suo primo giorno di lavoro, che non conosce bene le meccaniche di funzionamento e gli vengono fornite le “istruzioni” dell’app. Non so, è la prima cosa che m’è venuta in mente, però per farti un esempio più concreto, il racconto di Maurizio Bertino, Vigilanti di ordine pubblico, ha una situazione uguale alla tua, ma lui evita l’infodump camuffandolo dietro le parole di una conferenza stampa.
Volendo essere pignoli, il tema del contest chiedeva una “nuova schiavitù”. Io qui non vedo schiavitù, ma non voglio aprire un dibattito sul fatto se il lavoro sia o meno una forma di schiavitù, ma, dando per scontato che lo sia, non mi pare qualcosa di nuovo, l’app si limita a formalizzare in un meccanismo ancora più routinizzato di quanto già avviene nella realtà, senza contare gli immensi limiti, e l’impraticabilità di una tale suddivisione del lavoro. Ma, questa non è la sede per parlarne, e il racconto, di suo, funziona ed è gradevole, e forze la schiavitù, più che lavorativa, è quella consumistica. Ma, anche qui, non mi pare nulla di nuovo. Ok, la smetto.
Alla prossima.


E fu la voce, di Simolimo
Ciao Simolimo, piacere di leggerti.
Se non ti conoscessi di persona, dal tuo pezzo dedurrei che potresti essere una donna nostalgica dei vecchi tempi, che ammonisce i suoi nipoti/figli con frasi che iniziano con “Ai miei tempi…”. Ma ovviamente sai che scherzo, perciò salto i preamboli e vengo al pezzo. Lo stile è il tuo, si riconoscerebbe tra mille, e questo, come ti ho sempre detto, è un gran pregio. Stai maturando una tua linea scribacchina, sia nell’uso del lessico che nella costruzione frasale, così ancora nei contenuti, e questo è indubbiamente buono. Il pezzo in sé però non l’ho trovato tra i tuoi scritti migliori, mi sa di troppo nostalgico, come volesse richiamare qualcosa che si è perso del tutto e che ora non c’è più, quando, invece, non è propriamente così. Tuttavia comprendo anche l’insegnamento che vuoi trasmettere, ovvero non perderci dietro la semplicità (leggi schiavitù) dell’avere tutto, troppo, e subito, dimenticando la bellezza, la preziosità e la rarità di certi valori. Ecco, alla luce di questo, forse avrei preferito vedere gli alieni insegnare agli umani il valore di queste cose, offuscate spesso dalla tecnologia, piuttosto che privarli di quest’ultima. Sarebbe come se volessi insegnare il valore dell’amicizia a una persona, isolandola da tutto e tutti per un tempo indefinito. Certo, otterrei qualcosa, ma la costringerei ad apprezzare il valore, più che insegnarglielo, credo. Forse è un paragone azzardato. Se allora privo un ragazzo di tutti gli aggeggi tecnologici, questo, per forza di cose, in un modo o nell’altro potrà riscoprire vecchi valori o approcciarsi a nuovi, ma farei passare come un male i primi (gli aggeggi tecnologici), ai suoi occhi. Questo è, o sarebbe, giusto? Per me no, non credo che la tecnologia in sé sia un male, ma è sempre l’uso che si fa delle cose ad esser giusto, o sbagliato.
Forse, un insegnamento, non sempre dovrebbe limitarsi a raccontarmi una verità, ma a mostrarmi i molteplici punti di vista da cui, io, possa osservarla.
Scusa il pippone, non era per remarti contro, ma per cercare uno spunto critico e costruttivo, ammesso ci sia riuscito.
Alla prossima.


Una merce rara, di Alberto della Rosa
Ciao Smilodon, piacere di leggerti.
Allora, parto coi complimenti per la scrittura. Il pezzo è scritto molto bene e si legge senza intoppi, un punto a favore. Meno la trama, più che non essermi piaciuta, l’ho trovata scontata. Io in genere non sono un gran fautore dell’originalità in tutto e per tutto, è difficile oggi esserlo, e a volte si possono ripetere le stesse storie, basta essere originali anche nel modo, o nel punto di vista, da cui si espongono. Però anche questo secondo caso non rientra nel tuo pezzo. Ho letto da poco, qualche mese fa, in un contesto molto simile a questo di nero caffè, un racconto praticamente identico al tuo (non ti sto accusando di plagio, ci mancherebbe), anche se comunque il tuo ha il vantaggio di esser stato “partorito” in poco meno di tre ore, mentre il precedente aveva sette giorni a disposizione. Al di là di questo, era giusto per richiamare la natura “scontata” della trama, che non mi ha colpito, il racconto è comunque scritto bene, il neo più grosso, secondo me, è quando sul finale fai dire a Luigi che è il diavolo. Insomma, credo fosse limpido come una giornata estiva che Luigi fosse il diavolo, già dal nome (che, per inciso, è lo stesso usato dall’autore del racconto simile al tuo), dal nome di Adam, che richiama qualcosa di “biblico”, dalla lettera ricevuta da quest’ultimo, e, se non bastasse, dalle parole lette dal taccuino estratto di tasca dallo stesso Luigi. Non mi sembra, da come scrivi, che tu sia uno sprovveduto, per questo mi soffermo su questo che, visto il livello, mi sembra uno scivolone che fa sentire il lettore un po’, passami il termine bonariamente, stupido.
In un racconto così breve conta l’effetto sorpresa, credo che hai dato troppi indizi sulla natura di Luigi, e ne perde d’efficacia anche la frase a effetto finale.
Alla prossima.


Omicida seriale, Angelo Frascella
Ciao Angelo, piacere di leggerti.
Un racconto simpatico, in cui, sino al finale, mi sono abbastanza immedesimato. Sono anche io un patito di serie TV, e appena inizio a guardarne una, se mi piace, diventa una droga, per settimane vado avanti a suon di puntate su puntate, dicendo addio alla vita sociale. Per questo, in genere, inizio a guardarle postume, cioè quando quasi tutte le stagioni son state prodotte, per evitare di rimanere “in astinenza”. Ma, per fortuna, ancora riesco a distinguere fiction e realtà.
Quindi avrai capito che il racconto mi è piaciuto, anche se il finale è poco empatico, descrivi il brutale gesto di Salvo allo stesso modo di come descrivi la scena iniziale. Dovresti cercare di far immedesimare maggiormente il lettore.
Alla prossima.


Poveri voi, di Francesco Nucera
Ciao Cerano, piacere di leggerti.
Parto col dirti di stare attento alla formattazione del racconto, vi sono alcuni dialoghi che non iniziano con la maiuscola, in alcuni finisci solo col segno di interpunzione, in altri solo col trattino, in altri con entrambi. La parola smartphone si scrive come unica parola, non separata. Detto questo, venendo al racconto in sé, mi è piaciuta l’idea, hai espresso il concetto di “schiavitù da social” abbastanza bene, attraverso gli occhi di chi si considera diverso, libero e contro il sistema, ma che, in fondo, ne è vittima in egual modo. Basta fare un giro su qualsiasi social network per imbattersi in quello che hai voluto mostrare. Alla luce di ciò ho anche rivalutato alcune scelte che hai fatto sui personaggi, all’inizio sembravano tutte delle macchiette stereotipate e anacronistiche (i ragazzi perfetti della scuola privata, l’eskimo del professore), ma forse è una cosa voluta per meglio evidenziare la natura sopra espressa. Non so, se a tratti ci può stare, a volte è troppo, perché sono le uniche cose che hai portato allo stremo della stereotipazione, mentre il resto, il contesto, è tutto molto, troppo normale. Si ottiene così un effetto in cui sembra che le due entità non possano convivere nello stesso mondo.
La scena finale del bar è un po’ confusa e rapida rispetto al resto del racconto, dovresti meglio bilanciare i tempi, per esempio facendo fare il dialogo della prima metà del racconto piuttosto che tra Giovanni e i suoi colleghi, tra Max e Giovanni.
Alla prossima.



Bianco Noir, di Raffaele Marra.
Ciao Raffaele, piacere di leggerti.
Un racconto scritto bene, il ritmo segue lo sviluppo della storia, lento e pacato. Il pregio maggiore è che riesci a trasmettere la pazienza, la stanchezza e la saggezza di Dio, e l’irrequietudine e l’impazienza del Diavolo. Tuttavia il racconto non mi ha colpito tanto. A metà si capisce come finirà, e si rimane nel dubbio che, in un colpo di scena, il diavolo abbia la meglio, invece no, tutto va come previsto, quindi l’attenzione va scemando, anche per via delle troppe ripetizioni, in un contesto così breve, del “doppio flash” che apre la sfida del diavolo e la risposta di dio.
Pregevole l’idea di vedere ribaltato il rapporto dio-uomo nell’ottica di chi è dipendente da chi, ma qui mi risulta “forzata” dal punto di vista, nel senso, uno sviluppo classico mostra il punto di vista dell’uomo dipendente da dio, qui tu mostri un dio dipendente dall’uomo, ma come nel primo caso, che si vede sempre il punto di vista dell’uomo, anche qui si vede solo quello di dio, e si deduce che anche gli uomini ne siano dipendenti allo stesso modo. Questo pippone per dire che sarebbe interessante vedere un punto di vista in cui dio, dipendente dall’uomo come nel tuo, cerca di “recuperare” la sfiducia di questi, non più dipendenti da esso (almeno per chi lo è).
Non mi è piaciuta invece la figura del diavolo, troppo animalesca e poco furba. Mancava un vero grado di sfida, ma capisco che, nel poco spazio disponibile, non hai voluto concentrare l’attenzione su questo, bensì, ripetiamo, sul grado di dipendenza di dio sull’uomo, ma questo traspare solo dalle parole che lui ci dice, non dalle azioni che, per come qui son mostrate, non hanno nulla di diverso dall’immaginario classico in cui dio agisce per l’uomo e il diavolo contro. Ma magari, il tuo intento era proprio questo.
Alla prossima


Sogni lontani di un futuro prossimo, Filippo Puddu
Ciao Callagan, piacere di leggerti.
Sarà rapido. Il racconto non mi ha troppo convinto, perché ho fatto fatica a comprenderlo, e credo anzi di non averlo compreso. Anche se, alla luce di quanto ho scritto io, dovrei essere l’ultimo a dire ciò, ma ti valuto da lettore, e non da scrittore. Veniamo al pezzo: è scritto bene, non ho notato errori di forma, qualche frase si poteva costruire meglio, ma son gusti soggettivi più che altro. Quindi per questo punto siamo ok. La trama, il contenuto, invece traballano. Si comprendono le singole scene, ma non c’è un quadro d’unione generale che contestualizzi l’azione del protagonista: cosa va a fare là? Perché gli tolgono il sangue? In cambio di cibo mi è parso di capire, e perché? Perché moglie e figlio non vanno? Perché mettono il cartone alle finestre e poi lui esce liberamente? Troppe domande concentrate in un pezzo così breve son troppe. Non so. C’ho visto una critica, ma è troppo velata, forse. E poi quel monologo in corsivo, a cosa è riferito? Mi pare anch’esso una non troppo velata citazione a certe politiche populiste che vanno di moda oggi, ma non capisco se sia un appoggio, o una critica, e quanto siano collegate al racconto in sé. Potrei farmi delle idee volendo, quel mondo è la deriva di certe azioni politiche? mi lasci un’ampia libertà di interpretazioni e non capisco proprio cosa volevi trasmetterci col pezzo.
Credo meriterebbe un approfondimento, o una riscrittura quasi totale (per esposizione dei contenuti, non per forma) nel caso si voglia usare questa lunghezza.
Alla prossima


Almeno questa è carina, di Marco Migliori
Ciao Sgerwk, piacere di leggerti.
Allora, mi viene un po’ ostico commentarti. Il racconto potrebbe essere diviso in due spezzoni: la prima parte con i tre protagonisti che discutono tra loro, delusi di qualcosa, in un ricordo di tempi passati; la seconda, in cui i tre assistono a una scena che ricalca, in una sorta di metafora o allegoria, quanto i tre hanno vissuto in precedenza.
Loro sono tre ex membri di una non meglio precisata setta/gruppo/associazione, che discutono, credo nostalgicamente, visti i toni delusi, della fine di questa, poi associano la schiavitù dei “settari” dalla figura del loro “leader” (in senso generico), la cui parola/opinione è sacra e da cui tutti dipendono, allo stesso modo in cui tutti sono “schiavi” della fama dei “vip” televisivi? E si accorgono di ciò assistendo alla scena del taxi, e ricordando le parole del “leader” in TV?
Scusa l’abuso di virgolette, ma non sapevo come esprimere meglio i concetti. Non so se c’ho preso, ma dubito, credo che la figura retorica da te usata sia un po’ azzardata, almeno, di non facile comprensione o di non immediata associazione. Perde quindi di mordente, son due mondi molto distanti, seppur sotto certi aspetti simili. Comunque, te lo dico lo stesso, il tutto mi ha ricordato Che la festa cominci, di Ammaniti (e per me è positivo, è una lettura piacevole), mancava una piccola verve comica però.
Alla prossima


Polvere, di Alessandra Lusso
Ciao Strellima, piacere di leggerti.
L’idea del tuo racconto esprime bene il tema del concorso, seppur non in maniera troppo originale. Non dai molto indicazioni sul periodo e sui luoghi delle ambientazioni, ma questi sono abbastanza intuibili, lasciando al contempo ampi margini di libertà al lettore per figurarsela, brava quindi.
Quello che non mi convince è un po’ la storia in sé, le motivazioni che muovono il tutto. Cercano l’acqua, ok, ma non vedo perché tenere come schiavo chi ha il potere di trovarla, piuttosto che preservarlo. Questo mi fa pensare che lui li voglia uccidere tutti per via della sua condizione di schiavo, ma poi, per come parla nel brano (è in grossa parte un suo flusso di coscienza) pare che voglia semplicemente porre fine alle sofferenze di tutti, consapevole che ormai non c’è più acqua. Opterei per la seconda. Il fiammifero però mi pare qualcosa di troppo poco per scatenare l’inferno di fuoco, tuttavia è efficace per rendere l’idea.
Rivedrei l’attacco iniziale, “stiamo ritornando polvere” senza “in”.
Alla prossima.


La gabbia, di Ducoli Diego
Ciao Geppetto, piacere di leggerti.
Il racconto è scritto abbastanza bene, rivedrei giusto la punteggiatura, che in alcuni punti soffre di refusi (es: “un orecchio mozzo,svariate bruciature” ci va lo spazio), e in altri punti è errata (“La porta della pizzeria si spalancò, un grosso sacco nero colpì il muro lurido. La cena è servita.” Invece che andare a capo, ci vogliono i due punti). Al di là di questo, la storia non mi ha entusiasmato, gusto personale ovviamente. La questione del cane non arriva nemmeno troppo a sorpresa: i combattimenti, il vicolo, il sacco lanciato contro il muro, l’assopirsi dopo aver mangiato, sono indizi abbastanza evidenti della natura animalesca del protagonista. Inoltre, se all’inizio dici che le piace combattere, che le dà soddisfazione insomma, perché poi fugge e non prova a difendersi combattendo?
Tutto qui.
Alla prossima.


