Nero Cafè Forum

Incroci, Elena Grecchi

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ioreth
view post Posted on 18/9/2014, 21:33




Sarebbe bastato un no. Niente di eccessivo: solo un semplice no. Ci pensava ogni tanto. Ma non spesso altrimenti avrebbe corso il rischio di distrarsi e questo non se lo poteva permettere.

“No, guarda non ho tempo, è meglio se rimandiamo”
“Ma come??? Me l’avevi promesso! Non voglio andarci da sola, non conosco nessuno!”
“E invece ci andrai da sola perché io non vengo, ciao.”


Un rumore alle sue spalle la mise in allerta. Strinse la spranga di ferro che aveva trovato per strada mentre scappava, era la sua unica arma. Un po’ scomoda a dire la verità perché la obbligava ogni volta al contatto fisico e questo non lo sopportava, chiudeva gli occhi e lasciava partire il colpo. La puzza che emanavano era orribile, non riusciva ad abituarsi.

Bene adesso era libera di organizzarsi come voleva, Chiara era simpatica, ma decisamente appiccicosa e proprio non aveva voglia di sorbirsi le sue ansie e i suoi ragionamenti assurdi. Che andasse da sola a quell’aperitivo, chissà che non fosse la volta buona, magari lo trovava l’Amore della sua vita, quello con la A maiuscola.

Il rumore si ripeté, doveva trovare un riparo così era in mezzo alla strada, troppo allo scoperto, tra poco sarebbe calata la notte e bisognava organizzarsi. Si guardò intorno: macchine abbandonate, la maggior parte con le portiere aperte, vetrine sfondate, portoni spalancati, cassonetti della spazzatura rovesciati, il solito panorama. Scelse il suo obiettivo: un negozio con la vetrina coperta dalla saracinesca abbassata, la porta però era aperta e ancora in condizioni decenti, magari sarebbe riuscita a bloccarla.

Era a casa tranquilla e rilassata: il solito telefilm, il lavoro a maglia, la mente che vagava. Fu il tono dell’uomo apparso all’improvviso sullo schermo ad attirare la sua attenzione. Era strano.
“Attenzione, interrompiamo i programmi per una comunicazione speciale: uno strano contagio si è impadronito di buona parte della popolazione, non uscite di casa, non aprite la porta e restate collegati con computer, telefonini, radio o televisione. Vi saranno date delle istruzioni a breve. Mi raccomando non aprite la porta a nessuno, il contagio avviene per contatto ed è immediato.”


Aveva spinto un mobile davanti alla porta e acceso un fuocherello con i pochi fiammiferi che le erano rimasti, adesso stava affrontando il problema del cibo. Aveva ancora con sé qualche scatoletta di carne, ma avrebbe dovuto fare la spesa al più presto e questo significava entrare in quello che restava di un supermercato. Non le piaceva, ma non aveva scelta. Di nuovo quel rumore. Alzò la testa, il cuore a mille, le mani sempre più strette sul bastone. Non aveva pensato alla porta sul retro.

Era sul tetto di casa sua. Il tipo alla televisione aveva detto che sarebbero venuti gli elicotteri a portarli via. Erano tutti lì sul tetto, i vicini di casa e gli altri abitanti del palazzo, tutti con uno sguardo smarrito e delle domande da fare. Fu un rumore ad attirare la sua attenzione.

Una donna apparve all’improvviso. Poteva sentire il suo respiro affannoso e l’odore, inconfondibile.
Stava ferma però e questo era strano. La donna avanzò di due passi e fu colpita dalla luce del fuocherello che stava ormai spegnendosi. Fu sufficiente.
“Chiara!”

Dalla porta che dava sulle scale cominciarono ad arrivare gli infetti urlando e gesticolando, qualcuno aveva dei bastoni in mano, altri sanguinavano. Cominciò una lotta serrata, ogni arma era lecita. Finalmente l’elicottero arrivò e cominciò ad abbassarsi. I superstiti iniziarono a correre. Anche lei correva. Mentre la stavano tirando su vide una donna sul tetto, aveva i lineamenti deformati, ma la riconobbe: Chiara.
 
