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Foto, di Roberto Bommarito

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RobertoBommarito
view post Posted on 24/7/2012, 21:56




Foto



«Devi spiegarmi solo una fottutissima cosa,» dice il tizio in divisa, scavando con le dita nel naso come uno scolaretto di prima elementare, l'esatto opposto di quello che si vede nei film polizieschi. Non fa paura, solo ribrezzo. Nell'altra mano agita una Canon, la mia. «Cosa ci facevi con le foto del cadavere di tua moglie?»
«Lucia,» preciso io, senza aggiungere altro. Anche se potrei.
L'ultima frase che mi ha detto prima di morire è stata: «Allora, idee per il nome?»
La settimana prima, lo sguardo vivo, un sorriso che aspettava solo il mio per esplodere, mi aveva comunicato che saremmo stati genitori. La mia reazione: presi la macchina fotografica. La posizionai bene. Misi il timer. Baciai Lucia, e continuai a farlo anche dopo che il flash era già scattato. Quello fu il momento in cui credetti davvero di poter essere felice. Per sempre, come dicono quelle fiabe Disney del cazzo che ti insegnano troppo presto a sognare.
Si apre la porta. Nella stanza entra un collega. Ha in mano una scatola delle scarpe. La mette sul tavolo.
La apre.
Il poliziotto guarda me, i contenuti della scatola, ancora me. Il collega gli mormora qualcosa all'orecchio, poi se ne va, non senza lanciarmi prima uno sguardo curioso, incerto.
«Seicentoquarantadue foto?» sbotta il poliziotto, ripetendo il numero che gli avrà comunicato il suo collega. Raccoglie delle foto dalla scatola, poi le fa scivolare sul tavolo di plastica verso di me. «Chi è tutta questa gente?»
Una mi sfiora la mano, girando su se stessa. È quella di una vecchia, in ginocchio davanti all'altare della Cattedrale Sant'Agata di Catania.
Un'altra ritrae due ragazzi che si baciano nel parco di Siracusa.
«È la mia collezione,» dico.
«Di cosa?» ribatte lui, giocando con una pallina di moccio.
«Fotografo l'unico momento che conta davvero.»
Lui si acciglia.
Io continuo: «Questa vecchia, l'ho fotografata nel momento in cui credeva in Dio. Questa coppia, nell'attimo in cui hanno creduto di amarsi...»
È bastata una scivolata, la botta alla testa mentre si faceva la doccia, e Lucia non c'è più. Non c'è lei, non c'è la nostra vita, non c'è l'illusione di poter vivere in eterno, felici, cavalcando titoli di coda immaginari, quelli a cui da piccolo i cartoni mi dicevano che avevo diritto. Io, lei, nostro figlio. L'unica cosa che ho sempre voluto.
Sospiro. Poi continuo: «Colleziono i momenti in cui la gente riesce a credere in qualcosa.»
Lui lancia la pallina di moccio nel vuoto, facendo schioccare le dita come facevo una volta i cowboy nella pubblicità dei Marlboro. «E allora perché diavolo ti sei fotografato assieme al corpo senza vita di tua moglie?»
Chiudo gli occhi, sentendomi lontano da tutto, immerso di nuovo in quella scena. Nel momento in cui l'ho vista sdraiata per terra, bella e nuda, scoordinata.
Rivivo le ore passate in silenzio, fissandola.
Tremando.
Il momento in cui mi sono recato in camera mia, ho preso la Canon, e ho messo il timer.
Come avevo fatto una settimana prima, quando mi disse di essere incinta.
E l'ho baciata, di nuovo. E ancora ho continuato a farlo anche dopo lo scatto.
«Quello è il momento in cui ho creduto davvero alla morte,» dico.
Riapro gli occhi.
Lui mi fissa immobile.
«Cosa ne farete della mia collezione?» domando.
Lui incespica sulle parole. «Non so... è tutto da vedere...» Si alza e fa due passi verso la porta, lasciando la scatola sul tavolo, anche se non dovrebbe. Mi lancia un'occhiata, scuote la testa, poi esce dalla stanza.
Avvicino la scatola a me.
Cerco l'unica foto che non c'entra nulla con la collezione, quella mia di pochi mesi, un neonato gioioso.
Ma non è me che vedo nella foto.
«Se fosse stato maschio, l'avremmo chiamato Ivan,» borbotto. Poi chiudo un'altra volta gli occhi, pensando a mia moglie. E per la prima volta da quando è morta, riesco a sorridere. «Ma, se fosse stata femmina, l'avremmo chiamata Lucia, come te.»

