Nero Cafè Forum

Figlio in TV, di Maurizio Bertino

« Older   Newer »
  Share  
Peter7413
view post Posted on 27/9/2012, 22:48




FIGLIO IN TV


La donna si asciuga una lacrima con il fazzoletto che le ha offerto la giornalista.
– Non capisco, è sempre stato un bravo ragazzo…
La giornalista la osserva, visibilmente commossa. – Odio farle questa domanda in un momento così drammatico, ma quale può essere stato, secondo lei, il fattore scatenante?
– Non lo so, non lo so, era così contento. Laureato con il massimo e subito accettato al master, sa?
– Il sogno di ogni genitore.
– Proprio così… Eccolo, eccolo alla tv!
Le due donne sono sedute di fronte alla televisione accesa.

– Sta puntando la pistola alla testa di uno degli ostaggi! – commenta il telecronista. – Urla qualcosa, chiediamo al fonico di avvicinarsi per una migliore qualità dell’audio! Ecco, si è avvicinato, sta chiedendo al folle di ripetere!
– E questo barilotto è il bambino scritturato per la parte! Vi sembra adatto per interpretare un povero affamato? Lo sapete chi è? Lo sapete chi è?


– Chi è quel bambino, signora? Lei lo sa? – chiede la giornalista.
– No che non lo so, non capisco perché Luca si comporta così… - la donna scuote la testa, affranta.

– Il figlio del produttore! Ecco chi è! – urla Luca sparando in testa al bambino e subito scomparendo dentro l’edificio.
– Gli ha sparato! Ha sparato al bambino! – urla il telecronista.


La donna si porta una mano alla bocca, soffoca un singhiozzo. La giornalista si alza dalla sedia, le si avvicina, l’abbraccia.
– Perché l’ha fatto? Perché? – la madre di Luca non riesce a darsi pace.
– Ha dato dei segni d’instabilità le ultime volte che l’ha sentito? – le chiede la giornalista.
– No, era contento… - le risponde la donna fra le lacrime. – Aveva trovato subito lavoro, sa? Uno stage, gli piaceva tanto. Gli mandavo 1500 euro ogni mese e diceva che gli bastavano. Sa, la metà andavano per i suoi superiori, per il lavoro che gli avevano offerto. E poi l’affitto costa. E poi i trasporti. E succedeva anche, ma non spesso, che gli chiedessero degli extra per quando si fermava oltre l’orario per sbrigare le ultime faccende, sa, per la corrente che consumava…
– Certo, certo… - la giornalista le accarezza la testa. – Ecco suo figlio, è di nuovo in tv.

– E questo è il regista! Sapete chi è? Il figlio di un cazzo di segretario di un ministero di merda! E sapete come ha avuto i soldi per questo film? Glieli ha trovati papà attraverso un finanziamento statale! – Luca spara in testa al regista e torna a sparire dentro l’edificio.
– Ha sparato anche al regista! – urla il telecronista – Questo folle non si ferma più! Ma vediamo che le forze speciali stanno per intervenire!


– Che ne sarà di Luca e dei suoi ostaggi, lo scopriremo dopo la pubblicità. – dice la giornalista guardando dritta in camera. – Siamo fuori onda? – qualcuno urla di sì. – Bene. Dov’è quello stagista di merda? Me lo vuoi portare il caffè o no? – qualcun altro urla di sì. – E chiamatemi il capo della polizia sul posto, prima che intervenga voglio almeno altri tre morti. Che lascino sfogare quel frustrato, qui abbiamo altri due spazi pubblicitari da gestire!

FINE
 
Top
simolimo
view post Posted on 30/9/2012, 14:29




Ciao Peter :woot: !!!! Rieccoci ^_^ !

“– Odio farle questa domanda in un momento così drammatico, …” > credo che questa frase, Peter, non sia molto veritiera: un giornalista, soprattutto il tipo di giornalista che farai emergere tu, non si sognerebbe mai di dire una cosa del genere… è il loro compito fare domande, soprattutto nei momenti meno opportuni. E caspita se ne godono...anche a volerlo, non lo penserebbero mai!

