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L'ultima frontiera, di Francesco Nucera

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Ceranu
view post Posted on 25/11/2014, 00:59




L'ultima frontiera
di
Francesco Nucera


«Vieni con me.» Ivo afferrò Clara. Corsero attraverso un vialetto illuminato e si nascosero tra gli alberi. Lì le telecamere non potevano vederli.
L'uomo grondava di suore.
«Cosa sta succedendo?» chiese la donna liberandosi dalla presa.
Ivo si guardò attorno spaventato. «Tocca a me.» Estrasse dalla tasca un foglietto e glielo porse.
Clara lesse in silenzio, incupendosi sempre più. Alla fine aveva gli occhi lucidi.
«Come fai ad avere questo?» Sospettosa, sventolò il foglio sotto il naso dell'uomo.
«Me lo ha dato Marco, dice che conosce una nei piani alti.» Ivo strinse i pugni cercando di contenere la rabbia. «Ma cosa te ne frega. È così e basta. Andiamocene.»
La donna boccheggiò, poi si scosse. «E dove vorresti andare?»
«Lontano, un posto vale l'altro.»
«Ma lo sai che non possiamo, ci troveranno ovunque.»
«Quando lo faranno sarà troppo tardi.»
Clara abbassò gli occhi verso l'erba. «Ci uccideranno lo sai?» disse senza alzare lo sguardo.
«Io morirò lo stesso.» Ivo le prese le spalle e la scrollò. «Hai detto che mi amavi.»
«Certo ma...»
Uno scricchiolio interruppe la conversazione. «Shhh!» Ivo le serrò la bocca con la mano.
Si acquattarono a terra e attesero una trentina di secondi, poi non sentendo più nulla si alzarono.
«Allora vieni con me?» chiese a Clara.
La donna lo fissò negli occhi pochi istanti, poi annuì.
Si diressero nel cuore della foresta che Ivo conosceva benissimo. Ci andava fin da bambino, ad osservare le barche che approdavano nel porto, cariche di gente con i flash in mano. Clara, che seguiva alla cieca, inciampò più volte, ma ad ogni caduta l'uomo si voltò e le fece cenno di riprendere la fuga, finché lei si bloccò a terra.
«Dammi dieci minuti.» Clara grondava di sudore.
«Solo cinque, poi ripartiamo.»
«Sì, ma tu hai idea di come lasceremo l'isola?»
«Con questa faremo partire un motoscafo.» L'uomo estrasse un piccolo oggetto metallico dalla tasca.
«Dove l'hai presa?»
«Ricordi Paolo. Era lo scafista del trentesimo anno. Un giorno venne e mi diede questa. Secondo me doveva aver intuito qualcosa.» Ivo tirò su col naso. «Non lo vidi più.»
Rimasero qualche secondo in silenzio. In lontananza lo sciabordio del mare indicava la loro meta.
«Ripartiamo, manca poco.»
«Hai pensato al fatto che potrebbero cambiare idea?» Clara colse alla sprovvista Ivo che non riuscì a rispondere. «E anche se andasse a finire come dici, potrebbe non essere la tua fine. Qualcuno dice che dopo c'è altro.» Rincarò la dose convinta d'aver fatto breccia.
Ivo si alzò di scatto «E chi lo dice? Quelli che ci hanno sempre trattato come schiavi?» Tirò un calcio all'aria e tornò a fissarla. «Tu hai mai visto tornare qualcuno?» Si voltò dandole le spalle. «Noi ci siamo nati qui, e per quanto ne so ci moriremo. Ma non aspetterò che arrivi il mio turno.»
Fece un passo in avanti, si girò verso di lei e le tese la mano. Clara l'afferrò e si issò da terra.
Ripresero la marcia. Il mare era sempre più vicino, ormai potevano sentirne l'odore. La strada iniziò a scendere leggermente, Finalmente raggiunsero il dirupo da cui si vedeva la luna riflessa nell'acqua.
«Di là c'è un sentiero. Scenderemo uno alla volta.»
«Io non vengo.»
La frase di Clara congelò l'uomo. «Perché?» balbettò.
«Perché la mia vita va avanti.»
«Senza di me? Ci metteranno un attimo a capire che sei superflua.»
«Non è così. Troveranno altro da farmi fare.» disse Clara risoluta.
«Sei un'ingenua. Farai la fine di tua madre.» Ivo ghignò. «L'hai vista di recente? Io sì, è al terzo piano dell'ospedale. Imbottita da farmaci da non ricordare più nemmeno come si chiami.»
«Taci. Lei si è ammalata.» la donna si passò un dito sulle guance per asciugare le lacrime.
«Oppure l'hanno conciata così perché non gli serviva più?»
Clara spinse Ivo con tutte le forze che aveva in corpo. Lui cercò di afferrarle il polso alla ricerca di un appiglio. Serrò il pugno, ma tra le dita si ritrovò solo un foglio di carta. Mentre volava verso la scogliera lesse l'intestazione.
“True story. L'ultima frontiera dei reality. Quarantesimo anno: Clara sposa il sindaco Verani.”
Ivo non fece in tempo a leggere il resto, l'urto a terra gli tolse la vita sul colpo, senza permettergli di scoprire se in fondo ci fosse qualcosa al di là del mare.
 