Edited by RobertoBommarito - 24/7/2012, 23:24
 
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kendalen
view post Posted on 25/7/2012, 07:45




Trama
Da un lato un'interpretazione della traccia molto bella (ma davvero MOLTO), dall'altro alcune sbavature che secondo me hanno impedito al tuo racconto di essere una delle cose migliori (a livello di trama) che abbia mai letto in Minuti Contati. Magari sono solo io, non è da escludere, eh. C'è la morte di Lucia, funzionale al fatto di doverla fotografare in un certo modo, ma che delude un po' per la banalità (sia chiaro, possibilissimo come incidente); c'è lo shock del protagonista, che non prova nemmeno a chiamare un'ambulanza ma rimane ore a fissare la moglie; c'è un finale fiacco e che probabilmente non ho compreso in pieno (la foto del neonato sembra messa lì apposta per consentirti di chiudere il racconto, non c'entra nulla con la collezione, e poi non ho ben capito la questione dei nomi, soprattutto nel caso fosse stata femmina).
Personaggi e ambientazione
Qui invece il lavoro mi è parso migliore, soprattutto per quello che riguarda il protagonista, cui hai dato una bella caratterizzazione (anche se, come ho scritto prima, il non aver chiamato l'ambulanza mi sembra strano). Faccio ricadere in questa voce parte dell'interpretazione della trama, visto che nel tuo caso (come immagino nel caso di molti) è strettamente legata a uno dei personaggi: molto bene, quindi. Ho trovato un po' meno convincente il poliziotto dedito a scavi otorinici, che ho trovato un po' troppo caricaturale e poco credibile, ma si tratta in fin dei conti di un personaggio che, sia pure presente in tutto il racconto, ha il solo ruolo di far risaltare il protagonista.
Forma
Buono l'uso del punto di vista, con la scelta di andare sulla prima persona presente. Trovo invece che tu ti sia leggermente complicato la vita con i flashback, e con i tempi verbali degli stessi: li hai usati un po' tutti (mi pare manchi solo il trapassato remoto), da quanto posso vedere in maniera corretta, ma ho paura che il lettore tenda un po' a perdersi. Ci sono poi alcune ripetizioni ravvicinate, tipo "L'ultima frase che mi ha detto prima [...] La settimana prima" (il secondo potrebbe essere sostituito con "precedente"?) o "Si apre la porta. Nella stanza entra un collega. [...] La apre." (il secondo potrebbe essere sostituito con "La scoperchia" o con "Toglie il coperchio"?). Per il resto, è sempre il tuo stile: preciso e piacevole da leggere.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 25/7/2012, 09:59




Ciao! :)

Sì, sono d'accordo per quanto rigaurda le ripetizioni: sono cose che solitamente aggiusto nella fase di rilettura ma a MC ho poco tempo e ci inciampo sempre.

Lo shock del protagonista, invece, non l'ho trovata una cosa tanto impossibile. Anche perché, essendo morta, chiamare l'ambulanza non avrebbe risolto nulla. È al contrario travolto dalla realizzazione della sua morte, della morte, ed è per questo che rimane appunto in stato di shock. E in quello stato le persone agiscono in modi molto strani.

I tempi verbali possono forse sì complicare la lettura, ma alternative non c'è ne sono. Credo che comunque i tempi siano corretti. Essendo, per ovvie ragioni, un testo condensato in poco spazio, le alternative sono quelle che sono. Per la stessa ragione, il poco spazio, ho dovuto ripiegare su certi escamotage per caratterizzare il personaggio del poliziotto, appunto gli:

QUOTE
scavi otorinici

:P

Se non lo avessi fatto, sarebbe risultato piatto.

Grazie mille per il commento :) Molto preciso!

Per quanto rigaurda il finale:

la sua è una risposta all'ultima frase della moglie, a cui non ha mai fatto in tempo a rispondere:

QUOTE
L'ultima frase che mi ha detto prima di morire è stata: «Allora, idee per il nome?»

