giudappeso |
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| Funziona in modo ottimo dall’inizio alla fine, rende anche la claustrofobia del protagonista grazie alle interferenze del menu a tendina e dell’insofferenza progressiva verso le mani naturali. Mi piace anche il finale, col suggerimento a una risposta adeguata, a quel punto la transizione alla forma artificiale è completa, e la claustrofobia o l’adattamento raggiungono – presumibilmente – l’apice. Quello che poi lui dirà o proverà non lo sappiamo, ma è giusto così perché lascia con qualcosa che somiglia a un retrogusto alla lettura. Ottima prova.
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