“– Proprio così… Eccolo, eccolo alla tv!” > questa frase in bocca alla madre, non l’ho capita. Una madre straziata, a meno che anche lei non fosse d’accordo con la redazione per, che ne so, ottenere della notorietà passeggera, non avrebbe mai detto nulla del genere rivolta al figlio che sta commettendo omicidi in diretta tv…

“…chiediamo al fonico di avvicinarsi per una migliore qualità dell’audio! Ecco, si è avvicinato, sta chiedendo al folle di ripetere!” > ehi Peter, ihih! Ok… a questo punto penso proprio che il surrealismo sia il pan di spagna che poi sei andato a farcire a piacimento, ma… tieni sempre un occhio al realismo: un fonico (e neppure un cronista, aggiungo) non s’azzarderebbe mai di rivolgersi a uno psicopatico assassino col rischio che gli faccia la pelle anche a lui.

“– No che non lo so, non capisco perché Luca si comporta così…” > “si comporti”…credo.

“…urla Luca sparando in testa al bambino e subito scomparendo dentro l’edificio.” > metterei un presente al posto del gerundio "scomparendo", più immediato e rende la stessa idea di co-svolgimento delle due azioni.

“– Perché l’ha fatto? Perché?” > frase improbabile… penso che le parole, in quel momento, a una madre, non possano neppure uscire.

“– Che ne sarà di Luca e dei suoi ostaggi, lo scopriremo dopo la pubblicità. – dice la giornalista guardando dritta in camera. – Siamo fuori onda? – qualcuno urla di sì. – Bene. Dov’è quello stagista di merda? Me lo vuoi portare il caffè o no? – qualcun altro urla di sì. – E chiamatemi il capo della polizia sul posto, prima che intervenga voglio almeno altri tre morti. Che lascino sfogare quel frustrato, qui abbiamo altri due spazi pubblicitari da gestire!” > frase costruita in modo impeccabile, e che indirizza tutto il pezzo, come l’ultima tessera di un puzzle. Da qui capisco che i toni che hai usato sono cinicamente portati all’estremo, in OGNI personaggio. Trovo conferma che la madre fosse lì pronta a godersi i suoi 5 minuti di notorietà (altrimenti penso si sarebbe potuta aggrappare ai capelli della giornalista fino a farle lo scalpo) e capisco che hai voluto stereotipare a mille la giornalista, addirittura ancora 3 morti?! A cosa le servivano, ormai lei lo scoop già l’aveva…

Beh Peter, il tuo stile indovina?? Ahahah, a me piace parecchio! Ma sto giro, secondo me, avresti dovuto curare un pelo di più il realismo del surreale, penso tu abbia capito cosa intendo! Ok estremizzare, ma con una nota al concreto… perché così il pezzo risulta a tratti “gratuito”, sarebbe bastato non mettere la madre, per esempio… infatti credo sia improbabile che durante un atto così repentino lei si trovi in uno studio televisivo e non sul luogo del dramma con la polizia… però, ehi. Nell’esagerazione, sei stato un grande.

Edited by simolimo - 30/9/2012, 15:54
 
Top
Olorin
view post Posted on 1/10/2012, 12:41




Ciao Maurizio,

la trama del brano è piuttosto lineare, però l’ambiguità del finale mi induce a pensare che si volesse realizzare qualcosa di più ambizioso. L’apparizione di uno stagista maltrattato quanto quello protagonista della strage mi porta a due soluzioni: la prima considera l’amara conclusione che per quanto la ribellione sia clamorosa, l’atteggiamento del sistema nei confronti di quell’inquadramento professionale non cambierà mai; la seconda riguarda la presenza nello studio dei medesimi presupposti della strage cui si sta assistendo, senza che però tale eventualità venga minimamente presa in considerazione da chi sta osservando pur da così vicino la scena. In questo secondo caso – che avrebbe potuto chiudersi con lo stagista che estraeva segretamente un’arma dal suo sacchetto del pranzo - si sarebbe però dovuto realizzare un lavoro di ‘annegamento’ più omogeneo di questo paragone lungo tutto il brano.