CLASSIFICA

1 Vigilanti di ordine pubblico, di Maurizio Bertino

2 Libera! (Gli dei mortali), di Beppe Roncari

3 Agorafobia, di Marco Actis Dato

4 L’App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni

5 E fu la voce, di Simolimo

6 Una merce rara, di Alberto della Rosa

7 Omicida seriale, Angelo Frascella

8 Poveri voi, di Francesco Nucera

9 Bianco Noir, di Raffaele Marra

10 Sogni lontani di un futuro prossimo, Filippo Puddu

11 Almeno questa è carina, di Marco Migliori

12 Polvere, di Alessandra Lusso

13 La gabbia, di Ducoli Diego
 
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simolimo
view post Posted on 30/6/2014, 14:01




ragazzi, e ragazza ^_^
vi lascio i miei commenti per un giorno e poi posterò la classifica... mi spiace, ma come ogni volta sono nelle canne più alte (o più spesse - anche se non fumo ^_^ -)
trovo sempre troooppo difficile stilare una lista di gradimento, mannaggia!
intanto, cercherò di rispondere a tutti i vostri commenti e... grazie!
ciao ciao a tutti! :D
 
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simolimo
view post Posted on 2/7/2014, 13:40




come sempre, una premessa è d'obbligo ^__^": dare un ordine di gradimento è davvero sempre più tosto... sarà un mio limite!... o il fatto che molto spesso trovo "cose" che mi possono piacere in quel che leggo! eheh!
ci tengo a precisare che mi sono piaciuti tutti i racconti, e non è una pacca sulla spalla a nessuno! la scelta finale è solo questione di gusti, alla fine ^__^
complimenti a ognuno di voi!

1. Agorafobia_Marco Actis Dato
SPOILER (click to view)
ciao Marco! piacerissimo di leggerti! pezzo ormai contemporaneo in cui il narrato è fuso in modo comprensibilissimo con il dialogo misto che il protagonista sostiene con le altre comparse. ottimo. molto, molto buono anche il linguaggio e la costruzione delle frasi che risulta veloce e immediata, snella e di facile lettura. per contro, alla leggerezza della trama si contrappone la malinconia del contenuto che spinge l'uomo a non saper dire basta a quello che ha conosciuto nella vita come il suo migliore amico, peggior nemico e attraente amante... a me i l tuo pezzo è piaciuto moltissimo e senza riserve alcune... pur non trovandolo uno tra le “schiavitù” più nuove che ci sia, anzi…
bravo, e alla prossima! spero di rileggere qualcosa di tuo
ciao ciao!

2. Omicida seriale_Angelo Frascella
SPOILER (click to view)
Angelo!! che bello leggerti sempre! vado di corsa a tuffarmi nella lettura... sperando no ci siano cose truci, dato il titolo... ma, tu non ne fai di cose così... quindi?? beh, vado a leggere

mah! ahahah! era un gioco di parole il titolo! grande! e...dai, veniamo al pezzo! premetto che io non guardo la televisione da tre anni e, con essa, anche le serie TV. l'unica cosa che mi concedo è l'appuntamento settimanale al cinema! ahahah! che tipa!
io non conosco nessuna delle serie che hai citato se non per chiacchierate tra amici e interventi radiofonici, ma questo non mi ha impedito di godermi il pezzo che.. ahah! nel suo essere tragico è assolutamente comico e racchiude una pazzia che in tanti ritrovo. Un po' come i libri no? quando ti prendono non c'è storia e ci rimani incollato... e il mondo attorno prende il sapore di quello che leggi e immagini. ovvio, qui l'hai portato all'estremo, ma ci sta
come sempre, ottimi i personaggi e ottime le loro caratterizzazioni. che ti devo dire? ancora una volta un gran bel pezzo! complimenti Angelo, sempre bravo!!!

mi spiace non aver nulla da suggerirti... ma penso capirai ^__^"
ciao ciao Angelo, e alla prossima!

3. Vigilanti d'Ordine Pubblico_Maurizio Bertino
SPOILER (click to view)
ah aaaamh! ciao Mauuuuuuuuuu! allora ci sei! ben ritrovato e sotto con la lettura! (feliceME) chissà che ci avrai riservato??

ahahahahah! tragicomico il tuo pezzo! la tua è una nuova schiavitù nel senso stretto del termine! devo essere sincera che non è nuova come idea, il fatto di utilizzare derelitti della società per sanarla contro il loro stesso volere è stata più volte usata, ma lo stile con cui hai tratteggiato la storia la rende unica e molto, molto convincente e piacevole. anche nel tuo pezzo si possono trovare all'interno più livelli di lettura e, infatti, alla seconda riletta i "meta significati" saltano fuori. Soprattutto l'auto-esaltazione del Maresciallo Borini che sottende una piaga attuale non indifferente di come troppo spesso le persone si ergano a Padri Eterni, poi abbiamo anche qui l'utilizzo della comunicazione di massa che soggioga le menti collettive e, da ultimo, la schiavismo dei sottoposti ai comandi dei loro capi che, non sempre, fanno la scelta migliore per arrivare al medesimo risultato...
beh, io ci ho visto questo, e altro... e credo che in un pezzo sia la cosa più bella quella di ricercare cose che vadano "oltre". Ah, il tutto risulta molto sceneggiato, e non è un problema nemmeno questo!
bravo Mau! gran bella prova!
alla prossima!!!

4. Abuso_Sallow
SPOILER (click to view)
ciao Max e ben ritrovato... manco fossi stupita di leggerti, eh?! bravo che hai partecipato! MC ha bisogno di buone penne! ma... non tergiversiamo e... vediamo un po' cosa hai scritto questa volta! dato che ti conosco moooolto bene, credo che il tema ti possa avere ispirato alla grande, ma... andiamo con ordine, leggo!

Luca fissava la scritta scorrere sulle TV in vetrina:
L’abuso d’informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla.
> non credo sia coretto mettere una maiuscola dopo i due punti se non si tratta di un discorso diretto e sono sicura che non dovresti andare a capo! ihih!

, dicendo:
«Quella è carta buona solo ad avvolgere il pesce.»
«Da domani di sicuro.» rispose quello con tono sarcastico.
> come sopra, non devi andare a capo, e se metti il punto fermo dentro le virgolette devi mettere la maiuscola dopo... in questo caso basta che levi il punto fermo prima dell'ultimo caporale e la frase fila corretta perché quello che sta fuori dal dialogo prosegue senza stacchi.

Si fermò un attimo a riflettere. Per quanto avrebbero potuto mandar giù tutto? Per quanto quel flusso magmatico e incontenibile di notizie avrebbe potuto riempire le loro piccole teste vuote con bile d’ignoranza, propaganda, vile ingratitudine verso tutti coloro che per anni si erano battuti, versando lacrime, sangue e inchiostro, in nome di un posto di tutto rispetto nella società. Il quarto potere, i cani da guardia, la voce del popolo. Quanti appellativi incravattati dietro firme altolocate.
Eppure bastava così poco. Un capo espiatorio su cui riversare la propria paura e le proprie insicurezze, e il gioco era fatto.
Stava tutto lì. Un’unica, semplice, verità: dire alle persone ciò che volevano sentirsi dire. Rassicurarli dentro le loro paure, alimentandole, costruendo una gogna pubblica, un rogo medievale da attizzare con un semplice click, barricati dietro la sicurezza delle spesse mura domestiche.
Più davi questo alla gente, più la gente lo chiedeva. Un virus inarrestabile di cui non potevi fare a meno
.
> in questo blocco ti ho evidenziato con due colori diversi il testo perché mentre trovo un po' troppo pesante la parte arancione, trovo invece perfetta quella verde. Nel senso, ok che volevi calcare la mano, ma forse hai esagerato un pelo e lo stesso risultato di denuncia l'avresti potuto ottenere anche solo mantenendo la domanda iniziale e l'ultima del primo blocco anche perché dopo, nella parte verde, il concetto emerge benissimo e senza un'estrema polemica "autoreferenziale"...
ehi Max, puro gusto personale, sia chiaro! ma sai come la penso

ottimissima, invece, la contrapposizione di queste due frasi (in apertura e chiusura)
L’abuso d’informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla
L’abuso di ignoranza azzera l’informazione dilatando l’illusione

insieme regalano il giusto quadro di contrapposizione e donano al pezzo una certa circolarità atipica che chiude perfettamente il cerchio di delirio che il tuo personaggio vive e di cui si alimenta.
perfetto anche l'intramezzo di quel secco ma efficace scambio battuta che esplicita più che bene l'intera situazione, così come l'arrivo della polizia e l'aggancio che hanno tramite l'accensione del cellulare!
molto bella anche la scena iniziale dei monitor, è descritta in modo impeccabile: bravo!

concludendo, non credo che questo sia un pezzo per tutti, non è immediato da capire e da interpretare, ma racchiude una enorme schiavitù, alienante e che logora invisibilmente anche le menti più integre... bello, molto bello. mi è piaciuto è un tema non nuovo, ma la resa e la struttura che gli impresso lo rendono a mio modesto avviso uno tra i pezzi più meritevoli che ho letto finora in questo girone
ciao ciao e alla prossima! scrivi di più va! ihih!

5. L'App soluzione a tutti i mali_Marco Fronzoni
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uella Marco! sapevo ci saresti stato... non era martedì! bene, vediamo se pur apprezzando il tuo pezzo riuscirai a finire in cima alla classifica!

bello. parto con bello. si legge in una frazione di secondo, fila velocissimo fino alla fine e... niente, dal punto di vista stilistico non ho assolutamente nulla da dirti! in effetti non ho neppure nulla da dirti per il tema, una distopia di quella che è la realtà di oggi ma vista in chiave quasi comica, in una gag che mentre dà da riflettere, riesce a strappare un sorriso. pensi però che non abbia dei consigli da darti? sbagli! ahah! innanzitutto non ho mai apprezzato l'utilizzo del dialogo come escamotage per "spiegare" qualcosa... ora, ok, non sempre lo spiegare in un dialogo è sbagliato o fastidioso, ma nel tuo caso ho percepito (parlo ovviamente solo per me) che alcune frasi fossero messe lì per il lettore e non per il protagonista. mi spiego: se tu vivi in un contesto distopico come quello che hai descritto non devi spiegare ai tuoi concittadini che vivono la tua stessa contemporaneità e situazione cosa accade o cosa devono fare, no? massimo ci fai una battuta, ma non una spiegazione... da qui il fastidio... che, però, non inficia la gradevolezza del racconto.
un altro aspetto che mi ha un po' colpita è la poca attinenza al tema... di nuovo nella tua schiavitù non vedo nulla... sia essa rivolta al lavoro flessibile, sia essa la stretta corrispondenza tra reddito/consumo o la dipendenza dalle App e dai cellulari... ahahah! le trovo tutte schiavitù reali… ciò nonostante, ripeto, non me ne può fregare di meno perché il pezzo è forte!
ciao ciao e alla prossima!

6. Libera! (Gli dèi mortali)_Beppe Roncari
SPOILER (click to view)
Beppe! ciao e ben ritrovato! quel libera! nel titolo mi ha subito fatto sentire il freddo al petto e la scarica attraversarlo... sarà così? no? quel "parentesato" dopo mi lascia con mille punti interrogativi! in effetti, invece che sparare, meglio che legga! eheh! vado!

Beppe!! quel "Libera!" non c'entra una mazza con quel che avevo in mente! ahah! e vedi?? beh, arriviamo al pezzo! che... merita più attenzione delle mie divagazioni mentali!
la storia è scritta con uno stile che amo molto, veloce, diretto, a tratti un po' più ricercato: bene! bello! l'unico neo sta nella frase d'apertura: sono lombarda e conosco il Resegun! e credo che chi non lo conosca non possa immaginare in modo così univoco l'ambientazione che suggerisci e, anche la similitudine... per la Photinia ci va l'acca! oltretutto, non è chiaro come immaginarsi il tutto, ovvero, il Resegone ha le punte frastagliate e bianche, ok, ma non è costellato di Photinia rossa, quindi deduco che la Photinia sia nella veranda, o fuori. MA... la veranda è alta, non bassa come la pianta sempre verde e, così, mi sono domandata come potesse la veranda spiare il Resegone dalla Photinia... io, la rivedrei. anzi, per quanto originale e azzeccata (vista l'età del vecchio), io la leverei. ho imparato una cosa scrivendo... se una frase balla e non torna e riballa e a costo di cambiarla mille volte continua a stonare, beh, si leva, e senza pensarci troppo. ihih!
cmq, per il resto non ho altro da suggerirti: il racconto fila liscio e intrattiene nella giusta misura! la storia è di per sé affascinante, ma richiederebbe alcune spiegazioni in più. mi piace che venga lasciato molto spazio al lettore e non mi interessa che si capisca chi siano nell'esattezza questi OBI, no per davvero. ma quello che vorrei capire è perché siamo arrivati in una realtà in cui la società è divisa tra dèi e OBI, e soprattutto, perché la ragazza l'hai vestita di candore e il maschio di nero? anche lui dovrebbe essere un giovane, giusto? allora, perché è calvo? forse volevi dire rasato?
non so Beppe il pezzo mi è piaciuto molto, ma alcuni punti andrebbero sicuramente piazzati, non detti, ma piazzati... sennò pare che tutto sia infilato lì come un Deus ex machina solo per lo scorrere della storia e non della trama

nel complesso però non posso che dirti, felicemente, bravo! alla prossima Beppe! ciao ciao

7. Una merce rara_Alberto Della Rossa
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ciao Albe! bravo che ci stai dando dentro a scrivere e scrivere! chissà dove ci porteranno oggi le tue parole dosate come un sapiente pasticcere che tutti pesa e soppesa a livello maniacale

ebbbbbravo Albe! bel pezzo, a una prima lettura non l'ho apprezzato quanto alla seconda. parto prima con le cose che, secondo me, vanno meno:
l'incipit... non mi piace in osservanza alla beffa stessa dell'ultima enorme verità che Luigi afferma in chiusura. se un uomo sa di aver fatto un patto col diavolo e sa che questo può e deve portarsi via la sua anima... perché dovrebbe presentarsi all'appuntamento? la prima speranza che verrebbe in mente a un povero disperato sarebbe quella di scappare: lontano dagli occhi, lontano dai problemi... ahah! e, invece, Adam va all'appuntamento.
ok, lui va... e ci va con una pistola, ma... anche qui, il punto è debole. a meno che tu non abbia creduto che antropomorfizzare il diavolo lo rendesse praticamente irriconoscibile nell'essenza e, perdonami Albe, non credo che sia il caso di Adam o, almeno, non riesco a crederlo, perché non me lo dipingi come uno stupido, ma solo come un uomo vuoto che crede di trovare la felicità in qualche scopata e nel denaro facile... quindi lui dovrebbe ben sapere con chi ha a che fare.
Da un punto di vista tecnico, c'è un passaggio ingannevole:

Luigi sorrideva, con quel ghigno maliardo sotto la barba di due giorni. Aveva l’aspetto di chi dal letto non si è mai alzato, vestito con un anacronistico impermeabile alla Bogart e un’improbabile camicia di viscosa color amaranto.
Scese dalla macchina, vacillando per lo sforzo di non dare di stomaco.
“Su, su, quanta emotività” minimizzò Luigi, chinandosi verso il finestrino.
> la frase sottolineata si capisce essere riferita a Adam, ma solo perché Luigi è già fuori dalla macchina, ma se leggi, l'ultimo soggetto esplicitato che hai è Luigi, quindi questa frase dovrebbe essere legata a lui, e non a Adam...

da qui il fatto che tu abbia caratterizzato stra bene Luigi, ma non Adam e, di fatto, di lui non sappiamo quasi nulla e non si può capire il perché sia arrivato a firmare un patto col diavolo piuttosto che affrontare la sua vita...

bom, le cose che mi hanno fatto un pelino storcere il naso sono solo queste e... sai bene che con i tuoi pezzi io ci vado giù col falcetto...
ora, le cose molto meritevoli sono: la stile, la struttura, l'assoluta freddezza e ironia di Luigi, la sua retorica e la sua capacità di dispensare moniti su come "sia male" avere la convinzione che basti poco per avere la felicità... è un diavolo atipico il tuo
la chiusa è fenomenale, molto d'impatto per quanto il concetto sotteso sia stra abusato.
in qualche maniera ti ho rivisto in questo diavolo, ahah!
va beh, dai, tiro le somme e ti dico che il pezzo è come tuo solito ben fatto, ma alcuni punti andrebbero, a mio modesto avviso, infarcite così da regalare al pezzo quella completezza che gli manca. ah, il tema non credo sia molto azzeccato... una "nuova" schiavitù non credo si possa ritrovare nell'effimera felicità.
ciao ciao Albe, e alla prossima!