 
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KillerQueen
view post Posted on 25/7/2012, 10:05




Per la quarta volta su quattro, adoro il tuo racconto. Questa volta l'ho apprezzato anche più del solito (il che è tutto dire), ma al tempo stesso ho più critiche del solito da farti. L'ho trovato geniale, commovente, straziante. E' impressionante la quantità di emozioni che riesci a trasmettere con così poche righe. Detto questo, proprio non mi è piaciuto il finale. E' un crescendo che raggiunge l'apice con la frase "Quello è il momento in cui ho creduto davvero alla morte", poi cala vertiginosamente. Avrei preferito se avessi concluso proprio con la frase citata, trovo un po' di troppo ciò che segue. Resta comunque splendido, complimenti.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 25/7/2012, 10:19




Grazie mille KillerQueen :) Sì, credo che hai ragione sul finale. Forse avrei dovuto fermarmi a quella frase - e ci ho pensato scrivendolo - però avevo la sensazione di qualcosa di incompiuto: appunto quella risposta alla domanda di lei che non è mai arrivata.
Grazie di nuovo :)
 
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view post Posted on 1/8/2012, 09:09
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Martin Sileno

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Foto
TRAMA: Un fotografo viene indagato per la morte della moglie. I sospetti ricadon su di lui perchè si è fotografato insieme al corpo senza vita di lei, nella realtà lui colleziona scatti di momenti in cui i soggetti credn realmente in qualche cosa.
PERSONAGGI E AMBIENTAZIONE: caratterizzati molto bene dai dialoghi, dalle azioni e dai pensieri molto realistici. Per quanto riguarda l'ambientazione, abbiamo la scatola, le foto e la Canon. Forse mi sarebbe piaciuta una maggiore contestualizzazione. Il poliziotto che infila le dita nel naso, forse stona un po', ma dona al racconto una certa tridimensionalità.
FORMA E STILE: trovo che qui non ci sia nulla da dire, impeccabili. Trasuda di quell'impatto emotivo che hai detto mancare al mio racconto. Leggendo il tuo racconto ho capit perfettamente cosa intendevi dire.
Che dire? complimenti.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 1/8/2012, 10:17




@GDN76: Grazie mille per il commento! Sono contento che ti sia piaciuto! :)
 
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Olorin
view post Posted on 1/8/2012, 11:13




Ho trovato l'idea delle foto eccezionalmente coinvolgente, e proprio per questo la sensazione che mi ha lasciato il racconto è quella dell'occasione un po' sprecata.
Forse sarebbe stato avvincente vedere descritto lo stato d'animo del protagonista, il frantumarsi del suo aver creduto nella possibilità di essere felice, proprio attraverso i momenti ugualmente illusori immortalati in quelle foto.
La vecchia che prega poi morta la settimana dopo, uno dei due innamorati intravisto la sera dopo in un vicolo mentre bacia un altro e così via...
Non so, ma le potenzialità di quei coriandoli colorati più dalla 'fede' che dalla realtà trasposta da un obbiettivo, hanno deviato irreparabilmente il mio modo di leggere la storia.

Ultime 6 righe del racconto illeggibili - lo dico con 'affetto' - se confrontate col timbro e lo stile della parte precedente e anche con quelli del racconto dell'edizione di MC precedente.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 1/8/2012, 11:40




@Olorin: Non capisco cosa ci sia di "illegibile", dire così mi sembra un po' troppo esagerato sinceramente. Okay che ognuno ha la sua opinione, ma obbiettivamente parlando è una definizione esagerata, perché davvero non c'è nulla di illegibile. Però grazie lo stesso per il commeno :)

QUOTE
Lui incespica sulle parole. «Non so... è tutto da vedere...» Si alza e fa due passi verso la porta, lasciando la scatola sul tavolo, anche se non dovrebbe. Mi lancia un'occhiata, scuote la testa, poi esce dalla stanza.
Avvicino la scatola a me.
Cerco l'unica foto che non c'entra nulla con la collezione, quella mia di pochi mesi, un neonato gioioso.
Ma non è me che vedo nella foto.
«Se fosse stato maschio, l'avremmo chiamato Ivan,» borbotto. Poi chiudo un'altra volta gli occhi, pensando a mia moglie. E per la prima volta da quando è morta, riesco a sorridere. «Ma, se fosse stata femmina, l'avremmo chiamata Lucia, come te.»

Illegibile... Solitamente non commento i commenti ai miei racconti, o lo faccio molto brevemente. Positivi o negativi, li accetto. Ma in questo caso... che stiamo scherzando?
 
