Nero Cafè Forum

Il mercante, di Locatelli Luigi 3966 battute

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view post Posted on 18/7/2011, 12:16
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Martin Sileno

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Almeno cinquanta ospiti avevano visto Maria al party, mentre il marito veniva ucciso dall’altra parte della città. Maria aveva previsto proprio tutto, le doverose lacrime durante l'intervista della polizia, l’appropriata reazione alla notizia, il giusto dolore. Era stordita. Il suo mondo era finito. Non poteva essere consolata. Quando alla fine gli amici la lasciarono da sola di fronte alla sua insistenza, per riposare e piangere, lei si versò un drink, sospirò e finalmente si concesse un piccolo sorriso soddisfatto. Poi un colpo alla porta. Potrebbe essere lui. E volere i suoi soldi... ma Maria non li aveva.

«Chi è?» chiese Maria con la bocca tirata in una smorfia di preoccupazione.
«Sono Silvia» rispose un sussurro dall'altra parte.
La tensione scomparve dal volto pasticciato di rimmel della donna, che sorridendo, diede un'ultima e profonda sorsata alla sua vodka.
«Finalmente. Come mai ci hai mess...»
Un colpo secco spalancò la porta facendo rotolare Silvia all'interno della stanza. Il marito di Maria se ne stava sulla soglia con la baldanza di un demonio che ha trovato la via per uscire dall'inferno. La camicia e le mani erano imbrattate di fango.
«Ciao Mary» disse con voce pacata e roca agitando una pistola.
«Che succede?» balbettò Maria. «Silvia stai bene?» pianse, mentre il bicchiere le scivolava dalla mano paralizzata dal terrore.
«Sei sorpresa di vedermi? È lei che mi ha detto quello che volevi combinare. Non avevo mai ucciso prima, sai? Devo confessarti che è stato sublime: ho avuto un'erezione nel farlo»
«Sei solo un bugiardo, Silvia non avrebbe mai... Silvia diglielo!»
«Dammi la coca che mi hai promesso, adesso!» protestò l'amica rialzandosi barcollando.
«Guardala, è una tossica. Non è nemmeno una vera lesbica. Farebbe qualsiasi cosa per una dose»
«Ho detto dammi la coca cazzo!» protestò Silvia con più forza.
«Va bene», rispose lui lanciandole un barattolino di metallo. Poi un colpo di pistola attutito dal silenziatore raggiunse la ragazza che, cadendo all'indietro, rovinò sopra un tavolino coperto di bicchieri. Il tonfo sordo del suo corpo privo di vita che impattava col suolo, si confuse con il rumore di vetri rotti. Una pozza di sangue e alcolici si allargò sul pavimento.
«Sei pazzo!» gridò Maria.
«Finiscila. Sdraiati vicino a lei e non rompere i coglioni»
«Come hai fatto a ingannare la polizia?»
«Una volta che ho ucciso il mio carnefice, ho caricato il corpo in macchina e sono andato in campagna. Ero imbestialito. L'unica cosa a cui pensavo era la tua morte, ma allo stesso tempo anche a come uscirne pulito. Così, gli ho tagliato mani e testa per ritardarne l'identificazione e le ho sotterrate lontano. Infine ho dato fuoco all'auto e a quel che rimaneva del corpo. La polizia ha trovato un cadavere irriconoscibile e un'auto intestata a me ipotizzando la cosa più ovvia: che fossi deceduto. Per le indagini non sono né vivo né morto. In questo momento stai parlando con un fantasma, io non esisto: c'è alibi migliore di questo? Sei una stupida, potevi essere felice se solo...»
«Felice? Che ne sai tu dei sentimenti di una donna? Sono sempre stata solo un oggetto per te»
«Sono un uomo d'affari...»
«Sei una merda, ecco cosa sei» disse Maria sputandogli in faccia.
«Vieni a farmi la predica adesso? Hai sempre saputo la provenienza dei soldi che spendevi, ma non hai mai disdegnato la bella vita. Ti è sempre andato bene. Non sei diversa da loro»
«Hai ragione sono una puttana, sapevo, ma poi tu hai cominciato a reclutare ragazze sempre più giovani, e allora...»
«Business»
«Alcune di loro avevano meno di nove anni!»
«La colpa non è di chi vende ma di chi compra. C'è solo una cosa non mi torna: dove hai trovato i soldi per organizzare la mia esecuzione?»
«È un problema che avrei risolto dopo la tua morte»
«E brava la mia Mary...»
Un colpo di pistola raggiunse Maria alla testa: l'ultima cosa che vide fu il marito che con un accendino dava fuoco alle tende del salotto. Poi le fiamme avvolsero tutto.

