Nero Cafè Forum

Stasi, di Roberto Bommarito

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Olorin
view post Posted on 4/1/2013, 12:09 by: Olorin




Ciao Roberto.


La digressione circa la natura della 'stasi' che in breve passa da quel che è - la descrizione dello stato di assenza di movimento -, a emozione e infine a sentimento, l'ho trovata forzata e quindi un po' stucchevole nella sua funzione di artifizio letterario.

Questa frase:

CITAZIONE
Mio padre non volle perdere anche me, dopo la morte di mia madre. Perciò mi tenne prigioniero in cantina. «È comunque una cosa terribile»

con quel tempo verbale e a quel punto del brano, mi ha dato l'impressione di trovarsi fuori posto, perché spiega i motivi della situazione antecedente la 'liberazione' che avevi raccontato appena sopra.
Per questa sua collocazione logica, io l'avrei vista meglio col trapassato prossimo "Mio padre non aveva voluto perdere anche me, dopo la morte di mia madre. Perciò mi aveva tenuto prigioniero in cantina. «È comunque una cosa terribile»"

Le implicazioni e i risvolti psicologici narrati mi hanno coinvolto poco, ma questo non dipende da come tu li abbia espressi o rappresentati, bensì dall'oggetto in sé del racconto. Probabilmente non è così facile entrare in empatia col punto di partenza del personaggio, così sofferto e deviato, tanto che l'intensità della soluzione e della rivisitazione che il protagonista ne fa in chiave educativa nel finale, mi sfuggono.

Edited by Olorin - 4/1/2013, 12:55
 
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