| Almeno cinquanta ospiti avevano visto Maria al party, mentre il marito veniva ucciso dall’altra parte della città. Maria aveva previsto proprio tutto, le doverose lacrime durante l'intervista della polizia, l’appropriata reazione alla notizia, il giusto dolore. Era stordita. Il suo mondo era finito. Non poteva essere consolata. Quando alla fine gli amici la lasciarono da sola di fronte alla sua insistenza, per riposare e piangere, lei si versò un drink, sospirò e finalmente si concesse un piccolo sorriso soddisfatto. Poi un colpo alla porta. Potrebbe essere lui. E volere i suoi soldi... ma Maria non li aveva. Non ancora. Confidava nel buon senso. Mentre si avvicina alla porta si augura che non sia lui. Dallo spioncino scorge l’uomo. Presume che sia l’uomo. Cappello scuro a tesa larga, occhiali da sole, bavero del soprabito fino al naso. Teme che sia lui. - Chi è? – la voce di Maria trema – Chi è? – ripete. - Ho pensatò bené di comunicarlé alcune cos di person. Maria riconosce l’accento francese. - Cosa ci fa qui? - Signorà Maria apra! – accompagna le parole con colpetti sempre più insistenti alla porta – Non voglio crearle problemì. Maria apre. L’uomo entra. Si dirige verso lo studio. Maria fatica a restare lucida. - Non ho ancora i soldi per il suo compenso... – riesce a dire d’un fiato –... è comunque da folli scoprirsi in questo modo… L’uomo ricompare. Sorseggia da un calice. Maria riconosce il colore del liquore alle erbe che tanto amava Leo. Il suo, un tempo, tanto amato Leo. - Sa – l’uomo si accomoda, sulla poltrona preferita da Leo – non sono venutò per il compenso. Maria sente un disagio crescente. L’ansia le offusca la vista. - Sono venutò per raccontare una storià. Maria si lascia cadere sulla poltrona di fronte all’uomo. Ha le vertigini. Le mani sudate. Una smorfia d’incredulità e spavento le segna il volto. - C’è un uomò che sta cercandò un modò per cambiarè identità. Fra le varie motivazioni non ultimà la certezza che la moglie lo vuole mortò. Quest’uomo incontra uno che sembra il suo gemellò monozigot. Identicì. Il caso vuole che è un poveraccio dimenticato dal mondo. L’uomo che vuole disfarsi della sua vità approfitta della situasione. Propone al suo sosià, dietro lautà ricompensà, metà in anticipò, uno scambiò di person, così, per giocò, per un paiò di settimane. Maria ascolta senza quasi respirare. - Che la moglie lo vuole morto – prosegue schiarendosi la voce – è sicuro. Ha le prove che la cara mogliettina ha assoldato un sicario - Maria nota che non ha più l’accento francese – registrazioni di alcune telefonate. Che buffo! Una trama fantastica. – le ricorda una voce conosciuta - La moglie ricca e infelice, che non tollera di essere tradita. - una voce familiare - È furiosa di gelosia, per questo brama la morte del marito: è un classico Tutto sembra funzionare. Lei ha un alibi perfetto. Nessuno sospetta. Mai lei ha detto o fatto qualcosa che potesse far capire quali erano i reali sentimenti nei confronti del marito. Poi recita la parte della vedova inconsolabile, il tempo di intascare l’assicurazione, liquidare l’esecutore della soluzione del suo problema e iniziare una vita nuova, e ancora più ricca. Che avida! Ma, domando: lei sa chi è davvero il marito? Qual è la vera ragione per cui il marito rimane di tanto in tanto qualche giorno lontano da casa? Forse ha un’amante? Due amanti? O forse per lavoro? Domanda cruciale: che cosa realmente fa per guadagnare tanto da poter permettere all’amata e fortunata consorte la vita che conduce? Senza rendersene conto Maria esclama: - Leo! L’uomo, con gesti misurati e lenti, posa il bicchiere sul tavolino, si toglie il cappello e gli occhiali. - Maria – le sorride – sembra che hai visto un fantasma! Maria, immobile, lo osserva mentre estrae dall’interno del soprabito una pistola e con calma infila la mano destra nella tasca del soprabito. Catatonica segue ogni gesto. Leo avvita il silenziatore. Punta la pistola fra gli occhi di Maria. - Io sono già morto. Ora tocca a te.
Edited by TRIPTIL PAZOL - 13/7/2011, 21:26
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