Nero Cafè Forum

Quando si dice... il delitto perfetto!

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mattiacozzolino
view post Posted on 28/3/2012, 10:06




Lo so, lo so... un titolo troppo banale, vero? Ma è proprio quello che è accaduto poche settimane fa al mio eccentrico ma simpatico amico Frido Cabras.
Io e lui siamo sempre stati amici, sin dalle elementari e i gialli di Agatha Christie erano il nostro pane quotidiano.
Mi chiamo Giovanni Corbis e sono il “Watson” del mio amico e collega Frido Cabras!
Lui era il solito detective dilettante della letteratura, come Holmes, Poirot, Maigret e Montalbano... ma era ben diverso dagli altri investigatori... lui!
Lui era reale e aveva più difetti che pregi.
Ma veniamo ai fatti, si svolsero a Roma. Oh... Roma... la Città Eterna... ma forse è solo eterna per i misteri che contiene!
Frido Cabras... quella notte... venne chiamato dal commissario Alberti.
“Presto, vestiti!” Mi disse dopo prendendo il cappotto. “È avvenuto un nuovo delitto! VESTITI!”
Subito obbedii e pochi minuti dopo scendevamo dalla nostra auto e ci precipitavamo sul luogo del delitto.
Era una casa molto grande circondata da un filo bianco e rosso che diceva: scena del crimine, non entrare.
Frido passò sotto il nastro e mi fece strada alzandomelo.
Il commissario Alberti ci aspettava più avanti. Frido lo raggiunse a grandi passi e subito si fece dire tutti i fatti.
“Tutto molto semplice, mio caro Frido. C'è stato un omicidio! Una povera donna è stata assassinata!”
“Davvero?”
“Si... un delitto perfetto!”
“E come mai?”
“Beh... la vittima è una domestica, stava preparando il suo caffè decaffeinato dopo aver servito gli ospiti ad una festa di compleanno. Il festeggiato era il proprietario, Roberto. Sua moglie Carmen era molto preoccupata per la vittima, una bella ragazza e la prese come domestica in casa, così avrebbe avuto un lavoro.
Si trovava in cucina e tutti sentirono alle ore undici la sua voce dire: Oh, ecco lo zucchero!”
“Lo zucchero?” Chiese Frido
“Si... lo zucchero!”
“E cosa c'è di strano?”
“Beh... la sua tazza e la macchina del caffè erano vuote, quindi l'uso dello zucchero era inutile, non trovi? E poi è stata trovata una nuova stranezza... il camice della vittima... era slacciato! Un po' strano visto che la donna era molto attenta a queste cose, non trovi?”
“Beh... forse si! C'è qualche sospetto?”
“Si... e no!”
“In che senso?”
“Nessuno si trovava con lei al momento del delitto, o erano fuori a fumare oppure erano dentro a discutere!”
“Quanti sono gli invitati?”
“Sono cinque!”
“Piccolo numero!”
“Si, era una festa solo amici! C'erano, Roberto e Carmen, i proprietari, e tre loro amici. Vittorio, Anna e Matilde!”
“Che tipi sono?”
“Beh... Vittorio è un tipo molto cupo, con una faccai da serial killer!”
“Mmm, sospetta di lui?”
“E come potrei? Ha un alibi inattaccabile, stava fumando con Anna fuor proprio in questo giardino quando sentirono l'urlo della donna!”
“Mmm... la domestica come è stata uccisa?”
“Beh... è stata accoltellata!”
“Però... tocco di classe!”
“La finestra era aperta e il nostro primo pensiero fu proprio rivelare un assassino esterno... ma! Controlla tu!” Disse portando il mio amico vicino alla finestra della cucina. Era molto bassa e chiunque ci sarebbe potuto entrare. Io li seguivo.
“Vedi?”
“Si... cavolo!”
“Già... non ci sono impronte sul prato! Ci sono fiori caduti, erba alta e... niente impronte!”
“Ma come è possibile?”
“È quello che ci chiediamo!”
“Qualcuno aveva un movente per commettere quest'omicidio?”
“Niente! Tutti l'avevano appena conosciuta!”
“È lecito sospettare dei proprietari!”
“Si!” Disse Alberti entrando in casa. All'interno c'era un clima caldo ma elettrico, si avvertiva che c'era la paura nell'aria.
“Ma... loro erano da tutt'altra parte, vero?”
