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Farfalle, di Luca Romanello - 3992 caratteri

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kendalen
view post Posted on 24/7/2012, 22:20




Farfalle


Con un movimento secco, Jake schiacciò la zanzara che aveva sul collo. La serata prometteva di essere torrida quanto il pomeriggio e le rive del Mississipi erano una vera cuccagna per parassiti succhiasangue e coppiette in cerca di intimità.
«Forse è meglio tirar su i finestrini», suggerì Becky, non più così coraggiosa come quando le sue amiche l'avevano sfidata a uscire con lo scemo della scuola. La scusa che Jake usava di solito per tentare di rimorchiare era talmente ridicola da diventare oggetto della loro scommessa: Becky avrebbe dovuto verificarla e portare delle prove.
«Sicura?»
«Beh, se non vogliamo essere mangiati vivi...»
Il ragazzo, un meticcio con un'ampia stempiatura nonostante i diciassette anni, fece una risata gutturale e azionò gli alzacristalli.
«E magari accendiamo questa», aggiunse Becky, allungando una mano verso l'interruttore dell'aria condizionata. Così raffreddiamo anche i bollenti spiriti, aggiunse tra sé e sé. Aveva a portata di mano il cellulare, ma voleva chiedere aiuto solo se necessario: non avrebbe perso quella scommessa.
«Ok.»
«Senti, ma è vero quello che dici in giro? Che hai una meravigliosa collezione di farfalle?»
Il volto del ragazzo si illuminò e le labbra si piegarono in un sorriso idiota. «Oh sì! Meravigliosa davvero!»
«Me la faresti vedere?»

Jake aveva guidato lungo l'Old Spanish Trail fino a dopo Paradis e si era fermato davanti a un'anonima casa a due piani, poco lontana dalla statale 631. Nonostante l'ora, Becky aveva notato lo stato in cui versava il giardino davanti all'edificio: sterpaglie ammucchiate qua e là, sacchi della spazzatura e un paio di altalene che davano l'idea di non essere utilizzate da una vita.
«È casa tua?»
«Come?» fece Jake. «Oh, no, no. È di un amico di papà, ma si è trasferito in Europa per lavoro, da un po'.»
«Bella, l'Europa!»
«Dici?» chiese ancora, mentre la guidava verso la botola che dava sull'interrato.
«Beh, sì. Mi piacerebbe andarci. E a te?»
«Non so. Qui ho tutto quello che mi serve.»
La ragazza strinse con forza il cellulare, nella tasca dei pantaloni, rimpiangendo lo spray al peperoncino che le aveva offerto una delle sue amiche. «È da tanto che collezioni farfalle?»
«È una tradizione di famiglia. Siamo gli unici a usare questa tecnica di conservazione. Lo faceva mio padre, il padre di mio padre e così via fino a prima che arrivassero i conquistadores.»
Quando Jake fece scattare l'interruttore, l'interno della botola si illuminò a giorno. La scala portava a uno scantinato con una serie di scaffali ingombri di oggetti: a destra gli attrezzi da giardinaggio e quelli da bricolage, a sinistra una miriade di scatole e barattoli. A differenza del prato, l'impressione era che lì qualcuno avesse messo ordine da poco tempo.
Becky seguì il ragazzo. In fondo all'interrato c'erano due porte: una doveva senz'altro portare al piano di sopra, ma Jake si diresse verso la seconda. Fece appena in tempo a togliere il lucchetto che la teneva chiusa, che una ventata chiuse la botola da cui erano entrati, facendo sobbalzare Becky.
«Vado a fissarla», disse il ragazzo.
Attese che salisse le scale, poi si affacciò nella nuova stanza, pronta ad afferrare qualche esemplare e fuggire a gambe levate. Fu investita da una violenta zaffata di cuoio e per un attimo dovette riprendere fiato. Quindi accese la luce anche lì.
In mezzo alla stanza, un enorme bidone dal fondo bruciato conteneva un liquido nero e sporco. Alle pareti, bizzarri animali impagliati.
Becky li mise a fuoco un po' meglio.
La pelle scura e raggrinzita all'inizio l'avevano tratta in inganno, ma nonostante la taglia ridotta era ormai evidente che quelli non fossero animali, bensì esseri umani. Avevano lineamenti devastati, le gambe rattrappite e stupende ali colorate, appiccicate sulle schiene. E tutti parevano guardarla.
Portando le mani alla bocca fece un passo indietro, senza nemmeno riuscire a urlare, ma finì contro qualcosa, o qualcuno.
«Allora, ti piacciono le mie farfalle tsantsas?» le chiese Jake, mentre le serrava il collo.
 
