Nero Cafè Forum

Capriccio numero tredici, (fuori tempo massimo, ma tantovale postarlo)

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Paolo_DP77
view post Posted on 26/6/2012, 23:30




Per il suo tredicesimo compleanno avevo regalato a Lucas una consolle di giochi. Michela disapprovava: potenziale distrazione.
Abbandonata la console, Lucas era in sala, ad esercitarsi al violino. La malinconia di un capriccio di Paganini. Michela era sulla porta. La raggiunsi e sussultò quando le toccai la spalla. Era tesa, assente.
Osservai Lucas. In piedi davanti al leggio, il collo piegato sulla cassa armonica dello strumento, gli occhi rapiti dallo spartito di carta ingiallita. Sembrava, antico, scritto a mano. Lo immaginai al centro del palco di un grande teatro, sfolgorare sotto i riflettori. Come al concerto a Berlino. E mi tornò in mente quell’uomo. Un soggetto a dir poco strano, che aveva avvicinato Michela dietro le quinte, prima del concerto. Alto, ossuto. Completo scuro. Un parrucchino nero con la riga di lato, un paio di occhiali spessi. Baffi dritti, labbra sottili, barbetta. Chiamava Michela, agitando una mano. Lei aveva finto di non sentirlo, e mi aveva trascinato via quasi correndo fino ai nostri posti in platea. Quando le chiesi chi fosse, cambiò discorso. E provai una sgradevole sensazione: quell’uomo l’avevo già visto, forse anni prima, ma non ricordavo altro.
Il capriccio, dopo un respiro, cambiò ritmo e passò a una successione di note rapide, drammatiche. Lucas agitava l’archetto e pigiava di scatto le dita sulle corde. In quel momento, oltre vetri della finestra che dava verso il giardino, vidi il volto di quell’uomo, il suo parrucchino, baffi barba occhiali. Un brivido mi salì lungo la schiena, mentre le note del violino si inseguivano in frenetiche scale discendenti.
Non potevo crederci, ma lui stava lì fuori, nel giardino, come evocato dai miei pensieri, e guardava Lucas.
Ricordai tutto.

Oggi ho una casa con piscina. Soldi, salute, amore, e Lucas, un bambino speciale con un dono per la musica. Tredici anni fa, era tutto diverso.
Il vizio delle scommesse era una droga. Il 13 aprile, il giorno che nacque Lucas, piazzai una forte scommessa, e persi tutto. Io, Michela, mio figlio appena nato: rovinati.
Trenta, quaranta chilometri di autostrada. Prendi un’uscita, trovi un pub qualunque, ti siedi a un tavolo in fondo e ordini J&B. Lo facevo spesso, l’ho fatto quella notte. L’avevo dimenticato, però, ora, mi ricordo di lui. Calvo – niente parrucca, né occhiali, né baffi – ma la stessa barbetta. Un foglio di carta ingiallito davanti a me, sul tavolo. La sua voce: un tredici al totocalcio, salute, felicità. E in cambio... mio figlio, al suo tredicesimo anno. Tredici per tredici, e siamo pari, dice. Mi porge la stilografica per firmare. Esito, ma alla fine butto la penna nel bicchiere, un rivolo di inchiostro imbratta il liquore dorato. Vado via.
Da quella sera niente scommesse, né drink. Quello che possediamo io e mia moglie l’abbiamo costruito col lavoro.

La finestra si spalancò e fogli dello spartito volarono ovunque, mentre la musica diventava un crescendo ossessivo.
Urlai: «Vattene!»
Lucas abbandonò la testa all’indietro e vidi solo il bianco dei suoi occhi, le sue ginocchia si piegarono ma l’archetto e le dita non cessavano di suonare. Poi crollò a terra morto.
L’uomo scavalcò la finestra.
«Non ho firmato», piansi.
Si accucciò, raccolse un foglio e me lo porse. La grafia di una penna stilografica, un assurdo contratto, e il fondo, la firma di Michela.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 26/6/2012, 23:32




Apprezzo lo spirito Paolo, ha fatto bene a postarlo.
Anche se non sei ammesso puoi comunque partecipare con i commenti e postare la classifica, sarebbe assolutamente gradita.

