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La collezionista di sogni, di Viola Killerqueen Lodato - 3988 caratteri

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KillerQueen
view post Posted on 24/7/2012, 22:35




All'inizio l'aveva considerato solo un lavoro. Un lavoro odioso, certo, ma l'importante era che gli permettesse di condurre una vita dignitosa.
Tutte le sere indossava dei vestiti eleganti, si truccava, si preparava e si recava a destinazione presso la dimora dei clienti. A volte le chiedevano di recarsi in uffici o negozi, si trattava perlopiù di uomini con mogli all'oscuro di certi incontri.
Il suo lavoro consisteva nel rendere felici le persone. La chiamavano Collezionista di sogni, nome molto poetico, fin troppo. Il suo lavoro era qualcosa di molto più sporco. Il suo lavoro era qualcosa di unico.
Tutti davano una connotazione positiva a quel termine, salvo poi ghettizzare chiunque lo fosse davvero, chiunque non si limitasse a definirsi tale. Lei lo era davvero, quindi poteva dirlo: essere unici faceva proprio schifo. Soprattutto nel suo caso, visto che unica stava per scherzo della natura, frutto dell'unione di due specie diverse che non hanno nulla in comune. Mezza umana, mezza etharu. Per metà di carne, per metà sintetica. Non avrebbe mai smesso di odiare quel dannato pazzo che le aveva donato una vita infernale per uno stupido esperimento.
Quella sua unicità le permetteva di lavorare poche ore a settimana e di mantenere un tenore di vita che molti avrebbero solo potuto sognare. Era assurdo quanto gli uomini fossero disposti a pagare per liberarsi.
Quella sera doveva incontrare un nuovo cliente, un giovane avvocato che era rimasto piuttosto vago riguardo al problema. Sperava di aggiungere qualcosa di nuovo alla propria collezione.
Indossò un abito lungo e una stola voluminosa, in modo da coprire gli innesti meccanici: i clienti nuovi tendevano a spaventarsi.
Si recò nell'ufficio dell'uomo, l'edificio pareva immerso nel silenzio a causa dell'ora tarda. Trovò la porta aperta ed entrò. Alla scrivania era seduto un ometto paffuto che a occhio non doveva superare la trentina. Il suo nervosismo era palese.
«Buonasera» salutò lei. Non porse la mano, non si scostò i capelli dal volto e non si tolse il cappello: era d'obbligo non spaventarlo.
«B-buonasera, s-s-signorina» balbettò lui.
I soldi erano già sul tavolo. Con un gesto rapido, se li infilò nella borsetta, alla rinfusa. «Bene, è pronto?»
«Farà male?» domandò.
«Certo che no» rispose lei. Tutti le facevano quella domanda. «Di cosa si tratta?»
L'uomo abbassò lo sguardo. «Vede, tra un mese mi sposo. La mia segretaria...»
«Questo ce l'ho già» sussurrò lei, scocciata.
«Prego?» domandò lui, confuso.
«Niente, niente, continui.»
«La mia segretaria... mi piace. Io non voglio tradire la mia futura moglie.»
«A dire il vero, se lei non lo volesse io non sarei qui. Mi nutro di desideri, di sogni, non di non voglio.» Scosse la testa, lasciando intravedere più del dovuto.
L'uomo scattò in piedi. «Un'etharu?»
La Collezionista sbuffò. «Solo per metà.»
«Non voglio che mi rubi i ricordi! Non voglio!» Era sempre più terrorizzato.
«L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti, i ricordi non riesco neppure a vederli.» Avrebbe preferito essere completamente etharu. Ah, quanto l'avrebbe voluto. Odiava essere unica.
Il tizio non era convinto del tutto, ma non aveva voglia di perdere troppo tempo. Gli si avvicinò, lo spinse contro il muro – non le fu difficile, pesava solo un'ottantina di chili – e gli toccò la fronte. I desideri così banali erano facili da trovare. Bastarono pochi istanti. Poi lo lasciò e ricadde a terra, svenuto.
Uscì dall'ufficio e tornò a casa.

Si mise al computer, aprì un documento di testo e scrisse: 12 agosto 2756, giovane uomo, desiderio sessuale, desiderio di tradire la propria fidanzata.
Salvò il file, lo mise nell'apposita cartella e sorrise. All'inizio della carriera si era illusa, aveva pensato che potesse essere divertente. Aveva anche trovato un nome d'arte adatto.
Aveva una quantità di doppioni considerevole, quindi c'erano due possibilità: o era una pessima collezionista, oppure erano gli umani a essere simili e prevedibili.
 
