Nero Cafè Forum

Lista racconti ammessi e vostre classifiche MC VIII Edizione Terza Era

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L'Inquisitore
view post Posted on 19/9/2014, 13:08




I racconti in gara questo mese:

Incroci, di Elena Grecchi, ore 22.33, 3633 caratteri
Il calendario di pietra, di Beppe Roncari, ore 23.42, 4200 caratteri
Luna, di Viviana Tenga, ore 00.19, 4178 caratteri
Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori, ore 00.27, 4980 caratteri 5 punti malus
Storia muta, di Raffaele Marra, ore 00.32, 4169 caratteri
La discesa, di Diego Ducoli, ore 00.37, 4162 caratteri
Una porta su marte, di Marco Fronzoni, ore 00.54, 4140 caratteri
Il rasoio di Occamo, di Angelo Frascella, ore 00.57, 4190 caratteri
Serenità o Futuro, di Francesco Nucera, ore 00.59, 4186 caratteri



Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 settembre, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 8 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 15 punti bonus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti bonus per chi commenta la metà dei racconti +1

Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 20/9/2014, 22:44




Ciao a tutti.

Dopo aver letto il tema, mi aspettavo una prevalenza di racconti in cui questo venisse interpretato secondo l'idea del film (il bivio). Invece la maggioranza si è concentrata sull'idea di "soglia" come passaggio metaforico verso la morte e/o l'aldilà e, comunque, ha preso il tema in maniera letterale.

In ogni caso, ecco la mia classifica:


1. Luna di Viviana Tenga
Dopo le prime battute del racconto, credevo si trattasse della solita storia di fantasmi. Invece mi hai stupito piacevolmente, con il seguito. Soprattutto mi è piaciuto il confronto fra il mondo dei grandi e quello dei piccoli, confronto che non viene solo dalle considerazioni esplicite di Luna, ma anche (e soprattutto direi), dalle differenze fra il comportamento degli adulti e quello dei bambini, a partire dall’errore dell’amica di famiglia nel ricordare il nome del bambino, fino all’incapacità della madre di capire il figlio. Molto più facile bollare, tutto ciò che fanno i bambini come gioco, che interrogarsi davvero su cosa pensino e sentano davvero.

2. Una porte su Marte di Marco Fronzoni
Davvero carino questo racconto, che ricorda lo stile del miglior Brown: umorismo efficace e un finale “tagliente”.
Ci vedo però due piccoli difetti. Uno logico: prima di far rischiare la vita a un povero (in tutti i sensi) scienziato, di sicuro, in un caso del genere, si provvederebbe a mandare una sonda o un robottino (tipo Mars Rover) oltre il portale per verificare l’effettiva sicurezza dell’operazione. Certo, così verrebbe meno l’effetto umoristico, quindi chiudiamo un occhio. L’altro difetto è che l’aderenza al tema è un po’ forzata (tant’è che hai voluto sottolineare l’analogia del passaggio con le porte scorrevoli del supermercato). Diciamo che, se non ci fossero le membrane che si aprono e si chiudono, il racconto funzionerebbe comunque. Questo penalizza un po’ il racconto (dal punto di vista di questo giro di Minuti Contati, non in maniera assoluta, ovviamente).

3. Serenità o Futuro di Francesco Nucera
Il suicidio per rimediare all’incapacità dello stato di mantenere gli anziani, non è un’idea nuova, ma qui l’hai resa bene e, soprattutto, l’hai dipinta mostrando la freddezza e il cinismo con cui le istituzione e le persone al loro interno (infermiere e medici) trattano un aspirante suicida, trasformando un dramma in una pratica da sbrigare. Anche le immagini della famiglia da vedere obbligatoriamente, danno molto il senso di tutto ciò.
Tutti i particolari sono messi al posto giusto, per trasmettere il senso di un evento assurdo avvolto in un "pacchetto" di banalità.
Un’errore: la canzone dei Queen è “who wants to live forever” e non “how want to live forever”.


4. IL CALENDARIO DI PIETRA, di Beppe Roncari
Molto bella l’idea dei Dolmen che rappresentano delle porte in grado di portare indietro il tempo e bello anche il rapporto che costruisci fra i personaggi.
Ti segnalo un errore, all’inizio, sul punto di vista, che sembra quello della bambina, mentre per tutto il resto del racconto usi quello dello zio.
Quando scrivi “Per un attimo, solo un attimo, fu sicuro che il bastone era una spada”, sarebbe, secondo me, più corretto “fosse una spada”.
Mi ha lasciato un po’ in dubbio la frase su “un’altra porta doveva aprirsi…”. Intendevi la porta della mante dello zio?
In ogni caso, a parte i dettagli, hai scritto un bel racconto.


5. La discesa di Diego Ducoli
Simpatico il gioco delle citazioni e dei rimandi della Divina commedia e anche l’idea della modernizzazione della discesa negli Inferi è divertente. Essendo abbastanza facile capire dove si svolga l’azione, l’identità di Lucy e di Ali risulta evidente prima del “colpo di scena” della rivelazione, ma questo non rovina certo la lettura. Insomma un racconto leggero che mi ha fatto sorridere. Forse, quello che un po’ manca, è un secondo livello di interpretazione che gli dia un po’ più di spessore, ma va bene così.

6. Le porte scorrevoli del paradiso
Il racconto è scritto bene. Il tema è quanto mai classico: la soglia dell’aldilà e qui viene interpretato con una certa ironia, per cui la porta dell’Inferno deve persuadere il “dannato” a entrare e dunque deve convincerlo, contro ogni evidenza, di essersi meritato il Paradiso. Bisogna dire che forse verso la metà il gioco diventa sin troppo evidente, per cui manca la sorpresa, nel finale, dell’inganno rivelato. Comunque un racconto simpatico e divertente.
PS L’occhio rosso mi ha richiamato un po’ un Silone o Hal 9000.

7. Storia Muta di Beppe Roncari
Apprezzo l’idea di fondo della storia: il Cristiano salvato dal Leone da una porta inceppata e Nerone che scende nell’Arena per ucciderlo, ma ne rimane ucciso, ma tutto questo non passerà alla storia perché Nerone sarà sostituito da un sosia. Ma, a parte un paio di problemini di coerenza (il cristiano, da quello che raccontano le cronache, avrebbe preferito farsi uccidere che ammazzare lui stesso. E poi come si fa a tener nascosta la morte di Nerone con tutti quegli spettatori?), il problema principale è che la storia è affogata in uno stile barocco ed eccessivo. Non dico che si debba sempre scrivere in maniera lineare, ma quando ripetizioni, aggettivi e figure retoriche inghiottono personaggi, ambientazione ed emozioni, anziché esaltarle, io credo che il testo vada un po’ asciugato, cercando il giusto mezzo fra effetto stilistico e narrazione.

8. Incroci, Elena Grecchi
Un racconto che mischia Sliding Doors e The Walking Dead. Il punto di svolta è il fatto che la protagonista decida di non andare a un appuntamento con un’amica noiosa. L’idea è carina e gestita abbastanza bene, anche se, considerando la situazione e l’immaginario legato alle epidemie zombie, rimane il dubbio che anche la ragazza che si salva sull’elicottero non avrà futuro. Mi lascia un po’ dubbioso il fatto che una ragazza qualunque sia in grado di cavarsela così bene in un’invasione zombie.

Buona notte
Angelo
 
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ioreth
view post Posted on 22/9/2014, 12:20




Ciao a tutti io sono nuova quindi faccio quello che posso :)

1. Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori.
Il racconto tratta di un tema abbastanza classico, che ne sarà di noi dopo la morte? Ma soprattutto chi ha fatto il bastardo tutta la vita pagherà o verrà premiato? In questo caso le porte scorrevoli sono quelle dell’al di là, e fino all’ultimo non si capisce dove portano, cosa che mi è piaciuta e che ha tenuto viva la mia attenzione. Bella poi l’idea dell’occhio della telecamera invece del solito San Pietro. Il racconto è scorrevole e ben scritto.

2. Una porta su Marte, di Marco Fronzoni
Questo racconto mi è piaciuto molto per la velocità del dialogo e il modo in cui scorre, lo trovo ben ritmato e credibile, non è facile scrivere dei dialoghi che funzionano. L’idea mi ha ricordato certi film d’azione americani, ma il fatto che i protagonisti fossero italiani mi ha permesso d’identificarmi più facilmente con la situazione, bello anche il finale, fin troppo probabile.

3. Luna, di Viviana Tenga
Un racconto piacevole e molto scorrevole, che riporta il lettore ai tempi dell’infanzia, quando si guardavano i grandi da una certa distanza. Bella l’interpretazione del tema con le porte del supermercato, e buoni i dialoghi, che scorrono senza problemi. Non è facile mettersi dal punto di vista di un bambino, ma in questo caso l’operazione è riuscita bene!

