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La ballerina e il mago, Alessandra Corrà

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misaki02
view post Posted on 25/11/2014, 00:35




LA BALLERINA E IL MAGO


Ci mancava anche il rosso – pensai pigiando il piede sul freno.
Non c'era tempo da perdere, dovevo arrivare prima possibile.
Guidare di notte non era facile, però; le strade si confondevano, soprattutto in campagna dove i confini spaziavano nel nulla.
Se solo avessi capito prima.
Lia riusciva a ingannare chiunque. Sempre graziosa, con quel viso acqua e sapone da bambina indifesa. Inoltre; era una brava ballerina, guardarla danzare era una delizia per gli occhi. Leggiadra come una libellula sembrava in pace con se stessa e il mondo.
Eppure, in due anni non un solo passo avanti. Sempre le solite dipendenze, le identiche manie; ancora poche ore prima aveva detto:
- E' la persona giusta e tutto sarà diverso rispetto le altre volte.
Certo, diceva sempre così; finché non cominciava a pedinare quei poveri malcapitati: li tempestava con telefonate e sms, a tutte le ore del giorno e della notte, rompeva oggetti, graffiava macchine, minacciava Era incapace di accettare che non esistesse solo lei nella vita di un altro. E diventava cattiva, pericolosa.
- Ci siamo conosciuti su una nave - continuò - Un pomeriggio, mentre stavamo per approdare sulla terraferma e io fissavo i contorni dell'isola che si stagliavano all'orizzonte, un uomo mi sussurrò all'orecchio: “ Lo sai che un'isola è un'isola solo se la si guarda dal mare”. Mi colpì come una saetta quella frase. Pensai subito a come tutto dipendesse dal punto di osservazione... Mi ha poi raccontato certe cose, rendendomi partecipe anche di un segreto! So come legarlo a me, questa volta; e per sempre.
Non volle aggiungere altro; d'altronde la seduta era giunta al termine, ma nel salutarmi vidi nello sguardo il colore di un addio.
Non collegai subito le sue parole a Carlo, l’ultimo paziente di quella dannata giornata. Un naufrago approdato da un anno nel mio studio. Un altro caso disperato, a dire il vero. Portava a spasso per il mondo la sua magia fatta di tortuosi sogni e false illusioni a cui nessuno credeva. Ma lui si riteneva un'illusionista illustre, un mago del mistero, ma a conti fatti non era che un uomo privo di raziocinio. I suoi rapporti sentimentali erano un disastro. Le donne entravano nella sua vita come meteore impazzite, ma non duravano che un'eclissi lunare.
Mi disse che aveva due notizie. La prima è che, durante un viaggio, aveva trovato una pianta rara. La cui sostanza, da estrarre, serviva per aprire la porta su una dimensione sconosciuta. L'unico inconveniente era che, non avendo ancora scoperto come poter tornare poi indietro, era impossibile utilizzarla. Oltre a questo, aveva fatto un incontro curioso:
- Un fiore di ragazza. Una ballerina eccellente. Mi ha stregato. Vorrei proporle di farmi da valletta nei miei spettacoli. E poi, chissà... Stasera l’ho invitata da me, ha promesso di stupirmi, chissà cos'ha in mente” continuò gioioso.
Una psicotica con manie ossessive e compulsive e uno schizofrenico megalomane, davvero un bel ménage!
Tirando un sospiro di sollievo, fermai la macchina davanti la casa di Carlo. Una villa settecentesca che sembrava una nave arenata in un mare di campi spogli.
Le luci erano accese, ma nessuno rispondeva al citofono. Telefonai ai pompieri, alla polizia. Poco dopo, insieme ad alcuni agenti varcai l’ingresso, ma l’alloggio era completamente vuoto.
Su una parete c’era però il disegno di una porta e, abbandonati lì davanti due scarpette da ballo e una scatola con i resti di una sostanza vischiosa.
Fu allora che ripensai, con un certo sollievo, a quella frase: un'isola è un'isola solo se la si guarda dal mare!
 
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L.Filippo
view post Posted on 26/11/2014, 17:38




Ciao Alessandro,
il tuo racconto mi ha lasciato perlpesso, non è scritto male, a parte un utilizzo smodato del punto e virgola, ma non ho capito che storia hai voluto raccontare.

Riassumendo c'è uno psichiatra che sta raggiungendo in macchina la villa di un suo paziente che ha invitato la migliore amica dello stesso psichiatra che li intratterrà coi suoi balletti. Poi lo psichiatra entra in casa e scopre che i due sono passati attraverso una porta che li ha condotti in un'altra dimensione (anche se davanti alla porta ci sono solo le scarpe della ragazza). Embé?! :lol: Scusa, non te la prendere, il fatto è che non ho capito dove volevi andare a parare.