“Si... l'assassino ha agito alle spalle ed è fuggito subito dopo ma... con quanta velocità!” Disse indicando il cadavere proprio nella cucina... disteso a faccia in giù... con un coltello da cucina piantato nella schiena!
“È da escludere l'ipotesi del suicidio, vero?” Chiese Frido che sospirò... quel caso si presentava subito molto difficile.
“Come poteva infilzarsi in quella posizione? E poi il suicidio si tenta con veleno e medicinali!”
“Già... ma veniamo agli indizi!” Disse portando il mio amico all'interno del salotto, luogo dove tutti avevano trascorso la maggior parte del tempo. Pochi minuti prima dell'omicidio tutti si trovavano o in cucina o fuori a fumare. Carmen, Roberto e Matilde si trovavano nel salotto mentre Anna e Vittorio erano fuori a fumare. Si sentii un urlo e tutti si precipitarono in cucina... dove videro il corpo della povera domestica steso per terra con un coltello piantato nella schiena.
Frido si sedette su un divano, dietro a un tavolino e sorrise nel sentire come era comodo... proprio come il suo.
“Faccia entrare Carmen e Roberto!” Disse facendo un rapido gesto con la mano. Alberti spalancò la porta ed ecco che convocò i due poprietari. Questi entrarono a passo svelto e si sedettero su due sedie posizionate proprio di fronte al divano dove sedeva Frido.
“Ditemi... conoscevate già la domestica?”
“Beh... si!” Disse Carmen. “Era una mia amica e sapendo che si trovava in un periodo difficile le proposi di venire a lavorare da me come domestica.”
“Dove si trovava durante il delitto?”
“In salotto insieme a mio marito e Matilde!”
“E la sua amica... la vittima... aveva qualche nemico o nemica?”
“No... non credo. Era un tipo molto servizievole!”
“Non ha notato niente di strano durante la serata?”
“No... tu Roberto?” Chiese a suo marito che sorrise e disse di non aver notato assolutamente nulla di anomalo.
Frido annui e li congedò sospirando.
Chiamò poi Alberti che arrivò di corsa.
“Ci sono altri indizi?”
“Si... sulla cucina, dove lavorava la domestica, c'era una specie... di impronta rettangolare, tipo un portagioie ma... non siamo riusciti a capire cosa fosse!”
“Mmm... faccia svuotare le tasche agli uomini e le borse alle donne!”
“Ma... come?”
“Si... se questo oggetto misterioso è sparito... l'avrà preso l'assassino e quindi troveremo l'omicida solo trovando l'oggetto misterioso!”
“Beh... certo!”
“Vada, e faccia entrare Anna!”
Una rapida parola ed Anna si accomodò di fronte a Frido. I due parlarono, le solite domande: Anna si trovava nel giardino a fumare con Vittorio delle piccole sigarette e poi sentirono un urlo fortissimo e si precipitarono nella cucina dove trovarono il cadavere della povera domestica.
Frido annuì e fece svuotare la borsa ad Anna che rimase stupita ma quando lo fece non trovò nulla di strano, un telefonino, carte e chiavi insieme al trucco.
“Bene, può andare!” Disse facendo entrare Vittorio. Questo era un uomo molto alto ma... la sua faccia era davvero da serial killer.
“Mmm, però, è proprio cattivo di faccia questo tipo!” Pensai nel vederlo. Si sedette e rispose alle domande di Frido.
Lui si trovava insieme ad Anna a fumare con lei e sentì un urlo proveniente dalla cucina e si precipitò dentro scoprendo il cadavere della domestica. Non sepeva nulla di quella povera vittima e non aveva notato nulla di anomalo nella serata tranne... ovviamente l'assassinio. “Io pensò che l'assassino sia esterno, è l'unica spiegazione!”
“Mmm, voi sapete qualcosa?”
“No... proprio nulla!”
“Svuotate le tasche, per favore!” Disse poi. Vittorio annuì e posò sul tavolo delle chiavi, un portafogli e un telefonino. Niente di utile.
Fu poi la volta di Matilde, una povera vecchietta che sorrideva a tutti. Lei si trovava nel salotto con Carmen e Roberto e gustava due dolcetti al cioccolato quando sentì un urlo e poi si precipitò in cucina per vedere il cadavere della domestica con un coltello piantato nella schiena. Non notò nulla di strano ma... lei aveva notato il particolare dello zucchero. Come mai prendere lo zucchero per riempire una tazza vuota? E la macchinetta del caffè?
