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Lista racconti ammessi e vostre classifiche MC IX Edizione Terza Era

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L'Inquisitore
view post Posted on 7/10/2014, 10:38




I racconti in gara questo mese:

Praga Anno Domini 1547, di Giuseppe Agnoletti, ore 23.02, 3328 caratteri
Hariel ama il vento, di Raffaele Marra, ore 23.53, 3049 caratteri
La clinica, di Beppe Roncari, ore 23.59, 3333 caratteri
Gocce di memoria, di Francesco Nucera, ore 00.01, 3322 caratteri
Dentro di te, di L. Filippo Santaniello, ore 00.03, 3239 caratteri
Di notte, di Viviana Tenga, ore 00.10, 3288 caratteri
Come noccioline, di Angelo Frascella, ore 00.25, 3325 caratteri
La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà, ore 00.39, 3250 caratteri
Vero fino all'inizio, di Marco Migliori, ore 00.43, 3280 caratteri
Singolar tenzone, di Marco Fronzoni, ore 00.53, 3323 caratteri


Avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 15 settembre, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 9 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1

- 10 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1

Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!
 
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L.Filippo
view post Posted on 8/10/2014, 19:48




Ciao ragazzi, ecco la mia classifica:

1. Come noccioline, di Angelo Frascella

Ciao Angelo,
ho letto il tuo racconto con molto piacere perché hai uno stile scorrevole e fai progredire la storia attraverso i dialoghi. Mi è piaciuto, si vede che sei una penna allenata! Però, essendo un fan dell'horror devo ammettere che la storia mi è sembrata un po' troppo dolciastra, ammicchi troppo e non affondi mai: è mancata diciamo la zampata finale, anche solo una scena da brivido che avrebbe potuto alzare il livello di gradimento (personale) del racconto. Molto carine le citazioni, ancora bravo e a presto!



2. La clinica, di Beppe Roncari

Ciao Beppe,
nemmeno io conosco i Peanuts, mi sa che devo correrei ai ripari, comunque è per questo che ho trovato il tuo racconto un po' troppo misterioso, vago e di difficile interpretazione. Poi, essendo una notte buia e tempestosa, mi aspettavo qualche brivido in più che forse avresti potuto offrire ambientando la storia davvero nella clinica con gemiti di pazienti nelle stanze chiuse e magari un blackout. Nel complesso il racconto si legge senza intoppi e i dialoghi sono buoni, anche se a volte cambi repentinamente il punto di vista senza inserire il soggetto e mi hai costretto a rileggere la riga sopra per capire chi faceva cosa.
Buona giornata Beppe e a rileggerti!
Tra l'altro mi sa che ci incontriamo oggi tra i corridoi di un'altra struttura... non è una clinica... ma poco ci manca.


3. Hariel ama il vento, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele,
devo dire che il racconto è ben scritto e in certi passaggi c'è una cura che raramente si trova in un concorso a tempo. Quindi non ho da farti notare nulla sulla forma. Il genere però, non rientrando tra i miei preferiti, ha fatto sì che il racconto, seppur stilisticamente valido, non abbia fatto vibrare nessuna corda dentro di me. Forse tra le tue righe c'è fin troppa poesia, tatto e delicatezza perché la storia mi scuota o mi turbi. E' scivolata bene, l'ho letta d'un fiato, ma quando è finita non ho sentito nessun brivido perché forse il personaggio di Hariel, più adatto a un romanzo che a un racconto breve, dovrebbe essere approfondito. Fatto sta che rimane un'ottima prova e dimostra che padroneggi la scrittura nelle sue diverse forme. Buona serata e a presto!



4. Praga Anno Domini 1547, di Giuseppe Agnoletti

Ciao Giuseppe,
piacere di leggerti.
Il racconto fila via senza troppi problemi eppure non mi ha fatto impazzire. Secondo me stride il cambio di rotta sul finale, cioé il tentativo di trasformare il racconto in qualcosa di ironico e grottesco. Sarebbe stato meglio mantenere uno stile coerente dall'inizio alla fine e dare una motivazione forte al rabbino che dovrebbe decidere di costruire il Golem proprio perché la moglie l'ha lasciato e non ha nessuno che gli rassetti la casa. Per come l'hai scritto tu, il rabbino crea il Golem di punto bianco durante una nottata piovosa, come se non avesse di meglio da fare e solo alla fine gli viene la bella pensata di schiavizzare il Golem per i propri crucci domestici. Quindi abbiamo una prima parte d'atmosfera, tenebrosa e gotica e una seconda parte a braghe calate con anche una sterzata lessicale, vedi "sminuzza coglioni", che mi ha fatto perdere fiducia in ciò che di buono avevi scritto prima. In sostanza avrei cercato d'essere più coerente, tutto qua.


5. La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra,
ho trovato il tuo racconto interessante, anche se non sono riuscito a immergermici fino in fondo colpa la poca chiarezza legata al tempo e all'ambientazione. Inizialmente mi sembrava una storia ambientata nel passato, circa 200 anni fa, poi hai parlato di cantiere e mi sono ricreduto, infine ho avuto quasi l'impressione che la vicenda si fosse svolta in un futuro poco imprecisato. Insomma: la storia funziona, solo che il contorno è un po' sbiadito e non ci ho trovato immagini coinvolgenti, nulla che abbia impressionato la retina dei miei pensieri.
Non so se mi spiego. Un po' come se alla fine, la storia ti fosse venuta un po' sbiadita. Comunque ho apprezzato lo stile scorrevole e preciso. Giusto qualche refuso, tipo "la" scritto senz'accento. Ciao e buona giornata, spero di rileggerti di nuovo!


6. Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

Ciao Olorin,
felice di rileggerti.
Devo dire che il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. Probabilmente è un problema mio che non sono riuscito ad afferrare il senso, comunque ti faccio notare che non ho trovato alcun nesso logico tra la vicenda di Bolak (che a un certo punto diventa Balok per un refuso) e la morte del padre, per altro descritta in modo un po' troppo stereotipato e inverosimile quando entra il medico e chiede alla moglie se il marito ha bisogno di morfina. Non credo che un medico si comporterebbe così. Ciò che non mi fa apprezzare appieno il racconto, di cui ho apprezzato lo stile pulito e scorrevole, risiede proprio in ciò che hai voluto raccontare. A me il messaggio non è arrivato. Alla prossima e ciao!


7. Gocce di memoria, di Francesco Nucera

Ciao Francesco,
mi spiace dirti che non ho afferrato il senso del tuo racconto e mi dispiace ancora di più perché è ben scritto e mi sarebbe piaciuto entrare nella storia e capire le dinamiche dei due personaggi e cogliere meglio le sfumature del tempo e dell'ambientazione. A parte questo, ho notato anche che i dialoghi sono un po' posticci, da telenovela, come se i personaggi parlassero sempre con un tono di voce troppo alto, non so se mi spiego. Be', spero di rileggerti al più presto, ciao e buona serata!


8. Vero fino all'inizio, di Marco Migliori

Ciao Marco,
cavolo che faticaccia approcciarmi al tuo racconto, ci ho messo tutta la buona volontà ma ho dovuto rileggere quello che avevo appena letto tante di quelle volte che ho quasi desistito dall'arrivare alla fine. Sono uno di quei lettori semplici e forse anche un po' ottusi che come prima cosa chiedono chiarezza al narratore, altrimenti mi stanco e lascio perdere. Quindi concorso con Ceranu: l'idea è buona, ma la scrittura è talmente ostica da rovinarla. Alla prossima!


9. Di notte, di Viviana Tenga

Ciao Viviana,
sarò schietto e spero che lo sarai tu stessa commentando il mio racconto.
La tua storia non mi è piaciuta. Durante una notte buia e tempestosa potrebbero accadere miliardi di cose di ogni tipo, dalle più truci e inquietanti, invece tu, non so se per mancanza di fantasia o altro, spingi il lettore a entrare nella testa di un personaggio che sogna e per di più cosa sogna? Roba inutile di quando andava al liceo! Scusa, ma è stato snervante leggere quelle righe: non voglio sembrare brutale, ma il tema permetteva di spaziare all'inverosimile, c'era la possibilità di andare a trecento all'ora e invece tu hai dato appena appena un po' di gas. Il colpo di scena finale è prevedibile. Ok, sono stato cattivissimo, però è anche questo il bello di Minuti Contati! A presto e ciao!
 
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Ceranu
view post Posted on 8/10/2014, 20:42




Commenti di Ceranu in ordine sparso:

Praga Anno Domi 1547, di Giuseppe Agnoletti (rehel)

Ciao Giuseppe, piacere di incontrarti anche qui.
Il racconto mi è piaciuto. Nonostante il poco spazio hai creato una buona ambientazione. Ho trovato solo un paio di passaggi stonati, uno riguarda lo spiegone sul Golem, che cambi dall'originale. Il Golem non prova emozioni.
Poi una piccolezza, visto il tono regale che hai voluto dare al racconto, non trovo efficace lo “sminuzza coglioni”, ma questo è solo gusto.
Invece non capisco una cosa: perché Jehouda Low, che è quello della leggenda, tu lo fai diventare un rabbino vissuto dopo? Non potevi cambiargli nome?
Nel complesso è un buon racconto, ma mi lascia un po' perplesso. Hai aggiunto un aneddoto simpatico a una storia reale.
Ciao e alla prossima.

Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

Ciao Marco, felice di incontrarti ancora.
Dall'ultima volta hai cambiato completamente genere, e ammetto che così mi piaci di più.
Nel tuo racconto tocchi argomenti molto commoventi. Le bambine che assistono il padre morente, la madre che deve fingere forza e il padre che lotta contro un nemico troppo forte (in questo mi hai ricordato Dragon, la vera storia di Bruce Lee, e a me è piaciuto molto). Tutto questo mi piace. Ma avrei cercato di invertire gli ultimi due paragrafi. L'uomo muore nel penultimo, mentre nell'ultimo vede la sua famiglia andarsene. Non ho nemmeno capito il passaggio dal passato remoto al presente. A questo punto potevi fare tutta la parte nella mente del padre al presente.
Nel complesso un ottima prova. Complimenti!

Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori"

Ciao Marco, ben trovato.
Il racconto è ambizioso. In 3333 battute crei una storia articolata. Attesa, successo e crollo. Lo stile mi lascia perplesso. Parti dal presupposto che non uso tweeter, quindi il terzo paragrafo l'ho solo intuito.
Domanda: È veramente un immenso piacere che tu sia qui con noi oggi. Il libro-non penso di aver mai provato una emozione così intensa.
Qui mi aspettavo una domanda.
'''''Era una notte buia e tempestosa''''' è un romanzo del [[2018]] di [[Ravaial]]. Racconta la vita dell'autore per brevi immagini, una sorta di "flash in presa diretta". Ha raggiunto in pochissimo tempo un enorme successo di pubblico e di una buona parte della critica grazie alle tematiche e alla drammaticità degli eventi narrati.
Questo passaggio non l'ho capito.
Insomma, una buona idea, ma difficile da seguire, almeno per me. Mi dispiace.
Ciao e alla prossima.

La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra, piacere di leggerti.
Bel racconto, buona la trama e la vendetta subdola. Dal mio punto di vista hai lavorato bene anche sui dialoghi, tranne sul primo, in cui il ragazzo doveva aver molta fretta, e invece spiega un po' troppo.
- Dobbiamo approfittare della tempesta - disse stringendomi il braccio - le guardie in questo momento, distratte dalla pioggia, hanno mollato la presa giù all'ingresso.

Per il resto fila tutto bene, c'è qualche refuso, ma poca cosa. Ho notato qualche accento mancante, ma capita, a me spesso. Brava.

Come noccioline, di Angelo Frascella

Ciao Angelo, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti.
Complimenti, anche se mi sto un po' preoccupando per il livello di questa edizione, mi state mettendo in difficoltà.
Apprezzo sempre la tua scrittura, i temi e l'ironia che ti contraddistinguono. La chicca di Groucho in versione Totò mi ha fatto piegare dalle risate. La sua battuta è sempre esilarante. Il resto sono citazioni che si susseguono, intrecciandosi in una bella trama. Che posso dire, mi è piaciuto dall'inizio alla fine. Ancora complimenti, riesci ad essere semplice, diretto e mai banale. Per molti racconti aspetto la seconda lettura, se non la terza per giudicarli, nel tuo caso rileggo per piacere.
Ciao e alla prossima.

Di Notte, di Viviana Tenga

Ciao Viviana, ben trovata.
Racconto ben scritto, stile collaudato e sicuro, ma trovo la trama un po' inconsistente. Hai parlato di qualcosa che accade ogni giorno, un aneddoto. La parte onirica è fatta molto bene, intrecci ottimamente le cose che accadono realmente con la sua immaginazione. Però, alla fine, viene fuori solo come un esercizio di scrittura venuto bene. L'unico appunto che ti faccio, riguarda la scelta del monolocale, quando parli di due passi eri da prendere alla lettera. Mi sembrano veramente pochi per scuotersi dalla paura.
Ciao e alla prossima.

Dentro di te, di L. Filippo Santaniello

Ciao Filippo, piacere di leggerti ancora.
Rispetto all'altra volta noto un salto di qualità. La trama mi ha colpito, anche se non originale, il demone riesce a ingannare anche il lettore. In fondo è risaputo che la menzogna è l'arma del diavolo, ma stupisce comunque. Per quanto riguarda o stile ho trovato alcuni periodi troppo lunghi, nulla di irrimediabile, ma sicuramente rivedibili. Nel complesso un buon racconto, anche se una descrizione, anche minima del ragazzo posseduto, avrebbe potuto accrescere l'angoscia.
Ciao e alla prossima.

La Clinica, di Beppe Roncari

Ciao Beppe, ben trovato.
Partiamo dal presupposto che non sono un fan sfegatato di Peanuts, ho letto le vignette, ma non le ho mai cercate. Questo sicuramente è stato il motivo per cui ho dovuto leggere la tua spiegazione per capire completamente il racconto. Così tutto ha un senso, e raggiunge una dimensione diversa.
Diciamo che senza un background adeguato, la storia risulta comunque piacevole, ma abbastanza piatta. Sotto un altra luce invece diventa un opera completa.
Nel complesso un buon racconto.
Ciao e alla prossima.




Hariel ama il vento, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele.
Il racconto è molto delicato, aggraziato nella forma e nel contenuto. Alcune immagini sono molto belle, alcuni sentimenti escono nitidi. Hariel è ben caratterizzato, ma Giona no. Lui è solo il mezzo che usi per descrivere lo stato d'animo dell'angelo. Poco male, la resa è comunque buona. Sono molto indeciso, effettivamente non ho nulla da ridire su tutta la storia, eppure manca qualcosa. Nel leggerlo, ho avuto l'impressione che questo fosse l'incipit per una vera storia. Perché Hariel si è avvicinato così tanto al mondo da influenzare gli uomini con i propri sentimenti? Perché non è soddisfatto della propria esistenza? È un angelo con sentimenti terreni, perché?
A fine lettura, sono molte più le domande che le risposte.
È comunque un racconto molto bello, ma fossi in te lavorerei sulla storia, a mio parere può venir fuori qualcosa di particolare.
Ciao e alla prossima.

Classifica:

1. Come noccioline, di Angelo Frascella
2. Singolar tenzone, di Marco Fronzoni
3. Hariel ama il vento, di Raffaele Marra
4. La Clinica, di Beppe Roncari
5. La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà
6. Dentro di te, di L. Filippo Santaniello
7. Praga Anno Domi 1547, di Giuseppe Agnoletti (rehel)
8. Di Notte, di Viviana Tenga
9. Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori"
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 8/10/2014, 23:16




Edizione strana, piena di racconti meta-letterari. Sarà per questo che la prima lettura di molti di essi mi aveva lasciato insoddisfatto, mentre a una secondo lettura mi hanno conquistato. È quindi con difficoltà che mi accingo a dare la mia classifica.

1. Hariel ama il vento, di Raffaele Marra
Bello, Raffaele!
Mi hai fatto rabbrividire come se quel vento ora soffiasse su di me.
Il nome di Hariel avrebbe dovuto suggerirmi la natura, ma, anche se, all'inizio, non hoc capito che si trattava di un angelo, quell'anelito di vita e quel desiderio struggente contrapposto con la cupezza dello stato d'animo di Giona, il cui nome è segno delle prove a cui di certo l'ha sottoposto la vita, trasmette un emozione fortissima. Il sottile legame che si crea fra i due e il finale completano il quadro. Il tuo stile inconfondibile, in un racconto così giocato sull'evocazione di stati d'animo più che su trama e ambientazione è semplicemente perfetto (e anche invidiabile direi).
Ottimo racconto.

2. Dentro di te, di L. Filippo Santaniello
Bello il tuo racconto: un horror ben scritto che sfrutta la narrazione in seconda persona per aumentare la sensazione di identificazione e, allo stesso tempo, di ribrezzo per ciò che accade. Soprattutto mi è piaciuto il modo in cui sfrutti una situazione classica come la possessione, passando per un tema di attualità, come gli abusi dei religiosi sui ragazzini, per sconvolgere il lettore con la rivelazione finale. Anche stilisticamente è ben riuscito.

3. Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori"
La prima lettura mi aveva lasciato perplesso. Poi sono tornato indietro e l'ho apprezzato molto. La scrittura pseudo-sperimentale, che usa la stessa tecnica del romanzo immaginario per parlare di quel romanzo, in realtà è un modo ironico di sbeffeggiare l'atteggiamento di critica e pubblico che si esalta per un libro fuffa pseudo-intellettuale e poi lo lascia nel dimenticatoio insieme a tanti altri. Il romanzo di Ravaial finisce così per occupare tutti gli spazi mediatici (dalla TV a Twitter) fino a essere persino oggetto di una lezione universitaria. Cervellotico ma molto intelligente.

4. La Clinica di Beppe Roncari
Il racconto è ben scritto. Mi piace il modo in cui hai gestito i due personaggi: l'acidità di Lucy e la dolcezza e anche la visione "fantasiosa" del mondo di Charlie (che viene fuori bene dalla sua battuta sul nome d'arte) e, nonostante il caratteraccio di Lucy, l'amicizia fra i due. Non sono sicuro di aver capito il senso: i Peanuts sono cresciuti? Sono un sogno del loro autore ricoverato nella clinica? Un'ambiguità fra queste due interpretazioni mi sarebbe piaciuta di più... il finale aggiuntivo sulla serie televisiva invece (insieme al sesso femminile del personaggio risvegliatosi dal coma che, se fosse stato uomo, avrebbe fatto pensare appunto al "papà" dei Peanuts) mi hanno invece spiazzato e mi hanno fatto chiedere cosa avessero a che fare Charlie Brown e Lucy con una serie televisiva medica e ho avuto bisogno di qualche spiegazione dall’autore per comprenderlo completamente.

5. La donna e il ragazzo con un occhio solo, Alessandra Corrà
Buona storia, che riesce a essere anche originale.
Mi lascia qualche dubbio l'ambientazione dell'aldilà. Da quel poco che ne descrivi, somiglia all'oltretomba pagano più che a quello dell'immaginario più moderno, e questo contribuisce a evitare la sensazione di già letto. Non mi è chiaro però perché ci siano delle guardie a impedire l'uscita: se un fantasma decidesse di arrischiarsi e finisse col dissolversi, peggio per lui no?
Un commento, ma questa volta personale: per la medium non sarebbe stata una vendetta maggiore lasciare che il fantasma si aggirasse in quel limbo triste, anziché dargli la "morte eterna"?