Edit: considerata la natura special di questa edizione il racconto di Paolo Di Pierdomenico è stato ammesso con un malus di 13 punti. Potete quindi inserirlo nelle vostre classifiche.

Edited by L'Inquisitore - 27/6/2012, 08:49
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 30/6/2012, 11:36




Grazie per i commenti favorevoli rivcevuti fin'ora.
Scusate le sbavature, ho dovuto tagliare molto il testo ed ero già fuori tempo... :wacko:
 
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Andrea Varano
view post Posted on 1/7/2012, 17:40




Ciao, una curiosità:

QUOTE (Paolo_DP77 @ 30/6/2012, 12:20) 
3 "Messier 13", di Varano
Il titolo è pessimo! :)

Ma che t'ha fatto il mio povero titolo? ;)

Seriamente, usare la catalogazione Messier dell'ammasso verso cui è stato mandato il messaggio non mi dispiaceva, mi sembrava un buon foreshadowing per chi lo sa cogliere, senza creare però handicap in chi non lo coglie.

Sono curioso di capire perché lo trovi addirittura pessimo.
Grazie.
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 1/7/2012, 23:06




Guarda, non ero serio nel criticare il titolo infatti ho messo la faccina.
E' solo che come hai detto tu non è un riferimento che tutti possono cogliere; cosa che sarebbe del tutto irrilevante se nel testo ci fosse un richiamo esplicito (se non ricordo male non c'è), quindi secondo me rischia di rimanere incomprensibile a molti. Cioè, finisci il racconto e pensi: e il titolo che c'entra?
Però è solo la mia opinione, probabilmente una questione di gusti, se a te piace così "foreshadowato", benissimo!
 
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Andrea Varano
view post Posted on 1/7/2012, 23:37




Be', il richiamo per esserci c'è quando si cita il messaggio inviato verso M13, ma capisco benissimo il tuo punto. "Messier 13" nel titolo diventa "M13" nel testo. Se non ti interessi un po' di astronomia, non lo cogli.

Grazie per lo spunto. Ciao!

p.s. prima di farmi condannare al rogo dall'Inquisitore, mi scuso per aver commentato un mio racconto nel tuo thread. Visto che il commento si chiude qui, non sto a spostare i miei post. Spero l'Inquisitore ritenga questo ragionevole.
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 4/7/2012, 07:42




Ringrazio di nuovo tutti per i commenti generosi e gli spunti che mi avete dato per migliorare il racconto.
Ho salvato tutti i vostri commenti per uso futuro.

Rispondo ad alcuni.
@Andrea Varano
CITAZIONE
L'incipit inciampa parecchio in frasi troppo concitate:
già la seconda è "Michela disapprovava: potenziale distrazione."
In generale l'uso di frasi brevi incalza troppo una narrazione che invece è tutta psicologica e dovrebbe rallentare per immergere il lettore nell'attesa angosciante della scadenza del contratto.

Hai ragione. Alcune delle frasi corte come quella che hai citato sono dovute al fatto che ho dovuto tagliare alla fine perché era molto lngo rispetto ai limiti, altre sono proprio io che scrivo così... compresi gli errori di punteggiatura, lo confesso, li faccio spesso e li riesco togliere solo se rileggo 10mila volte. Dovrei rivedere il ritmo specialmente nella prima metà del testo.

@Olorin
CITAZIONE
Poco incisiva la scelta musicale, che non capisco a questo punto se sia un elemento appositamente teso a sviare il lettore su false piste che riguardino il numero 13, oppure se sia una ridondanza di interpretazione del tema.

No, credo di no, o almeno non era mia intenzione. Credo sia un elemento importante, la musica, anzi, quella musica, per valorizzare l'aderenza al "13". Il capriccio n.13 di Paganini ("La risata del diavolo").
Il mio intento era di sviluppare il tema della sfortuna, della mala sorte, mettendola in relazione al numero 13. Il racconto è legato alla musica anche per una impostazione di struttura e ritmo (nella prima stesura leggendo il racconto con la musica in sottofondo i cambi di tempo erano grossomodo coordinati. Ho provato a fare questa cosa. Poi questa coordinazione si è un po' persa anche per i tagli che dicevo prima).