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kendalen
view post Posted on 25/7/2012, 22:07




CITAZIONE (RobertoBommarito @ 25/7/2012, 20:50) 
2. Farfalle, di Luca Romanello

Ben scritto, si legge che è un piacere. Non troppo originale l'idea della collezione di farfalle, anche se con il colpo di scena finale si crea una variante molto interessante. Attenzione ai dialoghi che non apportano nulla al racconto:

CITAZIONE
«Bella, l'Europa!»
«Dici?» chiese ancora, mentre la guidava verso la botola che dava sull'interrato.
«Beh, sì. Mi piacerebbe andarci. E a te?»
«Non so. Qui ho tutto quello che mi serve.»

Questa parte si potrebbe escludere del tutto e non cambierebbe nulla. Poe diceva che un racconto breve è un racconto che non ha una sola parola in più di quante ne dovrebbe avere, e credo che ci sia un fondo di verità in quella sua affermazione. Per il resto, ottimo racconto.

Osservazione interessante e giusta, la tua. Nel racconto (in questo come anche in altri miei) i dialoghi dovrebbero servire a caratterizzare meglio i personaggi, farli sentire più vivi e veri, ma se hai sentito come superfluo quello scambio è evidente che l'obiettivo, nel caso specifico, non è stato centrato.
In quanto all'idea, l'originalità non si fa più viva in casa mia da un bel pezzo, ormai. Sigh. L'idea iniziale era una collezione di teste tsantsas parlanti, poi però mi sono detto che per fare una cosa decente bisognava virare secchi sul grottesco o come minimo su un genere alla Tim Burton, cosa di cui non sono capace. Mi sono quindi rifugiato su qualcosa di più familiare, sempre mantenendo il nocciolo dell'idea iniziale, le tsantsas, ma modificandole un po', e lavorando sul contorno. Non è sempre facile riuscire ad azzeccare la strada giusta, ma è il bello della sfida, no? :)
Grazie mille per i complimenti, sinceramente non penso che il racconto li meriti (è uno di quei casi in cui dopo una notte di riposo rileggendolo lo butterei via...). Ma spero che abbia ragione tu! :)
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 26/7/2012, 10:51




QUOTE
i dialoghi dovrebbero servire a caratterizzare meglio i personaggi, farli sentire più vivi e veri,

sì, ho intuito che l'intenzione era quella (in passato mi è capitato di provare la stessa formula dei dialoghi mirati a questo), ma credo comunque che quel passaggio sia non necessario, perché comunque i personaggi nel racconto sono in effetti ben delineati.

QUOTE
L'idea iniziale era una collezione di teste tsantsas parlanti, poi però mi sono detto che per fare una cosa decente bisognava virare secchi sul grottesco o come minimo su un genere alla Tim Burton, cosa di cui non sono capace.

Non so, forse avresti dovuto provarci comunque. Perché era proprio una bella idea...
 
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kendalen
view post Posted on 26/7/2012, 10:53




CITAZIONE (RobertoBommarito @ 26/7/2012, 11:51) 
CITAZIONE
i dialoghi dovrebbero servire a caratterizzare meglio i personaggi, farli sentire più vivi e veri,

sì, ho intuito che l'intenzione era quella (in passato mi è capitato di provare la stessa formula dei dialoghi mirati a questo), ma credo comunque che quel passaggio sia non necessario, perché comunque i personaggi nel racconto sono in effetti ben delineati.

CITAZIONE
L'idea iniziale era una collezione di teste tsantsas parlanti, poi però mi sono detto che per fare una cosa decente bisognava virare secchi sul grottesco o come minimo su un genere alla Tim Burton, cosa di cui non sono capace.

Non so, forse avresti dovuto provarci comunque. Perché era proprio una bella idea...

Dici? Mah, magari un raccontino extra-MC... :)
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 26/7/2012, 10:57




essì eh, l'idea l'hai avuta, no? tantovale...
 
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KillerQueen
view post Posted on 28/7/2012, 22:39




CITAZIONE
«Forse è meglio tirar su i finestrini», suggerì Becky, non più così coraggiosa come quando le sue amiche l'avevano sfidata a uscire con lo scemo della scuola. La scusa che Jake usava di solito per tentare di rimorchiare era talmente ridicola da diventare oggetto della loro scommessa: Becky avrebbe dovuto verificarla e portare delle prove.

