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In tredici, di Marco Fronzoni

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Olorin
view post Posted on 26/6/2012, 23:09




Fermo sulla soglia, guardava i commensali che si aggiravano frenetici all’interno della grande sala. Ebbri dell’atmosfera di festa, si salutavano calorosamente intrattenendosi in goliardate e allegre discussioni.
«Ehi, cosa ci fai lì immobile come uno stoccafisso?» lo chiamò Andrea «Vieni qui e ascolta un po’ che storia ha sentito Simone mentre lavorava in cantiere».
«Sì, arrivo subito» rispose rivolgendo all’amico un sorriso e un vago cenno con la mano, con cui intendeva prendere tempo.
Si diresse dunque verso il centro del locale.
C’era un’energia portentosa nell’aria, riusciva a percepirla nitidamente, la giusta carica per dare inizio a un progetto grandioso.
Certo, erano in tredici e già di per sé quel numero rappresentava un po’ una sorta di sfida al destino, alla tradizione, ma del resto, non era forse proprio quello che si erano sempre prefissati di fare? Cambiare tutto, ribaltare ogni prospettiva, squassare dalle fondamenta pregiudizi e ideologie.
«Oh, eccoti finalmente» e fu cinto per le spalle da un abbraccio «Meno male che sei arrivato, non si sarebbe saputo come pagare altrimenti» e scoppiarono a ridere, lui e gli altri tre che si erano ritrovati ad assistere alla scena.
Per anni si era sentito un’anima solitaria, perduto in un desiderio di cambiamento che non trovava né sbocchi, né le giuste premesse.
Ora invece tutto si dipanava ordinato e pianificato, come il fluire di un fiume all’interno di un alveo.
Anzi, proprio quel numero che erano poi, tredici, così inquietante e al contempo intrinsecamente rivoluzionario, si era presentato ai suoi occhi come l’ultimo tassello del mosaico, quasi una brusca spinta ad avviarsi sul sentiero del destino preparato per lui.
«Gradisce rinfrescarsi un po’, signore?» e senza neppure accorgersene, si ritrovò seduto coi piedi a mollo nell’acqua fresca.
«Potrei avere anche un calice di…»
«Eccolo».
«Bevi pure» lo appuntò da lontano di nuovo Andrea «L’importante è che poi non cominci a parlare di politica!»
«O peggio, di sport!» completò il pensiero Simone.
Era sereno.
No, davvero: era in pace.
Si frequentavano da ormai tre anni e lui non aveva dubbi sul fatto di poterli chiamare uno per uno ‘amico’, ma che dico ‘amico’, li sentiva come fratelli.
Forse il fatto di essere in tredici gettava appena un po’ d’ombra su tutta quella sovrabbondanza di positività, perché è vero che poteva essere un tratto distintivo, un elemento di originalità, di discontinuità dal pensiero comune, però l’essere unici non era mai stato un fardello facile da portare a lungo per nessuno.
Comunque, presto tutto sarebbe cambiato. La nuova era stava per avere inizio. Tredici e non più tredici, distrutto e ricostituito.
Si asciugò i piedi, si alzò e scrutò la sala, cercando tra i volti fino a trovarne uno in particolare.
I loro occhi si incrociarono e un brivido lo colse, come ogni volta.
Si avviò districandosi tra saluti e sorrisi, pacche e urla gioiose fino a raggiungerlo al tavolo dove stava seduto insieme a un paio dei loro compagni.
«Eccomi, scusa il ritardo» esordì.
L'altro sollevò nuovamente lo sguardo, incontrando e trattenendo a lungo il suo, e con un sorriso che come sempre gli scaldò il cuore, rispose «Giuda, non preoccuparti, nulla sarebbe mai potuto iniziare senza di te».
 
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Olorin
view post Posted on 27/6/2012, 14:40




CITAZIONE (RobertoBommarito @ 27/6/2012, 13:47) 
Non mi convince: perché il tredici è rivoluzionario? Inquietante sì, ma rivoluzionario... forse bisognerebbe spiegare perché

'rivoluzionario' perché in tutta la storia ebraica è il 12 il numero su cui si muovono la simbologia, la tradizione e le profezie per il compimento del destino del popolo eletto.
Non l'ho ritenuto un dato così 'occulto' una volta che fosse stato totalmente svelato il contesto della storia, visto che come sul 7, anche sul 12 è generalmente nota la sua curiosa ricorrenza in certi ambiti, se non per la catechesi, almeno per cultura generale.

12 per gli ebrei è il numero della perfezione, dato dalla moltiplicazione del 4 (il creato) e del 3 (la divinità).

