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Piccolo principe, di Maurizio Bertino

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Peter7413
view post Posted on 26/3/2012, 21:45




Piccolo principe

- Sei il mio bel principe - diceva la mamma - Il mio piccolo principe azzurro.
Mi accarezzava la testa e mi raccontava le storie al lume di candela. C’era una volta… E vissero tutti felici e contenti…
- Come noi, amore mio - erano le sue ultime parole prima di uscire dalla cameretta.
Ti piace la mia cameretta? Ha tutti gli agi: un letto, un comodino, una sedia e la tazza per pisciarci. Certo, è un po’ buia, così, senza finestre, ma ho la scorta di candele e se le finisco alzo un dito e tiro la catenella: c’è sempre un nano pronto a portarmene una nuova.
Dove vai? Stai ferma. Hai la pelle morbida, si strappa facilmente. Volevo fare un po’ di conversazione, sono nervoso, sai, è la mia prima volta, anche se non so bene per cosa.
Sei bella, credo. La mamma era bella, per me era bella. E tu sei quasi bella quanto lei, anche se sei diversa. Lei aveva tutte quelle rughe. Le ultime volte che l’ho vista, poi, quasi non camminava, si trascinava. Aveva il respiro lungo.
- Come stai mammina? - le chiesi una volta che aveva smesso di parlare proprio mentre mi stava raccontando la storia della fata che aveva fatto la magia che mi aveva trasformato in un bimbo speciale. Lei non rispose.
- Quando vuoi qualcosa, amore mio, tira la catenella e io arriverò - mi diceva sempre.
Quella volta era con me, ma stava zitta. La toccai e cadde dalla sedia. Mi raggomitolai sul letto e tirai la catenella, per vedere che succedeva. Arrivò un nano, tremava tutto. Non avevo mai visto un nano prima d’allora. Nelle storie della mamma ce n’erano tanti, ma non ne avevo mai visto nessuno, avevo solo sempre visto la mamma. Mi alzai e andai per stringergli la mano, la mamma mi aveva insegnato le buone usanze, ma tirai troppo e gliela strappai. Mi scusai, ma lui scappò e ne arrivò un altro al suo posto. Ci sono tanti nani al mio servizio, sai?
Perché piangi? Nelle storie della mamma ci sono sempre un principe e una principessa che s’incontrano e vivono felici e contenti. Io sono un principe, questo ho pensato. Allora ho chiesto ai miei nani una principessa. Piangi perché sei felice? Sei così piccola. Se ci penso, anche la mamma era piccola. Io invece sono grande grande…
Un’altra cosa che diceva sempre la mamma era che i principi e le principesse fanno i principini. Perché stai urlando? Urli di felicità? Sono contento che sei contenta.
E adesso spiegami come si fa, voglio fare un piccolo principe con te.

Fine

Edited by Peter7413 - 26/3/2012, 23:50
 
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Peter7413
view post Posted on 29/3/2012, 08:54




Rispondo qui a Selene.
"È discretamente spaventoso, anche se non mi è affatto chiara la situazione: lui è un gigante? O sono davvero nani gli altri? Perché la madre lo tiene segregato, e dove? E chi sono “i nani” che poi lo accudiscono? Diciamo che forse sono troppe tutte queste domande per sole 2400 battute… Nonostante questo, trovo che abbia un suo orrido fascino."

Ho disseminato le informazioni nel testo.
"- Come stai mammina? - le chiesi una volta che aveva smesso di parlare proprio mentre mi stava raccontando la storia della fata che aveva fatto la magia che mi aveva trasformato in un bimbo speciale. "
Qui dico che ha ricevuto una maledizione, anche se la madre, nonostante lo segreghi, cerca di raccontaglielo come una fiaba.

"Sei così piccola. Se ci penso, anche la mamma era piccola. Io invece sono grande grande…"
Qui dico che non solo i nani, ma anche la madre, per lui è piccola, come la principessa, mentre lui è grande grande.
Certo non potevo fargli dire "sono un gigante", è tutto raccontato in prima persona e deve passare la sua visione del mondo e di se stesso, ma ritengo che gli elementi ci siano tutti. Per lui i suoi sudditi sono nani semplicemente per il fatto che sono più piccoli e, vivendo segregato e avendo come modo di interrelazione con il mondo le storie di sua madre, ha associato i più piccoli di lui alla definizione "nani".