6. Gocce di memoria di Francesco Nucera
Questa volta l'ho dovuto rileggere io due volte il tuo racconto. Il senso generale della storia è chiaro (e la citazione contenuta nel titolo aiuta). Quello che è difficile cogliere è l’ambientazione. Sembrerebbe svolgersi nella fase finale della guerra (e in questo caso il titolo contribuisce a fuorviare), ma diversi particolari non tornano. Da questo punto di vista, c’è troppo di non detto, che ho capito solo dopo le tue spiegazioni.
In ogni caso, un buon racconto che ha solo bisogno di una revisione per essere messo a punto.

7. Singolar tenzone, di Marco Fronzoni
Un racconto doloroso, che mi ha fatto star male e che, di conseguenza, ha raggiunto il suo obiettivo, ma allo stesso tempo, proprio per questo, mi viene difficile lodare.
In ogni caso, cercando di rimanere oggettivo, devo dire che è un buon racconto emotivamente coinvolgente, in cui hai trasmesso bene la sofferenza della famiglia mentre, in modo pietoso, hai trasfigurato la lotta con il male del padre in uno scenario fantasy.

8. Di Notte, di Viviana Tenga
Il tuo stile è buono come sempre e devo dire che hai colto uno stato d'animo che prima o poi capita a tutti: la difficoltà a dormire da soli, le prime volte che capita, e la tendenza, in quelle sere, a sentire tutti i rumori e a interpretarli in maniera inquietante.
Di per sé però, il racconto sembra promettere e non mantenere: ci si aspetta una svolta horror da un momento all'altro che non arriva, per concludersi con un fatto di cronaca avvenuto in un appartamento vicino. Forse un po' poco.

9. Praga Anno Domi 1547 di Giuseppe Agnoletti (rehel)
Il tuo racconto non mi ha convinto. Mi sembra abbia perso troppo tempo in dettagli poco significativi e ci abbia messo troppi "spiegoni" di mezzo. Gran parte del testo a disposizione lo hai impiegato per riassumere la leggenda del Golem, per poi concludere in fretta con una battuta. Per creare il giusto "tempo comico" per il finale, secondo me avrebbe funzionato meglio adottare uno stile ironico fin dall'inizio, mettendo le poche informazioni necessarie alla comprensione nel corso dell'azione.

Passo a voi la palla
Buonanotte
Angelo
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 9/10/2014, 11:39




@L'Inquisitore:

CITAZIONE
Avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 15 settembre

???

Mercoledì 15 ottobre, forse? ;)
 
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rehel
view post Posted on 11/10/2014, 16:25




Commenti sparsi


Dentro di te di Filippo Santaniello


Niente male, davvero… oooops; molto molto male, quasi satanico!
A parte gli scherzi, un ottimo horror, brevissimo come richiesto. Scrittura lucida, attenta, adeguatissima alla situazione narrata. Ottime alcune frasi tipo: dallo sfintere del Vaticano. O ancora: Era notte, pioveva e le gocce sul vetro facevano rumore d’olio che sfrigola sulla padella.
E poi devo dire, a tuo merito, che raramente ho visto un utilizzo così efficace della seconda persona narrante. Spessissimo ho invece letto autentici pasticci, visto che si tratta di una scelta sempre difficile. Complimenti anche per questo.
Giusto per cavillare un po:
l’impermeabile zuppo d’acqua… se è impermeabile non dovrebbe esserlo, a meno che non sia di pessima qualità. Forse solo… bagnato.
La frase: e per questo l’ha piantato nella schiena del prete che ha tossito un fiotto di sangue e ti è crollato addosso. Sembra quasi (a una prima lettura ho creduto così) che lo infilzi col crocifisso, cosa difficilissima perché la base non è appuntita, di solito. Credo tu intendessi che lo colpisce e in seguito al colpo (ai polmoni, credo) gli fuoriesce un fiotto di sangue. Allora meglio utilizzare il verbo – schiantato o ha colpito – o un altro equivalente al posto di Piantato.
Come vedi pochissimi rilievi di scarsa importanza.
In definitiva un ottimo lavoro, uno dei migliori. Anche il finale è efficace e perfettamente adeguato alla situazione; non si tratta del grande ingannatore? Il prete sa perfettamente che col diavolo non si deve dialogare, insomma non si può dargli corda, ma il padre no, e proprio lì lui agisce.




Vero fin dall’inizio di Marco Migliori.

Non lo so… io ci ho capito poco o niente. Praticamente nulla. Credo che l’ultimo paragrafo debba essere illuminante, ma continuo a brancolare nel buio. Che dire? Rileggo, ma mi sento sopraffatto da cose che non comprendo e alle quali faccio un’estrema fatica a rapportarmi.
Io sono per le storie “dirette”. Certo il lettore deve dare del suo, ma non si possono pretendere sforzi eccessivi. Credo che lo scrittore debba comunque fornire il meglio di sé anche nella ricerca della comprensione fra lui e chi lo leggerà.
Insomma, non sono tanto per lo sperimentalismo. Diciamo che con me Joyce non avrebbe venduto molto…




Come noccioline di Angelo Frascella

Carino, surreale accattivante. Un vecchio lettore di Snoopy non può non apprezzarlo. A quei tempi era un rivista di buon formato con fumetti eccellenti; qualcuno si ricorda di Pogo? Mi ha lasciato un po’ perplesso la battuta conclusiva. Non si capisce per quale motivo senza di loro finirebbero sgranocchiati come le noccioline che in realtà sono. Ma credo che la battuta finale serva più che altro per fare capire meglio chi sono, loro.
Non noto particolari refuso né errori. Giusto per cavillare un po’ metterei i due punti nella frase - È iniziata con la comparsa di fogli con la scritta (due punti) era una notte buia e tempestosa.
La traccia è rispettata al 100%, anzi si rifà proprio alla traccia medesima come meglio non si potrebbe.
Ci sono parecchi riferimenti, non solo ai Peanuts, e forse questo rappresenta un po’ il limite del tuo lavoro. Le generazioni più recenti potrebbero restare spiazzate.




La clinica di Giuseppe Roncati

Anche in questo caso si va dritti dritti sui Peanuts. Tuttavia il testo è di difficile comprensione. Non si capisce cosa accade e per quale motivo succede.
Ho letto le note in formative, insomma le spiegazioni, ma credo che se uno scrittore DEVE spiegare cosa ha scritto, be’, da un certo punto di vista penso abbia fallito la sua principale missione, quella di raccontare una storia.
Credo che il tuo errore sia stato proprio quello di volere mettere in scena “un significato”, un concetto, un pamplet, se vogliamo. Ed è questo che non va bene. Prima viene la storia, poi, se si vede altro, allora si può cercare di lavorarci ulteriormente allo scopo di valorizzarlo. In questo la penso al 1OO% come il sign. King.
Cito la tua citazione:
Il giovane interno sedeva solo in un angolo del caffè. Aveva imparato la medicina, ma, ciò che è più importante, aveva imparato qualcosa sulla vita.
Bene, no, perché tu ce lo dici, ce lo scrivi, ma non ce lo mostri. In effetti penso che tu abbia ragione quando sottolinei che si tratta di un progetto troppo grosso per soli 3333 caratteri; semplicemente fa una fatica terribile a starci.




Di notte di Viviana Tenga

Prima alcune note tecniche.
Ci sono alcune ripetizioni e qualche forma sbagliata.
- se si fosse addormentata in quel momento avrebbe FATTO un incubo – avrebbe avuto un incubo.
la decisione di andare a vivere da sola in quel monolocale. Se solo ci fosse stato qualcun altro in casa, anche solo coinquiline – solo-sola ripetuto tre volte
- si sarebbe sentita più al sicuro. Da cosa non lo sapeva, ma più al sicuro. – sicuro ripetuto.
Anche l’espressione: un’amica di amici, non mi entusiasma.
Poi passiamo al plot. Che dire… una ragazza vive sola e sente dei rumori provenire da un altro appartamento. Resta ancorata ai suoi sogni e non se ne cura. Il mattino dopo scopre che una donna stata uccisa, ma lei sembra avere rimosso tutto.
Non so, non mi dice molto. Tutta la vicenda mi ha lasciato piuttosto freddo. Anche la forma (le cose che ti ho evidenziato) non mi entusiasma.
Anche il ragionamento sul fatto che una notte tempestosa deve essere per forza buia appare solo come un modo per agganciarsi alla traccia, ma già c’eri, no? E non sembra rientrare nel cuore della vicenda.
Forse (così la vedrei io) se nel suo sogno lei avesse vissuto qualcosa di simile. Un ex che la minaccia e tenta di ucciderla e quasi vi riesce. Poi al mattino scopre che una vicenda simile era davvero accaduta. Ecco, questo mi avrebbe dato un senso maggiore alla storia. Ma si tratta di un parere mio personale.




Hariel ama il vento di Raffaele Marra

Non c’ero arrivato subito: Hari-el, col suffisso el che potremmo riassumere in ebraico – di Dio, così come termina il nome di quasi tutti gli angeli.
E così ero pronto a criticarti per quel tono alto e un po’ enfatico col quale avevi incominciato la narrazione. In particolare mi “puzzava” quella frase: affinché ella lo consoli. Temevo il classico racconto di chi crede di fare poesia e prosa utilizzando una dose esagerata di steroidi letterari.
Poi subentra un altro personaggio. La situazione e il tono cambiano.
E poi il finale, perfettamente coerente. Lì si capisce tutto e ci sta che un angelo possa esprimersi in un tono e un linguaggio superati.
Buona idea! La traccia è rispettata. Non male il salvataggio (involontario) da parte dell’influsso angelico.
A proposito, anche tu possiedi il nome di un angelo: Rafa-el.
P.S.
Anche il mio nick… Reh-el



La donna e il ragazzo con un occhio solo, Alessandra Corrà

Racconto molto particolare. All’inizio sembra quasi un sogno. Purtroppo il limitato campo d’azione, intendo i pochi caratteri a disposizione, ti hanno costretto a una forma narrante troppo descrittiva e poco raccontata, poco mostrata, poco messa in scena, insomma. Gli eventi si susseguono con un tono un po’ monotono, ma ripeto, credo che questa storia abbia necessità di maggior spazio, di più respiro per potersi districare in maniera efficace.
Nel finale mi sono chiesto se la medium possa danneggiare lo spirito dell’uomo. Gli dice che ha sbagliato e che in realtà sono solo le sei, come se la cosa potesse danneggiarlo… se è così, non è chiaro come. Quale è il destino a cui lei lo abbandona?




Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

Credo ci sia un refuso, prima balok e alla fine Bolak. Traccia comunque rispettata.
Il mio problema è che cominciano a essere tanti i racconti nei quali uno dei personaggi ha un tumore e la cosa alla lunga diviene non dico noiosa, ma poco interessante.
A contribuire al calo di interesse giunge la frase: Come va, signora? La morfina è sufficiente? – Ecco, mi suona inadeguata. Forse perché proprio in questi giorni c’è una polemica sulla necessità di ridurre la terribile trafila burocratica che devono compiere i medici per potere somministrare ai malati terminali i palliativi antidolorifici necessari a non morire come cani rognosi. Oppure perché mi ci sono trovato in mezzo e ho dovuto utilizzare (non io, non sarei qui) alcune scatole ottenute di straforo.
In questo caso c’è il tentativo di rianimare il tutto utilizzando una buona trovata, anche se mi pare già utilizzata in qualche film o videogioco, di mostrare in parallelo la lotta dello spirito del padre che cerca di non morire in una singolar tenzone, duello che poi avrebbe il suo risvolto nella vita reale. Insomma una sorta di trasfigurazione che tuttavia non mi ha appagato. Me ne chiedo i motivi, anche perché una critica deve essere costruttiva e cercare di offrire consigli per migliorare una storia, ma non riesco a definirli…



Gocce di memoria di Francesco Nocera

Anche qui si tende a essere troppo criptici. D’accordo che non bisogna dire tutto, ma il lettore vorrebbe anche non diventare scemo per capire una storia, no?
L’ambientazione è poco chiara. Sembra la seconda guerra mondiale, ma si avverte qualcosa che sembra indicare un’epoca diversa.
C’è una frase a dir poco sibillina:
…come sempre, c'era Rachid in uniforme. Ma quello era un ricordo, di un passato lontano, legato al tempo dei giochi…. Quali giochi?
E poi i dialoghi mi suonano “strano”. A volte un po’ sintetici, a volte criptici.
Esempio:
«Mi fai schifo. Mi fate schifo tutti.» Ada sfilò la giacca e la gettò a terra. «Domani parlerò con degli amici. Ti conviene andartene.»
Ecco, questo dialogo appartiene a un repertorio piuttosto abusato, o almeno tale è l’impressione che io ne ricavo.
Oppure ancora:
«Perché a te piace questa casa!» Una affermazione che non si capisce a cosa si riferisca né cosa la provochi.
Così tutta la storia si legge con un interesse che scema mano a mano che si procede nella lettura. E anche la frase finale di chiusura suona piuttosto debole.



Classifica

1 – Dentro di te di Filippo Santaniello

2 – Hariel ama il vento di Raffaele Marra

3 – Come noccioline di Angelo Frascella

4 – La donna e il ragazzo con un occhio solo, Alessandra Corrà

5 – Singolar tenzone di Marco Fronzoni

6 – Di notte di Viviana Tenga

7 – La clinica di Giuseppe Roncati

8 – Gocce di memoria di Francesco Nocera

9 - Vero fin dall’inizio di Marco Migliori.


Una considerazione finale.
Praticamente tutti quanti, io per primo, abbiamo utilizzato la traccia (la notte buia e tempestosa) come uno sfondo dove ambientare le nostre storie.
Tutto bene, traccia rispettata, ma credo avremmo dovuto fare uno sforzo maggiore e fare della notte buia e tempestosa, in qualche modo, la protagonista.
Difficile, lo so, ma sarebbe stato interessantissimo e forse avrebbe potuto produrre storie migliori. E ancora lo ripeto, se questo è un peccato, allora io sono stato il primo peccatore.

:)
 
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ilma197
view post Posted on 12/10/2014, 09:25




Complimenti a tutti, compresi quelli che mi sono ritrovata a mettere in fondo, questa volta ho trovato la qualità media dei racconti davvero buona, anche se alcuni sono un po' criptici alla prima lettura.

1)SINGOLAR TENZONE, di Marco Fronzoni
A un certo punto mi aspettavo un finale diverso, un capovolgimento di qualche sorta; il fatto che non sia arrivato non è però stato una delusione, perché il racconto così com'è funziona bene. Ben caratterizzati tutti i personaggi, i due genitori e le due bambine e bella anche la trasposizione della lotta contro il tumore. Forse la storia in sé non è eccessivamente originale, ma è ben gestita e non ho trovato nessun appunto da fare, a parte pochi piccoli refusi.

2)VERO FINO ALL'INIZIO, di Marco Migliori.
Racconto senza dubbio molto particolare per la struttura, un po' faticoso da leggere ma ne vale la pena. Hai raccontato un caso mediatico-letterario attraverso brevi flash che partono dal momento della pubblicazione, mostrano l'enorme successo, fino al momento in cui il romanzo diventa addirittura un caso che fa storia e viene studiato a scienze delle comunicazioni. Ho dovuto leggerlo un paio di volte per apprezzarlo a pieno, ma devo dire che hai gestito davvero bene le diverse scene, arrivando a dire tutto quello che c'era da dire nonostante la brevità del testo.

3)HARIEL AMA IL VENTO, di Raffaele Marra.
Mi è piaciuto molto per lo stile e l'atmosfera delicata che hai saputo creare. Ho un po' di dubbi sulla figura dell'angelo: da una parte, sembra perfettamente in grado di provare emozioni, eppure dice che vorrebbe poter ridere e piangere... O forse queste cose sono da intendere come atti fisici, ma non è chiaro. In ogni caso, decisamente un bel racconto.

4)GOCCE DI MEMORIA, di Francesco Nucera.
Ho dovuto leggerlo più volte per capire a pieno tutte le dinamiche tra i personaggi (in particolare, la figura del padre di Ada mi risultava un po' fumosa, ma poi sono riuscita a mettere insieme tutti i pezzi). Credo sia un racconto fin troppo ricco per 3333 caratteri, che avrebbe bisogno di più spazio per rendere a pieno le sue potenzialità. Per quanto riguarda l'ambientazione, anch'io ho dovuto leggere il tuo commento per capire che siamo nel futuro (anche se un mezzo dubbio mi era venuto). Credo che l'ideale sarebbe stato fare riferimento a qualcosa di decisamente più moderno del frigo, possibilmente anche futuristico, o rendere in qualche modo evidente che la foto di gioventù con Rachid era stata scattata ai giorni nostri.

5)COME NOCCIOLINE, di Angelo Frascella.
L'idea delle storie che prendono vita è simpatica e mi è piaciuta. Non conosco molto i Peanuts, ma i riferimenti li ho più o meno capiti (dico più o meno perché probabilmente ci ne sono che mi sfuggono). Il racconto è gradevole e si legge bene, ma non mi ha convinto molto il modo in cui hai gestito la spiegazione dell'evento surreale: parti a parlare di inconscio collettivo, e per un attimo sembra che il racconto debba prendere una piega quasi fantascientifica, ma poi torni subito al surreale puro. Forse avrei preferito un "le storie ci stanno invadendo" senza altre spiegazioni.

6)LA DONNA E IL RAGAZZO CON UN OCCHIO SOLO, di Alessandra Corrà.
Spero di aver interpretato bene... Il fatto dell'occhio solo è perché è in coma, non del tutto morto? Altrimenti, ho l'impressione che ci debba un simbolismo, ma non saprei quale altro.
Parlando del racconto in generale, mi è piaciuto, anche se ho trovato lo stile un po' poco coinvolgente. Come appunto su un passaggio specifico, forse avrei snellito il passaggio in cui la medium parla della morte del figlio. Il modo in cui sottolinea la malvagità dell'impresario è certamente verosimile, ma appesantisce un po' la narrazione dando l'impressione di un tentativo di esplicitare un messaggio morale.

7)PRAGA, ANNO DOMINI 1547, di Giuseppe Agnoletti.
Gestito abbastanza bene il contrasto tra l'ambientazione cupa e il tono comico del racconto. Quello che secondo me appasantisce sono le lunghe spiegazione su cos'è il golem e come funziona. Per di più, mettere l'accento sulle difficoltà e i pericoli della creazione del golem porta il lettore ad aspettarsi che qualcosa andrà storto, e quando poi risolvi tutto con una battuta (per quanto preparata da altri passaggi) si rimane con l'impressione che manchi qualcosa.

8)DENTRO DI TE, di L. Filippo Santaniello
Ho l'impressione che sarebbe stato più efficace scriverlo al presente, limitando il passato al flashback. Questo perché da una parte c'è la seconda persona che dovrebbe aumentare il coinvolgimento del lettore, dall'altra il passato crea distacco. Forse è solo un problema mio e della mia poca familiarità con la narrazione in seconda persona, ma ho trovato la lettura un po' difficoltosa per via di questo aspetto.
Per quanto riguarda la storia, mi è piaciuta, ma credo avrebbe meritato più spazio. In particolare, mi sembra un po' troppo affrettato il modo in cui il padre del protagonista uccide il prete. Dopotutto, ha avuto una visione mentre si trovava accanto al figlio posseduto, un minimo sospetto che potesse essere falsa sarebbe stato abbastanza naturale. Chiariamo: la decisione finale di uccidere il prete non è inverosimile, solo la velocità immediata con cui ci arriva.