Frido le fece svuotare la borsa e vide le stesse cose: un telefonino, delle chiavi e del trucco. Annuì e congedò la vecchietta che annuì andandosene.
Alberti rientrò poco dopo con pochi oggetti in mano. “Questi li ho presi dai proprietari, Roberto e Carmen, che affermano di non averli mai utilizzati durante la giornata.” Posò sul tavolo due Iphoe, di Roberto e Carmen e delle chiavi con del trucco e i portafogli.
“Mmm... tutto troppo imbrogliato in una matassa contorta!”
“Già... ha ragione! Ma ha già una sua ipotesi?” Chiese Alberti sospirando. Frido scosse la testa e dopo poche ore ci incamminammo verso la nostra macchina. Durante il tratto di strada Frido rimase a pensare a quel caso, fece quasi due incidenti ma la scampammo bella!
“C'è qualcosa... qualcosa che abbiamo trascurato!”
“E cosa?” Chiesi osservandolo con curiosità.
“Beh...!” Rispose lui. “Se lo sapessi il caso sarebbe risolto, no?”
“Giusto... e intende risolverlo?”
“Ma è chiaro... nel complesso è un caso semplice... nessuno aveva l'opportunità ne la ragione per commettere il delitto. Non ci sono impronte sull'arma, niente tracce sul terreno, quindi l'assassino è uno all'interno dell'abitazione... ma chi?”
“Già!” Dissi. “Un caso difficilissimo. Poi ci sono i particolari come la voce che accennava allo zucchero e la strana traccia sulla cucina di un qualche oggetto rettangolare a portagioie. Ma nessuno possedeva un tale oggetto!”
“No, proprio nessuno!” Disse con le lacrime agli occhi! Nessuno.
Passarono giorni e giorni... il mio amico si era chiuso in camera a riflettere, tutto era nelle sue mani... la sua mente! Ma non riusciva a venirne a capo!”
Fu circa dopo un mese che finalmente il mio amico uscì dalla sua camera... era dimagrito nonostante il mio continuo nutrimento e aveva occhiaie scavate... da quanto tempo non dormiva?
“Hey... sei uscito finalmente!”
“Zitto... il rumore della tua voce è estremamente sgradevole! Presto, chiama Alberti, gli dica che ho risolto il caso impossibile!”
“Cosa? E chi è il colpevole?”
“Non chi è... ma come ha fatto?”
“Già... come ha fatto?”
“Presto chiama Alberti! Devi anche comunicargli questo. Deve andare a casa dell'assassino e lo deve prelevare! Mi ha capito?”
“Oh... certo!”
Feci quella telefonata molto strana e pochi minuti dopo ecco entrare il commissario Alberti accompagnato da...
“Cosa? Non vorrai dirmi che?” Rimasi sorpreso nel vedere la forma di Carmen entrare dalla porta con passo svelto e fiero... aveva quasi lo sguardo da artista!
“Ecco!” Disse subito Frido che sorrideva e il suo sorriso diceva molte cose. “Visto? Sono un genio! E... mi permetta, anche lei, signora è un vero e proprio genio!”
“Già... vi ho dato da pensare eh?”
“Solo? Sono stato chiuso qui dentro per settimane ma ora... la verità è venuta alla luce!”
Ci fu un lungo silenzio... sembrava durare ore... secoli. Io ero sempre più confuso. Come aveva fatto la donna ad uccidere la povera domestica? Perché?
Il silenzio continuava e nessuno osava interromperlo... passavano i minuti, i secondi... poi, improvvisamente Carmen si sedette di fronte a Frido.
“Bene... posso andare avanti con la spiegazione?”
“Certo... faccia pure!” Disse con un sorriso.
“La cosa è molto semplice se ci si pensa a fondo. Lei è davvero un genio... è una genio! Come può una donna... un essere umano qualunque creare un delitto così perfetto?” Si domandò osservando il suo soffitto con aria artistica. Gli occhi gli brillavano e stava per acquistare la sua gloria!
“Bene. Sappiamo tutti dell'omicidio, vero? Infatti... come è possibile che l'abbia uccisa se si trovava proprio nel salotto? Come avrà fatto? È questa la domanda fatidica! Ha usato una tecnica quasi innovativa di assassinio! Ora vi dirò come è andata!” Si schiarì la voce e poi disse: “Pochi minuti prima che la domestica servisse il caffè agli ospiti ecco la povera Carmen alzarsi dal tavolo per andare in bagno... lo dice apertamente, vero?”
“Si... l'ho detto!”