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L.Filippo
view post Posted on 25/11/2014, 21:15




Ciao Francesco,
il tuo racconto è ben affilato, scorre senza intoppi e alla fine una semplice frase ci svela un mondo: dove siamo, perché, chi sono Ivo e Clara, qual è il loro destino. Ottima costruzione!

Eppure secondo me il racconto avrebbe avuto una marcia in più se Ivo e Clara avessero preso il motoscafo e nella notte si fossero voltati a guardare le luci dell'isola che si faceva sempre più piccola. Quindi sarebbe stato meglio se avessi svelato solo alla fine che la storia si svolge su un'isola, mentre tu lo riveli a metà racconto.

Poi, sinceramente, mi fa un po' strano che Ivo abbia il foglietto con le scelte degli autori del reality e soprattutto le chiavi del motoscafo (non basta dire che qualcuno glieli abbia dati): cioé mi sembra tutto fin troppo facile, tutto già servito su un piatto d'argento, mentre almeno le chiavi del motoscafo gliele avrei fatte trovare altrove. Avrei creato una scena per cui Ivo le ruba, oppure è la stessa Clara che escogita come rimediarle.

Altra questione per me importante da un punto di vista tecnico: dal momento in cui mi presenti un personaggio col nome proprio ("Ivo afferrò Clara") dopo non serve che tu ti riferisca a lui come "l'uomo" o "la donna" perché crei un po' di confusione.

Ho trovato alcuni refusi tra cui segnalo: "L'uomo grondava di suore" (ho riso assai) e "Ci andava fin da bambino". Non è meglio dire "ci andava da bambino?" E anche: "La strada iniziò a scendere leggermente, Finalmente..."

Stop! Ho detto tutto, alla prossima!
 
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Ceranu
view post Posted on 25/11/2014, 22:04




Ciao Filippo, grazie per il commento. Le tue sono ottime intuizioni, ma le battute a disposizione erano troppo poche per poter far tutto.
Ciao
 
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Callagan
view post Posted on 29/11/2014, 01:23




Ciao Francesco! ^_^
CITAZIONE
e attesero una trentina di secondi

Mi suona bruttina e fredda questa espressione. Eliminerei semplicemente "una trentina di secondi"

CITAZIONE
ma ad ogni caduta l'uomo si voltò e le fece cenno di riprendere la fuga

Qui sbagli tempo verbale. "A ogni caduta l'uomo si voltava e le faceva cenno di riprendere la fuga"

