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Lista racconti ammessi e vostre classifiche MC VIII Edizione Terza Era

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ilma197
view post Posted on 23/9/2014, 20:34 by: ilma197




Ecco la mia classifica! Premetto che a questo giro non ho trovato racconti che si staccassero di tanto dagli altri né in positivo né in negativo. Ovviamente c'è una certa distanza tra il primo e l'ultimo, ma per le posizioni vicine spesso ho semplicemente privilegiato quelli che mi hanno lasciato un'impressione generale migliore alla prima lettura.

1)Il Rasoio di Occamo, di Angelo Frascella.
Mi è piaciuto. Nessuna delle due storie parallele risulta banale, perché in entrambe il protagonista incontra difficoltà e problemi. A un certo punto, pensavo che il protagonista della storia B sarebbe arrivato a coronare i suoi sogni letterari dopo il successo al Grande Fratello e la conseguente popolarità, mentre quello della storia A si sarebbe trovato a doversi accontentare di una vita mediocre con un lavoro che non gli piaceva. Invece, il finale dà soddisfazione al lettore riportando le cose al loro "ordine naturale".

2)Storia Muta, di Raffaele Marra.
Mi è piaciuta l'idea e il modo in cui hai inserito il tema; l'idea della porta dei leoni che si inceppa dà un tocco di realismo e di originalità al racconto. Ben resa, anche se in poco spazio, la figura di Nerone. Avevo letto/sentito da qualche parte che in realtà i leoni che sbranavano la gente non erano spettacoli che attirassero molto pubblico, gli spettatori preferivano lotte tra gladiatori e cose simili, ma questo è un dettaglio marginale. Meno marginale il fatto che è parecchio inverosimile che l'uccisione di un imperatore davanti a così tanti testimoni possa essere stato del tutto cancellato dalla storia (ufficiale e non). Forse sarebbe stato meglio presentare tutto come una storia alternativa, invece che taciuta.

3)La Discesa, di Diego Ducoli.
Idea simpatica e originale. Finché non è cominciata la discesa non avevo capito cosa stesse succedendo, e ho riconosciuto la figura di Caronte solo a una seconda lettura, ma poi ho apprezzato. Il cambiamento di nome per Dante è fin superfluo, in fondo il punto forte del racconto non è la "rivelazione" finale (le descrizioni delle varie tappe dell'ascensore rendono la cosa già abbastanza evidente) ma il modo in cui tutto è reinterpretato e modernizzato. Occhio ai refusi, soprattutto nell'ultima parte: "nessuno degli presenti", "un immensa distesa", "un altra volta", un certo numero di punti e accenti mancanti nelle ultime righe.

4)Serenità o Futuro, di Francesco Nucera.
Idea non particolarmente originale, ma ben resa, con cura dei dettagli tra il realistico e il simbolico. Mi è piaciuto come hai saputo rendere l'assoluta normalità che una storia come quella del protagonista rappresenta nell'ambientazione che hai creato. Il far vedere il filmato della famiglia mi sembra quasi una crudeltà, forse sarebbe stato più opportuno in un incontro/visita preliminare (so che nei posti dove è legale il suicidio assistito sono previsti, appunto, una serie di incontri con psicologici prima del suicidio vero e proprio... mi sarei immaginata la proiezione del video in una seduta del genere, anche se ovviamente stiamo parlando di contesti non del tutto uguali).
Un po' di refusi: oltre alla canzone dei Queen già segnalata, "gli andò incontro" riferito a una donna nelle prima righe e "un iniezione" subito prima dell'inizio della proiezione del video.

5)Una porta su Marte, di Marco Fronzoni.
Racconto leggero e simpatico. Piccolo appunto, io più che a un "bad italian" avrei dato la colpa a un generico errore di battitura (anche perché così attiri l'attenzione sul dettaglio, molto poco verosimile, che il professore americano stia comunicando con i due scienziati in italiano invece che in inglese). Ovviamente queste sono minuzie, il racconto nell'insieme è gradevole. Verso la metà c'è un refuso "qual'era".
Posizione nella seconda metà della classifica non perché abbia particolari difetti, ma perché a differenza di altri quando l'ho letto mi è scivolato addosso senza lasciare un granché.

6)Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori.
Simpatica l'idea, ma mi sorge un dubbio: era davvero necessario tutto questo improbabile convincere il tizio morto che sarebbe andato in Paradiso? Non sarebbe stato più pratico parlare di un generico aldilà senza distinzione tra buoni e cattivi? In alternativa, forse sarebbe stato meglio un protagonista per cui fosse più credibile la possibilità del Paradiso, perché così com'è il finale si intuisce molto presto e questo rende poco interessante un racconto che è comunque ben scritto e gradevole da leggere.

7)Il calendario di pietra, di Beppe Roncari.
Idea simpatica, ma ho trovato il finale un po' affrettato e confuso. I dolmen sono in realtà porte girevoli che fanno andare il tempo (la calcolatrice mi dice che 20000 giorni sono 54 anni e qualcosa, quindi il tempo giusto perché lo zio ritorni bambino), ma perché la cosa non ha nessun effetto sulla bambina? Dopo un paio di riletture suppongo che la chiave sia il fatto che è stato lui a girare le porte, ma inizialmente la descrizione del sole che va all'indietro fa pensare che sia tutto il mondo a essere tornato indietro. Inoltre, ho trovato alcuni passaggi un po' pesanti e superflui, come quello dove lo zio osserva i problemi della bambina con i tempi verbali (abbastanza normali per una bambina) o dove si rimprovera il fatto di aver trattato la bambina come una bambina.

8)Incroci, di Elena Grecchi.
Un racconto ben strutturato, con l'alternanza delle due trame possibili ben gestita. La trama in sé, invece, l'ho trovata basata su un'idea un po' abusata; tra l'altro, l'inizio dell'epidemia mi sembra davvero troppo improvvisa, con il contagio che si impadronisce "di nuova parte della popolazione" (tra l'altro, espressione un po' strana... ci si aspetterebbe che il tipo alla televisione dia piuttosto una stima numerica) senza che nemmeno ci sia stato tempo di dare un nome alla malattia. Qua e là punteggiatura da rivedere.
 
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13 replies since 19/9/2014, 13:08   239 views
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