Edited by Olorin - 2/10/2012, 17:19
 
Top
Peter7413
view post Posted on 1/10/2012, 18:05




Ciao Marco!
L'interpretazione è corretta, ma devo sottolinearti che la mia intenzione non era di incentrare il racconto sul parallelo tra i due stagisti. Il secondo è solo un'aggiunta, chiamalo orpello, che ho voluto inserire forse cadendo pure nella ridondanza. Il fulcro di tutto si situa nell'inutilità totale e nella privazione del senso di ogni situazione, comportamento o reazione. In effetti avrei avuto bisogno di più caratteri per lavorare meglio sulle figure dei protagonisti, ma credo che in ogni caso la surrealità della situazione sia funzionale proprio al privarli di ogni emozione per inserirli in un ruolo di un sistema insensibile a qualunque reazione, anzi, perfettamente in grado di riportare al nulla cosmico ogni accenno di disequilibrio.
 
Top
silver moon
view post Posted on 1/10/2012, 19:21




Ciao :)
Leggo i racconti più volte, prima di commentare, per essere sicura di aver capito quello che l’autore ha scritto. In questo caso, alla fine della prima lettura mi sono chiesta: ma se il figlio è in qualche edificio e sta tenendo ed eliminando pian piano gli ostaggi, come fa la madre a stare già in tv? Insomma, le è arrivata la notizia e invece di essere colta dall’ansia, dalla paura, anche dall’incredulità, lei è già in TV? Mi riferisco proprio al tempo che ci vuole per comunicare a una madre cosa sta combinando il figlio, per aspettare che le passi il primo shock, per convincerla ad andare in TV e per portarla agli studi stessi. A seconda lettura ho pensato che magari il figlio è da tre giorni che sta là dentro, in fondo non è specificato da quanto tempo ha preso quelle persone in ostaggio, no? :)
Poi c’è stata una battuta della madre che mi ha lasciata a bocca aperta, ma forse solo perché io uno stage in Italia non l’ho mai fatto. Dove vivo io non funziona così XD Te la riporto:
“Gli mandavo 1500 euro al mese e diceva che gli bastavano…” e da qui fino alla fine del paragrafo, elencando dove vanno a finire quei soldi. Dimmi che è solo un’esagerazione per dare più enfasi e ironia al racconto! Oppure dimmi che ho interpretato male io quella parte D:
Ovviamente, come sempre, dal punto di vista della forma non ho proprio niente da ridire, si legge in modo scorrevole e piacevole.
 
Top
Peter7413
view post Posted on 1/10/2012, 20:08




Ciao Lucia!
Riguardo alla madre davanti alla tv: è ovviamente una visione assai spinta e con una forte dose di caricatura di quella che è la situazione attuale dell'informazione televisiva. Abbiamo costantemente esempi di come l'occhio del giornalista si spinga fin dentro la vita dei famigliari e di come gli stessi spesso e volentieri in certo qual modo godano di tale visibilità (l'esempio più lesto a venirmi in mente è quello di Avetrana). Non c'è molto da spiegare: il ragazzo sclera, la notizia arriva ai giornalisti che in tempo zero si portano a casa dello stesso e impiantano uno studio tv in un amen. Coperture mediatiche live simili ne abbiamo avute molte, fra tutte ricordo quella francese di pochi mesi fa.
Riguardo ai soldi che la madre inviava al figliolo per lavorare... beh, esperienza personale. Sono laureato e ho un master per ottenere il quale mi sono licenziato da un impiego stabile che già avevo assunto. Al termine del master (riconosciuto) sono stato mandato a fare uno stage a Roma presso la Cattleya, ovviamente gratuito. Fra affitto e il necessario per sostentarmi i miei mi inviavano ogni mese 1000 euro e ci stavo stretto. Ovviamente ho mollato tutto e adesso lavoro nel negozio di famiglia (per la cronaca: il lavoro che ho lasciato per il master era nell'ambito televisivo, ero il responsabile per l'edizione italiana di documentari trasmessi su reti tematiche satellitari, ma anche Rai e Mediaset. Ovviamente quando mi sono rifatto sotto al ritorno dalla violenza psicologica di master e stage il mio posto era già stato riassegnato e avevo perso il treno). Esperienza personale, certo, ma ti assicuro condivisa dalla maggioranza dei miei compagni.
 
