Nero Cafè Forum

Babbo Gelo, Fuori gara, per spirito di partecipazione :)

« Older   Newer »
  Share  
strellima
view post Posted on 30/12/2011, 00:10




Quando si alzava il vento e l'orizzonte si faceva scuro, arrivava il Babbo.
Allora anche la tundra si faceva più silenziosa, e il suo respiro trapunto di spilli correva sulla terra gelata facendosi strada lungo ogni spaccatura, ogni anfratto, sibilando sotto le porte e le fessure delle finestre tremanti, finché era notte e ogni essere vivente si trovava stretto nel pugno chiuso del buio, finché il suo alito non saliva le scale e veniva a pungerci i piedi dentro i letti.
C'era freddo, c'era sempre stato il freddo, conoscevamo solo il freddo.
Il Babbo entrava dentro la casa e la sua pelle aveva il colore di un livido.
Quelli che di noi solo un attimo prima riposavano, non appena lui spalancava la porta stavano già facendo correre le spole nei telai, muovendo le dita sui fili intrecciati dei canestri, mentre piccoli piedi nudi calpestavano la neve per accorrere a sistemare i finimenti della sua slitta e ristorare le renne.
Arrivava sempre sul finire dell'anno per portare via i nostri manufatti e per contarci.
Nel sedersi sulla vecchia poltrona di pelle con un bracciolo rappezzato si tirava su un pochino i calzoni afferrandoli per la cintura, poi incominciava.
Uno, due, tre...
Ci sedevamo uno alla volta sulle sue ginocchia, e con un punteruolo ben arroventato dalla fiamma del camino incideva a ciascuno una croce sull'interno del braccio, una per anno, fino ad arrivare a sette. Come se in quella casa persa nel nulla, in cui mai qualcuno si era spinto a bussare alla nostra porta, l'unico modo per ricordare il tempo fosse quello di segnarlo sulla carne.
… quattro, cinque, sei...
L'anno in cui decidemmo di farla finita, fu perché molti di noi avevano già sei croci sulle braccia.
… sette, otto nove...
Io stavo in piedi nella fila, e cercavo di coprire la pelle segnata delle braccia tirando le maniche della camicia da notte ormai troppo corta.
… dieci, undici...
Il punteruolo era lì, ad un palmo dal mio naso. Glielo strappai di mano e infilzarglielo in un occhio fu come spaccare una lastra di ghiaccio, volarono schegge dappertutto.
E in un attimo tutti gli altri gli furono addosso.

 
Top
Peter7413
view post Posted on 30/12/2011, 00:12




Vista la scarsa affluenza chiedo all'Aguzzino, in via del tutto eccezionale e magari con un malus leggermente più malus rispetto a quelli previsti, di ammettere il racconto di Strellima al contest.
DAI DAI DAI... :)
 
Top
strellima
view post Posted on 30/12/2011, 00:15




No Peter ma scherzi?? L'ho postato solo perché quel che è scritto è scritto, è una specie di aborto da cui ho dovuto togliere per incompiutezza la parte centrale, ho iniziato a scrivere poco prima delle undici :)
Leggerò e commenterò con piacere tutti i vostri racconti, comunque :)
P.S.: Grazie per la mozione, consideratemi una sostenitrice :D
 
Top
patriktroll
view post Posted on 30/12/2011, 00:27




Mi unisco alla richiesta di Peter!
Stefano
 
Top
strellima
view post Posted on 30/12/2011, 00:35




Nessuna pietà per noi malvagi! :D
 
Top
Peter7413
view post Posted on 3/1/2012, 19:17




Un racconto strano. Inizialmente, con nella testa il tema, ho pensato a Babbo Natale e mi è stato difficile capire chi fossero gli internati o il perché del tutto. Ho fatto passare qualche giorno e in seconda rilettura ho provato ad allontarmi dal tema e ho immaginato un padre padrone. In questa seconda accezione la prima parte è filata via meglio, ma la chiusa mi risulta ancora di difficile comprensione: perché sette anni e chi sono questi prigionieri? Bambini rubati? Da qualunque parte lo giro, insomma, mi sembra che manchi qualcosa, qualche riga di spiegazione per instradare il lettore e dare un senso al tutto. Sulla forma, niente da dire. Se Kendalen ha il talento della grande scorrevolezza, tu hai indubbiamente quello di una gran ricchezza lessicale: è sempre bello leggerti. Sul giudizio globale pesa inevitabilmente questa difficile quadratura del cerchio, ma mi sembra che ti sia approcciata a questa edizione in ritardo e con meno tempo rispetto agli altri, quindi ci sta tutto.
 
