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La caccia in maschera, di Marco Fronzoni

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Olorin
view post Posted on 24/1/2012, 00:34




Lesto mi nascondo dietro un albero e dopo qualche istante riesco a riprendere il controllo.
Con la schiena appoggiata al tronco mi lascio scivolare seduto a terra.
La maschera schiacciata sul mio volto mi opprime, mi soffoca; la superficie interna, morbida e liscia come gomma, non permette al calore della folle corsa di evaporare, trattiene il sudore, scalda insopportabilmente la mia faccia e ricircola il mio fiato dalla bocca alle narici.
Porto le mani alla testa in preda all’irrefrenabile impulso di sfilarmi quel claustrofobico travestimento, ma un provvidenziale guizzo di lucidità mi fa desistere con terrore dall’insano intento. Ho visto cosa accade a chi si leva la maschera prima che il gioco sia concluso o che il suo ludico destino si compia. Uno schiocco, uno sbuffo di polvere biancastra, sicuramente un veleno, e subito l’incauto giocatore si produce in un crescendo di rantoli, gorgogli, spasmi, contrazioni, emorragie e alla fine, ma una fine di quelle che sembrano non arrivare mai, giunge la morte.
Quanti ne ho visti contorcersi e spirare a quel modo?
Sette.
Altri ventotto li ho osservati uccidersi a vicenda nei modi più cruenti e orribili. Un tizio mascherato da Luigi XVI ne ha strozzato un altro che indossava la maschera di Clark Kent.
Nel momento in cui, vinto lo sgomento iniziale, mi ero affrettato in soccorso del kryptoniano alterego, sulla scena era piombato Einstein che brandendo una scimitarra aveva immantinente trafitto il re per poi venire a sua volta colpito con una mazza da baseball da una Marilyn Monroe sbucata all’improvviso da non so dove.
Quando ho intravisto Bruce Lee saltare giù dall’albero e imbracciando una motosega balzare addosso alla bionda attrice, sono fuggito.
Ho corso a perdifiato attraversando il bosco dove ci avevano liberato, cercando di allontanarmi, di salvarmi da quella follia.
E’ stato allora che irrompendo in una vasta radura, nel portico di una baita in legno ho visto Bill Gates staccare di netto la testa con un’ascia a Leonardo Da Vinci, Darwin inondare di benzina un improbabile Isaia per poi appiccargli il fuoco con uno zippo e Topolino mitragliare Spongebob.
Maria Teresa giunse anch’ella nella radura gridando a tutti si fermarsi e forse fu solo con l’intento di rafforzare il suo richiamo che si tolse la maschera rivelando un viso bellissimo, reso etereo da una candida nuvola di polvere che avvolgendolo si posò come cipria sulle sue guance e sul suo naso delicato.
I tre personaggi assistettero alla scena di morte che seguì, poi si scagliarono l’uno contro l’altro.
Ovunque volgessi lo sguardo si consumava un efferato omicidio, seguito da un altro e un altro ancora.
Lasciandomi alle spalle una lunga scia di cadaveri sono giunto infine in questa piazzola dove ho visto dei giochi per bambini. Non ho il coraggio di uscire dal mio nascondiglio.
Cosa potrei essere costretto a vedere in un tale luogo?
Eravamo un centinaio all’inizio, me lo ricordo. Donne e uomini di tutte le età, dai 18 alla settantina d’anni. Il tam-tam era partito su internet, lanciato all’interno di un nuovo social network. Giulio mi ci aveva invitato chiedendomi l’amicizia.
Quando mai mi è venuto in mente di rivelargli il mio pseudonimo.
‘La caccia in maschera’ era il titolo del role play game cui ci apprestavamo a partecipare e adesso mi do del deficiente per non aver compreso i rischi che si celavano dietro quel nome.
A mezzanotte ci siamo ritrovati tutti al campo sportivo di un paesino sperduto nell’Appennino tosco-emiliano e lì delle persone incappucciate e vestite con lunghe tuniche nere che si sono presentate come i master del gioco, dopo averci fatto chiudere gli occhi, uno ad uno ci hanno mascherato vietandoci per qualsiasi motivo di rivelarci vicendevolmente il personaggio che ci era toccato in sorte; ” pena la squalifica, se non peggio” dissero.
Seduto con la schiena appoggiata all’albero comincio a singhiozzare interrogandomi sull’assurdità della situazione, su quanto sia illogico quel che sta accadendo. Rivolgo lo sguardo al cielo quasi bianco di stelle e all’improvviso una sorta di logica invece prende forma nella mia mente, una serie di legami tra i personaggi al cui omicidio mi è capitato di assistere.
In un esercizio mentale malato, esausto mi lascio trascinare nel circolo vizioso della ricerca della soluzione e seguendo brandelli di sensazioni e indizi, alla fine dipano l’assurda matassa.
L’unico tassello che manca è quale sia il mio ruolo in tutto questo.
Improvvisamente un’ombra appuntita ritaglia una fetta di nero nel cielo stellato.
«Prego, il gioco è finito».
«Come…?» balbetto «ma io… ma voi…».
Prima che possa fare qualsiasi cosa, la maschera mi viene sfilata. In un sibilo di terrore aspiro quella che temo sarà la mia ultima boccata d’aria, ma nulla accade e percepisco solo la fresca fragranza del bosco.
Il master gira verso di me la maschera che un attimo prima mi copriva la testa e le lacrime mi rigano il volto mentre mi specchio nel candore di quel teschio.
 