:)
 
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Selene B.
view post Posted on 29/3/2012, 09:24




Quello che mi dici in effetti si poteva intuire, e in parte l'avevo capito, ma il difficile per me è stato distinguere quale fosse effettivamente la realtà esterna e quali fossero invece solo distorsioni del punto di vista del "Piccolo Principe": ora mi chiarisci che siamo in un genere fantasy, dunque se lui dice "la fata", intende proprio una fata... E i "nani" sono i sudditi, e lui è davvero un principe. Questo non è chiaro, solo dalla storia, almeno secondo me.
 
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Peter7413
view post Posted on 29/3/2012, 09:31




Rispetto in pieno il tuo parere e prendo atto di questi problemi che mi sottolinei. Quella che per lui è una fata in verità è una strega eh ^_^
Attendo altri pareri, sperando che non vadano tutti in questa direzione che sennò vorrebbe dire che ho preso un grande grande abbaglio riguardo la comprensione del testo di questo raccontino. :D
 
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overhill
view post Posted on 29/3/2012, 09:56




Un racconto malato, Maurizio, davvero perverso. Ho immaginato la cameretta del “piccolo principe” e m'è venuta un filo di nausea, suggerita dal termine “pisciare” associata a “tazza”. Tante frasi piccole e taglienti, come rasoi: “Hai la pelle morbida, si strappa facilmente", Quella volta era con me, ma stava zitta. La toccai e cadde dalla sedia". Sei bravissimo in questo. Tecnicamente non mi piace il trattino prima del dialogo, e qui hai usato il "meno", quindi tiratina d'orecchi ;-)
 
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MichelaZ
view post Posted on 2/4/2012, 23:44




Santi numi, buon cielo, che impressione 'sto tizio :)
Hai un modo di descrivere le persone e le situazioni che colpisce forte sull'emotività, bravo. Ci sai fare in questo.
A questa capacità tecnica però, in questo caso, si è affiancato il difetto di un racconto non troppo chiaro. Ho letto le spiegazioni in merito alla maledizione, ora ho capito e tutto torna. Però senza la tua risposta non sarei riuscita a capire la situazione.
All'inizio la madre gli dice di tirare la catenella, che lei sarebbe arrivata, ma quando la madre muore arrivano i "nani". Mi sono trovata spaesata. Poi se i "nani" sono servitori, deve ben averne visti altri prima, o faceva tutto la madre?
Però quello che mi ha confuso di più è che la madre all'inizio gli legge delle fiabe. Questo mi ha portato a pensare che loro si trovino in un contesto reale, mentre non è così, ma non sarei proprio riuscita a pensare alla maledizione.
Poi, un po' di sconcerto anche riguardo alla cosa dei nani. D'accordo, lui è cresciuto a dismisura e le persone normali le considera appunto nani: ma parlando con la protagonista, e anche parlando della madre, non accenna a considerare nane anche loro, quindi si è portati a pensare che siano più grandi e non tutti grosso modo della stessa altezza.
Come azione non ce n'è molta, ma in un racconto così breve l'atmosfera conta di più e qua ne abbiamo da vendere, bravo. L'immaginazione non ti manca :)
 
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einna
view post Posted on 3/4/2012, 09:43




Piccolo principe

Era un po' che non incontravo i tuoi nani e ne sentivo la nostalgia!
Devo ammettere che con questo racconto mi hai un po' spiazzato: ho dovuto rileggerlo più volte per capirlo (almeno, spero di averlo capito!)
Sicuramente è un racconto di grande impatto emotivo: arrivata alla fine mi sono sentita invasa da una grande tristezza per questo povero ragazzo, segregato dal mondo e dalla coscienza distorta a causa di una donna crudele e egoista. Soprattutto non sono riuscita a odiarlo per quello che stava facendo alla ragazza.
Non ho ben capito chi siano questi nani che compaiono all'improvviso solo dopo la morte della madre, se esseri reali o prodotti della sua fantasia.
In ogni caso l'ho letto come una storia onirica e surreale ( e non so se sia la chiave di lettura giusta!), ma comunque un'ulteriore prova della tua anima poetica e del tuo stile straordinario.
 
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6 replies since 26/3/2012, 21:45   155 views
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