4. Il rasoio di Occamo di Angelo Frascella
In questo caso il tema è stato tratto come nel film: cosa accadrebbe se.... La storia scorre senza problemi, lo stile è chiaro, i dialoghi scorrevoli, personalmente non mi è piaciuta la divisione con A e B, ma capisco che renda perfettamente l’intenzione dell’autore. Le battute finali sono poco incisive, un po’ troppo descrittive.

5. Il calendario di pietra, di Giuseppe Roncari
Racconto molto piacevole dove viene descritto il rapporto tra lo zio e la nipote, originale l’idea di fare dei Dolmen delle porte scorrevoli. Trovo però che alcune frasi siano un po’ troppo costruite, che siano presenti parole inutili nel racconto o che si potrebbero sostituire con altre più semplici questo permetterebbe di mantenere il ritmo del racconto e quindi l’attenzione del lettore. Anche i dialoghi risultano un po’ faticosi.

6. La discesa, di Diego Ducoli
In questo caso si tratterebbe delle porte di un ascensore che porta all’Inferno nel mondo del caro vecchio Dante. In questo caso il mio problema è stato che non sono riuscita a visualizzare bene l’ambiente dove si muoveva il protagonista, non ho capito subito chi era il vecchio col remo perché nulla fino a quel momento mi aveva indotto a pensare a Dante e alla Divina Commedia, ma questo probabilmente è solo a causa della mia ignoranza. Così non sono stata capace di apprezzare questo racconto che ho trovato procedere un po’ a scatti e che mi ha coinvolto poco.

7. Serenità o futuro?, di Ceranu
In questo racconto ho apprezzato l’idea che mi ha ricordato vecchi romanzi di fantascienza, la situazione è ben descritta e conduce il lettore a un finale quanto mai amaro e chissà se nemmeno troppo lontano dalla prossima realtà. Due cose: non sono sicura dell’espressione “cinse il braccio attorno a Marco” non l’ho mai sentita, ma probabilmente perché sono ignorante, di solito si cinge la vita con un braccio o in questo caso si cinge il braccio, quindi mi pare che cingere regga il complemento oggetto, però magari mi sbaglio :) Ho poi un problema di collocazione nello spazio: prima il dottore conduce il protagonista lungo un corridoio, avviene il dialogo e poi l’anziano si alza... ma da dove? Nessuno ha detto a me lettore che si era seduto, io sono rimasta che erano in corridoio :)

8. Storia muta, di Raffaele Marra.
Qui siamo a Roma e i cristiani se la vedono brutta. In questo caso la porta è quello che porta nell’arena. Buona l’idea del racconto, ma lo stile lo trovo troppo artificioso con una scelta di termini quasi barocchi, l’effetto sul lettore è di farlo dormire dopo la seconda frase o comunque di perdere la sua attenzione. Mi rimane il dubbio che l’autore abbia voluto farlo apposta per rendere il modo di parlare dell’epoca, ma direi che in questo caso è una scelta controproducente perché oggi nessuno parlerebbe in quel modo. E poi non ho capito l’azione, probabilmente perché sono lenta: la porta si blocca e passa uno spiraglio di luce, da una parte ci sono i cristiani e forse dei soldati, dall’altra i leoni, il pubblico e forse altri soldati, ma Nerone da dove arriva? Si materializza dal nulla? Passa da dietro? Confusione totale da parte del lettore.

1. Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori
2. Una porta su Marte, di Marco Fronzoni
3. Luna, di Viviana Tenga
4. Il rasoio di Occamo, di Angelo Frascella
5. Il calendario di pietra, di Giuseppe Roncari
6. La discesa, di Diego Ducoli
7. Serenità o futuro?, di Ceranu
8. Storia muta, Raffaele Marra
 
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Ceranu
view post Posted on 22/9/2014, 23:02




Commenti di Ceranu:

Le porte scorrevoli del paradiso, Di “Marco Migliori”
Ciao Marco e ben ritrovato.
Parto Subito da un dubbio su una frase:
poi le spalle della giacca e la camicia candida aperta sul petto, i fianchi su cui tiene le mani.
Io qui toglierei la”e”, rende tutto più tortuoso.
Il racconto è scritto bene, la storia scorrevole. Ci sono alcune cose senza senso, ma il racconto di per se non vuole averne uno. Credo che il surreale possa andare contro ogni logica.
L'unica parte superflua, secondo me, è la frase finale. Passi che la porta ha una coscienza, ma con essa dovrebbe avere una consapevolezza ultraterrena. La vedo un po' buttata lì, come una chiusura forzata.
Nel complesso è un racconto senza grandi spunti ma godibile.
Ciao e alla prossima.

IL CALENDARIO DI PIETRA, di Beppe Roncari

Ciao Beppe.
Bel racconto, delicato, ma pieno di sentimento. All'inizio ho vacillato un po' sulla scelta dello “zio”, ma poi ho pensato che fosse giusto così, anche loro possono avere un ruolo rilevante sulla crescita dei bambini. Non trovo grossi difetti, mi sono accorto anch'io del cambio di punto di vista nel finale, ma credo sia stato fatto apposta, per far capire che lo zio era tornato bambino. E qui arriva il colpo di genio, che credo di aver intuito. Non si tratta di un vero ritorno al passato, non c'è nessuna porta reale, ma solo quella della sua mente che, una volta aperta, gli permette di sognare. Oppure mi sono fatto un gran viaggio.
Bel racconto, bravo!
Il rasoio di Occamo, Angelo Frascella

Ciao Angelo, piacere di rileggerti.
Ammetto che ha una prima lettura non ero convinto. La storia mi sembrava un po' leggera. Poi mi sono immedesimato in Piero, e la cosa cambia. Per un banale commento cambia la sua vita, quindi ora mi tocca essere buono, non voglio causarti nessun trauma. Scherzi a parte, la storia è interessante, e lo è ancora di più per via della differenza abissale tra i due Piero. Dopo averci pensato molto sono giunto alla conclusione è una: non è Piero ad essere diverso, ma la persona che gli dice cosa fare. Da una parte c'è Clara, che lo stimola sempre. Dall'altra Paolo, che gli da consigli sempre peggiori.
In conclusione direi che è un buon racconto.
Ciao e alla prossima.

La discesa, di Ducoli Diego
Ciao Diego, ben trovato.
Racconto piacevole, e anche divertente. Bella la trovata di Caronte, anche se ne finale cadi un po' troppo nel trash. Il dialogo tra Dante e Lucifero è un po' blando e poco caratterizzato. Dal sommo poeta mi aspetterei qualcosa in rima, soprattutto se vuole fare il cantante. E con quel nome posso immaginare il genere che ha scelto.
Comunque hai fatto un buon lavoro. Ci sono dei refusi e delle virgole da spostare, ma si legge bene.
Ciao e alla prossima.

STORIA MUTA, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, e ben trovato.
L'idea è interessante, e anche lo stile con cui lo presenti. Nel complesso è un bel pezzo, un bell'azzardo. Ma ci sono un paio di punti che non mi convincono.
Da come ce li raccontano, i primi cristiani credevano in maniera invasata in Cristo. Il protagonista invece non sembra uno di questi, ma forse è per questo che Nerone lo sceglie. Non so.
Poi c'è l'inizio. A volte, aprendo una porta, mi chiedo se dietro di essa si celi il mio destino.
La trovo troppo fatalista per un cristiano.
La fine è un po' forzata, secondo me per renderla più realistica avresti dovuto sottolineare la mole del protagonista, che immagino fosse un energumeno.
Resta un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.

Luna, di Viviana Tenga
Ciao Viviana e be rivista.
La storia è carina, anche se il tema delle streghe (e il rimando ai roghi indica si parli di loro) non è originalissimo. Colgo l'occasione per complimentarmi con te per il tuo modo di scrivere, che risulta sempre molto coinvolgente. Leggendo i tuoi racconti è semplice immaginare tutta l'ambientazione. Ma in questo c'è un incoerenza che non mi convince. Non riesco a capire quanti anni abbiano i bambini. Mirko si comporta come un bambino di meno di sei anni. I dialoghi invece sembrano di bambini di quasi dieci. Nel caso fosse giusta la seconda ipotesi non mi spiego il comportamento della madre, che a quel punto avrebbe fatto qualche domanda in più.
Comunque nel complesso è un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.

Incroci, di Elena Grecchi

Ciao Elena, e benvenuta a “Minuti Contati”.
Ti dico subito che con l'epidemia Zombi ti sei presa un bel rischio. Io ne sono uscito con i lividi al mio esordio. Detto questo puoi capire che il genere mi piace, e per questo sarò più critico.
Partiamo dall'inizio. La scelta della frase iniziale.
Sarebbe bastato un no. Niente di eccessivo: solo un semplice no. Ci pensava ogni tanto. Ma non spesso altrimenti avrebbe corso il rischio di distrarsi e questo non se lo poteva permettere.