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patriktroll
view post Posted on 25/1/2012, 01:29




ciao Olorin e ben ritrovato. come sto dicendo anche agli altri, in questi gg ho un tasso piuttosto basso di neuroni attivi, perciò mi scuso se non afferro tutto ciò che leggo. in questo caso non sono sicuro di aver capito il senso del racconto. il protagonista incarna la morte? è per questo che vede tutti morire? se è così, che senso ha in quanto RPG? ti chiedo lumi.
la tua scrittura è ricca e coinvolge, anche se nel racconto di un paio di edizioni fa mi sembrava più asciutta ed essenziale.
dal lato formale, sento troppi sostantivi a cui anteponi un aggettivo. di certo sono gusti, ma ti faccio il primo esempio: "non permette al calore della folle corsa di evaporare".
ti segnalo inoltre:
- "gridando a tutti si fermarsi": qui ti è sfuggito il "di".
- "In un esercizio mentale malato, esausto mi lascio trascinare nel circolo vizioso della ricerca della soluzione e seguendo brandelli di sensazioni e indizi, alla fine dipano l’assurda matassa": questa frase è un po' veloce, dice e non mostra.mi chiedo inoltre se un circolo vizioso possa essere dipanato.
- «Come…?» balbetto «ma io… ma voi…»: mi suona innaturale che uno dica una frase così.
- il flashback che ci da l'antefatto arriva in un momento di elevata tensione, così come la parziale comprensione della situazione da parte del protagonista. in entrambi i casi mi è sembrato poco credibile, ma sono pure sensazioni.
in generale vedo che scrivi bene e ti faccio i miei complimenti, anche se per le ragioni suddette non ho potuto apprezzare del tutto il racconto.
alla prossima!
 
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Olorin
view post Posted on 25/1/2012, 09:38




CITAZIONE (patriktroll @ 25/1/2012, 01:29) 
ciao Olorin e ben ritrovato. ... il protagonista incarna la morte? è per questo che vede tutti morire? se è così, che senso ha in quanto RPG? ti chiedo lumi.

Ciao Patriktroll. Corretto, il protagonista indossa la maschera della morte. A questo punto il ruolo che la sua maschera ha all'interno del gioco è lasciato volutamente aperto a varie interpretazioni. Te ne butto lì una: a tutti gli altri partecipanti potrebbe essere stata passata l'informazione che ogni volta che la maschera della morte si fosse palesata, metà dei presenti sarebbe dovuta morire per mano dei giocatori, altrimenti sarebbero stati uccisi tutti.


CITAZIONE
la tua scrittura è ricca e coinvolge, anche se nel racconto di un paio di edizioni fa mi sembrava più asciutta ed essenziale.

Vero, ma sai perché è accaduto? Idea piccola piccola in un numero di caratteri troppo grande! MC mi ha sempre aiutato a esercitarmi proprio nel senso dell'essenzialità. Grazie per evermelo fatto notare.

CITAZIONE
- "In un esercizio mentale malato, esausto mi lascio trascinare nel circolo vizioso della ricerca della soluzione e seguendo brandelli di sensazioni e indizi, alla fine dipano l’assurda matassa": questa frase è un po' veloce, dice e non mostra.mi chiedo inoltre se un circolo vizioso possa essere dipanato.

è "l'assurda matassa" ad essere dipanata.

CITAZIONE
- il flashback che ci da l'antefatto arriva in un momento di elevata tensione, così come la parziale comprensione della situazione da parte del protagonista. in entrambi i casi mi è sembrato poco credibile, ma sono pure sensazioni.

in realtà il flashback e il suo ripercorrere gli eventi arriva alla conclusione della sua fuga, quando decide di nascondersi definitivamente e rimanere seduto dietro un albero, situazione in cui lo troviamo all'inizio del brano.