Il racconto si legge abbastanza velocemente, fin troppo. Tutto accade in un modo eccessivamente rapido e non son riuscito a percepire le emozioni dei protagonisti, disperazione del protagonista a parte. Secondo me, sarebbe stato più interessante se il punto di vista fosse stato quello della ragazza. Dai, è lei la vera protagonista, è lei che vive un forte conflitto interiore che sfocia nelll'omicidio del ragazzo. Questo conflitto, a parer mio, avrebbe potuto assumere il ruolo di protagonista e nascondere il fatto che la trama si riallaccia ai vari "ultima frontiera del reality" che va molto di moda in questi anni. Per carità, non è che questo tipo di trama se ben gestita non mi piaccia: mi hai ricordato The Truman Show e son contento di questo. :)
 
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Ceranu
view post Posted on 29/11/2014, 01:42




Ciao Filippo, grazie per il commento.

CITAZIONE
CITAZIONE
ma ad ogni caduta l'uomo si voltò e le fece cenno di riprendere la fuga

Qui sbagli tempo verbale. "A ogni caduta l'uomo si voltava e le faceva cenno di riprendere la fuga"

Hai ragione. Ho letto più volte questa frase, ma ero talmeno immerso nel racconto che non sono riuscito a capire cosa non andasse.
Per il cambio di pdv potresti aver ragione, ma credo che così il dilemma della donna venga fuori lo stesso. Sicuramente è meno forte, ma garantisce un minimo di stupore nel finale.
Ciao
 
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ilma197
view post Posted on 29/11/2014, 10:41




Racconto ben costruito. Si percepisce fin da subito l'ansia del protagonista e si sta tutto il tempo con il fiato sospeso. L'idea in sé non è particolarmente originale, ma il fatto che l'attenzione sia incentrata più sui personaggi che sulla trama in sé fa sì che il racconto non risulti scontato. L'unico difetto è che tutto scorre troppo velocemente. Anche per via della tensione che hai creato, uno legge tutto d'un fiato e arriva alla fine e con le idee un po' confuse sui passaggi chiave della trama e i dettagli dell'ambientazione (ho dovuto rileggere una seconda volta per apprezzare tutto al meglio).

CITAZIONE
L'uomo grondava di suore.

Scusa, ma è uno dei refusi più divertenti che abbia mai letto :lol:
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 29/11/2014, 17:28




Da un’idea non troppo originale viene fuori un racconto che ha il suo massimo pregio nel dialogo continuo tra i due protagonisti, davvero ben costruito e credibile. Molti altri aspetti sono un tantino “azzardati”, a volte inverosimili o forzati. Come ad esempio il finale con l’uomo che legge il foglietto cadendo, scena sicuramente suggestiva e molto funzionale alla trama, ma sicuramente irreale.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 29/11/2014, 23:55




Ciao Francesco

Buon racconto che ha il suo principale difetto quello di ricordare troppo da vicino storie come The Island o The Truman Show… in ogni caso, riesce ad aggiungere a queste qualcosa nel fatto che i protagonisti si direbbero coscienti del loro essere protagonisti di un reality e nella scelta finale della ragazza di non fuggire. Il racconto è piacevole e interessante (anche se necessita di una seconda lettura per apprezzarne i dettagli). Avrei forse usato il punto di vista della ragazza, per evitare, sul finale di dover far leggere il foglietto a lui mentre cade dalla scogliera e sta per morire, il che sembra inverosimile (invertendo il punto di vista, in questa scena sarebbe stata lei a ritrovarsi il foglietto in mano e avrebbe avuto tutto il tempo e la “comodità” per leggerlo.