Non credo che uno “Sliding doors” possa partire dalla fine, così ci anticipi che quella che dice sì sopravvive.
Passiamo al parallelo tra le due vite. Credo ci sia un divario di tempo.
Una è in casa subito dopo aver detto di no, l'altra dovrebbe essere in strada per andare a un aperitivo. Se non addirittura lì. Invece la troviamo in un mondo post apocalittico, con un'arma che ha già usato.
Una vede il messaggio alla televisione, l'altra pensa già a procurarsi cibo.
Poi arriva il finale in cui una scappa dal tetto, mentre l'altra riabbraccia un'amica che non si sa come ha perso, non più di due ore prima.
Secondo me avresti dovuto farci vivere l'epidemia all'aperitivo.
Hai un buono stile, sicuramente corretto, ma mancano un po' di sentimenti (paura).
Ciao e alla prossima.

una porta su marte, di Marco Fronzoni

Ciao Marco.
Come per il racconto di “Marco Migliori” non scendo nei dettagli sulla credibilità o meno della storia. Ribadisco che in simili racconti non è fondamentale. Ma qui mi cadi sul finale. Ho letto la tua risposta ad una critica simile, e capisco il tuo punto di vista, ora cerca di capire il mio. La storia è lineare, godibile, ma senza picchi, poi arriva il finale a sorpresa, ma non ha senso. La risata muore in gola. Il professore scrive in italiano “A morte certa”. Non “un chilo di pane”. Passi l'assurdità di tutto, ma questo mi sembra esagerato. Senza contare la frase con cui chiede scusa come se nulla fosse.
La scrittura è fluida e lineare, ma manca di mordente.
Ciao e alla prossima.


Classifica di Ceranu:
Eccomi alla classifica. Vi assicuro che, dopo aver letto e commentato tutti i racconti, non ho la più pallida idea di dove cominciare. Allora, per i pochi che leggeranno prima il commento generale, spedo i complimenti per la qualità dei racconti. Bravi tutti.

1. IL CALENDARIO DI PIETRA, di Beppe Roncari
2. Il rasoio di Occamo, Angelo Frascella
3. La discesa, di Ducoli Diego
4. STORIA MUTA, di Raffaele Marra
5. Luna, di Viviana Tenga
6. Le porte scorrevoli del paradiso, Di “Marco Migliori”
7. una porta su marte, di Marco Fronzoni
8. Incroci, di Elena Grecchi
 
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ilma197
view post Posted on 23/9/2014, 20:34




Ecco la mia classifica! Premetto che a questo giro non ho trovato racconti che si staccassero di tanto dagli altri né in positivo né in negativo. Ovviamente c'è una certa distanza tra il primo e l'ultimo, ma per le posizioni vicine spesso ho semplicemente privilegiato quelli che mi hanno lasciato un'impressione generale migliore alla prima lettura.

1)Il Rasoio di Occamo, di Angelo Frascella.
Mi è piaciuto. Nessuna delle due storie parallele risulta banale, perché in entrambe il protagonista incontra difficoltà e problemi. A un certo punto, pensavo che il protagonista della storia B sarebbe arrivato a coronare i suoi sogni letterari dopo il successo al Grande Fratello e la conseguente popolarità, mentre quello della storia A si sarebbe trovato a doversi accontentare di una vita mediocre con un lavoro che non gli piaceva. Invece, il finale dà soddisfazione al lettore riportando le cose al loro "ordine naturale".

2)Storia Muta, di Raffaele Marra.
Mi è piaciuta l'idea e il modo in cui hai inserito il tema; l'idea della porta dei leoni che si inceppa dà un tocco di realismo e di originalità al racconto. Ben resa, anche se in poco spazio, la figura di Nerone. Avevo letto/sentito da qualche parte che in realtà i leoni che sbranavano la gente non erano spettacoli che attirassero molto pubblico, gli spettatori preferivano lotte tra gladiatori e cose simili, ma questo è un dettaglio marginale. Meno marginale il fatto che è parecchio inverosimile che l'uccisione di un imperatore davanti a così tanti testimoni possa essere stato del tutto cancellato dalla storia (ufficiale e non). Forse sarebbe stato meglio presentare tutto come una storia alternativa, invece che taciuta.

3)La Discesa, di Diego Ducoli.
Idea simpatica e originale. Finché non è cominciata la discesa non avevo capito cosa stesse succedendo, e ho riconosciuto la figura di Caronte solo a una seconda lettura, ma poi ho apprezzato. Il cambiamento di nome per Dante è fin superfluo, in fondo il punto forte del racconto non è la "rivelazione" finale (le descrizioni delle varie tappe dell'ascensore rendono la cosa già abbastanza evidente) ma il modo in cui tutto è reinterpretato e modernizzato. Occhio ai refusi, soprattutto nell'ultima parte: "nessuno degli presenti", "un immensa distesa", "un altra volta", un certo numero di punti e accenti mancanti nelle ultime righe.

4)Serenità o Futuro, di Francesco Nucera.
Idea non particolarmente originale, ma ben resa, con cura dei dettagli tra il realistico e il simbolico. Mi è piaciuto come hai saputo rendere l'assoluta normalità che una storia come quella del protagonista rappresenta nell'ambientazione che hai creato. Il far vedere il filmato della famiglia mi sembra quasi una crudeltà, forse sarebbe stato più opportuno in un incontro/visita preliminare (so che nei posti dove è legale il suicidio assistito sono previsti, appunto, una serie di incontri con psicologici prima del suicidio vero e proprio... mi sarei immaginata la proiezione del video in una seduta del genere, anche se ovviamente stiamo parlando di contesti non del tutto uguali).
Un po' di refusi: oltre alla canzone dei Queen già segnalata, "gli andò incontro" riferito a una donna nelle prima righe e "un iniezione" subito prima dell'inizio della proiezione del video.

5)Una porta su Marte, di Marco Fronzoni.
Racconto leggero e simpatico. Piccolo appunto, io più che a un "bad italian" avrei dato la colpa a un generico errore di battitura (anche perché così attiri l'attenzione sul dettaglio, molto poco verosimile, che il professore americano stia comunicando con i due scienziati in italiano invece che in inglese). Ovviamente queste sono minuzie, il racconto nell'insieme è gradevole. Verso la metà c'è un refuso "qual'era".
Posizione nella seconda metà della classifica non perché abbia particolari difetti, ma perché a differenza di altri quando l'ho letto mi è scivolato addosso senza lasciare un granché.

6)Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori.
Simpatica l'idea, ma mi sorge un dubbio: era davvero necessario tutto questo improbabile convincere il tizio morto che sarebbe andato in Paradiso? Non sarebbe stato più pratico parlare di un generico aldilà senza distinzione tra buoni e cattivi? In alternativa, forse sarebbe stato meglio un protagonista per cui fosse più credibile la possibilità del Paradiso, perché così com'è il finale si intuisce molto presto e questo rende poco interessante un racconto che è comunque ben scritto e gradevole da leggere.

7)Il calendario di pietra, di Beppe Roncari.
Idea simpatica, ma ho trovato il finale un po' affrettato e confuso. I dolmen sono in realtà porte girevoli che fanno andare il tempo (la calcolatrice mi dice che 20000 giorni sono 54 anni e qualcosa, quindi il tempo giusto perché lo zio ritorni bambino), ma perché la cosa non ha nessun effetto sulla bambina? Dopo un paio di riletture suppongo che la chiave sia il fatto che è stato lui a girare le porte, ma inizialmente la descrizione del sole che va all'indietro fa pensare che sia tutto il mondo a essere tornato indietro. Inoltre, ho trovato alcuni passaggi un po' pesanti e superflui, come quello dove lo zio osserva i problemi della bambina con i tempi verbali (abbastanza normali per una bambina) o dove si rimprovera il fatto di aver trattato la bambina come una bambina.

8)Incroci, di Elena Grecchi.
Un racconto ben strutturato, con l'alternanza delle due trame possibili ben gestita. La trama in sé, invece, l'ho trovata basata su un'idea un po' abusata; tra l'altro, l'inizio dell'epidemia mi sembra davvero troppo improvvisa, con il contagio che si impadronisce "di nuova parte della popolazione" (tra l'altro, espressione un po' strana... ci si aspetterebbe che il tipo alla televisione dia piuttosto una stima numerica) senza che nemmeno ci sia stato tempo di dare un nome alla malattia. Qua e là punteggiatura da rivedere.
 
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sgerwk
view post Posted on 24/9/2014, 19:24




1. Luna
Ottima prova, specialmente rispetto al realismo con cui sono resi i personaggi e la scena. Nonostante sia un racconto fantastico, e forse anche per questo, era fondamentale che sia il modo in cui le persone parlano e si comportano, così come anche l'ambiente e il modo in cui tutte queste cose sono filtrate dagli occhi infantili del protagonista, tutto questo venisse reso in modo ottimale. Il tema è centrato più che in altri racconti (dove la porta scorrevole magari poi si scopre essere girevole, o a ghigliottina, o non essere solo un passaggio qualsiasi). L'idea non è particolarmente originale, ma abbastanza; in ogni caso, la qualità della resa compensa. Unico dettaglio che ho trovato fuori posto è che il bambino non si stupisca di sentire la bambina parlare attraverso la porta chiusa.