Salus! ;)
 
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Artyus
view post Posted on 27/1/2012, 09:56




Bello! Bravo!
Al contrario di quanto ho scritto finora in altri commenti, il tuo stile di scrittura e la particolarità della prosa mi affascinano un po' meno: sono amante della semplicità e delle parole facili e leggere "kryptoniano alterego" mi lascia un po' perplesso anche se nell'insieme ci sta tutto! Quello che mi ha colpito è la vicenda, cone le maschere che si danno battaglia e la morte alla fine di tutto. Forse il plot non è chiarissimo, ma è molto affascinante! Complimenti!
 
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nescitgalatea
view post Posted on 28/1/2012, 10:39




Ciao Olorin,

qui riconosco una gran bella mano e questo mi piace assai. Poi, annoto, la bella fantasia che ti caratterizza, tutta la storia non soffre di dejavu o avvenimenti troppo scontati. Belle le citazioni dei vari personaggi (ottima soluzione narrativa). Nel complesso ben strutturato e dosato (forse leggermente eccessivo, per la sua lunghezza, nella descrizione dei vari incontri, ma ci sta). La chiusa ha lasciato perplessa anche me, costringendomi a qualche rilettura e non credo questo sia un merito del racconto, anzi. Ma nel complesso ho davvero apprezzato lo stile e pur non amando che questo genere di racconti vengano narrati in prima persona (obiettivamente mi da sempre l'idea che il personaggio perda di forza, come fosse lì a piangersi un po' addosso, a raccontarsi le sue paure, ma de gustibus) credo che il tutto regga, anche piuttosto bene. Una piccola limatina gli gioverebbe, magari per strozzare il ritmo, anche se il contrasto tra la velocità e la ricchezza narrativa l'ho trovato delizioso.

Grazie e ciao!
 
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Nauthiz7
view post Posted on 28/1/2012, 11:35




Ciao Marco, me lo sono davvero gustato il tuo racconto. È originale, esagerato forse, ma dopotutto “questo non è un concorso per signorine” e l'efferatezza ci sta tutta. Mi piace come lo hai scritto, a volte la scrittura è un po' barocca, ma la storia è fuori dai canoni e lo stile ben si sposa alle circostanze. Molto belle le immagini dei personaggi con cui hai arricchito la narrazione, donano un'ironia macabra alla vicenda. Il finale è ottimo: la frase misurata e quasi cortese («Prego, il gioco è finito») mette in luce ancor di più per contrasto la mattanza che si è appena consumata, l'ultima frase è perfetta - per immagini e contenuto - è la degna conclusione di un ottimo lavoro. Complimenti e in bocca al lupo!
 
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Peter7413
view post Posted on 28/1/2012, 12:27




Racconto godibile, divertente e ricco penalizzato da un finale spuntato. La rivelazione che giunge riguardo alla maschera del protagonista poco chiarisce sul suo ruolo nel gioco. Capisco la necessità di lasciare un minimo di dubbio, ma a questo punto avresti dovuto introdurre i ruoli delle maschere già prima. Nella forma attuale nulla lasciava infatti presagire che i partecipanti al gioco dovessero relazionarsi fra loro in base alle maschere che si tovavano di fronte. Che so, sarebbe stato utile, per fare un esempio, che alla comparsa di Maria Teresa di Calcutta tutti si prostrassero, tranne poi, nell'accorgersi dell'arrivo del protagonista, scagliarsi gli uni contro gli altri. A quel punto il disvelamento finale del suo rappresentare LA MORTE avrebbe avuto un senso. Quanto ti ho scritto è solo un esempio, ma in verità avresti potuto giocartela in mille modi diversi, sempre però facendo interagire fra loro le maschere in modo attivo e variegato e comunque attinente a quanto da esse rappresentato. In conclusione, il racconto è senz'altro buono, ma non ottimizzato per rendere al massimo delle sue potenzialità. Resta forte in me la convinzione che ti sia chiarito il finale troppo tardi e che poi ti sia mancato il tempo per cesellare il resto in funzione dello stesso.
A rileggerti!

