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Praga Anno Domini 1547

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rehel
view post Posted on 6/10/2014, 22:02




Praga Anno Domi 1547 di Giuseppe Agnoletti (rehel)



Il pensiero gli venne così d’improvviso che restò del tutto senza fiato.
Era o non era lui un Rabbi, a conoscenza anche della Kabbalah e in particolare dei poteri legati al nome di Dio? La cosa era nel novero delle sue capacità. Dunque, cosa aspettava?
Il tuono che squassò il cielo cadde come una conferma alle sue intenzioni. Fuori si era scatenato il finimondo, una notte da tregenda, l’ideale per agire, nessuno avrebbe sentito rumori, gemiti e grida.
Corse fuori in giardino. La pioggia lo investì come una mazzata. Ma lui non ci fece caso, carico com’era di sacro fuoco creativo. Con la vanga tranciò lo strato superficiale di erba e mise alla luce, frase eufemistica, visto che era notte fonda, lo strato sottostante di argilla. Affondò le mani e cominciò a riempire i secchi di legno.
Rientrò in casa mezzo morto di freddo. Si spogliò e si mise accanto al fuoco. Poi si fece forza. Non aveva molto tempo. L’operazione era complessa, lunga. Si rivestì con abiti asciutti e dispose la materia grezza sul tavolo.
Il rabbino Jehouda Löw si raccolse in se stesso per una breve meditazione. Prese il testo Sefer Yetziran, che risaliva alla sapienza di Avrahm e che si distingueva per la sua esegesi sui segreti dell’alfabeto ebraico, delle Sefirot nel legame con l’anatomia del corpo umano, con i pianeti e con i mesi, giorni e segni zodiacali. Queste tre figure, l'uomo, il mondo e l'anno, rappresentavano tre testimoni completi. Il maestro che voleva formare un Golem si serviva delle lettere ebraiche.
Il Golem era dotato di forza straordinaria. Ubbidiva solo al suo creatore, senza discutere, con dedizione assoluta. Una specie di schiavo, tuttavia dotato di capacità di pensiero, di provare emozioni, seppure privo di anima. Nessuna magia fatta dall’uomo sarebbe stata in grado infatti di rendergliela.
Ci vollero ore, mentre fuori la tempesta sembrava non avere fine. Jehouda assemblò l’argilla in una massa antropomorfa senza alcuna particolare armonia, del resto non era necessario che fosse bello, solo efficiente. Pronunciò le formule di rito, ma quando si trattò di scrivere sulla fronte le parole adatte si fermò.
Si narrava che anni prima un sapiente rabbino cominciasse a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli, scrivendo sulla loro fronte la parola verità. C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene. Così il mago ogni tanto li eliminava trasformando la parola sulla loro fronte in morte; ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava.
La faccenda non andava bene.
Sua moglie lo aveva lasciato per seguire un ricco e avvenente mercante veneziano. Poco male, visto che col tempo lei si era trasformata in una sagace sminuzza coglioni. Il problema era la conduzione della casa. Cucinare, lavare, stirare, insomma le cose del più becero quotidiano. E visto che lui, Jehouda, pur essendo provvisto di un formidabile appetito, non aveva nessuna inclinazione per tali risibili bassezze, ecco che si era attivato col Golem.
Restava una cosa da fare.
Fuori si avvertì l’ultimo debole tuono che brontolava in lontananza affievolendosi.
Prese uno stilo e avvicinò la mano alla fronte. Quale nome apporre all’essere?
Una breve incertezza poi scrisse: menù di oggi.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 6/10/2014, 23:08




Ciao Rehel! Credo che si scriva "Anno Domini", sei ancora in tempo a correggere, ciao! Piacere di conoscerti! :) Beppe
 
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rehel
view post Posted on 7/10/2014, 06:57




S', certo, si tratta di un refuso dovuto alla fretta. Infatti nel titolo è scritto correttamente.
Comunque ero andato a nanna... spero che non abbia importanza una cosuccia del genere. :rolleyes:
Piacere anche mio. :)