Top
strellima
view post Posted on 3/1/2012, 19:44




Grazie mille per il tuo commento Peter, l'intento era proprio quello di fare di Babbo Natale una figura negativa, temibile, un "padre padrone", come tu dici.
Ho cercato di rendere velocemente e in poche righe l'idea della prigionia, della paura e dell'abuso. I bambini (rubati e segregati), non devono oltrepassare i sette anni perché ne ho fatto l'età simbolica del passaggio dall'infanzia all'età adulta, l'età in cui si "smette a credere a babbo Natale" e all'innocenza del mondo. So bene che manca qualche passaggio, ho tranciato una parte centrale che avrebbe più dolcemente portato alla fine, ma che non ero riuscita ad agganciare bene, e postato così senza nemmeno una rilettura e fuori tempo massimo... stavlta è andata così, ma ci tenevo molto a partecipare. Primo perché era da un po' che non scrivevo, e dovevo superare un piccolo "blocco", secondo perché non voglio vedere questa fiacca, non era mai successo che fossimo così pochi! :D
 
Top
Paola B.R.
view post Posted on 4/1/2012, 16:20




Ciao Strellina,
il tuo è stato il primo racconto letto la sera del concorso, mi sarebbe dispiaciuto non vederlo partecipare. La storia ti prende, scorre, (all'ottavo rigo, dopo un discorso già abbastanza lungo, invece della virgola avrei messo punto "... sui fili intrecciati dei canestri". Avrei tolto il "mentre" e ripreso il discorso "Piccoli piedi nudi...")
Secondo me, ti sei dilungata troppo sulla parte introduttiva (che io trovo molto piacevole) e poco sul fatto vero e proprio che ti richiedeva l'Aguzzino. Andava approfondita di più la scena dell'uccisione di Babbo Natale e non limitarla alle ultime tre righe. Per capirci: non c'è un equilibrio tra la parte introduttiva e la scena richiesta.

Scusami, dopo aver visto il tuo commento alla mia storia e letto la tua, mi spieghi che differenza trovi fra l'utilizzo della prima persona singolare e la prima plurale (che hai utilizzato tu)?
Forse tutto quello che dici, nell'errore di utilizzare la prima persona singolare perchè non trasmette tutte quelle belle parole che mi hai scritto, riesce a farlo la prima persona plurale?
Sono qui per imparare e trovo molto istruttivo questo chiarimento.
Ciao, auguro anche a te un buon 2012!
Paola
 
Top
strellima
view post Posted on 4/1/2012, 17:39




Ciao Paola, innanzi tutto ti ringrazio molto per il commento.
Hai ragione sul fatto che la parte finale del racconto fosse da introdurre in maniera più morbida, non mi stupisce che si noti uno squilibrio tra parte iniziale e parte finale, dato che ho dovuto togliere per incompiutezza una parte centrale poco prima di postare (in ritardo, tra l'altro... :().

Venendo al commento al tuo racconto, ti riporto il pezzo incriminato:
CITAZIONE
Hai adottato una prospettiva in prima persona, e fin qui niente da eccepire. La prima persona è adatta a raccontare una storia in maniera immediata, ad aiutare chi ti legge a empatizzare con il tuo personaggio. Dato che si tratta della vicenda umana di un emarginato, che compie un omicidio per eccesso di difesa, raccontarla dal punto di vista di chi compie il delitto aiuta chi legge a simpatizzare per lui e ad accogliere le sue ragioni.
A parer mio però, la voce del protagonista non ti permette di articolare la storia su più piani, tanto che senza accorgertene inserisci alcune espressioni di valutazione esterna degli eventi, che un po' stonano con la prospettiva scelta:
"... qualcuno vuole svegliarmi, allontanarmi da questa benefica sensazione."
"Urlo disperato"
"sono costretto a riaprire gli occhi e il buio della mia vita ritorna esasperante"
"Colpisco, colpisco con la follia e il delirio che costantemente abbraccia la mia vita"