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KillerQueen
view post Posted on 25/7/2012, 20:24




CITAZIONE
C'è un problema, però: dubito che, avendo anche un nome:

QUOTE
L'uomo scattò in piedi. «Un'etharu?»

sia l'unica al mondo a comportarsi in questo modo. Nelle battute d'apertura si dice che è unica, frutto di un esperimento. E allora come mai l'uomo ne riconosce la tipologia? Ce ne saranno delle altre. Di conseguenza, si può davvero dire che è una collezione unica al mondo? Per tutto il resto, ottimo racconto.

Ehm, questa volta mi pare che tu abbia proprio frainteso, perché l'ho reso proprio esplicito con due frasi in particolare:
"Soprattutto nel suo caso, visto che unica stava per scherzo della natura, frutto dell'unione di due specie diverse che non hanno nulla in comune. Mezza umana, mezza etharu."
e
"L'uomo scattò in piedi. «Un'etharu?»
La Collezionista sbuffò. «Solo per metà.»"

Lei è unica in quanto mezza umana e mezza etharu. Gli etharu si nutrono dei ricordi, lei si nutre dei desideri delle persone. Dopo lo rendo ancora più chiaro: "«Non voglio che mi rubi i ricordi! Non voglio!» Era sempre più terrorizzato.
«L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti, i ricordi non riesco neppure a vederli.» Avrebbe preferito essere completamente etharu. Ah, quanto l'avrebbe voluto. Odiava essere unica."

Insomma, ti ringrazio per i complimenti ma mi sa che ti sei perso qualche pezzo. XD
 
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kendalen
view post Posted on 25/7/2012, 21:48




Trama
Difficile trovare qualcosa di originale quando si ha così poco tempo. Anche la collezione di sogni non sfugge a questo destino. Però. Il però c'è, ed è bello grosso. Andrebbe più nella voce successiva, ma ha profonde influenze anche sulla trama: è la natura della protagonista, la sua unicità, il suo "lavoro". Ci presenti una visione fantascientifica di una cosa che ha molto di magico, se vogliamo, riducendola (e in questo caso il verbo non vuole avere assolutamente valore negativo) a qualcosa di quotidiano, quasi scontato per la protagonista stessa, e foriero di delusioni, sempre per la protagonista. Una virata decisamente interessante. Peccato solo per un finale un po' troppo frettoloso e che non rende giustizia al resto del racconto.
Personaggi e ambientazione
Quanto scritto sopra si applica, amplificato, anche a questa sezione. La collezionista di sogni è il risultato di un esperimento di ibridazione tra un essere umano e un'etharu (una forma di vita sintetica con capacità extra-sensoriali); di più, odia esserlo e odia chi l'ha creata così, unica. E a lungo andare ha imparato che quel dono che inizialmente le era sembrato così eccezionale, alla fin fine non è poi una gran cosa, e che i suoi clienti sono monotoni e ripetitivi. Perché colleziona sogni per lavoro, sogni indesiderati. Figo. Da farci ben più di un racconto breve. C'è poi il cliente, monotono e ripetitivo, banale e anonimo: quanto serve per comunicare al meglio la disillusione che è cresciuta nella protagonista. Gran bel lavoro. L'ambientazione è sullo sfondo, verrebbe voglia di sapere di più di quello spazio-tempo e forse è l'unica pecca, comprensibile se si considera il poco tempo a disposizione.
Forma
Buona, senza eccessive sbavature, ma anche senza picchi di eccellenza. Un lavoro nella media, onesto, piacevole alla lettura. Diciamo che concentrandoti sulla protagonista viene naturale interpretare il punto di vista come coincidente col suo, ci sono però un paio di punti dove questo non sembra rispettato: per esempio, nel tell iniziale, necessario però a inquadrare al meglio la protagonista, oppure quando rivela al cliente di essere metà e metà (a mio parere spieghi un po' troppo: "«L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti, i ricordi non riesco neppure a vederli.»" => sarebbe bastato rimanere più sul vago a livello di battuta - tipo "no, non posso andare oltre desideri e istinti" - e posticipare ai pensieri successivi il desiderio di riuscire a vedere i ricordi altrui - anche se poi qui non è immediato capire che questo desiderio è dettato dal fatto che odia essere unica). Ho trovato poi che alla fine, quando la protagonista salva il file, il fatto che sorrida, senza specificare la natura del sorriso, può essere fuorviante: da quanto scrivi dopo, si può intuire che si tratta di un sorriso amaro, o forse ironico, ma non di divertimento. Del finale ho già accennato, la chiusura è piuttosto debole.
 