Edited by rehel - 7/10/2014, 08:20
 
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Ceranu
view post Posted on 7/10/2014, 17:39




Ciao Giuseppe, piacere di incontrarti anche qui.
Il racconto mi è piaciuto. Nonostante il poco spazio hai creato una buona ambientazione. Ho trovato solo un paio di passaggi stonati, uno riguarda lo spiegone sul Golem, che cambi dall'originale. Il Golem non prova emozioni.
Poi una piccolezza, visto il tono regale che hai voluto dare al racconto, non trovo efficace lo “sminuzza coglioni”, ma questo è solo gusto.
Invece non capisco una cosa: perché Jehouda Low, che è quello della leggenda, tu lo fai diventare un rabbino vissuto dopo? Non potevi cambiargli nome?
Nel complesso è un buon racconto, ma mi lascia un po' perplesso. Hai aggiunto un aneddoto simpatico a una storia reale.
Ciao e alla prossima.
 
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rehel
view post Posted on 8/10/2014, 08:02




Ciao, anche a te.
Il tono "regale", io direi tecnico, l'ho appositamente utilizzato per creare un contrasto col finale ironico e buffo.
Tutto il racconto è impostato come una vera creazione, per questo anche ho utilizzato il rabbi della leggenda, con dettagli tecnici pronti a definire nel lettore una certa atmosfera. Poi, tac, la battuta finale.
Ecco, nelle mie intenzioni proprio questo contrasto dovrebbe aumentare l'effetto del finale.
Ma sei proprio sicuro che il golem non provasse emozioni?
 
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Ceranu
view post Posted on 8/10/2014, 08:10




So che non è una delle fonti più autorevoli, ma questo l'ho trovato su Wikipedia.

CITAZIONE
Il Golem era dotato di una straordinaria forza e resistenza ed eseguiva alla lettera gli ordini del suo creatore di cui diventava una specie di schiavo, tuttavia era incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché era privo di un'anima e nessuna magia fatta dall'uomo sarebbe stata in grado di fornirgliela.
 
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rehel
view post Posted on 8/10/2014, 08:24




Hai ragione, si tratta della stessa fonte che ho utilizzato e nei fumi di qualche cosa che avevo mangiato (o bevuto?) ho letto Capace, anziché Incapace... :D di provare emozioni.
Opppsss.... :(
 
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L.Filippo
view post Posted on 8/10/2014, 08:40




Ciao Giuseppe,
piacere di leggerti.
Il racconto fila via senza troppi problemi eppure non mi ha fatto impazzire. Secondo me stride il cambio di rotta sul finale, cioé il tentativo di trasformare il racconto in qualcosa di ironico e grottesco. Sarebbe stato meglio mantenere uno stile coerente dall'inizio alla fine e dare una motivazione forte al rabbino che dovrebbe decidere di costruire il Golem proprio perché la moglie l'ha lasciato e non ha nessuno che gli rassetti la casa. Per come l'hai scritto tu, il rabbino crea il Golem di punto bianco durante una nottata piovosa, come se non avesse di meglio da fare e solo alla fine gli viene la bella pensata di schiavizzare il Golem per i propri crucci domestici. Quindi abbiamo una prima parte d'atmosfera, tenebrosa e gotica e una seconda parte a braghe calate con anche una sterzata lessicale, vedi "sminuzza coglioni", che mi ha fatto perdere fiducia in ciò che di buono avevi scritto prima. In sostanza avrei cercato d'essere più coerente, tutto qua.
A presto e buona giornata!
 
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Ceranu
view post Posted on 8/10/2014, 20:59




Ciao Giuseppe, credo di doverti delle spiegazioni per la posizione bassa in classifica.
La cosa che più mi era piaciuta nel tuo racconto era la storia, la leggenda e tutta la parte sui Golem. Poi ho letto la pagina di Wikipedia, e ho notato che, le cose che credevo fossero frutto del tuo bagaglio e della tua fantasia, invece le avevi prese da lì. Quindi ho premiato quelli che hanno usato l'immaginazione.
Peccato, perché il tuo stile mi è piaciuto molto.
Ciao
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 8/10/2014, 22:15




Ciao Giuseppe.