Forse in maniera non chiarissima, non so, intendevo dire che come tutti gli strumenti linguistici anche la scelta della persona, strettamente legata alla prospettiva di narrazione della storia, ha vantaggi e svantaggi. Quali siano questi vantaggi o svantaggi è opinabile, ci mancherebbe.
Tuttavia credo che grossomodo la scelta della prima persona -singolare, come quella che hai usato tu, o plurale come quella che ho usato io- abbia come vantaggio l'immediatezza: la storia non è mediata, appunto, dall'intervento di una terza voce estranea ai fatti, o alla storia, o addirittura impersonale, ed è immediatezza per lo scrittore che racconta (tanto è vero che la prima persona è la scelta che più frequentemente e d'istinto adottano i principianti), e immediatezza per il lettore che più facilmente entra in contatto con il personaggio.
Sia io (volontariamente) che tu (non so se volontariamente o "di getto", questo lo devi dire tu), abbiamo adottato la prima persona per "usare" questi vantaggi. Niente da eccepire, te l'ho anche scritto.
Tuttavia, come per ogni stumento, credo si debba fare anche attenzione agli svantaggi. La prima persona restringe la visuale al punto di vista di chi parla. Quindi o intramezzi il discorso del protagonista (diretto o indiretto, esternato o interiore che sia) con paragrafi espressamente narrativi, o con altri espedienti (introduzione di altri personaggi, lettere, fogli di giornale, diari... etc etc), oppure sei costretta a NON formulare riflessioni o pensieri che il personaggio narrante non sarebbe in grado di fare.
Ho cercato di sottolineare alcune parti del racconto che secondo me stridevano in bocca al protagonista, ad esempio:

"colpisco con la follia e il delirio che costantemente abbraccia la mia vita"
Mi sembra un'esternazione troppo "lucida", un giudizio troppo freddo, perentorio e cristallino per venire dalla bocca di qualcuno che appunto si dice pazzo e folle. Può essere una considerazione successiva naturalmente, dopo che "la sua vita è cambiata". Allora, se proprio ti piace, avresti potuto mettere il verbo al passato. Continuerebbe tuttavia a sembrarmi una considerazione esplicativa, una chiave di lettura dei fatti troppo estranea ai fatti stessi per uscire dalla bocca del protagonista.

"Urlo disperato"
La disperazione e in generale gli stati d'animo devi cercare di farli emergere dalle cose senza doverle dire, tantomeno facendo sì che sia lo stesso protagonista a dover autoqualificare le proprie azioni.

E così via per gli altri pezzetti del tuo racconto che ho riportato.
Spero ora di essermi spiegata un pochino meglio, tieni conto che sono solo dei "consigli" da lettrice e che di certo non ho la verità in tasca. Leggili, decidi se ti sono utili e se non lo sono cestinali :)
A presto! ^_^



 
Top
Paola B.R.
view post Posted on 4/1/2012, 18:30




Grazie per il chiarimento. Mi fa piacere constatare che quando uno scrive lo faccia col cuore, e non con le tecniche varie e fredde che dicono quella o quell'altra cosa. L'hai dimostrato anche tu, qua sopra.
E' la prima volta che scrivo in prima persona, forse perchè me la sono sentita addosso "Come hai ucciso Babbo Natale" e non me ne pento di averlo fatto. Di solito utilizzo la voce narrante esterna, se ti va di leggermi, ho postato un racconto "Olio scarlatto" nel Nero Lab di dicembre.
Ciao e grazie ancora.
Paola
 
Top
strellima
view post Posted on 4/1/2012, 20:52




Grazie a te per l'intelligenza con cui hai accolto i miei piccoli appunti, e scusami ancora se da subito non sono stata chiara. A rileggerti Paola! :)
 
Top
Longo Simonetta
view post Posted on 5/1/2012, 01:27




Ciao Strellima,
come ci siamo già dette, abbiamo avuto un'idea simile nella resa malvagia di Babbo Natale, per quanto, nel mio caso, meno diretta e più volutamente ambigua, per lasciare al lettore un senso di straniamento che lo costringesse a interrogarsi su dove stesse il bene e dove il male. Ho trovato il tuo racconto molto evocativo. Provo a spiegarmi.
Per quanto non si pronunci mai il nome di Babbo Natale, l’incipit, descrittivo e poetico al tempo stesso, evoca un’atmosfera nordica e connota perfettamente sia luogo sia il protagonista, insistendo, con un’accurata scelta di verbi, aggettivi e l’uso dosato di alcune figure retoriche (la “ripetizione” e le anafore soprattutto), sulla loro “freddezza” e durezza.
Si passa poi alla vera narrazione, la figura del Babbo-padrone emerge in tutta la sua crudeltà di persecutore, l’aria che si respira richiama quella dei lager nazisti, così come le “incisioni” sul braccio dei bambini-vittime designate. Qualcosa, tuttavia, resta non chiarito: cosa accade ai bambini dopo i sette anni? Domanda che lascia in parte irrisolto il movente dell’uccisione dell’aguzzino, e una parte della vicenda. Chi sono i bambini? Con quali criteri vengono scelti? Il simbolo della “croce” incisa ha qualche significato preciso nell’economia del racconto?
Nonostante ciò, a te vanno tutti i miei complimenti per l'abilità narrativa e la ricchezza lessicale.
Simonetta
 
