| Un lavoro come un altro
Che serata di merda, tre giocatori scarsi come la morte al tavolo e io qui a guardarli buttare i propri soldi come se nulla fosse. Mischia, dai le carte, conta le chips, mischia, dai le carte, conta le chips e questi che, senza alcuna consapevolezza, continuano a puntare, vincere, perdere, puntare, vincere, perdere con quella puttana bionda alle loro spalle che mugola di piacere, gatta arrapata in attesa del pollo con il gruzzolo più pesante. Giro le tre carte del flop: un Re, un Fante e un dieci, non male. Parla Phil, ci pensa, osserva gli altri due e passa la parola senza puntare. Guardo Daniel, fa un paio di battute sceme e passa anche lui. Tocca a Scotty: è lui ad avere puntato preflop, prima che girassi le tre carte, mi aspetto che punti ancora e lo fa, l’equivalente del piatto. Giocata standard, ma con un minimo di senso. Si suppone che abbia preso una delle carte girate o che magari abbia già chiuso scala. Phil e Daniel non ci pensano due volte e chiamano. Storco il naso, che siano in quello che si chiama slow play? Non so e a questo punto non mi interessa, è tutta la sera che giocano così. Giro la quarta carta, una Donna. - Io le ho più grandi di quella lì! - cinguetta la bionda palpandosi. I tre scoppiano in una risata, io guardo verso il soffitto, le mani cominciano a prudermi. Faccio segno a Phil che tocca a lui parlare, passa di nuovo. Passa anche Daniel. Scotty va all in, le mette tutte, e si gira verso la bionda con sguardo da porco, un sicuro invito ad accompagnarlo da lì a poco fino alla suite. Phil fischia, si guarda le carte, riguarda quelle sul tavolo, lancia un’occhiata alla bionda e con rammarico folda, esce dalla mano. Tocca a Daniel, si gratta il naso e fa una battuta. Guarda Scotty e la tipa che sta palpando. Si lecca le labbra e chiama. Phil fischia, Scotty aggrotta le sopracciglia e torna a girarsi verso il tavolo. Chiedo che girino le carte, mi aspetto un Asso per Scotty o quanto meno una coppia alta: gira sette e cinque, era in bluff. - Pizzicato! - penso - Bravo Daniel. Chiedo anche a lui di girarle: cinque e tre. Ha chiamato un bluff con ancora meno del bluff e ora sta ridendo come un cretino. Giro la quinta carta: tre. Succede tutto in un attimo: Daniel si alza con le braccia al cielo e io gli sono addosso, lo butto a terra e comincio a sbattergli la mia testa contro la sua fino a quando non sento un cric e affondo nel molliccio. Mi rialzo e torno al mio posto, mischio e distribuisco le carte con Scotty e Phil che mi guardano sorridenti. Suona il telefono, mi alzo, vado a rispondere. - Ciao Marco! Come stai? - Ciao mamma, sto bene. - Sei andato a parlare con il Direttore? Ti hanno ripreso al lavoro? - Sì mamma, stai tranquilla, tutto a posto. - Davvero? Come sono contenta! - Ora ti lascio mamma, è tardi, devo dormire. - E le pastiglie? Le stai continuando a prendere? - Certo mamma. - Magari adesso che ricominci a lavorare il dottore te le toglie… - Certo mamma, gli chiederò, stai tranquilla, ora vado, buonanotte. Stacco la telefonata, torno in cucina, mi avvicino alla credenza, prendo la scatola delle pastiglie, la osservo con distacco. - Mmh! Mmh! - dietro di me. Mi giro, seduta al tavolo, legata e imbavagliata, una donna, bionda, formosa. - Cinquanta euro - mi aveva detto salendo in macchina. Sorrido e rimetto le medicine nella credenza. Mi seggo al tavolo: Phil, Scotty e Daniel mi stanno guardando sorridenti. - Mmh! Mmh! - la ragazza continua a lamentarsi, le tiro un pugno ed eccola di nuovo lì, alle spalle di questi tre giocatori del cazzo che si palpa le tette passandosi la lingua fra le labbra. - Che mondo di merda - penso ricominciando a mischiare le carte.
Fine
Edited by Peter7413 - 23/4/2012, 23:51
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