E poi da lì: 12 i figli di Giacobbe da cui si generano le 12 tribù di Israele, 12 sono i profeti minori, 12 gli apostoli, 12 i mesi ecc...

Quindi il fatto che fossero in 13, rispetto alla storia, era una novità.

Difatti alla fine, in 12 restano. ;)
 
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Olorin
view post Posted on 28/6/2012, 17:19




CITAZIONE (Paola B.R. @ 28/6/2012, 17:50) 
9) In Tredici – Marco Fronzoni

Ottima forma di scrittura. Preciso, prolisso nell’esporre gesti e pensieri. La cosa che non mi prende è la mancanza di un contesto: dove sono? Chi sono? Che succede? Io non ho capito NULLA. L’ho letta e riletta ma non ho trovato trama. Da quel ‘si asciugò i piedi’ e dal Giuda finale, ho pensato a un raduno di nuovi apostoli… Boh! Forse è un racconto troppo criptico per me…

scusa, ma perché 'nuovi'?
E poi, un 'RADUNO'????? :blink:

Occavolo... :wacko:

Edited by Olorin - 29/6/2012, 01:20
 
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Olorin
view post Posted on 29/6/2012, 12:21




CITAZIONE (lauralafenice @ 29/6/2012, 11:36) 
L'unica cosa che forse ho trovata un po' forzata è l'eccessivo rimuginare del protagonista – Giuda – su quello che sta per accadere. Credo che avrebbe funzionato anche snellendo un po' questo tratto, e in ogni caso sarebbe stato aderente al tema.

Strutturalmente hai ragione. L'intento era di lasciar trapelare - senza rivelare - quello che avrebbe potuto essere il dissidio interiore che ha generato quell'atto, passato alla storia come supremo emblema di tradimento.
In più ho cercato anche un modo per prendere tempo e fornire qua e là degli indizi (i nomi di alcuni apostoli, il lavaggio dei piedi, il numero 13 che non rispettava i dettami della simbologia delle scritture...) che, una volta svelato l'arcano, catapultassero immediatamente il lettore in una casa di Gerusalemme, nell'anno 33 :P .

Ambiziosetto, sì. Del resto, quando si hanno un Inquisitore e un Aguzzino alle calcagna, ogni trucco è lecito per portare a casa la pellaccia! :D :D
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 30/6/2012, 10:37




Ciao Olorin,
la cosa che mi suona strana nel racconto è che al 13 sia dia un connotato inquietante. Forse però è qualcosa che mi sfugge, o è una mia ignoranza. A quei tempi dubito che il 13 avesse un significato inquietante (oggi sì, ce l'ha per motivi legati a superstizioni varie), al di là del fatto che, come hai spiegato 13<>12 non è in linea con la tradizione, mi sembra un po' poco per creare inquietudine. Ci sono tanti numeri diversi da 12 :)
Comunque il tema è perfettamente centrato e valorizzato dalla storia. Sono i pensieri del protagoniscta sul numero tredici che mi sembrano non del tutto riconducibili alla mentalità del tempo per il motivo che ho detto sopra.
 
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Olorin
view post Posted on 30/6/2012, 17:01




CITAZIONE (giudappeso @ 30/6/2012, 16:17) 
<li>“In tredici” di Marco Fronzoni. Non so, all’inizio pensavo che il protagonista a cui ti riferivi fosse Gesù – impressione supportata dal fatto che gli vengono lavati i piedi chiamandolo signore – ma alla fine qualcuno gli si rivolge chiamandolo Giuda. Ho dovuto rileggere per capire, forse una prima persona narrante avrebbe creato meno confusione.

Ahi, Ahi! Nel Vangelo è proprio il contrario: è addirittura Gesù a lavare i piedi ai discepoli prima dell'ultima cena.
Forse se di errore si può parlare, riguarda la coerenza storica del racconto, ma non certo la possibilità di confondere l'identità del protagonista.

CITAZIONE (Paolo_DP77 @ 30/6/2012, 11:37) 
Ciao Olorin,
la cosa che mi suona strana nel racconto è che al 13 sia dia un connotato inquietante. Forse però è qualcosa che mi sfugge, o è una mia ignoranza. A quei tempi dubito che il 13 avesse un significato inquietante (oggi sì, ce l'ha per motivi legati a superstizioni varie), al di là del fatto che, come hai spiegato 13<>12 non è in linea con la tradizione, mi sembra un po' poco per creare inquietudine. Ci sono tanti numeri diversi da 12 :)
Comunque il tema è perfettamente centrato e valorizzato dalla storia. Sono i pensieri del protagoniscta sul numero tredici che mi sembrano non del tutto riconducibili alla mentalità del tempo per il motivo che ho detto sopra.