9)LA CLINICA, di Beppe Roncari.
Purtroppo conosco molto poco i Peanuts e non sarei mai arrivata a capire il racconto senza leggere la tua spiegazione. Ho l'impressione che l'idea fosse molto buona, il problema è che il racconto risulta troppo fumoso per chi non coglie le citazioni. Un po' mi dispiace doverlo penalizzare tanto per questo aspetto, ma confido che sarò controbilanciata da qualcuno che ha capito al volo e apprezzato. Per il resto, il racconto è ben scritto e la lettura scorrevole.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 12/10/2014, 17:35




CLASSIFICA

1. Come noccioline, di Angelo Frascella - i Peanuts, io, li divoravo! letteralmente!
2. Hariel ama il vento, di Raffaele Marra - il seNso degli angeli
3. La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà - vendetta nell’aldiqua
4. Dentro di te, di L. Filippo Santaniello - diavolo! che scherzo da prete!
5. Di notte, di Viviana Tenga - passavo passivamente la notte
6. Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori" - cross-cross-crossmedialità
7. Gocce di memoria - di Francesco Nucera (Ceranu) - nazismo post-litteram
8. Singolar tenzone, di Marco Fronzoni - Lottavo contro il cancro in stile fantasy e neanche lo sapevo
9. Praga Anno Domini 1547 - di Giuseppe Agnoletti (Rehel) - Golem in salmì


COMMENTI

Praga Anno Domini 1547
di Giuseppe Agnoletti (Rehel)

Ciao @Rehel,

Mi sembra che il racconto sia una ripresa di informazioni già note sui golem, con l'aggiunta di una battuta finale sull'uso che intende fare del suo servo il tuo protagonista.

Alcune frasi le ho trovate quasi pari pari su Wikipedia...

Tu:
CITAZIONE
Si narrava che anni prima un sapiente rabbino cominciasse a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli, scrivendo sulla loro fronte la parola verità. C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene. Così il mago ogni tanto li eliminava trasformando la parola sulla loro fronte in morte; ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava.

Wikipedia:
CITAZIONE
Si narra che nel XVI secolo un sapiente europeo, il rabbino Jehuda Löw ben Bezalel di Praga, cominciò a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli scrivendo sulla loro fronte la parola "verità" (in ebraico אמת [emet]). C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene: il mago decideva di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in "morte" (in ebraico מת [met]); ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava. Il Golem

Questo andrebbe evitato al massimo grado. Tanto più che Wikipedia è il primo posto dove si va a guardare per trovare informazioni...

Si può prendere spunto da tutte le fonti desiderate, ma o le si dichiara o le si rimaneggia, senza lasciare intere espressioni identiche, come "C'era però un inconveniente".

A rileggerci, ciao!




Gocce di memoria - di Francesco Nucera (Ceranu)

Ciao Francesco, ben ritrovato.

Allora, il problema del tuo racconto è davvero l'ambientazione. Se noi non conosciamo i dettagli di questo "futuro fascismo" proprio non riusciamo a capire. Il diavolo sta nei dettagli, e anche un buon racconto.

A mio parere dovevi fare una scelta di campo chiara, e nel tuo caso con le minacce di delazione da parte della moglie "Ada" e i tentativi di lotta dall'interno del "gerarca" Leo dovevi scegliere il nazismo.

Se fai così tutto gira: lui è un gerarca che ha promesso al padre di lei di lavorare dall'interno per rovesciare il sistema, la moglie lo minaccia perché lui fra l'altro è omosessuale e quindi basterebbe questo a farlo rinchiudere in un lager.

Il nome "Rachid" rimanda invece al mondo arabo e temo che non vada bene per questa ambientazione che, come lettore, mi trovo "costretto" a scegliere per cercare di capire dov'è ambientato il tuo racconto.

A rileggerci, ciao!



Dentro di te, di L. Filippo Santaniello -


Ciao Filippo, ben ritrovato.

Declinazione abbastanza originale del tema dell’esorcismo e bel colpo di scena finale, bravo.
A me, a differenza degli altri, non è piaciuto lo stile, la scelta della seconda persona come voce narrante e in alcuni casi la scelta dei verbi.
Credo che tu abbia fatto confusione, in frasi come queste:

CITAZIONE
Riderai perché Padre Kertez non sai nemmeno chi sia. Era la prima volta che lo vedevi.

Qui sicuramente la concordanza verbale corretta sarebbe stata questa:

CITAZIONE
Riderai (futuro) perché Padre Kertez non sai nemmeno chi sia (presente). È (e quindi anche qui presente) la prima volta che lo vedi.

Lavora sullo stile. Il resto è buono.
Attenzione anche agli errori grammaticali gravi! Mai virgola fra soggetto e verbo:

CITAZIONE
perché l’essere che ti aveva scelto come involucro, ti aveva avvisato

Di notte, di Viviana Tenga

Ciao Viviana, ben ritrovata.

Secondo me si capisce che la ragazza alla fine fa finta di niente anche se aveva sentito qualcosa, ma questo non è un colpo di scena. È un'azione umana, molto umana, e d'altronde non ha colpe e non se ne può fare, che cosa avrebbe potuto fare, realisticamente? Semmai avvisare un po' prima degli altri la polizia, non certo evitare il fattaccio.

Lo stile è buono ma il testo non decolla e non porta in nessuna direzione precisa.
Il problema forse è che la tua protagonista è passiva. Non solo non agisce, ma nemmeno potrebbe agire. In tal caso l'unica storia che può funzionare è il thriller, in cui lei però, la protagonista, sia personalmente in pericolo di vita.

Alla prossima!



Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

Ciao Marco, ben ritrovato.

Difficile commentare il tuo brano. Ho la chiara percezione che nel complesso non funzioni, cerco di sforzarmi di definire il perché.
Un padre di famiglia lotta contro il cancro. La lotta viene vista in parallelo come una sfida fantasy al singolar tenzone.
Eccolo qui il problema. Da chi viene vista come tale?
Dall’uomo che sta morendo? No. Dal medico? No. Dalle figlie? No. Dalla madre? No, no, no e ancora no.
E quindi, da chi viene vista così? Dal lettore? No, dall’autore, e dal solo autore.
Il passaggio logico fra i due piani di vista e di realtà è forzato e viene imposto dal narratore, senza un vero motivo intradiegetico o extradiegetico.
Quindi il tuo racconto, mi dispiace, non mi convince per nulla.

Ciao! Alla prossima!

CITAZIONE
«Zitta Anna!» intervenne sua sorella maggiore, Lucia «Non vedi...

CITAZIONE
Lucia allora avvicinò la testa alla spalla della madre «Sta riposando

CITAZIONE
Giulia parve destarsi da un sonno profondo «Co…

CITAZIONE
... lo ricacciò nel petto da dove era venuto «Forza bimbe

CITAZIONE
... si imperlava di gocce «A papà...

Manca il punto dopo “Lucia.”, dopo “madre.”, dopo “profondo.”, dopo “venuto.” prima delle virgolette, sempre lo stesso errore ricorrente. Il punto può essere omesso solo se la frase continua. Se la frase si conclude prima dell’introduzione del discorso diretto, è richiesto l’inserimento dell’opportuna punteggiatura, come fai correttamente qui:

CITAZIONE
Giulia si voltò verso il capezzale, quasi lo vedesse per la prima volta. «No».

La donna e il ragazzo con un occhio solo - di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra, ben trovata!

Il tuo racconto mi è piaciuto per l'originalità dell'idea, che va premiata.
Forse poteva essere sviluppata meglio, con più attenzione ai dettagli.

Per esempio: com'è possibile che l'uscita dagli inferi sia "giù all'ingresso"? In tal caso sarebbero fra le nuvole del cielo e non nel ventre della terra, e quindi tutta la struttura del mondo da te descritto non funzionerebbe.

Nel complesso, comunque, una buona prova, brava!



Hariel ama il vento, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele,

Non ho appunti particolari al tuo brano, che mi è piaciuto.
L’unico che posso descrivere come un difetto è lo spiegone finale, che non aggiunge niente: “È un angelo”. Non serve dircelo.
Forse poi la storia non è originalissima, perché l’idea degli angeli che invidiamo la fisicità e la vita dei mortali è un tema antichissimo, declinato in tantissimi modi.

Refuso: "PorSche" e non "Porche". :) Una "d" eufonica che non serve "aggrappato aD una persiana".



Come noccioline, di Angelo Frascella - i Peanuts, io, li divoravo! letteralmente!

Ciao @Angelo!

Bel racconto! Anche a me come a @Ceranu è piaciuta molto la battuta finale:

CITAZIONE
Senza di noi, finirebbero sgranocchiati come noccioline.

Ti ho risposto al commento al mio racconto, sì, abbiamo puntato entrambi sui Peanuts e sui mondi di fantasia che a volte sono più veri della realtà...

Una curiosità e una domanda su questa citazione:

CITAZIONE
Su un canale una grande astronave stava distruggendo gli edifici del potere di Roma,

Si tratta di Aniene 2 di Guzzanti?!?

Bello e apprezzato anche il riferimento a Dylan Dog (detective "Cane"), in effetti forse c'è qualche sua storia in cui si imbatte in altri personaggi della fantasia diventati "reali". Bravo! Ci sta!

A rileggerci! ^___^



Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori" -

Ciao @Marco, ben ritrovato!
Interpreto il tuo racconto come un tentativo crossmediale di raccontare la storia (futura) di un caso letterario crossmediale.
Attualmente capitano casi crossmediali di successo per le campagne pubblicitarie, per la creazione di nuovi partiti politici (es. passato: Forza Italia che partì dai manifesti dei neonati che dicevano "Fozza Italia!" quando ancora il Cav spergiurava che non sarebbe mai e poi mai entrato in politica) e per ributtare su altri media storie di successo come quella di The Walking Dead: il fumetto, la serie tv, i videogiochi, gli happening etc., non necessariamente con la stessa storia, ma tutti settati nello stesso mondo.
Temo, però, che sia molto difficile avere successo in una campagna di questo genere, e il racconto trans-crossmediale che delinei non mi convince del tutto.
Forse un po' troppo cervellotico, ma hai la scusante del materiale ostico da narrare.
Alla prossima! ^___^

Edited by Beppe Roncari - 13/10/2014, 10:52
 
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Olorin
view post Posted on 13/10/2014, 11:14




1. Hariel ama il vento, di Raffaele Marra
Interpretazione semplice, ma molto poetica. L’impressione che mi ha dato è quella di trovarmi di fronte a un brano buono un po’ per tutte le stagioni, in cui sono dovuto tornare a rileggere dove e come fosse stata declinata la notte buia e tempestosa per essere sicuro che il racconto fosse in tema. L’equilibrio nel complesso mi pare vagamente sproporzionato a favore delle considerazioni interiori di Hariel, mentre la vicenda dell’uomo sul cornicione è lasciata molto all’intuizione del lettore. Forse un’alternanza dei due soggetti, oppure qualche altra soluzione strutturale, avrebbe conferito maggiore armonia al brano, che comunque risulta gradevole da leggere.

