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Quando giocavamo nel bosco, di Giampaolo Cufino

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Giampyr
view post Posted on 24/7/2012, 10:45




Quando giocavamo nel bosco di Giampaolo Cufino

Ritornando a casa, mi accorsi di essermi smarrito nel bosco che stavo attraversando da un tempo indefinito ormai, stava scendendo il tramonto e io non sapevo come uscire da quella boscaglia un tempo a me così familiare. Da piccolo ci passavo per giocare e poi tornare a casa e adesso, dopo tanti anni mi ci ero perso, come se mi trovassi in un luogo a me sconosciuto. Cercai di tornare indietro, prendendo un vicolo a destra e viceversa, ma mi sembrava di girare a vuoto, che il bosco ormai si muovesse con me. Avvertivo tutto ciò come un gioco infantile e proprio questo, forse, accrebbe la mia paura. Gridai qualche nome a caso, ma un’eco lontana accompagnava la mia voce intimorita. Tornavano in mente tutti i pensieri brutti che riguardano i boschi: omicidi, riti diabolici, favole che ascoltavi da piccolo che non ti facevano dormire. Il tramonto era nel pieno fulgore, come il mio sentimento di panico, ogni piccolo rumore si amplificava nel mio cervello pulsante. Iniziai a correre, ma mi sentivo sempre più in trappola, mi sembrava di scorgere il mio casale tra i fitti alberi, ma rimanevo sempre alla stessa distanza, come se il bosco corresse con me. Erano tracce di sangue quelle che mi ritrovavo davanti? Non lo so; la fatica non mi faceva più ragionare, mi girava la testa, mi sembrava di correre a vuoto. Mi fermai chino a respirare affannosamente. E quando farà buio? Mi domandai; ero fermo e mi guardavo intorno, muovendo la testa a scatti, uno scintillio attrasse la mia attenzione, mi avvicinai: un coltello? Sì, uno di quei coltellacci da cucina…lo raccolsi, ma lo lasciai subito cadere, spaventato da un’immagine che per un attimo attraversò la mia mente, ripresi la lama da terra e ricominciai a fuggire di corsa, deciso ad affrontare qualsiasi maniaco avesse tentato di aggredirmi. Dopo un po’ inciampai e caddi rovinosamente tra le erbacce, mi girai subito per trovare il coltello e davanti a me di colpo apparve una piccola capanna. La capanna dove ci nascondevamo da piccoli…quel pensiero mi calmò per un attimo, ma adesso, in quella situazione, quella capanna aveva un non so che di minaccioso. Perché tutto quello che da piccoli ci godiamo spensierati, da grandi ci fa così paura? A dieci anni non me ne fregava niente di perdermi nel bosco, anzi ci nascondevamo tra di noi e se trovavamo una capanna come quella che ora mi ritrovavo davanti, ci facevamo la nostra casa, il nostro quartier generale per giocare a “nascondino” o a “guardie e ladri”. Mi alzai, con il coltello in mano e decisi di entrare nella capanna. Chissà da quanto tempo non ci veniva nessuno…la porta cigolava mano a mano che si apriva, dentro era completamente buio anche perché ormai il tramonto stava cedendo il posto alla luce fioca della sera. Ogni passo che facevo nella capanna era accompagnato da un flash che mi entrava nella testa come una lama…la lama del coltello che tenevo in mano, che nel silenzio più assoluto mi rivelava il suo gocciolare. Mano a mano che la vista si abituava al buio, mi apparve l’interno della capanna, un tavolaccio con delle sedie, delle travi dal soffitto; da una in particolare pendeva qualcosa. Mi avvicinai tremante, strinsi il coltello forte con tutte e due le mani. Dal soffitto pendeva impiccato il corpo accoltellato della mia fidanzata. Urlai come un pazzo e uscii di corsa dalla capanna, mi fermai di colpo e mi specchiai nella lama luccicante e grondante sangue del coltellaccio. Come in uno schermo vidi il film dell’omicidio che avevo compiuto. Avevo ucciso a coltellate la mia ragazza…come i giochi che facevo da bambino, il bosco aveva giocato con la mia mente, liberando il maniaco imprigionato in me. Trovai l’uscita finalmente e il sentiero che mi avrebbe portato verso il casale. Ma notai al margine del piccolo viale una coppia appartata in macchina, avevo ancora in mano il coltellaccio insanguinato, lo avevo portato con me senza rendermene conto, il bosco voleva ancora giocare…

