Ciao Galatea,
Bello rincontrarti da queste parti!
Il tuo racconto mi ha lasciato impressioni contrastanti.
Si sente sotto la potenzialità per un'eccellente storia inquietante: anche se qui non c'è una "storia" vera e propria, intesa come evoluzione di eventi, c'è un'energia distruttiva che giustifica perfettamente il racconto.
Lo stile non sempre è all'altezza dell'immagine che dovrebbe dipingere: la parte centrale è buona e valida, ma le righe iniziali e finali lasciano a desiderare.
CITAZIONE (nescitgalatea @ 29/10/2012, 23:06)
‒ Lascia stare. Lasciami stare!
Suona molto naturale, ottimo come inizio. Puoi togliere il punto esclamativo.
CITAZIONE
È nervoso, la mano scivola sul mento strizzando la faccia. La bocca si trasforma in una smorfia poi si rilassa.
"È nervoso" non serve proprio, lo fai capire bene con i comportamenti. "La bocca si trasforma in una smorfia" non mi piace, avrei messo solo "fa una smorfia".
CITAZIONE
È ubriaco e si gingilla con una colt 1911 appoggiata sul tavolo dove è seduto.
Io personalmente non saprei distinguere una colt 1911 da una frombola, quindi il fatto che me la nomini con tanta precisione mi fa sperare che abbia un po' di spazio in più nelle righe seguenti, come se per Giulio fosse una vecchia amica, o la sua maledizione personale, insomma.
Anche il fatto che sia ubriaco sarebbe più interessante farlo capire che non dirmelo, o almeno tutte e due le cose.
CITAZIONE
‒ E piantala di girarmi intorno! Ora chiamo Marta, la chiamo. Lei… mi sta aspettando. Che?
I dialoghi ti vengono decisamente bene
CITAZIONE
Piange e il braccio gli cade lungo il fianco. Sul tavolo la lettera del Giudice. Poche righe. Giulio la prende. La legge. Poi si spara in testa.
Oddio, mi sono persa. Mi pare di capire che Giulio aspettasse nella lettera del giudice il permesso di rivedere Marta, che però gli è stato negato, ma non è chiaro.
Il suicidio avrebbe davvero meritato un paio di righe in più: la mano che trema, una lacrima, gli occhi chiusi... Giulio è fuori di testa, ma non del tutto: un atto così forte non si può liquidare in due parole.
Infine se l'impossibilità di vedere Marta lo porta a tanto, non può bastare solo il divieto del giudice a tenerlo lontano.
Un racconto gustoso, che merita: amplialo un po'