2. Gocce di memoria di Francesco Nucera
Un racconto che purtroppo mi ha un po’ stancato già verso la metà. Tutte quelle descrizioni che inframezzano il dialogo me lo hanno reso faticoso, trascinato, dandomi tra l’altro la netta sensazione di stare perdendo il senso del botta e risposta tra i due personaggi. Un litigio così rappresentato poi, dopo dieci anni di forzata convivenza, in cui lo scopo dell’una sia stato quello di far soffrire l’altro, mi pare molto inverosimile. Più credibile che subentri un gelido silenzio, un mutismo interrotto appena da monosillabi distratti e disinteressati. Forse una descrizione della vicenda dal punto di vista di Leo, dopo che avesse scoperto da un biglietto o dall’aver origliato una telefonata, l’intenzione della moglie di rivelare il suo segreto quella sera stessa, sarebbe stato più efficace

3. Di Notte, di Viviana Tenga
La semplice cronaca di un incubo, indotto da uno stato di tensione emotiva della protagonista e la cui trama sia alimentata dalla rumorosità di un delitto efferato che si sta consumando nell’appartamento dei vicini. L’incedere del brano segue una struttura ordinata e lineare, che purtroppo a mio parere non viene arricchita da elementi di originalità o straordinarietà tali da renderlo davvero intrigante e coinvolgente per il lettore. Se la protagonista per esempio si fosse svegliata nel suo letto, accanto al cadavere dell’ingegnere del terzo piano, allora forse…

4. Dentro di te, di L. Filippo Santaniello
A metà racconto c’è un cambio di tempo verbale che fatico a contestualizzare. Inoltre, secondo me quando si attua una struttura a doppia svolta, dovrebbe esserci un crescendo di intensità del colpo di scena – ad esempio si poteva scoprire che era il padre il vero demone che teneva prigioniero il figlio usandolo come esca per gli esorcisti –, perché nel caso della sequenza realizzata nel brano, il risvolto successivo all’uccisione del sacerdote mi ha dato la sensazione più di una smentita che della beffa che doveva essere. Per quanto mi riguarda il brano sarebbe dovuto finire a ‘Era la prima volta che lo vedevi.’.

5. La donna e il ragazzo con un occhio solo, Alessandra Corrà
L’utilizzo del tema è un po’ debole, ma ciò che più mi ha lasciato perplesso è il fatto che il brano sia troppo avaro di quegli indizi che rintracciati alla luce della rivelazione finale, riconducano il lettore alla reale situazione del personaggio. Questa fase 2 – chiamiamola così – di un racconto di questo genere, a mio parere è fondamentale, ma anche molto rischiosa, perché se da una parte, nel caso in cui il lettore riconosca all’autore l’abilità di averlo ingannato, potrebbe potenziare ulteriormente un giudizio positivo, nel caso opposto affosserebbe un lavoro di per sé buono.
Insomma, la tenuta logica dell’escamotage mi pare un po’ l’anima di questi brani.

6. Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori"
Sperimentale. Forse un po’ troppo… lo schema quasi per immagini di come l’enormità dell’indotto mediatico a corredo di un prodotto, sia una prova attendibile e credibile della bontà del prodotto stesso, addirittura in questo caso circa l’esistenza proprio del prodotto. Mi ricorda molto i tempi in cui io infilavo parti di trama nei nomi dei personaggi, che alla fine si rivelavano essere anagrammi di obbiettivi, identità celate o caratteristiche umane determinanti per decriptare il racconto e voi…be’, voi mi siluravate allegramente, causa sforzi eccessivi per la comprensione del brano. Concordo col ‘voi’ di allora.

7. Come noccioline, Angelo Frascella
Il tema secondo me è solo sfiorato, tra l’altro semplicemente in una citazione di Dylan Dog, che in fatto di notti buie e tempestose, non ci ha mai fatto mancar niente. Per il resto colgo una carrellata di situazioni ovviamente surreali, in cui non si rintraccia però l’unico aspetto che avrebbe potuto elevarle dallo status di mero elenco, e cioè un fil rouge umoristico o grottesco prevalente, all’interno del quale i vari personaggi e gli stereotipi ad essi legati venissero rivisitati. Il ribaltamento del generatore delle allucinazioni dall’uno all’altro personaggio non lo trovo un colpo di scena sufficiente a riscattare la semplice sensazione di smarrimento che mi ha suscitato il brano, dato che alla luce di tale escamotage, nulla viene esploso del pregresso.

8. Praga Anno Domi 1547 di Giuseppe Agnoletti (rehel)
Un brano che parte e mi crivella di termini che subito mi fanno pensare “No! non sarà mica l’ennesimo racconto sugli ebrei?”. Già mi preparavo alla truce descrizione di una notte buia e tempestosa all’interno di un campo di concentramento, arrancando tra il rabbino Jehouda Löw, il testo Sefer Yetziran, la sapienza di Avrahm e le Sefirot, quando invece mi ritrovo a una rivisitazione in chiave giudaica dell’apprendista stregone… ma non era un topo? Mi riaccomodo allora, curioso di vedere in quale momento avrebbero fatto il loro ingresso l’Uomo Ragno e Venom e invece ecco già irrompere quello che dovrei definire il ‘piccolo’ finale, frettoloso e inversamente sproporzionato, nonché trasversalmente in difetto rispetto a tutto il pirotecnico vorticare che ho guadato per arrivarci. Probabilmente sarebbero stati necessari il doppio dei caratteri.

9. La Clinica, di Beppe Roncari
E… quindi? A parte un dialogo che personalmente ho trovato mancante dal punto di vista del ritmo (esemplificativo il passaggio “…Sì! — Rispose lei. E gli afferrò il braccio come se fosse una zattera in un mare in tempesta”) e privo di spunti che invoglino alla prosecuzione della lettura, dove stanno altri elementi su cui poggiare un giudizio? L’intreccio, una svolta nella ‘non trama’, il concretizzarsi di un’aspettativa attesa, un finale che esaurisca le domande instillate nel lettore... In realtà la consistenza del racconto è delegata a qualcosa di esterno, a un’opera che sta fuori. Ecco, questa è una soluzione, come ho già manifestato in altre occasioni a MC, che mal digerisco. È come se ti venisse recapitato uno splendido pacco tutto addobbato, al cui interno ci fosse però un biglietto con scritto ‘Piaciuta la carta? Bene, il regalo ora vai a compratelo da solo’.
 
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sgerwk
view post Posted on 13/10/2014, 22:20




1. Di notte
Questo è un racconto che deve la sua riuscita non tanto alla storia, che di per sé non avrebbe molto di interessante: una ragazza sente i rumori di un omicidio nel dormiveglia, e non si rende conto di cosa sta succedendo. Quello che funziona è il modo in cui le sensazioni della protagonista sono descritte, e in particolare il momento di confusione fra la veglia e il sonno in cui non è mai chiaro cosa sia reale e cosa no. Non era facile far capire al lettore che i suoni che la ragazza sentiva al piano di sopra sottintendevano un omicidio, mentre al tempo stesso lei non se ne rendeva conto perché stava scivolando nel sogno.

2. La donna e il ragazzo con un occhio solo
L'idea mi è piaciuta e l'ambientazione ha un suo fascino. Penalizza il racconto la brevità, penso che per rendere appieno il rendersi conto del protagonista della verità serviva più spazio, e anche degli eventi in più durante la fuga dall'aldilà. Comunque nel complesso uno dei racconti migliori della tornata, più per quello che lascia intendere (il mondo dove vivono i morti, l'antefatto, l'idea in sé della medium che comunica con il ragazzo in coma che può accedere all'aldità) che per quello che c'è scritto.

3. Gocce di memoria
Magari l'ambientazione non sarà chiarissima fino in fondo, ma nel complesso mi sembra che la storia sia più che riuscita: ci sono due personaggi, ognuno con la sua motivazione chiara e una sua storia, e tutto questo si ricostruisce in gran parte da quello che dicono e fanno, senza spiegoni. Forse nel finale non risulta chiaro al 100%, ma tutto sommato ci si può anche stare.

4. Praga anno domini 1547
Storia simpatica, ben scritta. Non che abbia molto senso, se uno va a cercare il pelo nell'uovo: perché se funziona con qualsiasi cosa uno scrive l'originario rabbino non aveva scritto "servitore"? Dato però il taglio un po' surreale e un po' comico di tutta la storia, ci può anche stare. La notte buia e tempestosa ci sta, e ha anche un suo senso nel creare l'atmosfera giusta per tutta la storia. Un dettaglio: forse la cosa del portare alla luce non è poi così divertente da giustificare l'interruzione nel flusso della narrazione.

5. Come noccioline
Simpatico lo svolgimento della storia, con i personaggi che diventano reali (ma perché Ciro Cane e non Dino Cane? però bella l'idea di associarlo a Totò invece di Groucho). Anche ben riuscito il finale, con Lino che da personaggio secondario si rende conto di essere l'unico reale. Forse non è molto originale come idea, di racconti del genere ne ho già letti, però è buono lo sviluppo.

