Nero Cafè Forum

Il caso tubero

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Kutaki Arikumo
view post Posted on 17/3/2012, 09:12




Carezzando i sottili baffi, Freddie Tarantino, osservava, con attenzione, il corpo impalato a testa in giù in attesa della scientifica.
- Eh, mio caro, che brutta fine che ha fatto questa ragazza. Non la augurerei nemmeno a mia suocera – diceva il Maresciallo Marrone
- Ha proprio ragione – rispose il detective con fare divertito – ma quando cazzo arrivano questi scienziati in divisa?
- Freddie, Freddie, non ti agitare, staranno per arrivare.
Un crossover di grossa cilindrata si fermò a poche centinaia di metri con i lampeggianti attivi. Con fare pomposo, i quattro agenti scesero dal SUV, in vestito e con gli occhiali scuri. La notte precedente era stata molto piovosa.
Con molta difficoltà, quelli della scientifica, raggiunsero la scena del crimine, il fango gli arrivava fin sopra le ginocchia e bestemmiando iniziarono il loro lavoro.
Tarantino e Marrone seguivano le scene con molta concitazione.

*



L’umido ufficio della caserma ospitava il maresciallo, il detective Tarantino e l’appuntato Millefiori.
- Queste, come potete vedere, sono le fotografie scattate dalla scientifica – iniziò il maresciallo Marrone – ciò che risalta subito all’occhio sono la testa sotterrata, il corpo seviziato e piantato ad un palo, come una crocifissione al contrario e la nudità della donna.
- Benissimo maresciallo, ma sappiamo qualcosa riguardo la vittima, la segnalazione del cadavere e il proprietario del podere?
- Appuntato ci renda partecipi di ciò che ha scoperto in giro per il paese.
- Bene maresciallo. La vittima si chiamava Brigida Leonelli, ventitré anni, professione studentessa. Il padre e la madre hanno dato piena disponibilità per la perquisizione della stanza della figlia e rispettivi effetti personali, stiamo aspettando il mandato dalla Provincia.
La segnalazione del cadavere è giunta tramite una chiamata anonima, voce maschile, probabilmente un uomo maturo. Il lotto dove è stato rinvenuto il corpo privo di vita appartiene a tale Giacomo Rossi, sessantenne, padre di un’amica della vittima.
Tarantino fissava l’orologio da polso, era ora di andare. Chiuse il taccuino intascandolo e dando un’ultima occhiata alle foto salutò tutti. Concordata l’ora della perquisizione a casa Leonelli si congedò.

*



Il caffè del Time era il migliore del paese e proprio davanti una tazza di quel nero caffè, Tarantino, insieme a suoi due fidati amici e all’occorrenza collaboratori, Sebastiano de Palma e Francesco Coppola, discutevano del nuovo caso.
- Potrebbe trattarsi di un serial killer – intervenne de Palma – pochi giorni fa tutti i Tg nazionali parlavano di due casi simili.
- Io preferisco escludere questa ipotesi proprio per questo motivo – lo contraddisse Tarantino – ha usato questo espediente proprio per confondere l’idee agli inquirenti, ma noi, per fortuna non siamo sbirri e non ci facciamo certo infinocchiare da un killer inesperto.
- Cosa te lo fa pensare Freddie? – chiese Coppola.
- Innanzi tutto – carezzandosi i baffi, lo faceva ogni volta che rifletteva attentamente – perché i casi, che hai pocanzi citato, sono avvenuti in zone molto lontane.
- E quindi? Non potrebbe essersi spostato in un luogo dove nessuno potrebbe cercarlo?
- Non credo proprio. Tornando a noi, caro Francesco, il secondo fattore che mi fa escludere la pista seriale è … - la conversazione fu interrotta dallo squillo del cellulare; era il maresciallo Marrone – Pronto maresciallo, dica.
- Signor Tarantino, abbiamo avuto il mandato per la perquisizione di casa Leonelli, la famiglia è stata contattata e per loro possiamo intervenire questa sera stessa, senza bisogno di aspettare domattina. E’ dei nostri?
-Certo maresciallo! Ci vediamo sul posto.
Frettolosamente raccolse le sue cose e salì sull’auto in direzione casa Leonelli.