Edited by Peter7413 - 28/1/2012, 13:42
 
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kendalen
view post Posted on 28/1/2012, 14:01




Ciao Olorin!
Accidenti, certo che non ti sei risparmiato, sulle maschere! :D Ho fatto un po' di fatica a leggere il tuo racconto, parti subito con una serie di frasi forse troppo ricche e che, nel complesso, risultano un po' pesanti. Addirittura, l'uso di alcuni termini mi sembrano fuori luogo, visto che narri in prima persona: è il caso, per esempio, della prima parola che usi, "lesto". Avrò conoscenze con un lessico povero, ma non ho mai sentito nessuno dei miei conoscenti usare "lesto", né io stesso lo uso mai; insomma, suona un po' arcaico sia per l'impostazione sia per il contesto (in fondo, qualche riga dopo, parli di internet, social network e giochi di ruolo).
CITAZIONE
Porto le mani alla testa in preda all’irrefrenabile impulso di sfilarmi quel claustrofobico travestimento, ma un provvidenziale guizzo di lucidità mi fa desistere con terrore dall’insano intento.

=> qui invece è un esempio di frase troppo ricca; ho l'impressione che tu abbia messo troppi aggettivi, la leggo con pesantezza.
CITAZIONE
Uno schiocco, uno sbuffo di polvere biancastra, sicuramente un veleno, e subito l’incauto giocatore si produce in un crescendo di rantoli, gorgogli, spasmi, contrazioni, emorragie e alla fine, ma una fine di quelle che sembrano non arrivare mai, giunge la morte.

=> ed eccoci a una delle mie paranoie: le frasi troppo lunghe. :)
Prosegui poi con quella che è forse la parte migliore e più divertente, la sfilata di personaggi in maschera che si ammazzano tra di loro in svariati modi.
Quanto introduci la riflessione del protagonista, che ci spiega come siano finiti lì, un po' mi perdi di nuovo. Per il flashback, invece di raccontarlo con l'uso del passato, penso sarebbe stato meglio fare uno stacco e raccontarlo al presente, come il resto del racconto (magari usando qualche escamotage grafico tipo il corsivo), per poi tornare sul presente del racconto con il protagonista che continua le riflessioni.
Il finale... beh, purtroppo il finale non l'ho proprio capito. La maschera del protagonista era un teschio: ok, era la morte? È stato lui, inconsciamente, a far morire tutti gli altri? Ti chiedo scusa, probabilmente è un limite mio.
 
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Olorin
view post Posted on 28/1/2012, 14:08




@nescitgalatea: Ciao Cristiana! Come ho già detto più sopra, la prolissità del racconto - uno dei numerosi difetti che sistematicamente affliggono il mio modo di scrivere - è figliastra dell'idea un po' rattrappita che ho messo in cantiere. Di solito in MC vivo il dramma contrario, cosa che mi obbliga a mettere sullo stendino ogni riga che scrivo... non si dice così? 'Asciugare'? :D
Anch'io di solito evito come la peste la prima persona, ma in questo caso era l'unico punto di vista che permettesse il finale.... che poi non ti è piaciuto ;)

@Nauthiz7: grazie per il commento Ilaria, positivo oltre ogni aspettativa e merito! ;)

@Peter7413: Murizio, proprio tu, piccolo essere mortale dedito al racconto delle più scellerate e turpi efferatezze, tu che reiteratamente fosti costretto alla letture delle oscenità che scrivo, davvero pensi che l'Olorin fantasywriter possa non aver - seppure in modo incomprensibile - celato quanto tu descrivi all'interno del suo brano? Ah, tu ingenuo!
Luigi XVI vs Clark Kent = nobile ricco vs povero impiegato
Einstein vs Luigi XVI = progresso vs conservatorismo
Marylin vs Einstein = Bellezza vs Intelligenza
Bruce Lee vs Marylin = Cinema d'azione vs commedia/sentimentale
Bill vs Leonardo = creatività virtuale vs cretaività materica
Darwin vs Isaia = evoluzionismo vs creazionismo
Topolino vs Spongeball = animazione moralista vs animazione dissacrante
Maria Teresa si sacrifica per non andare contro nessuno.

Le regole del gioco erano state comunicate ai partecipanti, ma raccontando in prima persona e dato il ruolo del protagonista - a lui tra l'altro sconosciuto -, dovevo rispettare la sua ignoranza anche del resto!

Dai potete anche dirmelo: sono malato o no? :D :D
 
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Olorin
view post Posted on 28/1/2012, 14:36




CITAZIONE (kendalen @ 28/1/2012, 14:01) 
ma non ho mai sentito nessuno dei miei conoscenti usare "lesto", né io stesso lo uso mai; insomma, suona un po' arcaico sia per l'impostazione sia per il contesto (in fondo, qualche riga dopo, parli di internet, social network e giochi di ruolo).

be' dai kendalen, mi fai notare 'lesto' e poi mi passi 'immantinente'? Non dirmi che tu o qualche tuo conoscente utilizzate tale termine... :P

CITAZIONE (kendalen @ 28/1/2012, 14:01) 
Il finale... beh, purtroppo il finale non l'ho proprio capito. La maschera del protagonista era un teschio: ok, era la morte? È stato lui, inconsciamente, a far morire tutti gli altri? Ti chiedo scusa, probabilmente è un limite mio.