8. Bianco Noir_Raffaele Marra
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ciao Raffa!! visto che 'sto giro sono stata diligente e ho partecipato? il rischio di non farcela l'ho avuto fino all'ultimo, ma... dai! sono qui! anzi, sono qui per il tuo pezzo ora, non per le mie digressioni ^___^"
bene, vado a leggere e se ne riparla!
Eccomi tornata e… doppio flash: adesso che ti scrivo?? ahah! scusami Raffaele, ma il pezzo tratta un tema che mi sta così vicino... da credente praticante, mille e mille volte mi sono ritrovata a chiacchierare a lungo con persone che la vedono diversamente da me e... insomma, sembra non si arrivi mai e poi mai a un incontro, no?! tu, invece, in questo racconto non ti schieri (almeno, non apparentemente), ma ci mostri il bianco e il nero, in chiave incontro tra due vecchi amici al bar! beh, l'ho molto apprezzato, davvero. che tema che hai trattato! diatriba che da sempre interessa racconti nei modi più disparati, ma tu l'hai affrontata in modo abbastanza originale, e molto equilibrato.
un po' meno, invece, ho apprezzato la scelta iniziale di inserire la coppia di sposi in Congo... infatti, con questa mossa mi hai tratta un pelo in inganno perché credevo che il doppio flash fosse anch'esso bianco e nero, quindi, una sorta di ping pong tra bene e male ^___^" ma ho dovuto ricredermi al terzo flash e rassegnarmi al quarto... i flash sono solo cose brutte a cui il buon Dio cerca di porre rimedio dopo che il suo amico pizzo di capra continua a sbattergli in faccia che lui senza di noi non saprebbe starci mai! Ihih! grande!
beh, bel pezzo, come sempre con uno stile evocativo e ricercato, mai urlato o scelto a caso... bravo! sempre più bravo! non premierò troppo l'originalità del tema che è un po' abusato, ma la sua resa lo esula da tanti lavori simili rendendolo molto piacevole. Per me è già una vittoria, ma il gradimento generale dipenderà da cosa avranno scritto gli altri
ciao ciao Raffa! e alla prossima!

9. Almeno questa è carina_Marco Migliori
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ciao Marco! Eccomi qui ancora una volta a commentare un tuo pezzo e, come sempre, mi sto domandando "chissà dove sarà andato a parare 'sto giro?" e sai perché e sì che lo sai: tu stupisci sempre. spesso in positivo, ma... su! leggo!

alla prima lettura ho trovato solo questo refuso:
Un taxi sbucò piano dall'incrocio, duecento ragazzi e ragazze vocianti che la inseguivano. > il taxi è maschile, hai accordato al femminile... forse prima avevi semplicemente scritto auto? ;P

alla seconda mi sono fatta le mie impressioni in merito. come sempre, Marco, la tua scrittura è apparentemente mono tematica, ma, invece, racchiude più livelli di lettura, e significato. bello. bravo. la narrazione fila liscia come l'olio e i tre personaggi sono così ben caratterizzati che anche in poche battute si capisce bene chi sia a dire cosa. Trovo un po' sotto tono l'aggancio tra la delusione dei tre per aver perso qualcuno che pensasse per loro e l'orda di ragazzini che, per contro, hanno ancora questo leader da seguire e per cui vivere... è efficace, ma a me, personalmente, non ha conquistato troppo. nel complesso, beh, che ti devo dire? gran bella prova!
ciao ciao e alla prossima, si spera!

10. La gabbia_Diego Ducoli
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ciao Diego e ben ritrovato! vado a leggere e torno!

Eccomi... beh, che dire... scritto con la tua solita impronta di "disperazione e dolore" con una rivelazione finale. ormai il tuo stile è assodato! molto buono il narrato ed efficace la scelta di non palesare da subito la natura del tuo protagonista, ma senza antropomorfizzarlo o farlo parlare in prima persona: bravo! le scene di violenza mi fanno sempre accartocciare lo stomaco... anche se si tratta di animali, anzi... forse, a volte, un po' di più perché quando si ha a che fare con gli animali beh... ti danno sempre tutto e senza richiedere troppo in cambio, no? poi... insomma, ci sono persone che si divertono a spegnere sigarette sui propri simili, figuriamoci su un cane... mi viene da vomitare al sol pensiero... che schifo. va beh...
insomma Diego, il pezzo è fatto bene e ben strutturato, non ho molte osservazioni da suggerirti se non in un paio di punti e a livello tecnico, sul piano narrativo la trama mi piace e trovo che sia ben gestita, così come la scelta della schiavitù che se per gli umani è un bene, per l'animale non lo è mai...
ti segnalo i due suggerimenti:

Lacerò la plastica famelico, croste, formaggio e scarti vari gli scivolavano nella gola, deliziosi. > qui metterei i due punti al posto della prima virgola in modo da introdurre il listato.

Finalmente satollo si adagiò su un mucchio di stacci e con un grosso sospiro soddisfatto si assopì. > metterei "satollo" in inciso e occhio al refuso "stracci"

ciao ciao Diego, e alla prossima!

11. Polvere_Alessandra Lusso
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ciao Ale, era moltissimo che non leggevo qualcosa di tuo... e, ora, sono curiosa di vedere in che meandro della vita ci porterai dato che i tuoi pezzi sono sempre anche estremamente profondi
cià, leggo!

accidenti, lo sapevo, non è un pezzo "leggero", anche se si legge in un attimo. La tematica non è troppo originale: la schiavitù per un potere particolare è base di non pochi racconti e romanzi e anche il tema dell'acqua non brilla di originalità. tuttavia, l'ambientazione data e il risvolto finale della beffa rendono il tutto molto più amabile e avvincente. ho anche apprezzato molto l'assurda attenzione all'incatenamento e l'assoluta indifferenza nel perquisire quel vecchio che da fonte di aiuto diventerà la molla della fine, della totale distruzione che tutto riporterà in cenere.
stilisticamente parlando non ho molto da dirti Ale, scrivi bene e sei molto ordinata e lineare. forse, l'unico piccolo appunto che posso farti è sulla frase d'apertura:
Stiamo ritornando in polvere. > in apertura toglierei la preposizione semplice... credo blocchi un pelo l'incisività.

mi spiace non avere molte cose da dirti Ale, ma il pezzo come ti dicevo è scritto bene e non presenta delle interpretazioni alternative. personalmente, non mi ha conquistata più di tanto... non perché non sia un buon pezzo, ma perché ho letto altri pezzi che mi hanno saputo entusiasmare di più.
spero comunque di rileggerti presto! ciao ciao Ale e alla prossima dunque!

12. Poveri voi_Francesco Nucera
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ciao Francesco ed eccomi a te! dopo l'aver molto apprezzato il racconto della scorsa edizione, vediamo su che lidi ci porterai questa volta... vado a leggere!

eccomi tornata :D e... io non ho face book! ahah! dai, scherzo! non sul fatto che non l'ho, è vero, ma perché hai descritto un convinto anticonformista che, invece, è incontrovertibilmente schiacciato dalla società in cui vive. il tuo pezzo è pieno zeppo di rimandi e riferimenti simbolici che anche isolati richiamano mondi interi: l'orologio d'oro, l'eskimo, la scollatura, l'iconcina blu con la effe... insomma, hai reso bene in tutto il pezzo quale fosse il tuo intento e, questo, è un bene, però. però non ho capito perché hai dovuto parlare della scuola quando, poi, non scrivi nulla a riguardo... la ragazzina che beve birra non giustifica la situazione iniziale d'apertura e nemmeno il dialogo iniziale sui ragazzi che, infatti, credevo portasse a una visione distopica di un nuovo modo di intendere la scuola, più che l'assuefazione e soggiogazione ai social che tutti stereotipizzano... non so, mi stona l'equilibrio del racconto. avrei credo lasciato stare la scena iniziale e mi sarei puntata di più sull'interazione del tuo protagonista con gli alunni e basta oppure solo sull'incontro con l'artista finto squattrinato... no?

qualche nota tecnica: smartphone si scrive attaccato, TV tutto maiuscolo (come con PC, OK, ecc.) e se vuoi usare i trattini come segno d'interpunzione nei dialoghi devi usare il trattino lungo e non il meno (non usandolo quasi mai se non per esigenze editoriali, non so la scorciatoia da tastiera, ma su word lo inserisci da caratteri speciali)
sempre rimanendo in ambito discorso diretto, occhio a non fare caos con maiuscole e minuscole e punti dentro o fuori dai trattini
esempi per esplicitare:
-Che succede Giovanni? (questa andrebbe bene, manca solo il giusto trattino che è questo – e non questo -)
Irma gli si sedette accanto -Cosa vedi?- parlò a bassa voce in modo che gli altri nella stanza non potessero sentire. (qui ci sono degli errorini: prima del trattino, se inizi con la lettera maiuscola allora devi mettere i ":" e visto che il narrato dopo il discorso diretto non prosegue il dialogo, devi iniziare con la maiuscola... così:
Irma gli si sedette accanto: – Cosa vedi?
Parlò a bassa voce, in modo che gli altri nella stanza non potessero sentire.

-è il profilo facebook di Sara, ...
-i tuoi sono solo pregiudizi. ...
-e qui ne hai quanta ne vuoi. ...
-lo sai che ti ammiro, ...
-no, domani lavoro, ...
(qui hai iniziato in tutte le frasi con la minuscola...)

Per nulla imbarazzato dal complimento, Max sorrise: Sono io ad ammirare il mio eroe. L'unico che è riuscito ad avere un lavoro.- lanciò un occhiata sfuggente al grosso orologio d'oro che aveva al polso. -e l'unico che può permettersi una casa- il fotografo con un gesto ordinò altre due birre -ti fermi per la mostra?
(Per nulla imbarazzato dal complimento Max sorrise – Sono io ad ammirare il mio eroe. L'unico che è riuscito ad avere un lavoro. – Lanciò un occhiata sfuggente al grosso orologio d'oro che aveva al polso. – E l'unico che può permettersi una casa.
Il fotografo con un gesto ordinò altre due birre: – Ti fermi per la mostra?)


insomma, spero di essermi spiegata... a volte anch'io faccio ancora gran confusione ^___^"

bom, credo di aver finito! quindi... alla prossima Francesco! ciao ciao

13. Sogni lontani di un futuro prossimo_Filippo Puddu
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Fil!!!! ma ciaoooooo! eccoti qui e 'sta volta posso commentarti da partecipante, oooohyessa! beh, vediamo un po' come sarà stata delicata la tua penna, perché, tu sempre lo sei!
vamonos!

O__O... Fil??? che pezzo hai scritto? io... io non lo capisco! o meglio, capisco bene le singole scene e un certo filo d'unione, ma non sono convinta che alcune denunce esplicitate nel pezzo abbiano un vero nesso con la trama principale... che cavolo di schiavitù stai proclamando? su cosa è centrato il fulcro? una schiavitù figurata che ci succhia il sangue? sono le tasse che riducono l'uomo a un ameba costretta a barattare la sua stessa vita con viveri per tirare avanti? ma... perché allora la moglie è così arrabbiata con il suo uomo? perché lui non può vivere al sole, ma poi esce liberamente? mh... ok, forse allora, lui non esce in superficie?? l'umanità, o almeno la famiglia, vivono sotto terra perché la vita, i politici, le scelte politiche li hanno portati alla disgrazia?? Fil, io davvero, non ci ho capito una cippa, immagino. e va che l'ho riletto (non scherzo) otto volte, e in giorni diversi! ahahah! sono proprio una caprona!
mi mancano dei punti di ancoraggio... ho capito l'estrema difficoltà in cui questa famiglia e altre (dato l'afflusso di gente che entra dal pseudo dottore) sono, ma non il quadro generale del perché siano finiti così.
l'unico aggancio che ho trovato è che altre persone, come questo uomo, per un qualche motivo che non ho capito bene, ma che ha assolutamente a che fare con la politica, stanno in una situazione brutta e disagiata, vivono sotto terra e ci lavorano pure. per questo la moglie è incazzata nera e lui deve fare le punture... come gli altri che sono costretti come lui a fare un lavoro che gli può dare problemi fisici... ahahah! dai, la smetto... magari sto insultando il tuo pezzo e i tuoi intenti e... non vorrei proprio!
ma arriviamo alle note positive: lo stile è ottimo! la ricerca dell'accostamento delle parole pure... in alcuni passaggi richiama anche una certa melodia alla lettura! bravo! però... questa volta ti boccio. non fosse altro che pare che anche te stesso non sapessi troppo dove focalizzarti!
spero di rileggerti al prossimo giro e con più grinta che mai!
ciao ciao Fil, a presto!
 
