La memoria del sangue
I passi risuonarono nitidi sul pavimento insieme ai colpi del bastone. L'uomo dai capelli radi e gli occhialetti tondi non si voltò per guardare l'alto settantenne che veniva verso di lui trascinando la gamba paralizzata. Conosceva Ettore Menabuoni, la sua aria austera e la luce fredda e tagliente dei piccoli occhi chiari. Mantenne lo sguardo fermo sull'antico tomo esposto nella bacheca davanti a lui.
«Ciao, Ettore».
«Carlo», disse l'altro. «Mi hanno detto che fissi questo libro da ore parlando a bassa voce. Cosa succede?».
Carlo sospirò.
«Dunque neanche tu senti la voce».
Ettore scosse la testa.
«E invece lei mi parla».
«Chi?»
«L'autrice di questo libro. Fu arsa viva con l'accusa di stregoneria».
Menabuoni fissò il vecchio amico con un'espressione indecifrabile.
«Organizzare questa mostra ti ha stancato», disse poi.
«Sai Ettore, si narra che lo stampatore di questi libri fosse a sua volta un iniziato alle arti magiche e che, nel preparare a mano la carta per i suoi libri, vi unisse una tintura ricavata dal sangue degli autori».
«E quindi?»
«Lei dice che il sangue contiene una traccia dell'anima di colui a cui è appartenuto».
«È per questo che sei qui? Perché una strega morta secoli fa ti sta parlando?»
Conoscevo la personalità di ogni pianta. Menabuoni si voltò. La voce sembrava provenire da un libro dall'altra parte della sala.
A volte gli spiriti della terra si manifestavano a me, e per loro intercessione comprendevo le proprietà dei metalli.Ettore andò verso la teca.
So che tu puoi comprendere. Solo chi ode può, e chi può, ode. E io ho atteso così tanto tempo.Menabuoni si grattò la testa e poi decise che in fondo non c'era niente da perdere a provare.
«Ti ascolto».
Per quattro giorni Carlo ed Ettore si rifiutarono di uscire dalla sala, accettando solo che gli venisse portato ogni tanto del cibo. Quando i giornali pubblicarono la notizia dei due anziani che parlavano coi libri, questo anziché ostacolare il successo della mostra, la trasformò da evento per pochi interessati in meta di pellegrinaggio per curiosi. Nel tardo pomeriggio del quarto giorno, quando Ettore ebbe finito di ascoltare l'ultima rivelazione, vide Carlo lì accanto ad attenderlo. Lo fissò negli occhi, incurante del gruppo di visitatori che li osservava.
«Lo so», rispose l'altro come se gli avesse letto nel pensiero. «Non c'è posto per tutto ciò, in quest'epoca».
«Dev'essere tramandato, in attesa che i tempi siano maturi».
«C'è un solo modo. Lo stesso».
Quando uscirono trovarono alcuni giornalisti ad attenderli.
«Cosa ci hanno raccontato i libri? Oh, solo storie di gnomi e folletti, ma straordinarie. Le pubblicheremo».
Le anime del bosco uscì veramente qualche mese dopo, ma gli altri due libri, quelli veri, furono stampati in una sola copia ciascuno su una carta pregiata il cui candore era costellato a tratti da piccole macchie rosso scuro.