Secondo me in questa parte c'è un po' di infodump. Capisco che tu voglia dare un quadro della situazione, ma secondo me sarebbe stato più gradevole se avessi sparso le informazioni nel testo, invece di darle all'inizio. La parte in cui descrivi l'aspetto del ragazzo, francamente l'ho trovata un po' superflua, così come il dialogo sull'Europa.
Per il resto, l'ho trovato un po' prevedibile. La ragazza che esce con il tipo strano che si rivela essere uno psicopatico... ecco, mi sa di già visto. Per quanto riguarda il tema, di sicuro l'hai rispettato.
 
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kendalen
view post Posted on 29/7/2012, 08:46




CITAZIONE (KillerQueen @ 28/7/2012, 23:39) 
CITAZIONE
«Forse è meglio tirar su i finestrini», suggerì Becky, non più così coraggiosa come quando le sue amiche l'avevano sfidata a uscire con lo scemo della scuola. La scusa che Jake usava di solito per tentare di rimorchiare era talmente ridicola da diventare oggetto della loro scommessa: Becky avrebbe dovuto verificarla e portare delle prove.

Secondo me in questa parte c'è un po' di infodump. Capisco che tu voglia dare un quadro della situazione, ma secondo me sarebbe stato più gradevole se avessi sparso le informazioni nel testo, invece di darle all'inizio. La parte in cui descrivi l'aspetto del ragazzo, francamente l'ho trovata un po' superflua, così come il dialogo sull'Europa.
Per il resto, l'ho trovato un po' prevedibile. La ragazza che esce con il tipo strano che si rivela essere uno psicopatico... ecco, mi sa di già visto. Per quanto riguarda il tema, di sicuro l'hai rispettato.

Sull'infodump, probabilmente hai ragione. Ho messo quella frase per anticipare la richiesta di Becky relativa alla collezione di farfalle, visto che è il suo obiettivo verificarne l'esistenza, mentre di solito è Jake a usarla. Però... Dici che è superflua superflua?
Il discorso sull'Europa, come detto, è un obiettivo mancato, in effetti avrei fatto meglio a tagliare.
Sull'aspetto del ragazzo ("un meticcio con un'ampia stempiatura nonostante i diciassette anni"), invece, mi permetto di dissentire. Specificare che è un meticcio è (secondo me) fondamentale per il racconto: le sue origini miste, con sangue nativo americano, servono a rendere più credibile l'utilizzo della pratica delle tsantsa; la parte sulla stempiatura e sui diciassette anni, invece, inquadra meglio il tipo, per come lo vede Becky (perché il pdv dovrebbe coincidere con il suo, almeno nelle mie intenzioni!).
Prevedibile lo è senz'altro. Anzi, prevedibilissimo, me ne rendo conto. La totale mancanza di originalità è un flagello, per me, negli ultimi tempi. Tu che ne dici dell'idea delle tsantsas parlanti, cui ho accennato rispondendo a Roberto? Secondo te avrebbero funzionato? No, perché se come idea pensate che sia migliore, più originale e via dicendo, almeno mi consolo col pensiero che ogni tanto qualcosa di buono mi viene... :)
Poi, da lì a metterla giù bene, è un altro paio di maniche. :P
 
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KillerQueen
view post Posted on 29/7/2012, 09:09




Hai ragione, riguardo all'aspetto fisico non ci avevo pensato.
Per quanto riguarda l'originalità, secondo me il problema è più la situazione che la conclusione. Ultimamente ho letto tantissimi racconti horror, visto che li seleziono per un concorso. Le storie in cui qualcuno esce con qualcun altro e poi si scopre che uno dei due è un pazzo a cui servono persone per collezioni, esperimenti o altro erano moltissime.
 