6. Dentro di te
Credo che lo stile in seconda persona non sia così facile da gestire, e in effetti qui risulta solo d'intralcio. L'idea di per sé ci sarebbe pure: un bambino indemoniato uccide il parroco che è venuto a esorcizzarlo perché il demone glielo fa vedere come un pedofilo (almeno, questo è quello che ho capito io). Lo stile lo penalizza: invece di risultare più diretto, dà un effetto di estraneamento dalla scena.

7. Hariel ama il vento
L'idea non è male: un angelo trasmette la sua voglia di vivere (cosa che non hai potuto davvero fare) a un aspirante suicida, finendo così per salvarlo. Non mi è piaciuto però lo stile della narrazione. L'ho trovato pesante, e quindi non è riuscito a trasmettermi le sensazioni che avrebbe dovuto. Poi è da un po' che ho l'impressione che nei racconti MC sarebbe meglio evitare qualsiasi tipo di segreto sulle caratteristiche dei personaggi: alla fine uno si aspetta una rivelazione, che puntualmente arriva.

8. Singolar tenzone
Non che sia scritto male, ma l'alternanza fra mondo immaginario e reale mi convince sempre meno, nei racconti, specia quando il primo è usato come allegoria del secondo. Il tema è usato in modo molto marginale, ma questo valeva in effetti per quasi tutti i racconti. Direi che la cosa che mi ha fatto apprezzare poco questo racconto è stata la continua sensazione di già visto che provavo nel leggerlo.

9. La clinica
Anche dopo la seconda lettura non mi è troppo chiaro il senso esatto della storia: i due che si vedono sono personaggi della soap che stanno girando una scena (ma perché un dialogo così surreale?), oppure sono personaggi (non attori) che in qualche modo interagiscono fuori scena? Nessuna delle due versioni mi pare molto originale. È un peccato, perché l'ambientazione e l'idea della paziente che esce dal coma quando tutti gli altri ci entrano suscitava una certa curiosità.
 
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misaki02
view post Posted on 14/10/2014, 12:52




Ciao a tutti,

ecco la mia classifica:

1 - Come noccioline, Angelo Frascella

Bello il tuo racconto! Mi è piaciuto, sia per il bel ritmo usato per narrare la storia, i dialoghi sono fluidi e ben gestiti, oltre che divertenti, sia per la trama in sé. Davvero carina l’idea dei personaggi che escono dalla fantasia per prendere vita, gradevoli anche i tanti riferimenti inseriti. Ottima prova!

2 - La Clinica, di Beppe Roncari

Da fan dei peanuts ho letto con piacere il tuo racconto. Accattivante l’idea dei personaggi che si ribellano alla loro condizione e cercano di andare “contro il copione”. Delicato il dialogo tra Lucy e Charlie. Mi sono piaciute anche alcune espressioni, tra cui: “Talmente tardi, da essere presto”. L’unico appunto che posso farti, invece, è che il testo avrebbe bisogno di maggior spazio per poter raggiungere il suo massimo potenziale.

3 - Hariel ama il vento, di Raffaele Marra

La storia è molto semplice, ma ho apprezzato la delicatezza con cui è stata tratteggiata. Soprattutto ho trovato positivo lo stile, molto pulito e preciso, con cui hai curato ogni dettaglio. Ho apprezzato anche il fatto che l’angelo riesca a influenzare positivamente Giona nel finale. Forse l’unica cosa è che il testo risulta un po’ troppo lirico, troppo poetico, ma questa è solo una mera opinione personale. Resta comunque una buona prova.

4 – Dentro di te, di Filippo Santaniello

Per quanto non sia un’amante degli horror, il tuo racconto mi è piaciuto. Forse il testo andrebbe un po’ rivisto; alcuni passaggi, per esempio, potrebbero esser maggiormente ampliati per facilitarne la comprensione al lettore, lo stile dovrebbe esser curato un pò di piu’, ma in fondo sono solo dettagli tecnici.
Ho apprezzato, invece, il colpo di scena finale che giunge inaspettato.

5 – Di notte, di Viviana Tenga

Niente da dire sullo stile. Il testo è ben scritto e risulta fluido e di facile comprensione. Si legge, quindi, con piacere. Il problema risulta nella trama della storia che, come ti è già stato detto in altri commenti, risulta poco stimolante. La protagonista non “cresce” durante la narrazione, ma nella sua parte di spettatrice/uditiva del delitto, rimane totalmente inattiva fino alla fine.

6 - Gocce di memoria, di Francesco Nucera

Mi piacciono i racconti in cui risulta importante ciò che non viene detto, ma in questo testo ho fatto davvero fatica a calarmi nella storia. Non avessi letto la spiegazione non avrei,per esempio, capito che si trattava di un immaginario futuro neonazista. Nonostante ciò, la scrittura è scorrevole e si legge con piacere. Sicuramente è un testo dalle buone potenzialità.

7 - Vero fino all'inizio, di "Marco Migliori"

Ho trovato questo racconto un po’ ostico da leggere. Mi spiace perché l’idea in sé è carina, interessante questa trasposizione letteraria che hai pensato e tratteggiato, ma il fatto che per una totale comprensione ci sia bisogno di rileggerlo piu’ volte lo penalizza. Penso che il problema derivi dal fatto che una trama così ambiziosa avrebbe avuto bisogno di maggior spazio.

8 – Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

Buona l’idea di elaborare un tema così difficile da gestire, come un uomo malato di cancro, inserendolo in uno scenario fantasy che possa alleggerirne la pesantezza. Quello che però non mi ha convinto è la successione tra i due registri. Forse avrei preferito che il punto di vista fosse puntato subito sul protagonista della vicenda e che avessi usato il registro fantasy per l’intera storia.

9 - Praga Anno Domi 1547, di Rehel

Il tuo racconto non mi ha convinta del tutto in quanto sembra un testo diviso in due parti. Nella prima, c’è una descrizione troppo elaborata su che cosa sia un golem, per poi passare a un registro completamente diverso nella seconda parte. La battuta comica finale spiazza un po’ il lettore. Perché la storia funzionasse meglio credo che avresti dovuto puntare fin dall’inizio in un linguaggio ironico e grottesco. La scrittura è comunque buona e, lavorandoci sopra, la storia può migliorare molto.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 15/10/2014, 07:27




Ecco le mie classifiche. Devo dire che è sempre più difficile ordinare i racconti in maniera obiettiva e senza cedere al mero gusto personale. Spero di aver fatto un buon lavoro. E faccio i complimenti a tutti i partecipanti.

1 - Filippo Santarello - Dentro di te
Si tratta di un racconto scritto in uno stile molto originale e totalmente funzionale al tema narrato. La narrazione in seconda persona, infatti, suggerisce efficacemente la condizione del “posseduto” che è di solitudine e di duplicità al tempo stesso. Alcuni passaggi sono molto coraggiosi sia come immagini suggerite, sia come lessico, il che, ancora una volta, si sposa alla perfezione con il contenuto del racconto. C’è, ovviamente, una sensazione di “già visto” e “già letto” che è legata al tema, ed è chiaro che la suggestione del film (il cult dei cult, che fa parte ormai del nostro background culturale) è immediata. Ma è altrettanto chiaro che chiunque voglia toccare il tema dell’esorcismo non può fare a meno di sfiorare le atmosfere, i colori, i suoni, le espressioni rese celebri dall’altrettanto celebre pellicola. Del resto l’esorcismo ha una sua precisa liturgia e non c’è bisogno di stravolgerla solo per essere un po’ più originali. Finisco col dire che avresti pure potuto fare a meno di cedere allo stereotipo del temporale durante l’esorcismo: a ben vedere, il tuo racconto è già perfettamente consono al tema del mese pur senza ricorrere alla meteorologia, anzi è quello che, a mio parere, interpreta al meglio il concetto di “notte buia e tempestosa” intesa come la notte dell’anima posseduta e lontana da Dio.

2 - Marco Fronzoni - Singolar tenzone
Un racconto dal sapore amaro in cui l’elemento fantastico, dichiaratamente immaginario, contrasta, anzi stride, con l’elemento realistico. Un interessante alternarsi di epica invenzione e triste realtà che appassiona e fa riflettere. Io avrei lasciato la notte buia e tempestosa come sfondo dell’estrema lotta che vede soccombere il protagonista senza inserirla in conclusione quando, invece, la quiete dopo la tempesta avrebbe sottolineato meglio la temuta fine del suo lottare. Tu invece hai voluto insistere sul concetto espandendolo anche alla realtà al di qua del sogno. Ma si tratta, ovviamente, di gusto personale. Lo stile è buono, arricchito da una sapiente alternanza di toni tra le scene presentate. In definitiva si tratta di un ottimo racconto.

3 - Angelo Frascella - Come noccioline
Molto divertente da leggere, sia per lo stile asciutto che è una tua prerogativa e una caratteristica che mese dopo mese analizzo per migliorare il mio, di stile, sia per le numerose citazioni che impreziosiscono il testo alimentando nel lettore la voglia di approfondire la lettura e di giungere alla fine. Il presupposto della storia è affascinante e originale, ma credo che l’elemento dominante della trama sia il tentativo di gestire al meglio le citazioni, anche a costo di forzare qualche passaggio nel suo sviluppo.

4 - Giuseppe Agnoletti - Praga anno domini 1547
C’è qualcosa che lascia spiazzati in questo racconto che sulle prime pare una statica descrizione (peraltro interessante) della genesi di un Golem, poi si tramuta in qualcos’altro che non ci si attende. Io ho avuto l’impressione di leggere qualcosa che richiami l’ironia un po’ sarcastica delle perle di saggezza che sono soliti pronunciare i rabbini, quell’ironia fredda e inattesa inserita in massime dal sapore filosofico. Questa mia lettura, credo, è l’unico modo che ho per accettare e apprezzare l’evidente cambio di tono e di contenuto che porta al finale a sorpresa.