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RobertoBommarito
view post Posted on 26/7/2012, 10:25




@KillerQueen

Ciao! :)

La parte che mi ha confuso è questa:

QUOTE
«A dire il vero, se lei non lo volesse io non sarei qui. Mi nutro di desideri, di sogni, non di non voglio.» Scosse la testa, lasciando intravedere più del dovuto.
L'uomo scattò in piedi. «Un'etharu?»

se normalmente le etheru (anche se lei lo è solo per metà) non si nutrono di "desideri, di sogni", allora perché lui la identifica subito con una di esse?, mi sono domandato leggendolo. se le etharu non si nutrono di quelle due cose lui sarebbe stato confuso, invece di rispondere: un'etharu?

comunque ho capito cosa vuoi dire: ho interpretato male io. ti chiedo scusa per avere capito male quella parte! farò più attenzione la prossima volta! scusa di nuovo! :)
 
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KillerQueen
view post Posted on 26/7/2012, 10:38




CITAZIONE (RobertoBommarito @ 26/7/2012, 11:25) 
@KillerQueen

Ciao! :)

La parte che mi ha confuso è questa:

CITAZIONE
«A dire il vero, se lei non lo volesse io non sarei qui. Mi nutro di desideri, di sogni, non di non voglio.» Scosse la testa, lasciando intravedere più del dovuto.
L'uomo scattò in piedi. «Un'etharu?»

se normalmente le etheru (anche se lei lo è solo per metà) non si nutrono di "desideri, di sogni", allora perché lui la identifica subito con una di esse?, mi sono domandato leggendolo. se le etharu non si nutrono di quelle due cose lui sarebbe stato confuso, invece di rispondere: un'etharu?

comunque ho capito cosa vuoi dire: ho interpretato male io. ti chiedo scusa per avere capito male quella parte! farò più attenzione la prossima volta! scusa di nuovo! :)

Lui la identifica per via degli innesti meccanici, non per via di ciò che fa! Scuote la testa, i capelli si muovono e lasciano intravedere il viso non umano, quindi lui la identifica come etharu anche se in realtà lo è solo per metà! Spero di essermi spiegata, ora. XD
 
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Olorin
view post Posted on 26/7/2012, 10:58




ciao Killerqueen. Nel tuo brano trovo che il concetto di 'unicità' sia e resti molto adeso al personaggio e sebbena la ferrea logica ti dia pienamente ragione nel trasferimento di tale accezione alla tipologia di items collezionati, tale operazione a mio avviso perde molto mordente, schiacciata dal maggior fascino delle implicazioni legate al mischione di cui è composat la protagonista . Come anche in occasione del precedente racconto, vedo molti influssi japan nel tuo modo di trttare il tema degli esseri 'particolari', però credo che ci sarebbe da parte tua la possibilità di rendere più realistici e coinvolgenti i profili psicologici di tali personaggi.
Dal punto di vista della trama mi pare che i timori dell'avvocato circa il servizio offerto dall'essere ibrido siano un passagio dubbio visto che lui l'avrà contattata sulla base di una chiara descrizione dello stesso, nonché della probabile fama - dici che è ricca grazie al suo mestiere, desumo quindi che goda anche di una nomea - della protagonista.
finale così così. Manca forse un 'lui' nella frase in cui l'avvocato perde i sensi.
 
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KillerQueen
view post Posted on 27/7/2012, 09:30




@Kendalen: Per quanto riguarda il finale sono piuttosto d'accordo, è un limite del racconto che riconosco. Per quanto riguarda quella frase, "L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti, i ricordi non riesco neppure a vederli", l'avevo immaginata come una spiegazione che lei dice e ridice ogni volta. Avevo pensato di rimanere più sul vago, ma l'ho immaginata come una situazione già vissuta più volte, quindi lei dà una risposta ripetuta che non dia spazio a ulteriori domande. Non so se mi sono spiegata. Per quanto riguarda il sorriso, sì, hai ragione: avrei dovuto specificare.