@kendalen
A te un ringraziamento particolare per i commenti approfonditi che hai postato sul mio racconto e su tutti gli altri. Preziosissimo il tuo contributo. Rispondo al tuo interrogativo.
CITAZIONE
se è vero che la loro fortuna se la sono costruita senza interventi esterni: in quel caso, in cambio di cosa ha dato la vita del figlio?

Il racconto non risponde esplicitamente a questa domanda, quindi interrogativo giustissimo. Il padre, avendo rifiutato il patto col diavolo, ha sempre pensato che la loro fortuna se la fossero costruita da soli. Il finale del racconto lo smentisce: nella buona sorte c'era lo zampino del diavolo, che viene a chiedere il conto. Non sappiamo esattamente il patto stipulato tra Michela e il diavolo, tuttavia credo si possa immaginare che il cambio della vita del marito, il dono innato del figlio, il benessere economico e di salute possano essere stati argomenti di scambio.
CITAZIONE
in un racconto così breve, come dicevo, un flashback è sufficiente

Sia la figura del diavolo sia una sua correlazione con Michela andavano anticipati altrimenti il racconto non avrebbe funzionato, e avrebbe ingannato troppo il lettore. Tuttavia la prima scena doveva necessariamente iniziare con Lucas che suona il violino, altrimenti non sarebbe partita la colonna sonora :) Per incastrare quindi questi elementi mi è sembrata una buona idea il primo flashback. Per creare un maggiore distacco nel secondo flashback ho provato a fare un giro un po' strano di tempi verbali e uso della seconda persona. Comunque è vero che il primo flashback complica un po' troppo la struttura, quindi giustissimi i tuooi appunti; magari potevano esserci soluzioni più scorrevoli.

@KillerQueen
CITAZIONE
Ho solo una cosa da dire, riguardo alla frase “Poi crollò a terra morto”. Secondo me ti saresti potuto limitare a “crollò a terra”, quel “morto è abbastanza superfluo”.

Hai ragione, neanche a me piace molto quella frase.

A rileggervi!
 
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Olorin
view post Posted on 4/7/2012, 08:37




CITAZIONE (Paolo_DP77 @ 4/7/2012, 08:42) 
@KillerQueen
CITAZIONE
Ho solo una cosa da dire, riguardo alla frase “Poi crollò a terra morto”. Secondo me ti saresti potuto limitare a “crollò a terra”, quel “morto è abbastanza superfluo”.

Hai ragione, neanche a me piace molto quella frase.

Perché, "poi crollò a terra SVENUTO" non può succedere? :P

Quel 'morto' mi pare invece fondamentale per informare il lettore senza dubbio alcuno, della vittoria perentoria e senza appello conseguita dall'essere demoniaco.

Secondo me...
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 4/7/2012, 12:27




CITAZIONE (Olorin @ 4/7/2012, 09:37) 
Perché, "poi crollò a terra SVENUTO" non può succedere? :P

Quel 'morto' mi pare invece fondamentale per informare il lettore senza dubbio alcuno, della vittoria perentoria e senza appello conseguita dall'essere demoniaco.

Secondo me...

Sì, che sia morto deve essere chiaro.
D'altronde siamo abituati dal cinema, a dare per scontato che se non c'è la prova oculare/scientifica della morte, ci sono buone probabilità che il personaggio si rialzi per sparare un'ultima pallottola o che si scopra mezz'ora dopo nel film che in realtà... non era morto! :o:
Quindi sul fatto che sia morto non devono esserci dubbi. La frase che ho usato però non è il massimo. Chi lo dice che è morto? E' o una convinzione del padre (e andrebbe espressa come tale; tipo: cadde a terra, e fui certo che era morto) o una cosa che il padre vede (tipo: cadde a terra morto, ed esalò l'utimo respiro).
A parte che gli esempi che ho fatto sono il peggio del peggio :sick: , il concetto è che così com'è quella frase dà un approccio da narratore assoluto, quindi sarebbe meglio togliere quel "morto" e usare qualche altra via per non lasciare comunque dubbi.
 
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8 replies since 26/6/2012, 23:30   148 views
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