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OGNI MONDO È UN'ISOLA, di Beppe Roncari

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Beppe Roncari
view post Posted on 24/11/2014, 23:02




Data: 20-14-Nuova Futura 42.
Mi chiamo Cristina Sarafatti e sono un’astronauta.
Sono l’ultima rimasta della missione “Isola”.
Scopo: scoprire se esistano forme di vita intelligente esoplanetarie.
La risposta, purtroppo, pare che sia sì.
Gli alieni sono là fuori.
Il contatto è avvenuto.
Ma qualcosa è andato orribilmente storto.
Uno dopo l’altro, i miei compagni si sono lasciati adescare.
All’inizio pensavamo che fossero fantasmi, miraggi, l’effetto oasi nel deserto nel mezzo del mare magnum dello Spazio…
Irina, la specialista russa, è stata la prima a farsi irretire. Come nei peggiori film di fantascienza, ha detto di aver visto i volti del passato fuori dall’oblò… Sua madre, suo padre. Figuriamoci. Sono stati giustiziati dal Totalitarismo Neocomunista di Putin III più di vent’anni fa… Prima che potessimo impedirglielo, si è chiusa nel modulo di atterraggio e si è eiettata là fuori, nello spazio esterno…
Dopo di lei è stato il turno di Bosco, il navigatore della Confederazione Africana: sosteneva di aver ritrovato il fratello, da cui si era estraniato. Ed Ellen, delle Due Americhe Unite. Grishan, l’astrologo Eurasiatico. Thi-Tha-Kum, la tecnica dei Grandi Arcipelaghi. E infine Konstant…
Konstant, il mio amore. Il mio desiderio, piuttosto. In questo mondo, non ho mai avuto il coraggio di confidargli i miei sentimenti. Se lo avessi fatto, a Terra, non ci avrebbero mai assegnato alla stessa missione. Gli screening psicologici a cui ci sottopongono sono spietati, e per una ragione precisa.
Prepararci a tutto, anche l’imprevedibile.
Dovevamo essere pronti a situazioni come questa. Almeno in teoria.
Ma ora, paradossalmente, è proprio Konstant che mi salva. Si è messo la tuta delle riparazioni, dicendo che aveva capito tutto… che era stato uno sciocco a non credere agli altri… mi voleva trascinare con lui! Se non avessi chiuso il portello, sarei finita anch’io là fuori.
Konstant mi appare vivo, all’oblò, anche ora. Ride, agita la mano, mi invita ad andare a correre con lui a piedi nudi sul prato…
No. Non è possibile. Io non cederò. Non cederò…
Mi chiamo Cristina Sarafatti. E sono una sopravvissuta.

– Dottore, crede che ce la farà?
Il dottor Darold Kanvas, neurologo, insigne scopritore della W-Dopa, scuote la testa: – Mi dispiace Konstant… Irina, Bosco, Ellen, Grishan, Thi-Tha-Kum… persino tu, che non hai avuto stimoli da parte di familiari, alla fine, vi siete risvegliati. Ma Cristina… Sei proprio sicuro, di voler andare fino in fondo?
– È mia moglie, dottore…
Kanvas sospira, si toglie gli occhiali appannati e li strofina sul camice bianco (un vezzo anacronistico: nessuno porta più gli occhiali per necessità da più di quarant’anni, da prima del cambio del calendario).
– La cura è tanto fisica quanto psicologica. Cristina non vuole uscire dal suo stato. Non vuole essere svegliata. L’abbiamo scossa in ogni modo. È come se avesse… paura.
Konstant stringe la mano della compagna: – Siamo stati scelti per questo, noi savant. Un tempo la nostra sindrome sarebbe stata un ostacolo, ma grazie alla W-Dopa, noi siamo stati la prima generazione di esseri eccezionali che ha potuto mantenere il contatto col mondo esterno senza perdere le nostre capacità. Non so che cosa abbiamo visto là fuori. Ma ci ha fatto regredire, e l’autismo è tornato. Cristina… Lei era la più brillante di noi! Sapeva guardare negli universi paralleli, Dottore, capisce? Come Lei vede me, ora. Mi raccontava, a volte, di mondi in cui noi due non ci siamo mai conosciuti… di altri in cui non ci eravamo messi insieme… di altri…
Una smorfia di lacrime interrompe il flusso dei ricordi.
– Ogni mondo è un’isola, mio caro Konstant. – Kanvas gli stringe una mano sulla spalla. – Ma un’isola è isolata solo se la guardi dal mare.