 
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Irene Vanni
view post Posted on 25/7/2012, 10:24




Avevi a disposizione 20.000 caratteri e ne hai usati solo 3.000. Già questo è penalizzante dato che in 20.000 si possono intrecciare eventi, creare vicende, caratterizzare personaggi, suscitare empatia con il lettore, cosa che in 3.000 può anche avvenire volendo, sì, ma solo facendo grandissima attenzione alle tecniche di scrittura. Ma qui non succede. Tanto per cominciare non vai mai a capo, la sintassi non è corretta, le frasi non scorrono. Ci sono addirittura problemi grammaticali, ripetizioni di pronomi, coordinazione eccessiva, per non parlare della punteggiatura che andrebbe rivista del tutto. Riguardo l’idea: è molto abusata, prevedibile, già riletta troppe volte per poter suscitare interesse nel lettore; oltretutto è strutturata in maniera scoordinata, inverosimile, ingenua, mutuata su mille altre scene uguali viste al cinema. Giustappunto, si tratta solo di un immagine. Un racconto, una narrazione è un’altra cosa. Innanzitutto bisogna imparare a padroneggiare le tecniche di scrittura, poi a soppesare nella mente la validità e l’interesse delle idee prima di metterle su carta. Infine arriva il racconto. In fondo, l’originalità di un un’idea non è nemmeno l’aspetto fondamentale. Un soggetto può essere anche banale se strutturato e presentato in maniera corretta e accattivante. Purtroppo qui non ho visto niente di tutto questo...
 
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jwdr1996
view post Posted on 26/7/2012, 20:45




Condivido le critiche di Irene e ti consiglio di lavorare intorno all'idea interessante del racconto:

"A dieci anni non me ne fregava niente di perdermi nel bosco, anzi ci nascondevamo tra di noi e se trovavamo una capanna come quella che ora mi ritrovavo davanti, ci facevamo la nostra casa, il nostro quartier generale per giocare a “nascondino” o a “guardie e ladri”.

:)
 
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Giampyr
view post Posted on 27/7/2012, 09:22




Premessa che non vuole essere assolutamente una scusa: questo racconto nasce come esercizio di scrittura creativa che poi si è trasformato in una sceneggiatura per corti, arrivata finalista al To Horror FilmFest 2011.
Ho usato così pochi caratteri perchè in effetti più che un racconto classico è una suggestione.
Sul fatto che non vado mai a capo è verissimo, mi allenerò nel rimediare.
"La sintassi non è corretta e le frasi non scorrono", me ne puoi fare un esempio pratico? Come per tutti i problemi grammaticali da te ravvisati, siccome ci tengo molto, anche qui me ne puoi fare qualche esempio pratico?
Anche riguardo l'idea; non mi arrogo assolutamente la massima originalità, ma mi piacerebbe conoscere almeno una scena da cui è tratta. Perchè è scoordinata? Perchè è ingenua? Perchè è inverosimile?
Sul padroneggiare le tecniche di scrittura so benissimo che sono proprio un dilettante, pensa che è il mio primo racconto o immagine se preferisci.
Un'ultima critica alla critica, se mi permetti la ripetizione, non mi piace chi pretende di parlare per il "lettore", preferisco chi, con più umiltà, parla per se stesso.
Comunque grazie per averlo letto e avermi "massacrato".
Saluti

CITAZIONE (jwdr1996 @ 26/7/2012, 21:45) 
Condivido le critiche di Irene e ti consiglio di lavorare intorno all'idea interessante del racconto:

"A dieci anni non me ne fregava niente di perdermi nel bosco, anzi ci nascondevamo tra di noi e se trovavamo una capanna come quella che ora mi ritrovavo davanti, ci facevamo la nostra casa, il nostro quartier generale per giocare a “nascondino” o a “guardie e ladri”.

