Nero Cafè Forum

Silenzio, di Roberto Bommarito

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RobertoBommarito
view post Posted on 28/5/2012, 21:29




Silenzio



«Che spettacolo di merda,» dico a me stesso allo specchio, ogni volta dopo aver concluso la performance, tanto per farmi male, scoraggiarmi. Eppure non funziona mai: la sera dopo rieccomi lì, sul palco.
C'ero quando l'economia andò a puttane: un mondo indebitato, un pubblico indebitato, io indebitato fino al punto di dare via il culo per una lattina di Simmenthal.
Presto il pubblico, che accorreva solo per il gusto di umiliarmi, diminuì. Sedie vuote. Tavoli impolverati. Molti se ne andarono lontano da qui, mettendo nei bagagli tutto quello che ci stava, illusi di potercela fare altrove. Alcuni invece si ammazzarono, per fame. Altri per disperazione. Anche se non sono sicuro che le due cose siano tanto diverse, dopotutto. Quando anche il proprietario decisa di farla finita, non c'era più nessuno a chiudere il “Pimp”. Così oggi il locale è sempre aperto, anche se Augusta, 'sta piccola provincia di Siracusa, è oramai quasi deserta.
Resistetti per un po' di mesi, più di molti altri, poi il 14 febbraio del 2015 svuotai un intero astuccio di Dalmadorm, trovato in una farmacia abbandonata.
«Perché l'hai fatto?» mi chiese il controllore dell'immigrazione infernale, un demone con banali corna e coda a punta.
Io dissi che mi sembrava l'unica cosa sensata da fare, con la società collassata e tutto il resto.
Il demone, ridacchiando, mi rispedì indietro.
Mi risvegliai qualche ora dopo, il mio top preferito tutto sporco di vomito.
Ogni sera continuo a ripetere a me stesso che faccio pena, di darci un taglio, drag queen del cazzo che non sono altro. Ma non ci riesco. Non posso fare a meno di esibirmi. Così, almeno una volta a settimana, a fine spettacolo, trovo un nuovo modo di ammazzarmi. Inutile. Il demone continua a rispedirmi indietro, mentre tutto quanto attorno a me continua a disintegrarsi. Pezzo per pezzo.
Il controllore demoniaco insiste, ponendomi sempre la stessa domanda. Perché cazzo mi sono tolto la vita?
Lo fa per divertimento. Lui conosce la verità. Il figlio di puttana sa che il mio inferno, in realtà, è questo mondo desolato. Sa che anche i fischi sono meglio del silenzio.
 
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Peter7413
view post Posted on 31/5/2012, 10:29




Ciao Roberto!
Un racconto scritto ottimamente, come tuo solito, ma che non mi convince appieno. In primis perché non esiste una vera storia: un tizio vuole suicidarsi perché il mondo in cui vive è in crisi e il diavolo lo rispedisce sempre indietro, un plot senza particolari idee e, soprattutto, senza il minimo contrasto, piatto. E poi, cosa a mi avviso più grave, utilizzi l'elemento drag queen in modo passivo: il tuo protagonista potrebbe essere un comico, un cantante, un attore, un circense, un pianista e la cosa non andrebbe a incidere minimamente sul racconto. Apprezzo invece quello che è uno dei tuoi marchi di fabbrica: l'ambientare le tue storie in un futuro prossimo e sempre in Italia.
A rileggerti presto!
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 31/5/2012, 11:26




Ciao,

grazie del commento :) il contrasto però credo che ci sia, sia quello del personaggio con se stesso, che vorrebbe smettere di esibirsi ma non ci riesce, tant'è vero che esordisce denigrando se stesso, sia con un elemento esterno, il demone che non gli permette l'accesso all'inferno vero e proprio.
 
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Peter7413
view post Posted on 31/5/2012, 11:36




Sì, c'è, ma rimane sulla carta. Lungi da me il volere insistere, ma credo che in questo racconto tu non sia riuscito ad andare oltre l'idea di partenza e che, in certo qual modo, lo abbia subito passivamente. Tutti quei piccoli ganci che un contrasto dovrebbe originare non sono presenti e il lettore conclude la lettura ammaliato dal tuo solito ottimo stile, ma senza porsi domande ulteriori.
Aggiungo un elemento che può essere utile alla discussione: lo stesso tema fondante del discorso, il silenzio, si manifesta solo nell'ultima riga. Dalla lettura di quanto precede non si dedurrebbe che il protagonista sente quella mancanza... Quasi come se, appunto, tu l'avessi programmato, ma non l'avessi fatto crescere durante la narrazione.
Non so se mi sono spiegato bene, ma ti assicuro che prima di commentarti l'ho letto diverse volte per cercare di capire cosa e perché non funzionasse...
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 31/5/2012, 11:41




Okay, capito cosa intendi. Il silenzio sarebbe preannunciato dalla desolazione - "Presto il pubblico, che accorreva solo per il gusto di umiliarmi, diminuì. Sedie vuote. Tavoli impolverati. Molti se ne andarono lontano da qui, mettendo nei bagagli tutto quello che ci stava, illusi di potercela fare altrove." - ma ci penserò su.
 