@Olorin: Riguardo al "lui" mancante ti riferisci alla frase "Poi lo lasciò e ricadde a terra, svenuto"? Beh, secondo me quello "svenuto" è già sufficiente per capire di chi si parla. Per quanto riguarda il suo stupore, io mi sono immaginata una persona che la contatta su consiglio di qualcuno che aveva già avuto modo di usufruire del suo servizi senza però spiegare per filo e per segno il suo modo di lavorare. Riguardo alla ricchezza, non è tanto il numero di clienti ad arricchirla, ma la cifra che i pochi sono disposti a pagare.
 
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Olorin
view post Posted on 27/7/2012, 10:37




Per quanto riguarda lo sgomento dell'avvocato, la spiegazione che mi sono dato è che se la protagonista fosse stata realmente ciò che lui temeva, in occasione dei precedenti servigi non ci avrebbe messo molto a cancellare dalla mente dei clienti il ricordo in cui lei fosse apparsa nella sua vera veste come primo atto, costruendo così la rete per le altre prede.
Nella frase 'incriminata' per la mancanza del 'lui' così come in quella successiva che inizia con 'uscì' a mio parere c'è una indeterminatezza dell'attribuzione dei soggetti che non è compromettente, ma mi ha lasciato un po' interdetto durante la lettura
 
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KillerQueen
view post Posted on 27/7/2012, 11:04




CITAZIONE (Olorin @ 27/7/2012, 11:37) 
Per quanto riguarda lo sgomento dell'avvocato, la spiegazione che mi sono dato è che se la protagonista fosse stata realmente ciò che lui temeva, in occasione dei precedenti servigi non ci avrebbe messo molto a cancellare dalla mente dei clienti il ricordo in cui lei fosse apparsa nella sua vera veste come primo atto, costruendo così la rete per le altre prede.
Nella frase 'incriminata' per la mancanza del 'lui' così come in quella successiva che inizia con 'uscì' a mio parere c'è una indeterminatezza dell'attribuzione dei soggetti che non è compromettente, ma mi ha lasciato un po' interdetto durante la lettura

Cavolo, è vero, mi hai suggerito una soluzione più che valida! Non ci avevo proprio pensato... ti ringrazio, perché ho intenzione di scrivere un racconto più lungo basato sulla stessa idea, quindi il tuo suggerimento mi sarà utile! Io avevo trovato un'altra soluzione, come ho spiegato nel post precedente, ma preferisco la tua. XD
Per quanto riguarda l'indeterminazione dei soggetti, ritengo che nel primo caso sia comunque abbastanza chiaro, nel secondo in effetti sarebbe stato meglio specificarlo.
 
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kendalen
view post Posted on 27/7/2012, 12:04




CITAZIONE (KillerQueen @ 27/7/2012, 10:30) 
@Kendalen: Per quanto riguarda il finale sono piuttosto d'accordo, è un limite del racconto che riconosco. Per quanto riguarda quella frase, "L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti, i ricordi non riesco neppure a vederli", l'avevo immaginata come una spiegazione che lei dice e ridice ogni volta. Avevo pensato di rimanere più sul vago, ma l'ho immaginata come una situazione già vissuta più volte, quindi lei dà una risposta ripetuta che non dia spazio a ulteriori domande. Non so se mi sono spiegata. Per quanto riguarda il sorriso, sì, hai ragione: avrei dovuto specificare.

Ecco, in quest'ottica allora la frase ci sta. Però ce lo devi dire, che è una frase che ripete sempre: invece, la reazione dell'avvocato è successiva a
CITAZIONE
Scosse la testa, lasciando intravedere più del dovuto.

che, almeno a me, ha fatto pensare che si sia trattato di una cosa non preparata, quindi una situazione magari la cui eventualità era messa in conto, ma al di fuori di quello che avrebbe dovuto essere l'andamento normale. Di conseguenza, la risposta della protagonista io l'ho letta come una cosa spontanea, anch'essa non preparata.
Spero di essermi fatto capire. Se invece avessi scritto, che so,
"L'essere etharu solo per metà significa che assorbo i desideri e gli istinti", recitò come ogni volta " i ricordi non riesco neppure a vederli"
questo problema non ci sarebbe stato e la frase sarebbe rientrata nei canoni delle risposte "meccaniche".

Mi permetto di aggiungere un autoquote:
CITAZIONE
Da farci ben più di un racconto breve.

Che mi rende felice e curioso per questo:
CITAZIONE
ho intenzione di scrivere un racconto più lungo basato sulla stessa idea

Spero di leggerlo!
 
