Gian, gran bel racconto. Forse il migliore come sostanza fra tutti quelli di questa edizione. Il contenuto è forte, un macigno, perfettamente credibile che qualcuno racconti questo episodio e lo racconti così: la brevità non è frutto di tagli ma dell'andare dritto al punto, come per togliersi un peso dalla coscienza. Davvero un buon lavoro.
Riguardo alla forma, oltre alla "d" eufonica che ti hanno già segnalato, aggiungo la maiuscola dopo i due punti, che t'è scappata, e i doppi apici nel dialogo, che non sono corretti: quelli indicano un termine a cui attribuire un significato particolare, per delimitare il dialogo servono le virgolette o il trattino.
Per quanto riguarda il linguaggio:
CITAZIONE
Ci porsero i fucili e ci sistemammo in fila, davanti al condannato.
Mi piace: dà l'idea che l'orgoglio del condannato sia tale che lo schierarsi dei soldati sia quasi un presentarsi davanti a lui, e non un assedio. Ottima frase.
CITAZIONE
Ero il più giovane di tutti e visibilmente il più nervoso.
"visibilmente" andrebbe sostituito. Il punto di vista è quello del soldato, lui non riconosce il proprio nervosismo perché lo vede, ma perché lo avverte, e questo avverbio fa un po' traballare l'immedesimazione.
CITAZIONE
Non appena il capitano iniziò ad impartire gli ordini fatali, la faccia di cane si tramutò in una maschera di panico e sgomento.
"fatali" è brutto. Finora c'è stata una scena in cui le cose più forti della vita, uccidere e morire, erano contenute in gesti asciutti come il "composto diniego" del condannato. Da questo punto in poi ci sono molti termini che sono dei cliché, o comunque usati e abusati, come il "bimbo impaurito" o il "volto solcato di lacrime" o "innocente e puro". Se riporti queste frasi al tono asciutto delle precedenti, o se per esprimere il sopravvento dell'emotività usi frasi meno note e più personali, l'effetto sarebbe molto più intenso.
CITAZIONE
sentii il crivellare di colpi abbattersi sul cadavere mentre vomitavo l'anima in terra.
In quel momento realizzai che il destino mi aveva giocato un tiro mancino, assegnandomi l'unico, vero, colpo fatale del plotone.
"crivellare" è "riempire di buchi", non è proprio corretto usato così, e toglierei anche la virgola dopo "vero", ma questo sono sciocchezze.
Questa frase va molto bene, ma prova a invertire i due momenti: prima il soldato realizza che lui è il solo responsabile della morte del condannato, e concludi il racconto con "vomitavo l'anima in terra". È bellissimo perché da una parte fa vedere quanto sta male lui, e dall'altra mostra l'anima come qualcosa di schifoso e sporco, un'immagine forte come questa va bene per la fine, rimane impressa nella mente, è un peccato diluirla con altre chiacchiere.
Complimenti, veramente buono