Olorin |
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| L’interpretazione del tema attraverso l’immagine delle mani inguantate con materiali artificiali vari, secondo me è molto al limite, soprattutto se non viene corredata da una visione pur distorta da parte di qualche personaggio, ma orientante per il lettore. Detto questo, il racconto è molto ben strutturato, la trama è avvincente e il suo incedere, oltre ad avere un buon ritmo, ha anche quel giusto mix di evoluzione della situazione e relativi risvolti interiori della protagonista che invoglia alla lettura. Finale a mio parere troppo spiegato, troppo conclusivo quando invece la storia si prestava a lasciare in una positiva indeterminatezza, in una sorta di apertura alle ipotesi del lettore stesso, il destino di Jamina.
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