Come ho spiegato nella mia prima risposta a patriktroll, ciò che volevo comunicare era l'esitenza di un legame tra il ruolo del protagonista nel gioco e le morti cui aveva assistito, nonché la sua presa di coscienza di tale responsabilità. A mio parere - ma evidentemente solo mio :P - come questo legame si dettagli, non ha importanza, tanto che nemmeno a lui viene formalmente illustrato.
 
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kendalen
view post Posted on 28/1/2012, 14:53




CITAZIONE (Olorin @ 28/1/2012, 14:36) 
be' dai kendalen, mi fai notare 'lesto' e poi mi passi 'immantinente'? Non dirmi che tu o qualche tuo conoscente utilizzate tale termine... :P

Hai ragione, ma come ho scritto era solo un esempio. ;) :P
 
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Paola B.R.
view post Posted on 28/1/2012, 15:41




Ciao Olorin,
mi piace molto come scrivi: un monologo logorroico (nel senso buono), pieno di elucubrazioni che ti viene quasi da pensare: "Wow, che mente vitale il protagonista! Nel pieno di una vera battaglia all'ultimo sangue, dove l'attenzione deve stare alle stelle perchè con poco ti fanno fuori, riesce a fare tutti questi ragionamenti". Forse parlare al passato avrebbe dato più credito ai suoi pensieri approfonditi.
A parte la prima parte, quando poi si è svolta l'azione ho avuto un flashback: 'questa storia l'ho già letta!' Si è insinuato questo tarlo dentro di me. Infatti a me non ha fatto nessuna impressione la scena clue: sapevo di già che lui indossava la maschera della morte. In questi giorni ho pensato più volte a dove l'ho letta, sicuramente in un altro blog di scrittura ancora non so dirti quale. Forse sei stato tu a postarla da altre parti? Mistero.
Anche se non originale, resta sempre un racconto scritto bene.
Lesto è un termine che, almeno qui in Toscana, si usa ancora nel 2012!
Buona fortuna
Paola
 
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Olorin
view post Posted on 28/1/2012, 16:00




CITAZIONE (Paola B.R. @ 28/1/2012, 15:41) 
Ciao Olorin,
mi piace molto come scrivi: un monologo logorroico (nel senso buono), pieno di elucubrazioni che ti viene quasi da pensare: "Wow, che mente vitale il protagonista! Nel pieno di una vera battaglia all'ultimo sangue, dove l'attenzione deve stare alle stelle perchè con poco ti fanno fuori, riesce a fare tutti questi ragionamenti". Forse parlare al passato avrebbe dato più credito ai suoi pensieri approfonditi.

Ciao Paola. In realtà i pensieri vengono formulati quando lui è già in salvo seduto al riparo di un albero.
"Lesto mi nascondo dietro un albero e dopo qualche istante riesco a riprendere il controllo." Ovviamente nel corso degli avvenimenti che racconta, come il protagonista stesso dice - "non permette al calore della folle corsa di evaporare" -, se l'è solo data a gambe levate!

CITAZIONE (Paola B.R. @ 28/1/2012, 15:41) 
A parte la prima parte, quando poi si è svolta l'azione ho avuto un flashback: 'questa storia l'ho già letta!' Si è insinuato questo tarlo dentro di me. Infatti a me non ha fatto nessuna impressione la scena clue: sapevo di già che lui indossava la maschera della morte. In questi giorni ho pensato più volte a dove l'ho letta, sicuramente in un altro blog di scrittura ancora non so dirti quale. Forse sei stato tu a postarla da altre parti? Mistero.

sicuramente non stiamo parlando di un'idea originale, quindi posso tranquillamente immaginare che in giro per il web qualcosa di simile esista (non postato dal sottoscritto in ogni caso :ph34r: ). Del resto c'è anche una teresina a poker che si basa sulla dinamica descritta: ogni giocatore prende una carta e senza guardarla se l'appiccica sulla fronte in modo che ognuno possa vedere la carta altrui, ma non la propria. Quindi sapendo quanto buono sia il gioco degli altri, ma senza sapere se il proprio risulti vincente relativamente a quelli visibili, si punta. ;)

EDIT: io sono di Milano, ma i miei genitori sono entrambi toscani d.o.c.. Sarà a causa della parlata che per vent'anni ho avuto nelle orecchie che anche a me risultano d'uso comune parole come lesto e costì... :P

Edited by Olorin - 28/1/2012, 16:50
 
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