Nero Cafè Forum

Ciclopedalata Catartica, di Filippo Puddu

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Callagan
view post Posted on 29/7/2014, 22:45




Piove e fa caldo. Il cielo mi guarda nuvoloso, mi promette un'estate di merda: come se questa fosse la giusta punizione. Forse chi governa lassù non sa che ho imparato a sbattermene le palle. Ho voglia di uscire, pedalare, vivere. Quanto è passato? Solo pochi giorni; eppure ho imparato che il mondo è bello anche se grigio: da quando non ci sei più.
Forse me ne rendo conto troppo tardi, quando ormai viaggio spedito. Le ruote saltano sull'asfalto bucato, tra le strade spoglie, tra le case basse e l'odore dei pomodori che fino a ieri seccavano al sole. La certezza mi arriva come un fulmine che stupra le nuvole: sono partito con te in mente. Pedalare non scaccia i pensieri, e chi lo afferma si inganna. Ricordi quella notte dal panettiere? Pioveva, e spirava lo stesso maestrale che ora mi accarezza con le sue lacrime. Ricordi? Ti conobbi e tu, subito, mi rapisti.

«Perché l'hai fatto?»
Si spaventa, sgrana gli occhi. Nell'abbraccio, cerca il mio sguardo.
«Fatto, cosa?»
Sorrido. Gioco e provo ad allontanare l'emozione, a evitare che il mio petto esploda.
«Mi hai rapito… Mi hai preso, mi hai portato via… e mi hai regalato il mondo. E continui a farlo.»
Mi abbraccia forte. Affonda il capo nel mio petto. Adoro quando fa così.
«Credo di aver scoperto una cosa…»
«Mmm»
Mi fissa. I suoi occhi verdi splendono.
«Mi hai regalato l'amore. Io… ti amo.»
Le sue braccia attorno a me, i suoi occhi lucidi. E la sua voce che rincorre la mia: «Ti amo anche io!»
Le sue labbra. La sua lingua. Fragole.
Inizia a piovere.
«Non ho mai amato nessuno, prima di te.» mi dice.
«Mmm»
«Cosa? Tu?»
«Io… io…»

Quanto tempo sono stato fermo, immobile, ripetendomi che in fondo stavo bene così? Il peso delle indecisioni si accanisce sulle mie gambe. Pochi chilometri, giusto quanti ne servono per allontanarsi dall'ombra del campanile e inoltrarsi nei campi, e i miei muscoli urlano già pietà. Ma io insisto, pedalo mentre fisso la ruota, le pietre dell'asfalto che fuggono. Fatico mentre la pioggia continua a colpirmi, a inzupparmi, a intirizzirmi. Soffia il vento e il caldo svanisce. Ma non ho freddo, non più: ora combatto per me e non mi chiedo più se sto facendo bene. Non ho più dubbi.
Seguo la linea di un piccolo ruscello. È lo stesso che, una volta, vedevo come il fiume più grande del mondo. Sai: ci assomiglia. Anche lui nasce gettandosi ciecamente in una lunga caduta libera. Si può rincorrere la felicità dopo averla persa tanto velocemente?

«Che cazzo vuol dire perché stavi male?!»
I suoi occhi sono fuoco: l'incendio ha cancellato lo smeraldo.
«Ma non ha nessuna importanza!»
«Te la sei scopata!»
«Ma è stato tanto tempo fa!»
«Ci conoscevamo già! Stronzo!»
Mi scoppia la testa.
«Smettila, cazzo!» la imploro.
«Te la sei scopata nel nostro letto?»
«Smettila di trattarmi da criminale!»
Le gambe non mi reggono più, cado: vigliacco.
«Quante volte te la sei scopata?!»
«Basta per favore, basta!»
Mi bagna con le sue lacrime
«Ti odio!»
«Io amo te… solo te…»
«Non è sempre stato così. Non è… Ti odio.»

L'odore dell'erba bagnata mi è sempre piaciuto. Riesco a goderlo meglio in momenti come questo, quando l'inerzia della pedalata ha preso il sopravvento sulla fatica, e il sole ha spazzato via le nuvole. A un momento di crisi ne segue sempre uno felice. Così è sempre stato tra noi. Il ricordo della tua risata, di quegli occhi che sorridono, della tua voce, delle mani sulla mia pelle, continua a rincorrermi. Ma non poteva più continuare così. Quanto può essere fragile la felicità di un solo momento?
L'odore è inebriante, il fioraio mi sorride e io decido di fermarmi qui per oggi: ma vedi dove sono arrivato? Per quanto siano belli, quei fiori, sono riservati alle tombe del cimitero.
Pensavo che scappando in bici sarei riuscito a fuggire da te, da me, da noi. Non è stato così. So che domani sarà difficile, e dopo ancora di più. L'inverno si è già impadronito di me e il mio cuore si è fatto ghiaccio. Eppure lo so, un giorno, con i ricordi bui farò un immenso falò, allora ti ricorderò solo per quello che mi hai dato, e il mio animo, riscaldandosi, sconfiggerà il gelo.
 
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Ceranu
view post Posted on 30/7/2014, 23:01




Ciao Filippo, ben ritrovato.
Bello, il racconto mi è piaciuto. Ottimi i toni, tra il malinconico e il rabbioso. La pedalata è una bellissima metafora. Ma ho un appunto, una cosa che non mi convince molto. Le parti in cui sono in due non capisco perché siano al presente. Immagino siano dei ricordi del protagonista. Per il resto è un unico monologo interiore, che personalmente apprezzo, ma che può risultare leggermente pesante. Anche per te complimenti, soprattutto per alcune immagini veramente belle. Alla prossima.
Ciao
 
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Callagan
view post Posted on 31/7/2014, 09:45




Ciao, Francesco. Mi fa piacere che ti sia piaciuto. :)

CITAZIONE (Ceranu @ 31/7/2014, 00:01) 
Le parti in cui sono in due non capisco perché siano al presente. Immagino siano dei ricordi del protagonista.