“È stato uno sbaglio, non crede? Si alzò per andare in bagno ma subito deviò verso la cucina per commettere il delitto, no? Prende il primo coltello che si trova a disposizione con uno straccio e infilzarlo nella schiena della donna tenendogli la bocca chiusa. La adagia sul pavimento e al temp stesso si prende proprio... il suo camice e la sua cuffia. Non ci vuole molto per vestirsi da domestica ed ecco che prende il vassoio del caffè e lo serve sensa porblemi! Nessuno la riconosce perché la somiglianza era simile!”
“Cosa? Ma è... geniale e orribile!” Dissi sgranando gli occhi, ancora non ci credevo.
“Si! Fu stesso Alberti a dirmi che il camice era slacciato, cosa strana per una donna attenta come la vittima, no?” Chiese osservando Alberti, poi Carmen che sorrideva come un gattino curioso.
“Dicevamo... prende il vassoio e serve il caffè... nessuno a riconosce proprio perché nessuno si prende la briga di andare a vedere chi c'è sotto la cuffietta da domestica, no? Poi ritorna in cucina dicendo che il caffè doveva prenderlo decaffeinato ed ecco che subito rimette gli abiti al loro posto sul corpo della vittima e... non si prende la briga di annodarli per bene... un errore grave!”
“Già... non avevo tempo!”
“La fretta eh? Poi, con una velocità inaudita, imposta il suo Iphon sulla modalità riproduzione vocale. Poco tempo prima aveva praticamente registrato la sua voce in un video di un ora. La registrazione diceva dello zucchero... e poi dell'urlo e dei rumori della caduta... non ci vuole proprio nulla poi, nella confusione del momento a piazzare l'Iphone in borsa facendolo sparire. Il cadavere c'era... tutti avevano sentito e lei aveva un alibi di ferro, non si trovava nella cucina al momento del delitto... ma gli indizi ormai erano sparsi. L'alone dell'Iphon rettangolare, gli abiti slacciati, l'assenza di impronte che testimona l'ipotesi di un assassino interno! TUTTO era contro di lei... anche la tazza vuota del caffè e lo zucchero!” Ci fu una pausa... una lunga pausa. Io ero sempre più stupito. Quella rivelazione mi aveva lasciato a bocca aperta... un piano davvero perfetto!
Vidi il volto di Carmen illuminarsi, la sua bocca si curvò all'insù in una risata così perfida da incutere timore!
“Solo una parola!” Disse poi Frido... “...BRAVA! È riuscita a rubarmi più di una settimana e mi creda quando le dico che nessuno ci era mai riuscito... brava!”
“Oh, grazie!” Disse poi incorciando le braccia con modo fiero. Io non seppi trattenermi ed intervenni dicendo: “Ma perché? Perché l'ha fatto?” Lo sguardo di Carmen si puntò su di me con forza e cominciò a parlare. “Perché?” Disse con rabbia. “Perché volevo provare l'effetto che procura... il delitto... il male! Nel sentire il nome di quella donna per telefono... rividi nella mia mente tutti i torti che mi aveva fatto quella...!”
“... Rispetto per i morti!” Urlò poi Frido. Carmen continuò. “Si... rispetto... sono i vivi che preoccupano, vero! Io volevo giustizia... mi aveva rubato il ragazzo, il mio primo ragazzo, il mio primo lavoro, le mei amiche e le mie opportunità! Doveva solo morire quella stupida! Ho sempre nutrito pensieri di delitti perfetti... e... a quanto pare... ci sono riuscita alla fine!”
“No... non ci è riuscita! Io l'ho risolto!” Disse poi Frido che sorrideva. “Il delitto perfetto non esiste! Se lo ricordi!”
“Per quanto tempo?” Chiese poi. Quella domanda era strana. Frido aguzzò lo sguardo e tutti vedemmo la donna afferrare la pistola di Alberti e prima che potessimo reagire lei l'aveva puntata alla testa e il suono dello sparo portò con se le goccie di sangue sulla parete accanto!
Tutti i presenti in quella stanza vedemmo il corpo di Carmen cadere senza vita sul pavimento... e riversare il suo sangue vitale sul mio pavimento pulito poco prima.
Non ci restava che annunciare il tutto al mondo... ed io... l'ho fatto attraverso questo scritto!
Avevano proprio ragione i grandi autori di gialli... il delitto perfetto non esiste!



Mattia Cozzolino

Edited by mattiacozzolino - 28/3/2012, 17:47
 
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