Oltretutto a un certo punto Lia dice, parlando di Carlo: "So come legarlo a me questa volta." Quindi è lei che apre la porta per la seconda dimensione?

A volte, leggendo i racconti di Minuti Contati, mi domando:
è il mio cervello che fa le bizze o sono gli autori che hanno chiare le storie che vogliono raccontare e quando si tratta di metterle per iscritto, escono un po' stortignaccole?

Ciaoooo!
 
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Ceranu
view post Posted on 26/11/2014, 23:02




Ciao Alessandra, ben trovata.
Il racconto si legge bene, anche se qualche immagine in più l'avrei gradita. Così ci prendi per mano alla prima riga e ci trasporti fino alla fine senza lasciare nessuna libertà al lettore. La trama non è eccezionale, ma rende bene l'idea e mi piace. Ribadisco quello che ho detto anche a Filippo. Non mi piace quando il tema viene inserito nel testo, lo trovo un tentativo di spiegare la traccia. Nel tuo caso non serviva e la frase risulta superflua.
Ciao e alla prossima
 
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misaki02
view post Posted on 27/11/2014, 08:29




Ciao Filippo,

Provo a rispondere alle tue perplessità:
prima di tutto, sia Carlo che Lia sono entrambi pazienti dello psichiata. Egli è preoccupato perché, conoscendo le patologie di entrambi, ha timore che incontrandosi (essi si sono conosciuti su una nave durante un viaggio, lo specifico a metà testo, e si stanno frequentando da un pò) possano autodistruggersi. Arrivato però a casa di Carlo trova che essi sono scappati in un'altra dimensione (davanti la porta in realtà non ci sono solo le scarpette di Lia, ma anche la scatola vuota con la sostanza ,che serviva per aprire la porta alla nuova dimensione, raccolta da Carlo). Ed è proprio in quel momento che, lo psichiatra, realizza che i suoi pazienti non sono poi alienati (come erano sempre stati percepiti da lui e dalla società stessa), ma anzi, sono ricchi di risorse (anche se diverse da quelle comuni), e insieme sono riusciti a realizzare il loro sogno di fuggire in un altro mondo, forse a loro più consono.
Spero di aver chiarito un pò i tuoi dubbi.

Grazie per il commento,

alla prossima,

ciaooo

Ciao Francesco,

concordo con te sulla frase finale. Sono stata, infatti, in dubbio per un pò se inserirla o meno, ma poi ho avuto paura che non si sarebbe compreso il finale e quindi ho decisa di inserirla.
Grazie per il commento,

alla prossima
 
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ilma197
view post Posted on 28/11/2014, 09:29




L'idea è carina, ma secondo me poteva essere sviluppata meglio. Il racconto si legge in modo scorrevole, ma non riesce a coinvolgere fino in fondo; lo stile crea una bella atmosfera, alcune immagini sono davvero belle, ma è come se tutto rimasse vago e sospeso. Forse avresti potuto dedicare un po' più di spazio (avevi un certo margine rispetto al numero massimo di battute) al ritrovamento e la natura della sostanza magica che apre il varco su un'altra dimensione, perché così mi ha dato molto l'idea di un "voglio farli andare in una dimensione parallela ma non ho voglia di pensare al come, facciamo che trova una sostanza magica". A una prima lettura ero un po' perplessa anche sulla dinamica degli eventi, ma ora credo di aver capito: Lia "l'ha legato a sé" convincendolo a varcare la porta per l'altra dimensione, anche se non si può più tornare indietro (ok, non è così evidente che in questa dimensione di cui non si sa nulla lui non la possa abbandonare, ma dal punto di vista di una psicopatica potrebbe avere senso), giusto?

CITAZIONE
Ma lui si riteneva un'illusionista illustre,

refuso
 
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misaki02
view post Posted on 28/11/2014, 11:00




Ciao Viviana,

grazie per il commento.
Sì, esatto: Lia aveva deciso di convincere Carlo a usare la sostanza per varcare la nuova dimensione, proprio per legarlo a lei.
Avevo spazio per dare informazioni sulla sostanza, ma non era l'obiettivo del mio racconto. Alla fine, ho pensato solo ai due protagonisti. Carlo "crede" di essere un mago, ma non lo era (almeno fino a quel momento), lui "credeva" di aver trovato una sostanza magica", ma in realtà quella sostanza "poteva essere qualsiasi cosa che lui credeva magico".
Nel finale ho immaginato che Lia dandogli fiducia (cosa che nessuno aveva mai fatto; tutti lo ritenevano pazzo, psicologa compresa), riesca DAVVERO ad aprire, insieme a lui, i confini per passare su un'altra ipotetica dimensione, ma questo non avviene per la sostanza, ma grazie al potere della loro volontà, del loro desiderio di credere nei loro sogni: è questa forza che li porterà davvero oltre l'immaginabile.

