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L'uomo immobile, di Raffaele Marra

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Raffaele Marra
view post Posted on 25/11/2014, 00:46




L'uomo immobile

… il dolore al fegato… il mutuo…i segreti di mia moglie…
In pochi istanti la folla si accumulò intorno a lui, dapprima curiosa, poi preoccupata.
L’uomo, di mezza età, con l’aria stanca e il fisico leggermente appesantito e curvo, manteneva lo sguardo fisso davanti a sé senza accorgersi di nulla.
«Signore? Sta bene?», chiese un tizio in impermeabile, una valigetta in una mano e lo smartphone nell’altra.
«Ha perso qualcosa?», gli fece eco una donna ancora calda dello jogging interrotto per quel singolare imprevisto.
L’uomo, ancora una volta, non rispose. Era lì da almeno mezz’ora, immobile e muto, con la sua barba incolta, il soprabito cammello e le scarpe di cuoio, con gli occhi dritti a guardare qualcosa che nessuno capiva, la bocca semiaperta in un respiro che doveva esserci, sebbene nessuno fosse in grado di percepirlo.
Era lì, più o meno al centro della piazza, impassibile e assente, incapace di reagire. Una specie di isola irraggiungibile, sperduta tra i flutti assordanti di un oceano tremendamente ostile.
…le rate…la radiografia…i tagli al personale…un altro rifiuto…
«Forse si sente male», ipotizzò un giovane continuando a tenere per mano la sua ragazza spaventata. Qualcuno provò a scuotere l’uomo premendogli un braccio, ma ottenne solo il risultato di fargli sbattere un paio di volte gli occhi umidi.
«Fate spazio, prego», intimò un poliziotto facendosi largo tra le persone mentre il collega più giovane lo tallonava saltellando. I due si portarono davanti all’uomo immobile e presero a scrutarlo grattandosi il mento e sollevando il sopracciglio come una coppia di detective da telefilm.
La gente si ammutolì, qualcuno gemette, una donna portò via i suoi gemellini curiosi e un prete salutò disegnando una plateale croce nell’aria umida della sera.
…i debiti…mi ha tradito…ancora non chiama…il mio cazzo non si muove più…
L’uomo sbatté ancora le palpebre mentre il poliziotto più anziano si piazzava, con aria severa, a pochi centimetri dal suo viso.
«E che vuol dire ciò? Ha assunto stupefacenti? È ubriaco?»
Nessuna risposta, neanche un cenno.
«Vuole rispondermi, signore? O devo portarla via con la forza?»
Il mormorìo preoccupato della folla sottolineò la frase dell’agente. Poi la compatta schiera di curiosi si separò svogliatamente su un lato, violata dalle insistenze di uno sconosciuto che, a fatica, raggiunse i protagonisti di quella strana scena.
Il nuovo arrivato giunse a pochi passi dall’uomo immobile, si lisciò la giacca sgualcita, diede un colpo di tosse e lo prese per un braccio.
«E lei che vuole?», chiese stizzito il poliziotto poggiando le mani sui fianchi con fare impaziente.
«Va tutto bene. Sono un suo amico. Non mi ero accorto che fosse uscito da solo. Non sta bene.»
L’agente guardò lo sconosciuto, poi l’uomo immobile. Rimbalzò ritmicamente con lo sguardo da uno all’altro come uno spettatore di tennis. Il poliziotto giovane, alle sue spalle, fece esattamente lo stesso.
…non ho il coraggio…la bolletta…e se non ci riesco?...un’altra notte di gelo…
«Va bene, andate via. E non fate perdere altro tempo alla gente che lavora.»
La folla si disperse. Disordinata, brulicante, caotica e impersonale. L’uomo immobile e lo sconosciuto rimasero alcuni istanti in mezzo alla piazza, poi si guardarono.
«Immagino che sia insopportabile. Dico bene?»
L’uomo immobile annuì rapidamente. Stava tremando.
«Vieni. Torniamo al laboratorio. Vedrai che andrà tutto bene.»
Finalmente si mosse. Lo seguì, stringendo i denti e senza aggiungere altro. Seguì colui che aveva innestato nel suo cervello il dispositivo di captazione. Colui che lo aveva convinto ad essere parte dell’esperimento.
…potrei farlo con il gas o con un rasoio…l’ultima dose, giuro…lui non è tuo padre…
Ora i pensieri della gente lo raggiungevano con minore intensità, ma erano ugualmente terribili.
La connessione mentale aveva un raggio di un centinaio di metri e funzionava stramaledettamente bene. Ma essere un tutt’uno con le persone intorno, leggere nelle loro menti, era un’esperienza raggelante, insostenibile, devastante.
«Sta’ tranquillo. Vedrai che andrà tutto bene.»
L’uomo annuì, seguendolo a testa bassa.
E continuava a tremare.
…non andrà affatto bene, dannazione; sei fottuto, amico…
 
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L.Filippo
view post Posted on 26/11/2014, 18:10




Ciao Raffaele,
come al solito, quando mi accingo a leggere un tuo racconto, so cosa aspettarmi: stile fluido, lessico preciso, storia che sa dove andare, mistero e scioglimento sul finale.