2. Il calendario di pietra
Molto bene come storia, personaggi molto ben delineati. Mi è piaciuto il finale, con il vecchio zio (prozio, immagino, vista l'età mostrata) che non solo torna indietro a un tempo magico ma anche nelle vesti di bambino a sua volta. Una originale interpretazione dell'idea dei dolmen come porte.
Che poi, tra porta scorrevole e girevole c'è differenza, ma direi che è un dettaglio (certo che se 'sti druidi avessero messo i dolmen dritti invece che in cerchio il racconto ti sarebbe venuto ancora più in tema). Qualche commento nello specifico:
"Non c'erano dubbi: era così!" qui ci sarebbe un problema di punto di vista, che però si risolve molto facilmente: bastava dire una cosa del tipo: "guardava, annuiva"
"Le gridò una voce." idem
"nemici di felce e d'ortica..." già ci sono dei punti di sospensione quattro righe sopra, qui poi nemmeno sono utili
"non ci aveva mai più pensato" mi sembra ridondante il "mai", e anche poco adatto, visto che ci sta pensando adesso
"Che altro credevi che erano? [...] scelte verbali [...]" questa è azzeccata, sia perché dà realismo al discorso che per la reazione dello zio, fa capire meglio il suo carattere
"porte girevoli, come quelle dell'Ikea" ottimo anche qui: è molto realistico che un bambino usi un confronto con un oggetto che conosce, per farsi capire
"Ma un'altra porta doveva schiudersi affinché lo zio si mettesse ad aiutarla." qui però la frase è un po' ambigua: quale altra porta, visto che finora non se ne è schiusa nessuna?

3. Incroci
Un racconto che interpreta il tema come un bivio della storia, in questo caso un horror: la protagonista va all'aperitivo e si ritrova poi a vagare nella città distrutta, oppure non ci va e viene portata in salvo dall'elicottero. L'alternanza funziona piuttosto bene, mostrando in parallelo l'insorgere dell'epidemia e i suoi effetti. In diversi punti ho trovato dei problemi di scrittura, soprattutto di punteggiatura. In uno spazio più lungo credo che si potesse mostrare un po' di più la scena, qui diversi frammenti mi sono sembrati un po' troppo riassunti.
Nello specifico dei problemi di scrittura, mi pare che manchino delle virgole e qualche volta ci sia invece una virgola dove andrebbe il punto. Poi alcuni termini mi sono sembrati un po' poco indicati per rendere l'idea.
"guarda non ho tempo" credo dopo guarda ci vada una virgola
"Ma come???" si tendono a evitare più punti interrogativi di fila (o anche esclamativi)
"lasciava partire il colpo" questo dà più l'idea della pistola, non credo renda bene l'idea del colpo di spranga
"Bene adesso era libera di organizzarsi come voleva, Chiara era simpatica" virgola dopo "Bene", punto prima di "Chiara"
"Si guardò intorno: macchine abbandonate, ecc." ottimo modo di rendere la descrizione senza fermare la storia: qui è inserita nell'azione, e in particolare nel momento in cui la protagonista sta cercando un rifugio per cui ha senso che faccia attenzione ha cosa ha intorno
"Scelse il suo obiettivo:" un po' ridondante, e "obbiettivo" suona inappropriato; bastava "Scelse:", o anche niente
"avrebbe dovuto fare la spesa" la spesa? forse "procurarsi da mangiare"
"strette sul bastone" non era una spranga?

4. La discesa
Ma chi è Lucy, intanto? Ah, ok, ora che lo scrivevo ho capito. Diciamo che non salta subito all'occhio. L'idea era carina, e ci sono almeno due elementi molto apprezzabili nel racconto: il vecchio con il remo, che viene mostrato come un elemento di contorno e invece è fondamentale (Caronte mandato in pensione, per cui ora l'accesso all'inferno è con l'ascensore) e le descrizioni dell'inferno con i vari piani. Quindi, buona l'idea centrale, molto buoni alcuni elementi secondari. Il problema principale è che il racconto mi sembra scritto un po' di fretta, con vari accenti che mancano e una narrazione che troppo spesso appare poco nitida.

5. Il rasoio di Occamo
Da un certo punto di vista, è il racconto più fedele al tema: non ho visto il film, ma il riassunto su Wikipedia dice che se una delle due alternative va male, l'altra finisce peggio. In qualche modo è così anche qui: da una parte lo scrittore di poco successo poi si rivela essere in fondo l'alternativa migliore. Casomai mi viene da chiedere come mai l'altro si senta infelice all'apice del successo che prima lo soddisfava così tanto; l'omicidio sarebbe più giustificato casomai dopo che il quarto d'ora di celebrità è finito. Un refuso (doppio): "mi avvicino Occami" -> "mi avvicino a Occamo"

6. Una porta su Marte
Tutto ruota intorno a una battuta verbale (marte/morte) ma manca una vera idea di sostegno, come dovrebbe essere nella fantascienza classica. In altre parole, la battuta finale poteva anche andare bene se però ci fosse stato un elemento originale nel resto del racconto. Anche il tema è preso molto di striscio, togliendo "porte scorrevoli" dal racconto non sarebbe cambiato niente.
È invece molto ben gestito invece il dialogo, con molto realismo ed elementi di contorno (es. il panino) che lo rendono interessante al di là del filo centrale della narrazione (scienziato riceve messaggio - parte - il messaggio era sbagliato).
Ci sono invece dei problemi di credibilità: Luigi si lancia sulla base di una semplice frase, fra l'altro senza nemmeno poter sapere per certo se si sarebbe ritrovato cento metri sopra o sotto la superficie di Marte (cosa che il messaggio di Rudolph non precisava). Anche il fatto che quello gli abbia scritto solo una frase senza nessuna spiegazione mi pare difficile da accettare: se sa che passare porta alla morte avrebbe dovuto essere un po' più chiaro, più che scrivere quattro parole in una lingua che sa di non conoscere nemmeno troppo bene. E ancora: non mandano prima un robottino, che adesso si comprano pure ai negozi di giocattoli, e va lui di persona? Alcuni altri commenti:
"mordendo là dove non c'era stoffa a proteggere il suo corpo" non dà molto l'idea di un freddo intenso, secondo me
"Thò" mai letto scritto così...
"domandò Beppe mentre scrutava ecc." mi pare un salto nella narrazione, una perdita del flusso; penso sia meglio prima dire che Beppe raggiunge il borsellino e poi domanda; poi non credo sia possibile che riesca a dire una frase così breve mentre fa due cose in sequenza (guardare nel borsellino e poi lo schermo)
"Direi che... che ci siamo" non è chiaro cosa significhi l'esitazione; forse ci voleva una interruzione in cui il personaggio faceva qualcosa tipo guardare in alto (nel caso ci fosse un'esitazione) oppure lavorava a qualcosa (nel caso fosse distratto da altro e per questo non avesse risposto subito)
"che nel frattempo era andato ad aprire un armadio" da come è scritto sembra che sia riuscito a infilarsi nella tuta nel tempo in cui Beppe dice "Lo ammetto... E mo'?"

7. Serenità o futuro
L'idea delle persone che scelgono una forma di eutanasia legalizzata e incoraggiata dallo stato è stata spesso usata nella fantascienza, per esempio nel film Soylent Green. Per qualche motivo, è anche un tema scelto con relativa frequenza nei racconti italiani (è una valutazione ad occhi). Qui la variante innovativa è la specifica esatta del perché, ossia il risparmio dell'INPS viene in parte riconosciuto agli eredi. Detto questo, il racconto come realizzazione ha alti e bassi: mentre è molto buono nel trasmettere lo stato d'animo del protagonista, ha vari difetti di scrittura che ne pregiudicano in parte l'impatto. Ne segnalo alcuni qui sotto, ma la sensazione che ho avuto è stata in generale una mancanza di "pulizia" di scrittura.
"simile a uno sbadiglio. Mentre Futuro, era acquattato" punteggiatura
"in contro"
"fare i suoi conti" vabbe' che è un dettaglio, ma nel direi che i ragionamenti del sudoku si possano definire "conti"
"si trovò davanti" quest'espressione è ripetuta due volte in poche righe, e secondo me almeno la prima non mi è parsa appropriata
"Sollevò il pugno pronto per bussare" pronto è ridondante
"si acciglio" accento

8. Storia muta
La storia c'è, la porta (quasi) scorrevole anche, però credo che il modo in cui la narrazione è portata avanti penalizzi la lettura. Secondo me, le prime righe di un racconto già dovrebbero chiarire la scena o al limite qualche aspetto del personaggio narrante che possa risultare molto interessante. in questo racconto non ho avuto questa impressione: i primi paragrafi danno poche indicazioni su dove il protagonista si trovi o stia succedendo. Dopo si capisce, un po' per volta, ma mi è rimasta sempre una impressione di vaghezza, anche nel momento cruciale in cui il cristiano uccide Nerone. Fra l'altro, non è chiaro come lui riesca a frantumare il polso dell'imperatore con così apparente facilità.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 25/9/2014, 14:12




Mancano ancora quattro autori e mezzanotte è il termine ultimo: si batte la fiacca?
 