:)

Ciao, puoi dirmi brevemente perchè, secondo te, il brano da te citato è l'idea interessante del racconto?
Saluti
 
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Irene Vanni
view post Posted on 27/7/2012, 10:52




Be’, se davvero vuoi scrivere devi abituarti a determinate espressioni, così come alla parola “lettore”, fondamentale in una valutazione. Riguardo lo stile è impossibile avventurarsi in esempi dettagliati proprio perché è l’intera scrittura che sarebbe da rivedere, è ancora molto acerba, non si possono sottolineare problemi specifici, i dettagli si sottolineano quando il lavoro è già sistemato. E’ l’insieme che deve essere rivisto del tutto, con molta lettura ed esercizio a monte. Poi ti consiglio di non basarti mai sui risultati ottenuti ai concorsi per valutare un tuo lavoro. L’arrivare in finale ai premi letterari non significa nulla. Un premio letterario si basa su una rosa di opere pervenute fra cui scegliere la migliore. Poi, già dal secondo classificato, per farti un esempio, i lavori pervenuti potrebbero essere non selezionabili a livello editoriale. Cosa significa che “ti piacerebbe conoscere una scena da cui è tratta?” Quando un’idea è abusata è abusata, non è che il lettore può mettersi a farti l’elenco di tutti i film in cui qualcuno ammazza qualcun altro ma lì per lì al lettore/spettatore non si fa capire che è stato proprio lui, sta all’autore avere un background più ampio possibile, è un intero sottogenere più che una rosa di esempi, a ben vedere. Poi, ripeto, un’idea può essere pure abusata, ma dipende anche da come è strutturata e sviluppata. Quella del racconto di Elpis postato di recente per esempio è buona, pur se non originalissima. Prova a leggerlo per farti un’idea.
 
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jwdr1996
view post Posted on 28/7/2012, 20:21




Cerco di spiegare meglio quello che, comunque, è soltanto il mio punto di vista. Personalmente sono molto attratto, nei racconti di genere noir, dalla dimensione psichica della vicenda più che dalle manifestazioni di violenza o dalle descrizioni gotiche. Per questo, fossi stato io a scrivere un ’pezzo’ del genere, avrei cercato di approfondire il significato simbolico del bosco, magari facendo leva sul contrasto tra esperienza infantile ed età adulta: cercando nella prima cause e connessioni con la seconda.
Questo nella prospettiva di irrobustire un racconto che, così com’è, rimane un bozzolo che potrebbe anche generare una farfalla.
Non so se ho spiegato cosa intendo dire. In ogni caso il racconto è tuo e deve ovviamente corrispondere ai tuoi interessi, a ciò che desideri esprimere e al tuo gusto personale. Se poi il racconto incontra o meno il gusto degli altri, questo è importante o meno soltanto in relazione a ciò che ti proponi con la scrittura (Piacere agli altri? Esprimere te stesso disinteressandoti di chi ti legge? Un mix dei due elementi e in quali proporzioni?)
 
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Giampyr
view post Posted on 30/7/2012, 11:40





Bastava un esempio per ogni genere di critica da te portata, essendo un racconto breve bastava poco, no? Così non mi aiuti a crescere, mi sei poco utile.
Comunque non era un premio letterario, era un concorso per sceneggiature che venivano ritenute adatte per cortometraggi, ed essere arrivato in finale è comunque motivo di soddisfazione, come motivo di soddisfazione è anche pubblicare i propri racconti e ricevere delle critiche che ti facciano crescere.
Appunto, essendo un'idea abusata bastava un solo esempio, ma evidentemente è chiedere troppo, comunque ti ringrazio ancora per esserti soffermata sul mio racconto, ma purtroppo la tua critica legittima è troppo generica.
Saluti

Ti ringrazio per la segnalazione, in effetti potrebbe essere un aspetto interessante da sviluppare, ottimo spunto. Anch'io mi interesso molto della dimensione pischica, pur non disdegnando il gotico o lo splatter.
Per finire, mi piace scrivere con l'obiettivo di raggiungere un mix tra l'espressione di me stesso e il riscontro positivo degli altri.
Saluti
 
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Giorgio Simoni
view post Posted on 2/8/2012, 14:18




Ho letto il racconto, anche se si fa molta fatica. Il lettore deve correre dietro al protagonosta senza mai fermarsi, come in una cavalcata senza controllo. Nel testo mancano le briglie.
L'idea, oltre a svilupparsi come una lunga elucubrazione, per acquisire forza, deve essere sostenuta con un intreccio, con la caratterizzazione dei personaggi, con l'azione. Secondo me tutti aspetti solo sfumati e non valorizzati. Ci vuole una analisi più pratica e meno mentale.
Un esempio: "stava scendendo il tramonto" il tramonto non scende. Il tramonto è una situazione che si crea e non compie azioni. Il sole scende, la sera scende, e inizia il tramonto.
Ma questi sono solo i miei punti di vista e le sensazioni che ho avuto leggendoti.
Buona scrittura.
 
