| LA BALLERINA E IL MAGO
Ci mancava anche il rosso – pensai pigiando il piede sul freno. Non c'era tempo da perdere, dovevo arrivare prima possibile. Guidare di notte non era facile, però; le strade si confondevano, soprattutto in campagna dove i confini spaziavano nel nulla. Se solo avessi capito prima. Lia riusciva a ingannare chiunque. Sempre graziosa, con quel viso acqua e sapone da bambina indifesa. Inoltre; era una brava ballerina, guardarla danzare era una delizia per gli occhi. Leggiadra come una libellula sembrava in pace con se stessa e il mondo. Eppure, in due anni non un solo passo avanti. Sempre le solite dipendenze, le identiche manie; ancora poche ore prima aveva detto: - E' la persona giusta e tutto sarà diverso rispetto le altre volte. Certo, diceva sempre così; finché non cominciava a pedinare quei poveri malcapitati: li tempestava con telefonate e sms, a tutte le ore del giorno e della notte, rompeva oggetti, graffiava macchine, minacciava Era incapace di accettare che non esistesse solo lei nella vita di un altro. E diventava cattiva, pericolosa. - Ci siamo conosciuti su una nave - continuò - Un pomeriggio, mentre stavamo per approdare sulla terraferma e io fissavo i contorni dell'isola che si stagliavano all'orizzonte, un uomo mi sussurrò all'orecchio: “ Lo sai che un'isola è un'isola solo se la si guarda dal mare”. Mi colpì come una saetta quella frase. Pensai subito a come tutto dipendesse dal punto di osservazione... Mi ha poi raccontato certe cose, rendendomi partecipe anche di un segreto! So come legarlo a me, questa volta; e per sempre. Non volle aggiungere altro; d'altronde la seduta era giunta al termine, ma nel salutarmi vidi nello sguardo il colore di un addio. Non collegai subito le sue parole a Carlo, l’ultimo paziente di quella dannata giornata. Un naufrago approdato da un anno nel mio studio. Un altro caso disperato, a dire il vero. Portava a spasso per il mondo la sua magia fatta di tortuosi sogni e false illusioni a cui nessuno credeva. Ma lui si riteneva un'illusionista illustre, un mago del mistero, ma a conti fatti non era che un uomo privo di raziocinio. I suoi rapporti sentimentali erano un disastro. Le donne entravano nella sua vita come meteore impazzite, ma non duravano che un'eclissi lunare. Mi disse che aveva due notizie. La prima è che, durante un viaggio, aveva trovato una pianta rara. La cui sostanza, da estrarre, serviva per aprire la porta su una dimensione sconosciuta. L'unico inconveniente era che, non avendo ancora scoperto come poter tornare poi indietro, era impossibile utilizzarla. Oltre a questo, aveva fatto un incontro curioso: - Un fiore di ragazza. Una ballerina eccellente. Mi ha stregato. Vorrei proporle di farmi da valletta nei miei spettacoli. E poi, chissà... Stasera l’ho invitata da me, ha promesso di stupirmi, chissà cos'ha in mente” continuò gioioso. Una psicotica con manie ossessive e compulsive e uno schizofrenico megalomane, davvero un bel ménage! Tirando un sospiro di sollievo, fermai la macchina davanti la casa di Carlo. Una villa settecentesca che sembrava una nave arenata in un mare di campi spogli. Le luci erano accese, ma nessuno rispondeva al citofono. Telefonai ai pompieri, alla polizia. Poco dopo, insieme ad alcuni agenti varcai l’ingresso, ma l’alloggio era completamente vuoto. Su una parete c’era però il disegno di una porta e, abbandonati lì davanti due scarpette da ballo e una scatola con i resti di una sostanza vischiosa. Fu allora che ripensai, con un certo sollievo, a quella frase: un'isola è un'isola solo se la si guarda dal mare!
|