Il tuo racconto non mi ha convinto. Mi sembra abbia perso troppo tempo in dettagli poco significativi e ci abbia messo troppi "spiegoni" di mezzo. Gran parte del testo a disposizione lo hai impiegato per riassumere la leggenda del Golem, per poi concludere in fretta con una battuta. Per creare il giusto "tempo comico" per il finale, secondo me avrebbe funzionato meglio adottare uno stile ironico fin dall'inizio, mettendo le poche informazioni necessarie alla comprensione nel corso dell'azione.

A rileggerci
Angelo
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 12/10/2014, 15:47




Ciao @Rehel,

Mi sembra che il racconto sia una ripresa di informazioni già note sui golem, con l'aggiunta di una battuta finale sull'uso che intende fare del suo servo il tuo protagonista.

Alcune frasi le ho trovate quasi pari pari su Wikipedia...

Tu:
CITAZIONE
Si narrava che anni prima un sapiente rabbino cominciasse a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli, scrivendo sulla loro fronte la parola verità. C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene. Così il mago ogni tanto li eliminava trasformando la parola sulla loro fronte in morte; ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava.

Wikipedia:
CITAZIONE
Si narra che nel XVI secolo un sapiente europeo, il rabbino Jehuda Löw ben Bezalel di Praga, cominciò a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli scrivendo sulla loro fronte la parola "verità" (in ebraico אמת [emet]). C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene: il mago decideva di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in "morte" (in ebraico מת [met]); ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava. Il Golem

Questo andrebbe evitato al massimo grado. Tanto più che Wikipedia è il primo posto dove si va a guardare per trovare informazioni...

Si può prendere spunto da tutte le fonti desiderate, ma o le si dichiara o le si rimaneggia, senza lasciare intere espressioni identiche, come "C'era però un inconveniente".

A rileggerci, ciao!
 
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rehel
view post Posted on 12/10/2014, 15:55




E' vero, verissimo. Mi dichiaro colpevole. Ma ho dovuto farlo per la fretta. Se si fosse trattato di un altro contesto è chiaro che sarei stato attento a non "plagiare" una fonte così facilmente rintracciabile. :D
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 12/10/2014, 17:37




Apprezzo la sincerità! :)
Sincerità per sincerità, è per questo motivo che, dovendo per forza mettere un racconto per ultimo, ho messo lì il tuo. Ala prossima!
 
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Olorin
view post Posted on 13/10/2014, 10:02




Un brano che parte e mi crivella di termini che subito mi fanno pensare “No! non sarà mica l’ennesimo racconto sugli ebrei?”. Già mi preparavo alla truce descrizione di una notte buia e tempestosa all’interno di un campo di concentramento, arrancando tra il rabbino Jehouda Löw, il testo Sefer Yetziran, la sapienza di Avrahm e le Sefirot, quando invece mi ritrovo a una rivisitazione in chiave giudaica dell’apprendista stregone… ma non era un topo? Mi riaccomodo allora, curioso di vedere in quale momento avrebbero fatto il loro ingresso l’Uomo Ragno e Venom e invece ecco già irrompere quello che dovrei definire il ‘piccolo’ finale, frettoloso e inversamente sproporzionato, nonché trasversalmente in difetto rispetto a tutto il pirotecnico vorticare che ho guadato per arrivarci. Probabilmente sarebbero stati necessari il doppio dei caratteri.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 21/10/2014, 13:19




Non entro nel merito della citazione diretta di wikipedia e analizzo il racconto. Ritengo che il cambio di tono, anziché rinforzare il finale, si risolva in un impoverimento per il racconto che non riesce in tal modo a far propria un'anima, proprio come i golem di cui tratta. Carina la battuta finale, ma tu sai fare molto di più e non mi accontento certo di un finalino da una lettura di un tuo lavoro. Ti aspetto al varco nelle prossime edizioni, non tornare nell'ombra.
 
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15 replies since 6/10/2014, 22:02   128 views
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