Tutto molto preciso e ben calibrato, ma anche stavolta mi pare che tu non abbia centrato il tema dell'edizione di MC. Ciò penalizza il racconto che, ripeto, ho trovato molto affascinante.

Alla prossima!
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 26/11/2014, 20:28




Ciao L.Filippo e grazie per il commento. Permettimi però, questa volta, di dissentire sul fatto che io "non abbia centrato il tema dell'edizione". Quando ho letto il tema ho subito escluso di prenderlo alla lettera e, come vedi, non ho voluto parlare di isole vere e proprie. Del resto, l'aforisma che fa da tema del mese, non credo si riferisca letteralmente ad un'isola (che, per quanto tu la guardi dall'interno, resta sempre un'isola). Il senso credo sia quello che un essere che apparentemente sembra isolato, staccato dal mondo, solitario, a volte nasconde un mondo straordinario al proprio interno e la capacità di relazionarsi con tutti gli altri. Allora ho narrato di un uomo che apparentemente è un'isola ma poi dimostra di essere collegato mentalmente con tutti coloro che gli stanno intorno. Credo di aver interpretato il tema, certo non alla lettera, ma comunque in maniera coerente e costruttiva. Ma è anche vero che ogni cosa è discutibile, quindi, questo non è altro che il mio punto di vista. A presto.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 26/11/2014, 20:52




Ciao Raffaele!
Il tuo racconto... davvero molto bello. Intenso, toccante e disarmante. In poche battute ho provato pena e angoscia per quel povero diavolo. Complimenti...

Ciao!
 
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Ceranu
view post Posted on 26/11/2014, 23:19




Ciao Raffaele.
Ormai l'ho capito, i tuoi racconti sono sempre estremi.
Sebbene non abbia grosse critiche da muoverti, non posso dire di aver apprezzato il racconto. Risulta fluido e ben scritto, ma la storia mi ha lasciato abbastanza indifferente. Credo che la “colpa” sia dei sentimenti del protagonista. Ho capito il contrasto tra la staticità fisica e la disperazione mentale, ma non mi è arrivata. A mio parere manca la vera disperazione di un uomo che soffre quella situazione, come manca un sentimento nei confronti di colui che l'ha condannato ad essere così.
Dal punto di vista logico non comprendo nemmeno il comportamento dei poliziotti, ma questo è solo un puntiglio. Se c'è l'intervento c'è bisogno anche delle generalità, soprattutto dopo che l'uomo dice che il protagonista è scappato da chissà dove. Ribadisco che però questo è solo un dettaglio.
Ciao e alla prossima
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 28/11/2014, 00:17




Ciao Raffaele
Davvero ottimo questo racconto. L’angoscia dell’uomo e i suoi pensieri vengono alternati in modo magistrale con quello che gli accade intorno, creando un ritmo ipnotico e quasi musicale nella narrazione. La situazione, già drammatica di per sé, trova, nella rivelazione finale, inaspettata e allo stesso tempo perfettamente coerente con quello che era accaduto fino a quel momento, un climax sublime e anche la chiusura, con i pensieri dello scienziato, è perfetta.
L’unico difetto, per voler cercare il pelo nell’uomo, è nel comportamento dei poliziotti forse non del tutto realistico, ma si tratta di un problema marginale.

A rileggerci
Angelo
 
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ilma197
view post Posted on 28/11/2014, 09:34




L'ho trovato davvero molto emozionante. All'inizio sembra che i problemi siano tutti dell'uomo immobile (che quindi, ha tutte le ragioni per essere in quello stato), anche se a un certo punto diventano un po' troppi, poi si capisce come stanno davvero le cose in un capovolgimento che interpreta benissimo il tema. Dal punto di vista logico, ho qualche piccola perplessità (oltre a quella sul comportamento dei poliziotti che ti è già stata segnalata). Per prima cosa, mi sembra che quel mare di pensieri negativi qualcuno di positivo avrebbe dovuto esserci... Forse avresti potuto dire che l'esperimento fa sì che capti solo alcuni tipi di pensieri, perché sono associati a una particolare fascia di frequenze o qualcosa del genere (non sono affatto sicura che quello che ho appena detto possa avere senso dal punto di vista scientifico XD). Altra cosa: trovo un po' inverosimile la folla che si raduna così in fretta davanti a un uomo che sta solo fissando il vuoto, per quanto possa essere evidente che sta male. Forse dopo che il primo ha chiesto se stava bene (a quel punto è difficile non accorgersi/far finta di non accorgersi che c'è qualcosa che non va), ma che tante persone lo notino così in fretta lo trovo poco realistico. Comunque questi sono aspetti che passano decisamente in secondo piano rispetto alla potenza del racconto.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 28/11/2014, 10:46