Alla prossima!
 
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Callagan
view post Posted on 28/11/2014, 22:50




Ciao Alessandra, ben ritrovata. :)

CITAZIONE
Inoltre; era una brava ballerina, guardarla danzare era una delizia per gli occhi.

Perché il punto e virgola dopo inoltre? Presuppone una pausa troppo lunga, quasi ci fosse un punto...

CITAZIONE
So come legarlo a me, questa volta; e per sempre.

Anche qui il punto e virgola che mi suona male. Credo di aver capito che ritmo intendevi dare alla frase. Al posto tuo userei i puntini di sospensione però.

CITAZIONE
Un naufrago approdato da un anno nel mio studio.

Naufrago è in senso figurato qui? Quando l'ho letto per la prima volta mi è venuto in mente Shutter Island (il film, l'hai visto?) Quindi mi è venuto automatico pensare che la protagonista fosse una psicologa alle prese con dei "pazzi" confinati in un'isola sperduta. Ma credo fosse sbagliata quell'impressione. :wacko:


CITAZIONE
Le donne entravano nella sua vita come meteore impazzite, ma non duravano che un'eclissi lunare.

Mi piace il tuo modo di dire le cose, di creare immagini e significati nella mente di chi legge. Questo ne è un esempio.

In definitiva, hai dato vita a una delle trame migliori di questa edizione di MC. Mi è davvero piaciuta la storia che hai raccontato e in poche battute sei riuscita a dar forma distinta a ben tre personaggi diversi. Il problema è che il tutto risulta troppo compresso su se stesso. Come se avessi chiuso la valigia piena di roba con la forza... sta per scoppiare, la vedi?
Per questo motivo tutto non mi è stato chiaro fin dalla prima lettura, con i personaggi che si sovrapponevano tra di loro. Penso che con qualche K in più tu possa migliorare questa storia. Comunque, brava!
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 29/11/2014, 00:18




Ciao Alessandra.

Il racconto è scorrevole e si legge con piacere, ma trovo abbia qualche difetto a livello di trama: prima di tutto non mi convince molto che uno psicoterapeuta, senza aver ricevuto messaggi strani o inquietanti (che ne so, una lettera in cui si minaccia il suicidio) dovrebbe preoccuparsi di andare a casa di un paziente (già è difficile convincere i medici a venirci, chiamandoli). Se il punto precedente è di importanza relativa, il fatto che lui accetti come un fatto normale che questo siano passati in un’altra dimensione usando una misteriosa erba, mi fanno dubitare della sanità mentale del medico stesso… il finale insomma sarebbe da rivedere. Magari il medico potrebbe convincersi che si sono suicidati o scappati insieme… insomma qualcosa di realistico, lasciando al lettore concludere che sono passati nell’altra dimensione.
Anche la coincidenza dell’incontro sulla nave, mi pare eccessiva: non sarebbe molto più naturale che si fossero incontrati nella sala d’attesa del medico?
Insomma, un racconto piacevole ma con diversi difetti da limare.

A rileggerci
Angelo
 
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misaki02
view post Posted on 29/11/2014, 09:20




Ciao Filippo,

ben ritrovato! :)

Mi fa piacere che hai apprezzato il mio modo di creare immagini e che ti sia piaciuta la trama.
Sulla punteggiatura hai ragione: se non sto più che attenta, spesso ne perdo il controllo. <_<
Penso tu abbia ragione anche sul fatto che avrei avuto bisogno di maggior spazio. cercherò di rimediare quando riprenderò in mano questo racconto.
Grazie ancora per il commento,
a rileggerti!

ps: "naufrago" era usato in senso figurato... Shutter Island è un bel film!