L'inquietudine riguarda proprio la non corrispondenza dei destini rivoluzionari che Giuda vedeva in quel gruppo di persone, con le previsioni della tradizione religiosa. Per gli ebrei era impossibile che venissero sconfessati i profeti.

E comunque l'11 e il 13, cioè 12-1 e 12+1 hanno sempre avuto in significato della perfezione intaccata. In realtà l'11 sarebbe il ribaltamento di tutto, la tabula rasa che prepara il 12, quindi ha un accezione più positiva che negativa rispetto al 13. ;)
 
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Paola B.R.
view post Posted on 1/7/2012, 10:53




Beh! All'inizio del testo o nei discorsi iniziali non c'è niente che porti il lettore al giovedì santo. Così, probabilmente, ho dato per scontato che fossero fatti più recenti! :P
 
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Olorin
view post Posted on 2/7/2012, 11:31




CITAZIONE (Andrea Varano @ 1/7/2012, 18:35) 
Non mi è chiaro cosa voglia comunicare l'autore. Sembrerebbe una
trasposizione in chiave attuale dell'ultima cena (elementi come
"parlare di sport" o "stoccafisso" non sono certo tipici della
Palestina di 2000 anni fa).

C'eri? Oppure sei forse un consumato esperto di ebraico antico? I romani, gli egizi, gli ebrei, tutti i popoli a quei tempi (i greci!) praticavano a ogni livello - e probabilmente parlavano tra loro - degli eventi sportivi tipici dell'epoca.
Secondo te, non esiste nel vocabolario del tempo un'espressione che si possa tradurre nell'attuale 'stare lì immobile come uno stoccafisso'? ne sei certo?
Perché, fammi capire, per essere coerente con l'ubicazione temporale e geografica della trama, avrei dovuto scriverlo in ebraico e pure antico il racconto?

...

CITAZIONE (Andrea Varano @ 1/7/2012, 18:35) 
Ma soprattutto la narrazione nonarriva da nessuna parte e mi lascia con il sospetto che si
tratti di una organizzazione segreta con fini non esplicitati
che si rifà nell'immaginario a Gesù e agli apostoli.

Ovviamente lo scopo del racconto era quello di accompagnare il lettore in un lento svelarsi della situazione, fino al chiarimento finale. Che l'intento non sia stato raggiunto, è una cosa; che anche quando lo sia stato, comunque non piaccia, è un'altra; che in questo senso l'intento del brano non sia palese, è ridicolo.

CITAZIONE (Andrea Varano @ 1/7/2012, 18:35) 
Non mi spiego la conclusione: "nulla sarebbe mai potuto iniziare
senza di te". Se di ultima cena si tratta, per loro tutto è
iniziato molto tempo prima. Questo mi porta a pensare che non
si tratti di una rielaborazione di quella versione ma di una
versione in un altro tempo che della vicenda nota prende solo
la falsariga.

Nessuno è seduto a tavola, bensì stanno girando per la sala parlando e scherzando, in attesa di esserci tutti per cominciare. In ogni caso la conclusione e la conseguente rivelazione del contesto, storicamente vengono in soccorso per quanto riguarda la sequenza temporale, oltre che fornire la doppia chiave di lettura di quel 'niente' che avrebbe potuto cominciare...

CITAZIONE (Andrea Varano @ 1/7/2012, 18:35) 
"Era sereno. No, davvero: era in pace." Quel "no, davvero"
implora giustizia. Meglio un più sobrio "Di più: era in pace".

Non mi pare giustizia, mi pare un'inutile iperbole: 'in pace' non è 'di più' rispetto a 'sereno'.
E stilisticamente non aggiunge davvero nulla.

Edited by Olorin - 3/7/2012, 15:40
 
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Olorin
view post Posted on 4/7/2012, 00:06




Torno ora da un'orrenda convention con vecchi, laidi, ricchi bacucchi.
Ero curioso di vedere le ultime classifiche, ma trovo questo:

CITAZIONE (kendalen @ 3/7/2012, 21:39) 
In tredici di Olorin
Trama Giochi tutto il racconto sull'inganno di far pensare che si tratti di una normale combriccola di amici, per poi tirare fuori il colpo di scena finale e scoprire le carte. Il gioco non ti riesce completamente, perché risulta prevedibile dove stai andando a parare. E, una volta scoperto che si tratta di Gesù e dei dodici apostoli, quello che rimane al lettore è il famigerato effetto "embè". O almeno quello che è rimasto a QUESTO lettore. Il problema principale, dal punto di vista della trama, è che vive troppo di quello che si sa capita prima e soprattutto dopo: di per sé quello che descrivi è un banale ritrovo, che si trasforma in uno dei meeting più importanti della storia della religione. Ma mi pare un po' poco.
Personaggi e ambientazione Nonostante la scelta ti ponga nella condizione di poter sfruttare l'immaginario collettivo, nessuno dei personaggi presenti nel racconto riescono a spiccare. La voce narrante appartiene ovviamente al personaggio più carismatico, carisma che però non riesce a trapelare, mentre il personaggio forse più interessante e che avrebbe dato più sostanza al racconto viene introdotto solo al puro scopo di scoprire le carte. Peccato.
Forma La forma risente dell'impostazione data al racconto. Il miscuglio di battute degli altri apostoli e di pensieri di Gesù non riesce a funzionare, forse perché adottando quello specifico punto di vista ti sei soffermato troppo su riflessioni che sembrano avere troppo lo scopo di informare il lettore, non tanto di descrivere i reali pensieri del personaggio. A questo poi si aggiungono, in alcuni punti, delle scelte che ho trovato discutibili; per esempio: "Si frequentavano da ormai tre anni e lui non aveva dubbi sul fatto di poterli chiamare uno per uno ‘amico’, ma che dico ‘amico’, li sentiva come fratelli." - frase costruita decisamente male, con quel "ma che dico" che è un po' un pugno in un occhio; io proverei con "Si frequentavano da ormai tre anni e non aveva dubbi sul fatto di poterli chiamare amici, se non addirittura fratelli."

scusa... i pensieri di 'CHI'? :blink:
 
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kendalen
view post Posted on 4/7/2012, 05:50




CITAZIONE (Olorin @ 4/7/2012, 01:06) 
Torno ora da un'orrenda convention con vecchi, laidi, ricchi bacucchi.
Ero curioso di vedere le ultime classifiche, ma trovo questo:

CITAZIONE (kendalen @ 3/7/2012, 21:39) 
In tredici di Olorin
Trama Giochi tutto il racconto sull'inganno di far pensare che si tratti di una normale combriccola di amici, per poi tirare fuori il colpo di scena finale e scoprire le carte. Il gioco non ti riesce completamente, perché risulta prevedibile dove stai andando a parare. E, una volta scoperto che si tratta di Gesù e dei dodici apostoli, quello che rimane al lettore è il famigerato effetto "embè". O almeno quello che è rimasto a QUESTO lettore. Il problema principale, dal punto di vista della trama, è che vive troppo di quello che si sa capita prima e soprattutto dopo: di per sé quello che descrivi è un banale ritrovo, che si trasforma in uno dei meeting più importanti della storia della religione. Ma mi pare un po' poco.
Personaggi e ambientazione Nonostante la scelta ti ponga nella condizione di poter sfruttare l'immaginario collettivo, nessuno dei personaggi presenti nel racconto riescono a spiccare. La voce narrante appartiene ovviamente al personaggio più carismatico, carisma che però non riesce a trapelare, mentre il personaggio forse più interessante e che avrebbe dato più sostanza al racconto viene introdotto solo al puro scopo di scoprire le carte. Peccato.
Forma La forma risente dell'impostazione data al racconto. Il miscuglio di battute degli altri apostoli e di pensieri di Gesù non riesce a funzionare, forse perché adottando quello specifico punto di vista ti sei soffermato troppo su riflessioni che sembrano avere troppo lo scopo di informare il lettore, non tanto di descrivere i reali pensieri del personaggio. A questo poi si aggiungono, in alcuni punti, delle scelte che ho trovato discutibili; per esempio: "Si frequentavano da ormai tre anni e lui non aveva dubbi sul fatto di poterli chiamare uno per uno ‘amico’, ma che dico ‘amico’, li sentiva come fratelli." - frase costruita decisamente male, con quel "ma che dico" che è un po' un pugno in un occhio; io proverei con "Si frequentavano da ormai tre anni e non aveva dubbi sul fatto di poterli chiamare amici, se non addirittura fratelli."

scusa... i pensieri di 'CHI'? :blink:

:blink: Scusa tu, ma non capisco la domanda...
Come non detto, ora ho capito. E sì che il racconto l'ho letto tre volte... Facepalm. Ti chiedo scusa. La sostanza del mio commento non cambia, ma l'errore è in effetti imperdonabile. :cry:
 
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Olorin
view post Posted on 4/7/2012, 08:31




CITAZIONE (kendalen @ 4/7/2012, 06:50) 
La sostanza del mio commento non cambia

Ma va? stento a crederlo...

