Cominci subito con un'immagine molto impegnativa, molto. Anzi, direi proprio troppo. Mi sa di una di quelle cose di cui ogni aspirante scrittore si innamora al punto di non voler rinunciarci. Eppure l'incipit del tuo racconto sarebbe semplicemente perfetto se partissi da
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Sì, l'ho fatto, e non me ne pento.
Così facendo, avresti anche avuto modo e spazio di introdurre e sviluppare meglio la lettera, che secondo me meritava un trattamento meno sbrigativo - oppure, ancora meglio, equilibrare il finale.
Ho notato poi qualche indecisione sui tempi verbali (oddio, indecisione, forse farei meglio a dire "differenza rispetto al mio gusto"), nelle parti seguenti:
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Oggi alle quattro è suonato il campanello, ho aperto e lui era lì sulla porta
=> fin qui ci siamo, anche se forse (e sottolineo forse) sarebbe stato meglio qualcosa tipo "e l'ho trovato lì, davanti alla porta"
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«Buonasera», dico. «Desidera?»
=> ecco, qui invece del presente storico avrei usato "ho detto". Certo, lo usi poco dopo, ma si può trovare un'alternativa, no? Il fatto è che ho trovato comunque un po' pesante il narrato in passato prossimo: oltre a farti sprecare preziosi caratteri (e in competizioni come queste non ce ne sono mai abbastanza!
), crea delle allitterazioni poco piacevoli. Prova a leggere il tuo racconto ad alta voce e probabilmente te ne accorgerai da solo. O forse è solo il mio gusto. Boh.
Quello che però rende debole il tuo racconto è la conclusione: intendiamoci, non l'idea in sé, Babbo Natale che voglia farsi uccidere per una delusione d'amore (non poteva farlo da solo, poi?), che anzi può avere delle potenzialità interessanti, quanto l'esposizione della stessa, e delle conseguenze. Rispetto al resto del racconto, questo che sarebbe il nocciolo, il culmine, l'idea su cui basi tutto quanto, la liquidi in poche righe. Per questo ti parlavo di "equilibrare" il finale: prova ad aggiustare testa e coda e secondo me (sempre secondo me!
) il racconto ne guadagnerà parecchio.