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sgerwk
view post Posted on 20/9/2014, 19:11




Un racconto che interpreta il tema come un bivio della storia, in questo caso un horror: la protagonista va all'aperitivo e si ritrova poi a vagare nella città distrutta, oppure non ci va e viene portata in salvo dall'elicottero. L'alternanza funziona piuttosto bene, mostrando in parallelo l'insorgere dell'epidemia e i suoi effetti. In diversi punti ho trovato dei problemi di scrittura, soprattutto di punteggiatura. In uno spazio più lungo credo che si potesse mostrare un po' di più la scena, qui diversi frammenti mi sono sembrati un po' troppo riassunti.
Nello specifico dei problemi di scrittura, mi pare che manchino delle virgole e qualche volta ci sia invece una virgola dove andrebbe il punto. Poi alcuni termini mi sono sembrati un po' poco indicati per rendere l'idea.
"guarda non ho tempo" credo dopo guarda ci vada una virgola
"Ma come???" si tendono a evitare più punti interrogativi di fila (o anche esclamativi)
"lasciava partire il colpo" questo dà più l'idea della pistola, non credo renda bene l'idea del colpo di spranga
"Bene adesso era libera di organizzarsi come voleva, Chiara era simpatica" virgola dopo "Bene", punto prima di "Chiara"
"Si guardò intorno: macchine abbandonate, ecc." ottimo modo di rendere la descrizione senza fermare la storia: qui è inserita nell'azione, e in particolare nel momento in cui la protagonista sta cercando un rifugio per cui ha senso che faccia attenzione ha cosa ha intorno
"Scelse il suo obiettivo:" un po' ridondante, e "obbiettivo" suona inappropriato; bastava "Scelse:", o anche niente
"avrebbe dovuto fare la spesa" la spesa? forse "procurarsi da mangiare"
"strette sul bastone" non era una spranga?
 
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ilma197
view post Posted on 20/9/2014, 21:33




Un racconto ben strutturato, con l'alternanza delle due trame possibili ben gestita. La trama in sé, invece, l'ho trovata basata su un'idea un po' abusata; tra l'altro, l'inizio dell'epidemia mi sembra davvero troppo improvvisa, con il contagio che si impadronisce "di nuova parte della popolazione" (tra l'altro, espressione un po' strana... ci si aspetterebbe che il tipo alla televisione dia piuttosto una stima numerica) senza che nemmeno ci sia stato tempo di dare un nome alla malattia. Qua e là punteggiatura da rivedere.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 20/9/2014, 22:19




Ciao Elena

Un racconto che mischia Sliding Doors e The Walking Dead. Il punto di svolta è il fatto che la protagonista decida di non andare a un appuntamento con un’amica noiosa. L’idea è carina e gestita abbastanza bene, anche se, considerando la situazione e l’immaginario legato alle epidemie zombie, rimane il dubbio che anche la ragazza che si salva sull’elicottero non avrà futuro. Mi lascia un po’ dubbioso il fatto che una ragazza qualunque sia in grado di cavarsela così bene in un’invasione zombie.

A rileggerci
Angelo
 
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ioreth
view post Posted on 22/9/2014, 10:23




Ciao a tuti e grazie per i commenti, come avrete notato sono nuova sia del forum che di queto "gioco", per cui dovrete avere un po' di pazienza.

Sgerwk grazie davvero per il tuo commento molto puntuale, hai ragione io e le virgole non andiamo sempre d'accordo, mi hai ricordato il mio primo capo redattore, uff! Grazie comunque degli esempi cercherò di non ripetere gli errori.
Per spranga/bastone hai ragione in un primo momento avevo pensato a un bastone, poi ho deciso per la spranga perché io avrei preferito qualcosa di più efficace del legno, quindi ho un po' confuso i termini nella scrittura.

"fare la spesa" ho usato questa espressione e non procurarsi del cibo perché era immediata, rendeva subito l'idea e manteneva la tensione perché è evidente che la tipa non può fare la classica spesa, inoltre permette al lettore di identificarsi un po' di più nella situazione dle personaggio, se scrivevo procurarsi del cibo era una frase prevedibile che avrebbe fatto cadere un po' di attenzione.

"Partire il colpo" Volevo rendere la violenza della lotta, quando ti devi difendere per la vita ci metti tutta la forza che hai e la somiglianza con il colpo di pistola mi ha aiutato a far "vedere" la scena al lettore.