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Olorin
view post Posted on 25/9/2014, 14:43




1. Il rasoio di Occamo, di Angelo Frascella, ore 00.57, 4190 caratteri
Interpretazione del tema davvero alla ‘sliding doors’, inteso come titolo dell’omonimo film. Le due alternative sono molto credibili e dettagliate. Dopo un iniziale evolversi delle due situazioni in linea con la positività e la negatività dei rispettivi inneschi, si ha in realtà un arricchimento di aspetti in contraddizione tra loro e passibili di opposte interpretazioni, a seconda del punto di vista dal quale le si osserva. Un approccio davvero complesso e coinvolgente che forse avrei lasciato più aperto nel finale dove deflagra il giudizio dell’autore, che per quanto mi riguarda, è in aperto conflitto col mio.

2. Luna, di Viviana Tenga, ore 00.19, 4178 caratteri
Bellissima idea questa di Luna che appare e scompare nel vetro delle porte scorrevoli. A mio parere però, soprattutto all’inizio, il racconto difetta un po’ di ritmo, con qualche ripetizione – vista/vederla, supermercato -, e anche la storia di Luna risulta un po’ asettica e non molto coinvolgente. Le domande di Mirko poi sembrano un po’ troppo adulte. Un bambino forse chiederebbe ‘ce li avete i videogiochi?’, ‘hai qualche potere strano?’, insomma… qualcosa di meno problematico e più immediato: infantile, insomma. Nel complesso però è un brano cui basta l’originalità dello spunto per risultare davvero gradevole.

3. Il calendario di pietra, di Beppe Roncari, ore 23.42, 4200 caratteri
Un bel racconto con la licenza di commutare il tema da sliding doors a revolving doors, anche se tecnicamente ha dei passaggi che scricchiolano per come sospendono il processo di immedesimazione. L’inizio sembra porre il pdv in Lucia – “Non c’erano dubbi: era così!” non può che essere l’esito finale del ragionamento della bambina, ma anche quel “Le gridò una voce”, si pone esternamente, ma sempre più verso le percezioni della bimba -, poi invece il racconto viene condotto giustamente sulla base della percezione e sulla situazione di ‘non conoscenza’ del secondo personaggio. Il passaggio dal periodo in cui si parla della ‘porta’ che sta nel cuore dello zio, al fatto che lui già spinga le porte è troppo immediato. Forse lì avrebbe dovuto esserci una sorta di processo di metabolizzazione della proposta della nipotina da parte dello zio, il cui esito l'avrebbe poi portato ad agire. Finale un po’ troppo alla ‘Big’.

4. Storia muta, di Raffaele Marra, ore 00.32, 4169 caratteri
Mi è piaciuto questa visione fantasy/storica degli eventi accaduti nella Roma antica. La vicenda è interessante e il punto di vista coinvolgente. La pecca che posso trovare è che lo stile molto ricercato, in alcune sfumature perda un po’ di quota, là dove la ‘lirica’ cede il passo alla prolissità, che non è la stessa cosa. A mio parere è esagerato il passaggio in cui il protagonista frantuma il polso di Nerone e desta un po’ il lettore dall’immedesimazione fino a quel momento abbastanza agevole. Sono abbastanza certo che a valle di una decina di riletture avresti potuto migliorarlo ancora di più tecnicamente, ma considerando il tempo e il ‘clima’ di MC, credo che tu abbia raccolto e almeno pareggiato con merito una sfida molto difficile.

5. Serenità o Futuro, di Francesco Nucera, ore 00.59, 4186 caratteri
Il racconto mi è piaciuto, ma qua e là si nota che il ritmo è stato compromesso, probabilmente a causa di scelte volte al rispetto del numero di caratteri, come in questo passaggio:

CITAZIONE
Marco seguì le istruzioni e si trovò davanti alla porta 321. Sollevò il pugno pronto per bussare, inspirò profondamente, e si voltò per tornare indietro.
«Signor Bianchi,» Una ragazza, con dei grossi occhiali neri, si affacciò dalla porta. «la stavamo aspettando.»
Marco seguì l'infermiera trascinando i piedi.

dove si sente la mancanza di una descrizione del tumulto interiore che sicuramente colpirebbe chi, voltate le spalle a una decisione drammatica, vi venga di nuovo trascinato repentinamente.
O anche qui, dove si ricorre al racconto di una sensazione, immagino per poter omettere il passaggio in cui si descriveva un gesto dell’infermiera.

CITAZIONE
La ragazza mostrò un barlume di sensibilità.

A una prima lettura mi era sembrato che i familiari gli stessero elencando ciò che avrebbero fatto coi soldi che Marco si apprestava a lasciargli, descrivendo ogni iniziativa come fatta insieme a lui, visto che gliel’avrebbe pagate con la propria vita… difatti poi il finale non mi tornava!

6. Incroci, di Elena Grecchi, ore 22.33, 3633 caratteri
La struttura del racconto è complessa, ma ben realizzata, anche se in realtà si tratta dell’alternarsi di un prima e di un dopo, della scelta e delle sue conseguenze e non del confronto tra due alternative di futuro a seconda di un’opzione selezionata nel presente. Sarebbe sin possibile rimettere nella corretta successione i singoli periodi, ottenendo un racconto lineare, per cui mi sfugge l’attinenza con la struttura del film citato dal tema, cui forse volevi ispirarti. L’incedere comunque è gradevole, mentre il finale mi ha lasciato un po’ interdetto, con quella doppia apparizione di Chiara all’inizio della fuga e alla fine, che forse vorrebbe evocare una sorta di sensazione di ‘destino beffardo’ che però, almeno a me, arriva un po’troppo macchinosa e affievolita.

7. Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori, ore 00.27, 4980 caratteri
Sono perplesso dall’aggrovigliamento dello schema architettato. A cosa serve tutto ciò? Di solito un processo maieutico di questo tipo ha almeno come intento quello di indurre una presa di coscienza, se non addirittura un pentimento pur tardivo da parte del personaggio, ma qui non è così: l’obbiettivo della porta è quello di farsi attraversare con l’inganno, fingendosi la porta del Paradiso, quando invece è quella dell’Inferno… a parte che il tizio arriva già convinto di andare all’inferno, per cui non capisco la necessità di ingannarlo, ma soprattutto stride l’autolesionistica fatica messa in piedi. Viene spontaneo alla fine del brano, pensare perché non si sostituisca la porta con una catapulta sul cui piatto arrivino le scale mobile e… ciao.

8. La discesa, di Diego Ducoli, ore 00.37, 4162 caratteri
Lettura travagliata a causa di errori sparsi, tra cui accenti mancanti che cambiano i tempi verbali – ribatte, ripete, fisso ecc -, ripetizioni di articoli e utilizzo a volte un po’ ardito della punteggiatura. Secondo me le fermate dell’ascensore sono un po’ banalizzate e quando si è compreso il contesto, risultano prevedibili. Tra l’altro la sensazione per quanto mi riguarda, è che svuotare totalmente certe figure della loro drammaticità, ottenga come effetto più la banalizzazione che l’umanizzazione o la parodia.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/9/2014, 17:10




Minuti contati Settembre 2014


Ciao a tutti, ho messo per primi i due racconti che mi sono piaciuti di più e che ho trovato più aderenti al tema, per ultimi i due che ritengo “fuori tema”. Le posizioni centrali sono a gusto. Cerco anche questa volta di aggiungere un “titolo alternativo”, sperando sempre di strappare un sorriso e non di offendere. Ciao! :)

1. Il rasoio di Occamo di Angelo Frascella - Scrivere per essere letto o leggere per imparare a scrivere? Questo è il problema. [titolo breve alternativo, ma sono in inglese: “Best-seller? Best-sold!”]

2. Luna di Viviana Tenga - La vita scorre da entrambi i lati

3. Serenità o Futuro di Francesco Nucera (Ceranu) - L’unica cosa certa, a parte la morte, erano le tasse.

4. Incroci di Elena Grecchi - No, non esco nemmeno se la festa è a tema “Walking Dead”! Inutile che mi mordi.

5. Storia muta di Raffaele Marra - Come t’ammazzo l’imperatore. Tanto non ci credo al “non uccidere”.

6. una porta su marte di Marco Fronzoni - E il correttore automatico di Word?!?