Stante il fatto che l'uso del presente, oggettivamente, non è un errore. Penso che il presente dia un maggiore impatto emotivo: tu sei lì, a vivere quei momenti, che non sono lontani ma vicini.
Immagina la scena di un film, per esempio.
Tu comunque hai capito che, nonostante usi lo stesso tempo verbale, le due situazioni sono dislocate in momenti temporali diversi: questo mi soddisfa. :)
A presto, che tra poco passo a commentare te. ;)
 
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Callagan
view post Posted on 2/8/2014, 20:20




@L.Filippo
CITAZIONE
- Ciclopedalata catartica

Il tuo racconto, Filippo, è di sicuro catartico nel senso che trasmette abbastanza bene la sensazione di purificazione che il giro in bici offre al protagonista disperato d’amore, tuttavia non ho apprezzato la scelta di costruire i flashback al presente (mi hanno portato fuori strada) e soprattutto mi sembra che non tu non abbia rispettato a pieno il tema proposto dall’Inquisitore. A parte l’ambientazione uggiosa non mi pare che l’avvicinarsi dell’inverno abbia un suo peso nella storia. Altro particolare chi mi ha lasciato perplesso è: cos’ha da disperarsi ‘sto qua se è stato lui a mettere le corna alla ragazza? Avrebbe funzionato di più se fosse stata lei a trombarsi un altro. Au revoir!

Per quanto riguarda l'utilizzo del presente, vedi mia risposta qui sopra.
Per quanto riguarda il tema proposto dall'Inquisitore: "L'inverno sta arrivando".
Ergo, il tema non è "L'inverno sta arrivando, ovvero la stagione, ovvero siamo quasi a dicembre, ecc. ecc.". L'inverno di cui parlo io arriva progressivamente durante tutto il racconto e si rivela nel finale. Ovviamente tu sei libero sia di non comprenderlo sia di non condividerlo.
Da ultimo: a parte il fatto che io non ho parlato di corna nel racconto, ma ovviamente sei legittimato ad aver interpretato così un determinato passaggio. Comunque: se pensi che i due si siano lasciati per "colpa delle corna" allora non hai capito il mio racconto, e me ne dispiaccio.
Ps. Non tenderei a banalizzare le esperienze d'amore: le dinamiche non sono mai tanto semplici e banali. :)
Alla prossima. ;)
 
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Callagan
view post Posted on 5/8/2014, 16:50




@Giulio
CITAZIONE
Ciclopedalata Catartica - Filippo Poddu : Mi è piaciuto molto il tono che hai saputo dare all'intero flusso di coscienza. Anche la metafora della pedalata e i flashback l'unica pecca è che la storia è troppo personale. Ci si può immedesimare se si sono vissute situazioni simili però in un
certo senso lascia il tempo che trova. Il tema del carpe diem è abusato e non mi sento di condividerlo al cento per cento. Comunque un ottimo racconto forse uno di quelli che ha centrato meglio il tema. Anche se l'inverno per il protagonista in realtà è già arrivato.

Ammettiamo pure che sia una storia personale: se questa è una pecca allora dobbiamo riconsiderare molti scritti della letteratura italiana.
Il tema del carpe diem non c'è.
Non condivido il fatto che l'inverno sia già arrivato... ma ci sta che tu l'abbia intesa così.
Ciao e alla prossima. ;)
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 5/8/2014, 23:00




Ciao Filippo, benritrovato.
Il tuo racconto sembra quasi una canzone. Però, come altri, mi pare che tu sia andato un po’ fuori tema e abbia tutto “raccontato”, anche bene, anche con belle immagini, ma senza trama, senza svolgimento e senza capovolgimento finale.
Premio però la bella scrittura con un posto alto in classifica. Alla prossima!
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 9/8/2014, 17:23




Un testo scritto molto bene, con ricchezza di linguaggio e fluente nel suo scorrere. Momenti felici e fragili, tempi più lunghi per lenire le ferite, ci sta. Non mi convincono i pezzi dialogati, per quanto riguarda la situazione: sembra un unico pezzo diviso in due e allora mi dico che la tipa doveva essere davvero disturbata (o ancora bimba) per reagire così violentemente. E qui sorge il problema: stiamo parlando di chi? Adolescenti? Adulti? La situazione viene resa indeterminata proprio dall'esempio scelto e il tutto perde un pelo d'impatto perché non si capisce più a quale tipo di maturità va rivolgendosi il racconto.
 
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Callagan
view post Posted on 9/8/2014, 20:48




CITAZIONE (L'Inquisitore @ 9/8/2014, 18:23) 
e allora mi dico che la tipa doveva essere davvero disturbata (o ancora bimba) per reagire così violentemente. E qui sorge il problema: stiamo parlando di chi? Adolescenti? Adulti? La situazione viene resa indeterminata proprio dall'esempio scelto e il tutto perde un pelo d'impatto perché non si capisce più a quale tipo di maturità va rivolgendosi il racconto.

Non condivido questo punto di vista.
Grazie comunque per il commento. ;)
 
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7 replies since 29/7/2014, 22:45   126 views
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