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sgerwk
view post Posted on 2/7/2014, 22:42




1. Vigilanti d'ordine pubblico
Credo che nei racconti di questa brevità non sia tanto fondamentale quello che viene raccontato ma quanto rimane implicito, ciò che si capisce del mondo che sta dietro a quel poco che è possibile raccontare. Questo è il motivo per cui metto questo racconto in testa: fa intravedere un mondo con una situazione molto anomala ma tutto sommato ancora credibile, quella degli arrestati che diventano vigilanti grazie alla minaccia di un esplosivo alla 1997 — fuga da new york. L'idea di usare la schiavitù da lavoro come tema è stata usata anche da altri, qui la cosa interessante è proprio che tipo di schiavitù queste persone si trovano a subire.

2. Libera!
Mi è piaciuta l'idea degli schiavi (qualsiasi cosa siano questi Obi, non importa se persone, macchine o mutanti) che si affezionano ai loro padroni al punto di non riuscire più a essere liberi, in una sorta di sindrome di Stoccolma portata al livello di considerare divine le persone che servono. Buono anche il modo in cui l'idea è mostrata, ossia attraverso un evento che appare insolito agli stessi protagonisti (l'arrivo della Obi rimasta senza padroni). Credo però che il racconto avrebbe beneficiato di un linguaggio più trasparente, più diretto e meno involuto. Immagino ti abbiano già segnalato il braccio "candito".

3. Polvere
L'idea è buona, la realizzazione anche. In altre edizioni del minuti contati sarebbe stato al primo posto, in questa ci sono altri racconti che ho trovato migliori. Indubbiamente c'è la schiavitù, questa del rabdomante si può anche considerare nuova (almeno, io non ho mai sentito di una cosa del genere). Oltre all'idea originale c'è anche uno svolgimento che induce a continuare la lettura, e che porta a una conclusione molto ben congegnata.

4. L'app soluzione a tutti i mali
Un racconto che usa un classico schema dei racconti di fantascienza: portare all'estremo un aspetto del mondo attuale, in questo caso il lavoro flessibile, che diventa così flessibile da imporre il cambiamento anche ogni due ore o meno. Quindi l'idea c'è, e l'ho trovata originale e ben sviluppata a livello di narrazione. L'unico difetto è che a parte l'idea in sé come storia non c'è niente, è un'ora normale in una mattina normale del protagonista. Non che si potesse fare tanto di più in tremila caratteri, solo che una eventuale espansione del racconto dovrebbe tenerne conto.

5. Omicida "seriale"
La storia è divertente, e anche con un'idea abbastanza originale: diventare dipendenti da una serie televisiva. Come in altri racconti il tema della schiavitù anche qui viene declinato come dipendenza, in questo caso condizionamento, ma ci si può stare. Il problema che vedo è che, anche se è chiaramente una storia umoristica, mi è parsa un po' troppo forzata a livello di credibilità: perché c'è così poca gente per strada, proprio quel giorno? Come mai proprio gli unici che si vedono camminano come zombie? Poi il protagonista arriva al negozio proprio nel momento in cui stanno mimando una cosa di cui non si è nemmeno parlato nel racconto.

6. E fu la voce
La cosa che ho apprezzato di più di questo racconto è il modo in cui la narrazione, si pure tutta in forma riassunta, riesce a fare "vedere" le scene che via via si succedono: gli alieni che arrivano e rubano i mezzi di comunicazione sotto gli occhi attoniti dei terrestri (però dopo qualche minuto almeno un minimo di reazione me la sarei aspettata!), il ritrovarsi privi di qualcosa su cui si contava e il senso di smarrimento che ne deriva, la soluzione trovata quasi per caso e poi condivisa. L'idea non mi è sembrata molto originale, ma ci si può stare.

7. Sogni lontani di un futuro prossimo
Mi piace, ma non l'ho capito. Mi pare di intuire che lui sia schiavo di un qualche trattamento medico, ma non saprei dire (non ho letto i commenti degli altri). Su queste basi non posso che dare un giudizio basato sulla forma, che è buona, e su quella che credo sia l'idea di base, ma la difficoltà di capire è un difetto. Poi non ho capito quella cosa in mezzo sulla politica, mi pare che non c'entri niente con il resto.

8. Bianco noir
Sospetto che sotto questo racconto ci sia un'ottima idea, ma anche dopo averlo letto due volto non l'ho capita. Mi trovo quindi in difficoltà a valutare l'aderenza al tema, che è uno degli elementi di cui tenere conto nel giudizio. Mi pare di capire che uno dei personaggi crei disastri mentre l'altro riesce a rimetterli a posto, e che il dovere del secondo venga interpretato dal secondo come una sorta di schiavitù. Forse il problema è che in quei "doppio flash" è riassunto troppo in troppo poco spazio, e che i due sposi in Congo come primo flash sembrano una cosa troppo normale.

9. La gabbia
Il racconto è scritto piuttosto bene. Forse sarebbe stato meglio chiarire un po' meglio da subito che il protagonista è un cane, si capisce comunque ma nel caso la cosa sfuggisse non penso sarebbe una gran sorpresa. Non ho trovato però aderenza con il tema, dato che nel suo caso si tratterebbe casomai di prigionia e non di schiavitù. Poi non vedo una grande originalità nell'idea: si tratta di un cane che viene catturato.

10. Agorafobia
La descrizione delle scene è abbastanza precisa e ricca di dettagli concreti e credibili da dare una certa vividezza di immagine alla narrazione. Solo che non mi è sembrato che il modo riassunto in cui l'intera storia è raccontata potesse reggere questa lunghezza: va bene per l'inizio, poi si sente la mancanza di una vera e propria scena. Gli altri due problemi di questo racconto sono l'idea di base non molto originale e non del tutto in linea con il tema.

11. Abuso
Penso che questo racconto parli dell'essere schiavi dell'eccesso di informazione, ma non sono proprio sicuro. L'idea in corsivo all'inizio è chiara. Mi aspettavo da qui in poi uno svoglimento che partisse da questa, invece poi non ho capito bene. Chi sono i "loro" del quarto paragrafo? Quelli che controllano o quelli che li contrastano? Penso che il protagonista sia dalla parte di quelli che contrastano, ma non ne sono sicuro.

12. Una merce rara
La scrittura è pulita, anche se non molto vivida nelle descrizioni, purtroppo l'idea che sostiene il racconto mi è sembrata molto debole: un patto con il diavolo. Solo la frase finale la collega con il tema, ma in un modo che secondo me è piuttosto forzato: parlare di essere schiavi della speranza mi sembra un modo un po' troppo figurato di interpretare il tema, e neanche troppo collegato con il racconto. Ti segnalo "Scese dalla macchina" -> "Adam scese dalla macchina" (il soggetto della frase precedente è Luigi) e poi "un'attimo" che penso ti abbiano già segnalato.

13. Poveri voi
Il racconto si conclude con uno "schiavi del sistema" che dovrebbe collegarlo al tema del concorso, ma che non lo vedo molto collegato al racconto. Detto in un altro modo, quando sono arrivato a quell'ultima frase ho capito cosa intendevi in generale, ma non cosa c'entrasse con la storia precedente. A livello di scrittura ho trovato vari problemi, però devo anche aggiungere che le frasi dei dialoghi le ho trovate realistiche, adatte ai personaggi.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 2/7/2014, 23:01




Ecco i miei giudizi per questa edizione che, secondo me, è la migliore dell'anno. Quindi complimenti a tutti e buona continuazione:

1° - Polvere – Alessandra Lusso
Un racconto che ho trovato agghiacciante, dal sapore amaro, volutamente carico di angosce e di suggestioni post-apocalittiche di immenso fascino. È vero che mi ha riportato alla mente alcuni film o altro, ma la narrazione che alimenti con il tuo stile efficace, perfettamente equilibrato tra essenzialità e ricchezza, ne fa comunque una storia dal gusto inedito, di straordinario impatto. La scena finale, per quanto possa risultare eccessiva, un po’ irreale, spinta o discutibile in quanto a verosimiglianza, è davvero portentosa, a mio giudizio. Insomma, non so se sono riuscito a spiegare che il tuo racconto è decisamente positivo!

2° - Agorafobia – Marco Actis Dato
Si tratta di un racconto davvero originale nello stile, capace di trasmettere uno stato di inquietudine e di tremore quasi corporeo, oltre che emotivo. Mi è piaciuto leggerlo per la forma. Poi il finale ha innalzato notevolmente il livello del contenuto dando spessore all’intera storia, andando a recuperare magistralmente il rapporto con il tema del mese e producendo, in una piccola sorpresa chiarificatrice posta saggiamente nelle ultime righe (esattamente come nei racconti che piacciono a me), un epilogo che spinge il lettore a ri-immergersi nel testo dal principio e fare un nuovo giro, con una nuova consapevolezza, nei panni di questo amabile uomo qualunque.

3° - E fu la voce – Simolimo
Una gran bella storia, narrata come una fiaba moderna, affascinante, ricca di suggestioni, a tratti emozionante nella sua capacità di suscitare riflessioni e interrogativi. Essendo una fiaba, non ha bisogno di ulteriori chiarimenti, tutto è lecito, anche ciò che apparentemente sembrerebbe illogico, azzardato, inspiegabile, assurdo. In realtà il vero nucleo di tutto il racconto, e la qualità più nobile che possiede, è il senso ultimo di esso, l’esaltazione della “storia raccontata” come liturgia di un mondo che ha bisogno di ritrovare un’identità e un’autenticità che il tempo ha divorato. Molto molto bene.

4° - Vigilanti di Ordine Pubblico – Maurizio Bertino
Un’idea che forse non è originalissima, che mi ricorda qualcosa di già letto o già visto, ma che comunque ha dato vita ad un racconto molto piacevole, leggibilissimo e, devo dire, intelligente. Lo scenario dipinto essenzialmente attraverso i personaggi è credibile e sufficientemente inquietante. I protagonisti sono definiti con cura, soprattutto grazie ad una attenta e saggia gestione dei dialoghi, mai fuori le righe e sempre ben equilibrati in funzione dell’economia del racconto. Insomma, devo dire che si tratta davvero di una buona prova. Complimenti.

5° - Libera! (Gli dèi mortali) – Beppe Roncari
Gran bel racconto, sufficientemente inquietante e tale da creare una suspence crescente che gli dà un gusto forte e gradevole. Strizza l’occhio ad un tema classico della fantascienza, ma la declinazione del tema è assolutamente originale, tanto da non risultare mai scontato, fino alla fine. Bella la caratterizzazione dei personaggi, compresi gli obi. Insomma, una buona prova sicuramente.

6° - Una merce rara – Alberto Della Rossa
Un racconto su un tema classico, quello del patto con il diavolo, gestito nel rispetto della “tradizione”, cioè con elementi indispensabili quali l’inganno, l’ironia sinistra del maligno, la disperazione dell’umano, la forma medievale del testo che sancisce il regolamento ufficiale dello scambio tra i due. In sostanza si tratta di un buon racconto, sicuramente prevedibile proprio per la classicità del tema e la presenza degli elementi di cui sopra, ma devo ammettere che la battuta finale, quella sulla speranza, che verifica anche il pieno rispetto del tema del mese, è stata una lieta sorpresa, sufficiente a dare originalità e spessore ad una storia sicuramente ben gestita. Ottima la scelta di citare articolo e comma del regolamento sulla vendita dell’anima: devo leggere una velata allusione all’infernale garbuglio di articoli, commi, sottocommi, riferimenti, citazioni, modifiche e rimandi che caratterizzano quel Dedalo oscuro costituito dalla Legge italiana?

7° - La gabbia – Diego Ducoli
Un racconto drammatico, addirittura triste nel suo finale che, rivelando con un misurato colpo di scena la vera identità del protagonista, proprio in virtù di tale identità assume un sapore amaro perché, purtroppo, verosimile. Lo stile è ben curato, funzionale alla narrazione, intelligente nella definizione di un personaggio che deve apparire e non apparire per non sprecare la sorpresa finale. Insomma, una prova positiva, forse non proprio originalissima nel contenuto, ma decisamente vincente nella forma e nella “strategia”.

8° - L’App soluzione di tutti i mali – Marco Fronzoni
La cosa che ho apprezzato di più è l’idea di fondo, questa intelligente critica ad una schiavitù che a ben vedere sta già configurandosi nella nostra società. Mi piace l’ironia che permea il racconto che, a ben vedere, ha il sapore di un sarcasmo dal retrogusto amaro. Insomma, hai dipinto un gran bel panorama, credibile, affascinante, originale, futurista e ciononostante attuale. Dal punto di vista narrativo manca forse qualcosa, una svolta inattesa o, semplicemente, una chiusura un po’ più “eclatante”, ma può anche darsi che siamo nel campo del gusto soggettivo. Infine lo stile: efficace, funzionale alla narrazione, asciutto e intelligente nella scelta dei nomi e nella definizione delle frasi più ironiche.

9° - Poveri voi – Francesco Nucera
Un racconto molto ricco di immagini, talmente eterogeneo da risultare, a mio parere, un tantino confusionario. A mio parere lascia un senso di “indefinito” in alcuni passaggi (soprattutto nella scena iniziale) in cui sembra mancare qualche passaggio fondamentale. Detto ciò, è un racconto il cui valore, indiscutibile, consiste soprattutto nella morale: un uomo convinto di essere l’unico ad accorgersi della schiavitù dominante e che, accecato proprio da questa convinzione, non vede la drammaticità della propria situazione. Questo tema è reso molto bene e, per il solo fatto di averlo introdotto nel racconto, meriti un complimento.

10° - Omicida “seriale” – Angelo Frascella
Trovo il tuo racconto completo, ben gestito e sufficientemente interessante. Va detto che si capisce ben presto dove andrà a parare, ma resta il fascino di una storia scritta in uno stile semplice ed efficace, lineare e funzionale come è ormai caratteristica solita dei tuoi scritti. Devo però farti un appunto: il riferimento al morso di Suarez a Chiellini, punto topico della storia. Il problema, a mio modesto parere, è che citare questo avvenimento rende il tuo racconto troppo “attuale”, troppo legato da un fatto del quale, probabilmente, tra alcuni anni non si avrà memoria. Insomma, è come se il tuo racconto sia destinato a perdere fascino e capacità di comprensione con il corso degli anni, e questo credo sia un difetto che andrebbe evitato, in generale. Per lo stesso motivo, ovviamente, avendo letto il tuo racconto per la prima volta all’indomani del fattaccio accaduto in Brasile, mi sono letteralmente “scompisciato” dalle risate.

11° - Almeno questa è carina – Marco Migliori
Una storia difficile da comprendere alla prima lettura, soprattutto per il fatto che la vicenda narrata non ha uno sviluppo lineare, ma va “pescata” con un po’ di fatica tra le frasi in cui si articola il testo. A questa necessità di uno sforzo di comprensione credo sia imputabile lo scarso impatto emotivo che accompagna il racconto, caratterizzato sì da un tema decisamente attuale, ben pensato e perfettamente coerente al tema del mese, ma anche da uno stile a mio parere poco funzionale ad un testo breve come quello in questione.