7. Le porte scorrevoli del paradiso di “Marco Migliori” - Il problema, con l’Universo, è che non c’è un centro reclami.

8. La discesa di Diego Ducoli - (Vorrò una birra calda) Il giorno che ghiaccerà l’Inferno.







Serenità o Futuro
di Francesco Nucera (Ceranu)

Ciao @Ceranu, ben ritrovato!
Innanzitutto mi pare che a ogni edizione la tua scrittura migliori, bravo! Però devi stare ancora più attento a errori grammaticali, lessicali, di punteggiatura o semplicemente di distrazione. Ti segnalo che il titolo della canzone dei Queen è "WHO WantS to Live Forever" (e fra l'altro i titoli in inglese si scrivono con i verbi, gli avverbi, i pronomi, gli aggettivi e i sostantivi maiscoli, articoli e preposizioni minuscoli, tranne a capoverso).
Detto questo ho trovato l'idea del racconto piacevole anche se non originalissima. Donare il proprio tempo per i famigliari era già l'idea alla base del film di fantascienza In Time mentre di progetti di eutanasia per evitare la sovrappopolazione e il costo del mantenimento delle persone anziane se ne sentono tutti i giorni, da un sacco di regimi e governi diversi.
Però la caratteristica della tua scrittura è un'attenzione ai dettagli e ai sentimenti personali, una certa delicatezza, che li rende sempre piacevoli da leggere.
Resta un dubbio, ma... se avesse scelto Futuro? Sarebbe morto lo stesso, no?
Grazie del bel racconto, a rileggerci! ^___^

PS
Secondo me "incontro" è meglio che si scriva tutto attaccato; è corretto, ma meno usato, anche "in contro", come scrivi tu, in funzione di avverbio, o meglio, "locuzione avverbiale" visto che sono due parole separate. Ma... perché sprecare un carattere prezioso nel poco spazio concessoci?

PPS
Nel titolo "Serenità" ha la "à" accentata dalla parte sbagliata... come sei riuscito a tirar fuori quel carattere? Hai scritto sul telefonino?!?




Incroci
di Elena Grecchi

Ciao @Elena, benvenuta a Minuti Contati! I nuovi subiscono sempre più critiche degli abitué, ma non preoccuparti e tieni duro!
Il racconto sull’Apocalisse Zombie è “il classico”, per quel che mi è dato di capire nella mia limitata esperienza, in questo concorso. E quindi si espone al rischio del già visto, già letto. Personalmente, escludo a priori quasi ogni storia zombie che mi viene in mente, e sul tema “porte scorrevoli” me ne erano venute in mente un paio…
Premetto che io ho letto il racconto come “due piani temporali” e non come “due storie alternative va/non va all’aperitivo”. Mi sembra questa l’unica lettura corretta, qual è la tua?
Partendo da questo presupposto il tema “sliding doors” è eluso, a meno che tu non ti riferisca a qualcosa di metadiscorsivo, scorrere dal presente al passato.
Allora, partendo da questa premessa, tu organizzi un racconto su due piani temporali differenziati dall’alternanza tondo/corsivo, ma non da quella dei tempi verbali. Per cui “all’orecchio” risulta difficile, in alcuni passaggi, separarli. Per esempio qui:

CITAZIONE
Era a casa tranquilla e rilassata: il solito telefilm, il lavoro a maglia, la mente che vagava. Fu il tono dell’uomo apparso all’improvviso sullo schermo ad attirare la sua attenzione. Era strano.
“Attenzione, interrompiamo i programmi per una comunicazione speciale: uno strano contagio si è impadronito di buona parte della popolazione, non uscite di casa, non aprite la porta e restate collegati con computer, telefonini, radio o televisione. Vi saranno date delle istruzioni a breve. Mi raccomando non aprite la porta a nessuno, il contagio avviene per contatto ed è immediato.”


Aveva spinto un mobile davanti alla porta e

Se leggi tutto di seguito la lettura mentale o ad alta voce “naturale” è che non ci si sposta di piano, perché le azioni sembrano consequenziali: ha sentito l’annuncio dell’Apocalisse Zombie e spinge un mobile davanti alla porta, nel passato. Invece il mobile è nel negozio nel presente. Anche la scelta lessicale della parola “mobile” induce all’errore, con “mobile” penso a “casa”, con, chessò, “panca” o “jukebox” penso a “bar”.
Una scelta di tempi verbali diversi per i due piani, tipo passato e presente, avrebbe giocato meglio al tuo scopo.
Ciao!



una porta su marte
di Marco Fronzoni

Ciao @Marco, ben ritrovato. :)
Il tema di Marte mi è sempre piaciuto, per cui sono partito nella lettura con grandi aspettative.
Questo per spiegare la delusione successiva dovuto al fatto che l’asse portante del racconto è una battuta, non “a marte” ma “a mOrte”.
Visto che i commenti in tal senso non sono mancati cerco di aggiungere altri elementi che non sono ancora stati trattati, a partire dal titolo. Hai messo intenzionalmente, credo, la minuscola “Una porta su marte” e non “su Marte” per richiamare la battuta finale. Ma il titolo dovrebbe essere comunque “Una porta per marte” e non “su marte”, altrimenti penso a una porta sulla superficie del pianeta. I protagonisti pensavano fosse invece una porta per il pianeta, a parte il tragico misunderstanding.
Resta poco realistico l’errore di traduzione e non di battitura di Rudolf, perché la frase comunque avrebbe dovuto essere “A morte certa”. È un’ulteriore forzatura usare una forma italiana desueta “A morte per certo”.
Inoltre, il problema logico è più profondo. Lo scienziato italiano non ha la più pallida idea di dove porti questo tunnel e ha già lì pronta una tuta spaziale? E nel caso, non l’avrebbe notata con stupore Beppe entrando nel laboratorio?
Cercando però di focalizzare il problema reale del racconto è che è troppo lungo. Per il materiale che tratta, uno scherzo, una beffa, una battuta, sarebbero bastate tre righe. Il tempo comico giusto per una barzelletta.
Alla prossima!



Il rasoio di Occamo
Angelo Frascella

Ciao @Angelo, bel racconto! Niente da dire, mi è piaciuto e mi ha divertito, a parte il refuso “Occami” non ho niente da dire neanche sullo stile. Bravo. Aderente al tema, ho trovato divertente il riferimento al rasoio di Occam, originale l’andamento parallelo e comunque sottilmente inaspettato delle due storie. A questo punto di solito c’è sempre un “però” (“nella vita c’è sempre un però”, cantava Bersani, Samuele, non Pier Luigi). E si dice anche “tutto quello che viene prima del ‘ma’ non conta…” Ma… Ma… Ma il fatto è che qui, il “ma”, non c’è affatto.
Bravo, punto. Bel racconto. Ora leggo gli altri e se non ne trovo nessuno che mi colpisce o diverte di più ti metto alto alto in classifica! Ciao! Grazie! ;)




Storia muta
di Raffaele Marra

Ciao @Raffaele, ben ritrovato! :)
Che caso! Avevo pensato a un incipit con una porta scorrevole nell’antica Roma anch’io come primo approccio al tema “sliding doors”, ma poi l’avevo scartata. La mia porta era a Pompei e tutti prendevano in giro il patrizio che si era fatto installare quella bizzarra struttura (peraltro ritrovata negli scavi): a che gli serviva una porta scorrevole, con il caldo che fa in Campania? Mica doveva aspettarsi metri di neve a bloccargli la porta… Ecco, l’idea era che ridevano meno quando lui riusciva ad aprire la porta e a fuggire quando erano tonnellate di lapilli condensati provenienti dal Vesuvio a impedire di aprire le porte, non la neve… Comunque, quest’idea l’ho abbandonata. E perché? Tutto questo per dire che mi pareva debole fondare il racconto su un dettaglio legato a una porta scorrevole.
Il tuo racconto è piacevole e ben scritto, fa emozionare e immedesimare, ma la porta scorrevole incastrata è solo un dettaglio molto marginale. Un pretesto. La tua storia parla d’altro, di un episodio che non è passato alla storia, ma non è poi una storia alternativa alla “Sliding Doors”. È, per l’appunto, una storia “taciuta”.
Per il resto OK sul fatto che non tutti i cristiani fossero così disposti a morire passivamente, OK che ci fossero i sosia di Nerone, OK tutto. Un po’ troppo veloce, forse, il ribaltamento di ritmo del capovolgimento finale che è anche nel capovolgimento del polso rotto dell’imperatore.
Però per me sei andato un po’ fuori tema… ciao! ^___^



Luna
di Viviana Tenga


Ciao @Viviana! Come ti ho già scritto il racconto mi è piaciuto, come temi e atmosfere mi ha ricordato le storie di Doctor Who. Nessuna accusa di plagio in questo, anche perché l’idea delle due realtà parallele visibili solo attraverso il vetro o lo specchio è un classico, quindi l’originalità sta nella declinazione del tema e nello stile del racconto.
Entrambi mi paiono buoni. Il tema del mondo dei grandi confrontato con quello dei piccoli apre anche un’interpretazione sullo “scarto mentale” che fa alla fine Mirko: “Era la mamma, ma era pur sempre una grande.” “Porta scorrevole mentale” che si muove in lui. Ottimo e aderente al tema.
Bella prova. Alla prossima! :)



Le porte scorrevoli del paradiso
di “Marco Migliori”

Ciao @Marco, ben ritrovato.
Non vorrei ripetere le critiche e i commenti sulla premessa del racconto che ti sono già stati mossi. Il fatto è che penso che abbiano ragione.
CITAZIONE
All'inizio non avevo capito perché la porta dell'inferno dovesse essere una porta scorrevole.