#entry505813275


Alla prossima.
 
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kendalen
view post Posted on 4/7/2012, 09:08




CITAZIONE (Olorin @ 4/7/2012, 09:31) 
CITAZIONE (kendalen @ 4/7/2012, 06:50) 
La sostanza del mio commento non cambia

Ma va? stento a crederlo...

#entry505813275


Alla prossima.

Pardon, stavo rispondendo male. Sto avendo una mattina piuttosto complicata e sono nervoso, mi spiace.
Quello che vorrei dire, è che al netto della imperdonabile distrazione (della quale mi scuso ancora), non mi pare che le osservazioni indicate nel mio commento possano essere spostate di molto, anche considerando la giusta lettura.
"Il miscuglio di battute degli altri apostoli e di pensieri di Gesù Giuda non riesce a funzionare, forse perché adottando quello specifico punto di vista ti sei soffermato troppo su riflessioni che sembrano avere troppo lo scopo di informare il lettore, non tanto di descrivere i reali pensieri del personaggio": la sostanza cambia? Sto pur sempre parlando della forma del racconto.
Per le altre sezioni del mio commento, non credo che la distrazione possa aver influito. Se però pensi che così possa essere, parliamone. Sempre che ti vada, è ovvio.

Edited by kendalen - 4/7/2012, 10:35
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 4/7/2012, 09:36




CITAZIONE (Olorin @ 4/7/2012, 09:31) 
CITAZIONE (kendalen @ 4/7/2012, 06:50) 
La sostanza del mio commento non cambia

Ma va? stento a crederlo...

#entry505813275


Alla prossima.

Olorin, questo tipo di intervento non è corretto. Se Kendalen afferma che la sostanza del suo commento non cambia e comunque si è scusato per l'errore, la questione è chiusa.

Copio e incollo quanto ho scritto in un altro intervento.

"Scrivere è un qualcosa di personale e può essere soggetto a mille interpretazioni.
Si scrive per se stessi, ma anche per farsi leggere.
Minuti Contati è una piazza in cui ci si sottopone alla lettura e commento altrui.
Non si è più da soli con la propria soggettività e il proprio bagaglio di esperienze, ma li si sottopone ai bagagli altrui. Ci sta che non ci si trovi d'accordo con alcuni commenti ed è giusto discuterne, sempre nel rispetto reciproco.
L'importante è capire che qualunque voce, contraria o a favore, è depositaria di una certa verità, al lettore/autore decidere se nei lavori successivi ascoltare e imparare (o adattarsi a quello che si avvicina al gusto collettivo).
Per quanto riguarda il qui presente Inquisitore: si scrive per raggiungere il maggior numero di persone, è giusto trovare una via di mezzo fra se stessi e gli altri. Pieno rispetto, comunque per chi la pensa diversamente.

QUINDI

Ben vengano le discussioni, ma che non travalichino mai nella polemica, quella non va bene.

Vi sorveglio."
 
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Olorin
view post Posted on 4/7/2012, 10:29




Difatti non mi pare di essermi nemmeno brevemente trascinato in una serie di 'botta e risposta' che per esperienza so essere sterili.

Ho semplicemente preso atto del perpetuarsi di una certa desuetudine a trasporre anche in un'eventuale revisione della posizione in classifica, le correzioni ai propri commenti.
Non ho velleità di ranking, per cui - nel caso specifico - mi sento libero di continuare a pensare che se uno svarione del genere non comporta una rivalutazione del racconto - del resto un'intera sezione del post tratta proprio del fatto che sarebbe stato interessante mettere il punto di vista dove effettivamente è -, qualcosa che scricchiola nella logica commentanda io lo possa ipotizzare.

Poi ci mancherebbe, la risposta di Kendalen è perfetta: se la penso così, libero di pensarla così, ma da parte sua nulla cambia.

A questo punto chiedo scusa anch'io per il probabile errore di valutazione che sto facendo, ma parimenti non cambio il contenuto della mia osservazione.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 4/7/2012, 10:36




Prendo comunque atto di questa tua osservazione.
Una volta chiusa questa edizione aprirò un tread in cui vi inviterò a una sana discussione su come regolarsi con commenti e classifica, il tutto teso a un miglioramento dell'esperienza (che già così è ottima). Sei ovviamente invitato a parteciparvi.

Così ho parlato.
 
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21 replies since 26/6/2012, 23:09   296 views
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