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view post Posted on 30/7/2012, 14:06
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Martin Sileno

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Farfalle


TRAMA:
per una scommessa fatta con le amiche Becky decide di uscire con lo scemo della scuola. La scommessa consiste nel verificare che quest'ultimo abbia veramente una collezione di farfalle che usa come tecnica di rimorchio. La collezione risulta essere particlare e alla fine si arricchirà di un nuovo, unico esemplare: la protagonista stessa. Tema centrato.
La trama è semplice e lineare e prcede in mod pulit fino alla fine. Forse il finale arriva un po' telefonato, ma in ogni caso la tensione, anche se non in modo eccessiva, si mantiene.
PERSNAGGI:
Jake lo scemo della scuola – come prevedibile in realtà è un pazzo criminale.
Becky – studentessa che per dimostrare il suo coraggio finisce per diventare vittima del pazzo.
Forse un po' troppo stereotipati, però non sono penalizzanti in un contesto a tempo come questo.
AMBIENTAZIONE:
Mi piace perchè presente e tridimensionale. Bella l'immagine iniziale della zanzara schiacciata.
FORMA E STILE:
poco da dire. Chiaro, conciso e impeccabile come sempre.
NOTE:
allungando una mano verso l'interruttore dell'aria condizionata. - domanda, per andare l'aria condizionata il motore non deve essere acceso?
un enorme bidone dal fondo bruciato conteneva un liquido nero e sporco – penso che sia la base a essere bruciata, perchè il fondo se il contenuto è un liquido ner e sporco, non si dovrebbe vedere.
Il racconto per quanto semplice mi è piaciuto anche se manca un po' di emotività interna. Comunque complimenti.
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 2/8/2012, 07:52




Ciao Kendalen.
Il racconto ha un problema di fondo, ovvero ci si aspetta fin dalle primissime battute che accada esattamente quello che poi accade. Ok, la suspence si basa sull'anticipazione, ma forse la scena è costruita troppo come un classico (la casa abbandonata, lo scantinato, la botola che sbatte, lui si allontana con una scusa poi la sorprende...). Magari è intenzionale.
I personaggi e le loro motivazioni sono un po' superficiali, e le esigenze di brevità ti portano credo a infilare forse un paio di infodump, anche se ben amalgamati non danno tanto nell'occhio.
L'ingrediente tsantsas è il vero bonus della storia. Una buona idea, anche se forse non c'è stato lo spazio sufficiente a preparere un setup degno del finale (c'è la breve frase in cui il ragazzo dice che è una tecnica tramandata di padre in figlio, ma insomma, pare un po' poco).
Sarebbe da espandere la descrizione delle farfalle tsantsas. Ho visto alcune "testoline" in un museo (museo antropologico di firenze, forse, comunque credo ce ne siano parecchie in giro, chissà se sono originali) e fanno impressione se si pensa che quella è davvero la testa di una persona. Nel rimpicciolimento le proporzioni delle parti del volto cambiano e conferiscono un aspetto umano/disumano che colpisce molto. Per questo forse avrebbero dovuto trovare un maggior spazio, così sono un po' sacrificate. Ma torniamo al racconto.
Per il resto lo stile e il ritmo sono quelli giusti, un lavoro di grande qualità da questo punto di vista. Accurato nei dettagli e nell'ambientazione, nella descrizione dei luoghi, nel coinvolgere altri sensi oltre alla vista. Anche la struttura, classica, ma gestita molto bene. Ottimo lavoro.
 
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Olorin
view post Posted on 2/8/2012, 09:31




Secondo me il brano denuncia qualche defiance.
Il primo paragrafo per esempio a mio parere è troppo lungo, statico e palesemente pretestuoso - in senso tecnico, cioé è stata evidentemente rappresentata una scena di vita comune quale contesto dove far muovere i protagonisti e illustrarli -, per cui spreca molti caratteri col solo intento di presentare i personaggi e le premesse per la trama, cosa che poteva essere comodamente fatta nella situazione successiva di approccio alla location della soluzione dell'intreccio.
Questo investimento di caratteri ha come effetto negativo anche quello di togliere spazio alla scena conclusiva e di 'costringerti' a raccontarla invece di illustrarla:

CITAZIONE
La pelle scura e raggrinzita all'inizio l'avevano tratta in inganno, ma nonostante la taglia ridotta era ormai evidente che quelli non fossero animali, bensì esseri umani

che in termini di pathos risulta essere un po' una mazzata sulla schiena del finale.

I cliché di genere solitamente non mi disturbano se vengono inseriti con lo scopo di aiutare il lettore a muoversi per immagini scenografiche e di caratterizzazione (tecnica che avevi utilizzato nell'edizione scorsa), ma qui il cliché - a meno dell'oggetto della collezione... ma non so nemmeno se sia così vero, data la vastità della produzione di Bmovie - è la trama stessa, per cui...