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Peter7413
view post Posted on 31/5/2012, 15:10




Ecco, questo è un punto sensibile: tu lo scrivi, ma al lettore non arriva con forza il messaggio della solitudine in cui si sente sprofondare il protagonista. Sarebbe interessante capire come mai. Forse non riesci a trasmettere per intero il dolore interiore sopportato dal protagonista. Avresti, sempre forse, dovuto impostare fin dall'inizio il focus più sul suo essere completamente per il proprio pubblico che non a un livello più macro di crisi della società. Insomma, il suo particolare punto di vista avrebbe dovuto prevalere fin dalle prime righe per permettere al lettore di empatizzare con lui e le sue problematiche.
Che ne dici?
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 31/5/2012, 16:19




sì, capisco cosa intendi, però scrivendolo ho voluto includere anche l'aspetto sociale. se non l'avessi fatto, il racconto sarebbe stato criticato proprio perché gli mancava un contesto che spiegasse perché il personaggio si trovava in quella situazione. quindi ho cercato di bilanciare un po' tutto, per quanto possibile, dato che lo spazio a disposizione è quello che è. per questo ho cercato di alternare, passando dall'aspetto individuale a quello sociale , tornando poi a quello del protagonista. credo che è sempre meglio essere criticati per ciò che si include che non per ciò che si esclude (nel racconto della passata edizione, per es, mi sono concentrato solo sui personaggi; la critica che mi è stata fatta era che mancava appunto l'aspetto "macro"). in questo racconto ho cercato di includere tutto, proprio per evitare di omettere un aspetto importante come quello della contestualizzazione. grazie per aver sottolieato la cosa. ci rifletterò senz'altro su!

 
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KillerQueen
view post Posted on 31/5/2012, 16:27




Devo ancora scrivere classifica e commenti ma ho letto tutti i racconti, il tuo è senza dubbio quello che mi è piaciuto di più, quindi finirai primo nella mia classifica per la seconda volta consecutiva. L'unica cosa che non mi ha convinta è quel "banali" riferito alla coda e alle corna del demone, visto che credo che se uno si ritrovasse davanti a un demone difficilmente penserebbe qualcosa del genere. Per il resto, problemi particolari non ne ho notati. Il tema è decisamente rispettato, sei stato uno dei pochi a inserire non solo una drag queen ma anche l'inferno.
 
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Peter7413
view post Posted on 31/5/2012, 16:35




No problem Roberto!
Solo una precisazione: il racconto dello scorso mese credo sia stato criticato per la mancanza di contesto macro per il fatto che tu ci avevi infilato il napalm. Fossi rimasto sul vago anche con il pericolo incombente non credo ti sarebbe stato appuntato nulla (perlomeno io non l'avrei fatto). Buono che abbia esposto la questione, almeno ho potuto precisare.
Credo che l'equilibrio si giochi sempre in rapporto agli elementi che si svelano al lettore e certe domande, non venissero stuzzicate, non verrebbero neanche poste.
In ogni caso, interessante discussione! :)
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 31/5/2012, 16:42




Viola:

Grazie mille :) mi fa molto piacere sapere che il racconto ti è piaciuto

è vero quello che dici, ma ho inserito il "banale" perché se non lo avessi fatto probabilmente non si sarebbe capito che ho voluto usare di proposito un'idea "già pronta" di demone per potermi concentrare sugli altri elementi del racconto.

grazie di nuovo :)

Maurizio:

CITAZIONE
In ogni caso, interessante discussione!

sì, anche perché quando parlo di un racconto in realtà in mente tengo sempre tutti gli altri che ho scritto, pregi e specialmente difetti. è come dare la caccia alla formula magica del racconto perfetto, per quanto forse sai che una cosa del genere non esiste. non so se ha senso quello che ho appena detto :P ma non penso mai a un racconto in modo isolato.
 
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Paola B.R.
view post Posted on 2/6/2012, 16:25




Il racconto si legge bene. Buon stile. La decadenza filtra bene dalle righe. Forse è la tristezza e la drammaticità della storia, che ai miei occhi non la fa sollevare. Ma questo è solo un parere personale che non vuol criticare il tuo stile di scrittura.
 
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view post Posted on 5/6/2012, 12:58
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Martin Sileno

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Silenzio – Roberto Bommarito
TRAMA: un uomo tenta di uccidersi ma ogni volta la sua anima viene rimandata al mittente da un controllore demoniaco che lo schernisce.
PERSONAGGI: L'unico personaggio che parla in prima persona è il protagonista. Trapela bene l'angoscia e la malinconia della situazione. Quello che non si capisce affatto, se non quando lo dici esplicitamente, è il suo essere drag queen.
DIALOGHI: non presenti.
AMBIENTAZIONE: un mondo corrotto dalla crisi economica. Del locale pimp ad Augusta, piccola provincia di Siracusa, dici solo che ha le sedie vuote e i tavoli impolverati: un po' poco.
RISPETTO TRACCIA: Il dire esplicitamente Drag queen mi sembra una scorciatoia. Se dicevi comico, non sarebbe cambiato nulla al fine del discorso. Mi è piaciuto molto il tuo finale e l'infernio che hai creato.
FORMA E STILE: Il racconto si legge volentieri e prcede senza intoppi fino alla fine. Ben scritto.
NOTE:Non ho trovato niente di così evidente da segnalare.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 7/6/2012, 08:57




@Paola B.R. e GDN76:

Grazie per i commenti :)
 
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