Edited by GDN76 - 20/7/2011, 22:40
 
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view post Posted on 20/7/2011, 08:24
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Martin Sileno

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Salve a te, lettore di passaggio e non, chiunque tu sia.
Sono graditi commenti, dubbi, domande, perplessità e ossevazioni di qualsiasi tipo purchè atte a consentire un miglioramento del lavoro da me svolto.
Se non dovesse esserti piaciuto quello che ti sei trovato a leggere ti chiedo di indicarmi il perchè, in ogni caso grazie per avermi dedicato un po' del tuo tempo.

LL
 
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sergio-donato
view post Posted on 20/7/2011, 08:57




Eccomi. Non ho saputo resistere al tuo appello.

Ti dico perché non mi è piaciuto il racconto.
Parto da lontano.
Ricostruendo la fabula dall'intreccio non si ottiene niente di nuovo. Il marito è un magnaccia, Maria lo vuole far uccidere perché è stanca della propria vita. Lui lo viene a sapere, uccide il sicario e poi si vendica della moglie.
È sempre brutale ridurre una fabula all'osso. Potrebbero essere distrutti anche i libri migliori. La differenza sostanziale, in questo caso, è che si tratta di un racconto di quattromila battute. All'interno di questa distanza si hanno perlopiù due modi di agire: o ti inventi la storia del secolo o la scrivi così bene che il lettore ti abbuona anche una storia non originale. C'è anche un terzo modo, cioè quello di estrarre una tematica con un significato parallelo sfruttando gli elementi di base: in questo caso la morte del marito e la complicità della moglie. L'esempio più chiaro è quello della lente d'ingrandimento. Lo scrittore non fornisce tutti i dettagli della storia, ma dà in pasto al lettore dei personaggi accattivanti, dei dialoghi non banali e mescola il tutto affinché l'amalgama risulti credibile anche se non spiegato negli ingredienti principali. A volte le parti non svelate sono proprio quelle che rendono un racconto più vero. Se ne hai la possibilità, leggi i racconti di Raymond Carver (che però con il giallo non c'entrano nulla, eh)

Tu spieghi tutto, usi dialoghi un po' telefonati, descrizioni classiche (quali: "La ragazza portandosi le mani alla gola stramazzò al suolo con un rantolo soffocato.") e alla fine del racconto al lettore non rimane nulla di veramente nuovo e dimenticherà la storia presto. Prestissimo.

Un vecchio scrittore un giorno mi disse: «Tu puoi anche raccontare dell'anziana che ritira la pensione in posta, basta che sia scritto da dio.»

Nota: al di là di tutto, mi resta un dubbio fortissimo sull'impossibilità da parte della polizia di capire di chi sia il corpo in tempi rapidi. Non mi hai convinto. Anche se fosse così, mi chiedo perché il magnaccia abbia escogitato la sostituzione d'identità rovinandosi di conseguenza la vita e costringendosi a ricrearne una.
 
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view post Posted on 20/7/2011, 10:01
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Martin Sileno

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L'idea principale era quella di non far morire il marito ma il sicario. In teoria voleva essere il colpo di scena intorno al quale far ruotare la mia storia; evidentemente il tentativo non è riuscito. Ho cercato un modo di far convivere la morte dell'assassino ingaggiato e la sopravvivenza di quella che doveva essere la vittima. Il tutto stando nelle quattromila battute e dando un movente, un'occasione e un mezzo.
Ho spiegato tutto perchè ho cercato di rispondere alle domande che in teoria dovrebbe farsi un lettore.
A quanto pare non a tutte, infatti, come hai sottolineato, a te un dubbio è rimasto.
Penso che il bello di questi concorsi è la possibilità di mettersi in gioco trovando persone come te in grado di fornire un punto di vista diverso, consigli e spunti di riflessione al proprio operato.
Ho ancora molto da imparare lo so. Ti ringrazio per la disponibilità.
 
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sergio-donato
view post Posted on 20/7/2011, 10:18




Figurati, Luigi. :)

Anzi, voglio aggiungere un'altra cosa. Ti prego, non ridurre tutto alla saccenteria. Sono solo esperienze che ho vissuto sulla pelle e che riverso quando posso per mettere in guardia gli esordienti puri o comunque chi cerca di approcciare la scrittura professionale.

