Bloody Mary
Almeno cinquanta ospiti avevano visto Maria al party, mentre il marito veniva ucciso dall’altra parte della città. Maria aveva previsto proprio tutto, le doverose lacrime durante l'intervista della polizia, l’appropriata reazione alla notizia, il giusto dolore. Era stordita. Il suo mondo era finito. Non poteva essere consolata. Quando alla fine gli amici la lasciarono da sola di fronte alla sua insistenza, per riposare e piangere, lei si versò un drink, sospirò e finalmente si concesse un piccolo sorriso soddisfatto. Poi un colpo alla porta. Potrebbe essere lui. E volere i suoi soldi... ma Maria non li aveva. Non al momento.
«È aperto» annunciò la donna.
Rama Turankhestazamun entrò nella stanza e riscosse la sua ricompensa.
«Non ora.» disse Maria sorseggiando il Martini «Colosseo. Stanotte alle 11. Manderò qualcuno a consegnarti i soldi. Uno scienziato italo-egiziano che esce da qui con una valigia colma di verdoni potrebbe destare sospetti.»
Turankhestazamun alzò le spalle.
«Ora o tra 4 ore, non fa differenza. Basta che quella somma mi arrivi nelle tasche. Ti avviso, Maria Savieri, che se cerchi di fare la furba con me, te ne pentirai. Amaramente.»
Maria esibì un sorriso di falsa innocenza.
«Non ci proverò nemmeno, a ingannarti. So che conservi le prove del nostro accordo. Cosa sono, poi, 10.000.000 euro in confronto a tutto il patrimonio di Antonio, ora diventato mio?»
Turankhestazamun inarcò un sopracciglio.
«Per essere una donna, sei abbastanza intelligente.»
Maria posò il Martini e, con fare sensuale, si protese verso Turankhestazamun.
«E tu, per essere un uomo, sei troppo burbero con le donne giovani e belle come me.»
L'italo-egiziano agitò una mano.
«Risparmiati questa fatica: il sesso non mi attrae. Mi importa solo il denaro.»
Maria riprese a bere il suo drink indirizzandogli uno sguardo focoso.
«Come coppia non ce la saremo cavata male, Rama: abbiamo gli stessi interessi. Un marito come te non l’avrei mai ucciso. Un conto è Antonio, vecchio e brutto, un altro conto sei tu, giovane e attraente.»
Lui fece una smorfia.
«Dimentichi forse il particolare più importante: non sono ricco. Lo sarò solo con i soldi che mi darai.»
«Già.» sospirò Maria scolando l'ultima goccia di Martini.
Che fortuna aveva avuto quello scienziato da quattro soldi nel riuscire a inventare il Mortem, un virus micidiale che uccideva un uomo nel giro di 2 ore, agendo sul cuore della sua vittima e provocando un infarto anche a chi non aveva problemi cardiovascolari.
Attraverso un processo di autodistruzione eliminava, poi, tutte le tracce della sua presenza, e la scienza non era capace di rilevare nulla che dimostrasse che l'uomo non fosse morto per cause naturali. Proprio l’arma costruita su misura per uccidere Antonio.
«Spero che funzioni, il tuo virus.» mormorò Maria.
«Il Mortem ha già funzionato.» replicò irritato Turankhestazamun, orgoglioso della sua invenzione «Tuo marito è morto e la polizia non sospetta un omicidio.»
Maria si alzò e andò al lounge bar all’angolo della stanza. Si versò un altro Martini e preparò un drink anche per lo scienziato.
«Cos'è?»chiese Turankhestazamun quando lei gli porse il bicchiere.
«Bloody Mary.»
«Alla salute?» propose l’uomo.
Maria scosse la testa. «Alla ricchezza.» brindò.
«Alla ricchezza.» ripeté Turankhestazamun.
Due vetri tintinnarono di morte e quattrini.
Maria amava troppo il denaro. Lo amava a talpunto da essere disposta anche a uccidere.
Aveva già ucciso suo marito, versando una goccia di Mortem nel suo vodka, e tra poco lo stesso inventore del Mortem sarebbe morto per mano sua.
Rama Turankhestazamun sapeva troppe verità su lei, era l'unico che aveva conosciuto il suo lato oscuro, sempre sepolto tra occhi da cerbiatta e sorrisi d'agnello.
Lasciarlo in vita significava liberare una mina vagante.
Ammazzarlo era una scelta giusta. E non avrebbe dovuto neanche sborsare 10.000.000 euro.
Due ore dopo, fu trovato morto lo scienziato italo-egiziano Rama Turankhestazamun.
Causa del decesso: un infarto.
Edited by Krysstal - 18/7/2011, 15:13