E anche alla fine della lettura, della rilettura, e dell’esame dei commenti in cerca di spiegazione, continuo a non aver capito perché “debba” essere scorrevole.
Infatti non è necessario in nessun modo. Anche ammettendo l’inutilità o l’assurdità tecnico di “dover costringere con trucchi” il dannato a passare veramente la porta, una porta qualsiasi, a battente, sarebbe andata comunque benissimo. No? Anzi, con la porta scorrevole è più facile sfuggire, intrufolarsi, riuscire a passare.
Quindi il racconto non solo ha problemi logici, ma anche scarsa attinenza al tema del contest, temo. Sorry.



La discesa
di Diego Ducoli

Ciao @Diego, ben riletto!
Allora, in molti ti hanno fatto notare i refusi e gli errori. In teoria si potrebbe chiudere un occhio, ma in realtà è importante correggere il più possibile, fare uno sforzo da parte dello scrittore perché il lettore non debba farlo a sua volta. È anche un segno di “rilettura”. Del fatto che hai scritto e poi riscritto, fatto le cose con cura, attenzione, che non è mai pignoleria.
L’idea è simpatica e anche l’amicizia fra Dante e Lucifero non è male, a me queste battute e l’umanizzazione non sono dispiaciuti.
Il problema è più profondo: manca la drammaticità del fatto che questo… è l’ultimo viaggio di Dante! Ha finito le monete, e quindi “Ali” non rivedrà mai più “Lucy”... se sono tanto amici, non gli dispiace neanche un po’? Non glielo dice nemmeno?
A questo proposito ti segnalo anche un problema logico/grammaticale (e qui ritorno a quanto detto all’inizio: è importante correggere per mostrare rispetto al lettore!) sulle monete e sul viaggio finale:
CITAZIONE
Finalmente la mano si chiuse su due dischi d'argento.
La sollevò, notando con disappunto che era l'ultimo, le monete svanirono

Qui c’è un problema con “era l’ultimo”, manca il sostantivo “viaggio” perché altrimenti non c’è alcun sostantivo maschile singolare vicino che giustifichi il pronome.
Infine, l’aderenza al tema è tirata per i capelli. È un racconto che troverei accettabile se il tema fosse stato “ascensori insoliti” ma non “sliding doors”. La porta scorrevole è solo un elemento dell’ascensore e qui non gioca nessun ruolo particolare. Ciao!
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 25/9/2014, 21:14




Ecco la mia classifica. Devo dire che, come al solito, non è stato facile restare obiettivi e lucidi nel giudicare il lavoro altrui, ma ho cercato di fare del mio meglio. Complimenti a tutti.



1 - IL CALENDARIO DI PIETRA (Beppe Roncari)
Affascinante come scelta tematica e altrettanto come declinazione del tema del mese. Il momento in cui il tutto inizia a muoversi è da brividi, veramente ben pensato e ben reso con il tuo stile solito che trovo sempre molto sobrio ed efficace. In definitiva, un racconto senz’altro positivo, da leggere con piacere, carico di suggestioni e di fascino storico-archeologico.

2 - UNA PORTA SU MARTE (Marco Fronzoni)
Un racconto che funziona, con personaggi ben definiti e un finale a sorpresa che dà un gusto molto piacevole al tutto. Ho apprezzato il senso di “suspence” crescente che trasmette la storia, un po’ meno l’insistenza iniziale sul tema del panino che, francamente, ho trovato piuttosto inutile e fuorviante. Comunque, ripeto, il finale ha qualcosa di geniale che eleva il racconto ad un ottimo livello.

3 - SERENITA’ O FUTURO (Ceranu)
Ciò che colpisce particolarmente di questo racconto è l’amarezza di fondo che traspare dai pensieri e dal modo di agire del protagonista, dal contrasto tra lo stato d’animo di questo e quello dei suoi interlocutori, dal finale, alimentato ad arte con la saggia scelta di introdurre gli affetti familiari ad aumentare il dramma di cui si narra. Peccato per qualche refuso che penalizza un tantino il livello “poetico” del racconto. Intendo dire che il tuo racconto è “poetico” per contenuto ed implicazioni emotive, un po’ meno per lo stile.

4 - LUNA (Viviana Tenga)
Un bel racconto, svolto su un’idea di base che definisce un principio irrazionale su cui tesse uno scenario logico e funzionante. Credo fermamente che nei racconti sia lecito inventare regole, costruire universi dotati di regole differenti da quelle del mondo reale, e credo con la stessa decisione che nei racconti non vada ricercata la coerenza narrativa ad ogni costo ma la bellezza di un tessuto logico che affascina, stupisce, a volte addirittura contraddice, lascia perplessi, sorprende il lettore.

5 - IL RASOIO DI OCCAMO (Angelo Frascella)
Si tratta di una storia che ripete l’interpretazione del concetto di “sliding doors” esattamente come è stato declinato nel famoso film: nella vita basta un piccolo dettaglio che muta per differenziare in maniera definitiva il futuro reale da un futuro possibile, senza che sia affatto scontato quale, tra il futuro A e il futuro B, sia quello migliore. Detto ciò, il tuo racconto risulta gradevole, intrigante, coinvolgente, ma credo che debba molto a chi ha avuto l’idea geniale di legare al concetto di sliding doors la variabilità del destino umano. Da rivedere un po’ lo stile, in alcune parti affetto da una eccessiva “frettolosità”.

6 - LE PORTE SCORREVOLI DEL PARADISO (Marco Migliori)
Un dialogo che, sebbene all’inizio incuriosisca un po’, alla lunga mi è risultato piuttosto noioso. Il protagonista “in transito” è definito in maniera abbastanza credibile, molto meno il suo interlocutore. Il finale ha un qualcosa di inatteso ma, a ben vedere, delude un po’: se fosse finito con l’ingresso in paradiso sarebbe stato molto più banale, è vero, ma se non è bianco è nero, cioè l’alternativa era quella che hai scelto, cioè che quello che spacci per paradiso fin dal titolo è in realtà il suo esatto contrario. Insomma, non è un racconto negativo, intendiamoci, ma io cambierei qualcosa.

7 - LA DISCESA (Diego Ducoli)
Una sorta di parodia del poema dantesco, con “effetti speciali” e rivisitazioni in chiave moderna, il tutto raccontato con uno stile semplice, schematico, essenziale. Insomma, forse il tuo intento era quello di scrivere qualcosa che ricordasse le parodie televisive stile Mediaset degli anni ’90, simpatiche, leggere, godibili, senza grosse pretese. Non è detto che sia un difetto, ma la leggerezza del tutto delude un po’ il lettore che attende un colpo di scena, un tema profondo o, per lo meno, una storia un po’ più coinvolgente.

8 - INCROCI (Elena Grecchi)
Hai inteso il tema del mese come una citazione di un film che, di suo, ha una interpretazione geniale ed epocale del concetto di “Sliding doors”. Il collegamento tra il tuo racconto e il tema imposto, dunque, è dovuto all’interpretazione del film e, pertanto, perde buona parte dell’efficacia e dell’originalità. Detto ciò, il racconto è comunque leggibile, sebbene l’ambientazione abbia molti aspetti che rimandano a storie già lette e già viste. Lo stile è lineare, a tratti molto ben scorrevole, altrove un po’ da rivedere.
 
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Geppetto
view post Posted on 25/9/2014, 21:52




Luna di Viviana Tenga
Ciao Viviana e ben ritrovata
Il racconto ha una buona ambientazione, i dialoghi tra la madre e l'amica funziona bene e anche grammatica e punteggiatura.
I dialoghi tra Luna e Mirko più che approfondire, spiegano il perché della situazione e benché il finale sia molto poetico, lo svolgimento rimane un pò blando.

Le porte scorrevoli del paradiso di Marco Migliori
Ciao Marco
Non mi metto a discutere sulla funzionalità della porta scorrevole come entrata per l'inferno, se qualcuno l'ha voluta cosi ci sarà un motivo. I dialoghi mi hanno lasciato un po' perplesso, ma come fa lo sventurato protagonista a cascare nella trappola, puzzavo di tranello lontano un miglio.
Ma forse l'idea era un altra? Se si fosse pentito e avesse scelto consapevolmente l'inferno....

Il rasoio di Occamo di Angelo Frascella
Ciao Angelo
Non amo molto le storie spezzate, lo stile alla sliding doors non mi fa impazzire, ma devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto. Le tue parti sono coerenti, anche nella tempistica spaziale, lo stile è funzionale al brano. L'unica nota stonata è proprio il finale, quel rasoio mi sembra un po' eccessivo,
ma non inficia la bonta del brano.