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Olorin
view post Posted on 1/8/2012, 11:55




CITAZIONE (RobertoBommarito @ 1/8/2012, 12:40) 
@Olorin: Non capisco cosa ci sia di "illegibile", dire così mi sembra un po' troppo esagerato sinceramente. Okay che ognuno ha la sua opinione, ma obbiettivamente parlando è una definizione esagerata, perché davvero non c'è nulla di illegibile. Però grazie lo stesso per il commeno :)

CITAZIONE
Lui incespica sulle parole. «Non so... è tutto da vedere...» Si alza e fa due passi verso la porta, lasciando la scatola sul tavolo, anche se non dovrebbe. Mi lancia un'occhiata, scuote la testa, poi esce dalla stanza.
Avvicino la scatola a me.
Cerco l'unica foto che non c'entra nulla con la collezione, quella mia di pochi mesi, un neonato gioioso.
Ma non è me che vedo nella foto.
«Se fosse stato maschio, l'avremmo chiamato Ivan,» borbotto. Poi chiudo un'altra volta gli occhi, pensando a mia moglie. E per la prima volta da quando è morta, riesco a sorridere. «Ma, se fosse stata femmina, l'avremmo chiamata Lucia, come te.»

Illegibile... Solitamente non commento i commenti ai miei racconti, o lo faccio molto brevemente. Positivi o negativi, li accetto. Ma in questo caso... che stiamo scherzando?

be', l'inciso "detto con 'affetto'" voleva proprio SDRAMMATIZZARE la portata di un aggettivo che come ben dici tu era volutamente e palesemente esagerato, ma voleva esserlo in un contesto colloquiale.
In maniera più 'formale', il finale devia da quello che era un ambiguo svelarsi dello svolgimento dei fatti, della colpevolezza o meno del protagonista, nonché delle sue motivazioni, e chiude con una ulteriore assoluzione dell'uomo agli occhi del lettore, ridondante e - a tal proposito - a mio parere un po' troppo disneyana rispetto al realistico incedere del resto della narrazione.

Non c'era nulla di tecnico nel mio 'illeggibile'.

EDIT: senza contare che l'esplicito riferimento a timbro e stile, da quest'ultimo punto di vista - quello tecnico, se iperbolicamente vogliamo così definirlo - sarebbe potuto già bastare a sanare i dubbi e lenire i pruriti all'orgoglio scrittorio...

Edited by Olorin - 1/8/2012, 13:20
 
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Peter7413
view post Posted on 1/8/2012, 22:06




Ciao Roberto!
Un ottimo racconto. Due sbavature: una prima frase a mio avviso pessima e la conclusione. Mi spiego sull'ultimo punto: il chiamarla come la madre, almeno nelle mie zone, è inconcepibile. Al massimo si chiamano i figli con i nomi dei nonni. La tua scelta mi ha portato a pensare ad altro, che ci fosse non so quale piano del marito dietro alla morte della moglie... Certo, pensieri assurdi, ma atti a cercare di ricucire un divario fra ciò che mi aspetto e ciò che non ritengo normale. Tutto questo per consigliarti di cambiare con un "l'avremmo chiamata PINCOPALLA, come tua madre".
Per il resto, grande conduzione del racconto, bello come descrivi i protagonisti, delicato, sensibile, struggente. Tema pienamente rispettato e ben inserito.
Bel lavoro, come al solito. Complimenti!
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 2/8/2012, 13:17




Ciao Roberto.
Bella prova di stile. Ottima idea, la collezione di foto: grandiosa. Il racconto non è riuscito al 100% per due difetti, a mio modo di vedere. Il primo è il personaggio del poliziotto e la sua famigerata pallina di moccio; ok trovare un gesto, un atteggiamento che caratterizzi il personaggio, ma questa scelta specifica secondo me penalizza l'atmosfera che in alcuni passaggi è quasi poetica. Leggi ad esempio la frase "Non c'è lei, non c'è la nostra vita, non c'è l'illusione di poter vivere in eterno, felici, cavalcando titoli di coda immaginari[...]" e una riga più sotto "Lui lancia la pallina di moccio nel vuoto, facendo schioccare le dita[...]". Insomma, c'è un bel contrasto. Non so se voluto per creare un qualche effetto particolare. Il secondo problema è nel finale, dove c'è una sorta di anticlimax con una chiusaura che lascia un po' perplessi, perché non sembra molto sensato mettere lo stesso nome di sua moglie (nell'ipotesi che lei non fosse morta). Ci sono anche altri dettagli che creanoq aulche perplessità (sommati tra loro) e minano un po' il realismo: lei che scivola e cade nella doccia, il poliziotto che lascia lì le foto e se ne va, la foto da bambino che guarda caso si trova lì. Sembrano una serie di sincronicità funzionali al racconto che fanno perdere di realismo e vanno a intaccare (solo in parte, perché comunque stiamo parlando di elementi tutto sommato di contorno rispetto al tema principale che invece rimane ben solido e interessante) quell'atmosfera di disperazione da sogno infranto per il resto così ben costruita.
Ciao!
 
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11 replies since 24/7/2012, 21:56   161 views
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