Vi ringrazio per i commenti.
Chiarisco una cosa riguardo ad alcuni aspetti del racconto ritenuti da più di uno "inverosimili". Il mio tentativo era quello di mettere in scena una storia a metà strada tra l'ironia e il dramma, con personaggi (soprattutto i poliziotti, ma anche il prete che benedice platealmente o la donna con i gemellini) appena accennati ma caratterizzati da pochi tratti spinti un po' oltre il consentito, quasi a creare una sorta di iperbole caricaturale. Un po' quello che avviene ai personaggi narrati da Paolo Villaggio nei suoi scritti e nei suoi film, per dare un'idea. In tutto ciò, forse si può notare, ho cercato anche di "alleggerire" il mio stile.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 28/11/2014, 14:41




CITAZIONE (Raffaele Marra @ 28/11/2014, 10:46) 
In tutto ciò, forse si può notare, ho cercato anche di "alleggerire" il mio stile.

In effetti, Raffaele, è una cosa che evidenziavo già nel commento del mese scorso, mi pare: nelle ultime edizioni il tuo stile si è alleggerito, senza perdere personalità e hai iniziato a dare il giusto peso alle trame che prima erano più "evanescenti".
La tua scrittura sta crescendo a vista d'occhio :)
 
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Callagan
view post Posted on 29/11/2014, 00:00




Ciao, Raffaele! :)

CITAZIONE
«E che vuol dire ciò? Ha assunto stupefacenti? È ubriaco?»
Nessuna risposta, neanche un cenno.
«Vuole rispondermi, signore? O devo portarla via con la forza?»

Mi sembra surreale questo dialogo. Perché dovrebbe portarlo via con la forza? E' un uomo che evidentemente ha qualche problema, ma non sta dando fastidio a nessuno. E' semplicemente fermo... in catalessi. Se mai le persone strane son quelle che non chiamano il dottore... altro che galera e minacce <_<


CITAZIONE
raggiunse i protagonisti di quella strana scena.

Non devi dirmi che la scena è "strana" ma me lo devi mostrare. Lo hai fatto e lo hai fatto abbastanza bene. Quindi elimina quell'aggettivo! :P

CITAZIONE
«Va bene, andate via. E non fate perdere altro tempo alla gente che lavora.»

La figura del poliziotto e quello che dice mi rendono perplesso... non mi convincono.

CITAZIONE
Disordinata, brulicante, caotica e impersonale.

Troppi aggettivi, credo.

CITAZIONE
Ora i pensieri della gente lo raggiungevano con minore intensità, ma erano ugualmente terribili.

I pensieri della gente? C'è qualcosa che non va... Perché fino a questa frase le parti in corsivo le avevo intese come pensieri del protagonista. Prova ad andare a leggerle singolarmente... sono omogenee tra loro, possono riferirsi benissimo a un'unica persona! Secondo me dovresti sbizzarrirti di più rendendole sconnesse l'una dall'altra.

CITAZIONE
…non andrà affatto bene, dannazione; sei fottuto, amico…

Questa, invece, mi piace come idea... come conclusione. ;)

Il racconto non mi ha convinto fino in fondo. A parte lo strano comportamento delle persone che non son riuscito a trovare credibile, la trama non è originale. Il tema è trito e ritrito e in questi pochi caratteri non mi dici nulla di nuovo... non mi sorprendi. (NB. Opinione da lettore. Come scrittore lotto anche io con la difficoltà di sorprendere e di scrivere qualcosa di veramente "nuovo").
Spero di esserti stato utile. Alla prossima!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 2/12/2014, 21:25




Ciao Raffale, ben ritrovato!
Ho letto con piacere questo tuo racconto, complimenti.
Non sei riuscito a emozionarmi, ma mi hai comunque toccato corde profonde con il ragionamento.
Probabilmente un uomo capace di percepire i pensieri altrui fuggirebbe urlando come un forsennato e non se ne starebbe immobile, ma forse ci sta, la situazione estrema di stallo.
Peccato che tu abbia dovuto ricorrere un po' all'infodump e che la lettura finale del pensiero dello "scienziato" si possa chiaramente immaginare già da prima, ma ci sta.
Stavolta mi sei piaciuto, il tuo stile si sta affinando e la storia è più interessante di quella delle precedenti edizioni.
E pienamente in tema. :)
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 4/12/2014, 13:54




Molto ben gestita la rivelazione finale, dimostri un notevole controllo del racconto. Il tema c'è, anche se suggerito quasi pesantemente e avrei preferito lo tenessi ancora più soft, ma ci sta. Lo stile, come sempre, è ottimo. Manca qualcosa nella parte centrale, quel movimento che hai cercato di dare con l'intervento dei carabinieri... Non è sufficiente. Per puntare sull'ironia, a questo punto avrei esagerato, l'avrei fatto davvero portare via a forza, magari rigido come un pezzo di legno, avrei enfatizzato di più. In ogni caso, un buon lavoro.
 
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11 replies since 25/11/2014, 00:46   104 views
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