Dal Diario del dottor Kanvas:
“Konstant Weiss smise di prendere la W-Dopa l’ultimo giorno di Nuova Futura 42. Da allora vive isolato dal mondo, come sua moglie Cristina. Ma dalla faccia di lei è scomparsa ogni traccia del terrore che l’accompagnava quando la sua malattia era solitaria. Da quando condivide la sua sorte con il marito, sul volto di entrambi, come in uno specchio, risplende lo stesso, indecifrabile sorriso. Sono loro, o non siamo forse noi, a essere intrappolati in un sogno?”
 
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Ceranu
view post Posted on 26/11/2014, 13:35




Ogni mondo è un'isola di Beppe Roncari

Ciao Beppe, racconto interessante, ricco di spunti. Forse troppi. Accenni tante cose, ma in fondo non ne affronti nessuna. I due personaggi sono affetti dalla sindrome di Savant che non capisco perché fai diventare autistici. Hai spostato tutti in un mondo futuristico con una precisa connotazione politica che risulta immediata ma ricca di risvolti che non possiamo conoscere.
Cos'è Nuova Futura 42?
Perché nella data iniziale c'è quel 20 – 14?
Non lo so, il racconto è interessante, ma ci sono troppe informazioni che non riesco a fare mie.
Escludendo il contesto la storia è bella, anche se dal mio punto di vista manca di sentimento. Mi spiego, il sentimento c'è, ma non passa al lettore.
Ciao e alla prossima
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 26/11/2014, 14:24




Ciao Francesco!

Nuova Futura è come "dopo Cristo" o "Era Volgare": è il nome del nuovo calendario (non c'entra con la storia ma è anche un'omaggio a Samantha Cristoforetti, la prima astronauta donna italiana partita poco fa per la stazione orbitante internazionale, missione: "Futura 42", appunto...), cominciato da 42 anni al tempo della storia.
I mesi non sono più 12 ma 15 di 24 giorni, quindi è il 20 del 14° mese.

I Savant SONO (tutti) autistici! Mentre non tutti gli autistici sono savant.

La storia è poi un po' sperimentale, divisa in 3 parti via via più piccole come una matrioska o un gioco a incastro borgesiano.

Grazie comunque per i commenti! :)
 
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Serena Aronica
view post Posted on 26/11/2014, 15:46




Ciao Beppe!
La tua storia, nella parte iniziale, mi ha molto ricordato il modo in cui gli alieni entrano in contatto con gli umani nel telefilm Extant.
Regna comunque una forte componente di solitudine nella tua vicenda, questo essere intrappolati in un mondo mentale alieno anche alla nostra mente stessa. Mi piacciono le storie che terminano con un quesito, perché ci portano ad interrogare noi stessi, seppur in modo superficiale. Il sentimento talvolta è qualcosa di inesprimibile, che scorre attraverso fili invisibili ed unisce oltre il tempo e lo spazio.

A presto!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 26/11/2014, 15:57




Grazie del commento Serena! C'era anche una battuta nel racconto stesso "come nelle peggiori storie di fantascienza"... Extant si ispira a molte altre storie simili, ormai è un topos. A presto! ;)
 
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ilma197
view post Posted on 26/11/2014, 22:29




Idea molto bella, ma forse un po' troppo ambiziosa per un racconto così breve, in particolare per la ricchezza di dettagli sull'ambientazione che fa perdere scorrevolezza al testo. Per esempio, secondo me si poteva evitare il passaggio sugli occhiali o quelli sulla provenienza dei vari membri dell'equipaggio, e magari usare lo spazio per diluire in qualche modo la spiegazione di Konstant, che così com'è risulta un po' forzata e artificiosa (sono consapevole che evitare del tutto l'infodump in un testo così breve è pressoché impossibile, ma secondo me nel tuo racconto ci sono comunque margini di miglioramento sotto questo aspetto).
Un passaggio che non mi è chiaro:
CITAZIONE
Konstant, il mio amore. Il mio desiderio, piuttosto. In questo mondo, non ho mai avuto il coraggio di confidargli i miei sentimenti. Se lo avessi fatto, a Terra, non ci avrebbero mai assegnato alla stessa missione. Gli screening psicologici a cui ci sottopongono sono spietati, e per una ragione precisa.

Immagino che l'idea sia quella di non mandare in missione insieme due persone troppo emotivamente legate tra di loro. Però se gli screening psicologici sono spietati, mi viene da pensare che si accorgono comunque dei sentimenti di Cristina, a prescindere dal fatto che si sia dichiarata o meno...
Il finale mi è piaciuto molto, così come l'interpretazione del tema.
 
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Callagan
view post Posted on 27/11/2014, 00:40




CITAZIONE
Data: 20-14-Nuova Futura 42.