Top
silver moon
view post Posted on 1/10/2012, 20:35




CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 21:08) 
Ciao Lucia!
Riguardo alla madre davanti alla tv: è ovviamente una visione assai spinta e con una forte dose di caricatura di quella che è la situazione attuale dell'informazione televisiva. Abbiamo costantemente esempi di come l'occhio del giornalista si spinga fin dentro la vita dei famigliari e di come gli stessi spesso e volentieri in certo qual modo godano di tale visibilità (l'esempio più lesto a venirmi in mente è quello di Avetrana). Non c'è molto da spiegare: il ragazzo sclera, la notizia arriva ai giornalisti che in tempo zero si portano a casa dello stesso e impiantano uno studio tv in un amen. Coperture mediatiche live simili ne abbiamo avute molte, fra tutte ricordo quella francese di pochi mesi fa.

Ah, hai ragione, non avevo pensato che in effetti sono i giornalisti ad andare a casa della madre. Per il resto avevo capito che era un modo di mettere in evidenza come la TV si insinui nella vita di tutti, compresi quelli colpiti da grandi disgrazie e come gli stessi non si tirino indietro dall'apparire in tv.
CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 21:08) 
Riguardo ai soldi che la madre inviava al figliolo per lavorare... beh, esperienza personale. Sono laureato e ho un master per ottenere il quale mi sono licenziato da un impiego stabile che già avevo assunto. Al termine del master (riconosciuto) sono stato mandato a fare uno stage a Roma presso la Cattleya, ovviamente gratuito. Fra affitto e il necessario per sostentarmi i miei mi inviavano ogni mese 1000 euro e ci stavo stretto. Ovviamente ho mollato tutto e adesso lavoro nel negozio di famiglia (per la cronaca: il lavoro che ho lasciato per il master era nell'ambito televisivo, ero il responsabile per l'edizione italiana di documentari trasmessi su reti tematiche satellitari, ma anche Rai e Mediaset. Ovviamente quando mi sono rifatto sotto al ritorno dalla violenza psicologica di master e stage il mio posto era già stato riassegnato e avevo perso il treno). Esperienza personale, certo, ma ti assicuro condivisa dalla maggioranza dei miei compagni.

Per fortuna non ho mai vissuto qualcosa di simile. Ho fatto diversi lavori, anche part-time, mentre studiavo, e ho vissuto situazioni in cui noi eravamo considerati quelli su cui scaricare tutto il lavoro più noioso. Ci chiamavano proprio "Aushilfe" (= aiutante, insomma qualcuno che lavora part-time, accanto allo studio o alla scuola). Ma devo ammettere che non mi è mai capitato di essere trattata male tanto da parlare di violenza psicologica. Che tristezza quando sento/leggo queste cose...
 
Top
Peter7413
view post Posted on 1/10/2012, 20:46




E visto che ci siamo ti racconto di come vengono trattati gli autori sconosciuti nella case di produzione italiane, solo un accenno.
Il mio compito durante lo stage era di leggere le sceneggiature e i trattamenti inviati da gente come noi. Nello specifico dovevo, a fine lettura, scrivere una mail agli autori spiegando come mai non potevamo accettare il loro lavoro. Non si parlava di valutazione, ma di giustificare una scelta presa a priori attraverso una lettura affidata all'ultimo arrivato. Diverso trattamento era riservato ai figli di o ai conoscenti di che invece venivano valutati attentamente, invitati per colloqui e, in alcuni casi scandalosi, passati anche in preproduzione. Non dico che molti di loro non sapessero fare il loro mestiere, ma semplicemente che non venivano date pari opportunità a tutti.
Potrei raccontarne molte a riguardo, ma fidati: la fine che faccio fare agli ammazzati del mio racconto è assai generosa (ovviamente a questo riguardo scherzo, forse...)
 
