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Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti

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zephiross
view post Posted on 23/12/2014, 00:22




"Caro Babbo Natale..."

Il dolore lo strizzò nella sua morsa.
Prima c’era la tv spenta, l’ultimo sorso di birra prima di andare a dormire. E poi quel tonfo, la nuvola di fuliggine, davanti al camino. Uno scherzo idiota o un gatto ubriaco, aveva pensato, finché la cenere, anziché depositarsi, aveva invaso tutta la stanza spegnendo, come candele al vento, ogni lampadina accesa.
Il buio lo aveva assaltato come un branco di lupi famelici. Aveva urlato e non aveva udito la propria voce. Le tenebre se l’erano mangiata.

"...quest’anno non voglio che mi porti niente. Da quando la mamma non c’è più, papà è cambiato. Non ride mai e urla soltanto, contro la tv e contro di noi. E beve. Io mi nascondo sotto al letto quando lo fa. Ho paura."

Era riverso a terra, e ogni movimento era una sofferenza atroce. Caldo sulle sue vesti... sangue? Non vedeva nulla e si ripeteva che era un sogno. Eppure il dolore era reale, fin troppo. Urlò ancora, e di nuovo l’oscurità si divorò il suo terrore. Tutto ciò che sentiva era un ronzio assordante, come se l’ambiente fosse solcato da taglienti lame di vento e cenere.
Dal nulla, quella voce terrificante rimbombò nella sua testa.

"Anche Tommy... Quando torno da scuola, è sempre nascosto nell’armadio, a piangere. Ha dei segni viola sulle mani, sulle braccia, sulla faccia. Quando gli chiedo chi è stato, mi dice che è l’Uomo Nero."

"TI ASPETTAVI UN ELFO, RUBANOMI CHE NON SEI ALTRO?"
Al buio s’affiancò il tanfo. Marciume e sangue, sterco e polvere. L’uomo gemette e i suoi calzoni divennero caldi d’urina.

"Papà non fa nulla. Gli ho detto di scacciare l’Uomo Nero ma mi sgrida sempre, dice di "non raccontare a nessuno di Tommy e dell’Uomo Nero". Non capisco perché."

Il pigiama si strappò in più punti, il freddo lo colse e il dolore crebbe. Infine l’uomo capì. Quell’orribile suono non era di stoffa che si lacerava. Era la sua carne. La tenebra se lo stava mangiando vivo. Ululò, più che gridare, ma la voce cavernosa coprì ogni suono. Una risata che pareva un ringhio.

"Allora lo chiedo a te, so che puoi esaudire qualsiasi cosa. Ti prego, caro Babbo Natale, manda via l’Uomo Nero. Non voglio che il mio fratellino pianga ancora."

"NON LO SAPEVI? TUTTI GLI SPIRITI GLI DANNO UNA MANO, QUESTA NOTTE. IO CI RICAVO ALMENO I BAMBINI CATTIVI CON CUI RIEMPIRE IL MIO SACCO. MA ADESSO SONO QUI PER UN REGALO. CI TENEVO DAVVERO, A CONSEGNARLO DI PERSONA!"
Il panico gli soffocò la voce. Il dolore lo inglobò, lo avvinse, divennero un tutt’uno. Il suo corpo scottava di sangue. Poi qualcosa gli piovve addosso, schiacciandolo.
Un sacco.
Nero.

"Tommy è sempre stato bravo, premia almeno lui, se non vuoi fare contenta me. Non sa ancora scrivere, così te lo chiedo io al suo posto. Fallo, e sarò una brava bambina.
Con tanto affetto, Maggie."
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/12/2014, 23:59




Ciao Eleonora e ben ritrovata.

Ottimo racconto anche questo: ritmo molto ben gestito, con l’alternanza di avvenimenti e della lettera che guida il lettore nella comprensione di ciò che sta accadendo. Il vero mostro qui non è l’Uomo Nero, ma il padre che riceve ciò che si merita. Se vogliamo trovare un difetto al racconto, che all’inizio non è subito chiaro che chi ha scritto la lettera non è lo stesso personaggio che è in attesa (d’accordo, da una parte c’è un uomo adulto che beve la birra e chi scrive è una bambina, ma questo all’inizio non lo sappiamo e porta a immaginarsi una cosa e poi cambiare la propria immagine mentale da un certo punto in poi)… ma si tratta di un’inezia.

