Nero Cafè Forum

Niente può farmi male, di Viola Killerqueen Lodato

« Older   Newer »
  Share  
KillerQueen
view post Posted on 26/6/2012, 22:00




Mi guardo intorno distratta, senza rallentare il ritmo dei passi. Già, pare proprio non esserci nessuno, visto che c'è quello che si definisce tempo da lupi. A quest'ora e con questa pioggia, sembra quasi che io sia l'unica in giro, eccezion fatta per qualche ubriaco davanti ai pochi locali ancora aperti. Il bello di camminare di notte e quando piove a dirotto è proprio poter stare da sola. Insomma, quante volte si può camminare nel centro di Roma senza nessuno in giro? Meglio approfittarne. Nessuno può farmi male.
«Tesoro, cerchi compagnia?» mi chiede una voce strascicata alle mie spalle. Non mi volto neppure. Sorrido, scuoto la testa e continuo a camminare.
«Dai, non fare la timida, ti offriamo qualcosa da bere!»
A giudicare dalla voce, un altro ubriaco. Non lo guardo neppure. Nessuno può farmi male.
«Ehi, lasciatela in pace!» dice qualcun altro, uno con meno alcool in corpo.
Dio, no. Non il buon samaritano, per favore. Gli ubriachi li so gestire, i tipi del genere sono ancora più appiccicosi.
Continuo a non voltarmi, tengo lo sguardo fisso sul terreno e continuo ad avanzare.
Una mano mi tocca il sedere, di sfuggita. Segue qualche risata compiaciuta. Contenti voi, ragazzi.
Poi sento il rumore di qualcosa che si rompe, seguito da un urlo.
«Ehi, che cazzo fai?»
Mi volto. Il bravo ragazzo di turno ha dato un pugno sul naso a uno dei due, anche se sono grossi tre volte lui. Quello ammaccato si lamenta, l'altro gli dà un pugno in pieno stomaco.
Mi sa che questo mi tocca salvarlo.
L'altro si alza e blocca quello sobrio, dando una mano al suo compare.
Mi avvicino ai tre. Quello sano sta per sferrare un pugno al ragazzo che voleva aiutarmi. Gli blocco il polso, il suo pugno è a pochi millimetri dal naso della vittima. Stringo. Sento il rumore e la consistenza delle ossa che si spezzano. Urla. Mollo la presa. L'altro non se l'aspettava, sembra pietrificato. Affondo le dita nel suo bicipite. Carne che si lacera. Ossa che si spezzano. Impreca.
Scappano via.
Il ragazzo che aveva tentato di salvarmi giace a terra. Mi chino, lo prendo in braccio e lo porto fino a una panchina distante pochi metri.
«Scusa,» gli dico.
Cerca di riprendere fiato, poi mi chiede, «Non devi scusarti, sono io che ti devo ringraziare.»
«L'hai fatto per aiutarmi, è colpa mia,» gli spiego. È bello. Due grandi occhi azzurri, una chioma scura e folta e dei lineamenti che nemmeno i pugni sono riusciti a rendere sgradevoli. È anche buono, perché ha cercato di salvarmi.
«Non ti devi scusare, volevo aiutarti.» Alza lo sguardo e mi sorride. «Come ti chiami?»
Stringo i pugni. «Non ha importanza.»
«Mi sono preso un sacco di botte, non ho il diritto di sapere il tuo nome?»
Glielo dirò e se ne andrà. Si è fatto menare per difendermi, ma non appena saprà chi sono se ne andrà. Lo fanno tutti. «Sono CV13.»
Spalanca gli occhi, poi si dà uno schiaffo sulla fronte. «Cavolo, avrei dovuto capirlo!»
Sono allibita. «Non ti dà fastidio che io...» Lascio in sospeso la frase.
«Che tu sia un cyborg? Certo che no. Però, a saperlo prima, mi sarei evitato un sacco di pugni.»
Sorrido. È la mia giornata fortunata. Abbasso lo sguardo, poi gli chiedo: «Ti va di fare due passi?»
«Volentieri, Tredici. Posso chiamarti così? È più carino.»
«Certo che puoi chiamarmi Tredici.» Sorrido e lo prendo per mano. Sto bene, sono felice. In questo momento, niente potrebbe farmi male.
 
Top
Olorin
view post Posted on 28/6/2012, 17:26




Un po’ manga sia come idea che come realizzazione. In questo secondo aspetto trovo poco soddisfacente la caratterizzazione della struttura interiore del cyborg, che non presenta differenza alcuna con quella che avrebbe avuto nel caso si fosse trattato di una ragazza umana.
I motivi per cui l’io interiore di un siffatto personaggio avrebbe a mio parere dovuto presentare degli aspetti peculiari e differenti da quelli riconducibili a una ‘persona normale’, sono molteplici: assenza dell’immanenza dei concetti di morte, malattia, dolore, la presenza di superfacoltà, tra cui la superforza, la supervelocità, l’invulnerabilità… vola anche?
Insomma, consistere nella realtà con queste accezioni non può lasciare l’essere intonso e immune da nuovi modi di concepirsi e concepire ciò che si ha intorno.
E’ per questo che, per quanto mi riguarda, quello che avrebbe voluto e dovuto essere l’effetto sorpresa del racconto, sa un po’ di imbroglio a carico del lettore, così come il dissidio che la protagonista vive mi pare in verità pretestuoso e forse impossibile.
Tecnicamente scritto molto bene; a parte quanto sopra riportato, che attiene al mio personale modo di intendere certa tipologia di racconti, il brano lo si legge piacevolmente.
 
Top
KillerQueen
view post Posted on 28/6/2012, 22:27




Olorin, sono d'accordo con quello che dici, ma proprio per questo credo che solo una matta se ne andrebbe in giro da sola in piena notte. Le caratteristiche di cui parli tu ho cercato di farle trapelare con il suo comportamento, visto che sa perfettamente che "nessuno può farle male". Poi è chiaro che avrei potuto approfondire ulteriormente il personaggio, ma con 3000 caratteri a disposizione ho scelto di far emergere qualcosa dalle sue azioni.
Comunque ti ringrazio per il commento e per i complimenti :)
 
Top
2 replies since 26/6/2012, 22:00   79 views
  Share