"Scelse il suo obiettivo" Ma...nemmeno a me piaceva questa frase a driti la verità :)

Ciao Angelo grazie del tuo commento! l'indeterminatezza sulla sorte della protagonista in un mondo popolato da zombie era voluta, e poi... chi può dire che sopravviverà alla fine? :)

Ciao Ilma197 grazie anche a te del commento! Credimi mai fidarsi delle stime numeriche dei giornalisti! :)
 
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Olorin
view post Posted on 22/9/2014, 13:16




Ciao Elena, sono Mithrandir... :D

Il tuo racconto ha una struttura complessa che mi piace, ma prima che io delinei il mio commento dovresti risolvere i dubbi che mi suscita la coesistenza di questi due passaggi:

CITAZIONE
Strinse la spranga di ferro che aveva trovato per strada mentre scappava, era la sua unica arma. Un po’ scomoda a dire la verità perché la obbligava ogni volta al contatto fisico

CITAZIONE
il contagio avviene per contatto ed è immediato
 
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ilma197
view post Posted on 22/9/2014, 18:53




CITAZIONE (ioreth @ 22/9/2014, 11:23) 
Ciao Ilma197 grazie anche a te del commento! Credimi mai fidarsi delle stime numeriche dei giornalisti! :)

Certo, quello che volevo dire è che mi sembra strano che non ne diano (che poi, è uno dei motivi per cui non c'è da fidarsi... vogliono dare stime anche quando non ne hanno di attendibili! XP)
 
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Ceranu
view post Posted on 22/9/2014, 21:49




Ciao Elena, e benvenuta a “Minuti Contati”.
Ti dico subito che con l'epidemia Zombi ti sei presa un bel rischio. Io ne sono uscito con i lividi al mio esordio. Detto questo puoi capire che il genere mi piace, e per questo sarò più critico.
Partiamo dall'inizio. La scelta della frase iniziale.
Sarebbe bastato un no. Niente di eccessivo: solo un semplice no. Ci pensava ogni tanto. Ma non spesso altrimenti avrebbe corso il rischio di distrarsi e questo non se lo poteva permettere.

Non credo che uno “Sliding doors” possa partire dalla fine, così ci anticipi che quella che dice sì sopravvive.
Passiamo al parallelo tra le due vite. Credo ci sia un divario di tempo.
Una è in casa subito dopo aver detto di no, l'altra dovrebbe essere in strada per andare a un aperitivo. Se non addirittura lì. Invece la troviamo in un mondo post apocalittico, con un'arma che ha già usato.
Una vede il messaggio alla televisione, l'altra pensa già a procurarsi cibo.
Poi arriva il finale in cui una scappa dal tetto, mentre l'altra riabbraccia un'amica che non si sa come ha perso, non più di due ore prima.
Secondo me avresti dovuto farci vivere l'epidemia all'aperitivo.
Hai un buono stile, sicuramente corretto, ma mancano un po' di sentimenti (paura).
Ciao e alla prossima.
 
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ioreth
view post Posted on 23/9/2014, 06:16




Ciao Olorin,

guarda c'è ben poco da dire: sono in contraddizione, avrei dovuto parlare scontro ravvicinato, ma non l'ho fatto, quindi i termini restano a farsi la guerra :)

Ciao Ceranu e grazie per il commento :)
Per il tema originale: per me è già tanto scrivere se devo anche trovare un tema originale è meglio se lascio perdere, scrivo solo per divertirmi e quindi parlo di cose che mi piacciono o mi ispirano. Inoltre misurarsi con i classici non è mai tempo sprecato.
 
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Ceranu
view post Posted on 23/9/2014, 13:43




CITAZIONE
Per il tema originale: per me è già tanto scrivere se devo anche trovare un tema originale è meglio se lascio perdere, scrivo solo per divertirmi e quindi parlo di cose che mi piacciono o mi ispirano. Inoltre misurarsi con i classici non è mai tempo sprecato.

Ciao Elena, ma io non ti ho detto che il tema era poco originale. Una trama zombi non può esserlo, ma va bene così, io ho letto parecchi libri con le stesse non trame, ma li apprezzo quasi tutti.
 