Ciao Beppe, iniziamo subito. Ho letto la tua spiegazione della data. Ora, tra saperlo e non saperlo a me non è cambiato niente, ovvero non ha inciso sul mio giudizio del racconto. Però, se vuoi che chi ti legge capisca che stai introducendo una nuova datazione, devi dare qualche indizio in più, devi aiutare il lettore. ;)


CITAZIONE
Dopo di lei è stato il turno di Bosco, il navigatore della Confederazione Africana: sosteneva di aver ritrovato il fratello, da cui si era estraniato. Ed Ellen, delle Due Americhe Unite. Grishan, l’astrologo Eurasiatico. Thi-Tha-Kum, la tecnica dei Grandi Arcipelaghi.

Questo elenco non era necessario. Ti sei lasciato prendere dalla frenesia di darci l'immagine di un futuro "possibile" (tra virgolette perché Totalitarismo Neocomunista di Putin III mi suona più come strampalata "minaccia" che futuro davvero possibile :P ) ma qui sei inciampato nell'infodump. Ok che in questa prima parte hai optato per un "tell", come se la protagonista stesse registrando il resoconto degli ultimi eventi, e non puoi essere scorrevole come in un "show". Ma a maggior ragione: la voce narrante è quella della protagonista, allora certe informazioni sono implicite. In sostanza: l'elenco dei nomi dei caduti sarebbe stato più che sufficiente. ;)


CITAZIONE
E infine Konstant…
Konstant, il mio amore. Il mio desiderio, piuttosto. In questo mondo, non ho mai avuto il coraggio di confidargli i miei sentimenti. Se lo avessi fatto, a Terra, non ci avrebbero mai assegnato alla stessa missione. Gli screening psicologici a cui ci sottopongono sono spietati, e per una ragione precisa.

Ma scusami, se gli screening psicologici sono tanto spietati, come è che non si sono accorti del forte desiderio provato dalla protagonista nei confronti del collega?


CITAZIONE
Si è messo la tuta delle riparazioni, dicendo che aveva capito tutto… che era stato uno sciocco a non credere agli altri… mi voleva trascinare con lui! Se non avessi chiuso il portello, sarei finita anch’io là fuori.

Qui leggera confusione con i tempi verbali. O passi al presente o continui con il passato.


CITAZIONE
Un tempo la nostra sindrome sarebbe stata un ostacolo, ma grazie alla W-Dopa, noi siamo stati la prima generazione di esseri eccezionali che ha potuto mantenere il contatto col mondo esterno senza perdere le nostre capacità.

Questo è un altro esempio di infodump collegato alla necessità di spiegare. Necessità che è tua, dello scrittore, non certo del protagonista. Ecco perché questa affermazione risulta irrealistica.

CITAZIONE
– Ogni mondo è un’isola, mio caro Konstant. – Kanvas gli stringe una mano sulla spalla. – Ma un’isola è isolata solo se la guardi dal mare.

A esser sincero, mi è piaciuto come ti sei riallacciato al tema. ;)

CITAZIONE
Dal Diario del dottor Kanvas:
“Konstant Weiss smise di prendere la W-Dopa l’ultimo giorno di Nuova Futura 42. Da allora vive isolato dal mondo, come sua moglie Cristina. Ma dalla faccia di lei è scomparsa ogni traccia del terrore che l’accompagnava quando la sua malattia era solitaria. Da quando condivide la sua sorte con il marito, sul volto di entrambi, come in uno specchio, risplende lo stesso, indecifrabile sorriso. Sono loro, o non siamo forse noi, a essere intrappolati in un sogno?”

Ulteriore cambio di POV. Capisco la necessità di cambiare punti di vista in una storia del genere, ma alla lettura di un racconto così breve il fatto è risultato disturbante. Possiamo dire che da lettore non avevo certezze a cui attaccarmi, manco quella, talvolta fondamentale, della voce narrante.

In definitiva nonostante sia buona l'idea alla base del racconto, non sei riuscito a rendere onore all'intuizione iniziale.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 27/11/2014, 08:04




Grazie dei commenti @Callagan! Condivido il fatto che il racconto ha spazi di miglioramento, più show e meno tell e meno infodump. Speravo di averlo ridotto già al minimo, ma forse non ho avuto abbastanza fiducia nel lettore e qualche minima spiegazione l'ho messa, cercando di nasconderla quanto possibile. Forse non abbastanza, almeno secondo il tuo parere. Sono curioso di sentire quello di altri lettori. Ciao, grazie! :)

PS
Sul cambio dei punti di vista invece non sono d'accordo: sono 3 blocchi, 3 personaggi, 3 punti di vista, uno per ciascuno, e portano avanti la storia. Ciao! ;)
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/11/2014, 22:49




Ciao Beppe.