12° - Sogni lontani di un futuro prossimo – Filippo Puddu
C’è un senso di confusione che domina su tutto il racconto, dovuto probabilmente alla brevità del testo che poco si addice alla complessità della storia che si intendeva narrare. Lo stile è buono, funzionale all’intento di ricreare un senso di angoscia che è presente in ogni parte del racconto. In definitiva, credo si tratti di un racconto che andrebbe un po’ rivisto, forse ampliato oppure, al contrario, decurtato di qualche passaggio per ridurlo ad un’essenzialità più comprensibile.

13° - Abuso
Racconto che lascia un po’ disorientati, confusi, che non sazia e, almeno apparentemente, non soddisfa. Non si definisce una storia chiara né alcun personaggio ben delineato o che abbia un ruolo evidente nel racconto. Il tutto, a ben vedere, è comunque rappresentato in uno stile asciutto ed efficace, su un tema di fondo che è attuale, importante, scottante e perfettamente coerente con il tema del mese. In definitiva un racconto da rivedere un po’, soprattutto perché il tema e lo stile presentati meritano un migliore successo.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 3/7/2014, 08:45




Racconti Minuti contati edizione giugno 2014


 


1. Agorafobia, di Marco Actis Dato, “porta giù il cane, va’!”


2. Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino, “pensionati robocop”


3. E fu la voce, di Simolimo, “in principio era il racconto


4. L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni, “fletto i muscoli dei polpastrelli e sono nel precariato…”


5. Poveri voi, di Francesco Nucera, “il radical conformist


6. Omicida "seriale", di Angelo Frascella, “questa volta il titolo va bene”


7. Bianco noir, di Raffaele Marra, “dio al diavolo”


8. Polvere, di Alessandra Lusso, “rabdomante di petrolio”


9. Almeno questa è carina, di "Marco Migliori", “tanto vale esser schiavi della regina”


10. Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu, “angelo?”


11. Una merce rara, di Alberto Della Rossa, “sangue, anime e speranza a iosa”


12. La gabbia, di Ducoli Diego, “vita da cani”


13. Abuso, di Sallow, “la buona, vecchia propaganda”




 


 


 


 


COMMENTI IN ORDINE SPARSO


Poveri voi, di Francesco Nucera


Ciao @Ceranu!


Allora, rendi molto bene l'atmosfera e lo fai con il non detto e il sottotesto, le cose non sono "spiattellate" ma si intuiscono fra le righe e questa è un'ottima cosa.


La schiavitù del conformismo è un'ottima declinazione del tema e mi interessano molto le riflessioni sui pregiudizi. Alla fine sembra che siamo rimasti tutti all'asilo con la frase canzonatoria con cui si rispondeva agli insulti, ricordi? "Chi lo dice sa di esserlo!"


Anch'io noto l'assenza di sviluppo e di trama, né ritengo che sarebbe stata una buona idea trasformare il tuo prof in uno stragista. La cattiveria maggiore e più sottile che avrebbe potuto studiare sarebbe potuta essere diversa. Chessò: una denuncia anonima per la ragazza che secondo lui "pippa"? Un attacco hacker anonimo per sputtanare i profili dei suoi studenti su facebook? Una cosa così. Meschina.


Ciao! Alla prossima! ^___^


 


 


Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino


Ciao @Maurizio, ben ritrovato!


Anche a me è piaciuta più l'idea che l'esecuzione del brano. L'ho trovato non tanto infarcito di infodump quanto troppo schematico, come l'esecuzione della dimostrazione del teorema di Pitagora. "È così e basta e non può essere che così". Cioè, anche a memoria, me lo ricordavo tutto senza bisogno di una nuova lettura, ogni svolta, ma non nel modo in cui ricordi le parole di una poesia che ti tormenta per cercarne un nuovo, recondito significato. Insomma, lascia poca voglia di rileggerlo ma ammirazione per l'idea geniale e l'intuizione: "Chi controlla i controllori? Lascia che siano i trasgressori!"


Non sono forse note precise di stile, ma faccio fatica io stesso a capire che cosa manca al racconto. Comunque ottima prova, ciao! :)


 


 


Bianco noir, di Raffaele Marra


Ciao @Raffaele,


Sul tema del duello fra dio e il diavolo hanno già parlato gli altri. Il racconto è carino e ci leggo una profonda amarezza. In fondo nessuno è libero, nemmeno dio, vero? E nessuno la capisce, nemmeno il diavolo, che in fondo sembra venire lì perché dio gli fa un po' pena, per fargli avere una reazione, per stupirlo almeno una volta. Ma nessuna nefandezza è mai sufficiente, non c'è niente che possa davvero fare, e deve anche sorbirsi la ramanzina sul fatto che non è libero? Pochi dubbi sul perché il diavolo abbia lasciato questo dio, proprio non si può ragionare con lui.


E allora per me il diavolo diventa il figlio e dio il padre. Un tentativo di dialogo impossibile, cose da uomini, un bicchiere di whisky condiviso è il massimo della vicinanza che possano sperare. Non si capiranno mai. Ma forse, dei due, è dio a essere il più cieco.


 


 


L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni


Ciao @Marco, bentrovato


Bella idea e bel brano, scritto in modo assolutamente non noioso e scontato.


Però anche per me manca almeno una svolta / o un avvenimento / o una conseguenza / o un finale.


Questo mondo deve "fare" qualcosa ai protagonisti, una metafora riconoscibile, se vuoi, una scelta d'autore. Qualcosa alla Philip Dick che di simili mondi distopico ne ha descritti tanti (ricordi le maniglie delle case a gettoni in Ubik?!? Ecco, fino a là narrazione è solo setup del mondo, il racconto, la storia, anche in una frase soltanto, viene dopo).


Qualcosa del tipo (ma devi fare la "tua" scelta, il "tuo" taglio d'autore! non il mio...), per esempio:


- E stamattina che lavoro dobbiamo fare?


- Becchini. - uno sparo. - O, almeno, IO devo fare "l'azienda". TU il cliente.


Capisci cosa intendo dire dicendo che la narrazione dopo il setup può stare anche tutta in una frase?


Ciao! :)


 


 


Polvere, di Alessandra Lusso


Ciao @Alessandra, ben incontrata! Mi pare per la prima volta qui su Minuti contati.


Il tuo brano è ben scritto, anche se l'idea del tipo di schiavitù non sembra molto "nuova", anzi abbastanza classica, da sempre si tengono schiavi coloro che possono fornire una particolare risorsa. Né è nuova la "schiavitù" dell'uomo dall'acqua.


Di certo però il racconto, al di là dell'essere centrato sul tema del contest, è piacevole e ha il pregio di un colpo di scena finale niente male. :)


Mi permetto un'osservazione NON sul colpo di scena MA sulla plausibilità diegetica, dentro la storia, di questo sviluppo. L'ultima volta che ho controllato i rabdomanti avevano solo il potere di trovare l'ACQUA e non il PETROLIO... per cui trovo molto irrealistico che il protagonista Jaffar sia in grado di individuare l'oro nero con cui mettere in atto la sua ultima estrema vendetta... e che razza di vendetta è in fin dei conti? L'acqua è finita, non c'è speranza neanche per lui, moriranno anzi più velocemente... Se volesse vendicarsi dovrebbe lasciarli senza acqua a boccheggiare e soffrire a lungo, non suicidarsi senza prendersi nessuna soddisfazione...


Ciao! Alla prossima! ^___^


 


 


 


Una merce rara, di Alberto Della Rossa


Ciao @Alberto, ben ritrovato!


"Una merce rara" le anime? Beh, no, non direi, ce ne sono miliardi, e in crescita. Come pure di racconti di vendita dell'anima al diavolo e sul tema della speranza come ultimo dei mali (già dai tempi del vaso di Pandora).


Quindi il racconto, piacevole e ineccepibile sul piano stilistico, è completamente fuori tema per quanto riguarda l'argomento del concorso. Sorry! :(


 


 


E fu la voce, di Simolimo,


Ciao @Simo!


Non so perché ma i tuoi omini bianchi che rubano la tecnologia mi hanno fatto venire in mente i Little People, i misteriosi omini di 1q84 di Murakami!


A me il racconto è piaciuto perché la nuova schiavitù io l’ho vista… nei racconti! Non nella tecnologia! L’uomo è affamato di storie, ne diventa dipendente, in realtà “torna” a essere dipendente, dopo che la tecnologia lo ha anestetizzato con la sua droga insoddisfacente. Giusto ieri notte leggevo in Che tu sia per me il coltello di David Grossman un brano interessante: due foto, quella di un professore di schiena e una classe che sta attenta ad ascoltarlo, a fianco, un gruppo di aborigeni che ascoltano un anziano raccontare una storia e sono… ammaliati!


Ecco, complimenti! J


 


 


 


Almeno questa è carina, di "Marco Migliori"


Ciao @Marco, ben ritrovato! J


Allora, erano schiavi di una setta/gruppo/partito che li ha delusi ed è stato sciolto dalla polizia e ora si scelgono una nuova schiavitù per una nuova leader stile Rihanna o Shakira, presa dal mondo dello spettacolo, perché “almeno questa è carina”, giusto?


L’unico appunto è che l’adesione dei tre “ragazzoni” protagonisti un po’ più grandi della folla di adolescenti adoranti al nuovo culto della star è troppo repentina. Non c’è vera adesione e quindi non vera schiavitù, non vera sottomissione. Se si fossero fatti largo a forza di braccia e spalla per andare a prendere loro per primi l’autografo magari… così invece è una scenetta che è anche plausibile che succeda nella realtà, a chiunque di noi, indipendentemente dall’essere stati delusi da un’altra schiavitù, questa vera, prima.


Ciao!


 


 


Abuso, di Sallow


Ciao @Sallow!


Ho dovuto rileggere il racconto due volte per capirci dentro qualcosa. Il flusso di coscienza del protagonista lascia davvero poco spazio all'azione, in fondo non succede niente.


Si intuisce che i poliziotti stanno tracciando il protagonista con il cellulare, ma c'è un buco logico, forse manca una frase.


Non dici mai che il protagonista digita qualcosa sul cellulare. Solo che si connette a Internet. Non basta certo a giustificare un intervento, se ogni volta che qualcuno accende il cellulare piombasse lì la polizia... Inoltre, spegnerlo non basta a bloccare la tracciabilità del segnale, il protagonista dovrebbe estrarre la batteria, altrimenti in realtà il terminale continua a trasmettere.


C'è un brutto refuso che nessuno ti ha ancora indicato: "Un capo espiatorio" al posto di "caPro".


Nel complesso, mi spiace, ma la tua storia non mi ha convinto e non la trovo neanche aderente al tema, la schiavitù è vecchia come la propaganda, che era vecchia già per gli antichi egizi... ciao!


 


 


Agorafobia, di Marco Actis Dato,


Ciao @Marco, bel racconto, delicato, disperato, vero.


Bella la scelta di stile e i dialoghi senza virgolette, tanto si capisce tutto dalle "voci" dei personaggi, caratterizzate da poche sapienti e sobrie pennellate.


Se vogliamo essere pedanti, non c’è “in assoluto” una nuova schiavitù nel racconto, almeno a livello sociale e universale, ma c’è senz’altro una nuova schiavitù “personale” per il protagonista, che passa da quella del lavoro a quella della pensione.


Complimenti. :)


 


 


 


Omicida "seriale", di Angelo Frascella


Ciao @Angelo!


L'idea è simpatica e divertente. Mi è piaciuta la battuta finale su Prison Break e colgo l'occasione per consigliarti la serie Orange is the New Black. Contiene fra l'altro nel pilota una battuta simile a quella sul non guardare le puntate di The Walking Dead da sola senza il compagno, ma riferita a Mad Men.


Invece il problema del racconto secondo me è quello di tutti i racconti in cui il protagonista è un pazzo. Ed è che... Il protagonista è un pazzo! Come immedesimarsi in lui? Come tremare alle sue svolte? Come stare lì a chiedersi se arriverà o meno a uccidere, come succede per fare un esempio nella discesa agli inferi di Jack Nicholson in Shining?


È un pazzo e agisce come pazzo, non c'è possibilità di identificazione per il lettore, non vi sono sfumature, puoi fargli fare tutto senza un motivo impellente e necessitante... È un pazzo!


Belle lezioni di sceneggiatura la prima regole è: non scegliere un pazzo come protagonista.


Ciao! Alla prossima!


 


 


La gabbia, di Ducoli Diego


Ciao @Diego, ben ritrovato!


L’aspetto originale è il punto di vista del cane, ma non abbastanza originale, purtroppo. Un cane che faceva i combattimenti clandestini ed è poi scappato dal canile viene ripreso. Storia un po’ troppo lineare, non ho avuto quasi per niente il dubbio che fosse un uomo all’inizio, per cui il racconto non mi convince. Ciao!


Refusi: dopo la virgola spazio “mozzo, svariate”; “stRacci” e non “stacci”; punto fisso a fine frase prima dell’a capo “urla.”; dopo la virgola spazio “Uccidi, ammazzalo”. Manca accento qui “si serrò”.
Serve punto finale “bloccarlo.””; qui una virgola “non li vuole nessuno,””.


Qua oltre allo spazio mancava la punteggiatura: ““Smettila!” Urlarono quasi all'unisono. “Non devi ammazzarlo.””.


Qua: “Le solitE anime buone.” Ribatte infastidito. “È solo un bastardo”. La “È” si fa così: CTRL + ALT + 0200.


Credo che per i cani non si usi il termine “falcate” per i passi umani.


 


 


Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu


Sta diventando un angelo? E lo sta diventando perché resiste? È in una sorta di Purgatorio? Non cede come glia altri che diventano "cannibali" (anche se qui si parla di mangiare un cane) ma accetta il nutrimento doloroso tramite flebo? Per non piegarsi? Sono ali quelle che lentamente gli crescono come appendici sulle scapole?


Più domande che certezze, anche per me che non faccio un mistero di preferirlo il mistero alla chiarezza e alla spiegazione di ogni cosa... Puoi illuminarci un po'?


Ciao,@Filippo! :)

 
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Peter7413
view post Posted on 3/7/2014, 12:32




Bella edizione, nessun racconto brutto, qualcuno più valido o semplicemente più giusto rispetto al tema...