Top
silver moon
view post Posted on 1/10/2012, 21:09




CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 21:46) 
Non dico che molti di loro non sapessero fare il loro mestiere, ma semplicemente che non venivano date pari opportunità a tutti.

Oh beh, questo succede anche qui, purtroppo. Ovviamente non dappertutto, ma c'è.

CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 21:46) 
Potrei raccontarne molte a riguardo, ma fidati: la fine che faccio fare agli ammazzati del mio racconto è assai generosa (ovviamente a questo riguardo scherzo, forse...)

LOL XDDD
 
Top
view post Posted on 2/10/2012, 08:40
Avatar

Martin Sileno

Group:
Member
Posts:
1,038
Location:
Mombo

Status:


Ciao Maurizio, complimenti per lo scritto lineare e pulito come al tuo solito. Il tuo racconto denuncia perfettamente, in modo secco e diretto, l'ipocrisia che alberga nella televisione che brama tragedie e lacrime pur di fare soldi. Ma anche lo sfruttamento degli stagisti che quasi pagano per lavorare.
La giornalista la osserva, visibilmente commossa. - qui mi viene in mente la faccia di Barbara D'urso che a mio avviso è la regina della Tv spazzatura.
E chiamatemi il capo della polizia sul posto, prima che intervenga voglio almeno altri tre morti. - La televisione che comanda su tutto come un dio che spaccia verità e insegnamenti ai suoi discepoli.
Che dire, lascia l'amaro in bocca perchè ''puzza'' troppo di verità. Rinnovo i miei complimenti.
 
Contacts  Top
Olorin
view post Posted on 2/10/2012, 16:38




CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 19:05) 
. In effetti avrei avuto bisogno di più caratteri per lavorare meglio sulle figure dei protagonisti, ma credo che in ogni caso la surrealità della situazione sia funzionale proprio al privarli di ogni emozione per inserirli in un ruolo di un sistema insensibile a qualunque reazione, anzi, perfettamente in grado di riportare al nulla cosmico ogni accenno di disequilibrio.

Intanto hai perso un'occasione a mio parere clamorosa...

Il titolo del tuo racconto doveva essere 'lo stragista'... neh? :D

Secondo me l'atmosfera di surreale cinismo è resa molto bene, però dato che la spettacolarizzazione della tragedia parte in maniera palese sin dall'inizio, si sente forse in maniera più pressante la necessità di un elemento che desse una svolta tematica al finale.
Il grottesco trova il suo acuto nello svelarsi della strategia giornalistica della reporter, però è l'intensificarsi di ciò che già s'intuisce dal fatto che intervisti la mamma dello stragista mentre quest'ultimo ammazza in diretta gli ostaggi. Un finale col ribaltamento della situazione avrebbe dato a mio parere più ampiezza alla trama.
 
Top
Peter7413
view post Posted on 2/10/2012, 17:22




CITAZIONE (Olorin @ 2/10/2012, 17:38) 
CITAZIONE (Peter7413 @ 1/10/2012, 19:05) 
. In effetti avrei avuto bisogno di più caratteri per lavorare meglio sulle figure dei protagonisti, ma credo che in ogni caso la surrealità della situazione sia funzionale proprio al privarli di ogni emozione per inserirli in un ruolo di un sistema insensibile a qualunque reazione, anzi, perfettamente in grado di riportare al nulla cosmico ogni accenno di disequilibrio.

Intanto hai perso un'occasione a mio parere clamorosa...