Spunto molto interessante il tuo da cui viene fuori un racconto bello, ma imperfetto. La prima parte mi aveva fatto pensare a Solaris (e a tutti i racconto, film e fumetti che da lì hanno preso spunto). A metà racconto, però la prospettiva viene completamente ribaltata in senso “dickiano” e non sappiamo più quale sia la realtà. Il racconto acquista, in questo ribaltamento, originalità e interesse. Purtroppo, però, lo spazio e il tempo ridotti ti hanno costretto ad abusare dell’infodump (per esempio, sulla scena degli occhiali e, in modo ancora più evidente, quando Konstant spiega a Kanvas cose che lui conosce benissimo). Inoltre, non è chiaro quale fosse la missione dei savant quali siano le loro capacità (a parte quelle di Cristina).
Sicuramente un racconto su cui lavorare per farne qualcosa di un po’ più lungo.

A rileggerci

PS ho apprezzato l’omaggio alla Cristoforetti e alla sua missione. Ammetto di essermi lasciato suggestionare anche io dalla partenza del suo razzo, la sera prima di MC, nella scrittura del racconto.
 
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L.Filippo
view post Posted on 27/11/2014, 23:11




Bentrovato Beppe,
ho letto il tuo racconto un paio di volte e non è stato semplice immergermi nella storia in entrambe le letture.
La scrittura scorre, il ritmo è buono e anche i dialoghi sono ben gestiti, ma è come se ci fosse un arrovellamento di troppo, lo spunto di partenza è valido, ma poi ti contorci troppo su te stesso, finendo per sparire in un buco nero che annienta quanto di buono hai costruito. Ci sono tantissime informazioni, un mondo con regole diverse dal nostro che ha bisogno di tempo per essere assimilato: secondo me Minuti Contati ha bisogno di storie più semplici, a volte anche banali, che però colpiscano il lettore per la loro immediatezza. Non voglio dire che non si possano scrivere racconti di fantascienza, però anche questo genere (io non sono un grande appassionato quindi prendi tutto quello che dico con le pinze) necessita rigore, paletti, regole chiare e definite.
Io leggendo il tuo "Ogni mondo è un'isola" mi sono sentito alla deriva: una sensazione molto vicina al fluttuare dei tuoi astronauti. Devo dire che non è stato spiacevole, ma mi sarebbe piaciuto avere appigli più concreti.
Be', ho detto fin troppo, ti saluto e qualche volta prendiamoci un caffè insieme!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 27/11/2014, 23:31




Grazie dei commenti, Angelo e Filippo! Sinceramente apprezzati! :)
Mi piace sperimentare sempre, anche nei tempi ristretti di Minuti Contati- :=
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 2/12/2014, 22:17




Ogni mondo è un isola di Beppe Roncari

Ciao Beppe, del racconto non mi piace l'idea di base che, pur se reinterpretata, mi ha fatto pensare alla solita storia del coma e conseguente mondo dei sogni. Malgrado io sia un fan dei racconti per così dire cartesiani, questo plot mi sembra un po inflazionato. L'ambientazione nello spazio la trovo una scelta interessante e mi è piaciuto molto l'omaggio alla Sarafatti. Però molto spesso questo futuro è più raccontato che mostrato, e l'elenco dei membri dell'equipaggio mi è sembrato superfluo e, in particolare alla seconda lettura, molto noioso. La scena degli occhiali l'ho trovata forzata e francamente un po ridicola. Il finale è grazioso un po retorica l'ultima frase. Dal punto di vista dello stile è scritto davvero molto bene, chiaro, intuitivo e coinvolgente. Peccato ti sia dilungato nei passaggi di cui sopra.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 2/12/2014, 22:39




Ci sono parecchi spunti molto interessanti in questo racconto. I presupposti e l’ambiente storico/geografico accennati sono così complessi da generare curiosità e la voglia di saperne di più. In altre parole, l’ambientazione costruita è così articolata che a tratti sembra prevalere sulla storia stessa, lasciando nel lettore la curiosità di conoscere qualcosa in più che il finale, stretto nei margini imposti dalla gara, non soddisfa pienamente.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 2/12/2014, 23:45




Grazie dei commenti, Giulio e Raffaele! :)
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 3/12/2014, 20:47




Un racconto con elevate potenzialità che va in confusione quando Konstan accenna a quello che lui e i compagni hanno trovato "là fuori". Fino a quel punto il tutto era circoscritto a questi savant "potenziati" e la curiosità poteva aleggiare, soprattutto una volta capito che il lungo prologo era illusorio, quasi metaforico. Ricondurre a una missione nello spazio arricchisce depotenziando e decentralizzando non permettendo al racconto di lanciarsi verso un finale controllato ed efficace. Tanta carne al fuoco, troppa.
 
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14 replies since 24/11/2014, 23:02   159 views
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