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Olorin
view post Posted on 23/9/2014, 14:02




La struttura del racconto è complessa, ma ben realizzata, anche se in realtà si tratta dell’alternarsi di un prima e di un dopo, della scelta e delle sue conseguenze e non del confronto tra due alternative di futuro a seconda di un’opzione selezionata nel presente. Sarebbe sin possibile rimettere nella corretta successione i singoli periodi, ottenendo un racconto lineare, per cui mi sfugge l’attinenza con la struttura del film citato dal tema, cui forse volevi ispirarti. L’incedere comunque è gradevole - a parte la piccola contraddizione sul 'contatto fisico'... -, mentre il finale mi ha lasciato un po’ interdetto, con quella doppia apparizione di Chiara all’inizio della fuga e alla fine, che forse vorrebbe evocare una sorta di sensazione di ‘destino beffardo’ che però, almeno a me, arriva in maniera un po’ macchinosa e quindi affievolita.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/9/2014, 07:55




Ciao @Elena, benvenuta a Minuti Contati! I nuovi subiscono sempre più critiche degli abitué, ma non preoccuparti e tieni duro!
Il racconto sull’Apocalisse Zombie è “il classico”, per quel che mi è dato di capire nella mia limitata esperienza, in questo concorso. E quindi si espone al rischio del già visto, già letto. Personalmente, escludo a priori quasi ogni storia zombie che mi viene in mente, e sul tema “porte scorrevoli” me ne erano venute in mente un paio…
Premetto che io ho letto il racconto come “due piani temporali” e non come “due storie alternative va/non va all’aperitivo”. Mi sembra questa l’unica lettura corretta, qual è la tua?
Partendo da questo presupposto il tema “sliding doors” è eluso, a meno che tu non ti riferisca a qualcosa di metadiscorsivo, scorrere dal presente al passato.
Allora, partendo da questa premessa, tu organizzi un racconto su due piani temporali differenziati dall’alternanza tondo/corsivo, ma non da quella dei tempi verbali. Per cui “all’orecchio” risulta difficile, in alcuni passaggi, separarli. Per esempio qui:

CITAZIONE
Era a casa tranquilla e rilassata: il solito telefilm, il lavoro a maglia, la mente che vagava. Fu il tono dell’uomo apparso all’improvviso sullo schermo ad attirare la sua attenzione. Era strano.
“Attenzione, interrompiamo i programmi per una comunicazione speciale: uno strano contagio si è impadronito di buona parte della popolazione, non uscite di casa, non aprite la porta e restate collegati con computer, telefonini, radio o televisione. Vi saranno date delle istruzioni a breve. Mi raccomando non aprite la porta a nessuno, il contagio avviene per contatto ed è immediato.”


Aveva spinto un mobile davanti alla porta e

Se leggi tutto di seguito la lettura mentale o ad alta voce “naturale” è che non ci si sposta di piano, perché le azioni sembrano consequenziali: ha sentito l’annuncio dell’Apocalisse Zombie e spinge un mobile davanti alla porta, nel passato. Invece il mobile è nel negozio nel presente. Anche la scelta lessicale della parola “mobile” induce all’errore, con “mobile” penso a “casa”, con, chessò, “panca” o “jukebox” penso a “bar”.
Una scelta di tempi verbali diversi per i due piani, tipo passato e presente, avrebbe giocato meglio al tuo scopo.
Ciao!
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 28/9/2014, 10:10




Benvenuta Elena!
Carina l'idea del doppio racconto in seguito allo sliding doors originato dalla decisione di andare o no con l'amica. Il problema è che quanto segue non stupisce e non colpisce limitandosi al compitino. C'è poco sviluppo del personaggio, c'è poco sviluppo del contesto e il contrasto è lasciato al background mentale automatico nel lettore appena si esuma la parola contagio e zombie (invero mai nominata, ma echeggiante in tutto il racconto). Voglio sia chiaro che gran parte delle volte in cui si affrontano temi conosciuti come, appunto, la Z WAR si tende a divenire pigri, che tanto non c'è altro da dire perché il lettore già sa e questo è il motivo principale delle numerose stroncature: non bisogna mai dare per scontato nulla, ma offrire sempre qualcosa di nuovo.
 
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12 replies since 18/9/2014, 21:33   118 views
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