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KillerQueen
view post Posted on 27/7/2012, 13:54




Sì, ti sei fatto capire e ti do ragione, in effetti non era così lampante come invece era nella mia testa e poteva sembrare un po' un infodump gratuito.
Per quanto riguarda la nuova versione del racconto che scriverò, spero di riuscire a tirar fuori qualcosa di decente :D
 
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KillerQueen
view post Posted on 28/7/2012, 22:12




CITAZIONE
Ci sono alcuni elementi nel racconto, come l'accenno alle parti meccaniche della protagonista o le sue dimensioni, che apparentemente risultano fini a se stesse.

Invece hanno uno scopo, visto che le parti meccaniche fanno scoprire al cliente che la Collezionista non è umana e che le "dimensioni" (in realtà era solo più forte di un umano, non ho mai detto che fosse più grossa) sono indispensabili, visto che altrimenti non avrebbe potuto sopraffare l'uomo.
 
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view post Posted on 30/7/2012, 15:38
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Martin Sileno

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La collezionista di sogni

TRAMA: In un futuro lontano un essere per metà donna e per metà sintetica, ha la possibilità di liberare gli uomini dai pensieri e desideri negativi. Una sorta di prevenire è meglio che curare, a cui ricorrono certi uomini. La trama è sviluppata bene e in modo lineare e coerente.
PERSONAGGI: La collezionista di sogni – creatura in parte umana e i parte sintetica frutto dell'unione di due specie diverse che non hanno nulla in comune – quindi la parte sintetica per questo futuro è dotata di autcoscenza che la fa considerare specie vivente? - creatura che dia la sua condizione a metà.
Il cliente: Persona impaurita dal processo di liberazione e da quello che comporta.
I personaggi mi sembrano caratterizzti bene in dialoghi realistici e azioni coerenti.
AMBIENTAZIONE: mi sembra che ci sia solo un muro dove viene spinto il cliente: per il resto, tutt un po' anonimo. E un Pc in cui risiede la collezione privata.
FORMA E STILE: Il racconto procede in modo pulito fino alla fine. Forse quello che manca è un po' di tensione del pezzo. Cioè, assistiamo a una scena e ai pensieri della protagonista intenta a fare il suo lavoro. Mi sembra un po' tropp raccontato e poco mostrato.
NOTE: ho poco da dire:
che le aveva donato – lei lo odia quindi mi sarebe meglio dire che: l'aveva costretta, per uno stupido esperimento, a quell'inferno.
Quella sua unicità le permetteva di lavorare – quella sua unicità comunque le permetteva di lavorare – scriverei comunque per esplicitare il fatto che comunque c'è qualche cosa dipositivo in quella condizione.
Poi lo lasciò e ricadde a terra, svenuto. - mi sembra un po' pesante – quando lo lasciò cadde a terra svenuto.

Il racconto mi è piaciuto. Non è la prima volta che leggo un tuo lavoro futuristico: devo dire che mi piace come lavori.
 
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Paolo_DP77
view post Posted on 2/8/2012, 21:55




Ciao!
Nella prima parte il testo è decisamente troppo raccontato, e anche nella trama magari si potevano sfruttare meglio le buone idee che hai avuto. Siamo in un futoro lontano, di solito ci si aspetta che l'ambientazione abbia una maggior concretezza, un certo impatto visivo. Qui non c'è molto quindi lo scenario rimane troppo vago: peccato. Però la vera forza del racconto è la protagonista. Davvero un bel personaggio, intrigante, e l'idea che possa cancellare i ricordi e collezionarli a me piace molto. Sarebbe anche meglio se lei potesse savare sul file il vero e proprio ricordo, tipo un filmato, certo a quel punto diventerebbe una specie di ladra. Insomma in definitava nonostante i difetti che ho detto prima, mi è piaciuto. Complimenti!
 
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Peter7413
view post Posted on 2/8/2012, 21:59




Ciao Viola!
Un racconto molto buono. Tra l'altro, sbaglio o si tratta di un'idea che stai sviluppando per qualcosa di più articolato? Niente di male a voler testare certi aspetti dei mondi che creiamo in contest di narrativa, lo faccio anch'io, a volte. In ogni caso, bella l'idea dell'Etharu e bella questa collezione di sogni estirpati che si trasforma in una critica all'uomo e alla banalità del suo essere. Davvero un bel lavoro, complimenti.
 
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14 replies since 24/7/2012, 22:35   148 views
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