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William Munny
view post Posted on 26/8/2012, 12:55




Ciao Giampyr,
ho letto il tuo racconto e l'ho trovato "cinematografico"; sensazione che ho confermato leggendo i vari commenti e risposte.
Trovo che il soggetto sia buono, ma manca qualcosa... Prima di scriverti, l'ho riletto un paio di volte e credo di avere capito cosa non mi convince:
- la storia è incentarata su di un personaggio che si è perso nel bosco, situazione che dovrebbe essere carica di panico, paura o qualche altra sensazione sgradevole. Le frasi lunghe con cui racconti trovo che non creino la giusta atmosfera. Oltre al pericolo di perdersi, il ritmo è lento. Non sono un grande esperto di cinema, ma per ottenre un effetto di smarrimento e ricreare una situazione del genere il regista dovrebbe inserire molti stacchi, un montaggio serrato e adrenalinico, magari usando dei filtri o immagini sfuocate che rendano più inquietanti le immagini. Le frasi con cui hai "montato il racconto" mi sembrano delle carrellate che rallentano la storia, dando il tempo a chi legge di metabolizzare e ciò rende difficile entare nei panni del narratore nonostante l'uso della prima persona.
Ti consiglierei di accorciare le frasi, in alcuni punti magari optare per frasi brevissime... Così dovresti rendere più veloce e più caotica la narrazione.

- il tempo con cui racconti la storia. In un corto il tuo testo è la voce fuori campo del protagonista, vedo le immagini e ascolto la storia, sapendo che il protagonista ne è uscito vivo... In un racconto in prima persona il protagonista non deve morire, altrimenti come ha fatto a raccontare la storia (limite che se è ben gestito può essere tranquillamente ignorato) ? Il passato mi fa sembrare il racconto come una confessione/fiume... Il che mi allontana dall'immedesimazione con il protagonista... Perche non usare il tempo presente?
Dopo essermi dilungato, provo a fare un esempio:


Ritornando a casa, mi accorsi di essermi smarrito nel bosco che stavo attraversando da un tempo indefinito ormai, stava scendendo il tramonto e io non sapevo come uscire da quella boscaglia un tempo a me così familiare. Da piccolo ci passavo per giocare e poi tornare a casa e adesso, dopo tanti anni mi ci ero perso, come se mi trovassi in un luogo a me sconosciuto. Cercai di tornare indietro, prendendo un vicolo a destra e viceversa, ma mi sembrava di girare a vuoto, che il bosco ormai si muovesse con me.


Ritorno a casa. Mi accorgo di essermi perso nel bosco. Lo sto attraversando da ore. Scende il tramonto. Non so come uscire di qua. E pensare che un tempo mi era così familiare. Da piccolo ci giocavo e sapevo anche tornare a casa. Dopo tanti anni mi sono perso come se fosse un luogo sconosciuto. Torno indietro. Prendo un sentiero a destra e viceversa....

Cosa ne pensi?

Un dettaglio: il protagonista ritrova il coltello che sembra essere pulito, ma dalla stessa lama inizia a gocciolare del sangue quando entra nel capanno.... Forse è meglio sporcare il coltello al ritrovamento (perchè la scena nel capanno in cui ogni goccia richiama un ricordo è buona), anche se si dovrebbe giustificare meglio la decisione del protagonista di prendere con sè l'arma...
Ho pensato anche a quello... sono proprio un rompiscatole...
Perchè dopo il ritrovamento non fai svenire il protagonista con una frase? La butto lì, "Vedo nero, non sento più le forze", poi stacchi il corpo del testo con una riga e riprendi qualche frase dell'inizio tipo:

"Ritorno a casa. Mi accorgo di essermi perso nel bosco. Lo sto attraversando da ore. Scende il tramonto. Non so come uscire di qua. Ho un coltello insanguinato in mano. Cosa ho fatto?"

Ovvieresti alla mancanza di spiegazioni iniziale (perchè si trova nel bosco), ogni qualvolta che gli capita qualcosa di forte sviene...
Poi attacchi con una frase : "Vedo un capanno. Prima non c'era"

Ultima cosa e poi la smetto. Ci sono alcuni vocaboli ripetuti, meglio sostituirli con sinonimi e far sparire gli avverbi...

Ok, è tutto. Se credi che sia il caso non darmi retta, fallo pure, in fondo sono solo dei consigli.
Buon Lab.
 
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8 replies since 24/7/2012, 10:45   740 views
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