Ciao
la prima cosa che mi chiedo è se Snake dice la verità o racconta balle: se fossi stato io il suo compagno di cella gli avrei chiesto immediatamente come faceva a esserci già in giro (era già stato memorizzato dall'impiegata della banca!) il suo identikit dopo il colpo all'autogrill... quali solerti funzionari di polizia riescono a recarsi con la volante presso un autogrill, portandosi già dietro un disegnatore per ricostruire l'identikit del "malvivente"? Dal racconto embra che passino poco ore (il tempo di un pasto) tra il colpo all'autogrill e quello in banca. Quindi dò per buona la seconda ipotesi, ovvero Snake racconta balle
e lo fa per impressionare il suo compagno di cella, presumo.
Mi piace l'ambientazione; sono sensibile a certi argomenti, ma non capisco il motivo che porta il tuo protagonista a considerare il carcere un'alternativa valida per procurarsi "Un letto, la mensa, spazio per gli esercizi ginnici, libri, radio in diffusione, persino la sala con la prima serata televisiva"... cosa gli manca? Cosa gli è successo? Non mi sembra che venga fuori nel racconto, o se c'è m'è sfuggito.
In sintesi faccio fatica a capire le motivazioni del protagonista, fatico a capire se il protagonista dice la verità o solo balle (anche se propendo per la seconda è bene mantere vivo qualche dubbio, anche perchè mi piace quel che racconta:)!), fatico nel riconoscere un compagno di cella così 'boccalone', quasi estasiato davanti al racconto di Snake anzi azzarderei revernziale (ma spiego il perchè: possibile che in questa lunga descrizione di cosa Snake ha fatto, il compagno non lo interrompa nemmeno una volta nel raccontare, o almeno nel provare a raccontare quel che ha portato lui in cella, anche solo per non esser da meno, affratellarsi nello scambio e condivisione dei propri delitti).
apprezzo la colonna sonora dei Guns... a proposito quando parli di droghe lasci dire al protagonista "
Mai quella pesante e senza esagerare" quando subito dopo lo fai contraddire con "
Sì, ho provato Mr. Brownstone o come i Guns N’ Roses chiamavano l’eroina"... anche in questo, se fossi con lui in celle, sentirei puzza di balla
non sarebbe meglio per chi cerca di impressionare un compagno di celle venir fuori come "duro e puro" e quindi se dice che quella pesante non l'ha mai presa, questo è, invece di contraddirsi poco dopo? Non so... mi sembra che ci sia troppo in questo racconto: per impressionare, forse, ma ci perde, secondo me... è come se anche il protagonista avesse le idee poco chiare (mi pare poco credibile anche la scena del sacco coi soldi abbandonato e le persone che lo assaltano, come se fosse un banco del mercato che vende capifirmati in saldo, quando snake è ancora lì magari col coltello in mano) e l'autrice dietro a lui.
Buenaventura!
PS ti segnalo questo refuso, un trattino di troppo a inizio periodo:
"
– Si grattò un sopracciglio con la punta dell’indice. – Io – spiccò, portandosi una mano al petto, – in tutta sincerità, non sapevo come fare a trascinarmi dietro quei sacchi, così li ho lasciati fuori e mi sono messo in tasca quel che ho potuto."
più rileggo più snake m'appare un raccontaballe (anche qui
ma come, che no lo sai che i sacchi si caricano in spalle? se poi voleva un pretesto per farsi beccare e stare in cella con tutti i comfort, quale occasione migliore di farsi beccare con la refurtiva? se ci fossi stato io in cella l'avrei mandato a...