A rileggerci e Buon Anno
Angelo
 
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Ceranu
view post Posted on 30/12/2014, 19:30




Ciao Eleonora, è stato un piacere leggere il tuo racconto. Per ora penso che sia il più originale. Bella la semplicità con cui hai scritto la lettera della bambina, hai colto appieno lo spirito dei bambini. Il racconto è un mix commovente e inquietante. Complimenti.
L'unica nota stonata è la parte gridata dall'uomo nero. L'ho trovata un po' forzata, troppo infodump. Ci stava la spiegazione del perché l'uomo nero fosse lì, ma sarebbe stato più credibile una frase di compiacimento. “DOVREBBE DARMI TUTTI GLI ANNI QUESTI DONI DA PORTARE” una cosa così. Certo rimane un ottimo lavoro.
Ciao
 
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zephiross
view post Posted on 30/12/2014, 19:44




Grazie a entrambi per i commenti ^_^

@Ceranu: in realtà l'Uomo Nero dà una mano non per portare doni ma per, appunto, punire i bambini cattivi portandoseli via. In questo caso, trattandosi di una "faccenda personale" (il padre che lo usa come scusa per le botte al figlio), sta facendo un'eccezione: un regalo e al contempo il sequestro di un "bambino cattivo". ;) La frase che hai suggerito è incisiva ma non sarebbe stata appropriata, in tal senso. Comunque sia, ho capito cosa intendi, ne farò tesoro e ci starò più attenta per il prossimo Minuti Contati :D
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 3/1/2015, 15:59




Un gran bel racconto, il ritmo è gestito alla perfezione d il linguaggio è semplice è scorrevole. Bene e male si confondono o meglio due mali a confronto portano ad una sorta di giustizia. Questa è la cosa che mi ha colpito di più in assoluto. Per questo non mi è piaciuto lo spiegone finale. Forse sarebbe stato meglio lasciar più libertà interpretativa al lettore, lasciando qualche punto interrogativo. Ma a parte questo davvero un ottima prova!
 
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Serena Aronica
view post Posted on 5/1/2015, 14:21




Ciao Eleonora!
La tua storia è veramente ben congeniata. Mi piace l'alternanza che hai creato e che scandisce tutto il racconto. Bello l'uomo nero che la butta sul personale e si piomba giù dal camino per dare una bella strigliata al pessimo padre... però anche a me la spiegazione finale risulta un pò stridula, lo avrei lasciato più sfumare ma sono solo gusti personali.
Comunque una bella storia!

Ciao!
 
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Peter7413
view post Posted on 5/1/2015, 14:26




Ottima l'idea, declini il tema in maniera originale e da lì parti per sviluppare un racconto capace di vivere di vita propria in cui l'HORROR CHRISTMAS CAROL non sembra infilato a forza, ma perfetto nella sua naturalezza. Manca qualcosa nella caratterizzazione del protagonista, mancano i suoi pensieri da adulto, la sua grettezza d'animo, il suo infierire sui propri bambini ed è per questo che anch'io, al pari di Angelo, ho dovuto riprendere la lettura, concentrarmi per capire chi fosse. Nulla di impossibile da aggiustare e ci sta che con il tempo limitato di MC non ci sia la possibilità di una revisione più accurata per finalizzare. Un ottimo ritorno il tuo, brava e complimenti.
 
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Ozbo
view post Posted on 6/1/2015, 00:24




Ottimo racconto, ben scritto e originale. Mi ha tenuto incollato alla riga. Gestita benissimo l’alternanza lettera a Babbo Natale e vicenda. La costruzione intriga e porta il lettore a seguire la vicenda narrate e si risolve alla fine senza lasciare dubbi. Unico appunto che mi sento di fare … il tema. Sarò fissato ma, secondo me il canto, in qualsiasi forma, avrebbe dovuto manifestarsi.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 6/1/2015, 11:01




Un bel racconto in cui l’elemento “horror” ha una duplice valenza: quella formale costituita da una serie di immagini, colori, suoni, tipici del genere e quella più profonda costituita da quanto la storia lascia intendere pur senza dire troppo. La seconda delle due è quella che spaventa di più: ciò che accade a Maggie e a Tommy fa paura davvero e stride esattamente come stridono insieme le parole “christmas” e “horror”.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 7/1/2015, 12:14




Ciao Eleonora, buon anno! :)
Brava, buon racconto! Ci trovo solo un problema: mischi parti efficaci, in cui mostri e ci fai provare le cose, a parti in cui ci dici le cose, e allora rovini il buon lavoro costruito con il tuo show, don't tell.
Per esempio:
CITAZIONE
Era riverso a terra, e ogni movimento era una sofferenza atroce. Caldo sulle sue vesti... sangue?

È efficace, è costruito per immagini che ci fanno immedesimare e provare il dolore e il terrore.
Invece:
CITAZIONE
Urlò ancora, e di nuovo l’oscurità si divorò il suo terrore.
[...]
Dal nulla, quella voce terrificante rimbombò nella sua testa.

Questi passaggi sono deboli, sono "raccontati", non "mostrati", e soprattutto usi il sostantivo terrore e - orrore! - a poca distanza anche l'aggettivo terrificante...
Non dirci che una cosa era "terrificante"... facci provare il terrore attraverso i dettagli e ciò che descrivi! show, don't tell.
Capisci cosa intendo dire? È fondamentale e sei capace, sei brava, perché in alcuni passaggi sei molto efficace e fai venire la pelle d'oca... ma in altri rovini tutto perché cadi in un errore fatale.
Alla prossima! Bella prova! :)
 
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9 replies since 23/12/2014, 00:22   121 views
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