1 - “Scatola” di Roberto Bommarito
2 - “Elfo dei boschi” di Maurizio Bertino
3 - “Eredità” di Fabio Giannelli
4 - “L’ora buca” di simolimo
5 - “Per una bella gnocca” di Luigi Locatelli
6 - “Insieme” di Viola Lodato
7 - “Celato” di Marco Fronzoni
==== Commenti ====
* “Insieme” di Viola Lodato
Il tema è centrato. La drammaticità della scena iniziale cattura e l’essere fluttuante non disturba: è abbastanza ambiguo da risultare interessante. Forse ci si aspetta un angelo, ma le sue richieste particolari prefigurano un Pantheon differente. I dialoghi sono serrati e si segue il filo del discorso fino alla fine dove, però, il colpo di scena conclusivo lascia sconcertati. Non si capisce su quali basi il padre creda di ritrovarsi con il figlio dopo la morte, infatti, immaginando un aldilà separato nei consueti Inferno e Paradiso, non c’è motivo di credere che anche il figlio debba essere condannato all’Inferno, come il padre suicida. D’altra parte, non c’era abbastanza spazio per spiegare tutto per filo e per segno, perciò il racconto risulta comunque apprezzabile.
* “Celato” di Marco Fronzoni
Molto bella l’atmosfera che hai saputo creare all’inizio del racconto, tiene col fiato sospeso ed è angosciante. Non ci sono molti punti di riferimento, quindi il protagonista potrebbe essere chiunque o anche qualunque cosa e sono stato disorientato nella seconda parte: non so perché, ma a un certo punto mi ero quasi convinto che si trattasse di un topolino che si nascondeva da un gatto, o qualcosa del genere. L’epilogo mi ha davvero spiazzato e devo dire ha sgonfiato l’intero racconto. Forse l’intento era quello di strappare un sorriso, ma è stata più grande la delusione di non leggere un finale all’altezza della prima parte. Peccato, perché l’incipit mi ha veramente convinto.
* “Eredità” di Fabio Giannelli
Molto bello. Un conte Ugolino in salsa fantasy. I protagonisti, alieni (o una sorta di vampiri?), sono nelle stesse condizioni di dantesca memoria. In questo caso il padre si sacrifica per prolungare l’agonia del figlio, in vista di una possibile soccorso che, non si sa, potrebbe arrivare. Non è ben chiaro (almeno per me) perché si trovino in prigione e in cosa consista l’atto di coraggio del figlio, ma la situazione è definita e drammaticamente delineata. Il linguaggio suona un po’ troppo retorico, però non stona nel contesto del racconto, soprattutto per l’ambientazione “esotica”.
* “L’ora buca” di simolimo
Racconto carino. Molto stereotipato, ma ironico e godibile. Non dico d’aver avuto un’insegnante d’inglese di questo tipo al liceo, ma il terrore che suscitava era quasi paragonabile
Forse il limite del racconto rimane solo nel tema, che non mi pare sia stato molto centrato: rimane in secondo piano, sovrastato dalla conclusione con le scenette delle risposte “divertenti” inventate per la disperazione. A parte questo, è scritto bene e si legge con piacere e, forse, suscita anche in altri lettori il ricordo (estremizzato) dei trascorsi scolastici.
* “Per una bella gnocca” di Luigi Locatelli
Un racconto che cerca di divertire e di stimolare l’interesse del lettore. Il fatto che non si riesca a capire quale sarà il colpo di scena che ci sarà riservato è un punto a favore. Il finale non è purtroppo allo stesso livello della preparazione, infatti mi aspettavo qualcosa di più, anche se non avevo idea di cosa sarebbe successo. Col senno di poi, forse si poteva aspettare qualcosa del genere. La scrittura è efficace e pungente quanto serve, mentre il linguaggio usato regge bene la situazione e l’ambiente “malfamato”.
* “Elfo dei boschi” di Maurizio Bertino
Bellissimo racconto. Il tema non è reso evidente, eppure è ben presente tra le righe e nella conclusione. Ottima la preparazione: sembra proprio di trovarsi in un classico del genere fantasy, e non in un’evasione dalla realtà. Quando si comincia a intuire ciò che sta avvenendo, si apprezza ancora di più la prima parte di preparazione. Un ottimo lavoro, anche tenendo conto del poco tempo a disposizione per pianificarlo e per scriverlo. Il tema, come dicevo, non sembra centrato, ma la pazzia è effettivamente la risposta del ragazzo (ciò che è disposto a fare) per “sfuggire” dalla sua realtà.
* “Scatola” di Roberto Bommarito
Bellissimo, struggente, vero! Non c’è storia: è il migliore dei racconti che ho letto. L’atmosfera che hai saputo ricreare, le motivazioni esistenziali che spingono il protagonista, il destino cinico e baro: c’è tutto e tutto è compresso in 2.5k che sembrano, però, dilatarsi nella vita descritta da un intero romanzo. Perfetta l’ambientazione, che risulta essenziale, ma allo stesso tempo familiare. Penso proprio che la Jackie ti chiederà di pubblicare anche questo sulla sua rivista: diventerai un ospite fisso