Molto spesso, in questo tipo di concorsi o selezioni, leggo cose di questo tipo: «Eh! Ma in quattromila caratteri non sono riuscito a farci stare tutto e ho dovuto tagliare parti importanti.»
No. Non funziona così.
Quando si ha un limite prestabilito bisogna avere la capacità, data anche dall'esperienza, di pensare a una storia che possa essere contenuta in quel limite.
Non tutte le storie possono stare in quattromila caratteri.
Per fare un esempio più chiaro, prendo una saga che va di moda da dieci anni (ma che io odio, questo importa poco): Harry Potter.
Immagina la Rowling che per partecipare a un concorso fantasy con racconti di cinquantamila battute voglia condensare i libri scritti in una decade in un fazzoletto di caratteri. Impossibile. Al massimo può tirare fuori uno spin-off sfruttando il mondo che ha ideato affinché il racconto possa funzionare, altrimenti ne uscirebbe poco più che una semplice sinossi che ne spiega i fatti. Orrore...

Dunque, quando hai un limite di caratteri, devi sempre pensare a una storia che possa essere accettata da quel contenitore, o essere così bravo da distrarre il lettore e fargli vedere solo ciò che tu reputi importante.
Certo, puoi fallire lo stesso. La storia può non piacere, ma il lettore avrà la percezione di un esercizio non riuscito, non di incompetenza.

Edited by sergio-donato - 20/7/2011, 11:41
 
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view post Posted on 20/7/2011, 11:21
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Martin Sileno

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Spero di non abusare della tua disponibilità: ho delle domande.
A che punto del mio racconto hai smesso di credere nella mia storia?
Cosa di preciso ti ha catapultato fuori dal testo?
 
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sergio-donato
view post Posted on 20/7/2011, 11:51




Non abusi. Anzi, è così raro trovare persone gentili in internet che ti rispondo con molto piacere, a maggior ragione se penso che si è tra scrittori... Gente davvero permalosa, fidati. ^_^

Comincio dalla seconda domanda.

Cosa mi ha catapultato fuori dal testo?
Questo dialogo: «Morto? Che ingenua che sei. Lo sei sempre stata cara, ti ho sposato proprio per questo.»
Anche qualcosa di quello che lo precede.
Con questo discorso mi stai già facendo capire che userai i dialoghi in modo diretto per spiegare i valori in gioco. Mi è parso teatrale. L'immagine che riassume la sensazione (non quella del tuo racconto, eh) è un personaggio con le mani sui fianchi che ride di gola e rivolgendosi al pubblico a voce alta dice la sua battuta.
Ho fatto riferimento anche al dialogo precedente perché avresti potuto far capire solo dall'emozione di Maria chi c'era davanti alla porta, mostrando i suoi pensieri di fronte a una situazione che lei sapeva essere irreale.

Quando ho smesso di credere alla storia?
Alla fine, quando il dubbio del quale ti parlavo non mi ha fatto andare giù il fatto che piuttosto che trovare un modo per sbarazzarsi del cadavere del sicario ha inscenato la propria morte, rovinandosi di fatto la vita. Lo sai cosa ho pensato? Mi sono detto: Luigi ha dovuto fare il pari con quanto c'era scritto nell'incipit, cioè che il marito era stato trovato morto.
Non hai piegato l'incipit ai tuoi voleri, ti sei fatto piegare da esso facendoti condurre su una trama un po' traballante. Certo, la follia ha strane manifestazioni e la tua idea ci può stare, però, la sensazione che ti ho descritto quando ho parlato dei dialoghi, mi ha fatto vedere la tua scelta come un altro elemento negativo e non come una bizzaria da accettare in un racconto perfetto.
 
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view post Posted on 20/7/2011, 15:56
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Martin Sileno

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"Luigi ha dovuto fare il pari..." ahimè è stato così, hai colto nel segno.
per quanto riguarda gli artisti permalosi devo ammettere che ne ho incontrati anch'io molti e ho imparato che con queste persone è impossibile intavolare discorsi costruttivi, tanto in ogni caso sono loro ad aver ragione. Il fatto è che sono convinto che solo lavorando con umiltà si possa migliorare; se volessi scrivere solo per sentirmi dire bravo basterebbe far leggere i miei elaborati a parenti e amici.

Per quanto riguarda il lavoro attuale, sulla base di quello che mi hai detto, ho provato a sistemare un po' le cose.
grazie ancora.
 