Serenità o futuro? Di Francesco Nucera
Ciao Francesco
In prima lettura ho trovato il brano un po' lento, pesante.
Rileggendolo mi sono reso conto che i tempi del brano sono importanti per comprendere lo stato d'animo del protagonista, rassegnato alla sua decisione e il contesto l'indifferenza del medico. Credo comunque che col doppio delle battutela il brano potrebbe migliorare.Una buona prova complimenti.

Incroci di Elena Grecchi
Ciao chiara e ben arrivata in MC
Come detto già in un altro commento le storie alla sliding doors non mi fanno impazzire inoltre le trovo difficili da gestire, soprattutto in cosi poche battute. Il risultato non mi è piaciuto molto, non sono momenti paralleli sono periodi differenti. Questa scelta rende il tutto vagamente confuso e non mi ha lasciato una buona impressione.

Storia muta di Raffaele Marra
Ciao Raffaele
La scelta di narrare in prima persona rende bene il dramma di Lucio, il brano funziona bene, i sentimenti e le paure sono palpabili. Ammetto che ho dovuto leggerlo un paio di volte prima di apprezzalo, in prima lettura l'ho trovato un po' ostico rileggendolo con calma ne esce un buon racconto. Nel finale avrei trovato più coerente se lucio si fosse lasciato martirizzare cosi sembra un po' “Il gladiatore”

La porta su marte di Marco Fronzoni
Ciao Marco
Ho scatenato un po' di putiferio nel post del tuo racconto, comunque...
Il racconto rimane piacevole, una storia in cui non si deve trovare a tutti i costi il senso e la coerenza, si legge bene cosi, leggera.
I dialoghi sono ben strutturati, secondo me, logicamente tutto si svolge molto in fretta, in poche battute tira fuori una tuta spaziale e si butta nel gate, ma va bene per esaltare la sorpresa finale ( anche se per me non è stato cosi)

Il calendario di pietra di Beppe Roncari
Ciao Beppe e ben ritrovato
Bel racconto fatto con lo stile che ti contraddistingue, la storia si legge bene.
Non ho molto da dire a riguardo ottima prova.
Un particolare mi ha colpito, il finale è un omaggio “Arturiano”, la spada nella roccia e l'ambientazione mi hanno rimandato a quei racconti. Ma probabilmente è un mio film mentale.


1) Il rasoio di Occamo
2)Il calendario di pietra
3)Serenità o futuro?
4)Storia muta
5)Le porte scorrevoli del paradiso
6)La porta su marte
7)Luna
8)Incroci
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 26/9/2014, 07:58




Ok, tutte le classifiche consegnate. In questi giorni posterò i miei commenti e lunedì chiuderò l'edizione postando la classifica finale e lanciando già la nuova che, vi preannuncio, arriverà a breve e vedrà qualche novità.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 26/9/2014, 14:59




@Geppetto: Sì!!! Il finale È un omaggio a Re Artù! ;-)
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 29/9/2014, 17:58




Ecco la mia classifica.

1) Storia muta, di Raffaele Marra
Una grande proprietà di linguaggio al servizio di un racconto ben gestito, in tema, anche originale nella sua declinazione. Il contesto, i personaggi, la folla, le belve stesse, tutto è ben evidente nella mente del lettore che non fatica a immergercisi grazie a pennellate sempre precise e concise da parte dell'autore. Poco altro da aggiungere.
2) Il rasoio di Occamo, di Angelo Frascella
Graffiante, intelligente, non banale nel suo evolversi, un pelo imbolsito nella sua struttura ABABAB che va rivista per dargli un'oliata più efficace. Il tema è rispettato alla lettera. Un racconto più che buono che deflagra in corso di lettura proprio nel momento in cui il lettore pensa di aver capito tutto e che da lì in poi possa rischiare di ripetersi e morire in se stesso.
3) Luna, di Viviana Tenga
Racconto ben gestito in cui risulta pesante solo la parte centrale dove si lascia troppo spazio a spiegazioni sul perché e sul per come che in così pochi caratteri rischiano di essere davvero eccessive. Per il resto la situazione è ben resa e con la giusta delicatezza di tocco. Bello il finale in cui il giovane protagonista accondiscende la madre quasi compatendola per il suo esser grande. Bella l'interpretazione del tema, originale. Unico appunto: mi divincolerei dal parallelismo con il mondo delle streghe per cercare una via più originale.
4) Serenità o futuro, di Francesco Nucera
Racconto ben gestito fino al finale un po' fumoso. Forse fin troppo lineare nella prima parte in cui si segue atto per atto l'ingresso del protagonista nell'istituto, artificio che dovrebbe essere funzionale al rendere il pathos del momento, ma che non riesce in toto nel suo intento. Buona l'intuizione del perché della decisione, ci vorrebbe più cattiveria nei filmati della famiglia.
5) Il calendario di pietra, di Beppe Roncari
Un racconto che non ha spazio sufficiente per esprimersi. L'idea dei dolmen come porte girevoli appare debole ed è impossibile che una bimba noti elementi che sono sfuggiti ai più nel corso di centinaia d'anni di osservazioni. Ma il punto è un altro e sta nel conflitto generazionale, nella distanza fra i due protagonisti, nell'incapacità dell'anziano di riuscire ancora a sognare, di estrarre quella spada dalla roccia, di guardare al mondo con occhi non velati da preconcetti. Il messaggio è ovviamente forte e il finale potenzialmente magico e da pelle d'oca. Il problema, appunto, sta nella costruzione e in idee forse non così chiare in corso d'opera. Da riprendere e sviluppare partendo proprio da quel finale, del quale non modificherei neanche una lettera.
6) Una porta su marte, di Marco Fronzoni
Meglio in seconda lettura, ritengo che il testo andrebbe asciugato per rendere la lettura più fluida. Non intendo che sia necessario un intervento particolarmente invasivo, ma sparso e mirato: del resto un racconto breve deve porsi in primis come di facile fruizione e raramente chi rimane incerto dopo la prima lettura procede a una seconda di controllo. Passando alla storia, il tutto si risolve in un'incomprensione che può apparire forzata, ma che è verosimile considerato che in Illinois probabilmente non sanno una mazza di italiano. Trovo molto forzato l'utilizzo del tema non essendo determinante, la porta scorrevole, ma ponendosi solo come ostacolo da superare che si pone e si risolve in un amen.
7) Le porte scorrevoli del paradiso, di Marco Migliori
Un racconto che muore un po' nel suo spunto iniziale. Il giochino che fa la porta con il condannato è inizialmente divertente, ma mirato all'unico scopo di farsi oltrepassare e allora il tutto diventa quasi ripetitivo e quegli 800 caratteri in più potevano essere tranquillamente tagliati. Rimane un po' fumoso il motivo del perché della porta scorrevole anche se è chiara la logica: è sufficiente che la si oltrepassi anche solo con una gamba per rimanerne bloccati mentre un'apertura in avanti avrebbe reso troppo facile un ritorno sui propri passi e una all'indietro avrebbe presentato la situazione prima ancora che il condannato potesse varcarla. Appunto, c'è troppa meccanicità e poco spiegata, aggravata dal fatto che dalla lettura non risulta ben chiaro dove la porta abbia artigliato l'infame e neppure si evidenzia che per lasciarlo ai demoni che l'hanno ormai raggiunto debba tornare a riaprirsi un pelo. Carina l'idea, va alleggerita la struttura e arricchita con qualche altro spunto degno di nota per rendere il tutto più vario.
8) Incroci, di Elena Grecchi
Carina l'idea del doppio racconto in seguito allo sliding doors originato dalla decisione di andare o no con l'amica. Il problema è che quanto segue non stupisce e non colpisce limitandosi al compitino. C'è poco sviluppo del personaggio, c'è poco sviluppo del contesto e il contrasto è lasciato al background mentale automatico nel lettore appena si esuma la parola contagio e zombie (invero mai nominata, ma echeggiante in tutto il racconto). Voglio sia chiaro che gran parte delle volte in cui si affrontano temi conosciuti come, appunto, la Z WAR si tende a divenire pigri, che tanto non c'è altro da dire perché il lettore già sa e questo è il motivo principale delle numerose stroncature: non bisogna mai dare per scontato nulla, ma offrire sempre qualcosa di nuovo.
9) La discesa, di Diego Ducoli
Molti errori, troppi fra D eufoniche, apostrofi mancanti e accenti spersi, serve maggiore attenzione. Per il resto l'idea è buona e raggiunge il suo apice nella figura di Caronte... Posta all'inizio... e questo è un problema, quello che segue è un lento procedere verso il finale lungo una via troppo lineare che rischia di tramutarsi in uno sterile elenco di gironi e in una banalizzazione dei personaggi di Dante e Lucifero. Il tutto ha potenzialità, ma necessità di una diversa struttura per poterle esprimere.
 
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13 replies since 19/9/2014, 13:08   239 views
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