Edited by Olorin - 2/8/2012, 15:14
 
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Peter7413
view post Posted on 2/8/2012, 13:36




Ciao Luca!
Buon racconto, scritto nel tuo solito stile pulito e avvolgente. Come spesso ti ho detto questa tua grande capacità di narratore ti permette di superare o mettere in secondo piano problemi che in altri contesti risulterebbero più gravi. In questo caso mi riferisco a un finale davvero telefonato: fin dalle prime righe si intuisce dove si sarebbe andati a parare. Ciò detto, il tuo stile permette al lettore di divertirsi ugualmente e quindi il problema vede notevolmente ridotta la propria entità.
Per il resto, ottima caratterizzazione dei personaggi, buon uso dei dialoghi, buona gestione della tensione. Solo un ultimo appunto, anche in questo caso penso te lo aspettassi da me... Perché le rive del Mississipi? Siamo italiani, ambientarlo sulle rive del Pò non avrebbe cambiato nulla, credo.
A rileggerti presto!
 
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kendalen
view post Posted on 2/8/2012, 14:01




@peter beh, sì, sul Po sarebbe stato più vicino... ma le tsantsas come le avrei giustificate? Con il fatto che il ragazzo è figlio di immigrati? Mumble mumble... ci devo pensare...

@paolo non so se hai letto anche COME vengono preparate le tsantsas... impressionante anche quello!

grazie a tutti per il commento! Osservazioni molto interessanti. Sono d'accordo che il finale risulti un po' troppo compresso e che forse non ci sia un'adeguata preparazione alla tipologia del finale stesso (sulla sostanza, beh, è evidente sin da subito :) ).

@olorin non so se avrei potuto tagliare tutta la prima parte e inserire la presentazione di personaggi e motivazioni annegata nella seconda parte, ho paura che in quel caso sì che il rischio infodump si sarebbe concretizzato pienamente. Magari sbaglio, eh.
 
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Olorin
view post Posted on 2/8/2012, 16:18




CITAZIONE (kendalen @ 2/8/2012, 15:01) 
@olorin non so se avrei potuto tagliare tutta la prima parte e inserire la presentazione di personaggi e motivazioni annegata nella seconda parte, ho paura che in quel caso sì che il rischio infodump si sarebbe concretizzato pienamente. Magari sbaglio, eh.

Be', possiamo confrontarci sui nostri rispettivi modi di vedere la questione.
Mi espongo in modo che tu possa imbracciare a tua volta la katana:

CITAZIONE
Becky fissava Jake che se ne stava aggrappato al volante con un sorriso tra l’ebete e il maniaco; la macchina filava lungo l'Old Spanish Trail, fendendo il buio della sera e la cappa d’afa che pesava sul fiume Mississippi.
Più che Jake, fissava in realtà le gocce di sudore che ne imperlavano l’ampia stempiatura, così anomala per i suoi 17 anni.
“Perché ho accettato questa stupida scommessa, perché?” si rimproverava la ragazza, torcendosi nervosamente le mani.
«Manca molto?» chiese poi, più che altro per cancellare quell’espressione inquietante dal volto di Jake.
«Eh? Cosa?» sobbalzò lui lanciandole due brevi occhiate smarrite, per poi tornare a fissare più consciamente la strada.
«Dico…» cercò di soffocare un gemito, Becky «manca molto per arrivare dove tieni la tua famosa collezione di farfalle?»
«No, no» rispose il ragazzo «appena superata Paradis, ci siamo».
Paradis.
Effettivamente mancavano solo un paio di kilometri, si fece coraggio Becky.
Alla fine cosa poteva succederle? Per vincere la scommessa con le sue amiche, le sarebbe bastato dare anche solo un breve sguardo alla stupida collezione con cui quello spostato di Jake voleva abbordarle, e poi se la sarebbe data a gambe.

La macchina si fermò poco lontano dalla statale 631.
La luce dei fanali illuminava la facciata di un'anonima casa a due piani. Nonostante l'ora, Becky aveva notato...

Non so se c'è tanto infodump dentro, però secondo me così ha un ritmo più omogeneo.
Certo, è a mio gusto e parere, perché ad altri può risultare molto più gradevole la tua soluzione.
 
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kendalen
view post Posted on 2/8/2012, 16:34




Infatti avevo detto che magari sbagliavo. In effetti come impostazione mi pare che la tua possa funzionare meglio di quella che ho usato nel racconto. :)
Tanto per cambiare, avevo interpretato male il tuo "situazione successiva di approccio alla location". :D
 
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14 replies since 24/7/2012, 22:20   135 views
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