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sergio-donato
view post Posted on 20/7/2011, 18:10




Ti consiglio queste modifiche:

Un colpo secco spalancò la porta facendo rotolare Silvia all'interno della stanza. Il marito di Maria se ne stava sulla soglia con la baldanza di un demonio che ha trovato la via per uscire dall'inferno. La camicia e le mani erano imbrattate di fango.
«Ciao Mary» disse con voce pacata e roca agitando una pistola.
«Che succede?» balbettò Maria. «Silvia stai bene?» pianse, mentre il bicchiere le scivolava dalla mano paralizzata dal terrore.


Le mie modifiche ti fanno stare nei 4000

A questo punto però lascia la faccenda del corpo trovato, è sicuramente più credibile, anche perché non fa a cazzotti con l'incipit in cui viene data la notizia della morte del marito. Le autorità non dicono a una moglie che il marito è morto solo perché hanno trovato un auto senza il corpo e soprattutto non lo pensano. Si tratta solo di un uomo scomparso.

Dài, sei ancora in tempo per cambiare, ma a questo punto non stravolgere più nulla, rischi di fare danni se non rileggi dopo il giusto tempo di decantazione.

Spero che tu riesca a leggere questa risposta per tempo.
 
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view post Posted on 20/7/2011, 20:31
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Martin Sileno

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letto e cambiato... 3971...
 
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sergio-donato
view post Posted on 20/7/2011, 20:47




Bene. :)
Metti gli accenti sui "ne" della congiunzione negativa. ;)
 
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icon4  view post Posted on 20/7/2011, 21:42
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Martin Sileno

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:P
 
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damaera
view post Posted on 21/7/2011, 21:23




Come promesso... eccomi qui!

Non riesco a ricordare bene le differenze tra il prima ed il dopo intervento di Sergio, quindi ti dirò la mia su com'è ora.
Non scrivi affatto male e si vede che cerchi la forma migliore ma ho come la sensazione che quando scrivi invece di pensare a trasmettere delle emozioni, tu provi a scrivere ciò che secondo te il lettore vorrebbe leggere.
In altre parole scrivi un copione di una cosa nella quale neanche tu credi, o meglio una cosa che vedi differentemente da come la descrivi.

Il racconto non è altalenante, mantieni sempre il medesimo stile e anche io come Sergio noto delle scene già viste, descrizioni rassicuranti perché già sentite o lette.
A volte ci sono imprecisioni

CITAZIONE
La tensione scomparve dal volto pasticciato di rimmel della donna

..dal volto della donna, pasticciato di rimmel...

oppure descrizioni troppo cartoon

CITAZIONE
Un colpo secco spalancò la porta facendo rotolare Silvia all'interno della stanza

o clichè di cose già viste e riviste

CITAZIONE
Il tonfo sordo del suo corpo privo di vita che impattava col suolo, si confuse con il rumore di vetri rotti.

CITAZIONE
«Felice? Che ne sai tu dei sentimenti di una donna? Sono sempre stata solo un oggetto per te»
«Sono un uomo d'affari...»
«Sei una merda, ecco cosa sei» disse Maria sputandogli in faccia.

E non torna la costruzione degli eventi, come ti ha già detto Sergio, non stupisce, non si lascia perdonare l'incongruenza, perchè sull'altro piatto della bilancia non c'è nessuna sorpresa ad attendere il lettore.

Marito stronzo ---> moglie scocciata che prova ad eliminarlo ---> marito ancora più stronzo

Nessuno dei personaggi si riscatta, emerge, sconvolge, fa sorridere o ridere. E' tutto molto composto ma ripetitivo. Qualche punto in più ti avrebbe fatto sforare i 4000 caratteri ma mai togliere la punteggiatura, sacrificando la sintassi in nome delle parole.
Le parole sono oceani di immagini che non sconfinano solo grazie ai punti, le virgole e agli a capo :D

Ora che te l'ho distrutto :P e perdonami! passo alle note positive.
Mi ripeto, non scrivi male, provi a costruire la scena e fai molta attenzione ai particolari, questo lo apprezzo molto.
Credo che la base ci sia, con maggiore esercizio in sfide come queste e pensando prima alle tue sensazioni e poi a cosa desidera il lettore, potrai trasmettere di più ;)
In bocca al lupo!
 
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view post Posted on 22/7/2011, 07:49
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Martin Sileno

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Grazie per l'attenzione! sei stata anche troppo diplomatica nel tuo "distruggere". :angry: :lol:

 
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13 replies since 18/7/2011, 12:16   245 views
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