Il titolo del tuo racconto doveva essere 'lo stragista'... neh? :D

Secondo me l'atmosfera di surreale cinismo è resa molto bene, però dato che la spettacolarizzazione della tragedia parte in maniera palese sin dall'inizio, si sente forse in maniera più pressante la necessità di un elemento che desse una svolta tematica al finale.
Il grottesco trova il suo acuto nello svelarsi della strategia giornalistica della reporter, però è l'intensificarsi di ciò che già s'intuisce dal fatto che intervisti la mamma dello stragista mentre quest'ultimo ammazza in diretta gli ostaggi. Un finale col ribaltamento della situazione avrebbe dato a mio parere più ampiezza alla trama.

Analisi perfetta Marco, mi trovi perfettamente d'accordo. Ho avuto davvero tanta difficoltà a decidere come affrontare il tema (lo sentivo troppo personale e ogni spunto era o troppo banale o troppo scontato o troppo orientato) e sono arrivato alla fine con il fiato del tempo sul collo... :cry:
 
Top
strellima
view post Posted on 3/10/2012, 19:51




Ciao Peter! :)
Credo che il modo in cui architetti i tuoi racconti sia una sicurezza che ti impedisce di scendere oltre un certo livello. Riconosco il tuo solito gusto per l'ironia grottesca che contraddistingue tutto quello che di tuo ho avuto modo di leggere.
In questo racconto però, per altro ben scritto, trovo che manchi un'idea davvero sapida e originale di fondo che lo regga. Non vedo il tuo abituale gusto per la costruzione di personaggi pittoreschi, in balìa di follie meno usuali di quella che qui descrivi. Attendevo infine un colpo di coda che non è arrivato.
Perché? Questi elementi, secondo me, sono quelli che rendono unica la tua voce.
So comunque che in MC si risente soprattutto della carenza di tempo.
A rileggerti presto!
Alessandra
 
Top
MichelaZ
view post Posted on 3/10/2012, 21:48




Ciao Maurizio,

Il punto forte del tuo racconto è certamente l'azione, la storia densa in ogni riga.
Hai reso bene l'idea dell'esasperazione, del disgusto e della stanchezza dello stagista, che lo ha portato a perdere la testa e a voler distruggere la propria vita insieme alle altre.
Come contrappunto della follia dello stagista c'è il cinismo dei giornalisti, e soprattutto la madre che accetta senza batter ciglio le condizioni folli a cui il figlio era sottoposto.
Per contro, ci sono alcune cadute nella scrittura che con una rilettura e un po' di tempo in più si potrebbero sistemare: per esempio questa frase
"urla Luca sparando in testa al bambino"
Uccidere il bambino è un'azione drammatica e estrema, mettere il verbo al gerundio così lo fa sembrare solo un rumore di sottofondo rispetto all'urlo. Anche più sotto, "Luca spara in testa al regista e torna a sparire..."; vedo male la vicinanza di "spara... sparire", e comunque presentata così l'azione di sparare al regista appare quasi banale.
Comunque tema centrato e ben reso, e la rabbia si sente forte e chiara.
 
Top
view post Posted on 5/10/2012, 15:17
Avatar

Procuratore spietato

Group:
Member
Posts:
634

Status:


Ciao Maurizio,
il tuo racconto è forse quello che mi ha trasmesso più angoscia, per forma (i dialoghi si susseguono dinamici, quasi ansiogeni) che contenuto ( non è un mondo fantascientifico quello che racconti, ma il nostro; il grottesco è tragicamente possibile). Il fatto che tu abbia avuto una personale esperienza in questo campo, invece che inibirti ( io, per esempio, non saprei scrivere del mio lavoro...) ha reso ancora più vitale ed efficace il racconto. L'unico appunto è quanto già detto da Olorin: un segnale che anche lo stagista giornalista stia per "sbroccare" renderebbe più circolare la storia. Alla prossima!
 
Top
14 replies since 27/9/2012, 22:48   158 views
  Share