A rileggerci
Angelo
 
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Ceranu
view post Posted on 30/11/2014, 09:49




Ciao Angelo, il tuo commento é un'analisi perfetta del mio racconto. Hai individuato sia gli aspetti positivi che le lacune. Quindi sono soddisfatto, per la prima volta dopo mesi non avete avuto bisogno della mia analisi del testo e questo è un bene. Per la scena finale, che noto non è piaciuta a molti, ho voluto mantenere un effetto cinematografico. Mi rendo conto non sia molto realistica, ma in compenso penso sia più spettacolare.
Ciao e alla prossima.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 30/11/2014, 12:19




Ciao Francesco!
Concordo con Filippo quando dice che tutto è un pò troppo facile: la chiave e il foglietto. Ma questo è solo un piccolo neo nella tua storia, dettato sicuramente dalle poche battute a disposizione. Ciò che mi piace è il senso di ineluttabilità che ammanta la storia. Quacuno scrive, decide e sceglie, manovrando le persone come burattini. Mi fa venire in mente una grossa ragnatela piena di insetti, in attesa che il grosso ragno esca dall'angolo buio e li divori.
Anche l'ultima scena, sebbene surreale, mi piace. L'ho immaginata a rallentatore... bella!

Ciao!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 2/12/2014, 17:21




CITAZIONE
L'uomo grondava di suore.

È un refuso meraviglioso, non correggerlo!
Ciao Francesco, ben ritrovato.
Bello il racconto alla Truman Show di coppia, mi è piaciuto. :)
Come commento ti hanno fatto notare che tutto è un po' troppo facile... io non avrei cambiato questi elementi della chiave del motoscafo etc. ma li avrei, per esempio, attribuiti alla mente contorta degli autori del reality, che volevano che anche la scena della caduta dalla scogliera avvenisse! Così sarebbe tutto più coerente, no?
Correzioni:
Mancano le virgole fra le due frasi, anche se brevi: «Ci uccideranno lo sai?», invece di «Ci uccideranno, lo sai?» e «Certo ma...», invece di «Certo, ma...».
“Clara grondava di sudore.” È un po’ una ripetizione visto che nel primo capoverso già “L'uomo grondava di suore.” Un motivo in più per non correggere il refuso “suore/suDore”… scherzi a parte, cerca di dare più varietà lessicale, o meglio, di evitare le espressioni fatte del tipo di “lo fissò negli occhi pochi istanti”, ne risulterebbe una scrittura più ricca.
Attento qui: o “imbottita DI farmaci DA” o “Tanto imbottita da farmaci da” suona meglio dell’omissione di “tanto”, che fa sembrare un refuso “da” per “di” (si dice “imbottita DI”).
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 2/12/2014, 23:41




L'ultima frontiera di Francesco Nucera

Ciao Francesco, non posso che farti i complimenti, tanto di cappello. Intanto il racconto è scritto in mondo chiaro e conciso dal punto di vista dello stile non mi è piaciuto solo il litigio tra i due protagonisti che mi è sembrato frettoloso e innaturale. Però l'idea del Truman show che poteva essere la più banale in assoluto in questo racconto è resa in maniera molto originale. Noi viviamo la vicenda dal punto di vista dei personaggi e siamo spettatori inconsapevoli dell show quanto loro sono ignari di farne parte. Adoro i racconti che si svelano in un unica frase lasciandoti a bocca aperta. Forse non c'era bisogno di far morire il protagonista il racconto poteva finire con la frase prima, vale a dire il colpo di scena. Comunque davvero complimenti.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 5/12/2014, 01:26




Ci sono delle D eufoniche, più d'una. Male male quando si indica uno scorrere di tempo: passarono trenta secondi, un attimo dopo (che qui non c'è, ma era per mettere un secondo esempio)... Tutte da evitare, poco eleganti. A parte questi due appunti... Il racconto mi è piaciuto molto. Riesci a celare fino all'ultimo la natura del contesto e a rivelarlo in botta unica con una semplice riga, davvero efficace. Bella anche la riflessione sui personaggi e sui loro autori, infilarla in un racconto per un contest letterario che narra di un reality è una bella intuizione. Lo stesso tema è presente in modo intelligente: l'isola è il reality e solo gli spettatori possono averne un'idea reale (nella sua finzione). Un lavoro molto buono.
 
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12 replies since 25/11/2014, 00:59   125 views
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