5 - Viviana Tenga - Di notte
Mi piace il modo in cui descrivi lo stato d’animo della protagonista. Trovo molto realistici e ben raccontati alcuni elementi della sua insonnia come l’esigenza di muovere due passi per scacciare l’inquietudine, l’incubo dell’interrogazione di italiano, il tentativo di sentirsi rassicurata immaginando quanto si stiano bagnando gli altri fuori sotto la pioggia. Tutto molto vero. La storia, però, risulta un tantino prevedibile e quindi povera di sorprese o di colpi di scena. Questo influisce sulla qualità generale del racconto ed è un peccato, perché con uno stile così e una tale capacità di leggere e riassumere in pochi righi la psicologia della protagonista, avresti potuto mettere su un racconto davvero memorabile. In definitiva: tieniti ben stretta la tua notevole capacità introspettiva e, con essa, costruisci con buone idee le prossime storie che saranno senz’altro molto interessanti.

6 - Ceranu - Gocce di memoria
Un racconto difficile da comprendere fino in fondo a causa di una ambientazione spazio-temporale che non è chiara. Il presupposto è che ci sia una sorta di persecuzione razziale in un contesto bellico o post-bellico, ma la mancanza di una netta collocazione storica, a mio parere, oltre ad essere motivo di confusione, rappresenta un’occasione mancata. Questo soprattutto perché la trama non ha grandi sviluppi narrativi se non, appunto, all’interno di una “Storia” più ampia e riconoscibile. Va comunque sottolineato che il tutto è scritto con uno stile funzionale, basato essenzialmente sui dialoghi e, di conseguenza, sulla attenta definizione dei due protagonisti. Insomma, con qualche intervento mirato, senza la fretta del limite temporale di consegna del racconto, potrebbe diventare davvero molto interessante.

7 - Beppe Roncari - La clinica
La difficoltà maggiore nell’affrontare questo racconto consiste nel fatto che, per apprezzarlo e comprenderlo in pieno, è necessario conoscere una serie di presupposti che non sono affatto scontati. Insomma, si tratta della citazione di un qualcosa che non è proprio nella cultura comune e, come tale, diventa immancabilmente difficile da riconoscere. Il fatto che la citazione non sia per tutti e immediatamente comprensibile penalizza in parte il racconto riducendolo ad una storia sicuramente molto ben scritta, con dialoghi efficaci e credibili, personaggi molto interessanti e ben definiti, ma dal tessuto narrativo poco avvincente nella premessa, nello sviluppo e nella conclusione.

8 - Alessandra Corrà - La donna e il ragazzo con un occhio solo
Un racconto che scorre rapidamente con frasi brevi, dialoghi essenziali, immagini veloci, a volte solo accennate, ma comunque sufficientemente comprensibili. Trovo il tutto piuttosto leggero, nonostante la profondità delle implicazioni tematiche che comporta, e forse questo contrasto, almeno per me, è un piccolo difetto che non mi fa apprezzare del tutto lo scritto.

9 - Marco Migliori - Vero fino all'inizio
Un racconto molto coraggioso, composto in uno stile volutamente frammentario che suggerisce, allude, insinua, lascia intuire. La brevità imposta del testo, purtroppo, penalizza a mio parere questo tipo di racconti lasciando, a cose fatte, un senso di disordine e di inconsistenza che verrebbero meno se la storia potesse svilupparsi, pur nello stesso stile, ma a tratti più ampi. Per quanto riguarda il tema dominante, lo trovo intelligente e attuale. In definitiva, credo si tratti di un racconto da tenere in considerazione come esempio sperimentale di un qualcosa che, con maggiore cura, potrebbe diventare davvero interessante.

E chiedo scusa a Filippo per aver involontariamente modificato il suo cognome...
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 16/10/2014, 00:43




Ok, avete postato tutti, bravi. Da domani comincerò a postare i miei commenti. Entro sabato/domenica avrete la mia classifica e lunedì comunicherò quella generale. Sempre lunedì comunicherò già la data della prossima edizione.

E stay tuned che Minuti Contati sta per cambiare radicalmente. Mancano TRE Edizioni per completare la TERZA ERA, ma posso annunciarvi fin d'ora che per la QUARTA ERA succederanno cose grosse.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 21/10/2014, 15:00




Ecco la mia classifica:

1) Dentro di te, di Filippo Santaniello
Un racconto cattivo, grintoso, ben scritto e ben organizzato. E c'è anche il colpo di scena quando tutto sembra scivolare verso un moralismo che non sembrava competere al testo. Mi è piaciuto, t'aspetto al varco nei prossimi mesi.
2) Hariel ama il vento, di Raffaele Marra
Un racconto in cui riesci a ottimizzare il tuo stile e metterlo al servizio, di una storia, più giusto dire di un singolo momento, per farlo deflagrare nella mente del lettore. Forse potresti asciugarlo ancora un po' di più per ottenere un effetto ancora più forte. Bravo, bel lavoro, continua su questa strada, stai migliorando di mese in mese, complimenti.
3) La donna e il ragazzo con un occhio solo, di Alessandra Corrà
Molto interessante la tecnica usata per fornire tutte le informazioni in corso d'opera, vedo una decisa evoluzione rispetto alle tue ultime partecipazioni. Tra l'altro, ben ritrovata Alessandra. Il tema c'è ed è il motore che accende l'azione, quindi ok. Un lavoro più che buono nel tuo particolare stile impreziosito dall'aumentata capacità di controllo che hai acquisito. Non il migliore dell'edizione, ma non troppo distante dalla vetta. Brava.
4) Come noccioline, di Angelo Frascella
L'intuizione di fondo del racconto è davvero ottima e le citazioni tutte belle e riuscite, anche se forse potevi sbizzarrirti di più con Charlie Brown e Snoopy. Alcuni ingranaggi interni del racconto mi sembrano però faticare un po', tipo il passaggio fra il prologo e l'ingresso del detective e il momento in cui l'autore si ricorda di se stesso, vanno oliati e resi meno forzati. Una prova senz'altro più che buona, ma che sta sotto ad altri racconti più compatti che ho trovato in questa edizione. In ogni caso: bravo.
5) Singolar tenzone, di Marco Fronzoni
Sei riuscito a rendere molto bene l'immagine del padre morente e della moglie e le due figlie al suo capezzale, hai fatto un buon lavoro. Il parallelismo con la situazione fantasy ci sta, forse è un po' banale, ma ci sta e nel complesso non stona. Non mi è piaciuto il finale in cui introduci a forza il tema (e tra l'altro non ce n'era neppure bisogno perché già lo si era capito che tipo di notte era e al massimo potevi rinforzarlo negli inserti fantasy, anzi... DOVEVI farlo lì cercando di montare meglio le sequenze). Bruttina la frase finale, frutto della decisione errata che già ti ho contestato. In complesso, un buon lavoro che t'invito ad aggiustare lavorando di più proprio sulla battaglia di Balok.
6) Di notte, di Viviana Tenga
Un racconto che dovrebbe essere più graffiante e che manca di puntare il faro verso i giusti target. Una realtà sempre più confusa, una paura del male che altri possono farci sempre più diffusa, l'incapacità di riconoscere ciò che sta accadendo e di agire di conseguenza, troppo ovattati in mezzo a tanti timori e input da confonderci. Perlomeno è lì che avrei voluto vederti andare a parare. Invece ti limiti a un sonno che confonde, a una donna che si lascia anche volutamente confondere, frenata dalle sue paure. E ci sta. Però in questa forma risulta troppo leggero per fare male e lasciare il segno. Da riprendere e lavorarci.
7) Vero fino all'inizio, di Marco Migliori
Un interessante esperimento, un bravo per il tentativo. Sul risultato ho qualche perplessità legata più che altro ai passaggi... In pratica sveli l'inconsistenza del romanzo solo nel finale, pur fornendo un'anteprima nel penultimo paragrafo. Mi sfugge un po' la genesi, che mi sembra insufficiente e ho l'impressione che tu ti perda nella ripetizione nei paragrafi centrali. Per il resto, manca uno studio maggiore sulla figura dello scrittore, che liquidi in alcune breve risposte, a mio avviso non sufficienti. In ultimo, la lettura risulta ostica in prima battuta, non un bene per un racconto breve e la rilettura è garantita solo in un contest dove devi essere valutato, contrariamente penso sarei passato oltre. Rimane il mio plauso per il tuo tentativo di sperimentare nuove vie, mi ha ricordato IL GREGGE ALZA LA TESTA.
8) La clinica, di Beppe Roncari
Ottimo lo spunto, ma il tutto risulta davvero troppo criptico e necessita di una conoscenza e di una ricerca eccessive in rapporto a quello che un racconto di 3000 caratteri dovrebbe richiedere al suo lettore. Per sviluppare al meglio quest'idea avresti avuto bisogno di molto più tempo e spazio. Cionondimeno non si può non notare la qualità della scrittura, semplicemente a un certo punto ci si perde perché non è possibile capire dove vada a parare.
9) Gocce di memoria, di Francesco Nucera
Il contesto non è chiaro, potrebbe essere tutto e niente. I neri, Rachid, l'omosessualità... C'è troppa roba, troppi temi per 3333 caratteri e questo porta anche a un insufficiente sviluppo dei protagonisti. Non è scritto male, si legge volentieri e ci mancherebbe sapendo da che penna arriva, ma qualcosa non funziona nel dialogo che non risulta fluido, contrastato sì, ma per quanto sopra detto anche confuso.
10) Praga Anno Domini 1547, di Giuseppe Agnoletti
Non entro nel merito della citazione diretta di wikipedia e analizzo il racconto. Ritengo che il cambio di tono, anziché rinforzare il finale, si risolva in un impoverimento per il racconto che non riesce in tal modo a far propria un'anima, proprio come i golem di cui tratta. Carina la battuta finale, ma tu sai fare molto di più e non mi accontento certo di un finalino da una lettura di un tuo lavoro. Ti aspetto al varco nelle prossime edizioni, non tornare nell'ombra.
 
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13 replies since 7/10/2014, 10:38   219 views
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