1) Libera! (Gli Dei mortali), di Beppe Roncari
L'inizio, la prima frase è stentato, poi si riprende bene e acquista un buon ritmo. Molto interessante l'idea degli OBI, la presenti bene e neppure si sente la necessità di informazioni aggiuntive sul contesto più allargato. Cioè, la curiosità per il tipo di società che produce una tale forma di schiavitù c'è, ma ai fini del racconto non manca nulla. Interessante anche il parallelismo che crei fra schiavitù e Dei/religione con la necessità per tutti di averne e sottomettercisi. La difesa della propria schiavitù da parte del nero vestito è una genialata. Un lavoro più che buono, peccato per la partenza un pelo macchinosa.
2) Polvere, di Alessandra Lusso
Scrittura precisa, stile scorrevole, informazioni ben dosate e mai ridondanti, unica pecca un tema trattato in modo non originalissimo, ma non lo vedo, in questo contesto e con tali premesse, come un peccato veniale. Magari avresti potuto seminare un indizio in più (oltre al fiammifero) per fare capire che siamo in un'epoca postnucleare, ma anche così ci sono arrivato, quindi no problem. Una prova più che buona, bentornata e, mi raccomando, vedi di rimanere per un bel po'...
3) L'app soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni
Il lavoro precario e choosy portato alla sua massima espressione grazie all'utilizzo della tecnologia. Non credo sia così facile risolvere il problema, ma la prospettiva mostrata è interessante e ben tratteggiata. I dialoghi sono buoni, mi ha fatto un minimo di attrito solo l'esaltazione di Lionel, fino a quel momento stanco e distaccato, su "Mediapork". Un lavoro senz'altro buono con una nuova schiavitù (vincolata al sistema) che mi è parsa originale e intrigante.
4) Omicida "seriale", di Angelo Frascella
Racconto godibile e divertente, ben scritto con dialoghi brillanti e utili, mai ridondanti. Qualche riserva ce l'ho sull'utilizzo dei nomi veri delle serie tv, mi suonano sempre molto strani questi rimandi a qualcosa di esterno che si suppone sia conosciuto da tutti, cosa che però non dev'essere mai data per scontata. In questo senso hai marciato un po' sulla conoscenza di entrambe quelle che hai nominati e la battuta finale può effettivamente fare sorridere solo se si conosce Prison Break. In definitiva un racconto più che buono con la macchia di questo stratagemma che trovo da sempre indigesto.
5) Una merce rara, di Alberto Della Rossa
Il racconto è molto piacevole da leggere e ha il pregio di un'ottima chiusa. Vero è che pecca in originalità sia per quanto riguarda il trito tema della vendita dell'anima (che però ben si riscatta con il finale) sia per quanto concerne il tema dell'edizione, elemento più penalizzante ai fini della collocazione in classifica limitatamente (lo sottolineo) ai fini delle specifiche di questa edizione. Ribadisco che mi è piaciuto, che il finale è intelligente e arguto. Non da primissimi posti solo per quanto spiegato, ma la tua penna, in ogni caso, lascia sempre il segno.
6) La gabbia, di Diego Ducoli
Il passaggio da un tipo di schiavitù a un'altra, dallo sfruttamento pro combattimento al canile pro adozione, se mai arriverà. Certo, l'idea non è originale, ma lo svolgimento è onesto, si capisce abbastanza in fretta che è un cane (lo si intuisce da subito e se ne trova conferma in breve) e quindi il finale non gioca su quello. Un racconto che si fa leggere, gradevole.
7) Bianco Noir, di Raffaele Marra
Racconto che mi porta a una tripla considerazione:
1) non concordo con l'immagine Dio/bene, Diavolo/male, ma questo è un problema mia e probabilmente non è da porre in fase di valutazione. Per come lo vedo io, Dio o come lo si vuole chiamare, è amorale, non è che "custodisce" una bimba fra le macerie di un terremoto... La tua impostazione è molto Disneyana e attento che è un'impostazione che genera mostri mentre di mostri nella realtà non ce ne sono proprio.
2) per natura, e questo concerne la mia sfera valutativa, tendo a non apprezzare i racconti con Dio protagonista, forse perché ne ho letti di tutti i tipi e da tutte le penne, non li vedo originali, tutt'altro.
3) come tuo solito, il racconto è scritto bene, con stile preciso, attento, mi piace molto la tua impostazione lavorativa... Divergo invece spesso per quanto concerne i contenuti, ma tant'è.
In ultimo, il tema... Questa schiavitù non è nuova, anzi... è la più antica di tutte, per eccellenza. Questo è un punticino a sfavore. Un buon racconto, senz'altro e senza dubbio, leggermente penalizzato per quanto scritto al punto 2 e per quanto riguarda la trattazione del tema.
8) Agorafobia, di Marco Actis Dato
Ho fatto molta fatica nella prima parte e solo alla seconda lettura ho unito i punti. Come giudizio generale è buono, alla fine lo stile scelto è efficace e interessante, ma il fatto che la situazione non sia chiara da subito e che, appunto, sia necessaria una seconda lettura, gli fa mancare qualcosa. Da rivedere cercando d'inserire di fornire immediatamente al lettore le giuste chiavi di lettura, il resto va bene com'è. Fosse già stato completo sarebbe stato da primo posto, complimenti per lo stile.
9) Poveri voi, di Francesco Nucera
Ottimo l'intento del racconto: il mostrare la schiavitù dal sistema attraverso uno schiavo che invero crede di essere uno dei pochi a non esserlo. La realizzazione mi è sembrata invece un pelo confusa continuando a girare intorno all'idea di partenza, quasi senza mai affondare il colpo. Il fatto è che una volta capito dove si andrà a parare non accade nulla di significativo a parte il rinforzare il concetto di base. Un buon racconto, sia chiaro, ma un po' confuso nel suo svolgimento, poco incisivo.
10) Almeno questa è carina, di Marco Migliori
L'idea è molto buona, la realizzazione un po' meno. La prima parte manca di qualche chiave di lettura, si rimane a chiedersi di chi fossero schiavi e ci si concentra troppo su eventuali sette. Poi, autentico deus ex machine, proprio in quella via giunge il taxi della diva del momento e via con un nuovo culto. Non va, serve un motivo per cui loro sono proprio lì e potrebbe essere la necessità che sentono forte di "donarsi" a una nuova schiavitù. Magari potresti farli scettici... Come possono, loro elitari ex appartenenti a una fighissima setta, trovare sfogo ai loro schiavizzati impulsi in un personaggio pop? Eppure ci riescono senza problemi ed ecco il senso del racconto. Inoltre, tre personaggi sono troppi, uno dei due maschi mi risulta quasi non pervenuto. Meglio sarebbe incentrare tutto su una coppia di fidanzatini. Un racconto potenzialmente ottimo che però va sistemato in alcuni suoi perni centrali.
11) E fu la voce, di Simolimo
Una fiaba moderna. O meglio, il soggetto per una fiaba moderna. Va sviluppato, allo stato attuale non posso considerarlo un racconto vero è proprio: tutto tell, zero show. Interessante la chiave interpretativa data da Beppe: le nuove droghe sono i racconti, quasi che l'uomo avesse bisogno di aggrapparsi sempre a qualcosa... Proverei a svilupparla in quel senso. Certo, di fondo è un concetto ben più cinico rispetto alle tue intenzioni, ma gli fornisce un tocco in più, pensaci. In ultimo, mi sembra già da un po' di tempo, ma dovrei andare a controllare, che i dialoghi stiano sparendo dai tuoi racconti... Rimettili! Il dialogo è la via principale per fare scorrere l'azione mostrando attraverso i fatti...
12) Abuso, di Sallow
Scritto molto bene, pieno d'immagini evocative, linguaggio ricco. Manca una struttura forte e s'ingorga un po' in un semplice manifesto di quanto vuole trasmettere. La società dominata dai mezzi d'informazione è la nostra, la controinformazione che passa da internet è la nostra, ma mi sarei aspettato anche una riflessione sull'eccesso di controinformazione, sul bailame d'informazione spicciola che tutti possono fare in un epoca di libertà d'espressione (invero nel tuo mondo negata) che porta all'annullamento della stessa evocando la tragica domanda: ma allora è meglio morire d'informazione pilotata o di quella boicottata dall'ignoranza?
13) Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu
Devo accodarmi alla schiera di chi non ha trovato una chiave di lettura e mi spiace un sacco: il racconto è molto ben scritto, si legge che è un piacere. Purtroppo non passa il messaggio. Ok che sia la vita di un singolo uomo in un contesto più allargato, ma quella frase iniziale: "Una volta non era così... una volta c'era la luce" che alla luce della tua risposta va intesa come metaforica non passa come tale, ma consiglia al lettore di cercare il senso in un mondo di buio.
 
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strellima
view post Posted on 3/7/2014, 13:34




1) Agorafobia, di Marco Actis Dato
Ciao Marco!
Questo racconto mi è piaciuto moltissimo, sotto tutti gli aspetti. L'aderenza al tema è evidente e nemmeno troppo banale, a mio parere, perché parli di una forma di schiavitù se non nuovissima quantomeno recente: non il lavoro in sé, ma il sentirsi utili solo in funzione di un ambito produttivo, il non avere altro ruolo sociale/esistenziale se non all'interno del posto di lavoro, appunto.
Non ho avuto difficoltà di comprensione e ho apprezzato anche il modo che hai di intercalare i discorsi diretti nella narrazione senza particolari forme distintive o segni di interpunzione (leggi Cormac McCarthy? anche lui usa spesso questa forma). I dialoghi, quindi, non mancano ma scivolano nel testo in maniera fluida e discreta.
Infine, ultimo punto che sto tenendo in considerazione nel valutare i testi, il tuo racconto ha una trama compiuta e, sebbene in un ristretto spazio temporale, gli eventi si evolvono senza cadere nella staticità.
A mio parere davvero un buon racconto, complimenti.
A rileggerti presto,
Alessandra

2) Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino
Ciao Maurizio, piacere di incontrarti dopo tanto tempo :)
Il tuo brano, a mio parere, non manca di nulla. L'aderenza al tema è presente, sia per quanto riguarda la schiavitù, sia per quanto riguarda il carattere richiesto della sua “novità”.
La narrazione è snella, quasi interamente basata sui dialoghi. E' presente lo svolgimento di eventi attraverso i quali delinei la tua idea. L'espediente dello show televisivo, anche se non originalissimo, dà una giustificazione al fatto che uno dei personaggi si trovi a dover spiegare il funzionamento di questo nuovo ordine sociale, evitando l'impressione di “infodump”.
Potresti potenziare l'incisività del brano aggiungendo qualche linea di narrazione: la lettura lascia un'impressione di freddezza, come se ne avessi trascurato il piano emotivo, mancando di coinvolgere totalmente il lettore. Forse l'idea di fondo, per quanto originale e aderente al tema, non è abbastanza potente da stupire – così esposta, nuda e cruda – chi legge. Ma si tratta solo di impressioni legate al mio gusto personale, che non incidono molto sulla bontà del pezzo.
A rileggerti presto, un saluto!
Alessandra

3) Bianco Noir, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, piacere di incontrarti :)
Ho apprezzato molto il tuo brano e il tuo stile di scrittura. Hai un modo elegante di condurre la narrazione, del tutto all'altezza della tematica trattata. Forse per il fatto che i temi di ampio respiro sono nelle mie corde, forse proprio per la tua capacità di tratteggiare con delicatezza questo Dio paziente e un diavolo amareggiato che tenta di distoglierlo dai sui doveri, il tuo è uno dei racconti che mi sono piaciuti di più.
Unica pecca, purtroppo un po' penalizzante, è che la schiavitù di questo Dio non è affatto nuova come richiedevano le specifiche, ma al contrario risale – per sua natura - all'inizio dell'umanità stessa. Un piccolo neo che non ti potrà dare punteggio ai fini della classifica, ma che si azzera se si considera il brano al di fuori del contesto chiuso in cui è nato.
Spero che la mia lettura sia in armonia con quanto volevi comunicare.
A rileggerci presto, un saluto.
Alessandra

4) Libera! (Gli dèi mortali), di Beppe Roncari
Ciao Beppe, piacere di conoscerti. :)
Ho riletto più volte il tuo racconto. Superato l'ostacolo iniziale di non capire perfettamente cosa sia un Obi (credevo facessi riferimento a qualche figura mitologica che non avevo mai sentito, né fino alla fine del brano ho avuto informazioni che appagassero la mia curiosità), devo dire che lo scritto procede lineare e coerente.
Il tuo pezzo ha diversi punti forti. Innanzi tutto sei uno dei pochi che ha di sana pianta inventato una nuova forma di schiavitù. Il brano ha un buon equilibrio tra parte narrata e dialoghi, una buona interazione tra i personaggi ma soprattutto una trama autoconclusiva: non ti limiti a tratteggiare l'idea ma fai accadere qualcosa, ed è attraverso questi accadimenti che sveli la tua idea.
Veniamo a quelli che, secondo me, sono i piccoli punti deboli del tuo lavoro. Il fatto che non si spieghi, nemmeno indirettamente, quale sia la natura e l'origine di questi strani esseri (Obi come... obbedienti?) lascia un pochino insoddisfatto il lettore. Il problema è che, nonostante dopo diverse letture (ma soprattutto dopo le tue spiegazioni nei commenti) la storia risulti chiara, il fatto che l'idea non sia di immediata comprensione mi fa credere che “manchi” qualcosa al testo. Potresti, con la stessa accortezza che hai dimostrato nel rivelare gli altri contorni della storia, fornire qualche indicazione più chiara per delineare quella che, in fondo, è la questione centrale del brano.
Come gli altri ti dicevano, infine, la prima frase ha una costruzione ambigua che potrebbe essere facilmente aggiustata.
Spero che il mio commento ti sia in qualche modo utile: il giudizio sul tuo brano è positivo e l'idea è abbastanza forte da trarne una storia più lunga.
A rileggerci, un saluto!
Alessandra

5) L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni
Ciao Marco, non ricordo se ci siamo mai incontrati da queste parti, in ogni caso è un piacere :)
Del tuo brano ho apprezzato sicuramente l'idea, che senza fatica posso ricondurre al tema di questo contest. La schiavitù c'è, perché il ruolo sociale è incasellato e contrario alla volontà dell'interessato (esattamente come lo era un tempo lo status sociale di schiavo), ed è nuova perché porta alle estreme conseguenze quella che attualmente è solo una tendenza sociale.
Venendo ai difetti del brano, credo che abbia usato i dialoghi – in maniera non troppo sottile – per lanciare le informazioni necessarie a delineare la tua idea. Si tratta di un difetto particolarmente evidente nelle battute finali:

«Lo vedi anche tu che è stata azzerata la disoccupazione, no? Grazie alle App la mattina generi reddito con mobilità orizzontale e verticale, mentre il pomeriggio produci fatturato acquistando prodotti grazie al reddito generato la mattina, metà decisi da te, l’altra metà suggerita dalle App, così che non ci siano diseconomie e potenziali aziende in crisi. Facile no?»
«No, ma quello che intendevo…».
«Basta, ci resta poco tempo. Sei azienda al mattino e cliente il pomeriggio. Altri viceversa, okay? Pronto a partire ‘azienda’?»