Ciao Angelo,

ben ritrovato.
Provo a rispondere ai tuoi dubbi.
La psicologa si è spaventata perché conosceva la patologia di Lia (lo dice a un certo punto che era una donna che poteva fare del male, e quando ricorda la frase: "Ho trovato il modo per legarlo a me per sempre...", immagina volesse ucciderlo o qualcosa del genere.
Sul finale, hai ragione, dovrò rivederlo, non convince molto nemmeno a me. Anche perché sto testando che ciò che avevo in mente, non passa.
La psicologa realizza solo a fine giornata che c'era connessione tra i due pazienti, se li avessi fatti incontrare nello studio loro glielo avrebbero detto, o lei lo avrebbe capito prima. Invece Lia e Carlo non sanno di andare dalla stessa terapeuta e lei, solo dopo il racconto di Carlo, intuisce il tutto.
Grazie per il commento,
a rileggerci!
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 29/11/2014, 17:24




Uno stile semplice, lineare e funzionale tesse la trama di questo racconto che ondeggia tra il sentimentale, il fantastico e lo psicologico. Il lato sentimentale è la vera ossatura della storia che però affida il finale ad un espediente tipico (forse non originalissimo) della narrativa fantastica. Alla lettura psicologica, poi, è affidato il nesso con il tema del mese (nesso un tantino “forzato” ma comunque riconoscibile). Non so se questa triplice possibilità di lettura del racconto rappresenti un pregio o un difetto: certamente il tutto è piacevole da leggere, ma forse manca un po’ di “profondità”, qualcosa che dia maggiore spessore alla storia e che le dia la possibilità di lasciare maggiormente il segno.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 30/11/2014, 13:18




Ciao Alessandra!
Parto dicendoti che mi piace molto il tuo modo di descivere luoghi e personaggi, mi piace l'atmosfera che si crea nella tua storia. Ho trovato la tua storia molto congeniale al mio gusto di lettrice, molto belli i personaggi della ballerina psicotica e morbosa e del mago che crede di esserlo, ma in realtà non ha nulla di magico, fin quando non trova la strana sostanza. Però il finale non mi è piaciuto molto... l'idea non era male ma messa in scena troppo frettolosamente. Poteva essere un bel trucco finale, con tanto di botto ma, è stato un pò troppo fiacco.

Ciao!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 1/12/2014, 23:19




Ciao Alessandra, l'idea - spiegata però nei commenti, non subito emergente dalla lettura del testo, - è carina. Il problema è che tu non ce la narri. Non ci narri quella storia, quella interessante, del mago della ballerina, ma ci parli dello psichiatra, che è puro contorno e, peggio, infodump che ci spiattella tutto in faccia.
Il tuo pezzo sembra un brano introduttivo per qualcos‘altro, un prologo, di una storia più lunga per cui non si può perdere spazio in un concorso dai minuti e dalle battute contate. La parte dello psichiatra non avrebbe dovuto occupare più di un decimo dello spazio e allora ssrebbe stata in proporzione corretta, riuscendo a dire tutto quello che intendevi dire, per lasciare gli altri 9/10 alla storia del titolo, che non ci mostri. Ciao!
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 2/12/2014, 22:39




La ballerina e il mago di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra, ti devo dire la verità del tuo racconto non ci ho capito niente, complice una punteggiatura errata e frasi tipo "ancora due ore fa" o quel "continuo" mi hanno confuso molto. Per me la chiarezza sta alla base e conta più sia della grammatica che della trama in se. Infatti la trama non era per niente male, romantica, quasi toccante. Il problema è che per capirla ho dovuto leggere il tuo commento. Mi spiace ma il racconto non mi è piaciuto però ti consiglio di rielaborare questa trama senza limiti di tempo e di caratteri perché di base merita. (Mi associo anch'io alla critica riguardo la frase del tema benché l'abbia fatto anch'io la scorsa volta mi sono reso conto che sa di forzatura)
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 4/12/2014, 13:37




Racconto scritto molto bene, a livello formale stai facendo, partecipazione dopo partecipazione, notevoli miglioramenti, brava. A livello di storia c'è qualche problema già nell'incredibile coincidenza che due pazienti di uno stesso psicologo s'incontrino per caso durante un viaggio in nave, non va bene. Piuttosto potevi lavorare sul fatto che la ballerina, vedendo il tipo, avesse manovrato anche il loro primo incontro. Anche la sostanza che permette di entrare in un altro mondo mi lascia incerto. Va bene utilizzarla a livello metaforico e quindi non dare spiegazioni ulteriori, ma qui mi sembra manchi qualche elemento che possa guidare il lettore anche sulla via del simbolismo. Il finale, se preceduto dagli elementi mancanti che ti ho sottolineato, sarebbe stato ottimo. No problem, non riuscire a fare esprimere al meglio la propria storia è un problema tipico di Minuti Contati, però lo stile c'è, il miglioramento costante anche, scalda la penna che fra poco si ricomincia.
 
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13 replies since 25/11/2014, 00:35   128 views
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