Top
kendalen
view post Posted on 5/1/2012, 21:43




Ciao Strellima! Felice di leggere ancora qualcosa di tuo!
Comincio col dire che, probabilmente, tra i 6 racconti che ho letto il tuo è quello che è sorretto dall'idea che mi piace di più. Questo Babbo Natale crudele, che marchia a fuoco i suoi schiavi, e che rovescia l'idea dell'omone gioioso e amico di tutti, lascia il segno (ah-ah-ah). Così come la resa dei conti finale ristabilisce quella giustizia che il lettore spera man mano che il quadro gli diventa più chiaro. Anche il livello della tua scrittura è sempre molto buono, al netto di alcune osservazioni che vado a farti.
CITAZIONE
Allora anche la tundra si faceva più silenziosa, e il suo respiro trapunto di spilli correva sulla terra gelata facendosi strada lungo ogni spaccatura, ogni anfratto, sibilando sotto le porte e le fessure delle finestre tremanti, finché era notte e ogni essere vivente si trovava stretto nel pugno chiuso del buio, finché il suo alito non saliva le scale e veniva a pungerci i piedi dentro i letti.

=> la bombola d'ossigeno! Presto! Ammazza, sto periodo toglierebbe il fiato anche a un maratoneta! :) Mettici qualche punto, anche senza cambiarla troppo, perché di per sé la sequenza di immagini è bella.
CITAZIONE
Quelli che di noi solo un attimo prima riposavano, non appena lui spalancava la porta stavano già facendo correre le spole nei telai, muovendo le dita sui fili intrecciati dei canestri, mentre piccoli piedi nudi calpestavano la neve per accorrere a sistemare i finimenti della sua slitta e ristorare le renne.

=> ancora! Ma allora dillo che attenti ai nostri polmoni! ;)
CITAZIONE
Il punteruolo era lì, ad un palmo dal mio naso

=> d eufonica errata.
CITAZIONE
Glielo strappai di mano e infilzarglielo in un occhio fu come spaccare una lastra di ghiaccio, volarono schegge dappertutto.

=> qui non avrei usato la virgola, semmai i due punti.
Peccato solo per queste sbavature e per il fatto che sì, si vede che hai dovuto tagliare un po' troppo (addirittura tutta una parte centrale!): il lettore resta con la voglia di sapere qualcosa di più, anzi molto di più, di quello che hai scritto e questo rende il racconto per certi versi monco. In definitiva: snellisci e facci leggere il racconto nella sua forma originaria! :)
 
Top
patriktroll
view post Posted on 5/1/2012, 23:17




ciao Strellima, la mia sensazione per il tuo racconto è duplice. da un lato c'è una certa forza che passa attraverso le parole, dall'altro c'è una resa strutturale e stilistica che non mi sembra sorreggere la potenziale efficacia del testo.
infine, c'è il fatto che non vedo nella vittima un Babbo Natale ma, appunto, solo un Babbo Gelo, e che quindi il tema dato non mi sembra rispettato.
dal lato della struttura, la parte mancante senz'altro si fa sentire perché il finale arriva un po' in fretta. d'altra parte a me non sono mancate altre spiegazioni sulla situazione: in questo senso la scena mi sembra un quadretto efficace così com'è. il problema è quasi soltanto una questione di ritmo.
per quanto concerne il linguaggio, l'ho trovato sovraccarico e penso che renderlo più essenziale sarebbe una via interessante, ma questa è una preferenza soggettiva.
l'idea di questo personaggio e della situazione che anno dopo anno conduce all'inesorabile esito è interessante. non ho letto altro di tuo ma credo che in altri testi le tue immagini possano trovare un'espressione più compiuta.
a rileggerti!
Stefano
 
Top
13 replies since 30/12/2011, 00:10   152 views
  Share