*



L’appartamentino di tarantino era molto accogliente e davanti al camino, la sera successiva alla perquisizione, illustrava a de Palma e Coppola, le fotografie scattate nella stanza personale della vittima.
Gli effetti ritrovati e ritenuti come possibili prove erano:
un diario segreto;
fotografie della vittima insieme a un ragazzo.
- Ho condotto delle piccole indagini dopo aver letto diverse pagine del diario – diceva Tarantino – e ho scoperto che il ragazzo della foto è l’ex. I due ragazzi avevano una relazione amorosa durata diversi anni ma – si fermò bruscamente – sei mesi fa – aumentando il tono della voce – lui la lasciò per la migliore amica di Brigida, tale Marta Rossi.
- Ossia la figlia del signor Rossi – lo interruppe dePalma.
- Proprietario del podere dove è stata ritrovata la vittima – si intromise Coppola.
- Esattamente. Avete fatto centro.
- E adesso? – chiese sempre Coppola.
- Adesso niente, sono andato a casa Rossi e ho parlato un po’ con il sessantenne che mi ha fatto visitare l’intero giardino, alla fine del quale c’è una recinzione che lo separa dal terreno del cognato.
- E cosa hai scoperto? – gli chiese de Palma
- Con astuzia l’ho fregato – rispose Tarantino con un sorrisetto sulle labbra.
- E come? – domandarono in coro i due fidati amici.
- L’ho sfidato a lanciare il mio coltello vicino un albero del cognato. All’uscita del giardino, ho fatto finta di dimenticare gli anfibi messi e li ho portati con me; poco dopo mi sono recato a casa del cognato e ho chiesto gentilmente se potesse cercare i miei coltelli.
- Ma il coltello era soltanto uno – lo corresse de Palma.
- Ma tu speravi di trovare anche l’arma del delitto, o sbaglio – disse Coppola.
- Esattamente e l’uomo mi ha portato due coltelli, infatti, il mio e l’arma del delitto. Fortunatamente indossava guanti da giardiniere quindi la prova non è stata inquinata.
- E adesso dov’è l’arma?
- E’ presso i laboratori della scientifica, caro Sebastiano, insieme agli anfibi.
- E cosa c’entrano gli anfibi?
- Bella domanda Francesco. Quando li ho indossati erano pulitissimi, quindi è probabile che ci siano delle tracce di sangue perché erano quelli che portava l’assassino la sera del delitto.
- Quindi abbiamo il colpevole?
- Non ancora Seb, devo prima aspettare gli esiti e nel caso siano positivi, è certo che il campo si restringe. L’ultimo elemento sono i tabulati telefonici. Ma presto saranno nelle mie mani.

*



Passati tre giorni, dopo alcuni interrogatori, infruttuosi, portati avanti dai Carabinieri, Tarantino convocò a casa della vittima, i genitori, ovviamente, il signor Rossi e figlia, l’ex ragazzo di Brigida, il maresciallo Marrone, l’appuntato Millefiori e due sconosciuti.
- Bene, adesso che siamo tutti presenti possiamo iniziare la nostra chiacchierata – prese a dire Tarantino – e sono lieto di affermare che alla fine della nostra conversazione il colpevole dell’omicidio, denominato dai media “Il caso tubero”, sarà arrestato.
Tutti i presenti fissavano con occhi sgranati i due sconosciuti.
- Non è nessuno dei due. Loro sono due miei carissimi amici e collaboratori, il signor de Palma e il signor Coppola.
Esattamente una settimana fa, la povera Brigida perdeva la vita. Nessuno però riesce a spiegarsi il perché e soprattutto come sia potuta accadere una tale disgrazia. Ebbene, io ho il caso in pugno. Vi spiegherò come sono andate le cose.
Il signor Rossi, dopo la morte della moglie, come lui stesso mi ha ammesso, si è ripromesso di non fare mancare nulla alla figlia, diventandone anche il maggiore confidente.
Sei mesi fa, dopo diversi anni, Brigida e il suo ragazzo hanno interrotto la loro relazione, perché lui era innamorato di un’altra donna, la qui presente Marta Rossi, nonché migliore amica della vittima. Brigida, da quanto ho evinto dal suo diario segreto, non l’ha di certo presa bene e questa situazione la tormentava.
Ha provato in tutti i modi di riprendersi l’amore, ma tutto sembrava inutile.
Presso la residenza dei Rossi, ho rinvenuto un coltello insanguinato e degli anfibi puliti a lucido. Dopo averli fatti analizzare, si è scoperto che le tracce di sangue presenti su coltello e stivale, corrispondevano a quello della vittima.
Subito ho pensato che le impronte digitali dovevano corrispondere a quelle del padre. Mi sbagliavo.
- Allora corrispondono a quelle della figlia! – gridò il signor Leonelli.
- Nemmeno, la prego mi lasci finire. Indagando per il nostro piccolo paese ho scoperto molte cose e tra queste che il qui presente Roberto Giannelli, ex ragazzo della vittima, ha una voce molto grossa.
- E questo cosa vuol dire! – esclamò il giovane alzandosi dal posto.
- Questo significa che la telefonata arrivata alla caserma aveva tratto in inganno gli investigatori, perché credevano si trattasse di un uomo maturo, invece era lei che, dopo aver seviziato, impalato e soffocato la povera vittima, le sotterrò la testa, prendendo spunto dalle notizie di cronaca nera dei giorni precedenti e in seguito lanciò il coltello nel terreno limitrofo, pulì per bene gli anfibi e fece la chiamata da una cabina telefonica qua vicino, come dimostrano i tabulati.
Il giovane restò come di pietra, con la bocca aperta e in piedi. Un lampo gli passo gli occhi e accennò ad una fuga, ma il reattivo appuntato Millefiori lo bloccò in tempo.
- Si è vero! Sono stato io. Ero stufo dei suoi stupidi tentativi di riconquistarmi. Io non l’amavo più ma lei non voleva capirlo. Sono stato obbligato. Lei stessa mi ha costretto a farlo – con queste ultime parole scoppiò a piangere.

*



Il caso tubero fu il decimo caso risolto del detective Tarantino su undici.
Il mancante gli toglie ancora tutt’oggi molte ore di sonno.


Kutaki Arikumo

Edited by Kutaki Arikumo - 26/3/2012, 14:29
 
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