Avresti potuto distribuire meglio durante tutto il corso del brano il flusso di informazioni, che in questo modo arrivano al lettore in maniera un po' “violenta” e poco credibile. Certo, la mancanza di tempo e il fatto che le battute a disposizione fossero limitate non ha giocato a tuo favore, ma in fondo la sfida è proprio questa, no? :)
A rileggerti presto, un saluto!
Alessandra




6) Una merce rara, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto! :)
Trovo che il tuo pezzo sia davvero molto ben scritto, i personaggi interessanti e ben caratterizzati, gli eventi coerenti e la chiusa molto d'effetto. Mi piace il fatto che abbia utilizzato un dettaglio in apparenza così insignificante (il materiale della camicia) per poterlo recuperare alla fine e dare un senso ultimo al brano: regali un senso di circolarità e sensatezza agli avvenimenti che descrivi. Insomma, si tratta di un pezzo equilibrato e ben concepito, che riesce a rendere giustizia a un tema sì molto conosciuto - chiamiamolo topos letterario - ma per quanto mi riguarda sempre intrigante. Il vero problema del racconto, secondo me, è che se lo si inquadra alla luce del tema imposto (una nuova schiavitù) manca da ogni punto di vista il carattere della novità. Si tratta di un problema che, a mio parere, hanno molti racconti di questa edizione e che sicuramente non aiuta ai fini della classifica. Come ho già detto a Raffaele, tuttavia, il difetto si azzera se si considera il pezzo in assoluto, senza collocarlo nell'ambito del contest: si tratta di qualcosa che è piacevole da leggere e ben scritto, il che non è sicuramente cosa da poco.
Spero che la mia lettura sia in armonia con le intenzioni del tuo lavoro.
A rileggerti presto!
Alessandra

7) Omicida "seriale", di Angelo Frascella
Ciao Angelo! :)
L'idea di fondo è molto basic e non originalissima, ma tu la sviluppi con semplicità e leggerezza, dando vita a un racconto simpatico che si lascia leggere senza annoiare. Inoltre metti, di tuo, una certa tecnica nel costruire interazione tra i personaggi, dando alla storia il respiro di avvenimenti dinamici. Fai un buon uso dei discorsi diretti, e dal modo in cui sai valorizzare un'idea così spartana si intravede una certa esperienza nella scrittura. A mio parere un racconto dignitoso per un registro - quello semiserio - per nulla facile da gestire.
A presto, un saluto!
Alessandra


8)Almeno questa è carina, di Marco Migliori
Ciao Marco, piacere di rileggerti! :)
La lettura del tuo racconto mi ha spiazzata, perché mi è risultato godibile e ben scritto nonostante non abbia ben capito subito di cosa diamine stessi parlando :D In sostanza il tema della schiavitù è rispettato e trattato con una declinazione originale: siamo schiavi delll'essere schiavi, necessitiamo di un padrone di qualunque tipo che pensi al nostro posto. Detto questo, avverto poca chiarezza nella prima parte, perché nonostante diverse riletture non si intuisce bene di quale genere di setta/idolo fossero succubi i protagonisti. Forse non è essenziale alla comprensione generale del testo, ma il fatto che non sia ben espresso questo punto costringe comunque il lettore a disperdere l'attenzione, lasciandolo con la sensazione di non aver afferrato il senso della storia. Secondo me puoi aggiustarlo aggiungendo anche una o due sole frasi chiarificatrici.
Ottimo lo stile, dinamico e ben strutturato.
A rleggerti presto!

9) La gabbia, di Ducoli Diego
Ciao Diego!
Se ho ben capito interpreti il tema della "nuova schiavitù" in senso letteralissimo, perché il protagonista passa dalla padella di una prigionia alla brace di un'altra forma di perdita di libertà. Sei caduto su un "colpo di scena" - cioè l'umanizzazione del punto di vista canino - probabilmente non originalissimo. Eppure non trovo gravi difetti nell'esecuzione di questo brano, che si lascia leggere con chiarezza fino alla fine (non è cosa da poco), svolgendo il suo dovere. Vedo una buona armonia tra parte narrata e parte dialogata e una trama dinamica, ben delineata.
Piacere di averti letto, alla prossima!
Alessandra

10) Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu
Ciao Callagan!
Se ho capito bene è la storia di un mondo alla deriva. Il pezzo in corsivo sembra alludere a una qualche rivoluzione, una rivoluzione andata a finire male a quanto pare (forse per questo la donna ce l'ha con il protagonista? Il tono sovversivo si addice al suo carattere idealista, dato che nonostante i pericoli cerca di raccontare al figlio di quando c'era la luce). Detto questo, il racconto si divide tra pregi e difetti. Dalla tua hai sicuramente la capacità di delineare bene atmosfere e personaggi, suggerendo esattamente le sensazioni che vuoi esprimere. Unico appunto: la trama è criptica. Lo so che far intuire è spesso meglio che spiegare, imboccare, ma occhio a non essere troppo avaro. Se vuoi che il lettore capisca qualcosa, in un modo o nell'altro devi comunque metterla dentro il racconto. Secondo me con qualche intervento qui e là risolvi tutto.
Piacere di averti letto, alla prossima!
Alessandra

11) E fu la voce, simolimo
Ciao Simo, eccomi a te!
Del tuo racconto mi piace la capacità di rovesciare il significato del tema (quello di una moderna schiavitù), che suggerirebbe implicazioni lugubri e negative, per dare invece al tuo racconto un tono dolce, leggero e godibile.
Nel brano sono presenti passaggi che fanno trasparire il gusto nel raccontare una storia, la ricerca di un tono confidenziale e sapido, proprio come quando si intende "abbellire" un avvenimento per trasformarlo in fiaba.
Venendo al punto debole del racconto, questo mi pare ovviamente da collocare nella forma "non mostrata ma raccontata". Non fraintendermi, non sono una talebana di quelle pillole di saggezza di provenienza anglosassone del tipo "show don't tell", "kill your darlings" etc... ma è anche vero che la narrazione fa un salto di qualità quando è dotata di certe caratteristiche, come per esempio l'interazione tra personaggi, i dialoghi, eventi che seguano un arco evolutivo anziché appiattirsi a una dimensione statica e così via. Il tuo racconto non manca di idee, non manca di aderenza al tema, ma manca, appunto, della forma della vera narrativa. In questa forma appare come una sorta di sinossi, come quando qualcuno ti spiega la trama di un film (che è cosa ben diversa dal vedere il film, non so se mi spiego).
Leggevo nei commenti sopra che l'intento di questa scelta potrebbe essere quello di creare una sorta di metaracconto, in cui tu ti cali nelle vesti di narratrice e ci racconti una fiaba. Se l'intento era davvero questo, avresti potuto - a mio parere - conseguirlo meglio creando una situazione in cui qualcuno si trovasse a raccontare questa storia a qualcun altro (per esempio un nonno a un nipotino, o dei ragazzini attorno a un fuoco): forse l'espediente non sarebbe stato tra i più originali, ma la storia avrebbe acquistato in un colpo solo tridimensionalità, credibilità e la forma che spetta a un pezzo di fiction vero e proprio.
Spero di essere stata chiara nel mio commento.
E' stato un piacere leggerti, a presto Simo!
Alessandra

12) poveri voi, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, piacere di leggerti :)
Del tuo brano ho apprezzato l'idea di fondo, ossia che sotto la schiavitù palese contro la quale ormai tutti sanno puntare il dito (la schiavitù verso un non meglio specificato “sistema”), ve ne sia un'altra non meno deprecabile, cioè la schiavitù verso l'anticonformismo a tutti i costi. Mi è piaciuto, insomma, il tuo ritratto di un radical chic che si illude di essere l'unico di avere il dono della libertà di pensiero, mentre inciampa di continuo in altri stereotipi che appiattiscono la sua vita a un'altra forma di banalità.
Venendo ai punti deboli del brano, direi che il difetto principale sia legato alla mancanza di trama. Hai delineato alla perfezione l'immagine che corrisponde alla tua idea di partenza, ma – detto in poche parole – nel brano non accade nulla. Questo potrebbe non essere un difetto in senso assoluto, per esempio se usassi il pezzo come introduzione di una storia molto più lunga, ma lo è in un brano così breve. Non fare l'errore di credere che trovata una buona idea (e qui c'è), ti basti questa per far funzionare la narrazione: devi fare l'ulteriore sforzo di delineare la tua idea non limitandoti a descriverla, ma attraverso l'arco evolutivo degli eventi.
Puoi facilmente riprendere in mano l'idea e migliorarla, ampliarla e portarla a compimento.
Spero di esserti stata utile e se non lo sono stata... cestinami nel secco indifferenziato :)
Un saluto, a rileggerti presto!
Alessandra

13) Abuso, di Sallow
Ciao Sallow, piacere di leggerti :)
Questa storia ha il difetto - a mio parere di notevole importanza - di non essere una storia. Potrebbe essere il preludio di qualcosa di molto più lungo, ma in queste dimensioni appare come il semplice affresco statico della tua idea. Per ora abbiamo solo un personaggio, di cui non si sa nulla (chi è? perché va in giro con pennarello e taccuino?), che va in giro per le strade meditabondo a deprecare la scarsa libertà di pensiero degli altri. Non ci sono interazioni, non ci sono nemmeno azioni, ma solo un'idea. Il finale sembra imboccare il significato della storia al lettore, più che suggerirlo.
Ti segnalo un errore/refuso, non so se altri te lo hanno fatto notare: si dice "capro espiatorio", non "capo espiatorio" :)
Se posso permettermi un suggerimento: tieni l'idea di fondo, ma sviluppa degli avvenimenti che ti permettano di mostrarla attraverso personaggi meglio approfonditi.
A rileggerti presto, un saluto!
Alessandra
 
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Olorin
view post Posted on 3/7/2014, 16:35




1.Libera! (Gli dèi mortali), di Beppe Roncari 2999 car
Davvero un bel racconto questo, dove il rapporto schiavo/padrone viene ribaltato in quanto a dinamiche interiori. Da questo punto di vista però, gli Obi mi ricordano un po’ troppo gli elfi di Harry Potter. I dialoghi e le reazioni dei personaggi sono rese molto bene, sia graficamente che come ritmo del botta e risposta. Forse il finale è un po’ flebile, troppo semplice e senza indizi in base ai quali si possa fantasticare circa la natura di questi Obi che perdono un po’ di sostanza rispetto alla trama: a questo punto potevano essere gnomi, elfi, fatine, nani, hobbit, tanto la loro consistenza non si lega indissolubilmente all’esito della storia.

Chessò, la fanciulla poteva dissolversi o trasformarsi in una pianta, in un fagiano o in un sasso a fronte dell’impossibilità di servire gli umani.

Nella prima frase forse ci starebbe meglio un ‘Dalla veranda…’

2.Polvere, di Alessandra Lusso 2354 car
È sì una schiavitù, ma non mi pare un tipo di schiavitù ‘nuova’. Con questo non voglio dire che siamo fuori tema, ma solo che è un’interpretazione che trovo un po’ meno integrale di altre espresse in questa edizione e quindi leggermente più debole. Sdoganato questo mio unico dubbio, devo invece dire che il contesto realizzato, l’atmosfera, la particolare situazione e la soluzione paventata con il rabdomante che trova l’unico fluido ancora rintracciabile nel sottosuolo, progettando di usarlo per porre fine alle sofferenze, sono davvero molto ben realizzati. In quanto a equilibrio tra le sezioni di cui si compone il racconto, ritmo e qualità della trama, è tra quelli che ho apprezzato di più.

3.Una merce rara, di Alberto Della Rossa 2996 car
Un bel racconto che scorre sotto gli occhi senza intoppi e in cui la disperazione e la sottomissione di Adam in contrapposizione con il predominio di Luigi sono davvero ben rappresentate. Tecnicamente a mio parere solo la frase finale non è realizzata al meglio e lascia un po’ di amaro in bocca; troppo elaborato il concetto, con almeno due ordini di grandezza che lo separano dalla tesi della camicia di viscosa (sperate di potervi salvare e quindi mi sparate, per questo metto camicie che non mi dispiace vengano sforacchiate) che toglie immediatezza e quindi ritmo; e poi, vista l’alternanza del confronto e l’accento sul destino beffardo che lo travolge, poteva essere Adam a chiosare con l’ovvia sentenza.
Anche per questo brano devo dire che il concetto di ‘nuovo’ viene un po’ tralasciato e anche il concetto di ‘schiavitù’ è sostituito con quello di ‘dipendenza’, che per definizione implica una sorta di compartecipazione tra le due parti coinvolte, quella forte e quella debole, mentre la schiavitù è una coercizione il cui diritto di esercizio è tutto appannaggio della parte forte.

4.Vigilanti d'Ordine Pubblico, di Maurizio Bertino 2982 car
Nel primo passaggio dal dialogo al narrato c’è a mio parere una sospensione innescata da una sorta di posizionamento apparente del punto di vista. A me viene naturale collocarmi nel personaggio che nel botta e risposta dà gli ordini, per cui sarebbe più naturale trovare una forma del tipo “Il maresciallo Borini fece scorrere lo sguardo sui dieci schermi…”.
Un aspetto che mi ha incuriosito per le potenziali analogie col mio racconto, è il tentativo di far emergere dagli interventi dei personaggi le informazioni sul contesto, cercando così di dribblare il rischio ‘spiegone’, ma questa soluzione non mi ha convinto e ti spiego il perché.
Il dialogo risulta piuttosto innaturale, appesantito e anche costellato di evidenti forzature
CITAZIONE
la tossina che le abbiamo innestato insieme alla videocamera

Quel ‘insieme alla videocamera’ brilla di ‘messo apposta per dire che vengono installate delle videocamere nelle teste dei vigilantes’ perché, visto che sta guardando delle soggettive negli schermi, altri motivi per dirlo Borini non ne ha.
CITAZIONE
da quando sono stati coercitivamente introdotti

Quel ‘coercitivamente’ è un nonsenso comunicativo nel contesto rappresentato dalla storia: la giornalista è sempre d’accordo, però esplicita una coercizione nei confronti di una parte debole della società? Verosimiglianza avrebbe voluto che il concetto fosse omesso, necessità narrative lo hanno richiesto.
Ma si nota.

Chiudo con un appunto sulla parte in cui si dichiara il numero di vigilanti persi, che a me è risultata poco chiara
CITAZIONE
Cinque. A parte questo, accettato nel corpo come ammenda sociale per aver evaso il fisco, altri tre, due ex tossici e un ex spacciatore, per colpi d’arma da fuoco e un ultimo per infarto…

Tra ‘altri tre’ e ‘due ex tossici ecc’ a mio parere ci potrebbe stare un ‘che erano’, altrimenti è concreto il rischio di contarne sette.

5.Agorafobia, di Marco Actis Dato 2826 car
Voglio interpretarla come una scelta di stile netta e inequivocabile, un flusso di ricordi, pensieri e percezioni che si piantano sul foglio così come vengono visualizzati nella mente di chi li formula e le prova.
A mio parere è però un risultato troppo sincopato, dove l’illusione della velocità in realtà è dato da un susseguirsi, quasi – o forse proprio – un accavallarsi di elementi a volte di non semplice e immediata collocazione.
Lo spaccato stantio del rapporto tra Vittorio e Sabrina per esempio, richiederebbe forse un ritmo più indolente per immedesimare il lettore nell’atmosfera casalinga, ma l’incalzare di immagini non va esattamente in questa direzione.

Quel “Vittorio sono io” è un’intromissione dell’autore che grida vendetta.

Nel complesso trovo anche qui più il concetto di ‘dipendenza’ piuttosto che quello di ‘schiavitù’.

6.Omicida "seriale", di Angelo Frascella 2975
In questo racconto c’è tutto quello che serve per quanto riguarda lo schema ortodosso di un ‘racconto breve’: premessa, intreccio, soluzione,... però a mio parere il tema è utilizzato più come pretesto che come nocciolo del lavoro. Intanto non è una schiavitù quella descritta, bensì una ‘dipendenza’, e poi non è certamente ‘nuova’.
C’è secondo me qualche problema di ‘virgole’ che andrebbero eliminate e interpunzioni da cambiare:
CITAZIONE
Prima, però, ha bisogno di un’arma in grado di dilaniare una scatola cranica.
Nessun cliente, nel negozio di abbigliamento in cui lavora Sara, ma è giunto lo stesso troppo tardi: la collega le sta mordendo una spalla. Lei sta emettendo un gemito terrificante. La mazza di Salvo si abbatte sulla testa della morta vivente.
“Cretino?(!) Ma sei cretino? Che le hai fatto? Bea, stai bene?”

Nel complesso un buon lavoro, ma in ambiente artificiosamente agevolato…

7.Almeno questa è carina, di "Marco Migliori" 3245 car
Il racconto non mi è arrivato subito e questo al momento non saprei se imputarlo a te come autore oppure a me come utonto particolarmente gnucco. In ogni caso viene resa bene l’iperbole del controllo esercitato sulle persone tramite la tecnica della soggezione di fronte a vari leader artefatti, espressione della moda ‘del momento’ appositamente creata per sfruttare la propensione della gente ad accodarsi.
A mio parere il racconto patisce la mancanza di un vero incipit che incanali immediatamente l’interpretazione corretta della prima situazione in cui vengono calati i personaggi, lasciando dunque il lettore in una sorta di vagabondaggio senza meta fino all'approdo del finale.
La rilettura alla luce di quanto si apprende nella seconda sezione, rimane comunque faticosa.
Segnalo la doppia apertura della porta dell’auto…

8.E fu la voce, simolimo 2981 car
Racconto di genere bizarro - o forse slipstream - nel cui incedere domina il non-sense della trama e la distorsione della dinamica causa/effetto, per sfociare infine in una sorta di morale più confacente al genere favolistico che non a quelli citati.
Contestualizzata la natura narrativa, direi che il brano mi offre pochi spunti per una valutazione oggettiva: verosimiglianza non è elemento di questi lidi, coerenza men che meno, equilibrio della struttura non applicabile, registro… ma dove? Restano solo il gusto personale, la presa che l’idea riesce a esercitare sul sottoscritto e la tecnica di scrittura. I primi due elementi sono strettamente correlati e a me la trovata dei teletubbies che ciucciano le tecnologie del settore telecomunicazioni attraverso gli schermi che hanno sul pancino, devo dire la verità non mi ha intrigato tantissimo. Però sono disponibile ad ammetterla come premessa per un’evoluzione della storia che possa sconvolgermi. La conseguenza cui assistiamo a seguito di questo disastro tecnico invece, non è quella che l’uomo si inventi una nuova tecnologia basata su schermi a cristalli di bava di lumaca, piuttosto che una telefonia via ragnatela, oppure la tv a manovella, no: l’uomo comincia a raccontare favole ai bambini per evitare che questi gli fracassino i maroni, e da lì la civiltà umana tutta insieme decide di continuare a raccontarsi storie, piuttosto che rigenerare in qualche maniera uno dei caposaldi tecnologici dell’evoluzione della specie…
E qui sento proprio stridere fortemente il contrasto tra lo stile libero della premessa e questa soluzione… a rana.

9.La gabbia, di Ducoli Diego 2732 car
Forse sono troppo logorato dalla lunga militanza nella frenetica schiera dei concorrenti di MC, però in questo escamotage della rivelazione finale applicata a Fido, ci sono già incappato almeno tre volte e allora dopo poche righe qualcosa si è immediatamente acceso nella mia testa, facendomi purtroppo scoprire l’arcano troppo presto per godermi davvero il finale.
Tecnicamente parlando, a mio parere non viene reso abbastanza bene il lasso di tempo che intercorre tra il ‘si assopì’ e ‘Un rumore lo mise in allerta’, né quindi lo stato mentale del protagonista che ne segue. Poiché successivamente tale situazione – il risveglio repentino - funge da leva per giustificare un comportamento piuttosto anomalo – cioè la fuga -, era determinante chiarire in modo inequivocabile tale passaggio.
Ho apprezzato il fatto che non vi sia un’umanizzazione eccessiva delle dinamiche comportamentali del cane quando ancora il brano è nella fase ambigua. Restano quindi la discreta prova tecnica e lo stile molto funzionale, però per quanto riguarda il concetto di ‘novità’ legato alla schiavitù, come per altri racconti anche nel tuo mi pare che ci siano delle debolezze.

10.poveri voi, di Francesco Nucera, 2975 car
Il racconto mi ha lasciato un po’ perplesso, nel senso che va be’, posso anche accettare che il messaggio portante del brano possa essere non immediatamente intelligibile, però poi, una volta che io sia riuscito a individuarlo, dovrebbe essere premiante degli sforzi profusi. Invece trovo che questo scambio di ruoli schiavo/libero un po’ soffuso che avviene tra il protagonista e i personaggi – bersaglio della sua invettiva – sia poco efficace.
Ci sono sicuramente degli aspetti dell’interpunzione relativa ai dialoghi da mettere a posto e riguardo al dialogo tra Max e Giovanni, io non ho ben compreso dove si trovano - è un fotografo e ci sono le sue ‘foto eccentriche’ esposte, per cui pensavo che Giovanni fosse andato a trovarlo nello studio/negozio fotografico, poi però Max ordina due birre… - e nemmeno l’orologio al polso di chi sia dei due.
Insomma, è un racconto che langue un po’.

11.Sogni lontani di un futuro prossimo, di Filippo Puddu 2855 car
Si comprende che vi sia una sorta di schiavitù, ma per lo meno a me rimangono del tutto oscure ragioni, scopi e padroni. Il brano è ben scritto e le atmosfere sono rese in maniera efficace, ma questa indeterminatezza mi pare irrisolvibile. E’ il mondo generato dall’aver seguito Grillo? Oppure il contrario? Sono campi di purificazione dei vecchi politici? Oppure è il programma rieducativo per tutti i cittadini, che fino a quando non diventano mezzi angeli non hanno diritto a niente?
Sono disorientato, lo ammetto.

12.Bianco Noir, di Raffaele Marra 2982 car
Un confronto che se non fosse per gli effetti speciali, si farebbe fatica a contestualizzarlo e ad individuare la natura degli interlocutori. Potrebbe essere visto questo, come un modo originale di inquadrare scena e protagonisti, ma per quanto mi riguarda il downgrade delle figure divine sono aberrazioni poco convincenti. Umanizzare in questo caso per me si traduce in snaturare e l’operazione innesca anche tutta una serie di distorsioni che si fatica e digerire.
Il concetto di ‘schiavitù’ inversa è una di queste. L’indecisione, il tormento interiore, la conflittualità equamente distribuita sulle due parti, la problematicità, la vulnerabilità ecc , altre.
Tecnicamente credo che per l’introduzione degli eventi causati sulla terra, l’esplicitazione del ‘doppio flash’ potesse essere evitata. Fa molto sceneggiatura più che racconto.

13.Abuso, di Sallow 2659 car
Racconto che ho trovato faticoso da interpretare e inquadrare nell’ambito del tema. Mi pare che si vada nella direzione della suggestione delle folle attraverso la disinformazione, la manipolazione delle menti facendo leva sulle loro debolezze, sugli stereotipi, le superstizioni, le paure, raccogliendole e indirizzandole sui bersagli selezionati: chi l’informazione invece la fa davvero.
In questa chiave di lettura però trovo il brano troppo incentrato sulla descrizione della tecnica e sulla contemplazione del misfatto, mentre scompare completamente ogni tentativo di portare il lettore dentro l’idea, attraverso un pur minimo appiglio per l’immedesimazione.
 
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Geppetto
view post Posted on 3/7/2014, 21:20




Scusate se non posto i commenti singolarmente ma la mia connessione è piuttosto precaria.


Sogni lontani di un futuro prossimo di Filippo Puddu

Ciao Filippo e ben ritrovato.
Un brano alquanto controverso a quanto leggo.
Devo ammettere che alla prima lettura non l'ho trovato molto comprensibile, rileggendolo mi sono fatto una mia idea. Sono riuscito a legare la prima parte del brano con lo sproloquio politico ma, mi sono fermato lì.
Dall'arrivo del protagonista nell'ospedale (se di questo si tratta) alla conclusione non riesco a trovare un legame col resto. Le appendici, perché e cosa fa li sono dei punti che non riesco a chiarirmi e ciò penalizza molto il mio giudizio in merito.
Di pro le atmosfere che crei sono molto belle, sia all'interno dello scantinato che fuori e anche la scrittura scorre fluida e senza intoppi.

E fu la voce di Simolino

Ciao Simolino sono felice di rileggerti.
Il brano ha un impostazione che non mi fa impazzire. Lo trovo freddo, come un libro di storia.
Probabilmente era un effetto voluto ma, come ho già detto, non mi piace.
Nonostante questo ammetto che il brano si legge bene, a tratti quasi poetico e con lo stile che ti contraddistingue.
Le immagini vengono fuori bene ma non mi hanno dato l'impatto emotivo che mi aspettavo.
Una bella prova, complimenti.

Almeno questa è carina di Marco Migliori

Ciao Marco
Lo stile del racconto è molto buono, ma la storia ha una prima parte non proprio chiara.
Il motivo del perché i tre protagonisti sono lì è chiaro ma il richiamo al loro comune passato no.
Erano in una setta? Che legame ha con la storia? La polizia?
Molti punti in sospeso che rimangono irrisolti. Probabilmente non sono stato in grado di comprenderli


Vigilanti d'ordine pubblico di Maurizio Bertino

Un bel brano. Il racconto scorre veloce e senza particolari intoppi.
I dialoghi sono fluidi e calzano con i personaggi, mi ricordano alcuni clichè dei carabinieri nella commedia all'italiana. L'idea del “riciclo” dei pensionati è spettacolare.
Il tema è un po' abusato ma questo non inficia sulla gradevolezza della storia.

Polvere di Alessandra Lusso

Ciao Alessandra
Una bel racconto, scritto bene e con un finale “nero”. Mi piace.
Non ho faticato a immaginare questa carovana umana ridotta a pelle e ossa dalla sete e dalla fame.
Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sul perché di questa siccità, come si era arrivati a quel punto, ma in poche righe non è certo facile.
Gran bella prova

Abuso di Sallow

Ciao e ben ritrovata.
Non ho molto da dire. Lo stile è buono ma il racconto non l'ho capito.
La schiavitù è l'informazione, credo, ma in che modo viene controllata e gestita non sono riuscito comprenderlo. Il protagonista è ricercato? O forse un gruppo di persone lo sono.
Troppi punti oscuri.
Mi spiace ma non sono riuscito ad apprezzarlo.

Bianco noir di Raffaele Marra

Ciao
Dio e il diavolo che si trovano al tavolo, eterni rivali ma pur sempre legati.
La schiavitù di Dio verso l'uomo è un tema piuttosto usato.
Il meccanismo del doppio flash non l'ho afferrato al volo, soprattutto perché il primo (quello degli sposi) non mi sembrava chiarissimo.
Ho apprezzato l'atmosfera, anche l'assenza di ambientazione, io li immaginavo in penombra a sorseggiare whisky.
In ogni caso si legge molto bene.

L'app soluzione di tutti i mali di Marco Fronzoni

Il racconto che ho trovato maggiormente a tema.
L'applicazione che genera lavoro e del sistema di “azienda/cliente” mi è piaciuto molto.
Il difetto principale del brano è la mancanza di storia, resta una bella immagine ma non succede niente di particolare.
L'idea è molto buona meriterebbe sicuramente un maggiore approfondimento.

Omicida “seriale” di Angelo Frascella

Il racconto mi ha veramente divertito, la conclusione mi ha lasciato un bel sorriso.
Sono stato un grande appassionato di serie TV in particolare di Walking dead, le prime due stagioni le ho divorate,quindi non ho faticato a immedesimarmi nel protagonista.
L'unico parte che non mi ha fatto impazzire è quandoSalvo esce di casa, l'ho trovato un po' spoglia,
probabilmente il numero di caratteri ti ha penalizzato un po'.
Ottima prova

Poveri voi di Francesco Nucera

Ciao Francesco e ben ritrovato.
Tutti schiavi della loro immagine, non male come idea.
Lo sviluppo della storia scorre liscio, forse troppo, ci sono tanti spunti da cogliere e questo rende interessante il racconto.
Non ho trovato le emozioni, o meglio non sono forti come quelle che dipingi di solito.
Una bella prova ma puoi fare molto meglio.

Una merce rara di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto
Il contratto col diavolo è poco originale, ma riesci ad ovviare con un ottima caratterizzazione dei personaggi.
Il diavolo Luigi (la scelta del nome merita un applauso) riesce a calamitare l'attenzione, risulta simpatico e sopratutto originale.
Sullo stile ho poco da dire, il brano mantiene un buon ritmo e si legge con piacere.

Agorafobia di Marco Actis Dato

Ho dovuto rileggere il brano più volte prima di poterlo apprezzare.
Lo stile che hai scelto non è tra i più leggeri e probabilmente neanche tra i più facili da usare.
Riesci a tramettere ottimamente l'insofferenza di un uomo finalmente in pensione,
Nonostante il blocco di parole crei un po' di difficoltà ho trovato il racconto veramente piacevole.

Libera! (Gli dei mortali) di Beppe Roncari

Ciao Beppe e ben ritrovato

Un bel racconto.
La schiavitù degli Obi che oltre a essere voluta è pure imposta, creando una sorta di circolo vizioso tra schiavo e padrone.
Bella l'immagine della candita Obi bisognosa e del cattivone nero, un po' classica ma molto piacevole e per concludere la libertà stessa diventa schiavitù, togliendo l'unico scopo della ninfetta.
Ottima prova.


Classifica:

1)Omicida “seriale” di Angelo Frascella
2)Vigilanti d'ordine pubblico di Maurizio Bertino
3)Libera! (Gli dei mortali) di Beppe Roncari
4)Una merce rara di Alberto Della Rossa
5)Poveri voi di Francesco Nucera
6)Polvere di Alessandra Lusso
7)L'app soluzione di tutti i mali di Marco Fronzoni
8)Bianco noir di Raffaele Marra
9)Agorafobia di Marco Actis Dato
10)E fù la voce di Simolino
11)Sogni lontani di un futuro prossimo di Filippo Puddu
12)Almeno questa è carina di Marco Migliori
13)Abuso di Sallow
 
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16 replies since 26/6/2014, 09:51   520 views
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